Modifica di Cortazzone

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|Nome=Cortazzone
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|Panorama=Vista_di_Cortazzone.jpg
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|Bandiera=Cortazzone-Gonfalone.png
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|Amministratore locale=Francesco Chiara
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|Partito=[[lista civica]] Noi con voi
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|Data elezione=8-6-2009
|Data elezione=08/06/2009
|Data istituzione=
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|Abitanti=594
|Abitanti=656
|Note abitanti = [https://demo.istat.it/app/?i=D7B Dato Istat] - Popolazione residente al 31 gennaio 2024.
|Note abitanti=[http://demo.istat.it/bilmens2017gen/index.html Dato Istat] - Popolazione residente al 30 giugno 2017.
|Aggiornamento abitanti = 31-1-2024
|Aggiornamento abitanti=30-6-2017
|Sottodivisioni=Briccarello, Collina del Negro, Mongiglietto, Valmezzana, Valroino, Vanara
|Sottodivisioni=Briccarello, Collina del Negro, Mongiglietto, Valmezzana, Valroino, Vanara
|Divisioni confinanti=[[Camerano Casasco]], [[Cortandone]], [[Maretto]], [[Montafia]], [[Piea]], [[Roatto]], [[Soglio (Italia)|Soglio]], [[Viale (Italia)|Viale]]
|Divisioni confinanti=[[Camerano Casasco]], [[Cortandone]], [[Maretto]], [[Montafia]], [[Roatto]], [[Soglio (Italia)|Soglio]], [[Viale (Italia)|Viale]]
|Zona sismica=4
|Zona sismica=4
|Gradi giorno = 2671
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|Diffusività=
|Nome abitanti=cortazzonesi
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|Patrono=[[san Secondo di Asti]]
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'''Cortazzone''' (''Cortasson'' in [[lingua piemontese|piemontese]]) è un [[Comune (Italia)|comune italiano]] di 594 abitanti della [[provincia di Asti]], appartenente al consorzio dell'unione di comuni Alto Astigiano.
'''Cortazzone''' (''Cortasson'' in [[lingua piemontese|piemontese]], ''Curtasun'' in [[dialetto astigiano|astigiano]]) è un [[comune italiano]] di 656 abitanti della [[provincia di Asti]], appartenente al consorzio dell'unione comuni comunità collinare alto astigiano.


