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Diocesi di Nîmes

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Diocesi di Nîmes
Dioecesis Nemausensis
Chiesa latina
Suffraganea dell'arcidiocesi di Montpellier
 
Provincia ecclesiastica
Provincia ecclesiastica della diocesi
Collocazione geografica
Collocazione geografica della diocesi
 
VescovoNicolas Brouwet
Vescovi emeritiRobert Wattebled
Presbiteri102, di cui 86 secolari e 16 regolari
4.121 battezzati per presbitero
Religiosi65 uomini, 98 donne
Diaconi23 permanenti
 
Abitanti724.618
Battezzati420.400 (58,0% del totale)
StatoFrancia
Superficie5.853 km²
Parrocchie403
 
ErezioneIV secolo
Ritoromano
CattedraleNostra Signora e San Castore
IndirizzoB.P. 81455, 3 rue Guiran, 30017 Nîmes CEDEX 1, France
Sito webwww.nimes-catholique.fr
Dati dall'Annuario pontificio 2022 (ch · gc)
Chiesa cattolica in Francia
L'ex cattedrale di San Giovanni Battista a Alès
L'ex cattedrale di San Teodorito a Uzès

La diocesi di Nîmes (in latino: Dioecesis Nemausensis) è una sede della Chiesa cattolica in Francia suffraganea dell'arcidiocesi di Montpellier. Nel 2021 contava 420.400 battezzati su 724.618 abitanti. È retta dal vescovo Nicolas Brouwet.

Dal 1877 ai vescovi di Nimes è concesso di portare il titolo di "vescovi di Alès e di Uzès" (Alesiensis et Ucetiensis seu Uticensis).

La diocesi comprende il dipartimento francese della Gard, uno dei 5 dipartimenti che compongono la regione Linguadoca-Rossiglione.

Sede vescovile è la città di Nîmes, dove si trova la basilica cattedrale di Nostra Signora e San Castore (Notre-Dame et Saint-Castor). Nella diocesi sorgono inoltre due ex cattedrali: ad Alès la chiesa di San Giovanni Battista e ad Uzès la chiesa di San Teodorito.

Il territorio è suddiviso in 403 parrocchie, raggruppate in 7 decanati: Nîmes, Causse-Aigoual, Cévennes, Plaine et Camargue, Uzège-Gardonnenque, Vallée du Rhône, Vaunage-Plaine Maritime.

La diocesi fu eretta nel IV secolo. Essa esisteva certamente nel 396, quando a Nîmes fu celebrato un sinodo della Chiesa di Gallia, ed è impossibile la scelta di questa città se non fosse già stata sede episcopale. Benché la tradizione presenti alcuni vescovi nel IV secolo, il primo vescovo di cui si abbiano riscontri storici fu Sedatus, presente al concilio di Agde del 506. Originariamente era suffraganea dell'arcidiocesi di Narbona.

Tra il VI e il VII secolo la vasta diocesi cedette porzioni di territorio a vantaggio delle diocesi di Uzès, di Agde, di Maguelonne e di Arisitum. Quest'ultima diocesi fu ben presto soppressa e il suo territorio ritornò a Nîmes.

Nell'VIII e nel IX secolo l'attuale territorio della diocesi vide la fioritura di numerosi monasteri benedettini; si contavano circa 180 insediamenti diversi.

Papa Urbano II, venuto in Francia a predicare la crociata, consacrò la cattedrale di Nîmes nel 1096 e presiedette un concilio locale. Papa Alessandro III visitò Nîmes nel 1162. Clemente IV (1265-1268), nato a Saint Gilles, nel territorio diocesano, concesse al monastero della città natale numerosi privilegi. Nel 1305, Clemente V giunse in città durante il viaggio che fece a Lione per essere incoronato. In seguito alle dispute sulla vendita dell'uva alla Corte pontificia, papa Innocenzo VI lanciò l'interdetto su Nîmes nel 1358.

Il capitolo della cattedrale, che seguiva inizialmente la regola di Sant'Agostino, fu secolarizzato con una bolla di papa Paolo III il 22 dicembre 1539.

La diocesi ebbe molto a soffrire durante le guerre di religione: il 29 settembre 1567 i protestanti di Nîmes perpetrarono il massacro dei monaci cattolici, noto come Michelade; due giorni fu rasa al suolo la cattedrale come pure tutte le 7 chiese parrocchiali della città. Sempre a Nîmes Luigi XIII emanò il decreto di pacificazione religiosa noto come Pace di Nîmes (7 luglio 1629). La cattedrale fu ricostruita nel 1646 nelle forme attuali.

