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Cardinale

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Disambiguazione – Se stai cercando altri significati, vedi Cardinale (disambigua).
I cardinali (in rosso) partecipano alla celebrazione dei funerali di papa Giovanni Paolo II in Vaticano l'8 aprile 2005.
Cardinale in abito piano (Pietro Parolin).

Il cardinale è un ecclesiastico insignito dal papa, per i suoi meriti personali, di un titolo cardinalizio legato a una chiesa presbiterale o diaconale della città di Roma o a una delle sette diocesi suburbicarie dell'Urbe.[Nota 1] Il cardinalato, pur essendo molto antico, non è considerato di istituzione divina, come l'episcopato, il presbiterato e il diaconato. I cardinali, pur essendo membri della gerarchia cattolica godono della prerogativa dell'elezione del papa. Sottostanno unicamente a lui e lo aiutano nel governo della Chiesa universale.

Il titolo formale completo che spetta ai cardinali è quello di Cardinale di Santa Romana Chiesa (in latino: Sanctae Romanae Ecclesiae Cardinalis[Nota 2])[1] e il loro trattamento è quello di Eminenza Reverendissima[2] (anche se l'aggettivo Reverendissima è facoltativo[Nota 3]).

I cardinali nel loro insieme formano il collegio cardinalizio, presieduto dal cardinal decano[3], e la loro riunione sotto la presidenza del papa è detta concistoro.

Ai cardinali, dopo la morte o la rinuncia del pontefice, compete l'elezione del nuovo vescovo di Roma in un'assemblea detta conclave. Essi sono inoltre, in accordo col codice di diritto canonico, collaboratori del Papa, sia collegialmente sia individualmente. Essi ricoprono infatti i più importanti incarichi nella Curia romana.[1]

Spesso sono cardinali i vescovi delle diocesi cosiddette cardinalizie, considerate importanti dalla Chiesa per preminenza o per tradizione (vedi sotto).

Il termine deriva dal latino cardo, cioè "cerniera", "cardine",[4] inteso come centro di rotazione: i cardinali, infatti, aiutano il pontefice nell'amministrazione della Curia romana e più in generale nel governo della Chiesa universale.

Il termine cardinale era già usato sotto l'Impero romano e, in seguito, nel Medioevo per indicare in generale i sacerdoti diocesani addetti (o, appunto, incardinati) a una Chiesa particolare, specialmente se illustre (come erano quelle di Milano, Ravenna, Costantinopoli, ecc. e naturalmente quella di Roma).[4][5] Nel Medioevo il titolo di cardinale divenne prerogativa di alcuni canonici di capitoli cattedrali, fra cui quelli di Aquisgrana, Colonia, di altre diocesi in Germania e in Italia e in Spagna nell'arcidiocesi di Santiago di Compostela e nella diocesi di Orense.[6]

Il papa con i suoi cardinali, in una miniatura del Très riches heures du Duc de Berry

Origini nella diocesi di Roma

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La nascita della figura del cardinale è strettamente collegata alla nascita della Curia romana, avvenuta quando il papa, per il governo della Chiesa, cominciò a chiamare presso di sé alcuni collaboratori (che andranno a formare successivamente la Curia romana), scelti tra i chierici della sua provincia ecclesiastica: i parroci della sua diocesi (che diverranno i cardinali presbiteri); i diaconi della città (i futuri cardinali diaconi); i vescovi suburbicari, cioè i vescovi delle diocesi attorno a Roma (i futuri cardinali vescovi).

L'ufficio dei cardinali inizia a evolversi a Roma sin dal V secolo: il titolo era riservato ai sacerdoti incardinati alle 25 chiese nelle quali era divisa l'amministrazione ecclesiastica della città (i cosiddetti tituli cardinales): 25 erano infatti i presbiteri a cui era stato affidato il servizio parrocchiale dell'Urbe da papa Cleto[7]. Da essi nacque il titolo di cardinale presbitero, in quanto titolare di una chiesa della Diocesi di Roma.

In seguito il titolo venne riservato da papa Evaristo (successore di papa Clemente) anche ai 7 diaconi che si occupavano delle cosiddette diaconie, ovvero i dipartimenti (regiones) in cui Roma era stata divisa per garantire la cura dei poveri[7][8]. Da essi nacque il titolo di cardinale diacono.

Successivamente, con l'affermazione del vescovo di Roma come guida di tutta la Chiesa cattolica, i papi cominciarono a chiamare a sé i vescovi delle diocesi più vicine (le suburbicarie, suffraganee della diocesi romana) per svolgere in sua vece cerimonie religiose, per farsi assistere nel corso di esse e per ricevere aiuto e consiglio nel governo della diocesi e della Chiesa[4]. Da essi nacque il titolo di cardinale vescovo.

Dall'XI al XIX secolo

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Il Cardinale Richelieu, celeberrimo Cardinale della corona e Primo ministro di Francia

La dignità cardinalizia iniziò ad assumere rilevanza solo a partire dal XI secolo. Papa Niccolò II, infatti, riservò il diritto di elezione del papa ai soli cardinali vescovi romani, i quali erano tenuti a raggiungere l'unanimità, nel 1059 con la costituzione apostolica In nomine Domini, mentre nel 1179 papa Alessandro III, con la costituzione apostolica Licet de vitanda discordia, conferì l'elettorato attivo a tutti i cardinali (cardinali vescovi, cardinali presbiteri e cardinali diaconi)[4] stabilendo per la validità dell'elezione la maggioranza qualificata dei due terzi.[9]

Intanto nel 1150 fu effettivamente formato il Collegio cardinalizio e nacquero le figure del Decano e del Camerlengo.[10]

