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Magiari

gruppo etnico originario dell'Ungheria
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I magiari o ungari sono un gruppo etnico e linguistico di origine ugrica: in questo senso il termine può essere sinonimo di ungheresi; quest'ultimo termine è usato per periodi storici successivi alla creazione dello stato ungherese e quindi anche per l'attuale popolazione europea.

Magiari
Magyarok
Rappresentazione artistica della conquista ungherese della pianura pannonica, raffigurante i leggendari "sette capi magiari". Dettaglio del ciclorama di Árpád Feszty intitolato: L'arrivo degli Ungheresi (1892-1894; Ópusztaszer, Nemzeti Történeti Emlékpark).
 
Sottogruppisiculi, ciango
Luogo d'origineUngheria (bandiera) Ungheria
Popolazione13.2-14.5 milioni
Linguaungherese
Religionecattolicesimo, calvinismo, unitarianismo
Gruppi correlatialtre popolazioni ugrofinniche
Distribuzione
Ungheria (bandiera) Ungheria9.632.744 (2016)[1]
Stati Uniti (bandiera) Stati Uniti1.437.694 (2013)[2]
Romania (bandiera) Romania1.227.623 (2011)[3]
Slovacchia (bandiera) Slovacchia458.467 (2011)[4]
Canada (bandiera) Canada315.510 (2006)[5]
Serbia (bandiera) Serbia253.899 (2011)[6]
Ucraina (bandiera) Ucraina156.566 (2001)[7]
Germania (bandiera) Germania156.812[8]
Francia (bandiera) Francia100.000–200.000 (2004)[9]
Brasile (bandiera) Brasile80.000[10]
Austria (bandiera) Austria77.174 (2018)[11]
Australia (bandiera) Australia[12]67.616[13]
Regno Unito (bandiera) Regno Unito52.250 (2011)
Svezia (bandiera) Svezia40.000–70.000
Danimarca (bandiera) Danimarca50.000–55.000
Argentina (bandiera) Argentina40.000–50.000
Croazia (bandiera) Croazia16.595 (2001) [14]
Israele (bandiera) Israele10.000–200.000
Italia (bandiera) Italia7.973 (2021)[15]

Ungari e magiari sono termini usati principalmente in contesto storico (soprattutto per le epoche precedenti al X secolo d.C.), dai linguisti e per indicare l'etnia ungherese indipendentemente dalla cittadinanza. "Magyar" è semplicemente la parola ungherese che significa "ungherese".

In origine i Magiari erano solo una (la principale) delle sette tribù ungare che conquistarono l'attuale Ungheria nell'896 e da cui discendono gli attuali ungheresi; da qui il nome si è esteso a tutto il popolo.

  Lo stesso argomento in dettaglio: Honfoglalás.
 
Le migrazioni degli ungari
 
Incursioni ungare nel X secolo. L'invocazione «De sagittis Hungarorum libera nos, Domine!»[16] risale a questo periodo

«Nell'anno 889 la ferocissima gente degli Ungari, crudele più delle belve più crudeli, sconosciuta nei tempi passati, tanto da non venire neppure nominata, diede l'addio alla sua terra e si mise in marcia alla ricerca di nuove sedi dove stabilirsi. Dapprima si procurò il sostentamento con la caccia e la pesca, ma poi prese a fare continue incursioni e scorrerie. In queste incursioni ha sterminato migliaia di persone con le frecce, scoccate dagli archi con tanta abilità che è difficilissimo schivarle. Non vivono come uomini, ma come bestie. A quel che si dice, mangiano carni crude, bevono sangue, fanno a pezzi e poi mangiano il cuore dei prigionieri, non conoscono pietà.»

