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Tour de France

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Disambiguazione – Se stai cercando altri significati, vedi Tour de France (disambigua).
Tour de France
Sport
TipoGara individuale
CategoriaUomini Elite, UCI World Tour
FederazioneUnione Ciclistica Internazionale
PaeseFrancia (bandiera) Francia
OrganizzatoreAmaury Sport Organisation
DirettoreChristian Prudhomme
CadenzaAnnuale
AperturaFine di giugno o primi di luglio
Chiusuraluglio
PartecipantiVariabile
FormulaCorsa a tappe
Sito Internethttp://www.letour.fr/
Storia
Fondazione1903
Numero edizioni111 (al 2024)
DetentoreSlovenia (bandiera) Tadej Pogačar
Record vittorieFrancia (bandiera) Jacques Anquetil
Belgio (bandiera) Eddy Merckx
Francia (bandiera) Bernard Hinault
Spagna (bandiera) Miguel Indurain (5)
Ultima edizioneTour de France 2024
Prossima edizioneTour de France 2025

Il Tour de France (detto anche il Tour o la Grande Boucle) è la maggiore corsa a tappe maschile di ciclismo su strada professionistico, che si svolge annualmente lungo le strade francesi.

Ideato da Henri Desgrange, è il più importante dei tre Grandi Giri e da molti considerato l'evento ciclistico più importante dell'anno[1], nonché uno tra i più importanti avvenimenti sportivi al mondo, parte del calendario professionistico UCI World Tour. A partire dal 1903 la corsa si è svolta ogni anno (risultando il più antico grande Giro), ad eccezione dei periodi della prima e della seconda guerra mondiale, durante il mese di luglio, nell'arco di circa tre settimane e su un percorso ogni volta diverso attraverso la Francia e i paesi confinanti. Mentre il luogo di partenza è in genere ogni volta diverso, l'arrivo è tipicamente a Parigi sugli Champs-Élysées. L'organizzazione della gara è affidata alla Société du Tour de France, una sussidiaria dell'Amaury Sport Organisation, che fa parte del gruppo mediatico de L'Équipe.

Il record di vittorie è condiviso da quattro corridori, ognuno con cinque vittorie: il francese Jacques Anquetil (nel 1957, 1961, 1962, 1963 e 1964), il belga Eddy Merckx (nel 1969, 1970, 1971, 1972 e 1974), il francese Bernard Hinault (nel 1978, 1979, 1981, 1982 e 1985) e lo spagnolo Miguel Indurain dal 1991 al 1995 (l'unico a vincere in cinque anni consecutivi).

Dal 1984 fino al 1993 venne organizzato parallelamente anche un Tour de France femminile, nuovamente istituito a partire dal 2022.

Le origini del Tour

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Giusto Cerutti al Tour de France nel 1928

Le radici del Tour de France possono essere ricondotte all'affare Dreyfus, uno scandalo politico che divise la Francia per molti anni sul finire del XIX secolo riguardo all'innocenza di Alfred Dreyfus, un ufficiale accusato di aver venduto segreti militari alla Germania. Le opinioni si scaldarono e ci furono dimostrazioni da entrambe le parti, come quella che lo storico Eugen Weber chiamò "un'assurda baruffa politica" verificatasi durante una corsa di cavalli a Parigi nel 1899.[2] Tra i manifestanti vi era il Marchese Jules-Albert De Dion, proprietario della De Dion-Bouton, una casa automobilistica francese, che riteneva Dreyfus colpevole.[3] De Dion passò 15 giorni in prigione e fu multato di 100 franchi per il suo ruolo ad Auteuil.[4]

Tale incidente, secondo Weber, fu creato su misura per la stampa sportiva. Il più importante quotidiano sportivo francese era Le Vélo,[5] che vendeva 80.000 copie al giorno.[6] Il suo editore, Pierre Giffard, riteneva Dreyfus innocente e i suoi principali sponsor, tra cui de Dion, non apprezzarono. Quest'ultimo, nel 1900, decise, insieme ad altri antidreyfusardi come Edouard Michelin, di finanziare Henri Desgrange che creò un quotidiano sportivo rivale, L'Auto-Vélo. Visto che Le Vélo era pubblicato su carta verde, Desgrange fece editare il suo su carta gialla (qualche anno più tardi fu proprio da questo colore che nacque la maglia gialla).[7]

Desgrange era un famoso ciclista e possedeva insieme a Victor Goddet il velodromo al Parco dei Principi.[8] De Dion lo conobbe per la sua reputazione nel mondo del ciclismo, attraverso libri e articoli di ciclismo che aveva scritto.

L'Auto-Vélo non ebbe però il successo che i suoi finanziatori speravano. Per trovare una soluzione alla crisi e alle vendite inferiori al giornale rivale, ci fu una riunione il 20 novembre 1902 nella sede del giornale nel quartiere parigino di Montmartre. L'ultimo a parlare fu il più giovane tra loro, il principale giornalista di ciclismo, un ventiseienne chiamato Géo Lefèvre,[9] che Desgrange aveva assunto dal quotidiano rivale.[10] Lefèvre suggerì una gara di sei giorni di ciclismo, attraverso tutta la Francia.[10] Le gare di ciclismo su lunga distanza erano un comune mezzo per vendere più giornali, ma nessun evento della lunghezza che Lefèvre aveva suggerito era mai stato organizzato.

Desgrange in precedenza aveva già tentato di copiare e ricreare corse organizzate dal suo rivale: nel 1901 ripropose, dopo un decennio di assenza, la Parigi-Brest ma la corsa non ottenne l'attenzione del pubblico sperata. Normalmente le più lunghe gare andavano da città a città, come da Bordeaux a Parigi, in un giorno solo. Giffard fu il primo a suggerire una gara che durasse diversi giorni, evento nuovo per il ciclismo ma pratica già diffusa nelle gare automobilistiche. Diversamente da altre gare di ciclismo, sarebbe stata corsa largamente senza battistrada. Se una gara del genere fosse stata organizzata, L'Auto-Vélo avrebbe battuto il quotidiano rivale e probabilmente lo avrebbe fatto anche fallire.[11]

Desgrange era dubbioso ma il direttore finanziario, Victor Goddet, fu entusiasta. Lasciò le chiavi della cassaforte della compagnia a Desgrange e gli disse: "Prendi ciò che ti serve"[12] Il 16 gennaio 1903, Desgrange perse il processo che lo vedeva opposto a le Vélo, e fu costretto a rinominare L'Auto-Vélo in L'Auto. Il ciclismo era lo sport re in Francia e questo cambio di denominazione poteva avere effetti decisivi.[13] Pochi giorni dopo, il 19 gennaio, L'Auto annunciò l'organizzazione della corsa.

Il primo Tour de France

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Tour del 1903

Il primo Tour fu organizzato su cinque tappe, dal 31 maggio al 5 luglio 1903, con partenza e arrivo a Parigi e tappe intermedie a Lione, Marsiglia, Bordeaux e Nantes. Tolosa fu aggiunta in seguito per interrompere la lunga traversata del sud della Francia, dal Mar Mediterraneo all'Oceano Atlantico. Le tappe iniziavano durante la notte e terminavano il pomeriggio successivo, con giorni di riposo per permettere ai ciclisti di recuperare le energie. La durezza della corsa e i costi elevati per molti,[14] portarono a sole 15 iscrizioni. Desgrange, che non era mai stato pienamente convinto, fu vicino ad abbandonare l'idea.[15] Diminuì invece la lunghezza a 19 giorni, cambiando le date dal 1º al 19 luglio, e offrì un assegno quotidiano di cinque franchi a tutti i corridori tra i primi 50 che avevano vinto meno di 200 franchi[15][16] e a chi aveva mantenuto una media di al massimo 20 km/h in tutte le tappe,[17] cifre che un corridore avrebbe guadagnato lavorando una giornata in fabbrica.[18] Diminuì anche il costo dell'iscrizione da 20 a 10 franchi, portò il primo premio a 12000 franchi e il premio per ognuno dei vincitori di tappa a 3000 franchi. Il vincitore avrebbe guadagnato sei volte quello che la maggior parte dei lavoratori percepivano in un anno.[18] Questo portò all'iscrizione di circa 60-80 corridori, tra cui non solo professionisti, ma anche dilettanti, alcuni impiegati e alcuni avventurieri.[9]

Il primo Tour de France partì all'esterno del Café Reveil-Matin all'incrocio tra le vie Melun e Corbeil nel villaggio di Montgeron. Il via fu dato dallo starter Georges Abran alle 3 e 16 nella notte del 1º luglio 1903. L'Auto – che non aveva parlato della corsa sulla sua prima pagina quella mattina[19] – preferì concentrarsi sulla corsa automobilistica Coupe Gordon-Bennett, anche se non sarebbe iniziata che 48 ore dopo. La scelta rifletté non solo il fatto che il Tour era una cosa sconosciuta - solo dopo la fine della prima edizione assunse una reputazione - ma anche i dubbi di Desgrange al riguardo. La sua posizione di editore dipendeva dall'aumento delle vendite che ci sarebbe stato se il Tour avesse avuto successo, ma sia il giornale che i suoi impiegati avrebbero perso molti soldi se ciò non fosse accaduto. Desgrange preferì mantenere le distanze. Non diede il via della corsa e non seguì i corridori. Fu Lefèvre a seguire la corsa in moto e treno. Desgrange mostrò un personale interesse solo quando la corsa sembrava avviata al successo. L'Auto riportò:

Tour del 1906
«Gli uomini sventolarono i loro cappelli, le signore i loro ombrelli. Uno disse che a loro sarebbe piaciuto toccare i muscoli d'acciaio dei campioni più coraggiosi dall'antichità. Chi porterà via il primo premio, entrando nel pantheon dove solamente superuomini possono andare?»[20]

Tra i corridori c'erano il futuro vincitore, Maurice Garin, il suo rivale Hippolyte Aucouturier, il favorito tedesco Josef Fischer, e molti avventurieri tra i quali uno partecipò come "Samson". L'uso di nomi falsi e coloriti non era inusuale. Rifletteva non solo la presunzione e l'audacia dei partecipanti, ma anche lo scandalo che era ancora associato alle gare di ciclismo. La prima gara, da Parigi e Rouen, incluse molti partecipanti con nomi costruiti o semplicemente presentatisi con le iniziali. La prima donna che terminò la corsa fu presentata come "Miss America", anche se non era americana.[senza fonte] La corsa finì alla periferia di Parigi, a Ville d'Avray, all'esterno del "Restaurant du Père Auto", prima di una corsa cerimoniale a Parigi e diversi giri del Parco dei Principi. Garin dominò la gara, vincendo la prima e le ultime due tappe, ad una media di 25,68 km/h. L'ultimo classificato, Arsène Millocheau, terminò a 64h57'08" da lui.

La corsa catturò l'attenzione del pubblico. Le vendite de L'Auto salirono da 25 000 a 65 000;[9] nel 1908 furono 250 000 e durante il Tour del 1923 500 000. Il record fu di 854 000 copie durante il Tour del 1933.[21] Le Vélo invece fallì.

Le crisi e la lotta al doping

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Il Tour de France è stato scosso tre volte dalla morte di un ciclista. Lo spagnolo Francisco Cepeda perse la vita nel 1935, vittima di una spaventosa caduta lungo la discesa del Galibier. Poco prima della vetta del Mont Ventoux, il 13 luglio 1967 morì il ciclista inglese Tommy Simpson, vittima di un micidiale cocktail di anfetamine e alcol e del caldo opprimente. Nel 1995 morì il giovane ciclista italiano e campione olimpico Fabio Casartelli a causa delle ferite riportate nella caduta nella discesa del Col Portet d'Aspet (Pirenei).

Le contestazioni dei tifosi

Durante il Tour del 1998 scoppiò il più grande scandalo di doping della storia del ciclismo, dopo che nella macchina di Willy Voet, responsabile della squadra Festina, fu trovata una grande quantità di sostanze proibite. Il pubblico ministero ordinò numerose perquisizioni negli hotel occupati dalle squadre dei ciclisti. Queste perquisizioni dimostrarono che nella squadra della Festina era ampiamente praticato l'uso di sostanze dopanti e mostrarono anche l'inefficienza dei controlli antidoping, in quanto nessun corridore della Festina era mai risultato positivo a tali test; la squadra fu comunque espulsa. In segno di protesta per tale atmosfera, tutti i corridori tolsero i loro numeri su maglie e bici per una tappa, che risultò senza vincitori, dove il gruppo fece "vincere" la TVM, altra squadra sospettata di doping, che in seguito fu esclusa dalla Boucle.

Il doping tornò alla ribalta nel 2006, quando molti ciclisti coinvolti nell'inchiesta spagnola Operación Puerto furono esclusi dalla Grande Boucle alla vigilia della partenza, tra questi i tre principali pretendenti: Ivan Basso, reduce dalla vittoria al Giro d'Italia, Jan Ullrich, che venne anche licenziato dalla sua squadra, e Aleksandr Vinokurov, il quale non fu direttamente coinvolto nello scandalo ma non poté prendere il via in quanto la sua squadra non fu in grado di schierare il numero minimo di atleti richiesti. La corsa fu vinta da Floyd Landis, ma subito dopo lo statunitense fu trovato positivo e squalificato, cedendo la vittoria allo spagnolo Óscar Pereiro.

Il 25 maggio 2007, il vincitore del Tour del 1996, Bjarne Riis, ammise in una conferenza stampa di aver fatto uso di doping nel periodo in cui vinse la Grande Boucle; per questo motivo la sua vittoria del 1996 fu in un primo momento revocata e poi riconsegnata il 4 luglio del 2008 (perché al momento della confessione il reato era prescritto[22]). Il 24 maggio 2007 anche Erik Zabel ammise di aver usato EPO nelle prime settimane del Tour del 1996.

Fu un anno nero il 2007. Tre ciclisti risultarono positivi ai controlli: Aleksandr Vinokurov (dopo aver vinto due tappe) per una trasfusione, il due volte campione italiano Cristian Moreni per testosterone e il tedesco Patrick Sinkewitz sempre per testosterone ma in un controllo fuori dal Tour. Quest'ultima squalifica portò le tv tedesche ARD e ZDF ad abbandonare la copertura della corsa. Le squadre di Vinokourov (l'Astana) e Moreni (la Cofidis) si ritirarono in blocco. Inoltre Michael Rasmussen, mentre era in maglia gialla a pochi giorni dalla conclusione della gara, venne prima escluso dalla sua nazionale per le Olimpiadi, poi cacciato dalla propria squadra (la Rabobank) e infine espulso dalla corsa per aver mentito sulla sua reperibilità per i test antidoping. A incastrarlo fu, involontariamente, il commentatore RAI Davide Cassani, che durante una telecronaca raccontò di averlo incontrato mentre si allenava in Italia, senza sapere che Rasmussen in quello stesso periodo aveva detto alla propria squadra di trovarsi in Messico.

Al Tour 2008, fu trovato positivo Riccardo Riccò, vincitore di due tappe e maglia bianca; la squadra abbandonò il Tour e licenziò il ciclista, insieme con Leonardo Piepoli. Nel 2009 invece, Alejandro Valverde fu costretto a rinunciare alla Boucle: implicato nell'Operación Puerto, gli era stato precluso per due anni dalla procura antidoping del CONI di prendere parte alle corse che si svolgevano in Italia e il Tour di tale anno attraversava in parte il paese, precisamente la Valle d'Aosta.

Infine il 24 agosto 2012 scoppiò lo scandalo relativo a Lance Armstrong, vincitore del Tour per sette volte, dal 1999 al 2005, che si vide annullare tutte le vittorie per doping dalla USADA. I risultati dell'inchiesta sul ciclista statunitense e su altri suoi compagni di squadra, tra cui Levi Leipheimer, furono accolti dall'UCI, che il 26 ottobre 2012 confermò le squalifiche inflitte dall'agenzia antidoping statunitense, stabilendo inoltre la non alterabilità delle classifiche generali inerenti al periodo 1998-2005.[23] Il 17 gennaio 2013 il ciclista confessò pubblicamente di aver fatto uso di sostanze dopanti nella trasmissione TV di Oprah Winfrey.

Maglia gialla in esposizione

Desgrange e il suo Tour inventarono le gare a tappe di ciclismo.[24] Desgrange sperimentò prima la classifica per tempo impiegato,[25] poi dal 1906 al 1912 per punti guadagnati in base alla posizione al termine di ogni tappa.[26][27]

Il suo sogno era una gara a partecipazione individuale. Invitò delle squadre, ma vietò ai loro membri di collaborare tra loro. Successivamente gestì il Tour in altro modo, come una grande cronometro a squadre, con le squadre che partivano separate e i corridori che collaboravano tra loro. Inizialmente permise ai corridori che cadevano di continuare a correre il giorno successivo, gareggiando per i premi giornalieri ma non per quello finale. Permise anche alle squadre che perdevano dei corridori negli anni in cui il Tour si correva come una cronometro a squadre di sostituirli con rimpiazzi freschi.

Condusse soprattutto una campagna contro gli sponsor, come le fabbriche di biciclette, che secondo lui stavano minando lo spirito individualista del Tour.

Touriste-routiers e squadre regionali

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Il primo Tour fu aperto a chiunque volesse parteciparvi. Molti corridori facevano parte di squadre, mentre i partecipanti singoli venivano chiamati touriste-routiers - turisti della strada - e fu permesso loro di parteciparvi anche senza fare domanda agli organizzatori. Alcuni dei più rappresentativi partecipanti al Tour erano "touriste-routiers". Uno di essi ogni giorno, dopo aver terminato la tappa, offriva esibizioni acrobatiche nelle strade per guadagnare i soldi per l'hotel.