Nel 1274 papa Gregorio X, con la costituzione apostolica Ubi periculum, confermò le norme dettate dai suoi predecessori, ma introdusse il dovere del segreto nell'elezione e, successivamente, soprattutto l'obbligo della segregazione dell'assemblea dei cardinali elettori: per questo da allora tale assemblea viene detta conclave. Queste disposizioni sono sopravvissute nelle successive variazioni delle norme.[11]

I papi Eugenio IV e Leone X, rispettivamente con le bolle[Nota 4] Non mediocri e Supernae, stabilirono la preminenza e il diritto di precedenza della dignità dei cardinali su tutte le altre dignità nella gerarchia ecclesiastica (compresi i patriarchi), essendo sottostanti soltanto al papa.[4][10]

Papa Pio V il 17 febbraio 1567 proibì di dare il titolo di cardinale ai canonici, riservandolo ai cardinali di Santa Romana Chiesa, tuttavia a Santiago di Compostela il titolo resterà in uso fino al 15 settembre 1847, data in cuì morì l'ultimo canonico cardinale.[6]

Sisto V portò, con la costituzione Postquam verus del 1586, il numero dei cardinali a 70, cioè 6 vescovi, 50 preti e 14 diaconi.[4][8][10]

Durante il Medioevo e fino al XIX secolo la maggioranza dei cardinali provenne da famiglie di grande o piccola nobiltà europea, nella maggior parte dei casi italiana o semplicemente romana. Tra questi, un gran numero era costituito da cardinali legati alla gestione e all'amministrazione del territorio pontificio e dai cosiddetti "cardinali della corona".

Fotografia di un cardinale del XIX secolo (Angelo Bianchi)

Dal XIX secolo al terzo millennio

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La composizione e il ruolo del collegio cardinalizio mutarono profondamente a partire dalla fine del XIX secolo, con la perdita di importanza del potere temporale della Chiesa e la fine dello Stato Pontificio.[12]

Ne è un esempio l'internazionalizzazione del Sacro Collegio, che fu da una parte conseguenza dell'espansione nelle terre di missione, ma che aveva anche come scopo la ricerca da parte della Santa Sede di un appoggio internazionale dopo la fine dello Stato della Chiesa[senza fonte], a cui corrispondeva un'impostazione di Chiesa più pastorale e meno "di corte". Durante il pontificato di Pio IX furono nominati i primi cardinali extra-europei, il guatemalteco Juan de la Cruz Ignacio Moreno y Maisanove e l'americano John McCloskey.

Mutò anche l'origine sociale dei cardinali: se durante il pontificato di Pio VII (1800-1823) il 92%[senza fonte] dei cardinali nominati proveniva dalla nobiltà, questa percentuale si riduce notevolmente sotto papa Leone XIII (1878-1903), lasciando spazio a cardinali provenienti dalla borghesia o di origini modeste.

Diminuì notevolmente anche il numero di cardinali non ordinati preti, che erano legati soprattutto ai numerosi incarichi amministrativi e diplomatici nello Stato della Chiesa.

Nel 1918, con la promulgazione del nuovo Codice di Diritto Canonico da parte di papa Benedetto XV, fu decretato che tutti i cardinali dovessero essere ordinati almeno presbiteri.[13]

Nel 1929, a seguito del concordato tra la Santa Sede e lo Stato italiano, entro i confini del Regno d'Italia a tutti i cardinali furono riconosciuti gli "onori dovuti ai Principi del sangue".[14]

Nel 1962 papa Giovanni XXIII stabilì che tutti i cardinali dovessero essere insigniti della dignità episcopale[10]. Tale norma tuttavia viene a volte disattesa da parte dei pontefici con delle speciali dispense[15].

Nel 1965 papa Paolo VI ha introdotto nel collegio cardinalizio i patriarchi di rito orientale nell'Ordine dei Cardinali Vescovi con il motu proprio Ad purpuratorum Patrum Collegium.[16]

Sempre Paolo VI, il 21 novembre 1970, stabilì con il motu proprio Ingravescentem Aetatem che tutti i cardinali, al compimento dell'ottantesimo anno di età, perdono il diritto di partecipare a un eventuale conclave. In caso un cardinale abbia compiuto ottant'anni dopo l'inizio della sede vacante, egli può partecipare all'elezione del Romano Pontefice. I cardinali non elettori possono tuttavia partecipare alla Missa Pro Eligendo Romano Pontifice e alla processione dei cardinali fino alla Cappella Sistina, senza però partecipare alle votazioni.[17][18]

Lo stesso Paolo VI nel 1973 portò il numero massimo di cardinali elettori a 120[10][19]; nonostante ciò, la regola non è sempre stata seguita in maniera rigida. Ad esempio sia Giovanni Paolo II che Francesco hanno infatti spesso infranto il tetto del numero massimo.[20]

Ordini cardinalizi

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Lo stesso argomento in dettaglio: Titolo cardinalizio.

La dignità cardinalizia non è un ministero ordinato, non facendo parte dei tre gradi del sacramento del ministero apostolico (ossia episcopato, presbiterato e diaconato[21][22]), e non rientra nella struttura gerarchica "di diritto divino" (ovvero quella che la Chiesa ritiene essere stata istituita direttamente da Gesù Cristo).

Infatti sin dai primi tempi il cardinalato è suddiviso in tre ordini:

Cardinali vescovi

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In origine in numero di sette, erano i vescovi delle chiese suburbicarie di Roma; prima della riforma liturgica avviata dal Concilio ecumenico Vaticano II assistevano alla messa papale indossando un piviale chiuso da un razionale con tre pigne di perle allineate. Il decano porgeva al papa il libro liturgico da leggere, come il prete assistente faceva con i vescovi. Anche quando è venuta meno l'effettiva potestà sulle diocesi, ai cardinali vescovi si è continuato ad assegnare la titolarità di una sede suburbicaria.