Dopo che le popolazioni ungare si spostarono in tre zone successive, prima da Jugra (la mitica terra d'origine degli Ungari, a ridosso degli Urali centrali) alla Magna Hungaria, da qui alla Levédia e poi ad Etelköz (dove furono condotte da Álmos), il condottiero dei Magiari Árpád (figlio di Álmos), secondo la tradizione, guidò gli Ungari da Etelköz al bacino dei Carpazi e più precisamente nella pianura del Danubio medio e nella Pannonia, nell'896. Gli Ungari erano una popolazione etnicamente affine ad altre originarie delle steppe dell'Asia centrale quali Unni, Bulgari e Avari. Occuparono la Pannonia, lasciata libera dopo la distruzione degli Avari sotto il regno di Carlo Magno all'inizio del IX secolo. Alla fine del IX secolo e nel X secolo razziarono in molte zone l'Impero carolingio (vedasi la Cronologia delle incursioni ungare): dapprima i margini, come in Moravia nell'894 ed in Italia settentrionale e centrale (899), dove sconfissero l'esercito del regno d'Italia nella battaglia della Brenta, arrivando fino ad assediare la capitale del regno: Pavia, poi nella Lorena e in Borgogna. Queste razzie, sebbene non fossero di grossa portata in termini di movimento di popolazioni se non in determinate zone dell'impero, erano caratterizzate da forza (abilità della cavalleria magiara) e sete di depredare i molti tesori dell'Impero mal difesi. Molti ricchi monasteri in Europa, come anche interi villaggi, vennero saccheggiati e/o scomparvero, arrivando così a far vacillare l'impero, anche perché più o meno contemporaneamente ci furono le invasioni dei Normanni e le continue incursioni dei Saraceni.

Nel 907, il regno slavo della Grande Moravia, potentato dell'Europa centro-orientale ai confini dell'Impero carolingio, fu sconfitto e subì il definitivo collasso a causa delle nuove popolazioni, che andarono a occupare definitivamente il bacino carpatico, ma l'espansione magiara a occidente fu bloccata definitivamente dalla battaglia di Lechfeld (10 agosto 955). Nel 1001, grazie al papa Silvestro II e all'incoronazione a Re di Ungheria di Stefano I d'Ungheria (che divenne poi Santo Stefano, patrono d'Ungheria), nato come Vajk, figlio di Geza, principe e guida dei magiari, i magiari si convertirono al Cristianesimo e il nuovo Regno d'Ungheria divenne parte integrante dell'Europa.

Sin dalle proprie origini nell'XI secolo, il multietnico Regno d'Ungheria occupò la Pannonia e l'intera zona dei Carpazi. Nel XVIII secolo le minoranze etniche, quindi non magiare, nel Regno d'Ungheria arrivarono a costituire, nel complesso, fino al 62% dell'intera popolazione.[senza fonte] Dopo la prima guerra mondiale il regno fu diviso dal Trattato del Trianon e all'Ungheria restò meno di un terzo del proprio territorio.

 
Animazione delle migrazioni ungare dal XII secolo a.C. all'896 d.C.

L'origine delle parole "Ungari" e "Magiari"

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Circa l'origine della parola "Ungheria" (dal latino Hungaria), è opinione diffusa, ma poco attendibile, che essa derivi dal nome di una popolazione seminomade, gli Unni, che furono circa 400 anni prima in Pannonia e che avrebbero avuto alcune similitudini con lo stile di vita e il modo di guerreggiare dei Magiari. In passato, infatti, era molto diffusa nella storia e nella letteratura l'erronea identificazione degli Unni con gli Ungari.

Altri invece pensano che il nome derivi da Ungur o Onogur, che nelle lingue turche, come in proto-bulgaro o in turco, significa dieci frecce ovvero dieci tribù. Gli Onogur (da cui "Ungari"), quindi, erano tutte e dieci le tribù. Infatti, secondo alcuni storici, questo nome deriverebbe da un'alleanza tra dieci tribù ungare e turco-avaro-bulgare. Secondo lo storico Gyula László, questa denominazione dimostrerebbe il carattere "turco" dell'élite che governava gli ungari, ovvero il fatto che il territorio occupato dagli ungari fosse già abitato da popolazioni magiaro-turco-bulgare denominate onogur. Gli "ungari", quindi, sarebbero i popoli sotto il dominio di tribù magiare, turche e bulgare. Questa teoria detta della "doppia conquista della patria" (da parte di turchi e di magiari, cioè), dopo una certa fama durante i primi decenni del '900 (in relazione alla diffusione di panturchismo e turanismo) e anche durante il regime socialista, è stata notevolmente ridimensionata e quindi rigettata dagli studi più recenti.

