Christiania
Christiania, nota anche come Città Libera di Christiania (in danese Fristaden Christiania, o semplicemente Staden), è un quartiere di 7 ettari parzialmente autogovernato della città danese di Copenaghen, che ha conseguito uno status semi-legale come comunità indipendente.
Ubicazione
modificaChristiania si trova nel centrale distretto di Christianshavn, uno dei quindici in cui si divide Copenaghen. La stazione della metropolitana più vicina è quella di Christianshavn, sulla grande arteria Knippelsbro Torvegade dalla quale si accede alla strada Prinsessegade, che dopo circa cinquanta metri porta all'ingresso principale di Christiania in Pusher Street.
Il territorio, costeggiato dalle vie Prinsessgade e Refshalevej, si trova lungo un canale che dà verso il porto cittadino e dispone, sul corso d'acqua, di tre bastioni: il Vilhelms Bastion, il Sofie Hedevigs Bastion e l'Ulriks Bastion. Vicino a quest'ultimo baluardo si trova l'isolotto di Kanino, possedimento christianita. La parte meridionale, al di là del canale è una striscia di terra separata dal resto della città da un altro rio.
Il quartiere è accessibile solo attraverso due ingressi principali, e non è permessa l'entrata degli autoveicoli.[1]
Storia
modificaChristiania venne fondata nel 1971, quando un gruppo di hippy occupò una base navale dismessa alle porte della capitale danese, costituita da edifici militari abbandonati. Una delle persone più influenti del gruppo era Jacob Ludvigsen, un provo che pubblicava il giornale anarchico Hovedbladet, che ufficializzò la proclamazione della Città Libera, in danese Fristad. Per anni lo status legale della zona è rimasto in un limbo, mentre il governo danese tentava, senza successo, di espellere gli occupanti. I residenti del borgo, dopo varie vicissitudini, sono riusciti a raggiungere un accordo con il governo danese per il riconoscimento di Christiania come suolo autogestito. La comunità si è basata per decenni sul principio dell'autodeterminazione e della proprietà collettiva. [2]
Al suo interno, famosi sono i negozietti d'artigianato, la centralissima pusher street e i servizi per i cittadini, tutti totalmente autogestiti. Il villaggio danese è conosciuto anche per i suoi edifici colorati, per il divieto di circolazione per le automobili e per la mancanza di forze dell'ordine. Esperimento sociale unico al mondo e attrazione turistica, utopia vivente basata sui principi del rispetto e del libero arbitrio, ovvero sull'ideologia dell'anarco-pacifismo.[3] I kan ikke slå os ihjel (Non potete ucciderci) è l’inno locale.[4]
Attività
modificaPiù di cinquanta collettivi diversi esercitano attività artigianali, culturali, teatrali ecc. Christiania ha il suo asilo, la panetteria, la sauna, la fabbrica di biciclette, la tipografia, la radio libera, laboratori di restauro, il cinema, bar, ristoranti, luoghi di spettacolo.
Rinomata per la sua via principale, la pusher street, dove l'hashish viene venduto in piccoli chioschi. Christiania ha comunque delle regole che vietano le droghe pesanti. Essa è finalmente riuscita, nel maggio del 2011, ad acquistare il proprio territorio dal governo danese e ora i suoi membri dispongono di maggiore libertà esecutiva.
Prospettive future
modificaIl futuro di Christiania rimane incerto, in quanto l'esecutivo danese continua a premere per la sua rimozione[senza fonte].
Gli abitanti contrattaccano con l'umorismo o la perseveranza - ad esempio, quando nel 2002 le autorità chiesero che il commercio di hashish venisse reso meno visibile, le bancarelle vennero coperte con dei teli mimetici. Il 4 gennaio 2004, i banchetti vennero demoliti dagli stessi proprietari (senza per questo cessare il commercio della sostanza, che prosegue su base personale) come un modo per persuadere il governo a permettere che Christiania continui ad esistere.[5]
Il 1º gennaio 2006 la cittadella ha perduto il suo statuto speciale di comunità alternativa. Il 19 maggio 2007, a 36 anni dalla sua nascita la polizia ha distrutto uno dei primi edifici,[6] fatto che ha scatenato un vivo conflitto con le forze dell'ordine.
Il 22 giugno 2011, a quarant'anni dalla fondazione, è stato raggiunto un compromesso con i circa mille residenti. Il modello elaborato dal Ministero della Difesa di Copenaghen prevede infatti il diritto di usufrutto sul quartiere occupato e autogestito (35 ettari), a condizione che gli abitanti acquistino attraverso un fondo l'intero complesso residenziale per 76,2 milioni di corone danesi, l'equivalente di circa 10,2 milioni di euro.[7]
Galleria d'immagini
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Birra locale
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Sportello per acquistare azioni della fondo immobiliare
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Mappa del quartiere
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Pusherstreet
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Le regole di Christiania
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Altre regole di Christiania
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Rockmaskinen
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La caserma militare, l'edificio che oggi rappresenta Christiania
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Opera delirante
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La casa dei vetri
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La casa blu
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Morgenstedet, l'unico ristorante vegano a Christiania
Note
modifica- ^ Lauritsen, pag. 3
- ^ Graziani, pp. 129-131
- ^ Ryan-Dunford-Sellars, pag. 18
- ^ Da una canzone di protesta della rock band danese Bifrost
- ^ Graziani, pag. 132
- ^ (EN) Notizie sul Copenhagen post Archiviato il 18 dicembre 2009 in Internet Archive.
- ^ Articolo sul Corriere della Sera
Bibliografia
modifica- Graziano Graziani, Stati d'eccezione, pp. 129-135, Roma, Edizioni dell'Asino, 2012.
- Pernille W. Lauritsen, Christiania, Copenaghen, Kirsten Corvinius, 2002.
- John Ryan-George Dunford-Simon Sellars, Micronations, pp. 16-21, London, Lonely Planet, 2006.
Voci correlate
modifica- Invasione di terreni o edifici
- Lista delle micronazioni
- Ungdomshuset
- Lukas Graham, cantante del gruppo musicale danese, nato a Christiania.
Altri progetti
modifica- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Christiania
Collegamenti esterni
modifica- Sito ufficiale, su christiania.org.
- (EN) Opere riguardanti Christiania, su Open Library, Internet Archive.
- (DA) Sito ufficiale di Christiania, su christiania.org.
- (DA, EN) Sito web Bevar Christiania (Salva Christiania), su bevarchristiania.dk. URL consultato il 12 novembre 2007 (archiviato dall'url originale il 12 novembre 2007).
Controllo di autorità | VIAF (EN) 145585126 · LCCN (EN) n96044181 · GND (DE) 4096769-4 · BNF (FR) cb125063268 (data) · J9U (EN, HE) 987007540142105171 |
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