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Gainago

frazione del comune italiano di Torrile, provincia di Parma

Gainago è una frazione del comune di Torrile, in provincia di Parma.

Gainago
frazione
Gainago – Veduta
Gainago – Veduta
Pieve di San Giovanni Battista
Localizzazione
StatoItalia (bandiera) Italia
Regione Emilia-Romagna
Provincia Parma
Comune Torrile
Territorio
Coordinate44°53′07″N 10°22′17.2″E
Altitudine29 m s.l.m.
Abitanti186[3]
Altre informazioni
Cod. postale43056
Prefisso0521
Fuso orarioUTC+1
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Gainago
Gainago

La località dista 6,69 km dal capoluogo.[4]

Geografia fisica

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Gainago sorge in posizione pianeggiante alla quota di 29 m s.l.m.,[1][2] tra le campagne coltivate della Bassa parmense; la frazione è attraversata da sud a nord dal canale Naviglio.[5]

Il borgo fu fondato in epoca medievale; la più antica testimonianza della sua esistenza risale al 17 marzo 1144, quando la chiesa originaria di Gainaco fu menzionata in una bolla pontificia tra i numerosi beni di cui il papa Lucio II confermò il possesso all'abbazia di San Giovanni Evangelista di Parma.[5][6][7]

Il centro abitato fu nominato anche nel 1187, in una bolla emanata dal papa Gregorio VIII a conferma della proprietà dei beni detenuti dal monastero di San Paolo di Parma in numerose località, tra cui Gainago.[5][8]

Il territorio fu inondato da una piena del torrente Parma nel 1284 e fu in gran parte bonificato dai benedettini di San Giovanni, su iniziativa del cardinale Gerardo Bianchi, nativo di Gainago; inoltre nel 1298 il prelato, in occasione della fondazione dell'abbazia di Valserena di Paradigna, trasferì lo jus plebanale dell'antica pieve di San Martino dei Bocci alla chiesa di San Giovanni Battista di Gainago, che fece completamente ricostruire su un impianto basilicale a tre navate.[9][10][6]

Nel 1315, a causa di fortissime piogge, il torrente straripò a monte di Parma, inondò la città e le campagne circostanti e raggiunse Gainago, attraversando Paradigna e Pizzolese e provocando ovunque numerose vittime e devastazioni.[11]

Nel 1403, durante gli scontri che contrapposero i Rossi e i Terzi, gli uomini inviati da questi ultimi, provenienti da Colorno, depredarono Gainago, Castelnovo, Sant'Andrea e Pietrabaldana.[12]

Nel 1420 Castelnovo, Paradigna, San Martino, Gainago e altre località dei dintorni furono saccheggiate dalle truppe di Niccolò Guerriero, Guido Torelli e Cecco da Montagnana, nel tentativo di restituire Parma, conquistata nel 1409 dal marchese di Ferrara Niccolò III d'Este, al duca di Milano Filippo Maria Visconti.[13]

Nel 1448 gli uomini del marchese di Ferrara Leonello d'Este depredarono i borghi di Fognano, Roncopascolo e Gainago.[14]

Nei secoli seguenti Gainago fu interessata da altre alluvioni, l'ultima delle quali, avvenuta nel 1777, determinò la formazione di alcune risaie; su impulso del podestà di Torrile Ferdinando Rossi, la completa bonifica del territorio fu conclusa agli inizi del XIX secolo dalle cinque famiglie nobili proprietarie dei terreni in zona.[15][16]

Monumenti e luoghi d'interesse

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Pieve di San Giovanni Battista

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Pieve di San Giovanni Battista
  Lo stesso argomento in dettaglio: Pieve di San Giovanni Battista (Torrile).

Menzionata per la prima volta nel 1144 tra le dipendenze dell'abbazia di San Giovanni Evangelista di Parma, la cappella originaria di Gainago ottenne lo jus plebanale nel 1298, grazie all'intervento del cardinale Gerardo Bianchi, che negli anni seguenti la fece ricostruire in forme romaniche su un impianto basilicale; radicalmente modificata in stile neoclassico nel 1744, fu ristrutturata tra il 1930 e il 1932, realizzando anche una nuova facciata neoromanica. L'edificio, sviluppato su una pianta a tre navate affiancate da una cappella per lato, presenta un prospetto a salienti in mattoni e pietre, con tre portali d'ingresso sormontati da lunette; del tempio originario si conservano tre monofore strombate e una formella in terracotta sul lato sinistro, oltre a due absidi sul retro; all'interno la navata centrale è divisa da quelle laterali da ampie arcate a tutto sesto, rette da alti pilastri; di pregio risultano i lacerti di affreschi riaffiorati durante i restauri novecenteschi, risalenti al XIII secolo nella navatella destra e al XVI secolo nell'abside sinistra, ove furono eseguiti probabilmente da Alessandro Araldi.[17][18][6]

Villa Balduino Serra

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Villa Balduino Serra
  Lo stesso argomento in dettaglio: Villa Balduino Serra.

