Donald Tusk
Donald Franciszek Tusk (AFI: [ˈdɔnalt fraɲˈt͡ɕiʂɛk 'tusk] · ; Danzica, 22 aprile 1957) è un politico polacco, Presidente del Consiglio della Polonia dal 13 dicembre 2023. Ha ricoperto la medesima carica dal 2007 al 2014.
Donald Tusk | |
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Presidente del Consiglio dei ministri della Repubblica di Polonia | |
In carica | |
Inizio mandato | 13 dicembre 2023 |
Presidente | Andrzej Duda |
Predecessore | Mateusz Morawiecki |
Durata mandato | 16 novembre 2007 – 22 settembre 2014 |
Presidente | Lech Kaczyński Bronisław Komorowski |
Predecessore | Jarosław Kaczyński |
Successore | Ewa Kopacz |
Presidente del Consiglio europeo | |
Durata mandato | 1º dicembre 2014 – 30 novembre 2019 |
Predecessore | Herman Van Rompuy |
Successore | Charles Michel |
Presidente del Consiglio dell'Unione europea | |
Durata mandato | 1º luglio 2011 – 31 dicembre 2011 |
Predecessore | Viktor Orbán |
Successore | Helle Thorning-Schmidt |
Presidente del Partito Popolare Europeo | |
Durata mandato | 21 novembre 2019 – 31 maggio 2022 |
Predecessore | Joseph Daul |
Successore | Manfred Weber |
Leader di Piattaforma Civica | |
In carica | |
Inizio mandato | 3 luglio 2021 |
Predecessore | Borys Budka |
Durata mandato | 1º giugno 2003 – 8 novembre 2014 |
Predecessore | Maciej Płażyński |
Successore | Ewa Kopacz |
Dati generali | |
Partito politico | Piattaforma Civica |
Firma |
Precedentemente, è stato Presidente del Consiglio europeo dal 2014 al 2019 e, ancora, Primo ministro della Polonia dal 2007 al 2014. È attualmente presidente del partito Piattaforma Civica (in polacco Platforma Obywatelska, PO), di cui è anche cofondatore (2001), dopo esserlo già stato dal 2003 al 2014. Nel 2011 ha ottenuto un secondo mandato come Primo ministro ed è diventato il primo Primo ministro polacco uscente a essere riconfermato nell'incarico dal 1989[1]. È stato rieletto per la terza volta l'11 dicembre 2023.
Il 30 agosto 2014, il Consiglio europeo lo ha eletto a succedere a Herman Van Rompuy come suo presidente; il suo nuovo incarico ha avuto inizio il 1º dicembre 2014[2]. Il 9 marzo 2017 il Consiglio europeo lo ha rieletto fino al termine delle legislatura.[3] Il 21 novembre 2019 è stato eletto presidente del Partito Popolare Europeo.[4]
Donald Tusk appartiene alla minoranza slava dei casciubi, prevalentemente concentrata nella zona di Danzica, sua città natale.[5] Si è diplomato alla Scuola Superiore Mikołaj Kopernik (Niccolò Copernico) a Danzica nel 1976. Si è poi iscritto come studente di storia all'Università di Danzica, dove si è laureato nel 1980 con una tesi su Józef Piłsudski. All'università ha conosciuto la moglie Małgorzata, con la quale ha avuto due figli.[5]
Carriera politica
modificaLa posizione politica di Tusk combina l'atlantismo, l'europeismo, un deciso sostegno all'economia di mercato, il liberalismo e un moderato conservatorismo[senza fonte].
Attività di opposizione nella Repubblica Popolare Polacca
modificaSin da giovane, Tusk fece ingresso nell'attività di opposizione contro il comunismo della Repubblica Popolare Polacca. Come studente di storia all'università di Danzica partecipò alla creazione del Comitato Studentesco di Solidarność, che fu fondato come reazione all'assassinio di Stanisław Pyjas da parte del Servizio di Sicurezza (la polizia segreta comunista) a Cracovia. Cooperò anche con Bogdan Borusewicz, uno dei leader di Solidarność. Fu il fondatore e uno dei primi capi dell'Associazione Studentesca Indipendente Polacca (poi NZS); diversi mesi dopo divenne capo di Solidarność alla Casa Editoriale Sea. Tusk si unì a Maciej Plazynski, collaborando con lui per sette anni.
Attività politica dopo la caduta del comunismo
modificaDonald Tusk fu uno dei fondatori del Congresso Liberal-Democratico (Kongres Liberalno-Demokratyczny). Nel 1991 divenne Presidente del KLD, che alle elezioni autunnali ottenne 37 mandati alla camera bassa. Tusk divenne un membro del Parlamento. Durante una crisi di governo nel 1992, quando il Ministro degli Affari Interni Antoni Macierewicz rese pubbliche le collaborazioni segrete di Służba Bezpieczeństwa, Tusk sostenne un voto di sfiducia contro il governo di Olszewski. Il suo partito, insieme ad altri sette, nominò Hanna Suchocka alla carica di Primo ministro della Polonia.
