Diego Sandoval de Castro: differenze tra le versioni

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Nessun oggetto della modifica
m Fix link
 
(49 versioni intermedie di 17 utenti non mostrate)
Riga 1: Riga 1:
{{Aristocratico
|nome = Diego Sandoval de Castro
|immagine =
|legenda = Supposto ritratto di don Diego
|titolo = [[Barone]] di [[Nova Siri|Bollita]]
|stemma =
|altrititoli = [[Castellano (storia)|Castellano]] di [[Cosenza]], [[Signore (titolo nobiliare)|Signore]] di [[Campana (comune italiano)|Campana]]
|data di nascita = [[1516]]
|luogo di nascita = [[Calabria]]
|data di morte = [[Noepoli|Noia]]
|luogo di morte = [[1546]]
|dinastia = [[Sandoval de Castro]]
|padre = [[Pedro Sandoval de Castro]]
|madre = [[Giovanna Bisbal]]
|coniuge 1 = [[Antonia Caracciolo]]
|figli = tre
|religione = [[Cattolicesimo]]
|sepoltura = Chiesa Madre di [[Nova Siri|Bollita]]
}}

{{Bio
{{Bio
|Nome = Diego
|Nome = Diego
|Cognome = Sandoval de Castro
|Cognome = Sandoval de Castro
|Sesso = M
|Sesso = M
|LuogoNascita =
|LuogoNascita = Calabria
|GiornoMeseNascita =
|GiornoMeseNascita =
|AnnoNascita = 1505
|AnnoNascita = 1516
|LuogoMorte = Noepoli
|LuogoMorte = Noepoli
|GiornoMeseMorte =
|GiornoMeseMorte =
|AnnoMorte = 1546
|AnnoMorte = 1546
|Attività = poeta
|Epoca = XVI
|Epoca = XVI
|Attività = poeta
|Nazionalità = spagnolo
|Nazionalità = italiano
|PostNazionalità =, castellano di [[Cosenza]] e barone di [[Bollita]]
|PostNazionalità = , [[castellano (storia)|castellano]] di [[Cosenza]] e [[barone]] di [[Nova Siri|Bollita]]
}}
}}


== Biografia ==
Don Diego Sandoval de Castro militò nell'esercito dell'imperatore [[Carlo V]], prima di essere investito della baronia del feudo di ''[[Bollita]]'', oggi [[Nova Siri]] in [[provincia di Matera]], e di ottenere la castellania di [[Cosenza]].
[[File:Nova Siri at dawn.gif|upright=1.5|thumb|left|[[Nova Siri]] e il castello di don Diego]]


Di origini [[spagnole]], era unico e legittimo figlio del nobile [[Penisola iberica|iberico]] don Pedro (lontano discendente dalla casa reale di [[Re di León|León]]), trasferitosi nel [[regno di Napoli|viceregno di Napoli]] nei primi anni del [[Secolo XVI|Cinquecento]]: in seguito un altro ramo della stirpe si diffuse in Sicilia. Sua madre fu Giovanna Bisbal, scomparsa precocemente. Il piccolo Diego, nato probabilmente nel feudo [[Calabria|calabrese]] amministrato dall'avo materno Francesco Bisbal, [[conte]] di [[Briatico]] (dal [[1496]]) e [[Calimera]], venne posto sotto tutela della vedova di questi, Caterina Saracina, per 11 anni, fino al raggiungimento della maggiore età.<ref>Napolillo, pag. 120</ref>
Don Diego sposò per procura la nobildonna napoletana Antonia Caracciolo; tuttavia intrecciò un sodalizio culturale e forse amoroso con la baronessa di ''[[Valsinni|Favale]]'', oggi [[Valsinni]] in [[provincia di Matera]], [[Isabella di Morra]]. Entrambi si dilettavano scrivendo poesie, e nel [[1542]] don Diego pubblicò una raccolta delle sue rime petrarchesche. La corrispondenza tra i due personaggi veniva scambiata attraverso il precettore di donna Isabella, tale Torquato: oggi rimangono solo le lettere che don Diego scrisse a donna Isabella, mentre le risposte sono a noi ignote.