Costruita probabilmente agli inizi del XVIII secolo per volere dei conti Cantelli sul luogo di un precedente fabbricato, la villa, unitamente alla vasta tenuta agricola circostante, fu alienata nel 1884 all'armatore genovese Giuseppe Balduino, che negli anni seguenti apportò numerose modifiche al fabbricato; ereditata dal figlio Domenico, passò in seguito alla figlia Emilia, moglie del marchese Giovanni Serra, indi ai suoi discendenti. La struttura, sviluppata su una pianta a U, si eleva su tre piani principali fuori terra e presenta una lunga facciata suddivisa in tre corpi, di cui quello centrale, in aggetto, coronato nel mezzo da un alto frontone mistilineo contenente un grande orologio; sul retro il cortile è affiancato a est e a ovest da due porticati coronati da terrazze; all'interno sono presenti numerose sale. Intorno si sviluppa il grande parco, riccamente piantumato con alberi d'alto fusto; a nord-ovest si conserva il rifugio antiaereo in calcestruzzo armato, costruito dall'esercito nazista che occupò la villa durante la seconda guerra mondiale. A sud-ovest sorge l'edificio duecentesco noto come la Torrazza, ove nacque nel XIII secolo il cardinale Gerardo Bianchi; la struttura, dominata da una torre, fu ristrutturata intorno al 1930 in stile neomedievale da Domenico Balduino.[19][5][20]

Villa Stasi

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Villa Stasi

Edificata alla fine del XVIII secolo dal nobile Ferdinando Rossi, la villa neoclassica passò nel 1850 ai figli Maria Amalia e Massimiliano, che nei vent'anni in cui fu sindaco di Torrile la destinò a sede municipale; ereditata nel 1892 da Attilio, figlio di Massimiliano, fu trasmessa alla sua morte alla figlia Maria, moglie di Angelo Stasi, indi nel 1948 alle figlie Nenè e Bianca. L'edificio, sviluppato su una pianta rettangolare, si eleva su tre livelli principali fuori terra; la simmetrica facciata presenta nel mezzo l'ampio portale d'ingresso ad arco a tutto sesto; a coronamento del fabbricato si erge nel mezzo del tetto un'alta torretta, illuminata sulle quattro fronti da coppie di monofore ad arco; all'interno si accede all'androne coperto da una volta a botte, indi all'atrio posteriore a pianta ellittica, decorato sulla cupola con dipinti del 1820 in stile pompeiano; al primo piano l'ambiente centrale e la sala del biliardo sono ornati sulle pareti con dipinti raffiguranti una serie di colonne corinzie. Intorno si sviluppa il parco; la corte d'ingresso, con aiuola centrale, è simmetricamente affiancata da due edifici di servizio, coperti da tetti a capanna.[21]

  1. ^ a b La Frazione di Gainago Ariana, su italia.indettaglio.it. URL consultato l'11 novembre 2024.
  2. ^ a b La Frazione di Gainago Chiesa, su italia.indettaglio.it. URL consultato l'11 novembre 2024.
  3. ^ [1][2]
  4. ^ La Frazione di Gainago, su italia.indettaglio.it. URL consultato l'11 novembre 2024.
  5. ^ a b c d Dall'Aglio, p. 518.
  6. ^ a b c Fallini, Calidoni, Rapetti, Ughetti, p. 34.
  7. ^ Affò, 1793, pp. 354-355.
  8. ^ Affò, 1793, pp. 396-398.
  9. ^ Dall'Aglio, p. 519.
  10. ^ Affò, 1795, pp. 116-117.
  11. ^ Affò, 1795, pp. 198.
  12. ^ Pezzana, p. 33.
  13. ^ Pezzana, p. 186.
  14. ^ Pezzana, p. 675.
  15. ^ Gambara, pp. 391-392.
  16. ^ Molossi, p. 154.
  17. ^ Dall'Aglio, pp. 519-521.
  18. ^ Chiesa di San Giovanni Battista "Gainago, Torrile", su Le chiese delle diocesi italiane, Conferenza Episcopale Italiana. URL consultato l'11 novembre 2024.
  19. ^ Gambara, pp. 391-396.
  20. ^ Gainago, Villa Balduino-Serra, su resistenzamappe.it. URL consultato l'11 novembre 2024.
  21. ^ Gambara, pp. 396-398.

Bibliografia

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  • Ireneo Affò, Storia della città di Parma, Tomo secondo, Parma, Stamperia Carmignani, 1793.
  • Ireneo Affò, Storia della città di Parma, Tomo quarto, Parma, Stamperia Carmignani, 1795.
  • Italo Dall'Aglio, La Diocesi di Parma, I Volume, Parma, Scuola Tipografica Benedettina, 1966.
  • Marco Fallini, Mario Calidoni, Caterina Rapetti, Luigi Ughetti, Terra di pievi, Parma, MUP Editore, 2006, ISBN 88-7847-021-X.
  • Lodovico Gambara, Le ville Parmensi, Parma, La Nazionale Tipografia, 1966.
  • Lorenzo Molossi, Vocabolario topografico dei Ducati di Parma, Piacenza e Guastalla, Parma, Tipografia Ducale, 1832-1834.
  • Angelo Pezzana, Storia della città di Parma continuata, Tomo secondo, Parma, Ducale Tipografia, 1842.

Voci correlate

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Altri progetti

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