Non ci fu più posto per i partecipanti individuali nei Tour dopo il 1930, così Desgrange creò delle squadre regionali, generalmente provenienti dalla Francia, che permettevano di partecipare ai corridori che non avevano altri metodi per qualificarsi. Molti dei "touriste-routiers" non parteciparono più, ma alcuni furono inclusi nelle squadre regionali.

Squadre nazionali

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Plotone in una tappa pianeggiante del Tour 2005

Il primo Tour fu riservato ai partecipanti individuali e ai membri delle squadre sponsorizzate. C'erano due classifiche, una per i migliori e una per gli altri, con regole differenti.[28] Dalla fine degli anni 20, Desgrange non credeva di riuscire a sconfiggere le tattiche sottobanco delle fabbriche di biciclette.[29][30] Quando la squadra Alcyon fece vincere Maurice Dewaele nonostante fosse malato,[31] disse "La mia corsa è stata vinta da un cadavere" e nel 1930 ammise solo squadre rappresentate da corridori di un Paese o regione.[31][32]

Squadre nazionali si contesero la vittoria al Tour fino al 1961.[33] Le squadre erano di dimensioni differenti: alcune nazioni avevano più di una squadra e altre erano unioni tra nazioni diverse per raggiungere il numero di corridori per partecipare. Le squadre nazionali catturavano l'attenzione del pubblico ma avevano un problema: molti corridori che vi facevano parte gareggiavano in squadre rivali durante il resto della stagione. La lealtà dei corridori era spesso discutibile, sia all'interno che tra le squadre.

Ritorno alle squadre di club

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I corridori delle squadre nazionali vestivano i colori della loro nazione e vi era una piccola scritta sul torace che indicava la squadra per cui correvano normalmente. Gli sponsor erano contrari a lasciare i loro corridori nell'anonimato per la più importante gara dell'anno e la situazione divenne critica all'inizio degli anni 60. La vendita di biciclette era scesa e molti produttori avevano chiuso.[34] Secondo gli sponsor, si rischiava che le industrie fallissero se non avessero potuto pubblicizzarsi al Tour de France.

Il Tour ritornò alle squadre di club nel 1962,[35] con diversi problemi. Il doping diventò un problema e furono introdotti i test per i corridori, che decisero di scioperare vicino a Bordeaux nel 1966[36][37] e gli organizzatori sospettarono che fossero stati gli sponsor a deciderlo. Il Tour tornò dunque a squadre nazionali nel 1967 e nel 1968[38] come "esperimento"[39]

Tornò di nuovo alle squadre di club nel 1969[40] con la suggestione che le squadre nazionali potessero tornare in pochi anni. Non accadde più.

Organizzatori

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Monumento in onore a Jacques Goddet sulla cima del Tourmalet

Il primo organizzatore fu Henri Desgrange, anche se fu Lefèvre a seguire la corsa nel 1903, in moto e treno. Nel 1936 Desgrange fu operato alla prostata - due operazioni erano necessarie all'epoca - e il Tour doveva essere disputato tra queste. Riuscì a persuadere il suo chirurgo a lasciargli seguire la gara.[41] Il secondo giorno fu estremamente provante, giunto febbricitante a Charleville, si ritirò nel suo castello a Beauvallon. Morì nella sua casa sulla costa del Mediterraneo il 16 agosto 1940.[41] L'organizzazione passò nelle mani di Jacques Goddet.[42]

La seconda guerra mondiale interruppe il Tour. La "German Propaganda Staffel" voleva fosse corso e offrì delle facilitazioni altrimenti negate, nella speranza di mantenere un senso di normalità.[41][43] Offrirono di aprire i confini della Francia occupata al nord e la Francia di Vichy nel sud, ma Goddet rifiutò.[41][44]

Nel 1944, L'Auto fu chiuso – le sue porte vennero inchiodate – e tutti i suoi possedimenti, incluso il Tour, furono sequestrati dallo Stato per aver pubblicato articoli vicini ai tedeschi.[45] I diritti sul Tour furono quindi gestiti dal governo. A Jacques Goddet fu permesso di pubblicare un altro quotidiano di sport, L'Équipe, ma c'era un candidato rivale nell'organizzazione del Tour: un consorzio di Sports e Miroir Sprint. Ognuno organizzò una propria corsa. L'Équipe e Le Parisien Libéré presentarono "La Course du Tour de France"[46] mentre Sports e Miroir Sprint "La Ronde de France". Entrambi prevedevano cinque tappe, la lunghezza massima concessa dal governo a causa delle poche risorse disponibili.[47] La corsa de L'Équipe fu meglio organizzata e attrasse di più il pubblico, in quanto presentava squadre nazionali, che avevano avuto grande successo prima della guerra, quando i ciclisti francesi erano i più forti. A L'Équipe furono assegnati i diritti per organizzare il Tour de France 1947.[41]

Henri Desgrange nel 1892

I finanziatori de L'Équipe non appoggiarono l'organizzazione e Goddet accettò un'offerta di Émilion Amaury.[41] Amaury era un magnate dell'editoria e la sua condizione era che il suo editore sportivo, Félix Lévitan, avrebbe dovuto affiancare Goddet per il Tour.[41] I due lavorarono insieme, Goddet gestendo il lato sportivo e Lévitan quello finanziario.

Lévitan iniziò a reclutare degli sponsor, accettando qualche volta premi in generi se non potevano dare denaro.[48] Introdusse il traguardo sugli Champs-Élysées nel 1975. Lasciò il Tour il 17 marzo 1987 dopo le perdite legate al Tour of America, nel quale fu coinvolto. L'accusa era di essere stato finanziato dal Tour de France.[41] Lévitan proclamò la sua innocenza, ma la serratura del suo ufficio fu cambiata e il suo lavoro terminò.[41] Goddet si ritirò l'anno successivo. Furono rimpiazzati da un venditore di cognac, Jean-François Naquet-Radiguet, e l'anno successivo da Jean-Marie Leblanc. Il commentatore televisivo Christian Prudhomme - che commentava Tour e altri eventi — rimpiazzò Leblanc nel 2005, dopo averlo assistito per due anni.

Prudhomme lavora per la Société du Tour de France, una sussidiaria della Amaury Sport Organisation (ASO), che è parte del gruppo che possiede L'Équipe. Impiega circa 70 persone a tempo pieno, in un ufficio vicino ma non connesso a L'Équipe nell'area di Issy-les-Moulineaux nella periferia ovest di Parigi. Il numero di impiegati aumenta a circa 220 durante il periodo della corsa, senza includere 500 lavoratori a contratto per preparare il percorso delle tappe.[49]

Christian Prudhomme, attuale direttore del Tour

Gli organizzatori:

Come in tutte le corse a tappe, il massimo obiettivo al Tour de France è la vittoria della classifica generale; Esistono comunque altre quattro classifiche accessorie, tre individuali (a punti, montagna, per il miglior giovane) e una a tempi riservata alle squadre. Il leader di ognuna delle classifiche individuali veste una maglia distintiva, diversa per ogni classifica. Un corridore che guida più di una classifica veste la maglia più prestigiosa, mentre il secondo della classifica minore indossa la maglia subordinata.

Classifica generale

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Lo stesso argomento in dettaglio: Classifica generale (Tour de France).
Maglia gialla

Il leader della classifica generale indossa la prestigiosa maglia gialla (maillot jaune).

Il vincitore del primo Tour non indossò una maglia gialla ma un bracciale verde.[9] La prima maglia gialla fu indossata formalmente da Eugène Christophe, il 19 luglio 1919.[50] Nonostante questo, il corridore belga Philippe Thys, che vinse nel 1913, 1914 e 1920, ricordò nella rivista belga Champions et Vedettes che gli venne data una maglia gialla nel 1913 quando Henri Desgrange gli chiese di indossare una maglia colorata. Thys declinò, dicendo che renderlo più visibile avrebbe incoraggiato gli altri corridori ad attaccarlo.[9][51]

Il primo corridore a indossare la maglia gialla dall'inizio alla fine della corsa fu l'italiano Ottavio Bottecchia nel 1924.[52] La prima azienda che sponsorizzò la maglia e assegnò un premio giornaliero al corridore che l'indossava fu la "Sofil", produttrice di lana, nel 1948.[53] Nel Tour de France 1929 ci furono tre corridori a vestire la maglia contemporaneamente, Nicolas Frantz, André Leducq e Victor Fontan; questo dal momento che i tre avevano lo stesso tempo e non vi erano regole per classificarli.[53] Eddy Merckx è il ciclista che ha portato questa maglia più volte, per ben 96 frazioni (tappe e semitappe).

