Francesco Giuseppe I d'Austria: differenze tra le versioni

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Nel [[1908]] la [[Bosnia]] e l'[[Erzegovina]] vennero formalmente unite all'Impero e si aprì una crisi per l'annessione in quanto tale decisione non era stata prima ratificata dalle altre potenze europee. I conflitti politici con interessi nei Balcani e gli automatismi della politica di alleanze applicata nel [[1914]], segnarono indelebilmente lo scoppio della [[Prima guerra mondiale|Grande Guerra]]. Nell'ambito degli scontri, l'ottantaquattrenne imperatore Francesco Giuseppe così si espresse in una lettera datata 2 luglio [[1914]] ed indirizzata ai suoi capi militari: "la Serbia è il punto nodale della politica pan-slava e come tale essa deve essere eliminata come fattore di potere politico nei Balcani [...] Gli sforzi del mio governo devono essere indirizzati in futuro all'isolamento ed alla riduzione della Serbia a provincia". Fu Francesco Giuseppe in persona ad approvare l'ultimatum alla [[Serbia]] dopo l'uccisione dell'arciduca [[Francesco Ferdinando d'Asburgo-Este|Francesco Ferdinando]] suo erede designato<ref>{{Cita|Palmer|pp. 328-331}}.</ref>.
Nel [[1908]] la [[Bosnia]] e l'[[Erzegovina]] vennero formalmente unite all'Impero e si aprì una crisi per l'annessione in quanto tale decisione non era stata prima ratificata dalle altre potenze europee. I conflitti politici con interessi nei Balcani e gli automatismi della politica di alleanze applicata nel [[1914]], segnarono indelebilmente lo scoppio della [[Prima guerra mondiale|Grande Guerra]]. Nell'ambito degli scontri, l'ottantaquattrenne imperatore Francesco Giuseppe così si espresse in una lettera datata 2 luglio [[1914]] ed indirizzata ai suoi capi militari: "la Serbia è il punto nodale della politica pan-slava e come tale essa deve essere eliminata come fattore di potere politico nei Balcani [...] Gli sforzi del mio governo devono essere indirizzati in futuro all'isolamento ed alla riduzione della Serbia a provincia". Fu Francesco Giuseppe in persona ad approvare l'ultimatum alla [[Serbia]] dopo l'uccisione dell'arciduca [[Francesco Ferdinando d'Asburgo-Este|Francesco Ferdinando]] suo erede designato<ref>{{Cita|Palmer|pp. 328-331}}.</ref>.


L'inizio delle ostilità furono concordate con il ''kaiser'' tedesco [[Guglielmo II di Germania|Guglielmo II]] mentre l'Italia pur essendo parte della [[Triplice alleanza (1882)|Triplice]] non venne informato di nulla venendo a conoscenza dell'ultimatum e del suo contenuto solo al momento della sua formalizzazione. L'Italia, a quel punto si dichiarò neutrale. Essa aveva, inoltre, in gioco alcune rivendicazioni territoriali ([[Trentino]], [[Trieste]], [[Litorale austriaco|Litorale]]) verso la monarchia asburgica. Fu così che dal [[1915]] l'Italia entrò a far parte della [[Triplice intesa]], ottenendo come premio per la vittoria contro i nemici i territori in pretesa. Ormai anziano, Francesco Giuseppe si spense nel [[1916]], quando la guerra non era ancora terminata. Nel [[1917]] entrarono nelle schiere dell'Intesa anche gli [[Stati Uniti]], mentre la [[Russia]] abbandonò a causa della rivoluzione interna. L'anno successivo si pose fine alla [[prima guerra mondiale]] e l'Impero austro-ungarico si dissolse nel [[1918]].
L'inizio delle ostilità furono concordate con il ''kaiser'' tedesco [[Guglielmo II di Germania|Guglielmo II]] mentre l'Italia pur essendo parte della [[Triplice alleanza (1882)|Triplice]] non venne informata di nulla venendo a conoscenza dell'ultimatum e del suo contenuto solo al momento della sua formalizzazione. L'Italia, a quel punto si dichiarò neutrale. Essa aveva, inoltre, in gioco alcune rivendicazioni territoriali ([[Trentino]], [[Trieste]], [[Litorale austriaco|Litorale]]) verso la monarchia asburgica. Fu così che dal [[1915]] l'Italia entrò a far parte della [[Triplice intesa]], ottenendo come premio per la vittoria contro i nemici i territori in pretesa. Ormai anziano, Francesco Giuseppe si spense nel [[1916]], quando la guerra non era ancora terminata. Nel [[1917]] entrarono nelle schiere dell'Intesa anche gli [[Stati Uniti]], mentre la [[Russia]] abbandonò a causa della rivoluzione interna. L'anno successivo si pose fine alla [[prima guerra mondiale]] e l'Impero austro-ungarico si dissolse nel [[1918]].


== La cultura dell'epoca di Francesco Giuseppe ==
== La cultura dell'epoca di Francesco Giuseppe ==

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Francesco Giuseppe I
Francesco Giuseppe in una foto del 1905 circa
Imperatore d'Austria
Re Apostolico d'Ungheria
Stemma
Stemma
In carica2 dicembre 1848 –
21 novembre 1916
PredecessoreFrancesco II
SuccessoreCarlo I
Nome completoFrancesco Giuseppe Carlo d'Asburgo-Lorena
Altri titoliRe di Boemia
Re del Lombardo-Veneto
Re di Dalmazia, Croazia e Slavonia
Re di Galizia e Lodomiria
Re d'Illiria
Re di Gerusalemme
Arciduca d'Austria
Granduca di Toscana, Cracovia
Duca di Lorena, di Salisburgo, di Stiria, Carinzia, Carniola e di Bucovina
Gran Principe di Transilvania
Margravio di Moravia
Duca dell'Alta e Bassa Slesia, di Modena e Reggio, Parma, Piacenza e Guastalla, di Oświęcim, Zator e Teschen, Friuli, Ragusa e Zara
Conte principesco d'Asburgo e Tirolo di Kyburg, Gorizia e Gradisca
Principe di Trento e Bressanone, Margravio dell'Alta e Bassa Lusazia e in Istria
Conte di Hohenems, Feldkirch, Bregenz, Sonnenberg
Signore di Trieste, di Cattaro e sulla Marca vindica
Gran Voivoda del Voivodato di Serbia e del Banato di Temes
NascitaCastello di Schönbrunn, Vienna, 18 agosto 1830
MorteCastello di Schönbrunn, Vienna, 21 novembre 1916 (86 anni)
Luogo di sepolturaCripta Imperiale, Vienna
DinastiaAsburgo-Lorena
PadreFrancesco Carlo d'Asburgo-Lorena
MadreSofia di Baviera
ConsorteElisabetta di Baviera
FigliSofia
Gisella
Rodolfo
Maria Valeria
Religionecattolica romana
Firma

Francesco Giuseppe I d'Austria, in tedesco Franz Joseph I von Österreich (Vienna, 18 agosto 1830Vienna, 21 novembre 1916), è stato Imperatore d'Austria (1848-1916), Re d'Ungheria (1867-1916), Re di Boemia e di molti altri territori; inoltre, dal 1º maggio 1850 al 24 agosto 1866 fu capo della Confederazione germanica. Regnò sul neo riformato Impero austro-ungarico dal 1867 e sul Regno Lombardo-Veneto fino al 1866[1]. Apparteneva alla casa d'Asburgo-Lorena e fu di fatto l'ultimo vero sovrano assoluto fino alla morte.

