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Imperi centrali

coalizione militare della Prima guerra mondiale

Imperi centrali o potenze centrali (in tedesco: Mittelmächte; ungherese: Központi Hatalmak; turco: İttifak Devletleri o Bağlaşma Devletleri; bulgaro: Централни сили, Centralni sili), noti anche con il nome di Quadruplice Alleanza (Vierbund in tedesco), sono termini usati per indicare le quattro nazioni che durante la prima guerra mondiale si coalizzarono contro la Triplice intesa e gli Alleati.

Paesi partecipanti alla prima guerra mondiale: gli Alleati sono indicati in verde, gli imperi centrali in arancione e in grigio le nazioni neutrali

La coalizione comprendeva Impero tedesco, Impero austro-ungarico, Impero ottomano e Regno di Bulgaria. Il nome dell'alleanza deriva dalla posizione geograficamente centrale dei quattro Stati rispetto allo schieramento opposto.

Stati membri

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Germania e Austria-Ungheria si allearono il 17 ottobre 1879 e ad esse si unì successivamente, il 20 maggio 1882 (cfr. la voce Triplice alleanza) l'Italia, la quale, comunque, già nel 1902 si impegnò in segreto a non onorare i suoi impegni di alleanza in caso di guerra contro la Francia, principale avversario della Germania.

 
Dichiarazione di guerra degli ottomani

A seguito dello scoppio della guerra in Europa nel luglio del 1914, l'Impero ottomano intervenne alla fine di ottobre contro la Russia, bombardando i porti zaristi del Mar Nero e provocando le dichiarazioni di guerra da parte della Triplice intesa, ossia Russia, Francia e Regno Unito.

La Bulgaria, ancora piena di risentimento per la sua sconfitta del luglio 1913 per mano di Serbia, Grecia, Romania e Impero ottomano, fu l'ultima nazione a entrare in guerra contro l'Intesa, invadendo la Serbia, in congiunzione con le truppe tedesche e austro-ungariche, nell'ottobre del 1915.

 
I caduti militari degli imperi centrali ripartiti in percentuale per singola nazione

In definitiva, gli Stati degli imperi centrali furono:

Statistiche economiche degli Imperi centrali al 1913[2]
Popolazione Area PIL
Impero tedesco, 1914 Madrepatria 67,0 milioni 0,5 milioni km² $244,3 miliardi
Colonie 10,7 milioni 3 milioni km² $6,4 miliardi
Totale 77,7 milioni 3,5 milioni km² $250,7 miliardi
Impero austro-ungarico, 1914 50,6 milioni 0,6 milioni km² $100,5 miliardi
Impero ottomano, 1914 23,0 milioni 1,8 milioni km² $25,3 miliardi
Regno di Bulgaria, 1915 4,8 milioni 0,1 milioni km² $7,4 miliardi
Totale 156,1 milioni 5,9 milioni km² $383,9 miliardi
Statistiche militari degli Imperi centrali[3]
Mobilitati Morti in combattimento Feriti Prigionieri/Dispersi Perdite totali Percentuale dei mobilitati
Impero tedesco 13.250.000 1.808.546 4.247.143 1.152.800 7.208.489 66%
Impero austro-ungarico 7.800.000 922.500 3.620.000 2.200.000 6.742.500 86%
Impero ottomano 2,998,321 325.000 400.000 250.000 975.000 34%
Regno di Bulgaria 1.200.000 75.844 153.390 27.029 255.263 21%
Totale 25.257.321 3.131.890 8.419.533 3.629.829 15.181.252 66%

Il ruolo dell'Italia

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Il 7 ottobre 1879 Germania e Austria-Ungheria firmarono l'accordo di duplice alleanza. Pochi anni dopo, il 20 maggio 1882, anche il Regno d'Italia entrò a fare parte di tale alleanza, firmando il patto detto di Triplice alleanza. L'alleanza tra Italia e gli austro-tedeschi era unicamente a scopo difensivo: se uno degli alleati fosse stato attaccato da un altro Stato, gli altri due sarebbero dovuti entrare in guerra a sua difesa.[4][5]

Allo scoppio della prima guerra mondiale, l'Italia non accettò di entrare in guerra, in quanto Germania e Austria-Ungheria avevano per primi dichiarato guerra al Regno di Serbia; all'insaputa degli alleati, l'Italia si impegnò poi con l'Intesa con il Patto di Londra. L'allora ministro degli esteri, Sidney Sonnino, il 26 aprile 1915 strinse con gli Stati dell'Intesa un patto che impegnava l'Italia a entrare in guerra entro un mese in cambio di ingenti concessioni territoriali (Tirolo meridionale, Trieste, Gorizia, l'Istria con eccezione di Fiume e parti della Dalmazia)[6].