Classifica a punti

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Lo stesso argomento in dettaglio: Classifica a punti (Tour de France).
Maglia verde

Il leader della classifica a punti indossa la maglia verde (maillot vert). Alla fine di ogni tappa, ai primi corridori giunti sul traguardo vengono assegnati dei punti in base al piazzamento; vengono assegnati punti anche nei cosiddetti "traguardi intermedi", traguardi inseriti intorno a metà percorso di ciascuna frazione in linea. I traguardi vengono suddivisi in cinque tipologie – traguardi intermedi, traguardi finali di tappe pianeggianti, accidentate o di montagna, traguardi finali delle cronometro individuali – e ogni tipologia prevede l'assegnazione di un determinato numero di punti per ciascun piazzato: nella fattispecie il numero dei punti assegnati è maggiore nelle tappe pianeggianti, al fine di premiare i velocisti, e minore nelle tappe montuose.

In caso di arrivo a pari merito, il numero di tappe vinte determina chi indosserà la maglia verde, poi il numero di traguardi intermedi vinti e infine la posizione nella classifica generale. La classifica a punti venne introdotta nel 1953, per ricordare il cinquantesimo anniversario dalla prima edizione; la graduatoria venne denominata Grand Prix du Cinquentenaire e vinta dallo svizzero Fritz Schär. Il primo sponsor fu "La Belle Jardinière", quello attuale è "Pari Mutuel Urbain", una compagnia di scommesse.[54]

Peter Sagan ha il record di successi, avendo indossato per sette volte questa maglia all'arrivo a Parigi, record in precedenza appartenuto al tedesco Erik Zabel (sei volte).

Classifica degli scalatori

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Lo stesso argomento in dettaglio: Classifica scalatori (Tour de France).
Maglia a pois

Il leader della classifica degli scalatori veste la maglia bianca con pois rossi (maillot à pois rouges). Sulla vetta delle colline e delle montagne percorse sono in genere posti dei traguardi intermedi in cui ai primi a transitare vengono assegnati dei punti in base al piazzamento. I traguardi sono suddivisi in cinque tipologie, Hors Catégorie ("fuori categoria"), prima, seconda, terza e quarta categoria, a seconda della difficoltà della salita di accesso. La difficoltà è stabilita in base alla ripidezza dell'ascesa, della sua lunghezza e della sua posizione lungo la frazione. Vengono quindi assegnati più punti sui traguardi di Hors Catégorie, meno su quelli di quarta categoria. Peraltro, se una tappa si conclude con un traguardo Hors Catégorie, i punti su quel traguardo vengono raddoppiati.

Il miglior scalatore fu eletto per la prima volta nel 1933, ma i premi vennero assegnati a partire dall'edizione successiva, mentre la maglia a pois fu introdotta nel 1975.[54] La particolare cromia venne imposta dallo sponsor dell'epoca, l'azienda di cioccolato Poulain. Il francese Richard Virenque ha vinto questa speciale classifica sette volte, seguito dallo spagnolo Federico Bahamontes e il belga Lucien Van Impe con sei successi a testa.

Classifica dei giovani

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Lo stesso argomento in dettaglio: Classifica giovani (Tour de France).

Il leader della classifica riservata ai giovani indossa la maglia bianca (maillot blanc). Si tratta di una classifica a tempi, sul modello della classifica generale, in cui però concorrono soltanto i ciclisti aventi un'età minore di 25 anni il 1º gennaio dell'anno in cui si tiene la corsa.

Classifica a squadre

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Lo stesso argomento in dettaglio: Classifica a squadre (Tour de France).

I ciclisti appartenenti al team leader nella classifica a squadre indossano un dorsale con il numero di gara stampato in nero su giallo (dossard jaune). La graduatoria viene calcolata sommando il tempo dei tre migliori ciclisti di una squadra in ogni tappa e cumulandolo con il tempo fino alla tappa precedente. Non vi è mai stata una maglia particolare, ma dal 2006 i ciclisti della squadra leader vestono un numero stampato su fondo giallo, e il casco giallo. Questa classifica esiste sin dalla prima edizione e la squadra con più successi è la Alcyon, che la vinse dal 1909 al 1912 e dal 1927 al 1929. Le migliori squadre nazionali sono Francia e Belgio, con 10 vittorie ciascuna.[54]

Premio della combattività

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Lo stesso argomento in dettaglio: Premio della Combattività (Tour de France).

Dal 2023 il ciclista più combattivo di ogni tappa indossa, il giorno seguente, un dorsale con il numero di gara stampato in nero su beige (dossard beige); dal 1998 al 2022 indossava un dorsale con il numero di gara stampato in bianco su rosso (dossard rouge). Il premio va quotidianamente al corridore più attivo della tappa, a colui che quel giorno si è distinto per la tenacia e la generosità, di solito tra quelli che tentano, e animano, le fughe. Non viene assegnato nelle tappe a cronometro. Un premio finale, quello di Supercombattivo, va anche al corridore più aggressivo di tutto il Tour.

Il trofeo venne assegnato per la prima volta nel 1956, e fino al 2002 venne organizzato nella forma di classifica. Dal 2003 è una giuria specializzata composta da otto membri a determinare quotidianamente i vincitori. Già nel 1908, comunque, venne assegnato una sorta di premio della combattività, quando Sports Populaires e L'Education Physique crearono Le Prix du Courage, 100 franchi e una medaglia d'argento per «il corridore che ha finito la corsa, anche se non piazzato, che si è particolarmente distinto per le energie spese».[52][55]

Classifiche non più in uso

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Classifica degli sprint intermedi

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Lo stesso argomento in dettaglio: Classifica sprint (Tour de France).

Dal 1966 al 1989 venne stilata la classifica degli sprint intermedi. In ogni tappa venivano assegnati punti ai tre ciclisti che per primi transitavano sui traguardi intermedi; questi sprint assegnavano anche punti per la classifica a punti e bonus per la graduatoria generale. Introdotta nel 1966 come classifica dei "punti caldi", venne abolita nel 1989 e accorpata nella classifica a punti.[56] Il simbolo distintivo del leader, la maglia rossa (maillot rouge), venne assegnato per sei edizioni, dal 1984 al 1989.

Classifica combinata

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Lo stesso argomento in dettaglio: Classifica combinata (Tour de France).

Dal 1968 al 1974, dal 1980 al 1982 e dal 1985 al 1989 venne stilata anche una classifica combinata, assegnata in base ad un sistema che tramutava in punti il piazzamento di ciascun corridore nelle altre classifiche (generale, a punti, scalatori e, dal 1984 al 1989, anche sprint). Il leader risultava essere il ciclista la cui somma dei punti era minore; questi vestiva inizialmente una maglia bianca, poi, dal 1985 al 1989, una maglia multicolore (maillot combiné), il cui design era un patchwork con aree colorate a rappresentare la livrea di ognuna delle altre quattro maglie.

Esempio di percorso del Tour (1953)

Il Tour in origine percorreva il perimetro della Francia, con tappe molto lunghe, che si sviluppavano anche in notturna; tuttavia già della seconda edizione, del 1904, le tappe notturne furono abbandonate poiché si verificarono continui brogli, visto che i giudici di gara non riuscivano a vedere i corridori, i quali molto spesso si avvantaggiavano mediante uso di treni.[57] Questa decisione ridusse la distanza di ogni tappa e quella totale, ma la caratteristica fondamentale rimase la resistenza. Desgrange disse che la sua corsa ideale era talmente dura che un solo corridore sarebbe dovuto arrivare a Parigi.[58]

Dalla forma che il percorso assume, una specie di grande ricciolo che gira attorno al paese fino a giungere a Parigi, è nato il soprannome di Grande Boucle (Grande Ricciolo). Negli anni '60, un susseguirsi di scandali legati al doping, culminati nella morte di Tom Simpson nel 1967, indisse l'Union Cycliste Internationale a limitare le distanze parziali e totale e introdurre dei giorni di riposo. Divenne poi impossibile seguire la linea di frontiera e il percorso aumentò gli zig-zag attraverso il paese. Il Tour moderno ha 21 tappe, interrotte da due giorni di riposo, per un totale di 3 000-4000 km. Il più corto fu quello del 1904 con 2420 km, il più lungo quello del 1926 con 5745 km. L'itinerario e i luoghi sede di tappa cambiano di anno in anno, con unica eccezione Parigi dove sugli Champs-Élysées, dal 1975 è situato il traguardo. Già dalle prime edizioni, ci sono state tappe che hanno sconfinato oltre i confini della Francia e dal 1954 il Tour qualche volta è addirittura iniziato all'estero (finora in Germania, Spagna, Belgio, Svizzera, Paesi Bassi, Inghilterra, Lussemburgo, Irlanda, Monaco, Danimarca, Italia).

Il profilo dell'Alpe d'Huez, salita storica del Tour.
Le singole voci sono elencate nella Categoria:Salite ciclistiche in Francia.

La corsa si decide spesso nelle tappe di montagna, anche se non mancano tradizionalmente lunghe tappe a cronometro. Alcuni passi e vette su cui spesso passa il Tour hanno acquisito nel corso degli anni un fascino quasi mitico sulle Alpi e sui Pirenei che sono punti fissi del Tour e a volte anche sul Massiccio Centrale e sui Vosgi.

