Giuseppe Grandi (alpino)
Giuseppe Grandi (Limone Piemonte, 20 febbraio 1914 – Arnautowo, 27 gennaio 1943) è stato un militare italiano. Tenente del Corpo degli alpini, fu insignito della Medaglia d'oro al valor militare alla memoria[2] per il coraggio dimostrato in combattimento durante la Seconda battaglia difensiva del Don.
Giuseppe Grandi | |
---|---|
Nascita | Limone Piemonte, 20 febbraio 1914 |
Morte | Arnautowo, 27 gennaio 1943 |
Cause della morte | Ferite riportate in combattimento |
Dati militari | |
Paese servito | Italia |
Forza armata | Regio Esercito |
Corpo | Alpini |
Anni di servizio | 1936-1943 |
Grado | Capitano |
Guerre | Seconda guerra mondiale |
Campagne | Battaglia delle Alpi Occidentali Campagna di Russia |
Battaglie | Offensiva Ostrogorzk-Rossoš |
Comandante di | 46ª compagnia del Battaglione alpini "Tirano", 5º Reggimento Alpini, 2ª Divisione alpina “Tridentina” |
Decorazioni | vedi qui |
Studi militari | Accademia Militare di Modena |
dati tratti da I quaderni dell'Associazione Nazionale Alpini. Il Labaro[1] | |
voci di militari presenti su Wikipedia | |
Biografia
modificaNato a Limone Piemonte il 20 febbraio 1914, figlio di Ciro Menotti e Enrica Cardani, si diploma in ragioneria presso l'Istituto Tecnico Galilei di Firenze.[1] Nel 1934 viene ammesso all'Accademia Militare di Modena, da dove esce con il grado di Sottotenente in Servizio Permanente Effettivo (S.P.E.) nel 1936.[1] Dopo avere frequentato la Scuola di Applicazione di Torino,[1] alla fine del corso viene assegnato al 5º Reggimento Alpini.[3] Dal 1º ottobre 1938 è promosso al grado di Tenente e diventa istruttore, e poi allenatore, presso la Scuola centrale militare di alpinismo di Aosta.[1] In seno al battaglione "Tirano", partecipa alle vicende del fronte occidentale, e dopo la firma dell'Armistizio di Villa Incisa rientra presso la Scuola di Aosta.[1]
Nel luglio del 1942 viene inviato sul fronte russo al comando della 46ª Compagnia[1] del Battaglione alpino "Tirano". Il 26 gennaio 1943 viene gravemente ferito all'addome nei pressi di Nikolaevka, in località Arnautowo.[1]
In queste condizioni incoraggia i suoi alpini[1]:
«Che cosa fate con quei musi lunghi! Avanti, cantate con me la canzone del Capitano.»
Alla sera, arrivati a Nikolajewka, viene confessato da un Cappellano militare.[4] Il giorno successivo i suoi alpini non lo abbandonano nonostante l'ordine di abbandonare i feriti e lo trascinano su una slitta inutilmente perché muore lo stesso giorno.[4] Viene sepolto lungo la pista della ritirata il 28 gennaio.[4] Dopo la sua morte verrà promosso al grado di Capitano con anzianità dal 1º gennaio 1942, e successivamente insignito della Medaglia d'oro al valor militare[2] alla memoria.
Eugenio Corti[4] nel suo romanzo Il cavallo rosso ricorda l'avvenimento nelle pagine che riguardano la ritirata della Brigata alpina "Tridentina"[5] dal fronte russo.[5]
Onorificenze
modifica— Quota 228, quota 226,7 - Belogory - Arnautowo (Russia), 9 settembre 1942-26 gennaio 1943.[6]
Note
modifica- ^ a b c d e f g h i Bianchi, Cattaneo 2011, p. 440.
- ^ a b Bianchi, Cattaneo 2011, p. 439.
- ^ Durante il servizio presso il 5º Reggimento ottenne un elogio dall'Ispettorato delle Truppe Alpine in occasione della costruzione della strada militare nella zona dell'Altissimo.
- ^ a b c d Bianchi, Cattaneo 2011, p. 441.
- ^ a b Corti 1999, pp. 444-445.
- ^ Quirinale - scheda - visto 22 dicembre 2008
Bibliografia
modifica- Andrea Bianchi e Mariolina Cattaneo, I quaderni dell'Associazione Nazionale Alpini. Il Labaro, Associazione Nazionale Alpini, 2011, ISBN 978-88-902153-1-5.
- Andrea Bianchi, I quaderni dell'Associazione Nazionale Alpini. Il Medagliere, Associazione Nazionale Alpini, 2012, ISBN 978-88-902153-2-2.
- Giulio Bedeschi, Centomila gavette di ghiaccio, Milano, Ugo Mursia, 1994, ISBN 88-425-1746-1.
- Giovanni Messe, La guerra al fronte russo, Milano, Ugo Mursia Editore, 2005, ISBN 88-425-3348-3.
- Mario Rigoni Stern, Il sergente nella neve, Torino, Einaudi Ragazzi, 2001, ISBN 88-7926-359-5.
- Eugenio Corti, Il cavallo rosso, Milano, Edizioni Ares, 1999, ISBN 88-8155-055-5.
Collegamenti esterni
modifica- Scheda sul Capitano Grandi, su vecio.it.