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Diocesi di Terni-Narni-Amelia

diocesi della Chiesa cattolica in Italia

La diocesi di Terni-Narni-Amelia (in latino Dioecesis Interamnensis-Narniensis-Amerina) è una sede della Chiesa cattolica in Italia immediatamente soggetta alla Santa Sede appartenente alla regione ecclesiastica Umbria. Nel 2022 contava 150.500 battezzati su 161.400 abitanti. È retta dal vescovo Francesco Antonio Soddu.

Diocesi di Terni-Narni-Amelia
Dioecesis Interamnensis-Narniensis-Amerina
Chiesa latina
Regione ecclesiasticaUmbria
 
Stemma della diocesi Mappa della diocesi
Collocazione geografica
Collocazione geografica della diocesi
 
VescovoFrancesco Antonio Soddu
Vicario generaleSalvatore Ferdinandi
Vescovi emeritiarcivescovo Vincenzo Paglia,
Giuseppe Piemontese, O.F.M.Conv.
Presbiteri120, di cui 76 secolari e 44 regolari
1.254 battezzati per presbitero
Religiosi45 uomini, 73 donne
Diaconi22 permanenti
 
Abitanti161.400
Battezzati150.500 (93,2% del totale)
StatoItalia
Superficie871 km²
Parrocchie82 (7 vicariati)
 
ErezioneII secolo (Terni)
IV secolo (Narni)
V secolo (Amelia)
in plena unione dal 30 settembre 1986
Ritoromano
CattedraleSanta Maria Assunta
ConcattedraliSan Giovenale
Santa Firmina
Santi patronisan Valentino
San Giovenale
Santa Fermina
IndirizzoPiazza Duomo 11, 05100 Terni, Italia
Sito webwww.diocesi.terni.it
Dati dall'Annuario pontificio 2023 (ch · gc)
Chiesa cattolica in Italia
L'ex abbazia di san Cassiano, nei pressi di Narni, documentata a partire dal X secolo.

Territorio

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La diocesi comprende parte della provincia di Terni in Umbria e una piccola porzione della provincia di Rieti nel Lazio:[1]

Sede vescovile è la città di Terni, dove si trova la cattedrale di Santa Maria Assunta. A Narni sorge la concattedrale di San Giovenale, mentre ad Amelia si trova la concattedrale di Santa Firmina.

Parrocchie e foranie

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Il territorio si estende su 871 km² ed è suddiviso in 82 parrocchie, raggruppate in 6 foranie.

  Lo stesso argomento in dettaglio: Parrocchie della diocesi di Terni-Narni-Amelia.

L'attuale diocesi è il frutto della piena unione di tre antiche diocesi umbre, che da sempre furono immediatamente soggette alla Santa Sede, privilegio che la diocesi conserva ancora oggi.

Secondo la tradizione, la fede cristiana fu predicata a Terni da san Brizio, inviato in Umbria dall'apostolo san Pietro. In realtà, come afferma lo storico Pompeo de Angelis, gli albori del cristianesimo ternano sono avvolti dalla nebbia del tempo e dalla mancanza di documenti, benché l'agiografia, quale si sviluppa in epoca longobarda e franca, racconti di un cammino favoloso, disseminato di martiri e di vescovi eroici.[5]

La diocesi di Terni sarebbe stata eretta nel II secolo e la sua fondazione è legata a due figure leggendarie: san Pellegrino, decapitato secondo il Baronio il 16 maggio 142, e sant'Antimo, trasferito alla Chiesa di Spoleto nel 165. Alle origini della Chiesa ternana è da collocarsi la controversa figura del vescovo san Valentino, vissuto nel III[6] o nel IV secolo.[7]

Tra i successivi vescovi riportati dai cataloghi ternani nei primi sei secoli dell'era cristiana, pochi sono quelli storicamente attestati da fonti coeve. Omobono è documentato da un'epigrafe, che non riporta tuttavia elementi che aiutino ad inquadrare cronologicamente questo vescovo ternano. Pretestato prese parte al sinodo romano indetto da papa Ilario nel 465. Felice prese parte ai concili simmachiani del 23 ottobre e del 6 novembre, attribuiti da Theodor Mommsen rispettivamente al 501 e al 502[8].

Nel novembre del 598 Gregorio Magno scrisse al vescovo Costanzo di Narni, già visitatore della Chiesa ternana, incaricandolo dell'amministrazione e di tutte le responsabilità pastorali di questa Chiesa, ormai talmente spopolata da rendere impossibile la nomina di un vescovo; in particolare il pontefice diede a Costanzo il permesso di utilizzare le entrate della Chiesa di Terni per ripararne le chiese e per il mantenimento del suo clero; inoltre il vescovo narnese doveva redigere un inventario dei beni della Chiesa ternana da far pervenire a Roma.[9]

Dopo queste decisioni di papa Gregorio I, non si hanno più notizie sulla diocesi di Terni, che rimase amministrata dai vescovi di Narni fino alla prima metà dell'VIII secolo, quando sono noti altri due vescovi ternani, Costantino attorno al 730 e Spes attorno al 742. «Poi, probabilmente prima del quarto-quinto decennio del IX secolo, la diocesi di Terni è divisa tra quelle di Narni e di Spoleto, giungendo così a compimento quel processo di decadenza che aveva preso avvio durante la guerra greco-gotica».[10]

Verso la fine del XII secolo la città di Terni, da tempo emancipatasi dal duca di Spoleto, entrò nell'orbita dello Stato Pontificio e fece richiesta esplicita al papa di avere un proprio vescovo, sulla scia di quanto era avvenuto a Viterbo. Le istanze degli abitanti di Terni, malgrado l'opposizione del vescovo Benedetto di Spoleto, trovarono una definitiva risposta nella bolla Venerabili fratri[11] di papa Onorio III del 13 gennaio 1218, con la quale il pontefice restaurò la diocesi ternana; in bolle successive il pontefice nominò il nuovo vescovo, Rainerio, già priore del capitolo dei canonici della cattedrale di Terni, e restaurò l'antico territorio diocesano, costituito da 22 pievi[12] compresa quella di San Valentino, dove si trovavano le reliquie del protovescovo ternano.

Secondo alcune ricostruzioni topografiche, la diocesi di Terni, tra la fine del XIII secolo e il XIV secolo, era la più piccola dell'Umbria, estendendosi su un territorio di circa 104 km², comprendendo un totale di 30 chiese, di cui 16 nei centri urbani e 14 nei centri rurali.[13]

Nel 1467 fra Fortunato Coppoli da Perugia, dei Frati minori dell'Osservanza, fondò a Terni il Monte di Pietà.[14]

Dopo aver partecipato al concilio di Trento, il vescovo Muzio Calini (1566-1570) avviò un programma di riforma della Chiesa ternana incentrato sulla celebrazione del sinodo diocesano nel 1567. Nel Seicento i vescovi dibatterono sull'opportunità di avere un numero elevato di parrocchie, che a Terni erano 15 nel 1609, ridotte a 11 nel 1661. In questo stesso anno sono registrati nel territorio diocesano 96 tra sacerdoti e chierici per poco meno di 7.000 abitanti.[15]

Nel 1653 il vescovo Francesco Angelo Rapaccioli (1646-1656) fondò il seminario vescovile. Il numero dei seminaristi tuttavia non fu mai molto elevato. Se ne registrano 8 nel 1661 e solo 15 nel 1781.[16]

Per il suo rifiuto di prestare il giuramento di fedeltà al governo francese, il vescovo Carlo Benigni (1796-1822) venne esiliato in Francia.