== Storia ==
== Storia ==
Si ritiene che l'origine del borgo risalga alla fine del [[IX secolo]]. Il [[toponimo]] deriva presumibilmente da ''Curtis Azonis'' (denominazione tuttora presente nello stemma del Comune), dal nome del primo Signore Azzone (da alcuni identificato col conte di [[Modena]]) che nel [[1094]]/[[1095]] lo donò al vescovado di [[Pavia]], il quale ne infeudò i Monaci della Torre Rossa di Asti. Da questi il [[feudo]] passò nel [[1314]] alla potente famiglia dei banchieri [[Pelletta]], anch'essi [[Vassallo|vassalli]] del vescovo di Pavia. Nel 1370, nel [[castello di Cortazzone]], [[Jacopo Dal Verme|Jacopo dal Verme]] e [[Rinaldo de Bulendorf]], capitani di [[Galeazzo II Visconti|Galeazzo II]], concessero a Giovanni Asinari e Enrichetto Pelletta il [[castello di Cortazzone]], ottenendo in cambio il giuramento di fedeltà dei due astigiani e dei membri dei loro famiglie al [[Galeazzo II Visconti|Visconti]] e il loro impegno a combattere gli avversari del signore<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Fabio|cognome=Romanoni|titolo="Intrare vel exire non poterant nisi aves". L'assedio di Casale del 1370 |rivista= Monferrato Arte e Storia |anno= XXVI, 2014|lingua=en|accesso=2019-09-18|url=https://www.academia.edu/21465285/_Intrare_vel_exire_non_poterant_nisi_aves_._Lassedio_di_Casale_del_1370-_in_Monferrato_Arte_e_Storia_XXVI_2014_}}</ref>.
Si ritiene che l'origine del borgo risalga alla fine del [[IX secolo]]. Il [[toponimo]] deriva presumibilmente da ''Curtis Azonis'' (denominazione tuttora presente nello stemma del Comune), dal nome del primo Signore Azzone (da alcuni identificato col conte di [[Modena]]) che nel [[1094]]/[[1095]] lo donò al vescovado di [[Pavia]], il quale ne infeudò i Monaci della Torre Rossa di Asti. Da questi il [[feudo]] passò nel [[1314]] alla potente famiglia dei banchieri [[Pelletta]], anch'essi [[Vassallo|vassalli]] del vescovo di Pavia. Nel 1370, nel castello di Cortazzone, [[Jacopo Dal Verme|Jacopo dal Verme]] e [[Rinaldo de Bulendorf]], capitani di [[Galeazzo II Visconti|Galeazzo II]], concessero a Giovanni Asinari e Enrichetto Palletta il castello di Cortazzone, ottenendo in cambio il giuramento di fedeltà dei due astigiani e dei membri dei loro famiglie al [[Galeazzo II Visconti|Visconti]] e il loro impegno a combattere i avversari del signore<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Fabio|cognome=Romanoni|titolo=&quot;Intrare vel exire non poterant nisi aves&quot;. L&#39;assedio di Casale del 1370- in &quot;Monferrato Arte e Storia&quot;, XXVI (2014).|lingua=en|accesso=2019-09-18|url=https://www.academia.edu/21465285/_Intrare_vel_exire_non_poterant_nisi_aves_._Lassedio_di_Casale_del_1370-_in_Monferrato_Arte_e_Storia_XXVI_2014_}}</ref>.


I [[Pelletta]] dominarono sul territorio per circa quattro secoli, fatto salvo il breve periodo ([[1374]]/[[1395]]) di dominazione [[Visconti|viscontea]] in cui fu infeudato ai [[Dal Verme]]<ref>[http://www.mepiemont.net/paesi/prov_at/cortazz.html Storia di Cortazzone]</ref>, in particolare nella persona di Luchino Novello<ref>[https://gallica.bnf.fr/ark:/12148/btv1b8452253w.r=?rk=364808;4 Famiglia Dal Verme su Gallica - Famiglie celebri di Italia. Dal Verme di Verona / P. Litta Litta, Pompeo (1781-1851)]
I Pelletta dominarono sul territorio per circa quattro secoli, fatto salvo il breve periodo ([[1374]]/[[1395]]) di dominazione [[Visconti|viscontea]] in cui fu infeudato ai [[Dal Verme]]<ref>[http://www.mepiemont.net/paesi/prov_at/cortazz.html Storia di Cortazzone]</ref>, in particolare nella persona di ''Luchino Novello''<ref>[https://gallica.bnf.fr/ark:/12148/btv1b8452253w.r=?rk=364808;4 Famiglia Dal Verme su Gallica - Famiglie celebri di Italia. Dal Verme di Verona / P. Litta Litta, Pompeo (1781-1851)]
</ref>, figlio di [[Luchino Dal Verme]], assieme al fratello e condottiero [[Jacopo Dal Verme]].
</ref>, figlio di [[Luchino Dal Verme]], assieme al fratello e condottiero [[Jacopo Dal Verme]].


