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Palazzo Arese Borromeo

Coordinate: 45°37′42.78″N 9°08′51.68″E
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Palazzo Arese Borromeo
Facciata
Localizzazione
StatoItalia (bandiera) Italia
LocalitàCesano Maderno
Indirizzovia Borromeo 41
Coordinate45°37′42.78″N 9°08′51.68″E
Informazioni generali
CondizioniIn uso
Costruzione1654–1670 circa
Usocongressi, mostre
Realizzazione
AppaltatoreBartolomeo III Arese
ProprietarioComune di Cesano Maderno
CommittenteBartolomeo III Arese

Palazzo Arese Borromeo è uno storico palazzo nobiliare situato a Cesano Maderno, in provincia di Monza e della Brianza in Lombardia.

I primi cenni storici alla costruzione del palazzo risalgono al 1626, quando Giulio Arese ordinò di abbattere una struttura fortificata posta sui territori della famiglia Arese a Cesano Maderno allo scopo di edificarvi una residenza nobiliare.[1] Fu suo figlio Bartolomeo III a realizzare effettivamente il progetto: l'architetto e le fasi di costruzione sono sconosciuti, ma è certo che il cantiere fu avviato nel 1654 e che alla morte di Bartolomeo III vent'anni dopo i lavori fossero quasi conclusi.[2]

Il palazzo visse i momenti di massimo prestigio a fine Diciassettesimo secolo con Carlo Borromeo Arese;[1] la proprietà passò in seguito di padre in figlio, prima a Giovanni Benedetto, poi a Renato III: a quest'ultimo si devono alcune modifiche al giardino e le decorazioni in stile rococò di diverse stanze.[1] Gli interventi alla dimora s'interruppero con il conte Giberto V e il dominio francese, a seguito del quale la situazione economica della famiglia peggiorò.[1] Nel 1849 il palazzo fu confiscato dagli austriaci e adibito a caserma; dieci anni dopo la guarnigione straniera fu cacciata a seguito di una sommossa e il palazzo, parzialmente danneggiato da un tentativo austriaco di incendiare la costruzione, fu restituito ai Borromeo.[1]

La dimora fu in parte restaurata dopo il 1928 da Guido Borromeo.[1] Gli ultimi residenti furono Renato Borromeo e la sorella Giustina fino al 1970, dopodiché fu acquisito dall'amministrazione comunale insieme ai giardini nel 1987,[1] senza gli arredi originali, trasferiti nel palazzo Borromeo sull'isola Madre.[3]

Dal 2002 al 2009 ha ospitato la facoltà di Filosofia dell'Università Vita-Salute San Raffaele, che vi è tornata tra il 2020 e il 2023,[4] dopodiché parte degli spazi è stata destinata a centro convegni.[5]

Il porticato con i busti dei Cesari e la loggia genovese nel cortile interno.

La struttura centrale di palazzo Arese Borromeo, affacciata a ovest sulla piazza a esedra ispirata ai teatri d'acqua, è di forma quadrangolare, con al centro un cortile.[2] La facciata principale è composta da tre corpi verticali di diversa altezza, con al centro il portale d'ingresso decorato da lesene doriche sovrapposte a bugnato e sormontato da un balcone in ferro battuto.[2]

A sud si trova una torre esagonale costruita sui resti di una precedente risalente al Medioevo e a nord la cappella.[2]

Il lato est del palazzo è invece sormontato dalla loggia genovese a tre doppie campate che affaccia sul giardino all'italiana recintato.[2] Sotto di essa si trova un doppio porticato simile a quello che si attraversa all'ingresso, ma che ospita i busti dei Cesari.[2]

Il pianterreno è occupato dai locali di servizio, a esclusione della sezione orientale dedicata ai locali di rappresentanza quali sala Aurora, mentre il piano superiore ospitava la famiglia Borromeo Arese.[2] Al centro del piano nobile, sopra il portale d'ingresso, si trova il Salone dei fasti romani dedicato ai ricevimenti.[2] Gli affreschi che ne decorano le pareti sono divisi in due fasce: in quella inferiore sono riportati eventi della storia di Roma, re e imperatori, mentre nella fascia superiore sono raffigurati dame e signori che si affacciano da una balaustra.[2]