Alcune tra le montagne più famose del Tour sono il Colle del Tourmalet (2.114 m sui Pirenei) che nell'anno 1910 fu la prima alta montagna ad essere scalata, il Colle del Galibier (2.645 m nelle Alpi) inserito nella corsa l'anno successivo, il Colle dell'Izoard (2.361 m nelle Alpi) e il mont Ventoux (1.909 m in Provenza) nel cui paesaggio calcareo e desolato il Tour passò per la prima volta nel 1951.

Il Mont Ventoux

A queste montagne bisogna aggiungere il Puy de Dôme e la scalata alla stazione di sci alpino dell'Alpe d'Huez i cui leggendari 21 tornanti, ciascuno dei quali è dedicato ad un ciclista vincitore su quella montagna, portano al traguardo a 1.850 metri, affrontata per la prima volta nel 1952 e quasi sempre presente dal 1976, il Colle della Madeleine.

Altri passi e salite importanti sono il Col de l'Iseran, il Colle dell'Agnello, il Colle e la Cima della Bonette (punto più elevato mai raggiunto dalla competizione[59]), il Colle della Maddalena, il Col de Vars, il Col de Joux Plane, la salita di Courchevel sulle Alpi, il Col de Peyresourde, il Colle d'Aubisque, il Col d'Aspin, il Col de Portet d'Aspet, la salita di Lourdes-Hautacam e la salita di Andorra-Arcalís sui Pirenei.

Aggiornato all'edizione 2024.[60]

