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Governo in esilio

esecutivo che ha sede in territorio esterno allo Stato su cui pretende di governare

Un governo in esilio è un gruppo politico che sostiene di essere il governo legittimo di una nazione, ma che per varie ragioni non è in grado di esercitare il proprio potere legale, pertanto risiede in un Paese straniero. I governi in esilio di solito operano con l'idea di tornare un giorno nel proprio Paese natio e di riconquistare il potere.

I governi in esilio si verificano spesso durante i periodi di occupazione da parte di una potenza straniera. Ad esempio, durante il dominio tedesco in Europa nella Seconda guerra mondiale, numerosi governi (come quello polacco) e monarchi europei furono obbligati a cercare rifugio nel Regno Unito piuttosto che affrontare la distruzione operata dai nazisti.

Attuali governi in esilio

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Attualmente, ci sono pochi governi in esilio; tra questi vi sono:

Nome In esilio dal Stato rivendicato Informazioni Note
Bielorussia (bandiera)  Repubblica Popolare Bielorussa 1919 Bielorussia (bandiera)  Bielorussia È tuttora guidata da Ivonka Survilla e da un consiglio di 14 membri chiamato Rada. Ha sede a Toronto. [1]
  Governo in esilio della Città Libera di Danzica 1939 Polonia (bandiera)  Polonia Con sede a Berlino. [2]
Taiwan (bandiera)  Repubblica di Cina 1949 Cina (bandiera)  Repubblica Popolare Cinese Ha sede a Taipei dalla fine del 1949, al momento della vittoria comunista . L'attuale governo della Repubblica Cinese con sede a Taipei non si considera un governo in esilio.[3] Oltre all'isola di Taiwan e ad alcune altre isole che attualmente controlla, la Repubblica di Cina mantiene formalmente rivendicazioni sul territorio ora controllato dalla Repubblica Popolare Cinese, nonché su alcune parti dell'Afghanistan, Bhutan, India, Myanmar, Pakistan, Russia e Tagikistan. Il ragionamento formale su cui si basa questa affermazione di "governo in esilio" si basa sull'argomento secondo cui la sovranità di Taiwan non è stata legittimamente ceduta alla Repubblica di Cina alla fine della seconda guerra mondiale, e su questa base la Repubblica di la Cina si trova in territorio straniero, il che la rende di fatto un governo in esilio.[4] [5]
  Consiglio Nazionale della Resistenza Iraniana 1981 Iran (bandiera)  Iran Organizzazione promossa dal partito dei Mujaheddin del popolo iraniano, che si proclama Parlamento e governo in esilio, costituito da gruppi dissidenti anti-teocratici. Il presidente eletto è Maryam Rajavi. Ha sede a Parigi.
Tibet (bandiera)  Governo tibetano in esilio 2011 Tibet (bandiera)  Tibet Il capo di Stato è formalmente il XIV Dalai Lama Tenzin Gyatso, ma ha rinunciato ad ogni incarico e potere politico, lasciando l'Amministrazione Centrale Tibetana al Primo ministro eletto democraticamente, attualmente Lobsang Sangay. Ha sede a Dharamsala.
  Consiglio Nazionale dell'Iran 2013 Iran (bandiera)  Iran È guidato da Reza Ciro Pahlavi. Il partito legato a questo governo è il Partito Costituzionalista dell'Iran. Ha sede a Potomac.
Afghanistan (bandiera)  Repubblica islamica dell'Afghanistan 2021 Afghanistan (bandiera)  Afghanistan A seguito del ritiro delle truppe NATO dall'Afghanistan, nell'agosto 2021 i talebani riescono nel giro di pochissimi giorni a conquistare il paese, imponendo l'Emirato islamico dell'Afghanistan come forma di governo. Il governo non è riconosciuto dalla quasi totalità della comunità internazionale. Il governo in esilio è amministrato da Amrullah Saleh. [6]

Azioni dei governi in esilio

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La legge internazionale riconosce che i governi in esilio possono intraprendere diversi tipi di azione nella condotta della normale amministrazione. Queste azioni comprendono:

  • divenire parte di un trattato bilaterale o internazionale
  • emendare o rivedere la propria costituzione
  • mantenere forze militari
  • mantenere (o "ottenere di nuovo") il riconoscimento diplomatico da parte di stati sovrani
  • emettere documenti di identità
  • permettere la formazione di nuovi partiti politici
  • istituire riforme democratiche
  • tenere elezioni
  • permettere l'elezione diretta (o con base più ampia) dei suoi funzionari di governo, ecc.

Comunque, nessuna di queste azioni può servire a legittimare un governo in esilio a diventare il governo legale internazionalmente riconosciuto della sua sede attuale. Per definizione, un governo in esilio è definito relativamente al suo paese di origine, deve quindi fare ritorno al paese di origine e riottenere il potere, al fine di ottenere la legittimazione come governo legale di quell'area geografica.