Nel dicembre 1848 suo zio Ferdinando I, ritenuto troppo debole per affrontare la crisi politica, abdicò al trono presso la città di Olomouc, come parte del piano del Principe Felix zu Schwarzenberg per domare le rivoluzioni in Ungheria. Questo permise al diciottenne Franz Josef di accedere al trono dopo che il padre, Franz Carl, ebbe rinunciato alla successione; venne incoronato imperatore d'Austria il 2 dicembre 1848, su richiesta della sua famiglia.

Il suo regno di quasi 68 anni ha superato la durata di ogni altro sovrano della sua dinastia, ma le scelte di governo in politica interna ed estera, ritenute reazionarie, lo imposero come il responsabile del disgregamento e della dissoluzione dell'Impero Austro-Ungarico. Abrogò nel 1851 le concessioni costituzionali e instaurò un regime assolutista e centralista.

Il suo regno fu travagliato dalle spinte nazionaliste all'interno dell'Impero. Le sconfitte militari nella seconda guerra d'indipendenza italiana (1859) e nella guerra austro-prussiana (1866) lo videro costretto a scendere a patti con i magiari e convertire l'Impero Austriaco in due monarchie costituzionali: il compromesso del 1867 creò la doppia monarchia austro-ungarica come una vera e propria unione di due stati, ponendosi in una situazione di neutralità che durò per più di 40 anni. Sotto il suo regno crebbe l'opposizione alla crescente influenza della Russia nei Balcani, mentre si avvicinò all'Impero tedesco, firmando la Duplice alleanza.

Il rifiuto di avviare un processo di riforme nella Cisletania da parte di Francesco Giuseppe, nelle Terre della Corona di Santo Stefano, il non riconoscimento dell'élite magiara e il sempre più ampio conflitto tra le diverse nazionalità avviarono l'Impero verso il collasso. Le tensioni in atto nei Balcani e la sovrastima delle forze militari d'Austria-Ungheria condussero Francesco Giuseppe nell'estate 1914 a dichiarare guerra alla Serbia, aggressione che portò, nel quadro del meccanismo di alleanze tra potenze europee, a dare vita alla prima guerra mondiale.

Nella vita privata visse molte tragedie: la fucilazione in Messico del fratello Massimiliano (1867); la morte del suo unico figlio maschio ed erede, Rodolfo (1889); l'omicidio della moglie Elisabetta di Baviera (1898); l'assassinio del nipote Francesco Ferdinando a Sarajevo (1914). Alla sua morte, nel 1916, seguì la sconfitta militare austro-tedesca nella Grande Guerra: i divergenti interessi nazionali dei popoli e la cacciata degli Asburgo-Lorena dall'Austria con la proclamazione della repubblica portarono alla dissoluzione dell'Impero nell'autunno 1918.

Biografia

I primi anni e la successione al trono

Francesco Giuseppe in braccio alla madre Sofia di Wittelsbach.

Francesco Giuseppe nacque nel Castello di Schönbrunn a Vienna, figlio maggiore dell'Arciduca Francesco Carlo d'Asburgo-Lorena (figlio minore dell'Imperatore Francesco II d'Austria), e di sua moglie Sofia di Wittelsbach, Principessa di Baviera. Nel 1835 era salito al trono imperiale lo zio di Francesco Giuseppe, Ferdinando I, il quale però era malato di mente e non aveva avuto figli.

Presagendo la successione, l'Arciduca Francesco Carlo (che era il primo in linea di successione dopo il fratello imperatore), rifiutò il trono imperiale e la scelta di successione ricadde perciò su Francesco Giuseppe, allora giovane arciduca di appena 5 anni, che venne perciò cresciuto dalla madre con l'intento un giorno di farne l'erede al trono austriaco.

Francesco Giuseppe fu educato da due precettori, il diplomatico Heinrich Franz von Bombelles e il colonnello Johann Baptist Coronini Cronberg. Durante i festeggiamenti di compleanno per i suoi 13 anni, Francesco Giuseppe viene nominato colonnello del 3º reggimento Dragoni[2].

Francesco Giuseppe ebbe anche tre fratelli minori: Massimiliano (n. 1832), Carlo Ludovico (n. 1833), Ludovico Vittorio (n. 1842), e una sorella, Maria Anna (1835-1839), che però morì all'età di soli quattro anni[3]. A seguito della rinuncia del cancelliere Metternich al suo impegno governativo durante le rivoluzioni del 1848, il giovane Arciduca Francesco Giuseppe venne proposto per la successione allo zio, impossibilitato a governare essendo gravemente malato.

Francesco Giuseppe venne in un primo momento nominato anche Governatore della Boemia a partire dal 6 aprile di quell'anno, ma non prese mai effettivamente possesso dell'incarico. In seguito, venne mandato al seguito del feldmaresciallo Radetzky come osservatore nella sua campagna partita da Milano il 29 aprile di quell'anno e vide assieme all'insigne militare lo svolgersi della Battaglia di Santa Lucia il 6 maggio 1848 dal Bastione di Santo Spirito.

In seguito alle rivolte del 1848, l'intera corte dovette fuggire da Vienna alla tenuta di Olomouc in Moravia. Le truppe imperiali, comandate dal fedelmaresciallo Alfred von Windisch-Graetz, e quelle Croate, al comando del Bano Joseph Jelacic, diedero inizio il 26 ottobre dello stesso anno al bombardamento dei quartieri popolari di Vienna, che durò una settimana e che si concluse con l'assalto alla baionetta delle ultime sacche di resistenza della popolazione rivoluzionaria. Oltre 2000 insorti furono trucidati e migliaia di altri cittadini furono condannati a morte o lunghe pene detentive, tra cui anche Robert Blum, che, in spregio alla sua immunità parlamentare, venne fucilato e gettato in una fossa comune.

Alfred von Windisch-Graetz, forte del suo successo nell'avvenuta soppressione della rivolta viennese, sostenne Francesco Giuseppe nella successione al trono al posto dello zio Ferdinando I. Il 2 dicembre 1848, a Olomouc, in seguito all'abdicazione dello zio Ferdinando e alla rinuncia di suo padre, Francesco Giuseppe, fino ad allora chiamato semplicemente Franz, poté assurgere al trono imperiale austriaco adottando il nome di Francesco Giuseppe[4]: il primo in memoria del nonno e il secondo in memoria dell'antenato Giuseppe II, uno dei massimi riformatori dell'Impero[5].

L'assolutismo imperiale, 1848–1860

Francesco Giuseppe in un ritratto del 1851 ad opera di Johann Ranzi.

