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SHYQYRI NURI

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Shyqyri Nuri (Tirana, 05 dicembre 1927 - Galatina, 19 agosto 2016), in arte Reso Eklidi, è stato un intellettuale, politico, scrittore e poeta albanese naturalizzato italiano. Fondatore, nel 1943, del Partito Internazionalista albanese.

Biografia

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Primi anni ed educazione

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Shyqyri Nuri è nato a Tirana il 05 dicembre 1927 da una nobile famiglia. Il padre, Sadì Nuri, aveva seguito il ginnasio a Giannina, comune della Grecia, ma all’epoca appartenente all’Impero ottomano. In seguito aveva frequentato il collegio a Bari, in Puglia. Aveva svolto come professione l’insegnante e durante tutta la sua carriera era stato direttore della scuola di Ndroq, comune della provincia di Tirana, dove lui risiedeva con la famiglia. Oggi questa scuola viene denominata  Ginnasio “Sadì Nuri”, in suo onore.

Il piccolo Nuri compie i primi studi a Ndroq e in seguito frequenta il ginnasio di Tirana. Sono anni difficili dal punto di vista geopolitico in quanto nell’aprile 1939 l’Albania viene invasa dall’Italia fascista e poco dopo scoppia la Seconda guerra mondiale.  Nuri è appassionato di politica e segue attentamente gli avvenimenti politico-militari, che contribuiscono a plasmare in lui le prime convinzioni politiche e ideologiche.

Ideologia e attività politiche

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Egli è convinto che la lotta per la liberazione nazionale albanese  veniva manipolata dal Partito Comunista per assumere il potere e instaurare in Albania la dittatura del proletariato, come in seguito, di fatto, avvenne. Munito di queste convinzioni, egli si dedica a un duro lavoro di propaganda allo scopo di coinvolgere la gioventù albanese, affinchè non venisse ingannata dalla propaganda comunista che faceva di tutto per far apparire la lotta per il potere come “lotta di liberazione dell’Albania dal nazi-fascismo”. Nonostante lo sforzo, però, le idee comuniste si diffondono pericolosamente e l’attività propagandistica di Nuri viene notata. Per questo motivo egli viene avvisato dai capi locali dei partigiani, i quali  lo invitano ad interrompere ogni sua attività politica. Nonostante ciò, Nuri continua la sua attività e il I° settembre 1943, insieme ad un gruppo di 60 seguaci, fonda il Partito Internazionalista albanese. In linea di massima, questo Partito viene denominato “Internazionalista” in quanto rappresentava le aspirazioni di tutti i popoli del mondo per una società libera, prospera, senza servi e padroni, senza guerre e spargimenti di sangue, dove in tutto il mondo, tra i singoli individui e i popoli, possa regnare la pace e l’armonia. Una società in cui primeggi la cultura, la letteratura, le scienze e le arti, le quali si mettono al servizio del benessere materiale e spirituale dell’umanità. La frase distintiva del Partito diventa: “nessuno ricco, nessuno povero”. Dopo il giuramento solenne, i membri del Partito si impegnavano a rimanere fedeli e, se fosse stato necessario, a sacrificare la propria vita per gli ideali del Partito. Gli Internazionalisti sapevano benissimo che l’Albania era stata inglobata nella sfera d’influenza sovietica e un eventuale successo degli Alleati avrebbe significato l’instaurazione della dittatura comunista in Albania. Erano, quindi,  acerrimi avversari della lotta per la liberazione nazionale che veniva cappeggiata dai comunisti.

Tuttavia il corso degli eventi portò al trionfo del Partito Comunista e il 29 novembre 1944, giorno della liberazione dell’Albania dal nazi-fascismo, coincide con l’instaurazione del regime dittatoriale comunista. Appena saliti al potere, i comunisti intrapresero un vero e proprio massacro contro gli oppositori politici. Le prigioni si riempirono di uomini e donne, torturati in modo disumano. Centinaia di famiglie venivano internate in posti selvaggi o presso le paludi.