Al decano del collegio cardinalizio, eletto tra i cardinali vescovi (solo a partire dal motu proprio Sacro Cardinalium Consilio), spetta la titolarità della sede di Ostia che cumula a quella che aveva precedentemente. Ai cardinali vescovi titolari delle altre sedi suburbicarie papa Paolo VI, con il motu proprio Ad purpuratorum Patrum Collegium pubblicato l'11 febbraio 1965, affiancò nell'ordine dei vescovi anche i patriarchi di rito orientale assunti nel collegio cardinalizio che, nell'ordine di precedenza, si situano immediatamente dopo di loro; a questi non viene assegnata alcuna sede suburbicaria, infatti essi come titolo hanno la propria sede patriarcale[23].

Con rescritti del 26 giugno 2018[24] e del 1º maggio 2020[25] papa Francesco ha ampliato l'ordine dei cardinali vescovi nominando tra essi alcuni porporati che rivestono incarichi di prima responsabilità nella Curia romana, ed elevandoli a cardinali vescovi ad personam senza che il titolo cardinalizio sia elevato a titolo episcopale.

Cardinali presbiteri

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Erano gli ecclesiastici preposti alla cura delle più antiche chiese di Roma, dette "titoli" (dal latino tituli). Tradizionalmente legati alle parrocchie di Roma, essi costituiscono da sempre l'ordine più numeroso.

Furono istituiti da papa Cleto in numero di venticinque e così rimasero per 1.500 anni. Nel XVI secolo raddoppiarono a cinquanta con papa Sisto V e superarono i cento nel XX secolo. Prima della riforma liturgica voluta dal Concilio Vaticano II, partecipavano alla Messa papale indossando la pianeta sul rocchetto.

Cardinali diaconi

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A essi era demandata l'amministrazione dei sei uffici del palazzo del Laterano ("diaconi palatini") e dei sette dipartimenti (regiones) di Roma e la cura dei poveri presenti in essi ("diaconi regionali"); dopo papa Sisto V diventano quattordici, due per ciascuno di questi dipartimenti, ognuno avente in gestione una "diaconia", cioè una chiesa dell'Urbe di cui è responsabile. Prima della riforma liturgica partecipavano alla Messa papale in dalmatica (l'abito proprio dei diaconi); due di essi assistevano il papa sul trono, uno lo coadiuvava come ministrante e proclamava il Vangelo. Pur essendo sei gli uffici, Gaetano Moroni cita sette cardinali diaconi palatini: "primicerio dei notari, ossia decano del collegio dei protonotari apostolici, e capo delle dignità palatine, il secondicerio, l'arcario, il sacellario, il protoscrinario, il primicerio dei difensori e l'amminicolatore, o nomenclatore".[26]

Corrispondenza tra il grado di ordinazione e il titolo dei cardinali

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Una volta l'ordine di cardinalato era corrispondente al grado di ordinazione del cardinale (diacono, presbitero o vescovo), o comunque a un grado di ordinazione inferiore (pertanto un prete poteva diventare cardinale diacono o presbitero, ma non cardinale vescovo senza essere ordinato vescovo).[Nota 5]

Nel 1962 papa Giovanni XXIII stabilì che chi viene creato cardinale venga anche consacrato vescovo, nel caso non lo sia già, eliminando di fatto ogni distinzione di ordinazione tra i cardinali: i tre ordini vengono mantenuti, ma non sono più legati a un fatto sacramentale, quanto a titoli (diocesi suburbicarie o chiese di Roma). Di fatto, però, Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e Francesco hanno nominato cardinali alcuni sacerdoti ultraottantenni (e quindi senza diritto di voto in conclave) pur senza elevarli alla dignità episcopale, mediante una speciale dispensa[Nota 6][27].

Il titolo cardinalizio può essere congiunto con quello di vescovo di una qualche diocesi nel mondo (esistente o estinta): infatti moltissimi vescovi sono stati elevati al cardinalato (come cardinali presbiteri) e ricevono un "titolo", in virtù del quale fanno parte in modo formale del Clero romano (e, se non hanno compiuto gli ottant'anni, partecipano all'elezione del pontefice).[28]

A partire dal motu proprio Suburbicariis sedibus del 1962 di papa Giovanni XXIII, i cardinali non hanno alcuna potestà di governo sulla chiesa o sulla diocesi suburbicaria a cui sono stati assegnati e non possono interferire in nessun modo per ciò che riguarda l'amministrazione dei beni e la disciplina (ogni chiesa infatti ha già il proprio parroco o rettore, e ogni diocesi suburbicaria ha il proprio vescovo diocesano: il ruolo del cardinale è di puro patrocinio).[28]

Cardinali di curia e cardinali residenziali

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A seconda dell'incarico ricoperto, i cardinali si dividono in due grandi gruppi: i cardinali di curia e i cardinali residenziali.

Cardinali di curia

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Sono detti cardinali di curia quei cardinali che presiedono un dicastero della Curia Romana e quindi partecipano attivamente al governo della Chiesa Universale. Risiedono solitamente a Roma e partecipano ai concistori ordinari convocati dal papa. I cardinali residenti nella Città del Vaticano o a Roma ottengono la cittadinanza dello Stato della Città del Vaticano[29].

I cardinali di curia decadono dai rispettivi incarichi con la vacanza della Santa Sede (cioè, con la morte del papa o con la sua rinuncia)[30][31].