Il 25 luglio 1952, con la lettera apostolica Quae Mater, papa Pio XII proclamò la Beata Maria Vergine della Misericordia patrona principale della diocesi assieme a san Valentino.[17]

 
Esterno della concattedrale di Narni.

La diocesi di Narni risale al IV secolo e la sua fondazione è legata alla figura del protovescovo san Giovenale, che, secondo una leggendaria biografia scritta dopo il VII secolo, sarebbe stato consacrato vescovo nel 359 e sarebbe morto il 7 agosto 376.

Dei successivi vescovi ricordati dai cataloghi della Chiesa locale, non tutti sono storicamente documentati. Di Pancrazio II è noto l'epitaffio, che data la sua morte al 5 ottobre 493; Pancrazio era fratello del vescovo Ercole, forse della diocesi di Otricoli, e figlio di un altro vescovo di nome Pancrazio, di sede ignota. Incerta è la sede del vescovo Vitaliano, che prese parte al sinodo romano del 499; potrebbe essere vescovo Narniensis ma anche Arniensis, ossia della diocesi di Arna. Di Cassio è noto l'epitaffio, da cui si deduce che fu vescovo di Narni dal 536 a giugno 558. Lo stesso anno due lettere di papa Pelagio I menzionano il suo successore, Giovanni I.

Nel settembre 591 Gregorio Magno scrisse una lettera al vescovo narnese Preiectizio, invitandolo ad impegnarsi a fondo per la conversione dei pagani e degli eretici. Lo stesso pontefice, in un'epoca sconosciuta, affidò al vescovo Costanzo (o Costantino) il compito di visitatore della Chiesa di Terni, mentre nel novembre 598 lo stesso vescovo ricevette l'incarico ufficiale di amministratore e responsabile pastorale della Chiesa ternana, ormai troppo spopolata per consacrarvi un vescovo.[9]

Contestualmente all'affidamento ai vescovi narnesi della diocesi di Terni, tra VI e VII secolo fu soppressa la diocesi di Otricoli ed il suo territorio annesso a quello di Narni.[18] Probabilmente poco prima della metà del IX secolo la diocesi di Terni fu definitivamente soppressa ed il suo territorio diviso fra le diocesi di Narni e di Spoleto.[19]

Tra le figure di maggior spicco della Chiesa di Narni di fine I millennio risalta quella del vescovo Giovanni II (961-965), appartenente allo strato più alto della nobiltà romana, bibliotecario della Chiesa romana, che venne eletto papa il 1º ottobre 965 con il nome di Giovanni XIII.[20]

Ricerche archeologiche ritengono che la primitiva cattedrale diocesana corrispondeva all'odierna chiesa di San Domenico e che solo nell'XI/XII secolo il sacello di san Giovenale venne trasformato per essere trasformato nella nuova cattedrale cittadina, consacrata il 27 febbraio 1145 alla presenza di papa Eugenio III.[21]

Nel 1218 venne ricostituita la diocesi di Terni con cessione di territorio da parte di Narni.

Secondo alcune ricostruzioni topografiche, la diocesi di Narni risulta essere, tra la fine del XIII secolo e il XIV secolo, relativamente piccola, estendendosi su un territorio di circa 398 km², comprendendo un totale di 64 chiese, di cui 19 nei centri urbani e 45 nei centri rurali.[13]

L'azione riformatrice post-tridentina nella diocesi di Narni fu piuttosto tardiva e fu attuata da alcuni vescovi riformatori solo a partire dal primo Seicento. Nel 1625 Giovanni Battista Bonetti (1606-1632) indisse il primo sinodo diocesano di riforma; Giovanni Paolo Buccerelli (1634-1656) rilanciò il culto verso san Giovenale, dopo il ritrovamento delle sue reliquie (1642), e avviò la costruzione della cripta della cattedrale; a Raimondo Castelli (1656-1670) si deve invece l'istituzione del seminario vescovile nel 1658.

Nel 1714 sorse il santuario della Madonna del Ponte, che divenne ben presto uno dei principali luoghi di culto e di devozione nel narnese, grazie soprattutto all'opera di rilancio del santuario attuata dal vescovo Nicola Terzago (1725-1761).

Nel 1841 la diocesi si ingrandì con le parrocchie di Vacone e di Rocchette (nel comune di Torri) cedute dalla diocesi di Sabina.

Il 12 settembre 1954, con la lettera apostolica Viam vitae, papa Pio XII proclamò la Beata Maria Vergine, venerata con il titolo di "Madonna del Ponte", compatrona della città e della diocesi accanto a san Giovenale.[22]

Nel 1976 la parrocchia di Sant'Eleuterio di Moggio Reatino, frazione-exclave di Rieti, passò alla diocesi di Rieti.[23]

Al momento dell'unione con Terni e Amelia, la diocesi di Narni comprendeva i comuni di Calvi dell'Umbria (eccetto la frazione di Santa Maria della Neve), Configni, Narni, Otricoli, San Gemini, Stroncone e Vacone, e le frazioni di Rocchette (Torri in Sabina) e di Collescipoli[24] (Terni).

 
Interno del duomo di Amelia, concattedrale della diocesi.
 
L'ex palazzo vescovile di Amelia.

La diocesi di Amelia fu eretta nel V secolo. Il primo vescovo riportato dai cataloghi amerini è Stefano, menzionato attorno al 420, la cui esistenza "non è confortata da alcuna prova" (Lanzoni). Primo vescovo documentato è Ilario, presente al sinodo romano del 465. Altri vescovi amerini presero parte ai concili romani dei primi secoli, Marciano nel 487, Sallustio nel 499 e nel 502, Adeodato nel 649, Teodoro nel 680, e altri ancora nell'VIII e nel IX secolo, segno di una continuativa presenza dell'istituzione ecclesiastica nel corso dell'alto medioevo.

Durante l'episcopato del vescovo Pasquale (seconda metà del IX secolo) è attribuito il rinvenimento delle reliquie di santa Fermina, patrona della diocesi. Nel 1158 avvenne la loro solenne traslazione nella cattedrale, che da questo momento sarà dedicata alla santa patrona, in sostituzione del precedente titolo di San Lorenzo.

Secondo alcune ricostruzioni topografiche, la diocesi di Amelia risulta essere, tra la fine del XIII secolo e il XIV secolo, la più piccola dell'Umbria dopo quella di Terni, estendendosi su un territorio di circa 258 km², comprendendo un totale di 27 chiese, di cui 9 nei centri urbani e 18 nei centri rurali.[13]

Nel 1470 fra Fortunato Coppoli da Perugia, dei Frati Minori dell'Osservanza, fondò ad Amelia il Monte di Pietà.[14]

Nella diocesi amerina la riforma voluta dal concilio di Trento venne introdotta tardivamente. Dopo i primi tentativi del vescovo Giovanni Antonio Lazzari, fu Antonio Maria Graziani (1592-1611) a dare la svolta decisiva all'azione riformatrice tridentina a partire dalla celebrazione del sinodo del 1595.[25] Nonostante le sue numerose assenze per impegni diplomatici, questo vescovo si impegnò in un'azione riformatrice «che si concentrò sul disciplinamento del clero, attraverso riunioni mensili dei parroci della città e della diocesi, nonché sull'adeguamento dei luoghi sacri e delle suppellettili alle regole tridentine; istituì la prebenda penitenziale in cattedrale, definì il calendario diocesano, con l'inserimento delle feste dei santi patroni, dotò la cattedrale e le chiese parrocchiali di nuove acquasantiere, di nuovi tabernacoli e di nuovi paramenti liturgici.»[26] Secondo la visita apostolica del 1574, la diocesi comprendeva 20 parrocchie per 15 centri abitati.[27]

Al vescovo Gaudenzio Poli († 1679) si deve la ricostruzione della cattedrale diocesana distrutta da un incendio nel 1629. Tra XVII e XVIII secolo la diocesi fu retta per oltre trent'anni dal vescovo Giuseppe Crispino (69-1721), esponente del rigorismo nell'applicazione dei decreti tridentini; indisse un sinodo, compì numerose visite pastorali, «promosse varie pratiche devozionali volte a larghe fasce della popolazione, muovendosi tra i modelli di san Carlo Borromeo e san Filippo Neri.[28]

L'8 dicembre 1788 il vescovo Carlo Fabi istituì il seminario. Durante il periodo napoleonico, per la sua opposizione alle truppe francesi, fu trasportato in catene a Roma, dove morì in carcere nel 1798. Fortunato Maria Pinchetti (1806-1827) fu invece esiliato in Francia per il suo rifiuto di prestare il giuramento di fedeltà.