Don Diego militò nell'esercito dell'imperatore [[Carlo V d'Asburgo|Carlo V]], prima di essere investito della [[Barone|baronia]] di [[Nova Siri|Bollita]], oggi [[Nova Siri]] (in [[provincia di Matera]]), e di ottenere la [[Castellano (storia)|castellania]] di [[Cosenza]]. Acquistò nel [[1534]], per la somma di 5000 [[Ducato (moneta)|ducati]], il feudo di [[Campana (comune italiano)|Campana]] da Ferdinando Spinelli. L'anno successivo ricevette Carlo V, proveniente da [[Tunisi]], a Cosenza. Nel [[1541]] intervenne nella [[Spedizione di Algeri|battaglia di Algeri]].<ref>Napolillo, pag. 121</ref> Sandoval fu iscritto all'[[Accademia degli Umidi|Accademia Fiorentina]], dove si inimicò il [[Anton Francesco Grazzini|Lasca]], dal quale fu denigrato in un sonetto satirico con questo verso: "Senza sapere punto di lingua e col fare al [[Petrarca]] la bertuccia".
Nel [[1546]] i fratelli di [[Isabella]] scoprirono la relazione tra i due e presero la decisione di uccidere, nel [[Castello di Valsinni]], sia donna Isabella che il suo sfortunato precettore. Don Diego fu ucciso pochi mesi dopo con tre colpi di fucile durante una battuta di caccia nei boschi di [[Noepoli]] in [[provincia di Potenza]]: gli assassini ripararono in seguito in [[Francia]] presso il padre Giovan Michele, che già da anni si trovava presso la corte di Francesco I. Dietro il presunto "delitto d'onore" si celavano in realtà biechi motivi d'interesse (spartirsi la dote e l'eredità di Isabella) e inveterate avversioni politiche (Diego era fautore dell'imperatore Carlo V, mentre i fratelli e il padre di Isabella parteggiavano per il re di Francia).


Don Diego [[Matrimonio per procura|sposò per procura]] l'aristocratica napoletana [[Antonia Caracciolo]]; tuttavia intrecciò un legame culturale e forse amoroso con la [[barone]]ssa di [[Valsinni|Favale]] (oggi [[Valsinni]], in [[Basilicata]]) [[Isabella di Morra]]. Entrambi si dilettavano scrivendo e inviandosi vicendevolmente alcune poesie, e il 28 marzo [[1542]] il barone pubblicò una raccolta delle sue rime [[Petrarchismo|petrarchesche]], in cui celebrò l'amore, il dolore e la bellezza femminile. La corrispondenza tra i due personaggi veniva scambiata attraverso il precettore di donna Isabella e indirizzata alla moglie Antonia: oggi rimangono solo le lettere che il Sandoval scrisse a donna Isabella, mentre le risposte non sono pervenute.<ref>Croce, pag. 5</ref>
Testimonianze sulla storia dei due poeti furono raccolte nel [[1928]] dal filosofo abruzzese [[Benedetto Croce]], che pubblicò il saggio ''" Isabella di Morra e Diego Sandoval De Castro"''.


Nel [[1543]] il nobiluomo fu accusato di [[fellonia]] e sospeso dall'incarico di castellano di Cosenza. Decise, pertanto, di dimorare a [[Benevento]] da dove, segretamente, raggiungeva il suo castello di Bollita, abitato dalla consorte e dai figli: il maniero, edificato nel punto più alto, esiste tuttora e racchiude la piazza del borgo, in modo che il feudatario potesse esercitare una serrata vigilanza.<ref>Napolillo, pag. 123</ref>
==Opere==
* ''Rime petrarchesche'', [[Napoli]] 1542


Nel [[1546]] i fratelli di Isabella scoprirono la presunta relazione tra i due e presero la decisione di ucciderla, nel [[castello di Valsinni]], insieme al suo [[pedagogo]]. Il trentenne don Diego, invece, fu trucidato pochi mesi dopo con tre colpi di [[archibugio]] durante una battuta di caccia nei boschi di [[Noepoli|Noia]], presso [[Potenza (Italia)|Potenza]]: gli assassini ripararono in seguito in [[Francia]] presso il padre Giovanni Michele, che già da anni si trovava presso la corte di [[Francesco I di Francia|Francesco I]], e che li protesse riuscendo ad evitare un processo a loro carico per fratricidio e pluriomicidio. Dietro il loro supposto "[[delitto d'onore]]" si presume che si celassero motivi d'interesse (spartirsi la dote e l'eredità di Isabella) e inveterate avversioni politiche (Diego era fautore dell'imperatore Carlo V, mentre la famiglia della poetessa parteggiava per il [[Francesco I di Francia|re di Francia]]). Diego Sandoval de Castro fu sepolto nella cripta della Chiesa Madre di Bollita, ma il sito preciso non è stato individuato.<ref>Cambria, pp. 39-40</ref>
==Film==
*''[[Sexum Superando - Isabella Morra]]'' ([[2005]]), diretto da [[Marta Bifano]]


Testimonianze sulla storia dei due poeti furono raccolte nel [[1928]] dal filosofo abruzzese [[Benedetto Croce]], che pubblicò il saggio ''Isabella di Morra e Diego Sandoval De Castro''.
==Bibliografia==

* [[Benedetto Croce]], ''Isabella Morra e Diego Sandoval De Castro'', Bari, Laterza. 1929.
[[Arma (araldica)|Arma]] dei [[Sandoval|Sandoval di Castro]]: ''D'oro alla banda di nero.''