Lo Statuto albertino attribuiva al solo sovrano la responsabilità di decidere l'ingresso in guerra (art.5), ma l'art.10 dello Statuto stabiliva che ogni legge che coinvolgesse i conti dello Stato doveva essere presentata prima alla Camera dei deputati. Una guerra non può farsi senza un impegno economico, quindi occorreva l'approvazione del Parlamento. Il patto di Londra era stato deciso dal re, dal presidente del consiglio Salandra e dal ministro degli esteri Sonnino ignorando il parlamento e i restanti membri del governo. La Camera dei deputati diede i pieni poteri al governo, accettando il fatto compiuto, per non creare un grave problema istituzionale: l'abdicazione del re. Dei neutralisti gli unici a tenere fede alla propria posizione furono i socialisti e alcuni cattolici che votarono contro i pieni poteri al governo e alla guerra. La violenza aggressiva scatenata in piazza dagli interventisti fornì l'appoggio determinante al governo di Roma, che il 24 maggio 1915 dichiarò guerra all'Austria-Ungheria, una guerra che avrebbe provocato all'Italia oltre 650 000 morti e quasi un milione di feriti.

Impero ottomano

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A seguito dello scoppio della guerra in Europa nel luglio del 1914, l'Impero ottomano (che già in segreto si era schierato con le potenze centrali: alleanza turco-tedesca) intervenne solo alla fine di ottobre con lo scopo di attaccare la Russia e sottrarle importanti territori, aprendo così il più vasto teatro di guerra dell'intero conflitto.

Bulgaria

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La Bulgaria fu l'ultima nazione a entrare in guerra a fianco di Germania, Austria-Ungheria e Impero ottomano il 5 ottobre 1915, spinta soprattutto dal desiderio di rivincita contro la Serbia (che aveva sconfitto la Bulgaria durante le guerre balcaniche), che invase nei primi atti della guerra, dando così il via alla campagna dei Balcani.

Alleati minori

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Cobelligeranti

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  •   Stato dei dervisci: fondato all'inizio del XX secolo dal movimento islamico del mullā Mohammed Abdullah Hassan, il cosiddetto "Stato dei dervisci" era esteso sulle regioni interne della Somalia centrale e settentrionale e si opponeva con le armi alla penetrazione coloniale intrapresa da Regno Unito e Regno d'Italia nel Corno d'Africa; durante il periodo della prima guerra mondiale lo Stato ricevette sostegno diplomatico da parte della Germania, nonché armi e consiglieri militari dall'Impero ottomano perché attaccasse le colonie italiane e britanniche, ma in definitiva condusse solo azioni minori[7]. Lo Stato fu poi distrutto da una spedizione militare britannica nel corso del 1920.
  • Darfur (bandiera)  Sultanato del Darfur: occupato dall'Egitto nel 1874, ma tornato indipendente nel 1899 dopo gli eventi della guerra Mahdista, all'entrata in guerra dell'Impero ottomano il sultanato si schierò contro il Regno Unito; la nazione capitolò ben presto a seguito di una spedizione militare anglo-egiziana nel marzo-novembre del 1916 e fu definitivamente integrata nel Sudan anglo-egiziano[8].
  •   Senussi: la confraternita islamica dei Senussi, che controllava militarmente le regioni interne della Cirenaica, condusse tra il 1915 e il 1917 una serie di operazioni contro i possedimenti coloniali britannici in Egitto e italiani in Libia, dopo avere ricevuto sostegno e rifornimenti di armi da Germania e Impero ottomano.