Cardinali residenziali

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Sono detti cardinali residenziali (con evidente assonanza ai vescovi residenziali) quei cardinali che continuano a reggere la loro diocesi; sono spesso cardinali per consuetudine in quanto, pur non esistendo norme specifiche, alcune diocesi particolarmente prestigiose e importanti per dimensioni e/o tradizione (dette appunto diocesi cardinalizie) sono tradizionalmente assegnate a cardinali.

Pur essendo membri del Sacro Collegio e quindi assistenti a tutti gli effetti del papa, il loro compito principale rimane la guida di una Chiesa particolare, appunto la diocesi di cui sono vescovi.

Solitamente, i primati delle chiese nazionali sono cardinali residenziali, per esempio di Francia, di Inghilterra e Galles, d'Ungheria, del Belgio, eccetera. In Italia, coerentemente, sono tradizionalmente rette da cardinali residenziali le diocesi principali dei sette Stati preunitari più importanti: Milano, Torino, Venezia, Genova, Firenze, Napoli e Palermo; a queste si aggiunge Bologna, seconda città dello Stato pontificio e capoluogo di quelle che venivano chiamate le Romagne.[senza fonte]

Nomina dei cardinali

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I nuovi cardinali vengono creati nel concistoro. Il codice di diritto canonico prevede che ciò avvenga in presenza del collegio. Le nomine dei nuovi cardinali sono generalmente annunciate in anticipo, ma solo con la pubblicazione formale del decreto papale durante il concistoro l'elevazione al rango cardinalizio acquista effetti. Ciò vale anche per quei cardinali il cui nome non viene rivelato dal papa per particolari ragioni (solitamente, di carattere politico), detti cardinali in pectore.

Dal 1962, secondo quanto stabilito da Giovanni XXIII, tutti i cardinali devono essere stati ordinati vescovi prima della loro creazione.

I chierici elevati alla dignità cardinalizia, come anche i vescovi, sono obbligati personalmente alla professione di fede[32], la cui formula, in vigore dal 1º marzo 1989, è composta dal simbolo niceno-costantinopolitano seguito dalla professione di fede nella Parola di Dio scritta o trasmessa (quali: Sacre Scritture, Concili, Padri), e nei dogmi proclamati dal Magistero ordinario e universale[33]. Il rispettivo ministero è esercitato con diligenza e fedeltà in modo conforme al mandato apostolico di servizio e di edificazione pastorale miranti alla comunione diacronica dei credenti in Gesù Cristo[34].

Ogni cardinale prende possesso del suo titolo durante una cerimonia dopo l'avvenuta nomina: pertanto sulla facciata delle chiese "titolari" è in genere esposto, oltre allo stemma papale, anche quello del cardinale a cui la chiesa è stata assegnata. Sulla controfacciata, in corrispondenza degli stemmi, era d'uso apporre i ritratti a olio del Papa e del Cardinale titolare.

Numero dei cardinali

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Callisto III impone il galero cardinalizio all'arcivescovo Enea Piccolomini

Il numero dei cardinali, che era oscillato da 20 a 40 nei primi secoli del secondo millennio, fu fissato in 70 da Sisto V nel 1586[4][8], in memoria dei 70 anziani d'Israele scelti da Mosè durante l'esodo. Nel 1958 Giovanni XXIII ne ampliò il numero, mentre nel 1975 Paolo VI lo fissò a un massimo di 120 con la costituzione apostolica Romano Pontifici Eligendo[35]. Nel 1996 Giovanni Paolo II con la costituzione apostolica Universi Dominici Gregis riconfermò il limite di cardinali elettori a 120[36]. Nonostante ciò, sia lui che papa Francesco non hanno tenuto conto di questo limite, arrivando ad avere rispettivamente un massimo di 135 cardinali elettori nel concistoro del 21 febbraio 2001[20] e un massimo di 137 cardinali elettori nel concistoro del 30 settembre 2023.

Sempre Paolo VI, con il motu proprio Ingravescentem Aetatem decretò che al compimento dell'ottantesimo anno di vita i cardinali perdessero il diritto di voto attivo (e quindi la possibilità di entrare in conclave ed eleggere il papa) ma non quello di voto passivo (ossia la possibilità di essere eletti)[17].

Papa Giovanni Paolo II è il pontefice che ha creato il maggior numero di cardinali nella storia: 231 (provenienti da 69 nazioni) in 9 concistori.[37]

Con il concistoro del 14 febbraio 2015, il Sacro Collegio ha raggiunto il numero di 227 cardinali viventi (compresi i non elettori), provenienti da 73 nazioni, un record storico, mai raggiunto prima nella storia della Chiesa cattolica.

Dal 5 ottobre 2019 la maggioranza assoluta dei cardinali elettori è costituita da porporati creati da papa Francesco[38].

Al 28 ottobre 2024 i membri del collegio sono 233, provenienti da 90 nazioni, dei quali 121 elettori.[39][40]

Rimozione dei cardinali

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Il Papa, per gravi motivazioni, può scegliere di togliere la dignità cardinalizia a un porporato: è successo ad esempio nel 1927 al cardinale francese Louis Billot, che aveva pubblicamente solidarizzato con una rivista del suo Paese, già oggetto di una censura da parte di papa Pio XI, oppure nel 2018 allo statunitense Theodore Edgar McCarrick, coinvolto in uno scandalo di pedofilia[41].

Nel 2015, per le accuse di molestie su persone maggiorenni, lo scozzese Keith O'Brien[42] e nel 2020, per scandali finanziari, l'italiano Giovanni Angelo Becciu[43], rinunciarono ai diritti e alle prerogative del cardinalato, pur conservando il titolo cardinalizio, ridotto solamente a un simbolo.

Il concistoro

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Papa Paolo VI consegna l'anello cardinalizio a Joseph Ratzinger (poi papa Benedetto XVI) durante il Concistoro straordinario del 1977
Lo stesso argomento in dettaglio: Concistoro § Cattolicesimo.