== Opere ==
* ''Rime petrarchesche'', [[Napoli]] [[1542]].

== Riferimenti nella cultura di massa ==
* [[Sexum superando - Isabella Morra]] ([[2005]]), film diretto da [[Marta Bifano]].

== Note ==
<references/>

== Bibliografia ==
* [[Benedetto Croce]], ''Isabella di Morra e Diego Sandoval De Castro'', Sellerio, Palermo 1983.
* Francesco Rusciani, ''Il poeta Diego Sandoval de Castro'', in ''[[Archivio storico per la Calabria e la Lucania]]'', XXIX, 1960, pp.&nbsp;149–154 e 287.
* Francesco Rusciani, ''Il poeta Diego Sandoval de Castro'', in ''[[Archivio storico per la Calabria e la Lucania]]'', XXIX, 1960, pp.&nbsp;149–154 e 287.
* [[Adele Cambria]], ''Isabella. la triste storia di Isabella Morra.'', Osanna Editore, [[Venosa]] 1997.
* [[Adele Cambria]], ''Isabella. la triste storia di Isabella Morra.'', Osanna Editore, [[Venosa]] 1997.
* Pasquale Montesano, ''Riflessioni a margine del caso di Isabella Morra'',in ''Bollettino Storico della Basilicata'' n° 22, 2006.
* Pasquale Montesano, ''Riflessioni a margine del caso di Isabella Morra'',in ''Bollettino Storico della Basilicata'' n° 22, 2006.
* Vincenzo Napolillo, ''Storia di Cosenza da luogo fatale a città d'arte'', Falco Edizioni, Cosenza 2006.
* Tobia Toscano, ''Diego Sandoval di Castro e Isabella di Morra - Rime'', Salerno Editrice, [[Roma]], 2007.
* Tobia Toscano, ''Diego Sandoval di Castro e Isabella di Morra - Rime'', Salerno Editrice, [[Roma]], 2007.
* Marina Caracciolo, ''"I fieri assalti di crudel Fortuna". Considerazioni sulla poesia e sulla vita di Isabella di Morra'', in Quaderni di Arenaria, 2014, V; pag. 26 e seg.

== Voci correlate ==
* [[Isabella di Morra]]
* [[Nova Siri]]
* [[Sandoval]]


==Altri progetti==
==Altri progetti==
{{Interprogetto}}
{{Interprogetto}}


==Collegamenti esterni==
* {{Collegamenti esterni}}
{{Controllo di autorità}}
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|Biografie|Letteratura}}
{{Portale|Biografie|Letteratura|Rinascimento}}


[[Categoria:Poeti italiani del XVI secolo|Sandoval de Castro]]
[[Categoria:Assassinati con arma da fuoco]]

Versione attuale delle 05:45, 4 apr 2024

Diego Sandoval de Castro
Barone di Bollita
Altri titoliCastellano di Cosenza, Signore di Campana
NascitaCalabria, 1516
Morte1546, Noia
SepolturaChiesa Madre di Bollita
DinastiaSandoval de Castro
PadrePedro Sandoval de Castro
MadreGiovanna Bisbal
ConiugeAntonia Caracciolo
Figlitre
ReligioneCattolicesimo

Diego Sandoval de Castro (Calabria, 1516Noepoli, 1546) è stato un poeta italiano, castellano di Cosenza e barone di Bollita.

Nova Siri e il castello di don Diego

Di origini spagnole, era unico e legittimo figlio del nobile iberico don Pedro (lontano discendente dalla casa reale di León), trasferitosi nel viceregno di Napoli nei primi anni del Cinquecento: in seguito un altro ramo della stirpe si diffuse in Sicilia. Sua madre fu Giovanna Bisbal, scomparsa precocemente. Il piccolo Diego, nato probabilmente nel feudo calabrese amministrato dall'avo materno Francesco Bisbal, conte di Briatico (dal 1496) e Calimera, venne posto sotto tutela della vedova di questi, Caterina Saracina, per 11 anni, fino al raggiungimento della maggiore età.[1]

Don Diego militò nell'esercito dell'imperatore Carlo V, prima di essere investito della baronia di Bollita, oggi Nova Siri (in provincia di Matera), e di ottenere la castellania di Cosenza. Acquistò nel 1534, per la somma di 5000 ducati, il feudo di Campana da Ferdinando Spinelli. L'anno successivo ricevette Carlo V, proveniente da Tunisi, a Cosenza. Nel 1541 intervenne nella battaglia di Algeri.[2] Sandoval fu iscritto all'Accademia Fiorentina, dove si inimicò il Lasca, dal quale fu denigrato in un sonetto satirico con questo verso: "Senza sapere punto di lingua e col fare al Petrarca la bertuccia".

