ILLIMITATO
Il quadro di HITLER
Tutto è grave, manca l’aria, non c’è speranza, come davanti al plotone d’esecuzione. Ma chi sono i due figuri? E quale presagio li ha impietriti?
C’è un quadro. Ritrae una coppia di mezza età in un momento di grande inquietudine: lui, seduto al tavolino, il volto del disprezzo; lei, in piedi, rassegnata. Sullo sfondo, una fuga di stanze termina su una porta chiusa.
L’opera è stata presentata per la prima volta il 10 ottobre 2017 al Museo della Follia di Salò, parte di un progetto espositivo itinerante che porta la firma di Vittorio Sgarbi. «Nella storia dell’arte», ha spiegato il curatore, «anche prima dei casi clamorosi di Van Gogh e di Ligabue, molti sono gli artisti la cui mente è attraversata dal turbamento, che si esprimono in una lingua visionaria e allucinata. Ognuno di loro ha una storia, una dimensione che non si misura con la realtà, ma con il sogno». Ecco quindi la malattia mentale, lo straniamento, il disordine psichico nelle oltre duecento opere che affollano la mostra, tra struggimento e disperazione. C’è Bacon, c’è Basquiat, ci sono Goya, Ghizzardi e Alessandrini. E c’è l’inquieta coppia del dipinto. L’olio su tela, 40x30, è stato prestato da un collezionista tedesco che ha voluto rimanere anonimo. Le arcate ossessive, la luce bianca, i volti cupi e in
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