La riunione del Collegio dei cardinali prende il nome di concistoro. Esso viene convocato e presieduto dal papa al fine di ricevere aiuto e consiglio dai cardinali nel governo della Chiesa o per annunciare la nomina di nuovi cardinali e per, in seguito, crearli.

Si distinguono due tipi di concistoro: il concistoro ordinario (a cui sono invitati tutti i cardinali, ma a cui solitamente partecipano solo i cardinali residenti a Roma) e il concistoro straordinario (a cui devono partecipare tutti i cardinali).[44]

Il concistoro solitamente è tenuto a porte chiuse, ma in alcune e solenni occasioni quello ordinario può essere aperto al pubblico[45].

I concistori straordinari sono tenuti dal Papa, in genere, ogni due o tre anni[senza fonte]; ma ad esempio, in diciannove anni di regno papa Pio XII ne indisse solamente due, mentre il suo predecessore, Pio XI, ne indisse addirittura diciassette nei diciassette anni di pontificato (in media uno all'anno).

Lo stesso argomento in dettaglio: Conclave.
La Cappella Sistina, luogo in cui i cardinali svolgono il conclave per eleggere il papa

Alla morte o rinuncia del papa i cardinali hanno il compito di eleggere il suo successore[1] in un'assemblea detta conclave, svolta rigorosamente a porte chiuse. Il maestro delle celebrazioni liturgiche pontificie pronuncia l'Extra omnes (in italiano: Fuori tutti), in seguito al quale ogni persona che non prende parte al conclave deve uscire dalla Cappella Sistina, dove i cardinali sceglieranno il nuovo Pontefice.

Anche se di norma il papa viene scelto tra gli stessi cardinali, de iure potrebbe essere selezionato anche un uomo celibe e battezzato, esterno al collegio cardinalizio[17]; tuttavia ciò nella storia della Chiesa è avvenuto molto di rado[Nota 7].

Vige il limite di età di ottant'anni per avere il diritto di eleggere il papa ("cardinale elettore"): è stato introdotto da papa Paolo VI nella sua Lettera apostolica Ingravescentem Aetatem (21 novembre 1970), con l'intento di ringiovanire il senato cardinalizio e soprattutto le sue scelte, così come il limite (meno stringente) di settantacinque anni per i vescovi diocesani.

Abiti e insegne cardinalizi

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L'abito corale dei cardinali è simile a quello dei vescovi, ma di color rosso porpora (da cui il nome di "porporati"), anziché rosso-violaceo (tecnicamente "paonazzo"), a simboleggiare la disponibilità anche al martirio; il galero, rosso anziché verde, fa parte dello stemma, come per i vescovi.

Queste sono le insegne proprie dei cardinali:

  • zucchetto: concesso dal Papa o suo delegato;
  • mitra: bianca e damascata da usarsi nelle concelebrazioni eucaristiche;
  • galero o cappello (in disuso): imposto per mano del Papa; è di colore rosso e una volta era dato con queste parole "ricevi questo galero rosso; esso significa che fino alla effusione del sangue ti devi mostrare intrepido per l'esaltazione della fede, la pace e la prosperità del popolo cristiano, la conservazione e l'accrescimento della Santa Chiesa ";
  • berretta o calotta: di seta, saia o raramente in pelle, come segno di dignità ecclesiastica;
  • anello: in uso dal XII secolo, è accordato ai cardinali titolari di chiese in segno di giurisdizione e fedeltà al pontefice;
  • ombrellino (in disuso): come distinzione è portato da un chierico nelle processioni;
  • baldacchino (in disuso): in damasco o broccato, ha la stessa funzione dell'ombrellino;
  • cappa magna (in disuso): per le cerimonie liturgiche più solenni;
  • stemma: indica la dignità cardinalizia come principe della Chiesa ed esclude ogni altro titolo nobiliare, dando diritto ad avere un proprio stemma personale;
  • altare portatile: in uso per le processioni;
  • veste rossa;
  • talare e pellegrina nera (è ammesso l'uso del bianco nei paesi con clima particolarmente caldo), con occhielli, bottoni, bordi, fodera e fascia di colore rosso (nell'abito corale talare e mozzetta sono rosse);
  • ferraiolo: di colore rosso, viene indossato unicamente sopra l'abito piano e solo in occasioni solenni.[46]

L'abbigliamento e le insegne cardinalizie non sono tuttavia "standardizzate" per tutti i membri del collegio: accade infatti che alcuni di essi (segnatamente coloro che provengono da una chiesa sui iuris) utilizzino un vestiario, degli attributi e un trattamento onorifico anche radicalmente diversi da quelli sopra descritti. Anche i cardinali che si trovano in terra di missione o vivono in zone tropicali o dove il clima è particolarmente caldo, indossano un vestiario differente: essi possono indossare l'abito talare di colore bianco, mantenendo, però, occhielli, bottoni, bordi, fodera, fascia, e zucchetto di color porpora, per differenziarsi dall'abito piano del papa, il quale è l'unico che può interamente vestirsi di bianco.[47]

Uffici particolari

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Il cardinale decano

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Lo stesso argomento in dettaglio: Decano del collegio cardinalizio.

Il titolo di decano indica generalmente un primo per anzianità tra pari.

Nell'ambito dei cardinali indica quel cardinale che presiede, come semplice primus inter pares[48], il Collegio dei cardinali e quindi anche il conclave; a lui spetta chiedere al papa neoeletto l'accettazione del mandato e (in seconda battuta) quale nome intenda utilizzare. Qualora il nuovo pontefice non abbia poi la dignità episcopale, è sempre il decano a ordinarlo vescovo. Se il decano è ultraottantenne, la presidenza del conclave passa al sotto-decano o comunque al cardinale vescovo più anziano per nomina fra gli elettori. In caso di elezione del decano a papa, sarà ancora il sotto-decano o, qualora impossibilitato, il cardinale vescovo di più antica creazione a provvedere alla richiesta del consenso e del nome.