Il 30 giugno 1942 il monastero di San Magno di Amelia che era stato fino ad allora soggetto all'abbazia territoriale di San Paolo fuori le mura fu incorporato nella diocesi di Amelia in virtù del decreto In civitate Amerina della Congregazione Concistoriale.

Al momento dell'unione con Terni e Narni, la diocesi di Amelia si estendeva sui comuni e le frazioni di Alviano, Amelia, Attigliano, Giove, Guardea, Lugnano e Penna in Teverina. Questo territorio era rimasto pressoché invariato nel corso dei secoli precedenti.[29]

Terni-Narni-Amelia

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Le diocesi di Terni e Narni vengono unite aeque principaliter[30] con la bolla Cogitantibus Nobis di papa Pio X il 12 aprile 1907.

A partire dal 1966 Amelia non ebbe più vescovi e la diocesi fu data in amministrazione apostolica ai vescovi di Terni e Narni.

Il 14 settembre 1983 le diocesi di Terni, Narni e Amelia vengono unite aeque principaliter con la bolla Quoniam ipsum di papa Giovanni Paolo II. Lo stesso giorno Franco Gualdrini viene nominato vescovo delle tre diocesi.

Il 30 settembre 1986, con il decreto Instantibus votis della Congregazione per i Vescovi, le tre sedi sono state pienamente unite e la nuova diocesi ha assunto il nome attuale.

Il 29 giugno 1992 la diocesi acquisì la parrocchia di San Liberato, frazione di Narni, dalla diocesi di Civita Castellana.[31]

Nel 2005 è stato inaugurato il Museo diocesano e capitolare di Terni.

Cronotassi dei vescovi

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Si omettono i periodi di sede vacante non superiori ai 2 anni o non storicamente accertati.

Vescovi di Terni

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  • San Pellegrino I ? † (138 - 16 maggio 142 deceduto)[32]
  • Sant'Antimo ? † (145 o 156 - 165 nominato vescovo di Spoleto)[33]
  • San Procolo I ? † (304 - 310 deceduto)[34]
  • San Volusiano ? † (310 - circa 330 deceduto)
  • San Siro I ? † (circa 340 - circa 345 deceduto)
  • San Valentino I † (14 febbraio 347 deceduto)[35]
  • Antemio ? † (circa 400 - 430 deceduto)[36]
  • Aleonio ? † (430 - 436 deceduto)[36]
  • Omobono † (436 - 465 deceduto ?)[37]
  • Pretestato † (menzionato nel 465)[38]
  • Costantino I ? † (467 - 469 deceduto)[39]
  • Pietro ? † (469 - 499 deceduto)[36]
  • San Felice † (prima del 501 - dopo il 502)[40]
  • San Valentino II ? † (520 - 533 deceduto)[41]
  • San Procolo II ? † (533 - 542 dimesso)
  • San Siro II ? † (542 - 554 deceduto)
  • San Valentino III ? † (554 - 558 deceduto)
    • Sede unita a Narni (VI-VIII secolo)
  • Costantino II † (menzionato nel 730 circa)[10]
  • Spes † (menzionato nel 742 circa)[10][42]
    • Sede soppressa (metà IX secolo-1218)[10]
  • Rainerio † (gennaio o febbraio 1218 - 1253 deceduto)
  • Filippo † (19 dicembre 1253 - 1276 deceduto)
  • Pietro Saraceni, O.P. † (10 settembre 1276 - 25 febbraio 1286 nominato vescovo di Monopoli)
  • Tommaso, O.E.S.A. † (1286 - 1296 deceduto)
  • Rinaldo Trinci, O.F.M. † (1296 - 1297 deceduto)
  • Pellegrino II † (1297 - 1298 deposto)
  • Masseo † (26 gennaio 1299 - 1316 deceduto)
  • Andrea † (7 settembre 1316 - 20 aprile 1319 nominato vescovo di Terracina, Sezze e Priverno)
  • Tommaso dei Tebaldeschi † (6 giugno 1323 - 1359 deceduto)
    • Gregorio Gregori † (1334 - 1359 deceduto) (antivescovo)
  • Matteo Grumoli † (12 luglio 1359 - ?)
  • Bartolomeo † (circa 1380 - ? deposto)
    • Agostino, O.E.S.A. † (16 dicembre 1383 - 1389 deposto) (antivescovo)
  • Francesco † (4 febbraio 1389 - 1406 deceduto)
  • Ludovico Mazzancolli † (16 luglio 1406 - 25 luglio 1458 deceduto)
  • Francesco Coppini † (19 maggio 1459 - 4 aprile 1463 deposto)
  • Ludovico II † (4 aprile 1463 - 7 febbraio 1472 deceduto)
  • Francesco Maria Scelloni, O.F.M. † (14 febbraio 1472 - 31 agosto 1472 nominato vescovo di Viterbo)
  • Tommaso Vincenzi † (31 agosto 1472 - 29 maggio 1475 nominato vescovo di Pesaro)
  • Barnaba Mersoni † (29 maggio 1475 - 1481 deceduto)
  • Giovanni Romano, O.P. † (1481 - 1485 deceduto)
  • Orso Orsini † (1485 - 1485 deceduto)
  • Francesco Maria Scelloni, O.F.M. † (1491 - ? deceduto) (per la seconda volta)[43]
  • Giovanni di Fonsalida † (1º ottobre 1494 - 1498 deceduto)
  • Francisco Lloris y de Borja † (19 marzo 1498 - 17 aprile 1499 dimesso)
  • Ventura Bufalini † (17 aprile 1499 - 15 agosto 1504 deceduto)
  • Pietro Bodoni † (28 luglio 1506 - 1509 deceduto)
  • Luigi d'Apera † (7 settembre 1509 - 1520 deceduto)
  • Sebastiano Valenti † (5 dicembre 1520 - 1553 deceduto)
  • Giovanni Giacomo Barba, O.E.S.A. † (3 luglio 1553 - 1565 deceduto)
  • Tommaso Scotti, O.P. † (6 marzo 1566 - 22 maggio 1566 deceduto)
  • Muzio Calini † (12 luglio 1566 - aprile 1570 deceduto)
  • Bartolomeo Ferri, O.P. † (10 maggio 1570 - gennaio 1581 deceduto)
  • Girolamo Petroni † (16 gennaio 1581 - 1591 deceduto)
  • Giovanni Antonio Onorati † (20 novembre 1591 - 1606 deceduto)
  • Ludovico Ripa † (24 aprile 1606 - 8 settembre 1613 deceduto)
  • Clemente Gera † (13 novembre 1613 - 22 maggio 1625 nominato vescovo di Lodi)
  • Cosimo Mannucci † (9 giugno 1625 - 21 agosto 1633 deceduto)
  • Ippolito Andreasi, O.S.B. † (11 aprile 1636 - 8 settembre 1646 deceduto)
  • Francesco Angelo Rapaccioli † (18 ottobre 1646 - 1656 dimesso)
  • Sebastiano Gentili † (29 maggio 1656 - 3 agosto 1667 dimesso)
  • Pietro Lanfranconi, O.E.S.A. † (3 agosto 1667 - 6 marzo 1674 deceduto)
  • Carlo Bonafaccia † (6 maggio 1675 - 18 ottobre 1683 deceduto)
  • Sperello Sperelli † (10 gennaio 1684 - 14 dicembre 1698 dimesso)
  • Cesare Sperelli † (19 dicembre 1698 - 11 dicembre 1720 dimesso)
  • Teodoro Pungelli † (20 gennaio 1721 - 3 maggio 1748 dimesso)
  • Cosimo Pierbenedetti Maculani, C.O. † (6 maggio 1748 - 6 ottobre 1767 deceduto)
  • Agostino Felice de' Rossi † (25 gennaio 1768 - 24 settembre 1788 deceduto)
    • Sede vacante (1788-1796)
  • Carlo Benigni † (27 giugno 1796 - 12 aprile 1822 deceduto)
  • Domenico Armellini † (2 dicembre 1822 - 17 dicembre 1828 deceduto)
  • Niccola Mazzoni † (21 maggio 1829 - 11 novembre 1842 deceduto)
  • Vincenzo Tizzani, C.R.L. † (3 aprile 1843 - 14 novembre 1848 dimesso)
  • Antonio Magrini † (11 dicembre 1848 - 18 marzo 1852 nominato vescovo di Forlì)
  • Giuseppe Maria Severa † (12 settembre 1853 - 4 agosto 1870 deceduto)
  • Antonio Belli † (27 ottobre 1871 - 2 settembre 1897 dimesso[44])
  • Francesco Bacchini † (5 marzo 1898 - 11 dicembre 1905 dimesso[45])
    • Francesco Moretti † (11 dicembre 1905 - 12 aprile 1907 nominato vescovo di Terni e Narni) (amministratore apostolico)