Formazione e carriera lavorativa
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Erano i primi anni post-liberazione e in Albania c’era emergenza analfabetismo. Per questo, in mancanza d’istituti d’istruzione di livello universitario, gli organi del regime chiamarono all’insegnamento nelle scuole studenti che terminavano gli studi superiori con risultati ottimi. Rispondendo a questa chiamata, a gennaio 1949 il giovane Shyqyri fu nominato insegnante delle scuole nelle regioni del sud dell’Albania. Bisogna sottolineare che nel 1946 ci fu in Albania una riforma della Pubblica istruzione. Secondo tale riforma, il ciclo degli studi comprendeva un ciclo settennale composto da 4 anni di scuola elementare e 3 di scuola media. Dopo veniva la scuola superiore che comprendeva 4 anni, quindi in tutto il ciclo d’istruzione pubblica era composto da 11 anni. La riforma lasciava intatta, però, la situazione riguardante l’istruzione universitaria che avrebbe dovuto preparare insegnanti per il ciclo unico settennale e per quello superiore. Per rimediare a tale carenza, verso la fine del 1946 fu costituito l’Alto Istituto Pedagogico biennale di Tirana che aveva caratteristiche universitarie in quanto in Albania, appunto, non esisteva ancora l’Università. L’istituto, come si evince dal regolamento interno pubblicato nel 1947, aveva carattere universitario ed aveva come obiettivo quello di preparare insegnanti di alto livello per le scuole uniche settennali. Era composto da due facoltà: quella di lingua e letteratura albanese, e quella scientifica. Fino al 1950 questo Istituto rimase l’unica istituzione di studi a livello universitario.

 
Certificato Di Laurea

Fu proprio l’esigenza di perfezionarsi innanzitutto nell’istruzione del ciclo settennale che spinse Nuri ad iscriversi a tale Istituto nella facoltà di Lingua e Letteratura albanese nel biennio 1949-1951. Conseguita la laurea, divenne direttore di diverse scuole sempre nelle regioni del sud dell’Albania. Nel 1953 Nuri fu iscritto alla facoltà di Medicina, appena aperta, liquidando tutti gli esami dei primi due anni. Nel 1955, però successe un fatto grave all’interno della sua famiglia in quanto morì, a soli 39 anni, suo fratello maggiore, il quale lasciava la moglie con tre figli piccoli. Nuri fu costretto ad abbandonare gli studi, a lui molto cari, per intraprendere il lavoro e aiutare la famiglia di suo fratello. Nello stesso anno fu quindi trasferito, sempre come insegnante, nella provincia di Kruja. Furono anni in cui la sua carriera conobbe grandi progressi. Dopo diversi incarichi di dirigente scolastico, nel luglio 1959 venne nominato capo Ispettore della Pubblica istruzione nella stessa provincia. Egli compiva delle ispezioni in molte scuole per accertarsi del livello preparativo e professionale degli insegnanti.