Il seminario diocesano fu istituito dal vescovo Anthime Denis Cohon nel 1667; dopo la rivoluzione francese nel 1822 fu eretto un nuovo edificio, molto più grande del precedente; un terzo seminario infine venne aperto ufficialmente nel 1926.

Il 17 maggio 1694 la diocesi cedette una porzione del suo territorio a vantaggio dell'erezione della diocesi di Alès.

In seguito al concordato con la bolla Qui Christi Domini di papa Pio VII del 29 novembre 1801 la diocesi fu soppressa e il suo territorio unito a quello della diocesi di Avignone. Con Nîmes furono soppresse anche le diocesi di Alès e di Uzès.

Nel giugno 1817 fra Santa Sede e governo francese fu stipulato un nuovo concordato, cui fece seguito il 27 luglio la bolla Commissa divinitus, con la quale il papa restaurava la sede di Nîmes. Fu anche nominato un nuovo vescovo, Claude Petit-Benoît de Chaffoy. Tuttavia, poiché il concordato non entrò in vigore in quanto non ratificato dal Parlamento di Parigi, l'erezione della diocesi e la nomina del vescovo non ebbero effetto.

Il 6 ottobre 1822 in forza della bolla Paternae charitatis di papa Pio VII la diocesi di Nîmes fu ufficialmente ristabilita, recuperando l'antico territorio delle tre diocesi di Nîmes, di Alès e di Uzès dalla diocesi di Avignone. Quest'ultima nel contempo tornò ad essere sede metropolitana; la diocesi di Nîmes divenne allora suffraganea dell'arcidiocesi di Avignone. Il vescovo Chaffoy poté così essere consacrato vescovo, quattro anni dopo la sua nomina. Volle pubblicare libri liturgici propri per la sua diocesi, ma incontrò la protesta del clero diocesano nel 1833, pertanto il nunzio Raffaele Fornari pretese che i libri fossero approvati dalla Sacra Congregazione dei Riti.[1]

Il 27 aprile 1877 un breve di papa Pio IX autorizzò i vescovi di Nîmes a fregiarsi del titolo di vescovi di Alès e di Uzès.

L'8 dicembre 2002, con la riorganizzazione delle circoscrizioni diocesane francesi, la diocesi è entrata a far parte della provincia ecclesiastica di Montpellier.[2]

Cronotassi dei vescovi

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Si omettono i periodi di sede vacante non superiori ai 2 anni o non storicamente accertati. Un catalogo dei vescovi è contenuto in un lezionario della Chiesa di Nîmes del XIII secolo. Il catalogo, incompleto e in disordine (Duchesne), inizia con la seguente frase: «Haec sunt nomina Nemausensium episcoporum qui ad presens in nostra sunt memoria».[3]