Il decano del collegio cardinalizio è eletto dai soli cardinali titolari di sede suburbicaria o di titolo elevato alla medesima dignità (ossia i cardinali vescovi, esclusi i patriarchi di rito orientale) fra uno di essi; l'elezione deve essere approvata dal papa[48][49]. Sin dall'antichità il cardinale decano assume tradizionalmente anche il titolo della sede suburbicaria di Ostia aggiungendolo a quello posseduto fino a quel momento, essendo il vescovo di Ostia colui che aveva il privilegio di incoronare il papa neoeletto.

La carica di cardinal decano è stata congiunta a quella di cardinale protovescovo fino al 1965, quando Paolo VI tramite il motu proprio Sacro Cardinalium Consilio rese la carica di decano elettiva[49].

Dal 2019 la carica ha una scadenza di mandato di cinque anni, rinnovabile.[50]

Dal 18 gennaio 2020 la carica è ricoperta dal cardinale Giovanni Battista Re.[51]

Il cardinale camerlengo

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Il cardinale camerlengo certifica la morte del Papa nel 1903
Lo stesso argomento in dettaglio: Camerlengo (Chiesa cattolica).

Il titolo di camerlengo indica generalmente un amministratore dei beni ecclesiastici di ciascun istituto religioso.

Nell'ambito dei cardinali indica quel cardinale che ha il compito di amministrare le proprietà e i beni della Santa Sede, di reggere la Sede vacante, in caso di morte o rinuncia del Santo Padre, e la responsabilità della convocazione del conclave per l'elezione del nuovo Pontefice.

Dal 14 febbraio 2019 il ruolo di camerlengo è ricoperto dal cardinale statunitense Kevin Joseph Farrell.[52]

Il cardinale protodiacono

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L'annuncio dell'Habemus papam in seguito all'elezione di papa Martino V
Lo stesso argomento in dettaglio: Cardinale protodiacono.

Il primo dei cardinali diaconi si chiama cardinale protodiacono e ha il compito di annunciare al popolo cristiano l'elezione del nuovo papa dalla loggia della Basilica di San Pietro, con le parole Habemus papam.[53] Un tempo era anche colui che affiancava il Pontefice nelle cerimonie più importanti per tenergli il lembo del piviale, oppure per assisterlo durante la celebrazione della Messa, ed era colui che incoronava il nuovo Papa (dal 1978 l'imposizione del triregno è stata sostituita da quella del pallio, con la relativa cerimonia che è stata ribattezzata Messa di inizio pontificato).

Dal 28 ottobre 2024 il cardinale protodiacono della Chiesa cattolica è il cardinale Dominique Mamberti.

Prima creatura

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Prende il nome di prima creatura il primo cardinale creato da ciascun pontefice. Soprattutto nel Cinquecento e nel Seicento la prima creatura era un cardinale che godeva di particolare fiducia e prossimità al pontefice, che si rifletteva in un maggior prestigio all'interno della Curia. In numerosi casi la scelta del primo cardinale cadeva sul cardinal nipote.

Cardinali in pectore e cardinali segreti

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Lo stesso argomento in dettaglio: Cardinale in pectore.

A partire da papa Paolo III, i papi hanno occasionalmente nominato cardinali senza renderne noto il nome ad alcuno (creati et reservati in pectore), a volte neppure all'interessato, in genere per proteggere loro o le loro comunità dal rischio di vendette. Quando il papa lo ritiene sicuro rende pubblica la nomina e da quel momento il nominato può assumere le sue funzioni (ma con anzianità dalla data della nomina in pectore); se però il papa muore prima, la nomina cessa di avere effetto.[54]

Giovanni Paolo II ha utilizzato la nomina in pectore nei concistori del 1979 (pubblicata nel 1991) e del 1998 (pubblicata nel 2001). Nel suo ultimo concistoro (2003) papa Wojtyla ha nominato in pectore un cardinale, che è decaduto al momento della morte del pontefice il 2 aprile 2005, non essendo mai stato pubblicato.[55]

Si chiamano invece cardinali segreti coloro che sono noti agli altri cardinali ma non vengono resi pubblici: questa pratica fu inaugurata da papa Martino V.

Cardinali per età

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Nella tabella sono riportati il più anziano e il più giovane in carica[56]:

Nome Data di nascita Anni e giorni Giorni Paese Diocesi
Estanislao Esteban Karlic 7 febbraio 1926 98 anni e 290 giorni 36 084 Argentina (bandiera) Argentina -
Giorgio Marengo 7 giugno 1974 50 anni e 169 giorni 18 432 Italia (bandiera) Italia Mongolia (bandiera) Ulaanbaatar

Tra i cardinali italiani, il più anziano e il più giovane sono:

Nome Data di nascita Anni e giorni Giorni Diocesi
Salvatore De Giorgi 6 settembre 1930 94 anni e 78 giorni 34 412 Palermo
Giorgio Marengo 7 giugno 1974 50 anni e 169 giorni 18 432 Ulaanbaatar

Cardinali santi e beati

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Al 2023 soltanto 16 cardinali sono venerati come santi:

Tradizionalmente vengono considerati cardinali anche san Girolamo, san Bruno di Segni, san Raimondo Nonnato e san Tesauro Beccaria[senza fonte] sebbene non vi siano dati certi della loro avvenuta creazione cardinalizia.