Vescovi di Narni

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  • San Giovenale † (359 - 7 agosto 376 deceduto)[46]
  • Massimo ? † (376 succeduto - 416 deceduto)[47]
  • Pancrazio I ? † (416 - 455 deceduto)[48]
  • Ercole (o Erculio) ? † (455 - 470 deceduto)[48]
  • Pancrazio II † (? - 5 ottobre 493 deceduto)[49]
  • Vitaliano ? † (prima di maggio 495 ? - dopo il 499)[50]
  • San Procolo ? † (536 - 536 deceduto)[51]
  • San Cassio † (21 settembre o 19 ottobre 536 - 30 giugno 558 deceduto)[52]
  • San Giovenale II ? † (558 - 3 maggio 565 deceduto)[53]
  • Giovanni I † (menzionato tra settembre e dicembre 558)[54]
  • Prejecto (Preiectizio) † (menzionato nel 591)[55]
  • Costanzo (o Costantino) † (prima di luglio 595 - dopo il 598)[9]
  • Sant'Anastasio † (prima del 649 - 17 agosto 653 ? deceduto)[56]
  • Deusdedit † (prima del 679 - dopo il 680)
  • Vilaro † (menzionato nel 721)
  • Costantino † (menzionato nel 741)[57]
  • Ansualdo † (menzionato nel 769)
  • Stefano I † (menzionato nell'853)
  • Martino I † (prima dell'861 - dopo l'879)[58]
  • Bonoso † (prima dell'898 - dopo il 906)[59]
  • Giovanni II † (prima del 961 - 1º ottobre 965 eletto papa con il nome di Giovanni XIII)[60]
  • Stefano II † (prima del 968 - dopo il 1015)[61]
  • Dodone ? † (prima del 1028 - dopo il 1037)[62]
  • Martino II ? † (menzionato nel 1050)[63]
  • Adalberto (o Alberto) † (prima del 1059 - dopo il 1065)[64]
  • Rodolfo † (menzionato nel 1092 circa)[64]
  • Agostino † (prima del 1101 - dopo il 1125)[65]
  • Anonimo † (menzionato nel 1146)
  • Pietro I † (prima del 1156[66] - 2 luglio 1161 nominato vescovo di Spalato)
  • Amato † (menzionato nel 1179)
  • Bonifacio † (prima di settembre 1180 - dopo il 1196)[67]
  • Ugolino ? † (menzionato nel 1208)[67]
  • Giovanni III † (28 maggio 1220 - ?)
  • Gregorio † (prima di settembre 1225[68] - dopo il 1234[69])
  • Jacopo Mansueti † (circa 1242 - circa 1260 deceduto)
  • Orlando, O.E.S.A. † (1261 - 1303 deceduto)
  • Pietro II, O.E.S.A. † (dicembre 1305 - dopo luglio 1322 deceduto)
  • Amanzio o Amatore † (4 novembre 1323 - 1336 deceduto)
  • Lino † (17 aprile 1336 - 1342 deceduto)
  • Agostino Tinacci, O.E.S.A. † (17 marzo 1343 - 1367 deceduto)
  • Guglielmo, O.F.M. † (12 aprile 1367 - 30 marzo 1373 nominato vescovo di Urbino)
  • Luca Bertini, C.R.S.A. † (30 marzo 1373 - 2 ottobre 1377 nominato arcivescovo di Siena)
  • Giacomo Tolomei † (11 gennaio 1378 - 1383 nominato vescovo di Chiusi)
  • Francesco Bellanti † (prima di settembre 1386 - 1407 nominato vescovo di Grosseto)[70]
  • Giacomo da Perugia, O.P. † (1407 - 1408 deceduto)
  • Angelo † (7 agosto 1408 - 1412 deceduto)
  • Donadio † (17 settembre 1414 - 1418 dimesso)
  • Giacomo Bonriposi † (31 gennaio 1418 - 1455 deceduto)
  • Lelio † (3 settembre 1455 - 1462 ? dimesso)
  • Costantino Eroli † (10 dicembre 1462 - 8 gennaio 1472 nominato vescovo di Todi)
  • Carlo Boccardini † (8 gennaio 1472 - 1498 deceduto)
  • Pietro Gormaz † (4 luglio 1498 - 21 aprile 1515 deceduto)[71]
  • Ugolino Martelli † (18 maggio 1517 - 1523 deceduto)
  • Carlo Soderini † (1523 - 1524)
  • Bartolomeo Cesi † (1º luglio 1524 - 1537 deceduto)
  • Giovanni Rinaldi Montorio † (11 gennaio 1538 - 1546 deceduto)
  • Pierdonato Cesi † (25 giugno 1546 - 12 luglio 1566 dimesso)[72]
  • Romolo Cesi † (12 luglio 1566 - 13 giugno 1578 dimesso)
  • Erolo Eroli † (13 giugno 1578 - 13 ottobre 1600 deceduto)
  • Giovanni Battista Toschi † (28 maggio 1601 - 31 luglio 1606 nominato vescovo di Tivoli)
  • Giovanni Battista Bonetti † (31 luglio 1606 - luglio 1632 deceduto)
  • Lorenzo Azzolini † (2 agosto 1632 - novembre 1633[73] deceduto)
  • Giovanni Paolo Buccerelli † (22 marzo 1634 - 21 febbraio 1656 deceduto)
  • Raimondo Castelli † (26 giugno 1656 - 14 luglio 1670 deceduto)
  • Ottavio Avio † (1º settembre 1670 - 9 agosto 1682 deceduto)
  • Giuseppe Felice Barlacci † (24 maggio 1683 - 1º maggio 1690 dimesso)
  • Francesco Picarelli † (22 maggio 1690 - dicembre 1708 deceduto)
  • Francesco Saverio Guicciardi † (15 aprile 1709 - 24 gennaio 1718 nominato vescovo di Cesena)
  • Gioachino Maria de' Oldo † (11 febbraio 1718 - 27 gennaio 1725 dimesso[74])
  • Nicola Terzago † (29 gennaio 1725 - 31 agosto 1761 deceduto)
  • Prospero Celestino Meloni † (23 novembre 1761 - circa 1791 deceduto)
    • Sede vacante (ca. 1791-1796)
  • Antonio David † (27 giugno 1796 - 14 giugno 1818 deceduto)
  • Antonio Maria Borghi † (2 ottobre 1818 - 8 giugno 1834 deceduto)
  • Gioachino Tamburini † (30 settembre 1834 - 22 luglio 1842 nominato vescovo di Cervia)
  • Giuseppe Maria Galligari † (22 luglio 1842 - 17 dicembre 1858 dimesso)
  • Giacinto Luzi † (23 dicembre 1858 - 9 gennaio 1876 deceduto)
  • Vitale Galli † (9 gennaio 1876 succeduto - 12 luglio 1888 deceduto)
  • Cesare Boccanera † (11 febbraio 1889 - novembre 1905 dimesso[75])
  • Francesco Moretti † (11 dicembre 1905 - 12 aprile 1907 nominato vescovo di Terni e Narni)