  • San Felice †[4]
  • Sedato † (menzionato nel 506)
  • Giovanni † (al tempo del re Teodorico)
  • Pelagio † (menzionato nel 589)
  • Remessario † (menzionato nel 633)
  • Aregio † (? - 673 deposto)
  • Ranimiro † (673 - ?)
  • Croco † (menzionato nel 680 circa)
  • Palladio ? †
  • Gregorio ? †[5]
  • Sesnando † (menzionato nel 788 o 791)
  • Vinteringo † (menzionato a giugno 788 o 791)[6]
  • Cristiano † (prima dell'808 - dopo l'835)[7]
  • Isnardo † (all'epoca di papa Niccolò I)
  • Anglardo I ? †[8]
  • Gilberto † (prima dell'875 - dopo l'892)
  • Anglardo II † (prima dell'897 - dopo il 907)
  • Uberto o Vicberto † (prima di aprile 909 - 928)
  • Rainardo † (929 - dopo il 941)
  • Bernardo I † (menzionato a febbraio 943)
  • Begone † (prima di maggio 945 - dopo dicembre 946)
  • Bernardo d'Anduze † (prima di marzo 949 - dopo il 986)
  • Frotaire I † (987 - 1015)
  • Geraldus d'Anduze † (fine del 1015 - dopo il 1025)
  • Frotaire II † (circa 1027 - 1077 deceduto)[9]
  • Pierre Ermangaud † (prima del 1080 - dopo il 1090)
  • Bertrand de Montredon † (prima del 1095 - gennaio 1097 nominato arcivescovo di Narbona)
  • Raymond Guillaume † (1097 - 1112 deceduto)
  • Jean † (1113 - 1134 deceduto)
  • Guillaume I † (1134 - 1141 deceduto)
  • Aldebert de Posquières † (1141 - dopo il 1180)
  • Guillaume II † (prima del 1183 - 1207 deceduto)
  • R. † (menzionato nel 1210)
  • Arnaud † (1212 - 1242 deceduto)
  • Raymond Amaury † (1242 - 1272 deceduto)
  • Pierre Gaucelme † (1272 - 10 maggio 1280 deceduto)
  • Bertrand de Languissel † (17 agosto 1280 - 8 gennaio 1324 deceduto)
  • Armand de Vernon † (25 gennaio 1324 - 1324 deceduto)
  • Bernard du Pouget, O.F.M. † (20 giugno 1324 - 1324 deceduto)
  • Bernard III, O.F.M. † (23 agosto 1324 - 1330 deceduto)
  • Guirald de Languissel † (10 aprile 1331 - 1337 deceduto)
  • Guglielmo Curti, O.Cist. † (3 aprile 1337 - 3 dicembre 1337 nominato vescovo di Albi)
  • Aimeric Girard † (3 dicembre 1337 - 1342 deceduto)
  • Bertrand de Deaux † (31 maggio 1342 - luglio 1348 deceduto)
  • Jean de Blandiac † (17 settembre 1348 - 17 settembre 1361 dimesso)
  • Jacques de Deaux † (6 aprile 1362 - 1362 deceduto)
  • Gaucelme de Deaux † (26 agosto 1362 - 5 marzo[10] 1367 nominato vescovo di Maguelonne)
  • Jean de Gase † (prima del 20 marzo 1367 - 27 agosto 1369 deceduto)
  • Jean d'Uzès † (29 novembre 1372 - 1380 deceduto)
    • Seguin d'Authon † (20 giugno 1380 - 1383 dimesso) (amministratore apostolico)
  • Bernard de Bonneval † (8 ottobre 1383 - 14 dicembre 1390 nominato vescovo di Limoges)
  • Gilles de Lascours † (16 giugno 1391 - 1420 deceduto)
  • Nicolas Habert † (4 settembre 1420 - 1429 deceduto)
  • Léonard Delphini † (9 dicembre 1429 - 5 agosto 1438 deceduto)
  • Geoffroy de Saint Géran † (7 gennaio 1450 - 27 novembre 1453 nominato vescovo di Châlons)
    • Jean du Chastel † (21 novembre 1453 - 1454 dimesso) (amministratore apostolico)
    • Alain de Coëtivy † (1º aprile 1454 - 19 novembre 1460 dimesso) (amministratore apostolico)
  • Robert de Villequier † (19 novembre 1460 - 1481 dimesso)
  • Étienne Blosset de Carrouges † (10 settembre 1481 - 12 luglio 1482 nominato vescovo di Lisieux)
  • Jacques de Caulers † (12 luglio 1482 - 1496 deceduto)
  • Michel Briçonnet † (7 gennaio 1515 - 1554 dimesso)
    • Claude Briçonnet † (3 agosto 1554 - 13 giugno 1561 nominato vescovo di Lodève) (vescovo eletto)
  • Bernard d'Elbène † (13 giugno 1561 - 28 marzo 1569 deceduto)
  • Raymond Cavalésy, O.P. † (9 ottobre 1573 - 22 agosto 1594 deceduto)
  • Pierre de Valernod † (7 gennaio 1598 - 12 settembre 1625 deceduto)
  • Claude de Saint-Bonnet de Thoiras † (12 settembre 1625 succeduto - 1634 dimesso)
  • Anthime Denis Cohon † (24 luglio 1634 - 19 novembre 1646 nominato vescovo di Dol)
  • Hector d'Ouvrier † (19 novembre 1646 - 20 giugno 1655 deceduto)
  • Anthime Denis Cohon † (27 agosto 1657 - 7 novembre 1670 deceduto) (per la seconda volta)
  • Jean-Jacques Séguier de La Verrière † (24 agosto 1671 - 8 novembre 1689 deceduto)
  • Esprit-Valentin Fléchier † (21 gennaio 1692 - 16 febbraio 1710 deceduto)
  • Jules-César Rousseau de La Parisière † (1º dicembre 1710 - 15 novembre 1736 deceduto)
  • Charles-Prudent de Becdelièvre † (16 dicembre 1737 - prima del 23 febbraio 1784 deceduto)
  • Pierre-Marie-Madeleine Cortois de Balore † (25 giugno 1784 - prima del 7 novembre 1801 dimesso)
    • Sede soppressa (1801-1821)
  • Claude Petit-Benoît de Chaffoy † (24 settembre 1821 - 29 settembre 1837 deceduto)
  • Jean-François-Marie Cart † (12 febbraio 1838 - 13 agosto 1855 deceduto)
  • Claude-Henri-Augustin Plantier † (28 settembre 1855 - 25 maggio 1875 deceduto)
  • François-Nicolas-Xavier-Louis Besson † (23 settembre 1875 - 18 novembre 1888 deceduto)
  • Jean-Louis-Antoine-Alfred Gilly † (27 maggio 1889 - 6 gennaio 1896 deceduto)
  • Félix-Auguste Béguinot † (22 giugno 1896 - 3 febbraio 1921 deceduto)
  • Marcelin-Charles Marty † (3 febbraio 1921 succeduto - 5 agosto 1924 deceduto)
  • Jean-Justin-Michel Girbeau † (8 novembre 1924 - 20 giugno 1963 deceduto)
  • Pierre-Marie-Henri-Baptiste Rougé † (20 giugno 1963 succeduto - 15 giugno 1977 deceduto)
  • Jean-Lucien-Marie-Joseph Cadilhac † (16 marzo 1978 - 27 ottobre 1999 deceduto)
  • Robert Wattebled (30 gennaio 2001 - 10 agosto 2021 ritirato)
  • Nicolas Brouwet, dal 10 agosto 2021