Stati satelliti della Germania

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A seguito della firma del trattato di Brest-Litovsk e dell'uscita della Russia dal conflitto la Germania istituì una serie di Stati satelliti e fantocci sui territori occidentali appartenenti all'ormai ex Impero russo:

Stati satelliti dell'Impero ottomano

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Armistizi e trattati

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  • La Bulgaria firmò l'armistizio con gli Stati dell'Intesa il 29 settembre 1918, in seguito alla vittoriosa offensiva alleata sul fronte macedone.
  • L'Impero ottomano, nonostante molti generali fossero per la continuazione a oltranza della guerra, firmò a sua volta l'armistizio il 30 ottobre 1918 a seguito delle avanzate inglesi e arabe in Palestina-Siria e poiché, a seguito della resa della Bulgaria, era rimasto isolato dagli alleati (Germania e Austria-Ungheria).
  • Ungheria e Austria firmarono due armistizi separati durante la prima settimana di novembre in seguito alla disgregazione e al collasso dell'impero asburgico e all'offensiva italiana di Vittorio Veneto.
  • La Germania firmò l'armistizio per ultima l'11 novembre 1918, a seguito dell'offensiva dei cento giorni e la seguente avanzata alleata sul fronte occidentale e in Belgio.

Non vi fu quindi un armistizio generale tra l'Intesa e gli imperi centrali, ma diversi armistizi diversificati.[11]

Imperi centrali, date degli armistizi
Bandiera Nazione Armistizio
Bulgaria (bandiera)  Bulgaria 29 settembre 1918
Impero ottomano (bandiera)  Impero ottomano 30 ottobre 1918
Austria-Ungheria (bandiera)  Austria-Ungheria 4 novembre 1918
Germania (bandiera)  Impero tedesco 11 novembre 1918

       

Trattati successivi
Bandiera Stato Trattato
Austria (bandiera)  Austria Trattato di Saint-Germain
Bulgaria (bandiera)  Bulgaria Trattato di Neuilly
Germania (bandiera)  Germania Trattato di Versailles
Ungheria (bandiera)  Ungheria Trattato del Trianon
Impero ottomano (bandiera) 
Turchia (bandiera) 
Impero ottomano
Turchia
Trattato di Sèvres seguito da
Trattato di Losanna

Capi e comandanti

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Guglielmo II, Mehmet V, Francesco Giuseppe I: I tre imperatori degli imperi centrali.
 
I quattro sovrani degli imperi centrali dopo l'intervento della Bulgaria.

Capi di Stato

Capi di governo Austria

Ungheria

Capi politici

Capi militari

Capi di Stato

Capi di governo

Capi politici

Capi militari

Capi di Stato

Capi di governo

Capi politici

Capi militari

Capi di Stato

Capi di governo

Capi politici

Capi militari

  1. ^ a b c d (EN) G.J. Meyer, A World Undone: The Story of the Great War, 1914 to 1918, Delta Trade Paperback, 2007, ISBN 0-553-38240-3.
  2. ^ (EN) S.N. Broadberry, Mark Harrison, The Economics of World War I, Cambridge University Press, 2005, pp. 9-10.
  3. ^ (EN) Spencer Tucker, The European powers in the First World War: an encyclopedia, Taylor & Francis, 1996, pg. 173.
  4. ^ (EN) The Triple Alliance (First 8 Articles) The World War I Document Archive, Brigham Young University Library1
  5. ^ (EN) Triple Alliance, 1882, Dickinson College, Carlisle (Pennsylvania)
  6. ^ (EN) Lynn Hunt, The Making of the West: Peoples and Cultures, III edizione, Boston, Bedford/St. Martin's, 2009.
  7. ^ Angelo Del Bocca, Gli italiani in Africa orientale, Milano, Mondadori, 2009, pp. 855-857. ISBN 978-88-04-46946-9.
  8. ^ (EN) George Fletcher MacMunn, Cyril Falls, Military Operations, Egypt & Palestine: From the Outbreak of War with Germany to June 1917, Londra, 1928, H.M. Stationery Office, pp. 147-153. OCLC 817051831.
  9. ^ (EN) Aviel Roshwald, Ethnic Nationalism and the Fall of Empires: Central Europe, the Middle East and Russia, 1914-23, Routledge, 2002, p. 117.
  10. ^ (EN) J. A. Hammerton, Peoples of all Nations: their life today and story of their past, Concept Publishing Company, 2007, p. 193.
  11. ^ (EN) Robert T. Davis (a cura di), U.S. Foreign Policy and National Security: Chronology and Index for the 20th Century, vol. 1, Santa Barbara (California), Praeger Security International, 2010, p. 49, ISBN 978-0-313-38385-4.

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