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Polypodium vulgare

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Polypodium vulgare
Polypodium vulgare
Classificazione scientifica
DominioEukaryota
RegnoPlantae
SottoregnoTracheophyta
DivisionePolypodiophyta
ClassePolypodiopsida
SottoclassePolypodiidae
OrdinePolypodiales
FamigliaPolypodiaceae
GenerePolypodium
SpecieP. vulgare
Nomenclatura binomiale
Polypodium vulgare
L.
Sinonimi

Polipodio comune

Nomi comuni

felce dolce, falsa liquirizia,
liquirizia di montagna

Polypodium vulgare L. (felce dolce, polipodio volgare o falsa liquirizia) è una piccola felce della famiglia delle Polypodiaceae.

Polypodium vulgare è una specie allotetraploide, che si ritiene sia nata dal raddoppio cromosomico di un ibrido diploide sterile tra due felci che non sono presenti in Europa: Polypodium sibiricum dell'Asia settentrionale e del Nord America settentrionale e Polypodium glycyrrhiza del Nord America occidentale[1].

Il nome del genere deriva dal greco polys (molti), e podòs (piede), perché ogni foglia sembra indipendentemente ancorata al suolo.

Il nome comune (falsa liquirizia) deriva dal sapore dolciastro del rizoma, simile a quello della liquirizia, usato in fitoterapia come espettorante naturale.

Pianta perenne; rizoma strisciante, di sapore agrodolce (come sopra descritto) con foglie a contorno oblungo-lanceolato, lunghe 20–30 cm, pennate.

I sori, ovvero le strutture riproduttive, si trovano sul lato inferiore delle fronde sono rotondi e portati in due serie, parallele al nervo mediano di ciascun lobo. Hanno un colore variabile dal giallo brillante all'arancione e diventano grigio scuro a maturità. I sori producono le spore tra marzo e settembre.

Vive in rupi ombrose, boschi e luoghi umidi fino a 2050 m.

Il rizoma ha un sapore agrodolce. Tradizionalmente è stato utilizzato in alcuni prodotti dolciari come il torrone per le sue proprietà aromatiche. Viene anche utilizzato come ricreativo, a stregua di caramella, per il suo sapore che ricorda la liquirizia.

Nel 1971, venne scoperta nei rizomi una saponina, l'osladina un dolcificante che suscita una dolcezza relativa 500 volte maggiore dello zucchero (in peso)[2].

Il rizoma essiccato è usato in erboristeria come purgante e vermifugo; queste proprietà sono dovute ai fitoecdisteroidi nel rizoma[3].

Distribuzione

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Il polipodio comune si trova in tutta l'Europa occidentale e in Nord Africa.

In Italia è segnalato in tutte le regioni ad eccezione di Puglia e Sardegna[4][5].

  1. ^ Christopher H. Haufler, Michael D. Windham e Eric W. Rabe, Reticulate Evolution in the Polypodium vulgare Complex, in Systematic Botany, vol. 20, n. 2, 1995-04, pp. 89, DOI:10.2307/2419442. URL consultato il 22 agosto 2022.
  2. ^ (EN) J. Jizba, L. Dolejš e V. Herout, The structure of osladin - the sweet principle of the rhizomes of polypodium vulgare L., in Tetrahedron Letters, vol. 12, n. 18, 1971-01, pp. 1329–1332, DOI:10.1016/S0040-4039(01)96701-2. URL consultato il 22 agosto 2022.
  3. ^ (EN) Francisco Camps, Elisabet Claveria e Josep Coll, Ecdysteroid production in tissue cultures of Polypodium vulgare, in Phytochemistry, vol. 29, n. 12, 1990, pp. 3819–3821, DOI:10.1016/0031-9422(90)85339-H. URL consultato il 22 agosto 2022.
  4. ^ portale flora d'Italia - Polypodium vulgare, su dryades.units.it.
  5. ^ F. Bartolucci, L. Peruzzi e G. Galasso, An updated checklist of the vascular flora native to Italy, in Plant Biosystems - An International Journal Dealing with all Aspects of Plant Biology, vol. 152, n. 2, 4 marzo 2018, pp. 179–303, DOI:10.1080/11263504.2017.1419996. URL consultato il 22 agosto 2022.
  • Maria Luisa Sotti, Maria Teresa della Beffa, Le piante aromatiche. Tutte le specie più diffuse in Italia, Milano, Editoriale Giorgio Mondadori, 1989, ISBN 88-374-1057-3.
  • Giovanni Galetti, Abruzzo in fiore, Edizioni Menabò - Cooperativa Majambiente - 2008

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