Da non trascurare è pure il fatto che la terra d'origine degli Ungari nelle steppe si chiami, nelle lingue locali (e non in ungherese), Jugra (corrispondente all'omonima regione siberiana), parola che con evidenza contiene la stessa radice di "ungari" o "ugri". "Ungheria", quindi, verrebbe da "Jugra" passando per il latino "Hungaria".

Secondo il linguista e storico András Róna-Tas, che nel 1984 ipotizzò che gli antichi Ungheresi fossero un popolo ugrofinnico di costumi turchi, la parola magyar sarebbe di origine ugrofinnica e consisterebbe di due parti: magy- (da mans, come nel nome del popolo dei Mansi o Voguli, oggi stabilitisi nella Siberia occidentale, e in Mos, nome di uno dei due gruppi principali in cui si dividono gli Ostiacchi) e -er, "uomo, creatura", usato per denominare un altro gruppo uralico. Dall'unione di queste due parole si sarebbe quindi formato manser > magyer (forma priva di armonia vocalica attestata fino al XIII secolo) > magyar[17].

Secondo la mitologia ugrica il popolo magiaro deriverebbe da due mitici gemelli: Hunor e Magor. Come è facile notare, i due nomi contengono la radice l'uno di Ungaro (ma anche di unno) e l'altro di Magiaro.

Nomi come quelli dei sovrani unni "Attila" e "Ildikó" (abbreviazione del nome dell'ultima moglie di Attila, la gota Crimilde) sono comuni tra gli ungheresi di oggi, sebbene siano di origine germanica. Stando alla testimonianza dell’ungherese fra’ Giuliano, che viaggiò attraverso la Bulgaria del Volga nel XIII secolo, nel limitrofo territorio dell’attuale Baschiria si trovavano ancora comunità magiarofone, ossia i discendenti di quella parte dei Magiari che non intrapresero il viaggio verso Occidente. Comunità che di lì a poco sarebbe stata spazzata via dall'avanzata mongola.

Studi genetici

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Uno studio genetico pubblicato su PLOS ONE nell'ottobre 2018 ha esaminato il DNA mitocondriale di individui provenienti da tombe del X secolo associate ai conquistatori ungari del bacino. La maggioranza dei loro lignaggi materni è ricondotta alle culture Potapovka, Srubna e Poltavka delle steppe pontico-caspiche, mentre un terzo delle ascendenze materne potrebbe essere ricondotto all'Asia interna, probabilmente agli Sciti asiatici e agli Xiongnu (affiliati agli Unni). Il DNA mitocondriale dei conquistatori è risultato ancor più strettamente correlato agli antenati Onoguri-Bulgari dei Tatari del Volga. I conquistatori non mostravano relazioni genetiche significative con locutori di altre lingue ugrofinniche. Lo studio ha lasciato dedurre che i conquistatori non avessero contribuito in modo significativo al pool genico dei moderni magiari.[18]

Nel novembre 2019, una ricerca i cui risultati sono stati poi esposti su Scientific Reports ha esaminato i resti di 29 conquistatori ungari del bacino carpatico, i quali palesavano perlopiù un cromosoma Y di origine eurasiatica occidentale. La quantità maggiore di ascendenza paterna eurasiatica occidentale rispetto a quella materna eurasiatica occidentale resta un altro dato da segnalare; tra le popolazioni moderne, la loro discendenza paterna era la più simile ai baschiri. È interessante notare la presenza dell'aplogruppo I2a1a2b in diversi comandanti di rango particolarmente elevato, una componente di origine europea particolarmente diffusa tra gli Slavi meridionali. È stata osservata un'ampia varietà di fenotipo, con diversi individui con capelli biondi e occhi azzurri. Lo studio ha altresì analizzato tre campioni unni seppelliti nella pianura pannonica del V secolo e questi hanno mostrato somiglianze genetiche con gli Ungari insediatisi in epoca altomedievale. A quanto si desume, i conquistatori ungari dovettero essere un gruppo eterogeneo assemblatosi nel corso dei secoli con l'inclusione di elementi europei, asiatici ed eurasiatici.[19]