Vescovi di Terni e Narni

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Vescovi di Amelia

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  • Stefano ? † (menzionato nel 420)
  • Ilario † (menzionato nel 465)[77]
  • Tiburtino ? † (menzionato nel 466)
  • Marciano (Martiniano) † (menzionato nel 487)[78]
  • Sallustio † (prima del 495 - dopo il 502)[79]
  • Sant'Imerio † (menzionato nel 520 circa)
  • Adeodato (Deusdedit) † (menzionato nel 649)
  • Teodoro † (menzionato nel 680)
  • Pietro I † (menzionato nel 721)
  • Sinibaldo † (menzionato nel 761)
  • Benedetto † (menzionato nell'826)
  • Albino † (menzionato nell'853)
  • Leone † (menzionato nell'861)
  • Pasquale (Pascasio) † (prima dell'868 - dopo l'879)
  • Romualdo ? † (fine IX secolo)[80]
  • Anonimo (Ortodulfo ?) † (menzionato nel 965 circa)[81]
  • Andrea † (all'epoca di papa Giovanni XIII, 965-972)[82]
  • Deodato † (menzionato nel 1015)
  • Oddo † (menzionato nel 1047 circa)[80]
  • Giacomo I † (menzionato nel 1116)
  • Gerardo † (prima del 1126 - dopo il 1146)
  • Gigone † (menzionato nel 1158)[83]
  • Pietro II † (prima del 1179 - dopo il 1189)[84]
  • Oberto o Giberto † (menzionato nel 1195)
  • Giacomo II † (prima di marzo 1196[85] - dopo il 1217)
  • Ottone † (menzionato nel 1225)
  • Stefano † (menzionato nel 1233)
  • Gualtiero † (26 gennaio 1255 - 25 gennaio 1264 nominato vescovo di Atri e Penne)
  • Bartolomeo da Benevento, O.P. † (18 febbraio 1264 - ? dimesso)[86]
  • Mauro, O.S.B. † (23 agosto 1286 - dopo il 1300 deceduto)
  • Michele † (24 luglio 1321 - 1321 o 1322 deceduto)
  • Alamanno de Galgano † (8 gennaio 1322 - 20 marzo 1327 nominato vescovo di Anagni)
  • Giovanni Grocei † (4 maggio 1327 - 6 settembre 1328 nominato vescovo di Venafro)
  • Manno Tornibelli † (6 settembre 1328 - 1363 deceduto)
  • Gerardo Roberti, O.F.M. † (13 novembre 1363 - ? deceduto)
  • Francesco † (21 febbraio 1373 - 4 febbraio 1389 nominato vescovo di Terni)
  • Corrado da Cloaco † (23 agosto 1390 - 5 dicembre 1392 nominato arcivescovo di Oristano)
  • Stefano Bordoni † (3 dicembre 1392 - circa 1410 nominato vescovo di Telese[87]
  • Andrea Moriconi, O.E.S.A. † (16 giugno 1410 - 1426 deceduto)[88]
  • Filippo Ventorelli † (10 aprile 1426 - 18 dicembre 1442 deceduto)
  • Ugolino Nacci, O.E.S.A. † (14 gennaio 1443 - 1444 deceduto)[89]
  • Ruggero Mandosi † (6 novembre 1444 - 1484 dimesso)
  • Cesare Nacci † (31 marzo 1484 - 1504 deceduto)
  • Giustiniano Moriconi † (22 luglio o 26 agosto 1504 - 1523 dimesso)
  • Giovanni Domenico Moriconi † (1523 succeduto - 1558 dimesso)
  • Baldo Ferratini † (28 novembre 1558 - 1562 dimesso)
  • Bartolomeo Ferratini (Jr.) † (9 ottobre 1562 - 1571 dimesso)
  • Mariano Vittori † (17 dicembre 1571 - 2 giugno 1572 nominato vescovo di Rieti)
  • Giovanni Antonio Lazzari † (9 giugno 1572 - 28 maggio 1591 deceduto)
  • Antonio Maria Graziani † (17 febbraio 1592 - 1º aprile 1611 deceduto)
  • Antonio Maria Franceschini † (18 marzo 1611 - 25 agosto 1612 deceduto)
  • Francesco Cennini de' Salamandri † (1º ottobre 1612 - 2 ottobre 1623 nominato vescovo di Faenza)
  • Domenico Pichi † (20 novembre 1623 - 4 maggio 1633 deceduto)
  • Torquato Perotti † (20 giugno 1633 - settembre 1642 deceduto)
  • Gaudenzio Poli † (23 febbraio 1643 - 28 maggio 1679 deceduto)
  • Giuseppe Sallustio Fadulfi † (27 novembre 1679 - 15 gennaio 1685 nominato vescovo di Ascoli Piceno)
  • Giovan Battista Antici † (9 aprile 1685 - 17 luglio 1690 deceduto)
  • Giuseppe Crispino † (13 novembre 1690 - 12 maggio 1721 deceduto)
  • Giovan Battista Renzoli † (16 luglio 1721 - settembre 1743 deceduto)
  • Giacomo Filippo Consoli † (2 dicembre 1743 - luglio 1770 deceduto)
  • Tommaso Struzzieri, C.P. † (10 settembre 1770 - 18 dicembre 1775 nominato vescovo di Todi)
  • Francesco Angelo Jacoboni † (18 dicembre 1775 - 30 agosto 1785 deceduto)
  • Carlo Fabi † (26 settembre 1785 - 31 marzo 1798 deceduto)
  • Francesco Maria Gazzoli † (11 agosto 1800 - 23 settembre 1805 nominato vescovo di Todi)
  • Fortunato Maria Pinchetti † (31 marzo 1806 - 17 dicembre 1827 dimesso)
  • Vincenzo Macioti † (23 giugno 1828 - 1º febbraio 1836 nominato vescovo di Ferentino)
  • Mariano Brasca Bartocci † (11 luglio 1836 - 12 novembre 1850 dimesso)
  • Salvatore Valentini † (17 febbraio 1851 - 2 agosto 1855 deceduto)
  • Nicola Pace † (28 settembre 1855 - 6 maggio 1881 dimesso[90])
  • Eusebio Magner, O.F.M.Cap. † (13 maggio 1881 - 25 settembre 1882 nominato vescovo di Orvieto)
  • Eugenio Clari † (25 settembre 1882 - 16 gennaio 1893 nominato vescovo di Viterbo e Tuscania)
  • Vincenzo Giuseppe Veneri † (16 gennaio 1893 - 18 marzo 1906 deceduto)
  • Francesco Maria Berti, O.F.M.Conv. † (31 agosto 1907 - 1º luglio 1938 dimesso[91])
  • Vincenzo Lojali † (17 agosto 1938 - 14 marzo 1966 deceduto)
    • Sede vacante (1966-1983)