Inoltre sono 19 i cardinali venerati come beati:

Infine, per altri 30 è in corso il processo di beatificazione:

Note generali

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  1. ^ a b c Can. 349 CIC
  2. ^ eminènza, in Treccani.it – Vocabolario Treccani on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. URL consultato l'11 settembre 2022.
  3. ^ Can. 352 - §1 CIC
  4. ^ a b c d e f g Pietro Pisani, CARDINALE, in Enciclopedia Italiana, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1930. URL consultato l'11 settembre 2022.
  5. ^ Christus dominus, su vatican.va. URL consultato il 30 luglio 2021.
  6. ^ a b (ES) Paulino Pérez Casado, Los canónigos Cardenales de Santiago
  7. ^ a b I Cardinali Diaconi e l'uso della dalmatica, su vatican.va. URL consultato il 30 luglio 2021.
  8. ^ a b c cardinale, in Dizionario di storia, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2010. URL consultato l'11 settembre 2022.
  9. ^ https://www.catt.ch/newsi/%E2%80%8Ble-trasformazioni-del-collegio-cardinalizio-scelti-mondo/
  10. ^ a b c d e Il Collegio Cardinalizio, su vatican.va. URL consultato l'11 settembre 2021.
  11. ^ II Concilio di Lione 1271-1276: testo - IntraText CT, su intratext.com. URL consultato l'11 settembre 2021.
  12. ^ Roberto Regoli, Una questione di cappelli e di teste giuste. L'evoluzione del collegio cardinalizio al tempo di Leone XIII, in L'Osservatore Romano, 21-04-10.
  13. ^ Can. 232-235 Archiviato il 30 giugno 2022 in Internet Archive. del Codice Piano Benedettino
  14. ^ Legge 27 maggio 1929, n. 810, in materia di "Esecuzione del Trattato, dei quattro allegati annessi e del Concordato, sottoscritti in Roma, fra la Santa Sede e l'Italia, l'11 febbraio 1929", articolo 21 primo comma del Trattato
  15. ^ Marco Mancini, I Cardinali rimasti presbiteri, Padre Cantalamessa e gli altri porporati, su acistampa.com. URL consultato il 30 settembre 2021.
  16. ^ Ad purpuratorum Patrum Collegium - Lettera Apostolica in forma di Motu Proprio sul posto dei Patriarchi Orientali nel Collegio dei cardinali (11 febbraio 1965) | Paolo VI, su vatican.va. URL consultato il 30 agosto 2021.
  17. ^ a b c papa, in Dizionario di storia, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2011. URL consultato l'11 settembre 2022.
  18. ^ Ingravescentem Aetatem - Lettera Apostolica in forma di Motu Proprio con la quale viene definita l'età dei Cardinali in relazione al loro ufficio (20 novembre 1970) | Paolo VI, su vatican.va. URL consultato il 30 agosto 2021.
  19. ^ Acta Apostolicae Sedis, anno 1973, vol. LXV, pag. 163
  20. ^ a b Santa Sede. Il Papa crea 21 nuovi cardinali: i nomi e la nuova "geografia" del Collegio, su www.avvenire.it, 9 luglio 2023. URL consultato il 13 agosto 2023.
  21. ^ Catechismo della Chiesa cattolica, n. 1536
  22. ^ La celebrazione del ministero cristiano, su vatican.va. URL consultato il 12 luglio 2011 (archiviato dall'url originale il 13 marzo 2011).
  23. ^ Can. 350 §3 CIC
  24. ^ Rescritto di papa Francesco del 26 giugno 2018, su press.vatican.va.
  25. ^ Rescritto di papa Francesco del 1º maggio 2020, su press.vatican.va.
  26. ^ Gaetano Moroni, Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica da San Pietro ai giorni nostri, vol. VIII, Venezia 1841, p. 117
  27. ^ Marco Mancini, I Cardinali rimasti presbiteri, Padre Cantalamessa e gli altri porporati, su acistampa.com. URL consultato il 19 settembre 2021.
  28. ^ a b Can. 357 §2 CIC
  29. ^ Legge CXXXI dello Stato della Città del Vaticano, art. 1, primo comma
  30. ^ Costituzione Apostolica Pastor Bonus, 1998, Cap. I, Art. 6 (testo integrale, dal sito Ufficiale della Santa Sede)
  31. ^ Declaratio del Santo Padre Benedetto XVI sulla sua rinuncia al ministero di Vescovo di Roma, Successore di San Pietro, 11 febbraio 2013 (testo integrale, dal sito Ufficiale della Santa Sede)
  32. ^ Canone 833 del Codice di Diritto Canonico, su vatican.va. URL consultato il 1º settembre 2015 (archiviato dall'url originale il 20 settembre 2015).
  33. ^ Professione di fede e giuramento di fedeltà nell'assumere un ufficio da esercitare a nome della Chiesa.
  34. ^ Gerhard Ludwig Müller (Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede), Il ministero del vescovo nella comunione dei credenti., su vatican.va. URL consultato il 23 luglio 2018 (archiviato dall'url originale il 12 giugno 2018).
  35. ^ Romano Pontifici Eligendo, Parte Seconda, Cap. I, art. 33 Romano Pontifici Eligendo (1 ottobre 1975) | Paolo VI
  36. ^ Universi Dominici Gregis (22 febbraio 1996) | Giovanni Paolo II, su vatican.va. URL consultato il 19 settembre 2021.
  37. ^ The Cardinals of the Holy Roman Church - Cardinals of the 20th Century, su cardinals.fiu.edu. URL consultato il 1º agosto 2021.
  38. ^ San Pietro. La Chiesa ha 13 nuovi cardinali. il Papa: siate compassionevoli, su avvenire.it, 5 ottobre 2019. URL consultato il 1º agosto 2021.
  39. ^ Distribuzione dei Cardinali viventi secondo il Pontificato di creazione, su press.vatican.va. URL consultato il 7 ottobre 2024.
  40. ^ Composizione dei Cardinali per area geografica, su press.vatican.va. URL consultato il 7 ottobre 2024.
  41. ^ L'ex cardinale McCarrick è stato dimesso dallo stato clericale, su Il Post, 16 febbraio 2019. URL consultato il 1º agosto 2021.
  42. ^ Pedofilia, Papa Francesco ha deciso: O'Brien non è più cardinale, su Today. URL consultato il 1º agosto 2021.
  43. ^ Francesco Antonio Grana, Papa Francesco pensiona Becciu: resterà cardinale ma senza più diritti. Era finito nell’inchiesta sul palazzo di lusso a Londra, in Il Fatto quotidiano, 24 settembre 2020. URL consultato il 24 settembre 2020.
  44. ^ Can. 353 §1, §2, §3 CIC
  45. ^ Così nel Can. 353 §4 CIC
  46. ^ AA.VV., Il Cerimoniale dei Vescovi (PDF), Congregazione per il Culto Divino, p. 261. URL consultato il 25 giugno 2021.
  47. ^ Quando i vescovi e i cardinali possono vestirsi di bianco?, su it.churchpop.com.
  48. ^ a b Can. 352 §2 CIC
  49. ^ a b Sacro Cardinalium Consilio - Lettera Apostolica in forma di Motu Proprio riguardante l'elezione del decano e del subdecano del collegio cardinalizio (26 febbraio 1965) | Paolo VI, su vatican.va. URL consultato il 26 agosto 2021.
  50. ^ Lettera Apostolica in forma di «Motu Proprio» riguardante l'Ufficio del Decano del Collegio Cardinalizio (21 dicembre 2019) | Francesco, su vatican.va. URL consultato il 26 agosto 2021.
  51. ^ Rinunce e nomine, su press.vatican.va. URL consultato il 10 febbraio 2020.
  52. ^ Il cardinale statunitense Kevin Farrell nominato nuovo Camerlengo, su lastampa.it, 15 febbraio 2019. URL consultato il 1º agosto 2021.
  53. ^ Can. 355 §2 Codice di Diritto Canonico
  54. ^ Can. 351 §3 CIC
  55. ^ Concistori di Giovanni Paolo II per la creazione di nuovi Cardinali, su vatican.va, 11 novembre 2008. URL consultato il 17 febbraio 2010.
  56. ^ Living Cardinals (by Age), su gcatholic.org. URL consultato il 19 agosto 2024.
  57. ^ San Pier Damiani, vescovo e dottore della Chiesa, su Chiesa di Milano, 21 Febbraio 2022.
  58. ^ Sant' Odorisio I (Oderisio) di Montecassino Abate, su Santi Beati.
  59. ^ Biography of the Servant of God Thomas Cooray, su omiworld.org.
  60. ^ Diocesi: Ugento, al via l'inchiesta della causa di beatificazione e canonizzazione del card. Gilberto Agustoni, su agensir.it.
  1. ^ Eccezione fanno i cardinali patriarchi di rito orientale secondo quando stabilito dal motu proprio Ad purpuratorum Patrum Collegium di Papa Paolo VI: essi sono cardinali ma non sono insigniti di alcun titolo o diaconia, mantenendo solo la loro sede patriarcale
  2. ^ Esiste tuttavia la consuetudine dei cardinali patriarchi orientali di chiamarsi Sanctae Ecclesiae Cardinalis (cfr. Klaus Ganzer, Kardinäle als Kirchenfürsten?: Stimmen der Zeit 2011, Nr. 5, S. 313-323), probabilmente basata sul fatto che non fanno parte del clero romano (Paolo VI, Ad purpuratorum Patrum Collegium, 11 febbraio 1965) e più in generale della Chiesa latina.
  3. ^ Istruzione Ut sive sollicite della Segreteria di Stato della Santa Sede
    (LT)