Don Diego sposò per procura l'aristocratica napoletana Antonia Caracciolo; tuttavia intrecciò un legame culturale e forse amoroso con la baronessa di Favale (oggi Valsinni, in Basilicata) Isabella di Morra. Entrambi si dilettavano scrivendo e inviandosi vicendevolmente alcune poesie, e il 28 marzo 1542 il barone pubblicò una raccolta delle sue rime petrarchesche, in cui celebrò l'amore, il dolore e la bellezza femminile. La corrispondenza tra i due personaggi veniva scambiata attraverso il precettore di donna Isabella e indirizzata alla moglie Antonia: oggi rimangono solo le lettere che il Sandoval scrisse a donna Isabella, mentre le risposte non sono pervenute.[3]

Nel 1543 il nobiluomo fu accusato di fellonia e sospeso dall'incarico di castellano di Cosenza. Decise, pertanto, di dimorare a Benevento da dove, segretamente, raggiungeva il suo castello di Bollita, abitato dalla consorte e dai figli: il maniero, edificato nel punto più alto, esiste tuttora e racchiude la piazza del borgo, in modo che il feudatario potesse esercitare una serrata vigilanza.[4]

Nel 1546 i fratelli di Isabella scoprirono la presunta relazione tra i due e presero la decisione di ucciderla, nel castello di Valsinni, insieme al suo pedagogo. Il trentenne don Diego, invece, fu trucidato pochi mesi dopo con tre colpi di archibugio durante una battuta di caccia nei boschi di Noia, presso Potenza: gli assassini ripararono in seguito in Francia presso il padre Giovanni Michele, che già da anni si trovava presso la corte di Francesco I, e che li protesse riuscendo ad evitare un processo a loro carico per fratricidio e pluriomicidio. Dietro il loro supposto "delitto d'onore" si presume che si celassero motivi d'interesse (spartirsi la dote e l'eredità di Isabella) e inveterate avversioni politiche (Diego era fautore dell'imperatore Carlo V, mentre la famiglia della poetessa parteggiava per il re di Francia). Diego Sandoval de Castro fu sepolto nella cripta della Chiesa Madre di Bollita, ma il sito preciso non è stato individuato.[5]

Testimonianze sulla storia dei due poeti furono raccolte nel 1928 dal filosofo abruzzese Benedetto Croce, che pubblicò il saggio Isabella di Morra e Diego Sandoval De Castro.

Arma dei Sandoval di Castro: D'oro alla banda di nero.

Riferimenti nella cultura di massa

[modifica | modifica wikitesto]
  1. ^ Napolillo, pag. 120
  2. ^ Napolillo, pag. 121
  3. ^ Croce, pag. 5
  4. ^ Napolillo, pag. 123
  5. ^ Cambria, pp. 39-40
  • Benedetto Croce, Isabella di Morra e Diego Sandoval De Castro, Sellerio, Palermo 1983.
  • Francesco Rusciani, Il poeta Diego Sandoval de Castro, in Archivio storico per la Calabria e la Lucania, XXIX, 1960, pp. 149–154 e 287.
  • Adele Cambria, Isabella. la triste storia di Isabella Morra., Osanna Editore, Venosa 1997.
  • Pasquale Montesano, Riflessioni a margine del caso di Isabella Morra,in Bollettino Storico della Basilicata n° 22, 2006.
  • Vincenzo Napolillo, Storia di Cosenza da luogo fatale a città d'arte, Falco Edizioni, Cosenza 2006.
  • Tobia Toscano, Diego Sandoval di Castro e Isabella di Morra - Rime, Salerno Editrice, Roma, 2007.
  • Marina Caracciolo, "I fieri assalti di crudel Fortuna". Considerazioni sulla poesia e sulla vita di Isabella di Morra, in Quaderni di Arenaria, 2014, V; pag. 26 e seg.

Voci correlate

[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti

[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni

[modifica | modifica wikitesto]
Controllo di autoritàVIAF (EN66598080 · ISNI (EN0000 0000 8000 540X · BAV 495/332192 · LCCN (ENn93075863 · BNF (FRcb12958561j (data)