Estinto il ramo principale della dinastia, il borgo passò alla discendente di un ramo cadetto (Irene Pelletta) e da lei, a seguito di matrimonio nel [[1734]], al conte di [[Favria]] e successivamente al figlio Vittorio Amedeo conte di [[Govone]]. Costui alla sua morte ([[1792]]) [[Legato (diritto)|legò]] il feudo all'[[Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro]], che dominò sul territorio fino al [[1860]], quando lo vendette a lotti segnando così il passaggio dall'economia [[Feudalesimo|feudale]] alla piccola proprietà contadina.
Estinto il ramo principale della dinastia, il borgo passò alla discendente di un ramo cadetto (Irene Pelletta) e da lei, a seguito di matrimonio nel [[1734]], al conte di [[Favria]] e successivamente al figlio Vittorio Amedeo conte di [[Govone]]. Costui alla sua morte ([[1792]]) [[Legato (diritto)|legò]] il feudo all'[[Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro]], che dominò sul territorio fino al [[1860]], quando lo vendette a lotti segnando così il passaggio dall'economia [[Feudalesimo|feudale]] alla piccola proprietà contadina. Il comune seguì in seguito le sorti storiche dell'Italia, con i suoi piccoli e grandi fatti di quotidianità e di cronaca, il più grave dei quali fu, nel [[1990]] il misterioso assassinio del Parroco, Don Guglielmo Alessio.


[[File:Chiesa Romanica di San Secondo di Cortazzone.jpg|thumb|Chiesa romanica di San Secondo]]
Il comune seguì in seguito le sorti storiche dell'Italia, con i suoi piccoli e grandi fatti di quotidianità e di cronaca, il più grave dei quali fu nel [[1990]] il misterioso ed efferato assassinio del Parroco, Don Guglielmo Alessio.<ref>http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,1/articleid,0918_01_1990_0243_0063_12613346/</ref>
[[File:Panorama of Cortazzone.jpg|thumb|left|Cortazzone visto dalla collina di Mongiglietto]]


== Luoghi di interesse turistico e culturale ==
=== Simboli ===


=== Chiesa di San Secondo ===
[[File:Cortazzone-Stemma.png|left|150px|border]]
Sicuramente uno dei più affascinanti e misteriosi edifici d'Italia.
{{Dx|[[File:Cortazzone-Gonfalone.png|right|100px|border]]}}
Il primo documento che attesta l'esistenza di questo antichissimo tempio risale al 1041, ma l'edificio attuale è perlomeno antecedente l'anno mille. Sorge su un piccolo rilievo a 241 metri sopra il livello del mare il cui nome, Mongiglietto, fa comprendere che si trova su un antico luogo di culto pagano; in latino infatti poteva essere Mons Jovis, (Monte di Giove) oppure Mons Iubili (Monte della Gioia) e in questo secondo caso il luogo sarebbe stato sede di antichissimi riti orgiastici che, come vedremo, sotto, in forma di prostituzione ecclesiasticamente controllata sono proseguiti fin oltre l'anno mille.
Dato che inoltre i luoghi di culto mantenevano la stessa localizzazione, è altrettanto probabile che precedentemente la collina fosse sacra al culto degli Dei celti, e che all'ombra delle querce si praticassero sacrifici umani.


Fino al 1660 era stata al centro di Cortazzone, poi gli abitanti, per misteriose ragioni, si trasferirono sulla collina dove sorge attualmente il paese, e l’antica chiesetta rimase abbandonata assieme al piccolo cimitero che la circondava.
{{Citazione|D'oro, al [[Leone (araldica)|leone]] d'azzurro, allumato, linguato e armato di rosso, coronato con [[corona all'antica]] di tre punte, dello stesso, accompagnato dalle parole in lettere maiuscole di rosso, CURTIS, posta [[Destra (araldica)|a destra]], AZONIS, posta [[Sinistra (araldica)|a sinistra]]; al capo di rosso, caricato delle [[Chiavi del cielo|due chiavi]] d'oro, decussate, con gli ingegni all'insù e volti verso i fianchi dello scudo, la chiave posta in banda attraversante. Ornamenti esteriori da Comune|Descrizione araldica dello stemma<ref name="Araldica">{{cita web|url=https://www.araldicacivica.it/comune/cortazzone/|titolo=Cortazzone |sito= AraldicaCivica.it|accesso=6 novembre 2011}}</ref>}}


