Mattia Palmerio
Mattia Palmerio (Pisa, 1423 – Roma, 19 settembre 1483) è stato un umanista, filologo e storico italiano, autore di opere storiche e della prima tradizione di opere classiche, come Erodoto e la Lettera di Aristea.
Biografia
modificaMattia Palmerio nasce a Pisa nel 1423. Nei primi anni Quaranta la sua famiglia si trasferisce a Firenze, seguendo l'esodo delle maggiori famiglie pisane dopo la conquista fiorentina del 1406. A Firenze Palmerio perfeziona gli studi classici ed entra nella cerchia degli intellettuali raccoltisi attorno a Lorenzo il Magnifico.
Nel 1450 si reca a Roma in occasione del Giubileo e ottiene il patrocinio del cardinale Prospero Colonna. A lui Palmerio dedica la traduzione (rimasta manoscritta) delle Storie di Erodoto, la quale precede di una decina d'anni quella pubblicata a Venezia da Lorenzo Valla nel 1474. Tra il 1457 e il 1464 completa anche una traduzione latina della Lettera di Aristea, che attraverso una seconda revisione sarà quindi pubblicata a Roma nel 1468 in testa alle Epistolae di San Girolamo[1] e nel 1471 a introduzione di una edizione della Bibbia.[2] È la prima edizione a stampa dell'opera. Nel 1502 Dietrich Reisach baserà la propria traduzione tedesca sulla versione latina di Palmerio.[3]
Come funzionario della Curia romana, nel 1463 Palmerio compie un viaggio nell'Italia meridionale e l'anno successivo aderì all'appello di Papa Pio II di una spedizione contro i Turchi (la spedizione non si fece perché i Veneziani non fornirono le navi).
Tra le altre opere di Palmerio si segnala il De bello italico (1471, rimasto manoscritto), che narra in latino la guerra tra Firenze e Napoli e le vicende degli Stati italiani fino al 1464, e il completamento (fino al 1482) dell'opera storica Opus de temporibus suis, iniziata dell'umanista e uomo politico fiorentino (e suo quasi omonimo) Matteo Palmieri. Nel De bello italico si trova una delle prime compiute descrizioni del procedimento di stampa a caratteri mobili da parte di un umanista italiano; è preceduta cronologicamente soltanto da quella di Leon Battista Alberti (De componendis cyfris, 1466)[4].
Mattia Palmerio muore a Roma nel 1483 ed è sepolto nella Basilica di Santa Maria Maggiore.
Note
modifica- ^ Hieronymus, Epistolae, Romae, 1468.
- ^ Biblia sacra, ed. Giovanni Andrea Bussi, Romae: Co[n]radus Suueynheym, Arnoldus Pa[n]nartzq[ue, 1471.
- ^ Dietrich Reisach, Aristeas zu seinem Bruder Philocratem, Augsburg, 1502.
- ^ Niccolò Galimberti, Il "De componendis cyfris" di Leon Battista Alberti tra crittologia e tipografia, in Subiaco, la culla della stampa. Atti dei convegni (2006-2007), Roma, Iter edizioni, luglio 2010, pp. 167-240. URL consultato il 26 marzo 2020.
Bibliografia
modifica- Elena Valeri, in Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 80
- G. Tiraboschi, Storia della letteratura italiana, XVII, Firenze 1787, p. 43
Voci correlate
modificaCollegamenti esterni
modifica- Treccani.it.
- 4 Enoch: The Online Encyclopedia of Second Temple Judaism and Christian Origins, su 4enoch.org (archiviato dall'url originale il 25 dicembre 2014).