Mudawwana (Marocco)
La Mudawwana (in arabo مدونة?) o Codice di Statuto Personale Marocchino è la legge marocchina sul diritto di famiglia. È stata riformata nell'ottobre 2003 e approvato a febbraio 2004 dal Parlamento marocchino, e promulgata dal re Mohammed VI.
Basato sulla scuola giuridica malikita[1] il codice ha ricevuto il plauso degli attivisti per i diritti umani per le sue riforme sociali e religiose[2]. Questa revisione, che migliora tra gli altri i diritti delle donne, ha provocato forti proteste da parte degli integralisti.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Malik ibn Anas, fondatore della scuola giuridica sunnita del malikismo, fu l'autore dell'al-Muwaṭṭāʾ e dell'al-Mudawwana, collezione di detti del profeta Maometto, della sua famiglia e dei suoi Compagni, oltre che delle riflessioni di Malik stesso, raccolte e pubblicate dall'imam e dai suoi allievi (la Mudawwana fu in realtà messa in forma scritta dall'allievo di Malik, Saḥnūn) con ampi commentari su diverse fattispecie giuridiche.[3] L'al-Mudawwana consisteva in gran parte della legge di famiglia, che regolava il matrimonio, l'eredità e la custodia dei figli.
Tamara Sonn, professore di religione e scienze umane al College of William and Mary (a Williamsburg, in Virginia), apprezza il codice marocchino per l'abolizione della famiglia patriarcale e l'espressione di rispetto verso la donna.[2][4]
Il Codice
[modifica | modifica wikitesto]La Mudawwana coinvolge diversi aspetti della vita familiare:
- La poligamia, pur restando autorizzata, diviene più difficile. La donna ha diritto a includere nel contratto matrimoniale la condizione per cui il marito si asterrà dal prendere altre mogli. La poligamia deve essere espressamente autorizzata da un giudice, e solo nei casi in cui:
- c'è una giustificazione eccezionale ed obiettiva
- la prima moglie acconsente
- l'uomo ha sufficienti risorse per sostenere le due famiglie e garantire i diritti di mantenimento, alloggio ed eguaglianza in tutti gli aspetti della vita
- L'obbligo dello sposo di soddisfare i bisogni della moglie, e quello della moglie di obbedire al marito, sono stati rimpiazzati dall'obbligo dello sposo di soddisfare i bisogno della famiglie, e dal diritto dei due sposi di gestire congiuntamente gli affari familiari.
- Viene richiesto che le coppie chiedano il divorzio davanti ad una corte di giustizia. La semplice lettera di ripudio stabilita davanti ad un responsabile religioso non è più sufficiente.
- In caso di divorzio, il genitore che ottiene la custodia dei figli conserva il domicilio familiare.
- L'età minima legale per il matrimonio passa da 15 a 18 anni.
- La molestia sessuale è considerata come un reato e punita dalla legge
- Viene ribadito che una donna può sposarsi senza il consenso del padre ("walī" o tutore può essere anche un parente di sesso maschile)
- La fedeltà della donna verso il marito, principio tradizionale del diritto matrimoniale musulmano, ma che era stato codificato solo in Marocco, viene modificato: mentre il vecchio codice faceva della fedeltà della moglie "il primo diritto del marito", il nuovo prescrive una "fedeltà reciproca"[5].
- Viene riconosciuto valido il matrimonio di cittadini marocchini secondo le leggi di altri paesi.
- Il codice non includeva la possibilità per una donna marocchina di trasmettere la sua nazionalità ai figli; dopo una campagna pubblica, essa è stata riconosciuta nel nuovo Codice della Nazionalità, promulgato dal re Mohammed VI nell'ottobre 2006.[6]
Messa in atto
[modifica | modifica wikitesto]Il nuovo Codice di famiglia marocchino entrò in vigore l'8 marzo con la Legge n. 70 del 2003. La messa in atto è stata lunga e burrascosa, da un lato i conservatori erano contrari, dall'altra i modernisti e le femministe appoggiavano la riforma, voluta direttamente dal Re. I punti essenziali della riforma sono: da un lato assicurare stabilità al nucleo familiare attraverso il riconoscimento dell'uguaglianza tra uomo e donna all'interno della famiglia, dall'altro tutelare i diritti dei figli.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Rubah Salih, Gender in Transnationalism: Home, Longing and Belonging Among Moroccan Migrant Women, 2003, p. 49.
- ^ a b Tamara Sonn, A Brief History of Islam, 2004, p. 579.
- ^ Syafiq Hasyim, Understanding Women in Islam: An Indonesian Perspective, 2006, p. 73.
- ^ Unknown, Bio of Tamara Sonn, su islam-democracy.org, Center for Islam and Democracy, Unknown. URL consultato il 7 settembre 2007 (archiviato dall'url originale il 21 agosto 2007).
- ^ François-Paul Blanc, Le droit musulman, Dalloz, 2 éd., 2007, p. 61.
- ^ (EN) Kid of Alien Dad May Get Moroccan Nationality
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]- Mudawwana
- Diritti umani in Marocco
- Condizione della donna nell'Islam
- Femminismo islamico
- Matrimonio musulmano
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (FR) Testo della Legge N° 70-03, Codice di Famiglia, promulgato il 3 febbraio 2004 (PDF), su justice.gov.ma. URL consultato il 26 dicembre 2009 (archiviato dall'url originale il 17 gennaio 2009).
- (FR) Guida pratica al Codice di Famiglia (PDF), su justice.gov.ma. URL consultato il 26 dicembre 2009 (archiviato dall'url originale il 24 gennaio 2011).
- (EN) Testo inglese della Mudawwana, su hrea.org. URL consultato il 26 dicembre 2009 (archiviato dall'url originale il 14 dicembre 2009).
- (EN) Feature on the Mudawana by Professor Mounira Charrad for the International Museum of Women, su imow.org (archiviato dall'url originale il 28 agosto 2012).
- (EN) BBC news, su news.bbc.co.uk.
- La Mudawwana in Francia e in Italia, su tesionline.it.
- Testo della "Mudawwana", su libreriauniversitaria.it.