C’è un enigma, ma come si sa forse non soltanto uno, quando si parla del genio rappresentativo del Rinascimento italiano e iniziatore ideale della modernità: si tratta di Leonardo da Vinci, e l’enigma riguarda il suo ritratto.
Di Leonardo, infatti, sappiamo tutto o quasi: molti aspetti della sua vita sono noti, le sue opere sono molto famose fino a diventare vere icone. Tanti però sono i punti oscuri, e frequente è l’analisi simbolica riguardante proprio le sue opere.
Ma com’era effettivamente il volto del genio fiorentino? Quali erano i tratti di colui che ha rappresentato nei suoi dipinti tantissimi volti dai quali faceva emergere l’anima?
Per rispondere a queste domande bisogna tornare al 2008, quando l’ingegnere Gianni Glinni, insieme a suo fratello e allo storico d’arte Nicola Barbatelli, sono stati protagonisti di un fortuito ritrovamento: un dipinto a tempera grassa su pannello (43,9x59,6 cm), ospitato inizialmente al Museo delle Antiche Genti di Lucania a.