Vescovi di Terni, Narni e Amelia

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Vescovi di Terni-Narni-Amelia

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Vescovi oriundi della diocesi

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Santi e beati della diocesi

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Statistiche

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La diocesi nel 2022 su una popolazione di 161.400 persone contava 150.500 battezzati, corrispondenti al 93,2% del totale.

anno popolazione presbiteri diaconi religiosi parrocchie
battezzati totale % numero secolari regolari battezzati per presbitero uomini donne
diocesi di Terni e Narni
1950 104.700 105.000 99,7 106 55 51 987 47 269 61
1970 132.500 133.800 99,0 110 43 67 1.204 75 65
1980 142.900 144.100 99,2 92 52 40 1.553 2 47 150 68
diocesi di Amelia
1959 25.000 25.000 100,0 43 27 16 581 30 104 20
1970 ? 19.700 ? 34 22 12 ? 16 88 20
1980 19.890 19.963 99,6 30 20 10 663 10 53 21
diocesi di Terni-Narni-Amelia
1990 161.400 163.423 98,8 125 78 47 1.291 7 54 134 81
1999 160.000 163.000 98,2 138 94 44 1.159 11 46 153 81
2000 160.000 163.000 98,2 138 94 44 1.159 11 46 153 81
2001 162.000 163.400 99,1 130 81 49 1.246 17 50 159 81
2002 162.000 163.400 99,1 137 95 42 1.182 17 42 159 81
2003 162.000 163.400 99,1 130 85 45 1.246 18 46 121 81
2004 162.000 163.400 99,1 139 93 46 1.165 27 47 103 81
2010 156.100 157.900 98,9 140 96 44 1.115 24 46 95 82
2014 161.600 169.991 95,1 128 91 37 1.262 23 37 81 82
2017 163.900 167.000 98,1 119 83 36 1.377 23 36 65 82
2020 161.700 164.680 98,2 112 74 38 1.443 22 40 38 82
2022 150.500 161.400 93,2 120 76 44 1.254 22 45 73 82
  1. ^ Dal sito www.parrocchiemap.it.
  2. ^ Appartiene alla sede suburbicaria di Sabina-Poggio Mirteto.
  3. ^ Appartengono all'arcidiocesi di Spoleto-Norcia le parrocchie delle frazioni ternane di Porzano (San Fortunato), di Cecalocco (San Giovenale), di Cesi (Santa Maria Assunta), di Torreorsina (Santa Maria Assunta) e di Collestatte (San Pietro apostolo).
  4. ^ Il resto del territorio comunale appartiene alla sede suburbicaria di Sabina-Poggio Mirteto.
  5. ^ Pompeo de Angelis, Storia di Terni, 2006; citazioni in una serie di articoli pubblicati da Il Giornale dell'Umbria nel 2008.
  6. ^ Secondo lo studioso Vincenzo Fiocchi Nicolai, Valentino sarebbe un sacerdote di Terni venuto a Roma e qui martirizzato e sepolto nel cimitero che porta il suo nome: in seguito il suo culto si diffuse fino a raggiungere la sua città natale, ove trovò un nuovo impulso “sotto spoglie più prestigiose”, operandosi una specie di sdoppiamento della figura del martire, reso più importante dai suoi concittadini con la sua elevazione al rango di episcopus. Fiocchi Nicolai V., Il culto di S. Valentino tra Terni e Roma: una messa a punto, in Atti del convegno di studio: L'Umbria meridionale fra tardo-antico e altomedioevo, Acquasparta, 1989. Vedere anche: Il Giornale dell'Umbria, 6 luglio 2008.
  7. ^ Edoardo D'Angelo, Valentino, santo, Dizionario biografico degli italiani.
  8. ^ Sulla datazione dei concili simmachiani del 23 ottobre e del 6 novembre non c'è ancora unanimità tra i vari storici. Lo studio classico di Theodor Mommsen (Acta synhodorum habitarum Romae. A. CCCCXCVIIII DI DII, in Monumenta Germaniae Historica, Auctorum antiquissimorum, XII, Berlino, 1894) assegna il concilio del 23 ottobre al 501 e quello del 6 novembre al 502; il più recente studio di Eckhard Wirbelauer (Zwei Päpste in Rom. Der Konflikt zwischen Laurentius und Symmachus (498–514), München, 1993) inverte gli anni. La cronologia di Wirbelauer è fatta propria da Teresa Sardella: Società, chiesa e stato nell'età di Teoderico: papa Simmaco e lo scisma laurenziano, Soveria Mannelli-Messina, 1996; Id., Simmaco, santo, in Enciclopedia dei Papi Treccani, vol. I, Roma, 2000, pp. 464-473. Pietri invece, nella sua Prosopographie de l'Italie chrétienne, assegna entrambi i concili al 502, facendo propria un'ipotesi di soluzione del problema adottata da diversi studiosi italiani tra cui Picotti e Aimone.
  9. ^ a b c (FR) Pietri, Prosopographie de l'Italie chrétienne (313-604), vol. I, pp. 487-488.
  10. ^ a b c d Andrea Czortek, Il cristianesimo a Gubbio tra tarda antichità e alto medioevo, Conferenza, Gubbio 6 novembre 2013, p. 20 e note.
  11. ^ Il testo della bolla in: Cappelletti, Le Chiese d'Italia della loro origine sino ai nostri giorni, vol. IV, pp. 520-524.
  12. ^ Czortek, Una presenza che fa storia. La Chiesa in Umbria…, p. 43.
  13. ^ a b c A. Bartoli Langeli, L’organizzazione territoriale della Chiesa nell'Umbria, in Orientamenti di una regione attraverso i secoli: scambi, rapporti, influssi storici nella struttura dell'Umbria. Atti del X convegno di studi umbri (Gubbio 1976), Perugia, 1978, pp. 420, 438.
  14. ^ a b Czortek, Una presenza che fa storia. La Chiesa in Umbria…, p. 82.
  15. ^ Czortek, Una presenza che fa storia. La Chiesa in Umbria…, pp. 99, 103.
  16. ^ Czortek, Una presenza che fa storia. La Chiesa in Umbria…, p. 104.
  17. ^ (LA) Lettera apostolica Quae Mater, AAS 45 (1953), pp. 177-179.
  18. ^ Czortek, Una presenza che fa storia. La Chiesa in Umbria…, p. 22.
  19. ^ Czortek, Una presenza che fa storia. La Chiesa in Umbria…, p. 20.
  20. ^ Roland Pauler, Giovanni XIII, Enciclopedia dei Papi, 2000. Id. Giovanni XIII, papa, Dizionario biografico degli italiani, vol. 55, 2001.
  21. ^ Dal sito Beweb - Beni ecclesiastici in web.
  22. ^ (LA) Lettera apostolica Viam vitae, AAS 46 (1954), pp. 758-760.
  23. ^ (LA) AAS 68 (1976), p. 516.
  24. ^ Fino al 1927 era un comune autonomo.
  25. ^ I. A. Anghelus, La Riforma tridentina nella diocesi di Amelia: dalla visita apostolica al sinodo diocesano (1574-1595), in «Memoria storica», 22-23, 2003, pp. 21-48.
  26. ^ Mario Tosti, Pratiche religiose e rituali sociali nel periodo post-tridentino. La diocesi di Amelia dal 1574 al 1595, in «Itinerari di ricerca storica», XXX - 2016, numero 2, p. 178.
  27. ^ Czortek, Una presenza che fa storia. La Chiesa in Umbria…, p. 99.
  28. ^ Czortek, Una presenza che fa storia. La Chiesa in Umbria…, p. 102.
  29. ^ Czortek, Una presenza che fa storia. La Chiesa in Umbria…, p. 146.