    «Pro Patribus Cardinalibus adhiberi poterit titulus «Eminentiae», pro Episcopis vero titulus «Excellentiae», quibus adiungi etiam fas erit adiectivum nomen «Reverendissimum».»

    (IT)

    «Ai Padri Cardinali potrà essere rivolto il titolo di «Eminenze», ai Vescovi il titolo di «Eccellenze», a cui sarà lecito anche aggiungere l'aggettivo di «Reverendissimo».»

  4. ^ Non mediocri non era una costituzione come riportato in Treccani.it, ma una bolla, come riportato dal sito della Santa Sede Vatican.va
  5. ^ Ad esempio, i cardinali diaconi erano spesso solo semplici diaconi. L'ultimo cardinale diacono a essere veramente tale anche quanto all'ordinazione fu il cardinal Teodolfo Mertel, morto nel 1899. Nel Rinascimento, tuttavia, molti prelati che avevano solo gli ordini minori rimandavano sine die l'ordinazione corrispondente al loro ordine di cardinalato.
  6. ^ Per esempio, Domenico Bartolucci, Yves Congar, Henri-Marie de Lubac, Albert Vanhoye, Ernest Simoni, Raniero Cantalamessa, Roberto Tucci (quest'ultimo in realtà fu nominato cardinale due mesi prima dell'80º compleanno e fu quindi, anche se poco tempo, elettore pur non essendo vescovo).
  7. ^ L'ultima volta risale al 1271, con l'elezione al soglio pontificio di papa Gregorio X). Ma questo avvenne in circostanze particolari, dopo oltre mille giorni di sede vacante e con i cardinali elettori chiusi a chiave (cum clave) nel palazzo di Viterbo. Si tratta del primo "conclave" della storia.

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