Emigrazione e ultimi anni
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Nel 1989 la caduta del muro di Berlino e il crollo dei regimi comunisti nei primi anni ’90 fu determinante anche in Albania. Dopo quasi mezzo secolo cadeva une dei più sanguinari regimi della storia e migliaia di albanesi, ormai ridotti alla fame, iniziarono ad abbandonare il loro Paese. Così fece anche Shyqyrì, il quale il 6 marzo 1991, ormai sessantacinquenne, accompagnato dal figlio Skerdilajd, abbandonò per sempre, con disperazione e tra le lacrime, la sua Patria, quella Albania che così tanto aveva amato e per la quale tanto aveva combattuto e sofferto. La traversata verso le coste italiane fu drammatica, durata tutto il giorno e tutta la notte in piedi e con l’acqua che arrivava alle ginocchia. In queste condizioni estreme perse conoscenza e per poco non perdeva anche la vita. Solo l’intervento tempestivo e coraggioso di suo figlio - che lo prese in braccio e, facendosi spazio con forza tra la folla inferocita - lo mise in salvo. Dopo tante peripezie, approdarono finalmente nel porto di Brindisi e furono sistemati nei vari campi adibiti dalle autorità italiane per affrontare l’emergenza. Shyqyrì, considerate le persecuzioni che aveva subìto dal regime comunista, fece subito richiesta di asilo politico presso la commissione appositamente giunta da Roma. Tale richiesta fu approvata e dopo pochi mesi trovò sistemazione a Leverano, provincia di Lecce, dove visse gli ultimi anni della sua vita. Qui, i suoi sacrifici continuarono in quanto la sua più grande preoccupazione era quella di assicurare ai propri figli un’adeguata istruzione, che lui considerava fondamentale, innanzitutto per la propria cultura personale. Per questo motivo preferì, nonostante la sua età, continuare a lavorare per affrontare le spese universitarie dei propri figli. Nel 2007 dovette rinunciare alla cittadinanza albanese a favore di quella italiana, ottenendola di fatto. Conobbe in questi ultimi anni delle gioie, come quella incontenibile per la laurea di uno dei suoi figli che considerò come l’appagamento dei suoi sacrifici; il matrimonio dei suoi figli; la famiglia unita e serena. Non tardarono però anche i dolori, come la perdita prematura, nel 2005, della propria moglie, l’amore della sua vita, il suo più grande sostegno, con la quale aveva affrontato tante durissime battaglie. Questa perdita, insieme ad una malattia – l’ictus – che lo perseguiva da un po’ di tempo, lo segnò tantissimo. Comunque riuscì, nel 2007, a tornare un'altra e per l’ultima volta in Albania. Vide finalmente in questo suo ultimo viaggio la sua terra che aveva lasciato 16 anni prima e visitò i luoghi in cui era nato e in cui aveva  trascorso la sua infanzia. Visitò le tombe dei suoi genitori, dei suoi fratelli e sorelle … fu una sorta di ultimo saluto che faceva alla sua Terra e alla sua gente. Ormai le condizioni di salute peggioravano di continuo.

Morì a Galatina il 19 agosto 2016 circondato dagli affetti dei suoi famigliari. Riposa nel cimitero di Leverano. Nella placca memoriale è inciso un brano di una poesia di Victor Hugo, il suo poeta preferito, in quanto lo considerava “poeta del popolo”.

Vita privata

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Fidanzamento e matrimonio

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Durante una delle ispezioni presso le scuole della provincia,  Shyqyrì incontra per la prima volta una giovane insegnante, Mira Merlika, della quale si innamora. La semplicità, la serietà, la professionalità e, non da ultimo, la sua bellezza, colpirono profondamente il giovane ispettore. Nel giugno 1960 si fidanzano e a novembre dello stesso anno si sposano. La giovanissima Mira, però, proveniva da una nobilissima famiglia duramente colpita dal regime comunista. Suo zio Mustafà Merlika Kruja, infatti, era stato Primo ministro albanese durante l’occupazione fascista nel 1941-1942. Per questo motivo, fu considerato dal regime comunista come un collaboratore dell’Italia fascista. Merlika si salvò appena in tempo, lasciando l’Albania poco prima della liberazione e della presa del potere da parte dei comunisti, nel novembre 1944. Tutta la sua famiglia, però, subì una vera e propria dura persecuzione con carcerazioni e internamenti. Lo stesso papà di Mira, Qazim, fratello di Mustafà, scontò una pena di 15 anni di carcere solo perché era il fratello del Primo ministro fuggito. Questa nota biografica, per il regime comunista significava la condanna famigliare, generazione dopo generazioni, per cui dovevano essere perseguitati anche i figli dei figli … Mira, dunque, aveva questa “macchia” biografica che, però, non influì minimamente nella decisione matrimoniale di Shyqyrì, una personalità di sani e saldi principi morali e munito di grandi ideali. Il fatto, comunque, costituì un ostacolo insormontabile nella vita della giovane coppia. Non tardò molto e iniziarono le persecuzioni. Nel 1966 venne comunicato, a entrambi, il licenziamento arbitrario dalla pubblica istruzione. Da quel momento iniziò per Shyqyrì e la sua famiglia una dura e travagliata vita fatta di persecuzioni di qualsiasi tipo. La regola “generazione dopo generazione” fu conosciuta in prima persona, in quanto anche ai suoi figli fu impedito di proseguire gli studi universitari e di costruire in qualche modo una vita dignitosa. Anche dal punto di vista economico la situazione famigliare era molto pesante. La dittatura comunista, alla quale Nuri si era sempre opposto e che aveva fortemente combattuto con ogni mezzo, si era scagliata con tutta la sua atrocità contro la sua famiglia.