L’ubicazione e l’orientamento del tempio non sono casuali; la chiesa ha un orientamento est-ovest spostato di alcuni gradi rispetto al preciso allineamento astrale che si usava all'epoca, in modo da essere perfettamente parallelo a una vena acquifera che scorre a 21 metri di profondità. Sotto il punto in cui sorge l’altare questa vena si incrocia con un'altra quasi perpendicolare che scorre sei metri più profonda, mentre una terza vena acquifera, scorrendo più superficialmente, a 14 metri di profondità, passa sotto la fonte battesimale, quindi si incrocia con la prima vena sotto un cerchio rituale che sta al centro del tempietto, e poi con la seconda, alla destra dell’altare.
{{Citazione|Drappo di azzurro…|Descrizione araldica del gonfalone<ref name="Araldica"/>}}


Innumerevoli sono i simboli, molti dei quali dal significato arcano, forse ascrivibili all’antico e misterioso Ordine dei Cavalieri Templari. Uno di questi è la Fenice, misterioso uccello che secondo una leggenda che si perde nella notte dei tempi, viveva nel deserto per 500 anni, e che sentendosi prossimo alla morte, si costruiva un nido intrecciando erbe aromatiche, mirra e cannella, poi vi si adagiava lasciandosi bruciare dai raggi del sole. Tre giorni dopo, dalla sua cenere sarebbe risorta una Fenice che subito si recava in volo alla città di Eliopoli ad annunciare la sua resurrezione.
Lo stemma e il gonfalone sono stati concessi con il decreto del Presidente della Repubblica datato al 6 novembre del 1996.<ref name="Araldica" />.{{clear|left}}


Vi sono poi delle sirene bifide con le due code allargate fino alle spalle, in una posizione orgiastica, e figure femminili rappresentate nello stesso modo. Di natura sessuale è anche l’immagine graffita sul muro esterno di un uomo e una donna raffigurati nella posizione dell'amplesso, e due seni, forse a simboleggiare Maria Maddalena assimilata a Iside. La presenza di queste immagini riconferma che il luogo era adibito alla prostituzione, dato che la Chiesa primitiva aveva ereditato dai culti pagani la prostituzione sacra e aveva adibito le celle campanarie di alcune chiese al suo esercizio. Per cui anche in San Secondo, o in locale attiguo, si è esercitata questa pratica.
== Monumenti e luoghi di interesse ==
Sono inoltre presenti immagini cosmologiche, fra cui una rappresentazione dell’eclissi solare del 26 Gennaio 1153, e simboli che indicano diverse costellazioni, fra cui Pegaso, il serpente, i pesci e altre, in un simbolismo il cui significato si è perso nella notte dei tempi.
=== Chiesa di San Secondo nel capoluogo ===
Le conchiglie sulla facciata ricordano che il luogo era adibito al ricovero dei pellegrini diretti a Roma o in Israele.
{{Vedi anche|Chiesa di San Secondo (Cortazzone, capoluogo)}}
I “nodi celtici” invece richiamano ulteriormente l'origine celtica del luogo sacro, e indirettamente i sanguinari riti che vi praticavano i druidi. Mentre un nodo di Salomone, assieme all'albero della vita, richiama antichi culti ebraici e del cristianesimo primitivo. Di altre immagini invece il significato si perde negli albori della storia e nell'alchimia di scienze perdute.
=== Chiesa di San Secondo di Mongiglietto ===
{{Vedi anche|Chiesa di San Secondo (Cortazzone, Mongiglietto)}}
Sicuramente si tratta di uno dei più affascinanti e misteriosi edifici d'Italia.
Il primo documento che attesta l'esistenza di questo antichissimo tempio risale al 1041, ma l'edificio attuale è perlomeno antecedente l'anno mille. Sorge su un piccolo rilievo a 241 metri sopra il livello del mare il cui nome, Mongiglietto, fa comprendere che si trova su un antico luogo di culto pagano: in latino infatti poteva essere ''Mons Jovis'' (Monte di Giove) oppure ''Mons Iubili'' (Monte della Gioia) ed in questo secondo caso il luogo sarebbe stato sede di antichissimi riti orgiastici che in forma di prostituzione ecclesiasticamente controllata sono proseguiti fin oltre l'anno mille.

