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Airport (film)

film del 1970 diretto da George Seaton

Airport è un film del 1970 diretto da George Seaton e tra gli altri interpretato da Burt Lancaster, Dean Martin e George Kennedy; tratto dal romanzo omonimo del 1968 scritto da Arthur Hailey (pubblicato in Italia nel 1970 dall'editore Dall'Oglio), incentrato sugli incontri-scontri di caratteri diversi.

Airport
Burt Lancaster e Jean Seberg in una scena del film
Titolo originaleAirport
Paese di produzioneStati Uniti d'America
Anno1970
Durata137 min
Rapporto2,35:1
Generedrammatico
RegiaGeorge Seaton
SoggettoArthur Hailey
SceneggiaturaGeorge Seaton
ProduttoreRoss Hunter
Casa di produzioneUniversal Pictures, Ross Hunter Productions
FotografiaErnest Laszlo
MontaggioStuart Gilmore
Effetti specialiJames B. Gordon, Don Weed
MusicheAlfred Newman
ScenografiaE. Preston Ames, Alexander Golitzen, Mickey S. Michaels, Jack D. Moore
CostumiEdith Head
TruccoBud Westmore
Interpreti e personaggi
Doppiatori italiani
Logo ufficiale del film

È il primo film di una serie di quattro pellicole: uscirono in seguito Airport '75, Airport '77 e Airport '80.

Sul volo Chicago-Roma c'è un uomo disperato e coperto di debiti, il quale intende far saltare in aria l'aereo affinché la moglie possa riscuotere l'assicurazione sulla vita stipulata in aeroporto. Il comandante Demerest quasi riesce a dissuaderlo ma un passeggero maldestro fa degenerare la trattativa e l'uomo si rinchiude nella toilette e si fa esplodere. Fortunatamente l'esplosione avviene nella coda dell'aereo, limitando così il danno alla zona posteriore, ma la conseguente decompressione creatasi risucchia il dinamitardo fuori dall'aeroplano, una hostess rimane seriamente ferita e alcuni passeggeri accusano contusioni. L'equipaggio mantiene il sangue freddo e riesce a riportare l'aereo danneggiato a Chicago, atterrando malgrado una tempesta di neve su una pista inagibile a causa di un aereo bloccato, liberata all'ultimo istante dal personale di terra.

Produzione

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Nel film si fa largo uso dello split screen, specie nelle scene in cui due o più persone parlano al telefono e nelle comunicazioni tra la torre di controllo e l'aeroplano.

La maggior parte delle riprese è stata eseguita all'Aeroporto Internazionale di Minneapolis-Saint Paul di Minneapolis. A tutt'oggi una targa posta nel terminal recita: "Minnesota's legendary winters attracted Hollywood here in 1969, when portions of the film Airport were shot in the terminal and on the field. The weather remained stubbornly clear, however, forcing the director to use plastic 'snow' to create the appropriate effect" (lett. "I leggendari inverni del Minnesota hanno attirato Hollywood qui nel 1969, quando parti del film Airport sono state girate nel terminal e sul campo. Il tempo è rimasto ostinatamente sereno, tuttavia, costringendo il regista a utilizzare la "neve" di plastica per creare l'effetto appropriato").

Solo un Boeing 707 è stato utilizzato nelle riprese: si trattava del N324F[1], un Boeing 707-349C, affittato dalla Flying Tiger Line. Sulla coda dell'aereo venne aggiunto il logo della compagnia aerea immaginaria "Trans Global Airlines" (TGA).[2]

Il 21 marzo 1989 lo stesso aereo si schiantò mentre stava atterrando all'Aeroporto di San Paolo-Guarulhos di San Paolo del Brasile.[3]

Lancaster e Martin guadagnarono molti soldi da questa produzione poiché entrambi avevano una percentuale sugli incassi del box-office.

L'attrice Jean Seberg, che nel film interpreta Tanya Livingston, dipendente dell'Aeroporto nonché amante del direttore (Burt Lancaster), che aveva avuto da poco una animata discussione con il proprio marito giungendo alla conclusione che avrebbero divorziato, morì suicida nove anni dopo a 40 anni.

Il film vanta ben tre seguiti. In essi l'unico personaggio ricorrente è l'addetto alla manutenzione degli aerei Patroni, interpretato dall'attore George Kennedy in tutti e quattro i capitoli della serie.

In realtà il personaggio di Joe Patroni si evolve nei tre capitoli successivi, diventando via via direttore delle operazioni, consulente ed esperto pilota.

Nel 1979 Ruggero Deodato diresse un epigono italiano del film: Concorde Affaire '79.

Nel 1980 il trio di autori Zucker-Abrahams-Zucker realizzò la parodia L'aereo più pazzo del mondo (Airplane!).

Riconoscimenti

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  1. ^ (EN) N324F N324F, su airliners.net. URL consultato il 21 agosto 2021.
  2. ^ (EN) AIRPORT Vo. Airport, su aeromovies.fr. URL consultato il 21 agosto 2021 (archiviato dall'url originale il 26 ottobre 2020).
  3. ^ (EN) ASN Aircraft accident Boeing 707-349C PT-TCS São Paulo-Guarulhos International Airport, SP (GRU), su Aviation Safety Network. URL consultato il 21 agosto 2021.

Collegamenti esterni

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Controllo di autoritàVIAF (EN181955514 · GND (DE4133919-8