Jonas VingegaardTadej PogačarEgan BernalGeraint ThomasVincenzo NibaliChris FroomeBradley WigginsCadel EvansAndy SchleckCarlos SastreAlberto ContadorÓscar PereiroMarco PantaniJan UllrichBjarne RiisMiguel InduráinPedro DelgadoStephen RocheGreg LeMondLaurent FignonJoop ZoetemelkBernard HinaultLucien van ImpeBernard ThévenetLuis OcañaEddy MerckxJan JanssenRoger PingeonLucien AimarFelice GimondiGastone NenciniFederico BahamontesCharly GaulJacques AnquetilRoger WalkowiakLouison BobetHugo KobletFerdinand KublerFausto CoppiJean RobicSeconda guerra mondialeGino BartaliRoger LapébieSylvère MaesRomain MaesGeorges SpeicherAntonin MagneAndré LeducqMaurice de WaeleNicolas FrantzLucien BuysseOttavio BottecchiaHenri PélissierLéon ScieurFirmin LambotPrima guerra mondialePhilippe ThysOdile DefrayeGustave GarrigouOctave LapizeFrançois FaberLucien Petit-BretonRené PottierLouis TrousselierHenri CornetMaurice Garin
Anno Vincitore Secondo Terzo
1903 Francia (bandiera) Maurice Garin Francia (bandiera) Lucien Pothier Francia (bandiera) Fernand Augereau
1904 Francia (bandiera) Henri Cornet Francia (bandiera) Jean-Baptiste Dortignacq Belgio (bandiera) Aloïs Catteau
1905 Francia (bandiera) Louis Trousselier Francia (bandiera) Hippolyte Aucouturier Francia (bandiera) Jean-Baptiste Dortignacq
1906 Francia (bandiera) René Pottier Francia (bandiera) Georges Passerieu Francia (bandiera) Louis Trousselier
1907 Francia (bandiera) Lucien Petit-Breton Francia (bandiera) Gustave Garrigou Francia (bandiera) Émile Georget
1908 Francia (bandiera) Lucien Petit-Breton Lussemburgo (bandiera) François Faber Francia (bandiera) Georges Passerieu
1909 Lussemburgo (bandiera) François Faber Francia (bandiera) Gustave Garrigou Francia (bandiera) Jean Alavoine
1910 Francia (bandiera) Octave Lapize Lussemburgo (bandiera) François Faber Francia (bandiera) Gustave Garrigou
1911 Francia (bandiera) Gustave Garrigou Francia (bandiera) Paul Duboc Francia (bandiera) Émile Georget
1912 Belgio (bandiera) Odile Defraye Francia (bandiera) Eugène Christophe Francia (bandiera) Gustave Garrigou
1913 Belgio (bandiera) Philippe Thys Francia (bandiera) Gustave Garrigou Belgio (bandiera) Marcel Buysse
1914 Belgio (bandiera) Philippe Thys Francia (bandiera) Henri Pélissier Francia (bandiera) Jean Alavoine
1915-1918 Non disputato a causa della prima guerra mondiale
1919 Belgio (bandiera) Firmin Lambot Francia (bandiera) Jean Alavoine Francia (bandiera) Eugène Christophe
1920 Belgio (bandiera) Philippe Thys Belgio (bandiera) Hector Heusghem Belgio (bandiera) Firmin Lambot
1921 Belgio (bandiera) Léon Scieur Belgio (bandiera) Hector Heusghem Francia (bandiera) Honoré Barthélémy
1922 Belgio (bandiera) Firmin Lambot Francia (bandiera) Jean Alavoine Belgio (bandiera) Félix Sellier
1923 Francia (bandiera) Henri Pélissier Italia (bandiera) Ottavio Bottecchia Francia (bandiera) Romain Bellenger
1924 Italia (bandiera) Ottavio Bottecchia Lussemburgo (bandiera) Nicolas Frantz Belgio (bandiera) Lucien Buysse
1925 Italia (bandiera) Ottavio Bottecchia Belgio (bandiera) Lucien Buysse Italia (bandiera) Bartolomeo Aymo
1926 Belgio (bandiera) Lucien Buysse Lussemburgo (bandiera) Nicolas Frantz Italia (bandiera) Bartolomeo Aymo
1927 Lussemburgo (bandiera) Nicolas Frantz Belgio (bandiera) Maurice Dewaele Belgio (bandiera) Julien Vervaecke
1928 Lussemburgo (bandiera) Nicolas Frantz Francia (bandiera) André Leducq Belgio (bandiera) Maurice Dewaele
1929 Belgio (bandiera) Maurice Dewaele Italia (bandiera) Giuseppe Pancera Belgio (bandiera) Jef Demuysere
1930 Francia (bandiera) André Leducq Italia (bandiera) Learco Guerra Francia (bandiera) Antonin Magne
1931 Francia (bandiera) Antonin Magne Belgio (bandiera) Jef Demuysere Italia (bandiera) Antonio Pesenti
1932 Francia (bandiera) André Leducq Germania (bandiera) Kurt Stöpel Italia (bandiera) Francesco Camusso
1933 Francia (bandiera) Georges Speicher Italia (bandiera) Learco Guerra Italia (bandiera) Giuseppe Martano
1934 Francia (bandiera) Antonin Magne Italia (bandiera) Giuseppe Martano Francia (bandiera) Roger Lapébie
1935 Belgio (bandiera) Romain Maes Italia (bandiera) Ambrogio Morelli Belgio (bandiera) Félicien Vervaecke
1936 Belgio (bandiera) Sylvère Maes Francia (bandiera) Antonin Magne Belgio (bandiera) Félicien Vervaecke
1937 Francia (bandiera) Roger Lapébie Italia (bandiera) Mario Vicini Svizzera (bandiera) Leo Amberg
1938 Italia (bandiera) Gino Bartali Belgio (bandiera) Félicien Vervaecke Francia (bandiera) Victor Cosson
1939 Belgio (bandiera) Sylvère Maes Francia (bandiera) René Vietto Belgio (bandiera) Lucien Vlaemynck
1940-1946 Non disputato a causa della seconda guerra mondiale
1947 Francia (bandiera) Jean Robic Francia (bandiera) Edouard Fachleitner Italia (bandiera) Pierre Brambilla
1948 Italia (bandiera) Gino Bartali Belgio (bandiera) Alberic Schotte Francia (bandiera) Guy Lapébie
1949 Italia (bandiera) Fausto Coppi Italia (bandiera) Gino Bartali Francia (bandiera) Jacques Marinelli
1950 Svizzera (bandiera) Ferdi Kübler Belgio (bandiera) Stan Ockers Francia (bandiera) Louison Bobet
1951 Svizzera (bandiera) Hugo Koblet Francia (bandiera) Raphaël Géminiani Francia (bandiera) Lucien Lazaridès
1952 Italia (bandiera) Fausto Coppi Belgio (bandiera) Stan Ockers Spagna (bandiera) Bernardo Ruiz
1953 Francia (bandiera) Louison Bobet Francia (bandiera) Jean Malléjac Italia (bandiera) Giancarlo Astrua
1954 Francia (bandiera) Louison Bobet Svizzera (bandiera) Ferdi Kübler Svizzera (bandiera) Fritz Schär
1955 Francia (bandiera) Louison Bobet Belgio (bandiera) Jean Brankart Lussemburgo (bandiera) Charly Gaul
1956 Francia (bandiera) Roger Walkowiak Francia (bandiera) Gilbert Bauvin Belgio (bandiera) Jan Adriaensens
1957 Francia (bandiera) Jacques Anquetil Belgio (bandiera) Marcel Janssens Austria (bandiera) Adolf Christian
1958 Lussemburgo (bandiera) Charly Gaul Italia (bandiera) Vito Favero Francia (bandiera) Raphaël Géminiani
1959 Spagna (bandiera) Federico Bahamontes Francia (bandiera) Henry Anglade Francia (bandiera) Jacques Anquetil
1960 Italia (bandiera) Gastone Nencini Italia (bandiera) Graziano Battistini Belgio (bandiera) Jan Adriaensens
1961 Francia (bandiera) Jacques Anquetil Italia (bandiera) Guido Carlesi Lussemburgo (bandiera) Charly Gaul
1962 Francia (bandiera) Jacques Anquetil Belgio (bandiera) Joseph Planckaert Francia (bandiera) Raymond Poulidor
1963 Francia (bandiera) Jacques Anquetil Spagna (bandiera) Federico Bahamontes Spagna (bandiera) José Pérez Francés
1964 Francia (bandiera) Jacques Anquetil Francia (bandiera) Raymond Poulidor Spagna (bandiera) Federico Bahamontes
1965 Italia (bandiera) Felice Gimondi Francia (bandiera) Raymond Poulidor Italia (bandiera) Gianni Motta
1966 Francia (bandiera) Lucien Aimar Paesi Bassi (bandiera) Jan Janssen Francia (bandiera) Raymond Poulidor
1967 Francia (bandiera) Roger Pingeon Spagna (bandiera) Julio Jiménez Italia (bandiera) Franco Balmamion
1968 Paesi Bassi (bandiera) Jan Janssen Belgio (bandiera) Herman Van Springel Belgio (bandiera) Ferdinand Bracke
1969 Belgio (bandiera) Eddy Merckx Francia (bandiera) Roger Pingeon Francia (bandiera) Raymond Poulidor
1970 Belgio (bandiera) Eddy Merckx Paesi Bassi (bandiera) Joop Zoetemelk Svezia (bandiera) Gösta Pettersson
1971 Belgio (bandiera) Eddy Merckx Paesi Bassi (bandiera) Joop Zoetemelk Belgio (bandiera) Lucien Van Impe
1972 Belgio (bandiera) Eddy Merckx Italia (bandiera) Felice Gimondi Francia (bandiera) Raymond Poulidor
1973 Spagna (bandiera) Luis Ocaña Francia (bandiera) Bernard Thévenet Spagna (bandiera) José Manuel Fuente
1974 Belgio (bandiera) Eddy Merckx Francia (bandiera) Raymond Poulidor Spagna (bandiera) Vicente López Carril
1975 Francia (bandiera) Bernard Thévenet Belgio (bandiera) Eddy Merckx Belgio (bandiera) Lucien Van Impe
1976 Belgio (bandiera) Lucien Van Impe Paesi Bassi (bandiera) Joop Zoetemelk Francia (bandiera) Raymond Poulidor
1977 Francia (bandiera) Bernard Thévenet Paesi Bassi (bandiera) Hennie Kuiper Belgio (bandiera) Lucien Van Impe
1978 Francia (bandiera) Bernard Hinault Paesi Bassi (bandiera) Joop Zoetemelk Portogallo (bandiera) Joaquim Agostinho
1979 Francia (bandiera) Bernard Hinault Paesi Bassi (bandiera) Joop Zoetemelk Portogallo (bandiera) Joaquim Agostinho
1980 Paesi Bassi (bandiera) Joop Zoetemelk Paesi Bassi (bandiera) Hennie Kuiper Francia (bandiera) Raymond Martin
1981 Francia (bandiera) Bernard Hinault Belgio (bandiera) Lucien Van Impe Francia (bandiera) Robert Alban
1982 Francia (bandiera) Bernard Hinault Paesi Bassi (bandiera) Joop Zoetemelk Paesi Bassi (bandiera) Johan van der Velde
1983 Francia (bandiera) Laurent Fignon Spagna (bandiera) Ángel Arroyo Paesi Bassi (bandiera) Peter Winnen
1984 Francia (bandiera) Laurent Fignon Francia (bandiera) Bernard Hinault Stati Uniti (bandiera) Greg LeMond
1985 Francia (bandiera) Bernard Hinault Stati Uniti (bandiera) Greg LeMond Irlanda (bandiera) Stephen Roche
1986 Stati Uniti (bandiera) Greg LeMond Francia (bandiera) Bernard Hinault Svizzera (bandiera) Urs Zimmermann
1987 Irlanda (bandiera) Stephen Roche Spagna (bandiera) Pedro Delgado Francia (bandiera) Jean-François Bernard
1988 Spagna (bandiera) Pedro Delgado Paesi Bassi (bandiera) Steven Rooks Colombia (bandiera) Fabio Parra
1989 Stati Uniti (bandiera) Greg LeMond Francia (bandiera) Laurent Fignon Spagna (bandiera) Pedro Delgado
1990 Stati Uniti (bandiera) Greg LeMond Italia (bandiera) Claudio Chiappucci Paesi Bassi (bandiera) Erik Breukink
1991 Spagna (bandiera) Miguel Indurain Italia (bandiera) Gianni Bugno Italia (bandiera) Claudio Chiappucci
1992 Spagna (bandiera) Miguel Indurain Italia (bandiera) Claudio Chiappucci Italia (bandiera) Gianni Bugno
1993 Spagna (bandiera) Miguel Indurain Svizzera (bandiera) Tony Rominger Polonia (bandiera) Zenon Jaskuła
1994 Spagna (bandiera) Miguel Indurain Lettonia (bandiera) Pëtr Ugrjumov Italia (bandiera) Marco Pantani
1995 Spagna (bandiera) Miguel Indurain Svizzera (bandiera) Alex Zülle Danimarca (bandiera) Bjarne Riis
1996 Danimarca (bandiera) Bjarne Riis Germania (bandiera) Jan Ullrich Francia (bandiera) Richard Virenque
1997 Germania (bandiera) Jan Ullrich Francia (bandiera) Richard Virenque Italia (bandiera) Marco Pantani
1998 Italia (bandiera) Marco Pantani Germania (bandiera) Jan Ullrich Stati Uniti (bandiera) Bobby Julich
1999[23] Non attribuito[61] Svizzera (bandiera) Alex Zülle Spagna (bandiera) Fernando Escartín
2000[23] Non attribuito[61] Germania (bandiera) Jan Ullrich Spagna (bandiera) Joseba Beloki
2001[23] Non attribuito[61] Germania (bandiera) Jan Ullrich Spagna (bandiera) Joseba Beloki
2002[23] Non attribuito[61] Spagna (bandiera) Joseba Beloki Lituania (bandiera) Raimondas Rumšas
2003[23] Non attribuito[61] Germania (bandiera) Jan Ullrich Kazakistan (bandiera) Aleksandr Vinokurov
2004[23] Non attribuito[61] Germania (bandiera) Andreas Klöden Italia (bandiera) Ivan Basso
2005[23] Non attribuito[61] Italia (bandiera) Ivan Basso Non attribuito[62]
2006 Spagna (bandiera) Óscar Pereiro[63] Germania (bandiera) Andreas Klöden Spagna (bandiera) Carlos Sastre
2007 Spagna (bandiera) Alberto Contador Australia (bandiera) Cadel Evans Non attribuito[64]
2008 Spagna (bandiera) Carlos Sastre Australia (bandiera) Cadel Evans Russia (bandiera) Denis Men'šov[65]
2009 Spagna (bandiera) Alberto Contador Lussemburgo (bandiera) Andy Schleck Regno Unito (bandiera) Bradley Wiggins[61]
2010 Lussemburgo (bandiera) Andy Schleck[66] Spagna (bandiera) Samuel Sánchez[67] Belgio (bandiera) Jurgen Van Den Broeck
2011 Australia (bandiera) Cadel Evans Lussemburgo (bandiera) Andy Schleck Lussemburgo (bandiera) Fränk Schleck
2012 Regno Unito (bandiera) Bradley Wiggins Regno Unito (bandiera) Chris Froome Italia (bandiera) Vincenzo Nibali
2013 Regno Unito (bandiera) Chris Froome Colombia (bandiera) Nairo Quintana Spagna (bandiera) Joaquim Rodríguez
2014 Italia (bandiera) Vincenzo Nibali Francia (bandiera) Jean-Christophe Péraud Francia (bandiera) Thibaut Pinot
2015 Regno Unito (bandiera) Chris Froome Colombia (bandiera) Nairo Quintana Spagna (bandiera) Alejandro Valverde
2016 Regno Unito (bandiera) Chris Froome Francia (bandiera) Romain Bardet Colombia (bandiera) Nairo Quintana
2017 Regno Unito (bandiera) Chris Froome Colombia (bandiera) Rigoberto Urán Francia (bandiera) Romain Bardet
2018 Regno Unito (bandiera) Geraint Thomas Paesi Bassi (bandiera) Tom Dumoulin Regno Unito (bandiera) Chris Froome
2019 Colombia (bandiera) Egan Bernal Regno Unito (bandiera) Geraint Thomas Paesi Bassi (bandiera) Steven Kruijswijk
2020 Slovenia (bandiera) Tadej Pogačar Slovenia (bandiera) Primož Roglič Australia (bandiera) Richie Porte
2021 Slovenia (bandiera) Tadej Pogačar Danimarca (bandiera) Jonas Vingegaard Ecuador (bandiera) Richard Carapaz
2022 Danimarca (bandiera) Jonas Vingegaard Slovenia (bandiera) Tadej Pogačar Gran Bretagna (bandiera) Geraint Thomas
2023 Danimarca (bandiera) Jonas Vingegaard Slovenia (bandiera) Tadej Pogačar Gran Bretagna (bandiera) Adam Yates
2024 Slovenia (bandiera) Tadej Pogačar Danimarca (bandiera) Jonas Vingegaard Belgio (bandiera) Remco Evenepoel
Lo stesso argomento in dettaglio: Statistiche del Tour de France.