Sotto la guida del nuovo primo ministro, il principe Felix Schwarzenberg, il giovane imperatore venne convinto ad intraprendere una strada cauta dopo la sua ascesa, concedendo allo Stato una costituzione nel marzo del 1849. Allo stesso tempo si rendevano necessarie delle campagne militari nei confronti degli insorti ungheresi, ribellatisi all'autorità centralista degli Asburgo in nome della loro antica indipendenza.

Francesco Giuseppe dovette ben presto fronteggiare anche nuove battaglie in Italia, con re Carlo Alberto di Savoia che nel marzo del 1849 incominciò delle ostilità per accogliere il desiderio dei lombardi di essere annessi al Piemonte piuttosto che all'Austria. Ben presto, però, la sorte militare propense per Francesco Giuseppe e le sue giubbe bianche austriache, Carlo Alberto venne battuto in maniera decisiva da Radetzky nella Battaglia di Novara e forzato ad abdicare al suo trono.

In Ungheria la situazione era più pericolosa e la sconfitta austriaca risultava più evidente: Francesco Giuseppe, sentendo la necessità di assicurare i suoi diritti su quel territorio, chiese aiuto alla Russia, richiedendo l'intervento dello zar Nicola I in modo da "evitare che l'insurrezione ungherese si sviluppi in una calamità europea".[6] Le truppe russe entrarono in Ungheria in supporto degli austriaci e la rivoluzione venne soppressa col finire dell'estate del 1849.

Con l'ordine ricostituito in tutto l'impero, in base al dogma della monarchia per diritto divino, Francesco Giuseppe ritirò le concessioni costituzionali da lui fatte e inaugurò una politica assolutista e centralista, guidata dal ministro degli interni Alexander Bach[7]. Negli anni successivi l'Austria riprese le proprie posizioni sulla scena internazionale dopo il disastro del 1848-1849 e, sotto la guida di Schwarzenberg, fu in grado di arginare lo schema prussiano di creazione di una nuova Confederazione tedesca sotto la guida della Prussia stessa, dalla quale l'Austria sarebbe stata esclusa. Dopo la prematura morte di Schwarzenberg, avvenuta nel 1852, egli non poté essere sostituito con uno statista di eguale statura e l'Imperatore si ritrovò a dover svolgere personalmente l'incarico di primo ministro[8].

Il tentativo di assassinio e le sconfitte nel risorgimento italiano

Il tentativo di assassinio di Francesco Giuseppe (1853).

Il 18 febbraio 1853, mentre stava passeggiando con il conte Maximilian Karl Lamoral O'Donnell, Francesco Giuseppe fu aggredito dall'operaio tessile ungherese János Libényi, che intendeva così vendicare le centinaia di martiri della rivolta magiara, impiccati nella città di Arad, nel settembre 1849. Approfittando della disattenzione della scorta, il ventiduenne Libényi tentò di pugnalare l'imperatore alla gola, ma la lama rimase incastrata in una fibbia di metallo che ornava il colletto della divisa, procurando solo lievi escoriazioni; l'attentatore fu immediatamente bloccato dai presenti e, dopo un rapido processo, fu impiccato nella prigione di Simmering, lo stesso febbraio[9][10]. Sul luogo dell'attentato venne eretta una chiesa, quale ringraziamento per lo scampato pericolo, costruita con i fondi ricavati da una colletta organizzata dal fratello minore Massimiliano.[11] L'edificio, sito nei pressi dell'Università di Vienna, lungo la Ringstrasse, è conosciuto col nome di Votivkirche ("Chiesa votiva").

Il giovane Francesco Giuseppe in un ritratto del 1853.

L'Arciduchessa Sofia decise che la decisione migliore per la dinastia fosse un matrimonio tra consanguinei, quindi la scelta cadde tra le cugine di primo grado di Francesco Giuseppe, la diciannovenne Elena di Baviera - figlia maggiore di sua sorella e del duca Massimiliano in Baviera - o la quindicenne Elisabetta, la più piccola. La scelta dell'Imperatore cadde sulla giovanissima Elisabetta (meglio conosciuta come Sissi[12]). I due si sposarono il 24 aprile 1854 nella chiesa degli agostiniani di Vienna[13] e da quel momento Elisabetta si dimostrò sempre una figura importante nelle scelte di Francesco Giuseppe, soprattutto nel mutato atteggiamento verso l'Ungheria.

La famiglia di Francesco Carlo e Sofia d'Asburgo nel 1861.

Dal 1848 al 1866 la politica di Francesco Giuseppe era volta soprattutto verso l'occidente, al mantenimento dei possedimenti italiani, alla supremazia sui frammentati stati tedeschi. Dopo la morte di Schwarzenberg, però, la politica austriaca diventò sempre più centralizzata e repressiva (processi di Mantova, repressione dei moti del 6 febbraio 1853 a Milano) e furono fatti errori strategici vitali. Il mancato intervento nella Guerra di Crimea isolò l'Austria in Europa, e soprattutto permise al Regno di Sardegna di Vittorio Emanuele II di Savoia[14] di aumentare la sua influenza con Francia e Inghilterra.

Grazie alla promessa di cessione di Nizza e della Savoia e per l'aiuto dato in Crimea, il Regno di Sardegna ottenne a sua volta l'aiuto della Francia di Napoleone III, nel 1859, per attuare la seconda guerra di indipendenza. In quella occasione, non soddisfatto dalla direzione strategica del feldmaresciallo Ferenc Gyulay, Francesco Giuseppe decise di rimuoverlo dall'incarico e di assumere personalmente il comando dell'esercito austriaco in Italia.

Il risultato fu disastroso e, dopo la sanguinosa battaglia di Solferino e San Martino, si vide costretto a firmare l'Armistizio di Villafranca, che sanciva la cessione della Lombardia al Regno di Sardegna, ma riuscì a mantenere sotto il controllo dell'impero asburgico il Veneto nonostante le pressioni diplomatiche dei Savoia, i quali furono costretti a ratificare il trattato poiché l'imperatore francese aveva fretta di concludere la guerra in modo da non attirare critiche verso la propria politica estera. Il 1867 rappresentò poi per Francesco Giuseppe un'ulteriore messa alla prova del suo animo: suo fratello Massimiliano, eletto Imperatore del Messico nel 1863 su proposta dei monarchici locali, venne fucilato dai rivoluzionari del paese, che stavano attuando una guerra d'indipendenza sempre più marcata per evitare governi di natura straniera.

Dal 1866 a Sarajevo

L'incoronazione di Francesco Giuseppe a re d'Ungheria nel 1867.
Ritratto di Francesco Giuseppe nel 1865 eseguito da Franz Xaver Winterhalter.

Le sconfitte del 1866 indussero Francesco Giuseppe a occuparsi dei territori orientali del suo Stato e soprattutto del mai risolto problema dell'Ungheria. Nel 1867 sotto l'influsso dell'imperatrice e del conte Andrássy si arrivò ad un compromesso (Ausgleich) con l'Ungheria, che divideva l'impero in due territori: la Cisleitania e la Transleitania (rispettivamente "al di qua" e "al di là" del fiume Leita), che mantenevano in comune il monarca, il ministro degli esteri e il ministero della guerra. Da allora lo Stato retto dalla monarchia asburgica venne chiamato Austria-Ungheria.