Governi in esilio del passato

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Nome In esilio dal/al Territorio rivendicato Informazioni Note
 Governo Provvisorio della Repubblica di Corea 1919 - 1948   Corea Con sede a Shanghai, e successivamente a Chongqing; dopo la sconfitta del Giappone nella seconda guerra mondiale, il presidente Syngman Rhee divenne il primo presidente della Prima Repubblica della Corea del Sud.
Etiopia (bandiera)  Consiglio Etiopico della Corona 1993 - 2004 Etiopia (bandiera)  Etiopia Guidato da S.A.R. principe Ermias Sahle Selassie, che rivendica il titolo di Negus d'Etiopia. Ha sede a Washington D.C. Il 28 luglio 2004, il Consiglio della Corona ha ridefinito il suo ruolo reindirizzando la sua missione dal regno politico a una missione di conservazione culturale, sviluppo e sforzi umanitari in Etiopia.
Estonia (bandiera)  Governo in esilio dell'Estonia 1940 - 1991 Unione Sovietica (bandiera)  Unione Sovietica Governo in esilio dell'Estonia, con l'Occupazione sovietica, nel 1944, si trasferì dapprima a Stoccolma e successivamente dal 1953 ad Oslo in Norvegia, dove rimase attivo fino al 1991, anno di ripristino della sovrana indipendenza dell'Estonia. [7]
  Governo Repubblicano Spagnolo in Esilio 1939 - 1977   Spagna Franchista dopo il colpo di Stato di Francisco Franco. Fu con sede a Città del Messico dal 1939 al 1946, quando si spostò a Parigi dove rimase fino al 21 luglio 1977 quando, in seguito alla morte di Franco e all'inizio della transizione democratica spagnola, dichiarò il proprio scioglimento. (Esilio repubblicano spagnolo)
  Governo in Esilio della Repubblica Democratica della Georgia 1921 - 1954 Unione Sovietica (bandiera)  Unione Sovietica dopo l'invasione sovietica della Georgia nel 1921.
Ucraina (bandiera)  Governo in Esilio della Repubblica Popolare Ucraina 1921 - 1992 Unione Sovietica (bandiera)  Unione Sovietica dopo l'invasione sovietica dell'Ucraina.
  Governo di Coalizione Nazionale dell'Unione della Birmania 1990 - 2012  Unione del Myanmar -

Birmania (bandiera)  Repubblica dell'Unione del Myanmar

governo in esilio dal 1990 al 2012 dopo il colpo di stato dei militari in Birmania, dissolto nel 2012 in seguito alla transizione democratica ad opera di Aung San Suu Kyi [8]

Nella seconda guerra mondiale

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Molte nazioni istituirono governi in esilio dopo la perdita della sovranità durante la Seconda guerra mondiale:

Il Governo Provvisorio dell'India Libera (1942-1945) fu istituito da nazionalisti indiani in esilio durante la guerra.

Tra gli altri sovrani esiliati in Inghilterra ci sono Zog I di Albania e Haile Selassie d'Etiopia.

Tra i più importanti esempi di nazioni occupate che mantennero una parziale sovranità, anche nei territori d'oltremare, ci sono il Belgio, la Repubblica di Vichy e la Francia Libera.

L'eccezione danese

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L'occupazione della Danimarca (il 9 aprile 1940) fu gestita dal Ministero degli Esteri della Germania, diversamente da altre nazioni occupate che erano sotto amministrazione militare. La Danimarca non istituì alcun governo in esilio, anche se esisteva un'Associazione di Danesi Liberi a Londra. Il Re Cristiano X e il suo governo rimasero in Danimarca, e operarono indipendentemente per i primi tre anni di occupazione tedesca. Nel frattempo, l'Islanda e le Isole Fær Øer furono occupate dagli Alleati e separate dalla corona danese e, l'Islanda dichiarò, addirittura, l'indipendenza nel 1944 e si trasformò in una Repubblica.

  1. ^ Official website of the Belarusian National Republic Archiviato il 4 luglio 2012 in Internet Archive.
  2. ^ (EN) EC/International Law Forum, Asserting Jurisdiction: International and European Legal Perspectives, Hart Publishing, 2 settembre 2003, ISBN 978-1-84113-305-8. URL consultato il 9 settembre 2022.
  3. ^ TIMEasia.com | TIME 100: Chiang Kai-shek | 8/23/99-8/30/99, su web.archive.org, 11 maggio 2010. URL consultato il 12 agosto 2022 (archiviato dall'url originale l'11 maggio 2010).
  4. ^ Starr Memorandum, su www.taiwanbasic.com. URL consultato il 12 agosto 2022.
  5. ^ ROC Government in Exile, su taiwankey.net. URL consultato il 23 maggio 2007 (archiviato dall'url originale il 28 settembre 2007).
  6. ^ Islamic Republic of Afghanistan announces govt in exile led by Amrullah Saleh, su indiatoday.in.
  7. ^ Il Governo estone in esilio: un progetto controverso di continuazione di una nazione di Vahur Made Archiviato il 2 luglio 2007 in Internet Archive.
  8. ^ (EN) Burmese Exile Govt Dissolves After 22 years, su The Irrawaddy, 14 settembre 2012. URL consultato il 9 settembre 2022.

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