Vittorie per nazione

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Aggiornato al 2024

Pos. Nazione Vittorie (Vincitori)
1 Francia (bandiera) Francia 36 (21)
2 Belgio (bandiera) Belgio 18 (10)
3 Spagna (bandiera) Spagna 12 (7)
4 Italia (bandiera) Italia 10 (7)
5 Regno Unito (bandiera) Regno Unito 6 (3)
6 Lussemburgo (bandiera) Lussemburgo 5 (4)
7 Stati Uniti (bandiera) Stati Uniti 3 (1)
Danimarca (bandiera) Danimarca 3 (2)
Slovenia (bandiera) Slovenia 3 (1)
10 Paesi Bassi (bandiera) Paesi Bassi 2 (2)
Svizzera (bandiera) Svizzera 2 (2)
12 Australia (bandiera) Australia 1 (1)
Colombia (bandiera) Colombia 1 (1)
Germania (bandiera) Germania 1 (1)
Irlanda (bandiera) Irlanda 1 (1)

Sono i francesi, con 36 vittorie, ad essersi aggiudicati il Tour per più volte. Segue il Belgio con 18, poi distanziate Spagna a 12, Italia a 10, Lussemburgo a 5; seguono Stati Uniti, Gran Bretagna e Slovenia a 3, poi Paesi Bassi e Svizzera a 2 e per finire Australia, Danimarca, Germania, Irlanda e Colombia con un successo a testa[68].

L'ultima vittoria di un ciclista belga risale al 1976 vinto da Lucien Van Impe, quella di un francese al 1985, quando Bernard Hinault si impose per la quinta e ultima volta. Da quel momento una serie di nuove nazioni ha scritto il proprio nome nell'albo d'oro: nel 1986 il primo statunitense, nel 1987 il primo irlandese, nel 1996 il primo danese e nel 1997 il primo tedesco. Nel 2011 si è imposto il primo australiano; nel 2012 e nel 2013 sono arrivate le prime vittorie di ciclisti britannici e nel 2020 la prima vittoria di un corridore sloveno[68].

Quattro corridori hanno ottenuto cinque vittorie:

Un solo corridore ha ottenuto quattro successi:

Quattro corridori hanno ottenuto tre successi:

Il più giovane vincitore del Tour de France è il francese Henri Cornet, che vinse l'edizione 1904 a 19 anni. Il successivo è lo sloveno Tadej Pogačar, che nel 2020 ha vinto la gara a 21 anni e 364 giorni. Il più vecchio vincitore è invece il belga Firmin Lambot, trentaseienne nel 1922. I successivi sono il francese Henri Pélissier (1923), l'australiano Cadel Evans (2011) e l'italiano Gino Bartali (1948), tutti e tre trentaquattrenni. Lo stesso Gino Bartali detiene il più lungo tempo tra due vittorie, avendo vinto la prima volta nel 1938 e l'ultima nel 1948, a dieci anni di distanza.

Pochi corridori sono stati in grado di vincere nello stesso anno le due maggiori corse a tappe d'Europa, il Tour de France ed il Giro d'Italia, e tra questi solamente Eddy Merckx è stato in grado di fare la doppietta per tre volte:

Classifiche accessorie

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Un corridore ha vinto la classifica a punti sette volte:

  • Slovacchia (bandiera) Peter Sagan nel 2012, 2013, 2014, 2015, 2016, 2018 e 2019.

Un corridore ha vinto la classifica del gran premio della montagna sette volte:

Due corridori hanno vinto la classifica del gran premio della montagna sei volte:

Un corridore ha vinto la classifica giovani quattro volte:

Due corridori hanno vinto la classifica giovani tre volte:

  • Germania (bandiera) Jan Ullrich nel 1996, 1997, 1998. In questi anni comunque la classifica non aveva una maglia particolare;
  • Lussemburgo (bandiera) Andy Schleck nel 2008, 2009, 2010.

Un corridore ha vinto la classifica del gran premio della montagna, la classifica a punti e la classifica generale nello stesso anno:

  • Belgio (bandiera) Eddy Merckx nel 1969. Merckx avrebbe vinto anche il premio come miglior giovane se fosse esistito.

I corridori con più partecipazioni al Tour de France sono lo statunitense George Hincapie e l'australiano Stuart O'Grady, con diciassette presenze ciascuno; seguono in questa graduatoria il tedesco Jens Voigt e l'olandese Joop Zoetemelk, con sedici presenze. Nella fattispecie Zoetemelk concluse tutti e sedici i Tour cui prese parte, e dodici volte si piazzò tra i primi dieci della classifica generale.