Uno studio genetico pubblicato su Archaeological and Anthropological Sciences nel gennaio 2020 ha esaminato i resti di 19 conquistatori ungari di sesso maschile. Dai risultati è emerso che questi risultavano portatori di un insieme diversificato di aplogruppi e che mostravano dei legami genetici con popoli turchi, popoli finnici e slavi. Circa un terzo del totale presentava tipi di aplogruppo N3a, comune nella maggior parte dei popoli finnici e individuabile finanche in Siberia, ma raro negli ungheresi moderni. I dati suggerivano che le comunità magiare altomedievali fossero di discendenza ugrica e si esprimessero in un idioma dello stesso gruppo linguistico.[20]

Uno studio genetico pubblicato sull'European Journal of Human Genetics nel luglio 2020 ha esaminato i resti scheletrici di un illustre discendente degli Arpadi, re Béla III d'Ungheria, e di un membro sconosciuto della stessa famiglia denominato "II/52 "/"HU52" nella Basilica Reale di Székesfehérvár. Si è scoperto che il lignaggio maschile degli Arpadi apparteneva alla subclade dell'aplogruppo del cromosoma Y R1a R-Z2125 > R-Z2123 > R-Y2632 > R-Y2633 > R-SUR51. La subclade è stata trovata anche nel confronto con le spoglie contemporanee più prossime di 48 baschiri del distretto di Burzjanskij e di Abzelilovskij della Repubblica della Baschiria nella regione Volga-Ural, più un individuo rinvenuto nella regione di Voivodina, in Serbia. Gli Arpadi e il defunto scoperto in Serbia condividono alcune caratteristiche, nello specifico la subclade di recente scoperta R-SUR51 > R-ARP. Sulla base dei dati della stima della distribuzione, dell'aspetto e della coalescenza del R-Y2633, la dinastia traccia un'antica origine legata all'Afghanistan settentrionale di circa 4500 anni fa, con una data di separazione del R-ARP dai parenti baschiri più vicini della regione del Volga e degli Urali a 2000 anni fa, mentre l'individuo sepolto in Serbia (R-UVD) discende dagli Arpadi di circa 900 anni fa. Poiché si stima che anche la separazione dell'aplogruppo N-B539 tra gli ungari e i baschiri sia avvenuta 2000 anni fa, ciò implica che gli antenati degli Ungari, degli ugrici e dei turchi lasciarono la regione degli Urali del Volga circa 2000 anni fa e iniziarono una migrazione infine culminata con l'insediamento nella pianura pannonica.[21]

Minoranze etniche e linguistiche

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Distribuzione degli ungheresi in seguito al Trattato del Trianon del 4 giugno 1920. Circa 3 milioni di questi si trovarono a vivere nei territori ceduti dall'Ungheria.

Nel 2001 in Ungheria vi erano circa 9.416.000 magiari. I magiari sono stati il principale gruppo etnico ad aver vissuto nel territorio del Regno d'Ungheria durante il II millennio. In seguito alla sua dissoluzione causata dal Trattato del Trianon, molti magiari sono divenuti minoranze etniche di Romania (circa 1.410.000), Slovacchia (circa 521.000), Serbia (circa 294.000), Ucraina (circa 157.000), Austria (circa 41.000), Repubblica Ceca (circa 20.000), Croazia (circa 17.000) e Slovenia (circa 7.700). Inoltre forti comunità ungheresi sono presenti in molti Paesi del mondo, tra cui Stati Uniti (circa 1.500.000), Canada (circa 270.000), Israele (circa 250.000), Germania (circa 120.000) e altri Paesi dell'Europa occidentale (circa 85.000), dell'Oceania (circa 65.000), del Sud America (circa 50.000), del Nord Europa (circa 45.000), dell'Asia (circa 40.000) e dell'Africa (circa 10.000).

