Mario Rutelli
Mario Rutelli (Palermo, 4 aprile 1859 – Roma, 4 novembre 1941) è stato uno scultore italiano.
Biografia
modificaDi un casato di origine britanna (Rüdelle/Rütelle) trasferitosi al tempo in Italia, Mario Rutelli era figlio dell'architetto Giovanni Rutelli e di Vita Romano; egli appartiene ad una famiglia con tradizioni anche nel settore dell'architettura fin dalla prima metà del Settecento palermitano con l'architetto Mario Rutelli, suo avo diretto; il padre dello scultore Mario (già architetto ed imprenditore edile), anch'egli un artista e industriale molto richiesto all'epoca, fu il titolare legittimo dell'impresa Rutelli & Machì[1][2] la quale edificò interamente il monumentale Teatro Massimo Vittorio Emanuele a Palermo e ne diresse tecnicamente anche la costruzione la quale fu a lui affidata dall'architetto Giovan Battista Filippo Basile, il progettista e disegnatore dello stesso teatro. Mario Rutelli è anche autore di molteplici decorazioni relative ai capitelli del medesimo Teatro.
Mario Rutelli studiò all'Accademia di Belle Arti di Palermo e poi a Roma presso Giulio Monteverde.
La salma di Mario Rutelli è sepolta nella cappella di famiglia Rutelli sita al cimitero di Santo Spirito (già cimitero di Sant'Orsola) in Palermo. Lo scultore era il nonno dell’imprenditore e dirigente sportivo Renzo Barbera e il bisnonno del politico italiano Francesco Rutelli.
Attività
modificaLa sua opera più celebre è la fontana delle Naiadi in piazza dell'Esedra (oggi Piazza della Repubblica) a Roma, «esaltazione dell'eterna giovinezza, primo saluto d'arte della Capitale» (Mussolini). Per il giardino delle Terme Tamerici ne realizzerà una versione molto più ridotta.
Moltissime altre opere sono sparse in Italia e all'estero. Ricordiamo il monumento ad Anita Garibaldi sul Gianicolo (opera tarda ma di un'audacia non diversa da quella palesata nelle sue prime opere, quali ad esempio Gli Irosi); una delle Vittorie sul Vittoriano a Roma; la Quadriga di bronzo sul teatro Politeama di Palermo, con sopra Apollo, il dio della musica, ed Euterpe, la musa della lirica; i cavalieri a lato del carro, invece, sono del maestro di Rutelli, Benedetto Civiletti. Ancora: il Leone alla base del monumento a Garibaldi nell'omonimo giardino palermitano; il Leone posto alla sinistra del Teatro Massimo sormontato dalla lirica (invece quello posto alla destra e sormontato dalla Tragedia è del suo maestro Benedetto Civiletti); la Lirica nel Teatro Vittorio Emanuele e l'apoteosi di Vittorio Emanuele; il monumento equestre al re Umberto I a Catania; la Fontana e il monumento commemorativo ad Agrigento; il Battistero in bronzo e marmo presso la basilica di Maria SS. Annunziata a Comiso (1913); il Monumento a Nicola Spedalieri[3] in piazza Sforza Cesarini (vicino alla Chiesa Nuova) in Roma; il busto di Re Umberto I, nella omonima piazza a Piazza Armerina; il busto di Filippo Cordova nella omonima piazza ad Aidone in Sicilia; la Vittoria bronzea, che corona l'obelisco del Monumento alla Libertà e ai Caduti di Palermo, alto 28,02 metri (1921-1923).
Tra le opere di Mario Rutelli all'estero si ricordano: la Statua di Wolfgang Goethe a Monaco di Baviera; il War Memorial, il monumento commemorativo per i Caduti della Grande Guerra ad Aberystwyth, in Galles.
Tra le altre opere si ricordano i busti di Domenico Morelli e di Giuseppe Maielli e quello ad Edmondo De Amicis sito nel Giardino Inglese di Palermo. A Sala Consilina (prov. di Salerno) è presente un monumento dedicato a Domenico De Petrinis, il cui busto e la piastra frontale (raffigurante l'Allegoria della Gloria), furono realizzate da Mario Rutelli, nel 1928.
Esegue anche diverse targhe commemorative: nel 1910 una targa celebrativa dello sbarco dei Mille a Marsala, offerta dai Corda Fratres d’Italia alla città di Marsala[4]; nel 1913 una targa offerta alla cannoniera "Sebastiano Caboto" costruita nel cantiere navale di Palermo[5].
Le opere funerarie
modificaMario Rutelli è l’autore di numerosi monumenti funebri in Italia. Il monumento a Maurizio Pintus (1922) nel cimitero di Sassari, in marmo e bronzo, raffigura un angelo inginocchiato su un grande basamento con stele[6]. Per il monumento funebre di Vittorio Pace (1932-34 ca.) nel cimitero monumentale di Poggioreale, ha concepito una stele in bronzo rappresentante un angelo[7].
Nel cimitero monumentale di Bisacquino è presente un'altra pregevole opera scultoria rappresentante la Giustizia, fatta eseguire dalla nobile famiglia Cantavespri e ai cui piedi è sepolto il giurista bisacquinese Giuseppe Cantavespri padre di Vincenzo anch'egli giurista, caduto eroicamente nel 1916 durante la prima guerra mondiale.
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Roma, fontana delle Naiadi
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Monumento al marinaio ad Aberystwyth
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Palermo, la quadriga del Politeama
Note
modifica- ^ Vedi Salvatore Greco, I Rutelli, maestri della pietra, in Kalós, Arte in Sicilia, n. 4, 2007.
- ^ Vedi il Fondo Rutelli Archiviato l'8 gennaio 2017 in Internet Archive. presso il CRicd
- ^ Il filosofo Nicola Spedalieri su bronteinsieme.it
- ^ La Tribuna Illustrata, n. 19, 8 maggio 1910
- ^ Daniele Anselmo, Giovanni Purpura, Regine. Ritratti di nobildonne siciliane (1905-1914), Torri del Vento Edizioni, Palermo 2010, pp. 116-117
- ^ scheda dell'ICCD
- ^ scheda dell'ICCD
Bibliografia
modifica- Franco Grasso, Mario Rutelli. Uno scultore tra due secoli, supplemento alla rivista Kalós, n. 1, 1989.
- Franco Grasso (a cura di), Mario Rutelli, catalogo della mostra alla Civica Galleria d'Arte Moderna di Palermo (8 maggio-6 giugno 1998), Arti Grafiche Siciliane, Palermo, 1998.
- Raffaella Messina, Ottocento siciliano dimenticato. Tre scultori palermitani: Benedetto Civiletti, Vincenzo Ragusa e Mario Rutelli, in Dialoghi di storia dell'arte: rivista internazionale di storia dell'arte medievale, moderna e contemporanea, N. 7 (1998), pp. 112-129.
Altri progetti
modifica- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Mario Rutelli
Collegamenti esterni
modifica- Rutèlli, Mario, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- Francesco Santaniello, RUTELLI, Mario, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 89, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2017.
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