  30. ^ L'unione aeque principaliter è confermata dagli Acta Apostolicae Sedis in occasione delle nomine di Felice Bonomini ( 32 (1940), p. 374) e di Giovanni Battista Dal Prà ((LA) AAS 40 (1948), p. 152.
  31. ^ Decreto Quo aptius, AAS 85 (1993), pp. 204-205.
  32. ^ Ferrari (XVII secolo) sostiene che questo santo è da identificare con il santo omonimo, protovescovo della diocesi di Auxerre; secondo la sua leggenda agiografica, prima di recarsi in Gallia avrebbe evangelizzato la città di Terni. Sbaraglia invece ipotizza che possa trattarsi di san Cetteo di Amiterno, chiamato anche Peregrinus. Lanzoni p. 406.
  33. ^ Questo santo è ricordato, oltre che a Terni e a Spoleto, anche nella diocesi di Curi in Sabina, la cui sede era nota in special modo come dioecesis Sancti Anthimi.
  34. ^ Procolo è ricordato nel martirologio geronimiano come prete e martire, e solo in epoca medievale fatto vescovo di Terni, ma anche di Narni; il medesimo è ricordato anche a Bologna. Lanzoni pp. 413-414.
  35. ^ Sulla cronologia di san Valentino si veda: Edoardo D'Angelo, La Passio sancti Valentini martyris (BHL 8460–8460b). Un “martirio occulto” d'età postcostantiniana?, in San Valentino e il suo culto tra medioevo ed età contemporanea: uno status quaestionis, (Terni nei giorni 9-11 dicembre 2010), Spoleto 2012, pp. 211-222..
  36. ^ a b c Secondo Ughelli (vol. I, col. 750) il nome di questo vescovo sarebbe documentato da un epitaffio nella basilica di San Valentino. Tuttavia, all'epoca di Lanzoni (p. 415) non esiste alcun epitaffio che menzioni questo personaggio come vescovo di Terni.
  37. ^ Un'iscrizione riporta il nome del vescovo Omobono, ma non l'epoca in cui visse; tradizionalmente viene assegnato al IV secolo, ma, secondo Lanzoni, non è certo.
  38. ^ Primo vescovo storicamente documentato. Pietri, Prosopographie de l'Italie chrétienne (313-604), vol. II, p. 1817.
  39. ^ Secondo Ughelli (vol. I, col. 750) avrebbe preso parte al concilio romano del 487; tuttavia gli atti di quel concilio non riportano nessun vescovo di Terni con questo nome.
  40. ^ Pietri, Prosopographie de l'Italie chrétienne (313-604), vol. I, pp. 785-787. Un vescovo Felice, senza indicazione della sede di appartenenza, prese parte al concilio del 495 e fu destinatario di una lettera di papa Gelasio I (492-496): secondo Pietri potrebbe trattarsi del vescovo di Terni.
  41. ^ Secondo Lanzoni, questo santo sarebbe da identificare con l'omonimo santo vescovo venerato a Passau il 7 gennaio, lo stesso giorno del Valentino II di Terni.
  42. ^ Ughelli, e tutti gli autori che dipendono da lui, inseriscono dopo Costantino il vescovo Trasmondo; questi non sarebbe che il duca di Spoleto, Trasamondo II, che, secondo quanto racconta Ughelli, sarebbe stato consacrato vescovo da papa Zaccaria nel 742 e sarebbe vissuto fino al 760. Cappelletti (vol. IV, pp. 517-519) lo esclude dalla sua cronotassi, come pure Gams. Al suo posto inseriscono un vescovo Speo (Spes) documentato da un'iscrizione della basilica di San Valentino.
  43. ^ Così Eubel. Secondo Signorelli (Viterbo nella storia della Chiesa, vol. II, p. 186), Scelloni sarebbe morto vescovo di Viterbo il 5 dicembre 1491.
  44. ^ Nominato arcivescovo titolare di Calcedonia.
  45. ^ Nominato vescovo titolare di Oea.
  46. ^ Pietri, Prosopographie de l'Italie chrétienne (313-604), vol. I, p. 1224. La cronologia tradizionale è tardiva e non documentata; nessuna fonte coeva e nemmeno la passio medievale riportano dati precisi sull'epoca in cui è vissuto, ascrivibile certamente al IV secolo.
  47. ^ Massimo sarebbe l'autore della passio di san Giovenale, databile tuttavia al IX secolo (Lanzoni, p. 403; Pietri, I, p. 1224).
  48. ^ a b Pancrazio I e Ercole sono menzionati rispettivamente come padre e fratello del vescovo narnese Pancrazio II nell'epitaffio di quest'ultimo, che data la sua morte al 5 ottobre 493. L'epitaffio non dice che Pancrazio I e Ercole furono anch'essi vescovi di Narni, come invece hanno creduto gli eruditi locali. Da notare che un vescovo Ercole (o Erculeo) di Otricoli prese parte al concilio romano del 487. Pietri, vol. I, p. 980.
  49. ^ Pietri, Prosopographie de l'Italie chrétienne (313-604), vol. II, p. 1583.
  50. ^ Incerta è l'attribuzione di questo vescovo. Infatti le varianti dei manoscritti del sinodo romano del 499 hanno sia Narniensis che Arniensis (Arna); Thiel, nell'edizione dell'epistolario di papa Simmaco, accetta la variante Narniensis, mentre Mommsen, nell'edizione degli atti conciliari, appoggia la variante Arniensis, tesi sostenuta anche da Lanzoni. Un vescovo Vitaliano, senza indicazione della sede di appartenenza, prese parte al concilio romano di maggio 495; è probabile che sia lo stesso vescovo. Pietri, Prosopographie de l'Italie chrétienne (313-604), vol. II, pp. 2318-2319. Tradizionalmente il suo episcopato viene assegnato agli anni 499-533 (Gams).
  51. ^ Procolo fu un martire, ma non un vescovo. Sbaraglia e Gams lo escludono dalle loro cronotassi; lo stesso martire è menzionato nella cronotassi di Terni. Lanzoni p. 403, Eroli p. 144.
  52. ^ Pietri, Prosopographie de l'Italie chrétienne (313-604), vol. I, pp. 410-411.
  53. ^ Nei suoi Dialoghi, Gregorio Magno parla di un san Giovenale apparso al vescovo di Rieti; si tratta però del santo protovescovo di Narni, che le tradizioni locali trasformano in un vescovo distinto, vissuto nel VI secolo (Lanzoni p. 404, Sbaraglia p. 579, Eroli pp. 146-147, Cappelletti IV p. 548).
  54. ^ Giovanni de Narnia è menzionato in due lettere di papa Pelagio I databili tra settembre e dicembre 558; tradizionalmente però il suo episcopato viene assegnato agli anni 578-591 (Gams), per la confusione tra Pelagio I e Pelagio II. Pietri, Prosopographie de l'Italie chrétienne (313-604), vol. I, p. 1095.
  55. ^ Pietri, Prosopographie de l'Italie chrétienne (313-604), vol. II, p. 1814.
  56. ^ Questo vescovo è storicamente documentato al concilio indetto da papa Martino I nel 649; tradizionalmente si indica il 17 agosto 653 come giorno della sua morte.
  57. ^ Questo vescovo è menzionato da Eroli (p. 149), ma è sconosciuto a tutti gli altri autori.
  58. ^ Eroli p. 150.
  59. ^ Eroli pp. 150-151. Sbaraglia indica il 901 invece del 906.