Durante gli anni settanta del secolo l'Austria-Ungheria fu impegnata a livello internazionale in diverse alleanze quali il Dreikaiserbund (Alleanza dei tre imperatori) con l'Impero tedesco di Otto von Bismarck e l'Impero russo nel 1873; dalla Duplice alleanza con l'Impero tedesco nel 1879, divenuta nel 1882 Triplice alleanza con l'adesione del Regno d'Italia. Nel 1878 all'Austria-Ungheria fu affidata l'amministrazione fiduciaria della Bosnia-Erzegovina, secondo quanto previsto dal Congresso di Berlino dello stesso anno.

Questa amministrazione fiduciaria, come molti presagivano, divenne poi un'annessione, approvata con un atto unilaterale dell'Impero risalente al 1908. La decisione contribuì sostanzialmente all'allontanamento sempre più marcato della Russia, già in rotta di collisione con l'Impero Asburgico da anni, e dell'Italia, che seppur alleata non venne nemmeno informata della imminente annessione, particolare che fornirà al Regno d'Italia un appiglio diplomatico cui aggrapparsi nel denunciare la Triplice alleanza al momento dello scoppio della prima guerra mondiale.

Dal 1870 alla fine del secolo, si passò da riforme federalistiche (Hohenwart 1870, Taaffe 1879) a ritorni del centralismo assolutista. Nel 1907 si tornò di nuovo a una riforma federale, venne concesso il suffragio universale, ma probabilmente troppo tardi per sopire le rivalità interne che dilaniavano l'impero. Dal 1910 Francesco Giuseppe non usò più l'entrata alla reggia (Hofburg) di Michaelerplatz a causa del nuovo edificio (Looshaus) costruito dall'architetto Adolf Loos.

Gli ultimi anni: la prima guerra mondiale

Vetrata nella Cattedrale di Linz: l'imperatore prega dinnanzi alla Madonna.
Raro filmato d'epoca con l'imperatore Francesco Giuseppe, 1910 circa

Malgrado le difficoltà che l'Austria aveva dovuto superare verso la fine dell'Ottocento e gli atroci fatti di sangue quali la strage di centinaia di persone nella città di Arad in seguito alle rivolte magiare, la figura dell'Imperatore Francesco Giuseppe, grazie al controllo sui mezzi di informazione dell'epoca, venne fatta passare per immacolata e densa di un'aura patriarcale per attirare il rispetto e la fedeltà dei suoi sudditi. Il matrimonio con Sissi, inoltre, divenne sempre più teso dal momento che ella non riuscì mai completamente ad adattarsi alla vita ed all'etichetta di corte.

La stessa Elisabetta venne poi uccisa nel 1898 dall'anarchico italiano Luigi Lucheni, e Francesco Giuseppe portò questo enorme peso per tutto il resto dei suoi giorni. L'assassinio dell'erede al trono Francesco Ferdinando, avvenuto a Sarajevo per mano dell'irredentista bosniaco Gavrilo Princip, che faceva parte della Mlada Bosna, avvenuto il 28 giugno 1914, è considerato oggi l'evento scatenante della prima guerra mondiale, ma per Francesco Giuseppe rappresentò l'ennesimo evento luttuoso che lo colpì in quei duri anni.

In realtà la situazione europea dopo la morte di Bismarck si era evoluta verso la formazione di alleanze contrapposte, in seguito alla preoccupante aggressività della politica estera germanica. L'Austria che si gettò a capofitto nell'aggressione alla Serbia era un'Austria che alle spalle poteva contare solo sull'appoggio tedesco, e che oltretutto non era capace di vedere quali sarebbero state le conseguenze di una guerra con la Serbia, che secondo lo Stato maggiore asburgico avrebbe potuto essere limitata allo scenario balcanico.

Francesco Giuseppe sul letto di morte.
La tomba di Francesco Giuseppe nella Kapuzinergruft di Vienna.

Con l'ultimatum umiliante, inviato a Belgrado, Vienna dette inizio a una serie di automatismi con la mobilitazione generale russa, seguita dall'ultimatum tedesco alla Russia di sospendere la mobilitazione (rifiutato) e conseguente messa in atto tedesca del Piano Schlieffen con scoppio della guerra, che non si fermarono finché tutte le maggiori potenze europee non si ritrovarono in guerra. Francesco Giuseppe, ormai ottantaquattrenne, sarebbe stato piuttosto restio a firmare l'atto di guerra alla Serbia, ma non ebbe scelta a causa delle forti pressioni dell'esercito e della diplomazia che sostenevano la necessità dell'intervento e secondo l'anedottica il vecchio imperatore firmò, ammonendo i presenti con la celebre frase:

«La guerra! Lor signori non sanno cos'è la guerra! Io lo so ... da Solferino.»

[15]

Tuttavia Luigi Albertini riporta che la mobilitazione generale verso la guerra contro la Serbia fosse già in atto prima dell’assassinio dell’Arciduca, come dimostrerebbe un memorandum del 14 giugno di Berchtold che raccomandava l’eliminazione della Serbia come Stato. Lo stesso imperatore Francesco Giuseppe si sarebbe così espresso in una lettera consegnata il 5 luglio all'imperatore Guglielmo II, nella quale dichiarava esplicitamente che la decisione di entrare in guerra contro la Serbia era stata presa prima dell’assassinio dell’Arciduca e che gli eventi di Sarajevo avevano confermato solo la necessità del conflitto.[16]

La morte

Francesco Giuseppe, che aveva il potere assoluto ed era capo dell'esercito, morì a causa di una polmonite, al Castello di Schönbrunn la sera del 21 novembre 1916 a ottantasei anni, dopo sessantotto anni di regno. Dopo alcuni giorni la salma venne traslata dal castello al palazzo della Hofburg, dove il defunto imperatore venne imbalsamato secondo tradizione, ma per l'occasione venne utilizzata una tecnica di nuova concezione, che deformò il corpo, che perciò non fu esposto al pubblico.

I funerali si tennero il 30 novembre successivo con una processione lungo la Ringstrasse aperta da due palafrenieri con fiaccole, seguiti da uno squadrone di cavalleria e da una lunga fila di berline nere trainate da cavalli con i più alti funzionari dello Stato asburgico. Infine il carro funebre, drappeggiato di nero, con la bara, trainato da otto cavalli neri. Di fianco al carro, a destra, cavalcava il gran maestro delle scuderie conte Pallfy e ai due lati vi erano ancora paggi con fiaccole ardenti e venti guardie. Dietro al carro funebre vi era un reparto di arcieri e uno della guardia ungherese a cavallo, poi una compagnia di fanteria e infine uno squadrone di cavalleria.[17]

A Francesco Giuseppe successe alla guida dell'Impero il pronipote Carlo I d'Austria, più tardi dichiarato Beato da papa Giovanni Paolo II , ma l'Impero, dopo la sconfitta nella Prima guerra mondiale, gli sopravvisse solo altri 2 anni.

Politica

Politica interna

Frontespizio della Patente di febbraio, la costituzione concessa da Francesco Giuseppe nel 1861.

