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Corrado I di Svevia

duca di Svevia dal 983 al 997

Corrado I (tra il 915 e il 92020 agosto 997) fu duca di Svevia dal 983 alla morte.

Corrado I di Svevia
Duca di Svevia
In carica983 –
20 agosto 997
PredecessoreOttone I
SuccessoreErmanno II
Nascitatra il 915 e il 920
Morte20 agosto 997
DinastiaCorradinidi
PadreOdo di Wetterau (disputato)
Coniugedisputato
FigliLiutold
Corrado
Ermanno II
Ita
una figlia
Giuditta
Kunizza "Hemma"

Biografia

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La sua nomina a duca segnò per la prima volta il ritorno del dominio dei Corradinidi sulla Svevia dal 948.

Vi è una notevole confusione su Corrado e la sua famiglia. Viene spesso identificato con Cuno di Öhningen[1]. Le identità dei suoi genitori non sono non è certa: certuni studiosi pensano che suo padre sia il conte Udo di Wetterau (†949)[2] e sua madre una figlia sconosciuta di Erberto I di Vermandois[3], forse una certa Cunegonda di Vermandois[2]. Il padre di Udo era Gebeardo di Lotaringia. Essi ebbero diversi figli: oltre a Corrado, ebbero Gebardo († 938), Udo II († 982), Giuditta, che sposò Enrico I di Stade (nonni del cronista e vescovo di Merseburg Titmaro), e Eriberto[2].

Anche l'identità della moglie è oggetto di dibattito: alcuni studiosi pensano che questa fosse Reglint (o Richlind), figlia di Liudolfo di Svevia, e quindi nipote dell'imperatore Ottone I di Sassonia[4], mentre altri studiosi sostengono che sua moglie fosse Giuditta, figlia di Adalberto di Marchtal[5].

Quando il duca di Svevia Ottone I morì inaspettatamente durante la campagna imperiale in Italia del 981-982, non lasciò eredi. Per colmare il posto vacante, l'imperatore Ottone II (che potrebbe essere stato il cognato di Corrado) nominò Corrado duca di Svevia. Egli contrastò, assieme ad altri maggiorenti imperiali, l'ascesa di Enrico II di Baviera, il quale dovette restituire il piccolo Ottone III alla madre e alla nonna[6].

Corrado è noto per essere il primo duca svevo a mantenere il titolo nella cerchia familiare riuscendo a far sì che, dopo la sua morte nel 997, gli succedesse il figlio Ermanno II. Morì nello stesso anno del fratello e conte Eriberto[7].

Con sua moglie, Corrado ebbe i seguenti figli:

  1. ^ e.g. Wolf, 'Wer war Kuno von Öhningen?'; Hlawitschka, Konradiner-Genealogie
  2. ^ a b c Tietmaro, Tavole genealogiche, in Cronaca di Tietmaro, collana Fonti tradotte per la storia dell'Alto Medioevo, traduzione di Matteo Taddei, Pisa University Press, p. 318, ISBN 978-8833390857.
  3. ^ Brandenburg, Die Nachkommen Karls des Großen table 3, VII.9; Schwennicke, Europäische Stammtafeln, table 49.
  4. ^ Wolf, 'Wer war Kuno von Öhningen?'; Jackman, The Konradiner; Fried, 'Prolepsis oder Tod'
  5. ^ Hlawitschka, Konradiner-Genealogie. For an overview see a review by Nat Taylor.
  6. ^ Tietmaro, Libro IV, 4, in Cronaca di Tietmaro, collana Fonti tradotte per la storia dell'Alto Medioevo, traduzione di Matteo Taddei, Pisa University Press, p. 88, ISBN 978-8833390857.
  7. ^ Tietmaro, Libro IV, 60, in Cronaca di Tietmaro, collana Fonti tradotte per la storia dell'Alto Medioevo, traduzione di Matteo Taddei, Pisa University Press, p. 112, ISBN 978-8833390857.

Bibliografia

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  • E. Hlawitschka, Konradiner-Genealogie, unstatthafte Verwandtenehen und spätottonisch-frühsalische Thronbesetzungspraxis. Ein Rückblick auf 25 Jahre Forschungsdisput. (Monumenta Germaniae Historica, Studien und Texte 32) (Hannover, 2003).
  • A. Wolf, 'Wer war Kuno von Öhningen? Überlegungen zum Herzogtum Konrads von Schwaben († 997) und zur Königswahl vom Jahre 1002,' in Deutsches Archiv 36 (1980), 25-85.
  • E. Brandenburg, Die Nachkommen Karls des Großen (1935)
  • D. Schwennicke, Europäische Stammtafeln: Stammtafeln zur Geschichte der Europäischen Staaten, Neue Folge, Band III, Teilband 1 (Marburg, Germany: J. A. Stargardt, 1984), Tafel 49
  • D. C. Jackman: The Konradiner. A Study in Genealogical Methodology (Frankfurt am Main, 1990).
  • J. Fried, 'Prolepsis oder Tod. Methodische und andere Bemerkungen zur Konradiner-Genealogie im 10. und frühen 11. Jahrhundert', in J. Dahlbauer et al., ed., Papstgeschichte und Landesgeschichte. Festschrift für Hermann Jakobs zum 65. Geburtstag (Cologne, 1995).

Collegamenti esterni

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