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I protagonisti (film 1992)

film del 1992 diretto da Robert Altman

I protagonisti (The Player) è un film del 1992 diretto da Robert Altman.

I protagonisti
Tim Robbins in una scena del film
Titolo originaleThe Player
Lingua originaleinglese
Paese di produzioneStati Uniti d'America
Anno1992
Durata124 min
Generecommedia, drammatico
RegiaRobert Altman
SoggettoMichael Tolkin (romanzo)
SceneggiaturaMichael Tolkin
ProduttoreDavid Brown, Michael Tolkin, Nick Wechsler
Produttore esecutivoCary Brokaw
Casa di produzioneAvenue Pictures, Spelling Entertainment, David Brown Productions, Addis-Wechsler
FotografiaJean Lépine
MontaggioGeraldine Peroni, Maysie Hoy
Effetti specialiJohn C. Hartigan
MusicheThomas Newman
ScenografiaStephen Altman, Ken Kaufman, Jerry Fleming, Susan Emshwiller
CostumiAlexander Julian
TruccoDeborah K. Larsen
Interpreti e personaggi
Doppiatori italiani

«Non avrei potuto fare I Protagonisti se non avessi fatto Tanner '88. E non saremmo qui a parlare de I protagonisti se l'avessi fatto come era nel libro. Ho usato un miscuglio di dramma e commedia, di realtà e satira, di fiction e non fiction: tutti gli strumenti utilizzati nella lavorazione di Tanner '88. Peccato non l'abbia visto nessuno.»

Presentato in concorso al 45º Festival di Cannes, ha vinto il premio per la miglior regia e il premio per la migliore interpretazione maschile.[1] Altman inoltre è stato candidato all'Oscar per Miglior regista.


Griffin Mill è un produttore potente, ricco e rispettato, ai vertici di una compagnia cinematografica. Ha il compito di ascoltare le storie degli sceneggiatori e di decidere quali hanno il potenziale per essere trasformate in film, approvando solo 12 proposte su 50.000 ogni anno. Il suo lavoro è minacciato dall'arrivo del dirigente emergente Larry Levy, che inizia a lavorare nello studio.

Un giorno, Mill inizia a ricevere lettere anonime contenenti minacce di morte. Indagando, risale a David Kahane, uno sceneggiatore a cui aveva promesso una chiamata mesi prima, senza però mai effettuarla. Cerca Kahane e la sua fidanzata, June Gudmundsdottir, gli racconta che lo sceneggiatore si trova in un teatro a Pasadena, intento a guardare Ladri di biciclette.

Mill cerca di placarlo, ma Kahane rifiuta il dialogo. Tra i due scoppia una lite che culmina con la morte dello sceneggiatore. Mill sistema la scena per far sembrare l'omicidio una rapina fallita.

Il giorno successivo, Mill arriva in ritardo a una riunione e viene affrontato dal capo della sicurezza dello studio, Walter Stuckel, che lo informa che la polizia sa che è stato l'ultimo a vedere Kahane vivo. Al termine della conversazione, Mill riceve un fax dal suo stalker, che suggerisce di aver ucciso l'uomo sbagliato. Anche i detective Avery e DeLongpre sospettano di lui. Durante il funerale di Kahane, Mill avvia una conversazione con Gudmundsdottir.

Mill riceve una cartolina dallo stalker, che suggerisce un incontro in un bar d'hotel. Mentre Mill aspetta, viene avvicinato da due sceneggiatori, Tom Oakley e Andy Sivella, che propongono Habeas Corpus, un dramma legale senza grandi star e con un finale deprimente. Lo stalker non si presenta a causa della presenza dei due sceneggiatori. Dopo aver lasciato il bar, Mill riceve un fax in macchina, che gli consiglia di controllare sotto il suo impermeabile, dove scopre un serpente a sonagli vivo all'interno di una scatola.

Mill confida a Gudmundsdottir che la sua esperienza di pre-morte gli ha fatto realizzare di provare dei sentimenti per lei. Preoccupato che Larry Levy continui a minare il suo lavoro, Mill convince i due sceneggiatori a lasciargli Habeas Corpus, sostenendo che il film potrebbe essere candidato all'Oscar. Il piano di Mill è lasciare che Levy conduca il film durante la produzione e farlo fallire. Mill interverrà all'ultimo momento, proponendo delle modifiche per salvare il film al botteghino e reclamare così la sua posizione nello studio. Dopo aver mandato Sherow a New York per affari, Mill porta Gudmundsdottir a un banchetto di premiazione a Hollywood e la loro relazione sboccia.

Quando Sherow affronta Mill riguardo alla sua relazione con Gudmundsdottir, lui termina freddamente il loro legame di fronte a due sceneggiatori. Mill porta Gudmundsdottir in un resort isolato a Desert Hot Springs e, mentre fanno l'amore, confessa il suo coinvolgimento nell'omicidio di Kahane. Gudmundsdottir risponde dicendo di amarlo. L'avvocato di Mill lo informa che il capo dello studio, Joel Levison, è stato licenziato e che la polizia di Pasadena vuole che Mill partecipi a un confronto. Nel frattempo, si assiste a varie vicende del mondo hollywoodiano, dove alcuni perdono il loro potere e la propria influenza nell'ambiente cinematografico in poco meno di un'ora; un regista, apparentemente integro, accetta numerosi compromessi[2] pur di realizzare il suo film.