Dopo la caduta del governo della Suchocka nel 1993, il suo partito non raggiunse la soglia del 5% necessaria per accedere al Parlamento. Nell'aprile 1994 Tusk divenne uno dei vice-presidenti dell'Unione della Libertà (Unia Wolnosci), formata dall'unione del KLD con l'Unione Democratica. Divenne senatore nel 1997 e sostenne la coalizione di Jerzy Buzek. Nel 2000, dopo aver perduto la presidenza dell'Unione della Libertà contro Bronisław Geremek, si dimise dal partito.
Il 24 gennaio 2001, insieme a Andrzej Olechowski e Maciej Płażyński, fondò la Piattaforma Civica (Platforma Obywatelska). Plazynski divenne presidente del partito; il 1º giugno 2003 Tusk assunse la carica di presidente del partito, che detiene ancora oggi.
Nel 2001 PO ottenne 65 mandati alla camera bassa, divenendo il maggiore partito di opposizione. Donald Tusk ha rappresentato le circoscrizioni di Gdynia-Słupsk (2001-2005) e Danzica (2005-2007). Tusk è stato uno dei molti vice-presidenti del Sejm (dal 2001 al 2005), la camera bassa del Parlamento polacco.
Fu il candidato di Piattaforma Civica in occasione delle elezioni presidenziali del 2005; fu sconfitto al secondo turno (a 54% contro 46%) da Lech Kaczyński.
Primo ministro
modificaAlle elezioni parlamentari del 2007 ottenne più di 534.000 voti nel collegio di Varsavia, che rappresentano il miglior risultato individuale della storia elettorale della Terza Repubblica polacca. La sua Piattaforma Civica vinse le elezioni con il 41% dei voti. Tusk fu designato ufficialmente come Primo Ministro il 9 novembre e assunse effettivamente la carica il 16 novembre. Il suo governo ottenne la fiducia parlamentare al Sejm il 24 novembre 2007.
Il 10 ottobre 2011 Tusk ha ottenuto un secondo mandato a seguito delle elezioni parlamentari del 2011[6]. Si è trattato dell'unico caso di riconferma di un primo ministro uscente in Polonia dopo il 1989[1].
Dal 1º luglio al 31 dicembre 2011 il governo Tusk ha presieduto il Consiglio dell'Unione europea. È stato il primo governo polacco a ricoprire la presidenza semestrale del Consiglio[1]. Il bilancio della presidenza in sé è stato ritenuto discreto dagli osservatori, nonostante le gravi difficoltà vissute dall'Unione europea durante il suo svolgimento[1].
Presidente del Consiglio europeo
modificaIl 30 agosto 2014 il Consiglio europeo lo ha eletto a succedere a Herman Van Rompuy come suo presidente e come presidente del Vertice euro; ha assunto entrambi gli incarichi a partire dal 1º dicembre 2014[2][7]. Il 9 marzo 2017 è stato riconfermato per un altro mandato di due anni e mezzo[8].
Il 2 luglio 2019 annuncia che il Consiglio europeo designa Ursula von der Leyen come Presidente della Commissione europea.
Ritorno in patria e vittoria elettorale
modificaIl 3 luglio del 2021 ha ripreso la guida del suo partito Piattaforma Civica in Polonia, in vista della campagna elettorale per le elezioni del 2023[9], dichiarando "Sono tornato per sconfiggere il male provocato alla Polonia dal governo di Jarosław Kaczyński"[10].
Il 15 ottobre 2023 vince le elezioni in Polonia con la sua coalizione: il partito Diritto e Giustizia, pur confermandosi primo partito, non ha la maggioranza necessaria da formare un governo. Questa vittoria lo può riportare al governo e fargli formare un nuovo esecutivo.[11][12][13]
Questo nonostante il partito nazionalista "Diritto e Giustizia" (Pis) guidato da Jaroslaw Kaczynski sia arrivato primo, con il 35,38% dei voti, seguito dall'alleanza elettorale europeista "Coalizione Civica" (Ko) di Tusk, che ha ottenuto il 30,70%.
L'alleanza di centro "Terza Via" ha ottenuto il 14,40% mentre il partito social-democratico "Nuova Sinistra", altro partner di Tusk, l'8,61%.
L'11 dicembre, dopo che il Sejm ha sfiduciato il terzo esecutivo di Morawiecki, Tusk è stato rieletto Primo ministro con 248 voti.[14]
Vita privata
modificaDonald Tusk ha sposato Małgorzata Sochacka nel 1978. Hanno due figli: un figlio, Michał e una figlia, Katarzyna.