A livello di politica interna, il primo atto del giovane Francesco Giuseppe al trono austriaco fu l'adozione della costituzione adottata nel marzo del 1849 dopo le tensioni rivoluzionarie dell'anno precedente. Malgrado tutto questa costituzione "imposta" non venne mai pienamente messa in pratica e rimase in gran parte una pura formalità sino al 31 dicembre 1851 quando col Brevetto di Capodanno venne definitivamente abolita. Le rivolte rivoluzionarie erano ormai sedate e Francesco Giuseppe poté a questo punto governare in maniera assolutista e centralizzata.

Furono però le sconfitte del 1859 nelle battaglie di Magenta e Solferino ad invocare nuove riforme costituzionali: l'imperatore, col Diploma di ottobre del 1860 e poi con i documenti del 1861, tornò sui suoi passi e ripristinò le condizioni costituzionali del 1849. Francesco Giuseppe proclamò con tale atto la Patente di febbraio, sottoscritta dal delegato liberale Anton von Schmerling, che fu di fatto una nuova costituzione per l'Impero.

La sconfitta dall'Austria nella Guerra austro-prussiana del 1866 portò ad ulteriori concessioni a favore dell'aristocrazia in cambio di una resistenza passiva nello scontro. Dopo difficili negoziati si giunse al compromesso per la fondazione dell'Impero austro-ungarico che proclamava la formale separazione tra le due entità dello Stato. Per tale scopo l'8 giugno 1867 Francesco Giuseppe venne incoronato a Budapest Re Apostolico d'Ungheria, proclamandone anche una costituzione separata da quella austriaca. La moglie Elisabetta aveva largamente influito su questa scelta, essendo ella una delle principali sostenitrici del fascino della cultura ungherese[18].

Ritratto di Francesco Giuseppe nel 1873

In quello stesso 1867 Francesco Giuseppe venne costretto suo malgrado a istituire il Reichsrat che fu il primo parlamento austriaco e che venne edificato sulla Ringstraße. L'opposizione sommaria che però Francesco Giuseppe proponeva ad ogni sorta di costituzione o limitazione del proprio potere, fu in gran parte una delle cause che portarono all'aspirazione d'indipendenza da parte dei popoli dell'impero e che infine lo condusse al suo disfacimento.

Politica estera

Ritratto di Francesco Giuseppe a cavallo durante le guerre risorgimentali.

Nella politica estera l'impero guidato da Francesco Giuseppe I in ambito militare vinse innumerevoli battaglie, ma perse tutte le guerre. Già all'epoca di regno di Francesco Giuseppe era ormai chiaro che l'Austria dovesse tendere ad espandersi verso est in quanto in occidente stavano creandosi forti stati che avrebbero impedito un ruolo forte dell'Impero Austriaco. La rottura con la Germania e l'esclusione dell'Imperatore dalla reggenza della Confederazione tedesca, portarono quindi Francesco Giuseppe ad orientarsi ai territori dei Balcani che presentavano in molti casi culture completamente diverse da quella austriaca[19].

La prima problematica dell'espansione verso oriente era ovviamente l'incontro-scontro con la Russia, ma proprio nell'ambito della rivoluzione ungherese del 1848 si compirono i passi giusti verso la concordia, ovvero la Russia si offrì (anche per proprio interesse) di aiutare l'Austria a reprimere le rivolte in Ungheria. Fu lo stesso Impero russo però a rimanere deluso quando l'Austria si dichiarò neutrale nella Guerra di Crimea del 1854, giungendo poi a scontrarsi con essa per i medesimi interessi nei Balcani.

La Seconda guerra d'indipendenza italiana contro la Francia di Napoleone III e il Regno di Sardegna dei Savoia, si dimostrò una totale sconfitta per la mancata progettazione degli scontri. Nella guerra del 1866, l'Austria perse anche il Veneto a favore del neonato Regno d'Italia, grazie al supporto che la Prussia concesse all'Italia contro l'Impero austriaco col quale ella stessa era in lotta per la supremazia sulla Confederazione germanica[20].

L'Austria, sebbene fosse sconfitta nella battaglia terrestre di Sadowa non mancò in questo caso di eccellere in alcuni scontri come la Battaglia di Lissa, episodio ad ogni modo considerato un "unicum" per la storia di quel periodo. Dopo decenni di insuccessi, il Congresso di Berlino del 1878 fu per l'Austria-Ungheria una boccata d'ossigeno in quanto l'impero ricevette il mandato di occupare le due province ottomane della Bosnia e dell'Erzegovina, gestendole sul lato amministrativo. Formalmente, le due regioni si trovavano ad essere parte dell'Impero ottomano, ma de facto esse rappresentavano un pieno dominio austriaco e una sempre maggiore espansione verso est.

Guglielmo II e Francesco Giuseppe in un dipinto d'epoca a simboleggiare la rinnovata alleanza tra i due imperi.

Dopo il 1879, la monarchia asburgica iniziò una politica di ravvicinamento con il neonato Impero tedesco, sotterrando i conflitti passati ed accettando il nuovo status delle cose, rendendolo parte dell'alleanza che, dopo l'ingresso dell'Italia, divenne nota come Triplice alleanza. Nel 1903 Francesco Giuseppe utilizzò per l'ultima volta il suo diritto di veto al conclave contro il cardinale Mariano Rampolla del Tindaro, impedendogli di essere prescelto al soglio pontificio. Tale motivazione era essenzialmente dettata dalle amicizie francofile del cardinale. Tale privilegio secolare, scarsamente utilizzato ma molto pericoloso se sfruttato accuratamente, venne abolito definitivamente dal nuovo pontefice eletto, il patriarca veneziano Giuseppe Melchiorre Sarto, papa Pio X[21].

Nel 1908 la Bosnia e l'Erzegovina vennero formalmente unite all'Impero e si aprì una crisi per l'annessione in quanto tale decisione non era stata prima ratificata dalle altre potenze europee. I conflitti politici con interessi nei Balcani e gli automatismi della politica di alleanze applicata nel 1914, segnarono indelebilmente lo scoppio della Grande Guerra. Nell'ambito degli scontri, l'ottantaquattrenne imperatore Francesco Giuseppe così si espresse in una lettera datata 2 luglio 1914 ed indirizzata ai suoi capi militari: "la Serbia è il punto nodale della politica pan-slava e come tale essa deve essere eliminata come fattore di potere politico nei Balcani [...] Gli sforzi del mio governo devono essere indirizzati in futuro all'isolamento ed alla riduzione della Serbia a provincia". Fu Francesco Giuseppe in persona ad approvare l'ultimatum alla Serbia dopo l'uccisione dell'arciduca Francesco Ferdinando suo erede designato[22].