  1. ^ https://wol.jw.org/it/wol/d/r6/lp-i/102003487
  2. ^ (EN) Weber, Eugen (2003), prefazione a "Tour de France: 1903-2003", edizioni Dauncey, Hugh & Hare, Geoff, Routledge, USA, ISBN 978-0-7146-5362-4, p. xi
  3. ^ Boeuf, Jean-Luc e Léonard, Yves (2003); La République de Tour de France, Seuil, France
  4. ^ Weber, p. xi.
  5. ^ (FR) Boeuf, Jean-Luc, & Léonard, Yves (2003), La République du Tour de France, Seuil, France, p23
  6. ^ (EN) Nicholson, Geoffrey (1991) Le Tour, the rise and rise of the Tour de France, Hodder and Stoughton, UK
  7. ^ (FR) coll., Tour de France, 100 ans, 1903-2003, Paris, L'Équipe, 2003, p.16-17
  8. ^ (FR) Goddet, Jacques (1991), L'Équipée Belle, Robert Laffont (Paris), ISBN 2-221-07290-1, p16
  9. ^ a b c d e (EN) Les Woodland, The Yellow Jersey Companion to the Tour de France, Londra, Yellow Jersey Press, 2003.
  10. ^ a b (FR) Goddet, Jacques (1991), L'Équipée Belle, Robert Laffont (Paris), ISBN 2-221-07290-1, p20
  11. ^ (EN) Dauncey, Hugh and Hare, Geoff (2003), Tour de France: 1903-2003, Routledge, USA, ISBN 978-0-7146-5362-4, p64
  12. ^ (FR) Goddet, Jacques (1991), L'Équipée Belle, Robert Laffont (Paris), ISBN 2-221-07290-1, p15
  13. ^ (FR) Ibid
  14. ^ (EN) Dauncey, Hugh & Hare, Geoff (2003), Tour de France: 1903-2003, Routledge, USA, ISBN 978-0-7146-5362-4, p13
  15. ^ a b (EN) Nicholson, Geoff (1991), "Le Tour: the rise and rise of the Tour de France", Hodder and Stoughton, UK, ISBN 0-340-54268-3, p44
  16. ^ (EN) Woodland, Les (2000), The Unknown Tour de France, Cycle Resources, USA, p28
  17. ^ (FR) Chany, Pierre (1997) La Fabuleuse Histoire du Tour de France, La Martinière, France, ISBN 978-2-7324-2353-1, p21
  18. ^ a b Dauncey, Hugh & Hare, Geoff (2003), Tour de France: 1903-2003, Routledge, USA, ISBN 978-0-7146-5362-4, p131
  19. ^ (FR) Chany, Pierre (1997) La Fabuleuse Histoire du Tour de France, La Martinière, France, ISBN 978-2-7324-2353-1, p26
  20. ^ (EN) Bell, Adrian (ed) (2003), Golden Stages, Mousehold Press, UK, ISBN 1-874739-28-5, p3
  21. ^ (EN) Torelli's History of the Tour de France: the 1930s or, All They Wanted To Do Was to Sell a Few More Newspapers, su bikeraceinfo.com. URL consultato il 24 maggio 2010.
  22. ^ Articolo in inglese con i dettagli della vicenda e il commento di Riis - Riis reinserito come vincitore del Tour Archiviato il 3 giugno 2009 in Internet Archive.
  23. ^ a b c d e f g h Il 26 ottobre 2012 l'UCI, preso atto dei risultati dell'inchiesta della USADA relativa all'uso di sostanze dopanti da parte di Armstrong e di diversi altri ciclisti, stabilì la non alterabilità di tutte le classifiche generali, così come delle vittorie di tappa, relative a tutti gli eventi sportivi inerenti al periodo 1998-2005. La stessa UCI dispose quindi la non riassegnazione di tutte le vittorie o dei piazzamenti conseguiti dagli atleti squalificati per doping nel periodo sopra menzionato. Cfr. (EN) Brian Homewood, No winner for 1999-2005 Tours, says UCI, in Reuters.com, 26 ottobre 2012. URL consultato il 17 giugno 2015 (archiviato dall'url originale il 18 giugno 2015). (EN) UCI to leave Tour de France winner list blank from 1999-2005, in Ctvnews.ca, 26 ottobre 2012. URL consultato il 17 giugno 2015.
  24. ^ McGann, Bill and Carol (2006), The Story of the Tour de France, Dogear, USA
  25. ^ Augendre, Jacques (1996), Le Tour de France, Panorama d'un Siècle, Société du Tour de France, France, p7
  26. ^ Augendre, Jacques (1996), Le Tour de France, Panorama d'un Siècle, Société du Tour de France, France, 9
  27. ^ La formula usata nel 1905 fu una combinazione di tempi e punti. I corridori avevano punti che venivano dedotti per ogni cinque secondi persi. Desgrange trovò problemi in entrambi i metodi di giudizio. Per tempi, un corridore con problemi meccanici - che le regole lo obbligavano e riparare da solo - poteva perdere molto tempo e giocarsi l'intera gara. Allo stesso modo, i corridori potevano finire molto distanziati tra loro, e i tempi persi o guadagnati in uno o due giornipotevao decidere l'intera corsa. Giudicando per punti venivano rimosse le differenze abissali nei tempi, ma si scoraggiavano i corridori ad impegnarsi. Non vi erano infatti differenze se finivano velocemente o lentamente, separati da ore e secondi, così erano inclini a gareggiare insieme ad una lenta andatura, giocandosi solo i piazzamenti finali che avrebbero attribuito loro i punti.
  28. ^ Augendre, Jacques (1996), Le Tour de France, Panorama d'un Siècle, Société du Tour de France, France, p13
  29. ^ Maso, Benjamin (2003), Het Zweet der Goden, Atlas, Netherlands, p50
  30. ^ McGann, Bill and Carol (2006), The Story of the Tour de France, Dog Ear, USA, p84
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  34. ^ Maso, Benjamin (2003), Het Zweet der Goden, Atlas, Netherlands, p112
  35. ^ Augendre, Jacques (1996), Le Tour de France; Panorama d'un Siècle, Société du Tour de France, France, p55
  36. ^ Augendre, Jacques (1996), Le Tour de France; Panorama d'un Siècle, Société du Tour de France, France, p59
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  39. ^ Maso, Benjamin (2003), Het Zweet der Goden, Atlas, Netherlands, p126
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  60. ^ (FR) Tour de France (Fra), su memoire-du-cyclisme.eu. URL consultato il 21 luglio 2013.
  61. ^ a b c d e f g h Il 22 ottobre 2012 l'UCI riconosce la sanzione imposta dall'USADA a Lance Armstrong, accusato di aver utilizzato sostanze dopanti durante la sua permanenza alla US Postal Service, e conferma di fatto la cancellazione dei suoi piazzamenti e delle vittorie dall'agosto del 1998 fino al termine della carriera. Cfr. (EN) Laura Weislo, USADA's reasoned decision on Lance Armstrong follows the money trail, in Cyclingnews.com, 10 ottobre 2012. URL consultato il 26 ottobre 2012. (EN) The UCI recognises USADA decision in Armstrong case, in Uci.ch, 22 ottobre 2012. URL consultato il 26 ottobre 2012 (archiviato dall'url originale il 18 marzo 2013). (EN) UCI backs stripping Lance Armstrong of Tour de France wins, in Usatoday.com, 22 ottobre 2012. URL consultato il 26 ottobre 2012. Il 26 ottobre la stessa UCI ufficializza la decisione di non attribuire ad altri corridori le vittorie ottenute dallo statunitense e nemmeno di modificare i piazzamenti degli altri corridori. Cfr. (EN) Press release: UCI takes decisive action in wake of Lance Armstrong affair, in Uci.ch, 26 ottobre 2012. URL consultato il 26 ottobre 2012 (archiviato dall'url originale il 29 ottobre 2012).
  62. ^ Il 9 febbraio 2012 il TAS/CAS in un arbitrato tra Ullrich e l'UCI ha dato ragione a quest'ultima circa le accuse di doping rivolte al corridore in seguito all'Operazione Puerto, squalificando retroattivamente Ullrich per due anni e revocando tutti i titoli vinti dal 1º maggio 2005 al suo ritiro. Si veda Court of Arbitration for Sport, Jan Ullrich found guilty... (PDF), su tas-cas.org, 9 febbraio 2012. URL consultato il 26 febbraio 2012 (archiviato dall'url originale il 27 febbraio 2012).
  63. ^ La vittoria finale del Tour era andata allo statunitense Floyd Landis, che perse il titolo a causa di positività al testosterone, confermata dall'Agenzia Antidoping USA. L'UCI quindi assegnò la vittoria al secondo classificato, lo spagnolo Oscar Pereiro Sio. Si veda Landis, l'ultima condanna Addio al Tour del 2006, in gazzetta.it, 30 giugno 2008. URL consultato il 17 febbraio 2010.
  64. ^ Levi Leipheimer fu squalificato nell'ottobre 2012 dalla USADA dal 1º settembre 2012 al 1º marzo 2013 per uso di sostanze dopanti nel corso della sua militanza nelle seguenti squadre: US Postal Service, Rabobank, Gerolsteiner e Discovery Channel. L'agenzia antidoping americana gli revocò inoltre tutti i risultati sportivi conseguiti dal 1º giugno 1999 al 30 luglio 2006 e dal 7 al 29 luglio 2007, compreso il terzo posto al Tour de France 2007. Cfr. (EN) Daniel Benson, Six former Armstrong USPS teammates receive bans from USADA, in Cyclingnews.com, 10 ottobre 2012. URL consultato il 17 giugno 2015.
  65. ^ In seguito alla squalifica di Bernhard Kohl per doping, all'austriaco sono stati annullati i risultati ottenuti al Tour de France 2008.
  66. ^ In seguito alla squalifica di Contador per doping, in base alla sentenza del Tribunale Arbitrale dello Sport, allo spagnolo sono stati annullati i risultati ottenuti al Tour de France 2010. Si veda (EN) Press release: CAS decision in Contador case, Uci.ch, 6 febbraio 2012. URL consultato l'11 febbraio 2012 (archiviato dall'url originale il 4 dicembre 2012)., (EN) Alberto Contador case: the consequences of the CAS ruling, Uci.ch, 6 febbraio 2012. URL consultato l'11 febbraio 2012 (archiviato dall'url originale il 4 dicembre 2012). La vittoria fu dunque assegnata ad Andy Schleck, secondo nella classifica generale. Si veda al riguardo (EN) Results Tour de France (FRA/HIS) - 2010, in Uci.ch. URL consultato l'11 febbraio 2012 (archiviato dall'url originale il 14 novembre 2012).
  67. ^ Il 12 luglio 2014 Denis Men'šov è stato squalificato per due anni (fino al 9 aprile 2015) per irregolarità nel suo passaporto biologico riscontrate nel corso delle edizioni del Tour del 2009, 2010 e 2012. In seguito a tali irregolarità il corridore russo è stato squalificato nelle tre edizioni della corsa francese e, per l'edizione 2010 dove era arrivato in origine terzo, ha perso il secondo posto ottenuto dopo la squalifica di Contador (v. Athlete sanctions press release, su uci.ch, UCI, 12 luglio 2014. URL consultato il 25 luglio 2014.). Samuel Sánchez, in origine quarto, è stato classificato dall'UCI al secondo posto e il belga Jurgen Van Den Broeck al terzo (v. Passaporto biologico, due anni di squalifica per Denis Menchov: il russo perde il podio al Tour 2010, in Cicloweb.it, 12 luglio 2014. URL consultato il 25 luglio 2014 (archiviato dall'url originale il 14 luglio 2014).)
  68. ^ a b (FR) The records - Victories per nation, su letour.fr, www.letour.fr. URL consultato il 28 luglio 2013 (archiviato dall'url originale il 4 novembre 2012).

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