Catervo di Tolentino
San Catervo | |
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Sarcofago dei santi Catervo, Severina e Basso, Tolentino | |
Martire | |
Morte | IV secolo |
Venerato da | Chiesa cattolica |
Santuario principale | Tolentino, Duomo |
Ricorrenza | 17 ottobre |
Patrono di | Tolentino |
Catervo (o Catervio) fu un ufficiale romano, ricordato come evangelizzatore della comunità di Tolentino e martire; è venerato come santo dalla Chiesa cattolica, che lo commemora assieme alla moglie Settimia Severina e al loro figlio Basso in data 17 ottobre.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Flavio Giulio Catervio fu comes sacrarum largitionum della corte d'Occidente nel 379. Una legge datata al 19 agosto di quell'anno e conservata nel Codice teodosiano,[1] lo attesta al servizio dell'imperatore Graziano.
Il suo sarcofago, conservato nella Cappella di San Catervo, in fondo alla navata sinistra del Duomo di Tolentino.[2] lo definisce vir clarissimus ed ex-prefetto del pretorio, ma verosimilmente si trattò di una prefettura onoraria.[3]
Morì all'età di 56 anni, lasciando una moglie a cui era stato sposato per 16 anni, Settimia Severina, e un figlio, Basso.
Agiografia
[modifica | modifica wikitesto]La tradizione agiografica, priva di ulteriori testimonianze, vuole che Catervo, già nel I o II secolo, sia stato il primo evangelizzatore della città di Tolentino e proprio ciò, al tempo di Traiano, abbia comportato il martirio per lui e la sua famiglia. Sopra l'antichissimo mausoleo dedicato a Catervio e alla sua famiglia sarebbe poi sorta l'attuale chiesa cattedrale di Tolentino.
Culto
[modifica | modifica wikitesto]Si è dubitato, forse fondatamente, che Catervo e i familiari potessero avere un nesso con l'opera di evangelizzazione nel Piceno: certamente manca nell'epigrafe del sarcofago qualsiasi rimando a tale opera e tanto meno al loro martirio. Catervo e famiglia infatti non furono compresi nel Martirologio Romano, benché Tolentino abbia nel tempo tributato loro un culto particolarmente sentito e prolungato, poi soppiantato in parte dalla figura di san Nicola da Tolentino.[4]
Il sarcofago fu aperto nel 1455: in tale occasione il capo di Catervo venne posto in un reliquiario per la venerazione dei fedeli. Nel corso di una successiva ispezione nel 1567 furono riconosciuti i corpi di san Catervo, di santa Severina e di loro figlio Basso.
Una leggenda piemontese, sorta per giustificare la presenza a Tortona di alcune reliquie di questi santi, attribuisce alla famiglia di Catervio il ruolo di preziosi collaboratori del primo vescovo Marziano nell'evangelizzazione di questa città, di cui sarebbero stati i protomartiri verso l'anno 68.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Codice teodosiano VI.30.3a.
- ^ Nel sarcofago, ricavato da un unico blocco di marmo, ebbero sepoltura Catervo e la moglie Severina, entrambi raffigurati nei busti; sono inoltre raffigurate a bassorilievo le rappresentazioni del Buon Pastore e una Adorazione dei Magi.
- ^ CIL IX, 5566
- ^ Oggi Tolentino assegna sicuramente maggiore rilevanza nei festeggiamenti per san Nicola, al punto che un detto locale dice: “se fa tutto per Nicò e niente per Catè”.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- «Flavius Iulius Catervius», in Arnold Hugh Martin Jones, John Robert Martindale, John Morris, The Prosopography of the Later Roman Empire (PLRE), Volume 1, Cambridge University Press, Cambridge 1971, ISBN 0-521-07233-6, p. 186.
- Breve racconto della vita di San Catervo martire protettore dell'illustrissima città di Tolentino. Descritta dal reverendo padre Ubaldo Marioni canonico regolare l'anno 1649. E volgarizzato da d. Filippo Sonni priore di detta città, In Foligno: nella stamp. di Francesco Antonelli, 1649
- Rinaldo Gabrielli, Breve storia sulla vita di san Catervo martire, patrono principale di Tolentino, Camerino 1932.
- Edmondo Casadidio, San Catervo, Tolentino 1967.
- Marco Ioli, Il sarcofago paleocristiano di Catervio nel Duomo di Tolentino, in "Studi di antichità cristiane", IX (1971), pp.
- Silvia Maria Marengo, Tradizione classica e temi cristiani nel carme di Catervio a Tolentino, in Scritti sul mondo antico in memoria di Fulvio Grosso, 1981, pp. 305–312.
- Aldo Nestori I resti del mausoleo di Catervio a Tolentino, in "Picus: studi e ricerche sulle Marche nell'antichità", VIII (1988), pp. 199–209.
- Aldo Nestori, Alla ricerca del Mausoleo di Catervio a Tolentino, in Memoriam sanctorum venerantes: miscellanea in onore di mons. Victor Saxer (= "Studi di antichita cristiana", 48), Pontificio istituto di archeologia cristiana, Città del Vaticano 1992, pp. 599–611.
Altri progetti
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Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Catervo di Tolentino, su Santi, beati e testimoni, santiebeati.it.
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