Tusk appartiene alla minoranza kashubiana in Polonia. In un'intervista al quotidiano israeliano Haaretz nel dicembre 2008, Tusk ha paragonato la propria storia familiare all'esperienza ebraica, descrivendo la minoranza kashubiana come un popolo che, "come gli ebrei, sono nati e vivono in zone di confine e sono sospettati da parte dei nazisti e dei comunisti di essere sleali".[15]
Il 12 dicembre 2019, Tusk ha pubblicato il suo libro di memorie Szczerze ("Onestamente"), basato sul suo mandato quinquennale come presidente del Consiglio europeo, che è diventato un bestseller in Polonia.
Onorificenze
modificaNote
modifica- ^ a b c d (EN) Simon Taylor, A frustrating six months in charge, su politico.eu, Politico, 12 aprile 2014. URL consultato il 10 settembre 2018 (archiviato il 6 luglio 2018).
- ^ a b (EN) Donald Tusk elected European Council President and Federica Mogherini appointed as new EU High Representative
- ^ Ue, Donald Tusk riconfermato alla presidenza del Consiglio europeo
- ^ Donald Tusk è il nuovo presidente del Partito Popolare europeo, il principale partito europeo di centrodestra, su Il Post, 20 novembre 2019. URL consultato il 30 novembre 2019.
- ^ a b "Europa orientale ha grande energia per Ue": Donald Tusk, l'alleato di Merkel guida il Consiglio Ue, Rainews.it, 30 agosto 2014. URL consultato il 31 agosto 2013.
- ^ Tusk eletto per un secondo mandato, su internazionale.it, Internazionale, 10 ottobre 2011. URL consultato il 7 gennaio 2012.
- ^ Nomine Ue, Renzi la spunta: Mogherini è Alto Rappresentante agli esteri, su la Repubblica, 30 agosto 2014. URL consultato il 1º ottobre 2023.
- ^ Marco Bresolin, Tusk resta presidente Ue. Varsavia blocca il vertice, su lastampa.it, La Stampa, 10 marzo 2017 (modificato il 18 marzo 2017). URL consultato il 22 luglio 2017.
- ^ Polonia, Donald Tusk torna alla politica nazionale per sfidare destra ultraconservatrice. In vista cambio al vertice nel PPE - Eunews, su www.eunews.it, 5 luglio 2021. URL consultato il 1º ottobre 2023.
- ^ Polonia: Tusk torna alla guida del suo partito, su Agenzia ANSA, 3 luglio 2021. URL consultato il 1º ottobre 2023.
- ^ Exit poll in Polonia, avanti l'opposizione unita. Tusk: "Nuova era", su euronews, 16 ottobre 2023. URL consultato il 16 ottobre 2023.
- ^ Polonia, i risultati delle elezioni confermano: vince la coalizione europeista di Tusk, su la Repubblica, 17 ottobre 2023. URL consultato il 17 ottobre 2023.
- ^ Polish Parliamentary Elections 2023, su Commissione elettorale nazionale polacca, 17 ottobre 2023. URL consultato il 17 ottobre 2023.
- ^ Tusk eletto nuovo premier della Polonia: «Scacceremo l’oscurità e aggiusteremo il Paese», su corriere.it.
- ^ (EN) Polish PM: There is no Polish culture without Jewish culture, in Haaretz, dicembre 2008. URL consultato il 4 april 2010 (archiviato dall'url originale il 3 dicembre 2010).
- ^ Maarjamaa Risti I klassi teenetemärk, serial 1115
- ^ Tusk otrzymał "Słońce Peru", choć nie zasłużył
- ^ Årsberetningen for 2012 for Det kongelige hoff, su kongehuset.no. URL consultato il 31 agosto 2014 (archiviato dall'url originale l'11 dicembre 2020).
Voci correlate
modificaAltri progetti
modifica- Wikiquote contiene citazioni di o su Donald Tusk
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Donald Tusk
- Wikinotizie contiene l'articolo Elezioni in Polonia: vince Tusk, sconfitti i gemelli Kaczyński
Collegamenti esterni
modifica- Donald Tusk - kanał oficjalny (canale), su YouTube.
- Tusk, Donald Franciszek, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- (EN) Jeff Wallenfeldt, Donald Tusk, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
- (EN) Opere di Donald Tusk, su Open Library, Internet Archive.
- Eventi organizzati da Donald Tusk, su RadioRadicale.it, Radio Radicale.
- (NL) Donald Tusk, su parlement.com, Parlement & Politiek.
- (EN) Donald Tusk, su IMDb, IMDb.com.
- Sito del Presidente del Consiglio europeo, su consilium.europa.eu.
- (PL) Nota biografica sulla Cancelleria del Primo Ministro, su premier.gov.pl. URL consultato l'8 novembre 2014.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 84239789 · ISNI (EN) 0000 0001 1449 9664 · LCCN (EN) n86059004 · GND (DE) 122488547 · J9U (EN, HE) 987007422489605171 · CONOR.SI (SL) 35808611 |
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