L'inizio delle ostilità furono concordate con il kaiser tedesco Guglielmo II mentre l'Italia pur essendo parte della Triplice non venne informata di nulla venendo a conoscenza dell'ultimatum e del suo contenuto solo al momento della sua formalizzazione. L'Italia, a quel punto si dichiarò neutrale. Essa aveva, inoltre, in gioco alcune rivendicazioni territoriali (Trentino, Trieste, Litorale) verso la monarchia asburgica. Fu così che dal 1915 l'Italia entrò a far parte della Triplice intesa, ottenendo come premio per la vittoria contro i nemici i territori in pretesa. Ormai anziano, Francesco Giuseppe si spense nel 1916, quando la guerra non era ancora terminata. Nel 1917 entrarono nelle schiere dell'Intesa anche gli Stati Uniti, mentre la Russia abbandonò a causa della rivoluzione interna. L'anno successivo si pose fine alla prima guerra mondiale e l'Impero austro-ungarico si dissolse nel 1918.

La cultura dell'epoca di Francesco Giuseppe

Francesco Giuseppe a un ballo di corte.

Il boom economico dell'economia Danubiana viene spesso associato al regno di Francesco Giuseppe. Dopo la demolizione delle mura medievali per ordine dello stesso Imperatore la città di Vienna venne completamente riformata, venne creata la Ringstraße, un grande anello stradale di congiunzione che ancora oggi esiste, testimonianza vivente di quell'epoca. Attorno a quest'area si svilupparono quartieri raffinati con edifici pubblici e case private in stile della seconda metà dell'Ottocento che affascinò molto Francesco Giuseppe nella sua concezione di homo faber della nuova capitale austriaca. Per sua inclinazione personale, Francesco Giuseppe diffuse moltissimo il gusto dell'"Austria cattolica", promuovendo la costruzione e il restauro di importanti edifici di culto nell'Impero.

La figura dell'Imperatore tra propaganda e realtà

Francesco Giuseppe in una fotografia del 1885.

Ancora giovane arciduca, Francesco Giuseppe era cresciuto prevalentemente con l'energica madre Sofia dalla quale apprese il vero modo di governare, pur non trascurando i suoi interessi principali. Francesco Giuseppe amava la caccia e il ballo che praticava con regolarità, apprezzando nello specifico le musiche di Strauss e i suoi valzer, che divennero un tratto distintivo del regno stesso dell'imperatore. Amava poco l'arte e la letteratura, leggendo pochissimo e riservando quindi poca considerazione ai letterati.

La biografia ufficiale di propaganda lo presentava dedito al lavoro, il pranzo consumato sulla scrivania, parco nei gusti con un solo piatto di carne e verdura unitamente a un bicchiere di birra bavarese e per cena, yogurt e pane integrale. La sontuosa vita di corte veniva presentata dagli organi ufficiali molto ridimensionata e smorzata; secondo questi l'imperatore mangiava in modesti servizi di piatti riservando quelli preziosi per le grandi occasioni, con vizi popolari quali il consumo di sigari.

Francesco Giuseppe viene descritto come un uomo tradizionalista e sempre legato al passato, si dice che non usò mai il telefono (che verso la fine del secolo era ormai diventato strumento indispensabile del lavoro delle cancellerie e degli uffici di governo), al punto da non tollerarne nemmeno il suono. Al sovrano non piacevano nemmeno le automobili e rimase sempre fedele alle carrozze e ai cavalli, salendo a bordo di un veicolo una volta sola, in presenza del re d'Inghilterra che era suo ospite. Francesco Giuseppe era avverso alla maggior parte delle tecnologie "moderne", vestendo sempre secondo le mode della sua adolescenza e non accettando mai di installare a corte un bagno con acqua calda corrente, dal momento che era legato al bagno in tinozza. Una sola eccezione era rappresentata, nella sua vita, dal telegrafo, invenzione di cui faceva larghissimo uso.

Le cronache lo descrivevano sempre innamorato della moglie, ma nella realtà i rapporti tra i due erano puramente formali; dal 1875 iniziò una relazione con l'allora quindicenne Anna Nahowski, allontanata nel 1885 in seguito a una gravidanza da cui nacque Helene Berg, probabile figlia dell'Imperatore; dal 1883 egli iniziò una relazione anche con l'attrice Katharina Schratt che durò fino alla morte di lui: per averla sempre a sua disposizione le acquistò un'enorme villa nei pressi del Castello di Schönbrunn, villa Felicitas, e oltre a coprire gli immensi debiti di gioco che la Schratt aveva contratto, la copri di gioielli e attenzioni di ogni tipo[23].

Francesco Giuseppe in una fotografia del 1914.

Come molti personaggi del suo tempo, Francesco Giuseppe è ancora oggi una figura estremamente ambigua nella storiografia. Altalenante tra i compromessi della rivoluzione del 1848 e l'assolutismo che ne fece seguito, assieme agli sviluppi sociali della seconda metà dell'Ottocento in Austria, è ancora oggi un personaggio dai tratti sfaccettati anche se la storiografia liberale, dopo i fatti del 1859, lo ha in gran parte condannato come tiranno. In particolare a Francesco Giuseppe fu avversa la storiografia italiana che tese a vedere nella reggenza del Regno Lombardo-Veneto un periodo di soprusi e violenze come mai prima, e questa idea non si placò negli storici nemmeno quando l'Italia si unì in alleanza con l'Austria agli albori della Grande Guerra, fatto che imbarazzò moltissimo re Umberto I.

Caratteristica del regno di Francesco Giuseppe fu che a ogni crisi politica o militare fece seguito a una serie di concessione ai liberali per poi annullare ogni provvedimento non appena la situazione si stabilizzava; esempi sono la costituzione del 1849 abolita nel 1851 con la Patente di San Silvestro, le sconfitte militari del 1859 che portarono a riconcedere i diritti costituzionali nel 1860, le ulteriori concessioni costituzioni dell'Ausgleich nel 1866 in seguito alla sconfitta contro la Prussia, ed infine quando la disgregazione dell'Impero lo indusse a concedere nel 1906 il suffragio universale maschile.

Ascendenza

Francesco Giuseppe I d'Austria Padre:
Francesco Carlo d'Asburgo-Lorena
Nonno paterno:
Francesco II d'Asburgo-Lorena
Bisnonno paterno:
Leopoldo II d'Asburgo-Lorena
Trisnonno paterno:
Francesco I di Lorena
Trisnonna paterna:
Maria Teresa d'Austria
Bisnonna paterna:
Maria Ludovica di Borbone-Spagna
Trisnonno paterno:
Carlo III di Spagna
Trisnonna paterna:
Maria Amalia di Sassonia
Nonna paterna:
Maria Teresa di Borbone-Napoli
Bisnonno paterno:
Ferdinando I delle Due Sicilie
Trisnonno paterno:
Carlo III di Spagna
Trisnonna paterna:
Maria Amalia di Sassonia
Bisnonna paterna:
Maria Carolina d'Asburgo-Lorena
Trisnonno paterno:
Francesco I di Lorena
Trisnonna paterna:
Maria Teresa d'Austria
Madre:
Sofia di Baviera
Nonno materno:
Massimiliano I di Baviera
Bisnonno materno:
Federico Michele di Zweibrücken-Birkenfeld
Trisnonno materno:
Cristiano III del Palatinato-Zweibrücken
Trisnonna materna:
Carolina di Nassau-Saarbrücken
Bisnonna materna:
Maria Francesca di Sulzbach
Trisnonno materno:
Giuseppe Carlo del Palatinato-Sulzbach
Trisnonna materna:
Elisabetta Augusta Sofia del Palatinato-Neuburg
Nonna materna:
Carolina di Baden
Bisnonno materno:
Carlo Luigi di Baden
Trisnonno materno:
Carlo Federico di Baden
Trisnonna materna:
Carolina Luisa d'Assia-Darmstadt
Bisnonna materna:
Amalia d'Assia-Darmstadt
Trisnonno materno:
Luigi IX d'Assia-Darmstadt
Trisnonna materna:
Carolina del Palatinato-Zweibrücken-Birkenfeld