  1. ^ (HU) Gabriella Vukovich, Mikrocenzus 2016 - 12. Nemzetiségi adatok [2016 microcensus - 12. Ethnic data] (PDF), in Hungarian Central Statistical Office, Budapest, 2018, ISBN 978-963-235-542-9. URL consultato il 9 gennaio 2019.
  2. ^ Total ancestry categories tallied for people with one or more ancestry categories reported: 2013 American Community Survey 1-Year Estimates, in United States Census Bureau, 2013. URL consultato il 1º agosto 2016 (archiviato dall'url originale il 12 febbraio 2020).
  3. ^ (RO) "Comunicat de presă privind rezultatele definitive ale Recensământului Populaţiei şi Locuinţelor – 2011" Archiviato il 17 luglio 2013 in Internet Archive., at the 2011 Romanian census site; accessed 11 July 2013
  4. ^ 2001 Slovakian Census
  5. ^ The 2006 census, su www12.statcan.ca, 2.statcan.ca. URL consultato il 22 agosto 2013 (archiviato dall'url originale il 25 giugno 2009).
  6. ^ 2011 Serbian Census
  7. ^ About number and composition population of UKRAINE by data All-Ukrainian census of the population 2001, in State Statistics Committee of Ukraine, 2003 (archiviato dall'url originale il 31 ottobre 2004).
  8. ^ Anzahl der Ausländer in Deutschland nach Herkunftsland (Stand: 31. Dezember 2014), su De.statista.com. URL consultato il 12 dicembre 2017.
  9. ^ (DE) Bund Ungarischer Organisationen in Deutschland [Confederation of Hungarian Organizations in Germany], in buod.de (archiviato dall'url originale il 6 febbraio 2006).
  10. ^ (PT) Alexandre Moschella, Um atalho para a Europa [A shortcut to Europe], su epoca.globo.com, n. 214, Revista Época Edição, 24 giugno 2002 (archiviato dall'url originale il 27 febbraio 2003).
  11. ^ (DE) Bevölkerung zu Jahresbeginn seit 2002 nach detaillierter Staatsangehörigkeit [Population at the beginning of the year since 2002 by detailed nationality] (PDF), in Statistics Austria, 14 giugno 2016. URL consultato il 1º agosto 2016.
  12. ^ Ufficio australiano di statistica (PDF), su ausstats.abs.gov.au.
  13. ^ Australian Bureau of Statistics (Census 2006), su abs.gov.au, 3 aprile 2013. URL consultato il 22 agosto 2013.
  14. ^ (HR) Položaj nacionalnih manjina u Republici Hrvatskoj – zakonodavstvo i praksa [The Position of National Minorities in the Republic of Croatia - Legislation and Practice], su human-rights.hr, Centre for Human Rights, aprile 2005 (archiviato dall'url originale il 16 maggio 2007).
  15. ^ https://www.tuttitalia.it/statistiche/cittadini-stranieri/ungheria/
  16. ^ Stefano d'Ungheria, Esortazioni al figlio. Leggi e decreti, tradotta da Dag Tessore, Roma, Città Nuova, 2001, p. 18, ISBN 978-88-311-1426-4.
  17. ^ (EN) András Róna-Tas, "The Migration and Landtaking of the Magyars", in The Hungarian Quarterly, vol. XXXVII, n. 144, inverno 1996. URL consultato il 18 marzo 2015 (archiviato dall'url originale il 15 aprile 2007).
  18. ^ (EN) Endre Neparáczki et al., Mitogenomic data indicate admixture components of Central-Inner Asian and Srubnaya origin in the conquering Hungarians, in PLOS ONE, vol. 13, n. 10, PLOS, 18 ottobre 2018, DOI:10.1371/journal.pone.0205920.
  19. ^ (EN) Ensure Neparáczki, et al., Y-chromosome haplogroups from Hun, Avar and conquering Hungarian period nomadic people of the Carpathian Basin, in Scientific Reports, vol. 9, n. 16569, Nature Research, 12 novembre 2019, DOI:10.1038/s41598-019-53105-5.
  20. ^ (EN) Erzsébet Fóthi et al., Genetic analysis of male Hungarian Conquerors: European and Asian paternal lineages of the conquering Hungarian tribes, in Archaeological and Anthropological Sciences, vol. 31, n. 12, Springer, 14 gennaio 2020, DOI:10.1007/s12520-019-00996-0.
  21. ^ (EN) P.L. Nagy, J. Olasz e E. Neparáczki, Determination of the phylogenetic origins of the Árpád Dynasty based on Y chromosome sequencing of Béla the Third, vol. 29, n. 1, European Journal of Human Genetics, 2020, pp. 164-172, DOI:10.1038/s41431-020-0683-z.

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