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Pillio da Medicina

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Pillio da Medicina (Medicina, XII secoloXIII secolo) è stato un insegnante e giurista italiano.

Della sua vita prima di insegnare sappiamo poco: le prime informazioni date dalle proprie note autobiografiche presenti nella Summa in Tres Libri ci dice che trascorse tre anni come insegnante a Bologna[1]. Qui finì l'opera del Libellus disputatorius dove descrive per l'appunto il suo metodo brocardico[2] nel 1175 si trasferì a Modena[1]p, a motivo dei debiti e del clima universitario bolognese troppo rigido. A Modena insegnò il suo metodo in quanto lo preferiva allo studio passivo e metodico delle semplici glosse o summae[2]. A Modena, Pillio da Medicina scrive anche la Summa Cum essem Mutine (trad.: quando ero a Modena), raccolta di quaestiones sui libelli e sulla fase preparatoria della lite e continuò l'opera di glossatore per i Tres Libri (gli ultimi tre libri del Corpus Iuris Civilis, che trattano di tributi, coloni e altri particolari istituti amministrativi) iniziata dal Piacentino[3]. Inserì a Modena come materia di studio anche l'opera dei Libri feudorum[4] e ispirato da questa elaborò anche l'istituto dominio diviso[5] utilizzato nel feudo lombardo:il dominium diretto e il dominium utile. Con buona probabilità insegnò per il resto della sua vita a Modena e morì all'inizio del XIII secolo a Modena o a Bologna.

Il metodo brocardico

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Lo stesso argomento in dettaglio: Brocardo.

Un utilizzo particolare del brocardo (massima giuridica) si riscontra nell'insegnamento di Pillio maestro della scuola di Modena che elaborò nell'opera del Libellus disputatorius, in opposizione al periodo dei grandi glossatori (XII-XIII secolo) il metodo brocardico. Per far apprendere i suoi allievi, i meccanismi e gli strumenti giuridici utilizzava i brocardi prendendo massime dalla compilazione Giustinianea e a questi adduceva degli argomenta o generalia (presi sia dal diritto romano, dal diritto longobardo-franco, nonché dal visigoto), cioè argomentazioni a favore e contro il principio espresso nell'opera giustinianea, da qui avveniva un dibattito su due fronti da una parte pro e dall'altra contro, infine metteva la solutio (soluzione) della controversia[6].

Il dominio diviso

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Pillio sulla base dei suoi studi dei Libri feudorum definisce il feudo lombardo un dominio diviso dove divideva la proprietà del feudo in due sottospecie molto spesso spettanti a persone differenti:

  • Il dominium diretto definisce il diritto del soggetto che aveva la titolarità astratta del bene (il proprietario)
  • Il dominium utile definisce il diritto del soggetto (vassallo o buccellare nella maggior parte dei casi) che aveva il bene semplicemente in godimento ma di cui non era il proprietario.

Da sottolineare che secondo questa teoria non è detto che il dominium diretto e il dominium utile siano di soggetti differenti poiché il proprietario potrebbe benissimo godere della cosa e di conseguenza detenere sia il dominium diretto che quello utile[7].

  • Libellus disputatorius: espone il suo metodo brocardico
  • Summa dei Tres Libri: continuata da quella del Piacentino ma non portata a termine fu comunque utilizzata dagli editori delle summae azzoniane del Corpus Iuris Civilis come silloge[8]
  • Summa Cum essem Mutine
  • Quaestiones Sabatinae, XIII secolo, Città del Vaticano, Biblioteca Apostolica Vaticana, Fondo Vaticano latino, Vat. lat. 7778, ff. 17r-32v, 35v-52v.
    • Quaestiones Sabbatinae, XIV secolo, Città del Vaticano, Biblioteca Apostolica Vaticana, Fondo Borghese, Borgh. 135, ff. 31r-77r.
  • Quaestiones Sabbatinae, recensio III, XIII secolo, Erlangen, Universitätsbibliothek Erlangen-Nürnberg, Handschriften, 345 (antea 160), f. 80r-v.
  • Apparatus ad Libros feudorum, XIII secolo, Tours, Bibliothèque municipale, Fonds manuscrits, Ms. 565, ff. 43-56v.
  • Summa Trium librorum, XIII-XIV secolo, Bamberg, Staatsbibliothek, Handschriften, Msc. Can. 18 (antea P.III.1), ff. 60-64.

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