La diocesi nel 2021 su una popolazione di 724.618 persone contava 420.400 battezzati, corrispondenti al 58,0% del totale.

anno popolazione presbiteri diaconi religiosi parrocchie
battezzati totale % numero secolari regolari battezzati per presbitero uomini donne
1950 296.000 395.000 74,9 455 407 48 650 70 300 289
1969 389.000 478.500 81,3 354 335 19 1.098 28 660 87
1980 405.000 494.500 81,9 321 269 52 1.261 97 360 288
1990 436.000 533.000 81,8 253 209 44 1.723 76 250 303
1999 360.000 600.000 60,0 195 154 41 1.846 6 72 178 403
2000 365.000 623.115 58,6 201 165 36 1.815 6 56 175 403
2001 365.000 623.115 58,6 187 155 32 1.951 6 52 260 403
2002 470.000 623.115 75,4 175 141 34 2.685 6 62 286 403
2003 368.000 629.000 58,5 173 139 34 2.127 8 101 240 403
2004 364.523 623.125 58,5 169 135 34 2.156 5 90 274 392
2013 412.000 709.700 58,1 131 100 31 3.145 15 109 146 403
2016 416.844 725.618 57,4 131 109 22 3.182 22 81 103 403
2019 420.700 737.020 57,1 115 92 23 3.658 20 84 111 403
2021 420.400 724.618 58,0 102 86 16 4.121 23 65 98 403
  1. ^ Claude Barthe, Storia del Messale Tridentino, 2ª edizione, Solfanelli, 2021, p. 136 ISBN 978-88-3305-057-7
  2. ^ (FR) Congrégration pour les évêques, Décret sur la nouvelle organisation des provinces ecclésiastiques en France, su eglise.catholique.fr, 8 dicembre 2002. URL consultato il 1º ottobre 2024.
  3. ^ Il testo è riportato da Duchesne, op. cit., p. 311.
  4. ^ Menzionato nella Vita di sant'Amato, vescovo di Avignone, secondo la quale avrebbe subito il martirio durante l'invasione dei Vandali nel 407. Tuttavia secondo Duchesne, la Vita di Amato sarebbe frutto di un falsario del XVII secolo, Polycarpe de la Rivière.
  5. ^ I vescovi Palladio e Gregorio sono menzionati da Gallia christiana sulla base del lezionario della Chiesa di Nîmes; Duchesne e l'Histoire générale de Languedoc li escludono in quanto non comprovati da documenti storici.
  6. ^ Circa la cronologia, v'è discordanza tra Duchesne, che riporta l'anno 788, e Gallia christiana e l'Histoire générale de Languedoc, che riportano il 791.
  7. ^ Prima di Cristiano, Gallia christiana e l'Histoire générale de Languedoc inseriscono un Giovanni II, menzionato nell'813. Tuttavia, secondo Duchesne, Cristiano sarebbe menzionato per la prima volta in una carta databile al 40º di Carlo Magno, che corrisponde all'808: ciò escluderebbe Giovanni II. Inoltre il documento che menziona questo vescovo non riporta la sede di appartenenza (Duchesne).
  8. ^ Riportato da Gallia christiana secondo l'antico lezionario; per Duchesne corrisponde al vescovo Anglardo II, documentato dalla stessa Gallia christiana alla fine del IX secolo.
  9. ^ Secondo gli autori dell'Histoire générale de Languedoc, dopo Frotaire II ci sarebbe un vescovo di nome Elphant, menzionato in una carta del 21 aprile 1084.
  10. ^ Histoire générale de Languedoc, p. 280.

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