 
Coppia Nuri - Merlika

Passarono alcuni decenni in cui ogni giorno era una conquista e le sofferenze, le privazioni e le persecuzioni erano ormai la “normalità”. Il carattere ferreo e la forte personalità di Shyqyri, però, gli consentirono di affrontare con grande dignità queste durissime prove. Egli, con grande forza e  coraggio, combatteva con tutte le sue energie per salvaguardare soprattutto la vita dei suoi figli, rivolgendosi addirittura personalmente al dittatore per ottenere e godere  dei suoi diritti. Un episodio degno di nota in quanto mette in evidenza l’audacia, l’onestà di pensiero e l’elevata moralità di Shyqyri, è quando egli si rivolse – sempre alla ricerca dei suoi diritti negati - ad uno dei capi del potere locale. Il Segretario comunista, dopo aver ascoltato le richieste di Nuri, gliele aveva negate sostenendo che era come una pedina di scacchi, e poteva essere mosso come il Segretario avesse voluto.  La risposta di Nuri non si era fatta attendere: “signor Segretario, la sua è semplicemente una banale metafora che dimostra la sua arroganza e prepotenza. Comunque sappia che anche in una partita di scacchi, le pedine non si muovono al piacimento del singolo, ma secondo le esigenze del gioco …” . Il Segretario era diventato furibondo per questa risposta inaspettata, ma Nuri era uscito dall’ufficio sbattendo la porta.

Famiglia

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La coppia ebbe cinque figli: Brunhilda (1963); Mimika (1964); Skerdilajd (1969); Hildebrand (1975); Izabela (1975) e otto nipoti: Aldo (1987); Sergio (1990); Fatma (1990); Xhemi (1993); Alex (1999); Davide (2005); Edoardo (2006); Riccardo (2007)

Controversie giudiziarie

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Posizione politica: accuse e prigionia

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A cause delle condizioni estreme imposte dal regime, il Partito Internazionalista si era rifugiato nell’illegalità. Nuri aveva intrapreso gli studi dopo l’interruzione scolastica dovuta alla guerra e, nello stesso tempo, continuava in qualche modo la sua propaganda anticomunista, distribuendo anche trattati antiregime negli ambienti scolastici. Proprio uno di questi trattati, entrato in possesso delle autorità scolastiche, fu causa del suo primo arresto, nel maggio 1946. Gli agenti del regime conoscevano ormai l’attività antipartito e antigovernativa del giovane Shyqyrì e, subito dopo la fine dell’orario scolastico, fu organizzata una riunione in cui partecipavano tutti gli alunni. Venne letto il contenuto antiregime del trattato e, subito dopo, uno degli agenti in borghese colpisce con un forte pugno Nuri, il quale reagisce colpendo a sua volta l’agente. Intervenne la polizia e lui fu dichiarato in stato d’arresto. Una volta portato in cella, Nuri fu interrogato dal procuratore affinchè confessasse la sua attività propagandistica. Di fronte al suo rifiuto, fu sottoposto a delle durissime torture. Dopo due giorni, vista la determinazione a non confessare nulla della sua attività, Nuri fu liberato. Pochi giorni dopo, dal Ministero della Pubblica Istruzione perveniva la comunicazione della sua espulsione dalla scuola. Ormai il giovane Shyqyrì era un sorvegliato speciale delle forze governative e non passò molto quando, nell’agosto dello stesso anno, fu arrestato per la seconda volta sotto gli occhi disperati di sua madre. Portato in cella, venne nuovamente sottoposto a delle torture disumane, tanto che fu portato all’ospedale dove venne ricoverato per 12 giorni. A dicembre 1946, dopo tanti mesi trascorsi in cella, ci fu il processo. Il Presidente della Corte lesse gli atti d’accusa, che venivano riassunti in 6 punti:

1)     L’imputato è uno dei capi di un partito illegale antigovernativo che ha come obiettivo la caduta del regime. Per questo egli svolge una intensa attività propagandistica;

2)     Sostiene l’unificazione all’Albania di tutti i territori irredenti e la creazione di una grande Albania etnica;

3)     E’ contro i rapporti d’amicizia tra l’Albania e la Jugoslavia in quanto quest’ultima detiene illegittimamente i territori albanesi del Kossovo;

4)     Durante la Seconda guerra mondiale, il trionfo degli Alleati viene definito dall’imputato come una “catastrofe” per il popolo albanese;

5)     Il Capitalismo e il Comunismo vengono entrambi considerati nemici dell’umanità;

6)     L’imputato considera il nostro sistema socialista come uno “pseudo socialismo”; il vero socialismo predicato dall’imputato è quello teorizzato in Francia e perciò egli, insieme ad altri suoi compagni, ha dato vita ad un partito antiregime chiamato “Partito Internazionalista”.  

Nuri cercò di argomentare le sue posizioni riguardanti gli atti d’accusa, dichiarando, tra l’altro, che non poteva tollerare i buoni rapporti tra l’Albania e la Jugoslavia comunista, la quale aveva inglobato in maniera arbitraria la regione albanese del Kosovo e di altri territori irredenti. Dopo quattro giorni il processo fu concluso e Nuri fu condannato a due anni di reclusione. Subito dopo fu condotto in carcere. Dopo qualche tempo fu trasferito in un campo di concentramento dove fu sottoposto a dei trattamenti disumani e lavori intensi e atroci per il  prosciugamento di una delle paludi più grandi d’Albania.

Scontata la condanna di due anni, nell’agosto 1948 Nuri viene finalmente liberato e, trascorsa l’estate, inizia a studiare per preparasi all’esame di maturità, sostenuto nel ginnasio di Tirana nel novembre 1948.

Carriera intellettuale

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Da sempre interessato alla cultura e ai grandi classici internazionali, diede all'Albania il suo personale contributo letterario sotto lo pseudonimo di Reso Eklidi. "Reso" sta per "Repubblica socialista" ed "Eklidi" sta per "Economia, libertà e Dije (cultura)".

Nel 2005 pubblica la raccolta di poesie "Gurra e Zanave" e il poema "Kujtime të dhinshme" in memoria della morte di sua moglie.

Nel 2006 pubblica il romanzo "Frisinta", il romanzo "Jeta dhe filozofia e Ernanit" e la raccolta di poesie "Drama e Jetës".

Bibliografia

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i. Reso Eklidi, Jeta dhe filozofia e Ernanit, 2006, Casa Editrice Vatra (Albania) - Conservato presso la Biblioteca Nazionale di Tirana - Codice ISBN 99943-809-4-X

ii. Reso Eklidi, Drama e Jetës - Conservato presso la Biblioteca Nazionale di Tirana - Codice ISBN 99943-767-4-8

iii. Reso Eklidi, Gurra e Zanave, 2005, Casa Editrice Vatra (Albania) - Conservato presso la Biblioteca Nazionale di Tirana - Codice ISBN 99943-767-3-X

iiii. Reso Eklidi, Frisinta, 2006, Casa Editrice Vatra (Albania) - Conservato presso la Biblioteca Nazionale di Tirana - Codice ISBN 99943-809-3-1