Matrimonio

Elisabetta Sissi di Wittelsbach, moglie e cugina di Francesco Giuseppe

Nel 1854 Francesco Giuseppe sposò la sua prima cugina, Elisabetta di Wittelsbach, figlia del duca Massimiliano Giuseppe in Baviera e della duchessa Ludovica di Baviera, sorella di sua madre Sofia. La madre dell'Imperatore aveva deciso che per rafforzare internamente la dinastia la scelta migliore fosse un matrimonio tra consanguinei. L'opzione cadde sul casato di Wittelsbach e pertanto sulle cugine di primo grado Elena, ed Elisabetta. La scelta di Francesco Giuseppe ricadde sulla quindicenne Elisabetta, che divenne sua moglie il 24 aprile 1854 nella Augustinerkirche di Vienna. La coppia ebbe i seguenti figli:

Nulla mi è stato risparmiato

«Nulla mi è stato risparmiato su questa terra»: così pare abbia detto Francesco Giuseppe, secondo l'aneddoto, quando gli venne annunziata la morte della moglie. Il fratello minore Massimiliano era stato nominato imperatore del Messico e venne fucilato dagli insorti a Santiago de Querétaro nel 1867; il figlio ed erede al trono Rodolfo morì tragicamente durante i cosiddetti fatti di Mayerling (1889), suicida insieme alla baronessina Maria Vetsera; la prima figlia, Sofia, morì nel 1857, in Ungheria, a Budapest, in seguito a una visita con i genitori e la sorella minore Gisella, anch'essa ammalata di polmonite; la moglie Elisabetta venne assassinata nel 1898 a Ginevra dall'anarchico italiano Luigi Lucheni e morì il giorno stesso per emorragia interna; il nipote Francesco Ferdinando fu ucciso a Sarajevo nel 1914 dallo studente serbo Gavrilo Princip, atto tra quelli che scatenarono il primo conflitto mondiale.

Onorificenze

Alcune delle decorazioni ricevute da Francesco Giuseppe, oggi esposte all'Heeresgeschichtliches Museum di Vienna.

Onorificenze austriache

Gran maestro dell'Ordine del Toson d'oro (Impero austro-ungarico) - nastrino per uniforme ordinaria
Gran maestro dell'Ordine reale di Santo Stefano d'Ungheria (Impero austro-ungarico) - nastrino per uniforme ordinaria
Gran maestro dell'Ordine militare di Maria Teresa (Impero austro-ungarico) - nastrino per uniforme ordinaria
Gran maestro dell'Ordine austriaco imperiale di Leopoldo - nastrino per uniforme ordinaria
Gran maestro dell'Ordine della Corona ferrea - nastrino per uniforme ordinaria
Fondatore e primo Gran maestro dell'Ordine imperiale austriaco di Francesco Giuseppe - nastrino per uniforme ordinaria
Fondatore e primo Gran maestro dell'Ordine imperiale austriaco di Elisabetta - nastrino per uniforme ordinaria
Croce al merito militare di I classe con decorazione di guerra - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia di guerra - nastrino per uniforme ordinaria
Croce d'onore per 50 anni di servizio militare per ufficiali - nastrino per uniforme ordinaria
Croce militare per il 50º anno di regno di Francesco Giuseppe I - nastrino per uniforme ordinaria
Croce militare per il 60º anno di regno di Francesco Giuseppe I - nastrino per uniforme ordinaria
Croce militare per il 60º anno di regno di Francesco Giuseppe I

Onorificenze straniere

Cavaliere di gran croce dell'Ordine di Luigi d'Assia (Granducato d'Assia) - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere di gran croce dell'Ordine militare di Massimiliano Giuseppe (Regno di Baviera) - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere dell'Ordine dei Santi Cirillo e Metodio (Regno di Bulgaria) - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere dell'Insigne e Reale Ordine di San Gennaro (Regno delle Due Sicilie) - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere di gran croce dell'Ordine reale di Kamehameha I (Regno delle Hawaii) - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere di gran croce dell'Ordine reale di Kalākaua (Regno delle Hawaii) - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere dell'Ordine supremo della Santissima Annunziata (Regno d'Italia) - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere di gran croce dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro (Regno d'Italia) - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere di gran croce dell'Ordine della Corona d'Italia (Regno d'Italia) - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere di gran croce dell'Ordine del Principe Danilo I (Regno del Montenegro) - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere di gran croce dell'Ordine del Leone norvegese (Regno di Norvegia) - nastrino per uniforme ordinaria
Senatore gran croce con collana del Sacro militare Ordine costantiniano di San Giorgio (Ducato di Parma) - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere dell'Ordine supremo dell'Aquila nera (Regno di Prussia) - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere di gran croce dell'Ordine dell'Aquila rossa (Regno di Prussia) - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere dell'Ordine Pour le mérite (Regno di Prussia) - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere di gran croce del Reale Ordine dinastico di Hohenzollern (Regno di Prussia) - nastrino per uniforme ordinaria
Croce di Ferro di I classe (mod. 1914, Regno di Prussia) - nastrino per uniforme ordinaria
Croce di Ferro di II classe per combattenti (mod. 1914, Regno di Prussia) - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere dell'Ordine di Milosh il Grande (Regno di Serbia) - nastrino per uniforme ordinaria
— fino al 15 giugno 1903, Ordine soppresso
Cavaliere straniero del Nobilissimo Ordine della Giarrettiera (K.G., Regno Unito) - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia di guerra (Austria) - nastrino per uniforme ordinaria
Croce per anzianità di servizio militare per ufficiali di I classe per 50 anni di servizio attivo - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia d'oro per il 50º anno di regno di Francesco Giuseppe I (Signum Memoriae) - nastrino per uniforme ordinaria
Croce militare per il 60º anno di regno di Francesco Giuseppe I - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere di gran croce dell'Ordine di Luigi d'Assia (Granducato d'Assia) - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere di gran croce dell'Ordine militare di Massimiliano Giuseppe (Regno di Baviera) - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere dell'Ordine dei Santi Cirillo e Metodio (Regno di Bulgaria) - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere dell'Insigne e Reale Ordine di San Gennaro (Regno delle Due Sicilie) - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere di gran croce dell'ordine reale di Kamehameha I (Regno delle Hawaii) - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere di gran croce dell'Ordine reale di Kalākaua (Regno delle Hawaii) - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere dell'Ordine supremo della Santissima Annunziata (Regno d'Italia) - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere di gran croce dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro (Regno d'Italia) - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere di gran croce dell'Ordine della Corona d'Italia (Regno d'Italia) - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere di gran croce dell'Ordine del Principe Danilo I (Regno del Montenegro) - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere di gran croce dell'Ordine del Leone norvegese (Norvegia) - nastrino per uniforme ordinaria
Senatore gran croce con collana del Sacro imperiale angelico Ordine costantiniano di San Giorgio (Ducato di Parma) - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere dell'Ordine supremo dell'Aquila nera (Regno di Prussia) - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere di gran croce dell'Ordine dell'Aquila rossa (Regno di Prussia) - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere di gran croce del Reale Ordine dinastico di Hohenzollern (Regno di Prussia) - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere dell'Ordine Pour le Mérite (Regno di Prussia) - nastrino per uniforme ordinaria
Croce di Ferro di I classe (mod. 1914, Regno di Prussia) - nastrino per uniforme ordinaria
Croce di Ferro di II classe per combattenti (mod. 1914, Regno di Prussia) - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere straniero del Nobilissimo Ordine della Giarrettiera (K.G., Regno Unito) - nastrino per uniforme ordinaria
decorato di Royal Victorian Chain (Regno Unito) - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere di gran croce onorario dell'Ordine reale vittoriano (G.C.V.O. (hon.), Regno Unito) - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere dell'Ordine imperiale di Sant'Andrea apostolo "il primo chiamato" (Impero russo) - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere di IV classe dell'Ordine imperiale di San Giorgio (Impero russo) - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere dell'Ordine imperiale di Sant'Aleksandr Nevskij (Impero russo) - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere dell'Ordine imperiale dell'Aquila Bianca (Impero russo) - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere di I Classe dell'Ordine imperiale di Sant'Anna (Impero russo) - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere di I Classe dell'Ordine imperiale di San Stanislao (Impero russo) - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere di gran croce dell'Ordine equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme (Santa Sede) - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere di gran croce dell'ordine militare di Sant'Enrico (Regno di Sassonia) - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere dell'Ordine di Milan il Grande (Regno di Serbia) - nastrino per uniforme ordinaria
— fino all'11 giugno 1903, Ordine soppresso
Balì Cavaliere di gran croce d'onore e devozione del Sovrano militare Ordine ospedaliero di San Giovanni di Gerusalemme, di Rodi e di Malta (SMOM) - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere di Collare del Reale e Distinto Ordine spagnolo di Carlo III (Spagna) - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere del Reale Ordine dei Serafini (Svezia) - nastrino per uniforme ordinaria