L'ala nord del piano nobile era riservata alla contessa e alle figlie, e collegata tramite la loggia all'appartamento di Bartolomeo III, a sua volta adiacente alla biblioteca, alla cappella dedicata a san Pietro martire e agli alloggi del figlio Giulio II.[2] A fare da raccordo tra i diversi locali dell'ala sud è la Galleria delle arti liberali.[2]

Trentatré delle sale del palazzo sono decorate da affreschi realizzati da diversi autori quali Ercole Procaccini il Giovane, i fratelli Montalto, Antonio Busca, Giovanni Ghisolfi, Giuseppe Nuvolone e Federico Bianchi, con numerosi riferimenti mitologici.[2]

In un prolungamento dell'ala settentrionale a piano terra è stato ricavato il ninfeo, oltre il quale si estendono le pertinenze organizzate attorno a tre cortili.[2] Queste ultime comprendevano gli alloggi per la servitù, le cucine, le rimesse per le carrozze, le scuderie, i depositi, le dispense e la ghiacciaia,[6] e all'inizio degli anni Novanta sono state vendute dall'amministrazione Borromeo di Milano alla società Brianfin S.p.A., che ha ristrutturato i locali fatiscenti trasformandoli in una struttura alberghiera e centro congressi.[7][8] La ghiacciaia, completamente interrata, è a forma di tronco di cono rovesciato e ricoperta di mattoni a vista; alta 5,6 metri, ha un volume di 210 metri cubi e vi si accede da una porta collocata nella parte alta.[7] Il bacino è circondato da un ambulacro pavimentato di laterizi e con il soffitto a volta, intervallato da una serie di vani per la conservazione del cibo.[9]

Sotto la ghiacciaia, a una profondità di dieci metri, si trova una cantina di 4,40 metri di diametro, a sua volta circondata da un ambulacro a volta di granito nel quale venivano stoccate le botti.[7][10]

I dromedari con alle spalle la vasca e, sullo sfondo, il giardino all'italiana e il palazzo.

Sul lato est del palazzo, su una superficie pianeggiante di circa 10 ettari, si estende il parco recintato, suddiviso tra il giardino all'italiana, con siepi di bosso e delimitato da due viali di tassi e carpini, e i prati a nord.[11] Il giardino all'italiana termina con una vasca circolare e una fontana decorata con uno dei simboli della famiglia Borromeo, il dromedario nel cesto; dietro si estende un bosco di modeste dimensioni con un canale e il Tempietto del fauno, terminando con il portale monumentale che un tempo conduceva al serraglio e alla riserva di caccia.[11] Nel giardino sono presenti numerose statue che rimandano all'antica Roma, mentre all'estremità settentrionale del viale che taglia il parco a metà è collocata un'uccelliera.[11]

Galleria fotografica

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  1. ^ a b c d e f g Ronzoni, pp. 31-32.
  2. ^ a b c d e f g h i j k l m Ronzoni, pp. 33-39.
  3. ^ AA.VV., Palazzo Arese Borromeo, in Bell'Italia, n. 186, Mondadori, ottobre 2001, p. 153, ISSN 0394-7203 (WC · ACNP).
  4. ^ Alessandra Botto Rossa, L'Università Vita Salute San Raffaele torna a Cesano Maderno, su Prima Monza, 11 agosto 2020. URL consultato il 10 novembre 2024.
  5. ^ Palazzo Arese Borromeo sempre più un polo convegnistico di eccellenza e promozione culturale, su MBNews, 23 febbraio 2023. URL consultato il 10 novembre 2024.
  6. ^ Ronzoni, p. 41.
  7. ^ a b c Ronzoni, pp. 45-48.
  8. ^ Ronzoni, p. 67.
  9. ^ Ronzoni, p. 60.
  10. ^ Ronzoni, pp. 61-63.
  11. ^ a b c Ronzoni, p. 70.
  • Domenico Flavio Ronzoni e Ketty Magni, La ghiacciaia di palazzo Arese Borromeo a Cesano Maderno, a cura di Domenico Flavio Ronzoni, collana Tesori di Lombardia, traduzione ridotta in lingua inglese di Anthony Robbins, Missaglia, Bellavite, novembre 2006, ISBN 978-88-7511-067-3.

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