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Tra le sue opere legate al periodo italiano si possono menzionare: il ''Prometeo'' del 1614 (collezione privata di [[Bruxelles]]); la ''Sacra Famiglia'' (Museo Diocesano di Liegi); il ''Sacrificio di Ifigenia'' (Cornelismünster); ''La Forge de [[Vulcain]]'' ([[1615]]) (Museo de l'Art Wallon).<ref name =Trec /> |
Tra le sue opere legate al periodo italiano si possono menzionare: il ''Prometeo'' del 1614 (collezione privata di [[Bruxelles]]); la ''Sacra Famiglia'' (Museo Diocesano di Liegi); il ''Sacrificio di Ifigenia'' (Cornelismünster); ''La Forge de [[Vulcain]]'' ([[1615]]) (Museo de l'Art Wallon).<ref name =Trec /> |
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Gérard Douffet (Liegi, 1594 – Liegi, 1660) è stato un pittore fiammingo.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Fu un pittore specializzatosi come ritrattista.
Il suo percorso di studio e di apprendistato fu piuttosto variegato, visto che studiò dapprima sotto la guida di Jean Tauliers e dal 1612 al 1614 nella bottega del Rubens in Anversa e quindi si trasferì in Italia dove soggiornò fino al 1623 a Roma ed a Venezia.[1]
Tra le sue opere legate al periodo italiano si possono menzionare: il Prometeo del 1614 (collezione privata di Bruxelles); la Sacra Famiglia (Museo Diocesano di Liegi); il Sacrificio di Ifigenia (Cornelismünster); La Forge de Vulcain (1615) (Museo de l'Art Wallon).[2]
Successivamente al soggiorno italiano Douffet realizzò il Ritrovamento della Croce (1624) (Pinacoteca di Monaco di Baviera); La visita di Paolo V alla tomba di san Francesco (1627) (Pinacoteca di Monaco); la Fucina di Vulcano (Accademia di Liegi); un San Rocco (chiesa di Santa Veronica a Liegi); una Natura morte di strumenti musicali (collezione Peralta di Angleur).[2]
Nel 1628 ricevette l'incarico di pittore di corte presso l'arcivescovo Ferdinando di Baviera, prima di rientrare in Patria, dove fu ostacolato da questioni politiche.[1]
Questo fu il periodo della sua maturità artistica come evidenziarono il Trittico del Battista (1635) (chiesa di San Remacle di Verviers), Una contesa fra i Padri della Chiesa (parrocchiale di Hervé), un Cristo che appare a san Giacomo (Galleria di Augusta).[1]
Importanti furono anche i suoi ritratti, come il B. Laurelle (1630) (Municipio di Liegi), l'Arciduca Ferdinando (1634) (collezione Polain di Liegi) e quelli di numerosi principi, nobili e borghesi.
La sua pittura risentì fortemente di elementi caravaggeschi e romani, ma anche francesi e solo in minima parte di tracce rubensiane, evidenziante per lo più nei suoi soggetti sacri e storici;[1] nella sua ultima fase creativa si evidenziarono elementi classicisti e, infine, una certa influenza di Philippe de Champagne.[2]
Note
[modifica | modifica wikitesto]Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- (FR) Pierre-Yves Kairis, Foisonnement et diversité : les peintres du XVIIe siècle, in Un double regard sur 2000 ans d'art wallon, La Renaissance du livre, Tournai, 2000, p. 321-341
- (FR) Michel Destexhe, La peinture liégeoise, (articolo)
- (FR) Ad. Siret, Biographie nationale, pubblicata per l'Académie royale des sciences, des lettres et des Beaux-arts belga, Bruxelles, 1897.
- (FR) Jules Helbig, La peinture au pays de Liège et sur les bords de la Meuse. Liegi, Henri Poncelet, 1903.
- (ES) Hans Vlieghe, Arte y arquitectura flamenca, 1585-1700, Madrid, Cátedra, 2000.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Gérard Douffet
Controllo di autorità | VIAF (EN) 59358112 · ISNI (EN) 0000 0001 1935 048X · CERL cnp01286467 · Europeana agent/base/41894 · ULAN (EN) 500028258 · GND (DE) 1011439751 · BNF (FR) cb14973057d (data) |
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