The Brogues
The Brogues | |
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Paese d'origine | Stati Uniti |
Genere | Garage rock Blues rock Proto-punk |
Periodo di attività musicale | 1965 – 1967 |
The Brogues erano un gruppo garage rock statunitense formato a Merced, in California, nel 1964. Gran parte della breve carriera del gruppo è stata caratterizzata da melodie distorte di chitarra e voci influenzate dal R&B. Hanno pubblicato due singoli che furono dei successi regionali ed ebbero una breve esistenza. In particolare Annette Tucker e Nancie Mantz scrissero "I Ain't No Miracle Worker", che ora è considerato un classico del genere garage rock. La canzone è anche apparsa in diversi album di compilation ed è stata omaggiata da cover di altri artisti musicali. In Italia il brano ebbe molte cover già dagli anni '60, realizzate da band come i Corvi, The Bats, i Meteors, Gli Evangelisti ed altri[1].
Storia dei Brogues
[modifica | modifica wikitesto]I Brogues si formarono a Merced, in California nel 1964 da Eddie Rodrigues (chitarra), Rick Campbell (organo), Greg Elmore (batteria) e Bill Whittington (basso)[2]. In seguito il gruppo vide l'ingresso del chitarrista Gary Grubb (divenuto poi famoso con i nomi di Gary Cole o Gary Duncan).
La band, che registrò solo sei canzoni nella sua carriera, divenne poi molto nota per il singolo (I Ain't No) Miracle Worker / Don't Shoot Me Down. Tale brano, riproposto anche in Italia nella versione tradotta da Nisa ed interpretata dai Corvi e da i Meteors con il titolo Un ragazzo di strada, rappresenta un classico del proto-punk e del Garage rock; nel 1972 fu incluso in Nuggets: Original Artyfacts from the First Psychedelic Era, 1965-1968, raccolta simbolo del garage rock[3], riedita nel 1998 dalla Rhino Records[4], in edizione espansa come cofanetto di quattro CD[3].
Nella sua versione inglese la canzone fu rifatta da band come The Chocolate Watchband,[2] The Chesterfield Kings e The Barracudas. Nella sua versione italiana il pezzo fu riproposto da artisti come Skiantos, Ivan Cattaneo, Rats, Matia Bazar, Pooh e Vasco Rossi.
Oltre a questo brano la band incise un singolo dal titolo Someday / But Now I Find ed una canzone dal titolo Journey.
Dopo lo scioglimento, il chitarrista e cantante Duncan e il batterista Elmore furono tra i fondatori dei Quicksilver Messenger Service[5].
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Piccolo dizionario delle cover del Bitt allegato a Cesare Rizzi (a cura di), Enciclopedia del rock italiano, Milano, Arcana, 1993, ISBN 8879660225.
- ^ a b Larkin C 'Virgin Encyclopedia of Sixties Music' (Muze UK Ltd, 1997) ISBN 0-7535-0149-X) p76
- ^ a b Nuggets: Original Artyfacts from the First Psychedelic Era 1965-1968 - Various Artists | Songs, Reviews, Credits, Awards | AllMusic
- ^ (EN) dalla scheda di Nuggets: Original Artyfacts from the First Psychedelic Era, 1965-1968 su Ultimate Classic Rock [1]
- ^ (EN) dalla biografia di The Brogues su AllMusic [2].
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Claudio Pescetelli - Una generazione piena di complessi - Editrice Zona, Arezzo, 2006
- Ursus (Salvo D'Urso) - Manifesto beat - Juke Box all'Idrogeno, Torino, 1990
- Enzo Mottola Bang Bang - Il Beat Italiano a colpi di chitarra Bastogi Editrice Italiana, 2008
- Alessio Marino "BEATi voi!" n.9, settembre 2011, Edizioni i libri della Beat boutique 67
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) The Brogues, su AllMusic, All Media Network.
- (EN) The Brogues, su Discogs, Zink Media.
- (EN) The Brogues, su MusicBrainz, MetaBrainz Foundation.
Controllo di autorità | ISNI (EN) 0000 0004 6915 4358 |
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