Un anno dopo, i pezzi grossi dello studio guardano il finale di Habeas Corpus, ora trasformato in un film con un finale hollywoodiano e con attori famosi nei ruoli principali. Il piano di Mill per salvare il film ha funzionato e lui è diventato il capo dello studio. Gudmundsdottir è ora sua moglie ed è incinta di suo figlio. Sherow si oppone al nuovo finale del film e viene licenziata da Levy. Mill la respinge quando lei gli chiede di intervenire. Mill riceve una telefonata da Levy e da un uomo che si rivela essere l'autore delle cartoline. L'uomo propone un'idea per un film in cui un dirigente di studio uccide uno sceneggiatore e la fa franca. Colpito, Mill accetta di realizzare il film a condizione che il finale sia lieto, in cui il dirigente convive felicemente con la vedova dello sceneggiatore. Il titolo del film sarà I protagonisti.

Il film rappresenta il ritorno del regista Robert Altman a una maggiore visibilità internazionale, dopo un periodo dedicato a produzioni indipendenti e sperimentazioni. Dopo il relativo successo di Vincent & Theo (film sui fratelli Van Gogh finanziato in Europa), Altman decide di tornare a lavorare negli Stati Uniti e inizia a sviluppare la sceneggiatura di America oggi. Tuttavia, nonostante l'iniziale interesse, le major hollywoodiane mostrano scarso entusiasmo per il progetto. La Paramount finanzia la scrittura della sceneggiatura, ma successivamente decide di non produrre il film.

Nel frattempo l'indipendente Avenue Entertainment propone ad Altman l'adattamento del romanzo Il giocatore (The Player) di Michael Tolkin, una satira sul mondo di Hollywood scritto nel 1988 da Tolkin. Il cast include numerosi attori noti, tra cui Julia Roberts a Bruce Willis, Susan Sarandon, Peter Falk, Elliott Gould, Karen Black, Cher, Jack Lemmon, Mimi Rogers. l film attira nuovamente l'interesse delle case di distribuzione e viene selezionato per il Festival di Cannes.

Tematiche e tecniche

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Altman ritorna sulla grande scena dipingendo una Hollywood, come dirà lui stesso, "luogo di tagliole con personaggi seduti nei loro uffici, preoccupati solo a far profitto e con nessun senso di vergogna. Nel passato si cercava un buon attore, un buon regista, ed un bravo scrittore, ora prima decidono come vendere un film, ed una volta venduto cercano di farlo".

Il film si avvicina, abbandonate le claustrofobiche produzioni degli anni '80, alle prime produzioni altmaniane, affresco corale e tagliente di un universo sconosciuto ai più: corale come M*A*S*H, noir come Il lungo addio. Esemplare il piano sequenza iniziale di ben nove minuti e mezzo durante il quale si discute di celebri piani sequenza, tra cui quello de L'infernale Quinlan di Orson Welles, intervallati da zoomate attraverso le finestre (anche questa citazione del maestro Welles) all'interno degli studi dove si discute, alla maniera hollywoodiana, di cinema-produzione.

Interessante anche il finale nel quale lo scrittore telefona a Griffin proponendogli la trama del film, che in realtà è il film che si è appena finito di vedere (rimando esplicito a M*A*S*H, in cui nel finale gli altoparlanti annunciano "il film che avete appena visto è M*A*S*H", iniziando quindi ad elencare il cast: la finzione che si riproduce senza soluzione di continuità).

Nel film si compiono in realtà due omicidi: oltre quello dello scrittore ucciso per sbaglio da Griffin, il vero grande morto è il mito di Hollywood, e con lui tutto il mondo ed il modo di fare arte da parte dell'industria. Subito dopo si scaglierà infatti contro un altro colosso dell'Arte-industria: quello della moda in Prêt-à-Porter, per il quale - a differenza dell'autoironia con il quale venne accettato nei cantieri Hollywoodiani The Player - verrà attaccato e boicottato da un mondo che non può accettare, dicendo di fare arte, di essere una mera industria.

Riconoscimenti

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  1. ^ (EN) Awards 1992, su festival-cannes.fr. URL consultato il 21 febbraio 2015 (archiviato dall'url originale il 21 febbraio 2015).
  2. ^ I protagonisti, su mymovies.it. URL consultato il 21 febbraio 2015.
  3. ^ (EN) Awards 1991, su festival-cannes.com. URL consultato il 20-08-2010 (archiviato dall'url originale il 2 gennaio 2013).

Collegamenti esterni

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Controllo di autoritàVIAF (EN207949316 · GND (DE4744111-2 · BNF (FRcb16743065b (data)
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