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Luigi Rabatà

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Beato Luigi Rabatà
 

Sacerdote carmelitano

 
NascitaErice, 1443
MorteRandazzo, 8 maggio 1490
Venerato daChiesa cattolica
Beatificazione10 dicembre 1841 da papa Gregorio XVI
Ricorrenza8 maggio

Luigi Rabatà (Erice, 1443Randazzo, 8 maggio 1490) è stato un presbitero italiano dell'Ordine della Beata Vergine del Monte Carmelo. Fu beatificato, per equipollenza, da papa Gregorio XVI nel 1841.

Le uniche notizie sulla sua vita sono desunte dagli atti dei processi canonici celebrati a Randazzo nel 1533 e nel 1573 e sono relative solo agli anni della maturità di Luigi Rabatà.[1]

Nacque probabilmente a Erice nel 1443 dalla nobile famiglia Rabatà e abbracciò la vita religiosa tra i carmelitani del convento dell'Annunziata a Trapani, dove fu ordinato sacerdote.[1]

Fu inviato come superiore nel convento riformato di Randazzo e vi restò fino alla morte, avvenuta verosimilmente l'8 maggio 1490.[2]

Secondo la tradizione, morì a causa di una ferita alla fronte infertagli da Antonio Catalucci, ma il movente del ferimento rimase ignoto e il carmelitano non è considerato martire: è comunque raffigurato con la palma del martirio e una freccia conficcata in fronte.[2]

Il suo corpo, tumulato a Randazzo, divenne subito oggetto di venerazione e la sua tomba meta di pellegrinaggi.[2]

Il suo culto fu confermato da papa Gregorio XVI il 10 dicembre 1841.[2]

Il suo elogio si legge nel Martirologio romano all'8 maggio.[3]

  1. ^ a b Pio Simonelli, BSS, vol. X (1968), col. 1339.
  2. ^ a b c d Pio Simonelli, BSS, vol. X (1968), col. 1340.
  3. ^ Martirologio romano (2004), p. 386.
  • Filippo Caraffa e Giuseppe Morelli (curr.), Bibliotheca Sanctorum (BSS), 12 voll., Istituto Giovanni XXIII nella Pontificia Università Lateranense, Roma 1961-1969.
  • Il martirologio romano. Riformato a norma dei decreti del Concilio ecumenico Vaticano II e promulgato da papa Giovanni Paolo II, Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano 2004.

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Controllo di autoritàVIAF (EN282407814 · ISNI (EN0000 0003 8910 5257 · BAV 495/351548