Nel 1903 Francesco Giuseppe I ebbe la nomina a maresciallo di campo britannico (Field Marshal), titolo che gli venne ufficialmente revocato nel 1915, quando l'Impero austriaco entrò in guerra contro la Gran Bretagna.

Note

  1. ^ Francis Joseph, in Encyclopædia Britannica. Retrieved 19 April 2009
  2. ^ Murad, p. 61.
  3. ^ Murad, p. 101.
  4. ^ In Italia Francesco Giuseppe venne chiamato "Cecco Beppe", dall'unione delle forme familiari dei nomi Francesco-Cecco e Giuseppe-Beppe
  5. ^ Murad, p. 6.
  6. ^ Rothenburg, G. The Army of Francis Joseph. West Lafayette, Purdue University Press, 1976. p. 35.
  7. ^ Murad, p. 41.
  8. ^ Murad, pp. 41-42.
  9. ^ Murad, p. 42.
  10. ^ La notizia dell'attentato all'imperatore giunse a Milano in giornata e, prima di sera, circolava la parodia di un verso manzoniano, tratto da Il Conte di Carmagnola:

    «Ahi sventura ! Sventura ! Sventura !
    Perché mai una fibbia sì dura ?»

    Venutone a conoscenza, tramite l'amico Tommaso Grossi, Alessandro Manzoni smentì fermamente d'essere l'autore della satira. (da: Giuseppe Fumagalli, Chi l'ha detto?, Hoepli, Milano, 1934)

  11. ^ Konrad Kramar, Petra Stuiber, Die schrulligen Habsburger – Marotten und Allüren eines Kaiserhauses. Ueberreuter, ISBN 3-8000-3742-4.
  12. ^ L'Imperatrice Elisabetta era detta "Sisi". La doppia s di "Sissi" appare solo a partire dai film di Ernst Marischka nel 1954
  13. ^ Murad, p. 242.
  14. ^ Francesco Giuseppe e Vittorio Emanuele II erano due volte secondi cugini. Essi avevano in comune quattro bisnonni: l'Imperatore Leopoldo II d'Austria, sua moglie Maria Luisa di Borbone, Infanta di Spagna, il re delle due Sicilie Ferdinando I di Borbone e sua moglie Maria Carolina d'Asburgo-Lorena.
  15. ^ Vedi la presentazione di Giorgio Manacorda in Joseph Roth, La Marcia di RadetzkyNewton Compton Editori, 2010
  16. ^ Origini della guerra del 1914 – Albertini Luigi. Ueberreuter, ISBN 3-8000-3742-4.
  17. ^ N. Fugger, Gli splendori di un impero, ed. Mondadori
  18. ^ Murad, p. 169.
  19. ^ Murad, pp. 150-151.
  20. ^ Murad, p. 151.
  21. ^ Murad, p. 127.
  22. ^ Palmer, pp. 328-331.
  23. ^ http://www.eurothermen.at/de-bad-ischl-villa-schratt.htm Villa Schratt.
  24. ^ http://www.austro-hungarian-army.co.uk/mvk.htm/
  25. ^ a b c d Per aver dichiarato guerra al Regno Unito nell'ambito della Prima Guerra Mondiale

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Voci correlate

Altri progetti

Collegamenti esterni

Predecessore Imperatore d'Austria, Re Apostolico d'Ungheria Successore
Ferdinando I d'Austria, V d'Ungheria 18481916 Carlo I d'Austria, IV d'Ungheria

Predecessore Re di Boemia Successore
Ferdinando V 18481916 Carlo III

Predecessore Re del Lombardo-Veneto Successore
Ferdinando I 18481866 Titolo soppresso

Predecessore Presidente della Confederazione germanica Successore
Ferdinando I 18501866 Titolo passato a Guglielmo I di Prussia come Presidente della Confederazione Tedesca del Nord

Predecessore Colonnello in capo del 1st King's Dragoon Guards Successore
Titolo inesistente 1896-1914 Titolo soppresso

Predecessore Colonnello in capo del Reggimento di Granatieri della Guardia di Kexholm Successore
Titolo inesistente 1898-1914 Titolo soppresso

Predecessore Colonnello in capo del 12º Reggimento Ulani "Belgorod" Successore
Titolo inesistente 1898-1914 Titolo soppresso

Predecessore Colonnello in capo del 16° Ussari (Schleswig-Holstein) Successore
Titolo inesistente 1899-1914 Titolo soppresso

Predecessore Colonnello in capo del Füsilier-Regiment „Kaiser Franz Josef von Österreich, König von Ungarn“ (4. Württembergisches) Nr. 122 Successore
Titolo inesistente 1901-1914 Titolo soppresso
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