  60. ^ Giovanni, documentato come vescovo di Narni per la prima volta nel 961, era figlio di Giovanni Episcopo, appellativo che non indicava un titolo, ma un semplice soprannome. A partire da Ughelli (Italia sacra, I, col. 1013) si è creduto che anche il padre fosse stato vescovo di Narni, per cui nelle cronotassi tradizionali si fanno succedere due vescovi di nome Giovanni. Inoltre Ughelli chiama erroneamente il secondo Giovanni, il futuro papa, con il nome di Sergio, cosa che ha portato alcune cronotassi ad inserire con questo nome un ulteriore vescovo narnese. Roland Pauler, Giovanni XIII, Enciclopedia dei Papi, 2000. Id. Giovanni XIII, papa, Dizionario biografico degli italiani, vol. 55, 2001. Schwartz, Die besetzung der bistümer Reichsitaliens unter den sächsischen und salischen kaisern, pp. 284-285.
  61. ^ Prima di Stefano, viene inserito un vescovo di nome Martino, il cui nome tuttavia appare in un falso diploma di papa Leone VIII per l'imperatore Ottone I. Schwartz, Die besetzung der bistümer Reichsitaliens unter den sächsischen und salischen kaisern, p. 285 e nota 1.
  62. ^ Ughelli inserisce questo vescovo, documentato dal 1028 al 1037. Tuttavia, secondo Schwartz (Die besetzung der bistümer Reichsitaliens unter den sächsischen und salischen kaisern, p. 285), Dodone era vescovo di Nocera e non di Norcia.
  63. ^ Secondo Schwartz e altri autori (Cappelletti, Eroli, Sbaraglia), il diploma che menziona questo vescovo è un falso.
  64. ^ a b Schwartz, Die besetzung der bistümer Reichsitaliens unter den sächsischen und salischen kaisern, p. 285.
  65. ^ Schwartz, Die besetzung der bistümer Reichsitaliens unter den sächsischen und salischen kaisern, p. 286.
  66. ^ Gams indica il 1156, mentre altri autori, tra cui Sbaraglia e Cappelletti, il 1157 come anno della consacrazione della cripta della cattedrale di Rieti (il 1º settembre), a cui prese parte il vescovo Pietro.
  67. ^ a b Secondo quanto riporta Cappelletti (vol. IV, pp. 557-558), papa Innocenzo III diresse tre lettere al vescovo di Narni, di cui non è fatto il nome; queste lettere sono datate 1198 e 1214. Cappelletti le attribuisce al vescovo Bonifacio. Tuttavia alcuni autori inseriscono un vescovo di nome Ugolino, che sarebbe documentato nel 1208 (Eroli p. 157-158); questo porterebbe ad attribuire a questo vescovo le lettere del 1214. Secondo Eubel (vol. I, p. 356), la nomina di Giovanni nel 1220 fu dovuta al decesso di Bonifacio, escludendo in questo modo Ugolino.
  68. ^ Gregorio prese parte alla consacrazione della cattedrale di Rieti il 9 settembre 1225.
  69. ^ Eubel II, p. XXXII.
  70. ^ Zelina Zafarana, Bellanti, Francesco, Dizionario biografico degli italiani, vol. 7, 1970.
  71. ^ Eubel Conrad, Hierarchia catholica medii aevi, sive Summorum pontificum..., vol. II, Monasterii 1914, p. 199.
  72. ^ Agostino Borromeo, Cesi Pier Donato, Dizionario biografico degli italiani, vol. 24, 1980.
  73. ^ Così Catholic Hierarchy. Gams (op. cit., p. 707) riporta come data di decesso il mese di novembre 1632, così come Cappelletti (op. cit., p. 566) e Ughelli.
  74. ^ Il 3 marzo 1725 fu nominato vescovo ausiliare di Ostia e vescovo titolare di Castoria.
  75. ^ L'11 dicembre 1905 fu nominato arcivescovo titolare di Nicosia.
  76. ^ Nominato arcivescovo titolare di Laodicea di Siria.
  77. ^ Pietri, Prosopographie de l'Italie chrétienne (313-604), vol. I, p. 987.
  78. ^ Pietri, Prosopographie de l'Italie chrétienne (313-604), vol. I, p. 1382. Ughelli (Italia sacra, I, col. 296), con il nome di Martiniano, lo indica presente al concilio del 484, che Coletti (continuatore di Ughelli) corregge in 487. Gli autori successivi a Ughelli lo segnalano presente ad entrambi i concili; tuttavia nessuna collezione di atti conciliari riporta liste di vescovi per il concilio del 484.
  79. ^ Pietri, Prosopographie de l'Italie chrétienne (313-604), vol. II, pp. 1982-1983. Nei concili del 495 e del 502 è presente un vescovo Sallustio, senza indicazione della sede di appartenenza; la prosopografia dell'Italia in questo periodo esclude tuttavia l'esistenza di altri vescovi di nome Sallustio, per cui è probabile che il vescovo che partecipò a questi due concili sia quello di Amelia. Sallustio è certamente presente al concilio del 499.
  80. ^ a b Vescovo menzionato nella cronotassi nel sito web della diocesi, ma ignoto a tutti gli altri autori.
  81. ^ Ughelli pone Orthodulphus come primo vescovo di Amelia, assegnandoli l'anno 344 senza ulteriori informazioni. Il nome tuttavia rende impossibile la sua assegnazione al IV secolo. Gli autori successivi hanno perciò spostato questo vescovo al IX o al X secolo, correggendo Ughelli in 844 o 944. Cappelletti ritiene di identificare l'anonimo vescovo di Amelia che compare nella Translatio corporis sancti Ymerii a Cremona, avvenuta attorno al 965, con il vescovo Ortodulfo; ma, come scrive Schwartz, questa identificazione è arbitraria.
  82. ^ Schwartz, Die besetzung der bistümer Reichsitaliens unter den sächsischen und salischen kaisern, p. 278.
  83. ^ Mattia Voltaggio, Le più antiche carte della chiesa e ospedale di S. Giacomo de Redere di Amelia (1145-1199), in Scrineum – Rivista 5 (2008), pp. 44-45 (nº 4).
  84. ^ Voltaggio, Le più antiche carte della chiesa e ospedale di S. Giacomo, p. 92 (nº 35) e p. 119 (nº 53).
  85. ^ A questa data prese parte alla consacrazione della basilica di San Lorenzo in Lucina a Roma.
  86. ^ Secondo Eubel, la nomina di Mauro avvenne nel 1286 per le dimissioni di Bartolomeo; Gams pone la nomina di Mauro nel 1280, e dunque nello stesso anno le dimissioni di Bartolomeo.
  87. ^ Fatto prigioniero dai Saraceni, non prese mai possesso della sede campana. Eubel, vol. I, p. 483, nota 6.
  88. ^ Rafael Lazcano, Episcopologio agustiniano, Guadarrama (Madrid), Agustiniana, 2014, vol. I, p. 469.
  89. ^ Lazcano, op. cip., vol. I, pp. 469-470.
  90. ^ Il 12 maggio 1881 fu nominato vescovo titolare di Eumenia.
  91. ^ Nominato vescovo titolare di Sebaste di Palestina.
  92. ^ Dal 2 febbraio 2013 al 21 giugno 2014 fu amministratore apostolico Ernesto Vecchi, già vescovo ausiliare di Bologna.

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