Giudaismo: differenze tra le versioni
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La storia del '''giudaismo''' inizia con l'esilio a [[Babilonia]] ([[587 AC]]), che mette fine al regno ebraico. Il termine sembra essere stato scelto nel [[II secolo AC]] dai giudei della [[diaspora]] per qualificarsi di fronte all'[[ellenismo]]. Nel Nuovo Testamento viene usato una sola volta (Gal. 1,13-14). I giudei di [[Palestina]] e quelli che vivono lontano (ad [[Alessandria]], a Babilonia ecc.) formano una comunità religiosa unita dalla fede [[monoteismo|monoteista]], lo studio della legge ([[Torah]]) e la speranza messianica. Qualche tempo dopo il ritorno dall'esilio, l'attività religiosa riprende nel [[Tempio di Gerusalemme]], ma il giudaismo palestinese si dà nuove istituzioni: il [[Sinedrio]] e la [[sinagoga]], dove [[scribi]] e dottori della Legge acquistano sempre maggiore importanza. |
La storia del '''giudaismo''' inizia con l'esilio a [[Babilonia]] ([[587 AC]]), che mette fine al regno ebraico. Il termine sembra essere stato scelto nel [[II secolo AC]] dai giudei della [[diaspora]] per qualificarsi di fronte all'[[ellenismo]]. Nel Nuovo Testamento viene usato una sola volta (Gal. 1,13-14). I giudei di [[Palestina]] e quelli che vivono lontano (ad [[Alessandria]], a Babilonia ecc.) formano una comunità religiosa unita dalla fede [[monoteismo|monoteista]], lo studio della legge ([[Torah]]) e la speranza messianica. Qualche tempo dopo il ritorno dall'esilio, l'attività religiosa riprende nel [[Tempio di Gerusalemme]], ma il giudaismo palestinese si dà nuove istituzioni: il [[Sinedrio]] e la [[sinagoga]], dove [[scribi]] e dottori della Legge acquistano sempre maggiore importanza. |
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Versione delle 22:37, 6 set 2005
Template:Stub religione La storia del giudaismo inizia con l'esilio a Babilonia (587 AC), che mette fine al regno ebraico. Il termine sembra essere stato scelto nel II secolo AC dai giudei della diaspora per qualificarsi di fronte all'ellenismo. Nel Nuovo Testamento viene usato una sola volta (Gal. 1,13-14). I giudei di Palestina e quelli che vivono lontano (ad Alessandria, a Babilonia ecc.) formano una comunità religiosa unita dalla fede monoteista, lo studio della legge (Torah) e la speranza messianica. Qualche tempo dopo il ritorno dall'esilio, l'attività religiosa riprende nel Tempio di Gerusalemme, ma il giudaismo palestinese si dà nuove istituzioni: il Sinedrio e la sinagoga, dove scribi e dottori della Legge acquistano sempre maggiore importanza.
Nel I secolo, il giudaismo è già un mondo polimorfo come quello che Gesù conoscerà, frammentato in numerose correnti: Farisei, Sadducei, Esseni, Zeloti, Battisti, Erodiani, Samaritani, Terapeuti. Il cristianesimo nasce in seno a questa complessa molteplicità. Dopo la distruzione del Tempio (70), i Farisei sono i soli a sussistere. Uno di questi Jochanan Ben Zakkai, fonda l'accademia di Javneh e riorganizza il giudaismo, permettendogli di sopravvivere alla catastrofe del 135.
In quest'ambito si sviluppa la tradizione rabbinica, che distingue la Torah scritta, consegnata nel Pentateuco, dalla Torah orale, consegnata nel Talmud, entrambe considerate di origine divina, poiché rivelate contemporaneamente a Mosè sul Sinai. Per vivere secondo la Torah, un giudeo credente deve osservare quattro regole: la benedizione, lo studio biblico, la preghiera e i comandamenti. Fra questi la circoncisione, la celebrazione del Sabato, e l'osservanza dei divieti alimentari sono, oggi come ieri, i segni dell'identità giudaica.
Sotto la spinta dei movimenti di emancipazione, molti giudei hanno abbandonato la pratica dei riti, ma continuano a considerare il giudaismo un patrimonio culturale e intellettuale comune. Il XX secolo segna il risveglio dei movimenti politico-laici e l'assimilazione del giudaismo a una entità nazionale.