Dato che inoltre i luoghi di culto mantenevano la stessa localizzazione, è altrettanto probabile che precedentemente la collina fosse sacra al culto degli Dei Celti e che all'ombra delle querce si praticassero sacrifici umani. Questa tesi suggestiva, sarebbe ulteriormente rafforzata dalla immagine antropomorfa che crea il confluire delle 5 valli della zona, sicuro luogo d’incontro di popoli primitivi. Il colle della chiesa, localizzandosi proprio nella parte bassa di questa ipotetica figura umana, alluderebbe alla rilevante importanza simbolica del luogo in oggetto.

Fino al 1660 era stata al centro di Cortazzone, poi gli abitanti, per misteriose ragioni, si trasferirono sulla collina dove sorge attualmente il paese, e l’antica chiesetta rimase abbandonata, assieme al piccolo cimitero che la circondava.

L’ubicazione e l’orientamento del tempio non sono casuali; la chiesa ha un orientamento est-ovest spostato di alcuni gradi rispetto al preciso allineamento astrale che si usava all'epoca, in modo da essere perfettamente parallelo a una vena acquifera che scorre a 21 metri di profondità. Sotto il punto in cui sorge l’altare questa vena si incrocia con un'altra quasi perpendicolare che scorre sei metri più profonda, mentre una terza vena acquifera, scorrendo più superficialmente, a 14 metri di profondità, passa sotto il fonte battesimale, quindi si incrocia con la prima vena sotto un cerchio rituale che sta al centro del tempietto, e poi con la seconda, alla destra dell’altare.

Innumerevoli sono i simboli, molti dei quali dal significato arcano, forse ascrivibili all’antico e misterioso Ordine dei [[Cavalieri Templari]]. Uno di questi è la Fenice, misterioso uccello che secondo una leggenda che si perde nella notte dei tempi, viveva nel deserto per 500 anni, e che sentendosi prossimo alla morte, si costruiva un nido intrecciando erbe aromatiche, mirra e cannella, poi vi si adagiava lasciandosi bruciare dai raggi del sole. Tre giorni dopo, dalla sua cenere sarebbe risorta una Fenice che subito si recava in volo alla città di Eliopoli ad annunciare la sua resurrezione.

Vi sono poi delle sirene bifide con le due code allargate fino alle spalle, apparentemente in una posizione orgiastica, e figure femminili rappresentate nello stesso modo. Di natura probabilmente sessuale è anche l’immagine graffita sul muro esterno di un uomo e una donna, e due seni, forse a simboleggiare Maria Maddalena assimilata a Iside. Sono inoltre presenti immagini cosmologiche, fra cui una rappresentazione dell’eclissi solare del 26 gennaio 1153, e simboli che indicano diverse costellazioni, fra cui Pegaso, il serpente, i pesci e altre, in un simbolismo il cui significato si è perso nella notte dei tempi.

Le conchiglie sulla facciata ricordano che il luogo era adibito al ricovero dei pellegrini diretti a [[Roma]] oppure a [[Gerusalemme]].
I "nodi celtici" invece richiamano ulteriormente l'origine celtica del luogo sacro, e indirettamente i sanguinari riti che vi praticavano i druidi. Mentre un [[nodo di Salomone]], assieme all'[[albero della vita]], richiama antichi culti ebraici e del cristianesimo primitivo.

Di altre immagini invece il significato si perde negli albori della storia e non sono immediatamente comprensibili.


== Società ==
== Società ==
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{{ComuniAmminPrec |Nome = Simonetta Ventura |Inizio = 14 giugno 1999 |Fine = 14 giugno 2004 |Partito = [[lista civica]] |Note = <ref name=interno />}}
{{ComuniAmminPrec |Nome = Simonetta Ventura |Inizio = 14 giugno 1999 |Fine = 14 giugno 2004 |Partito = [[lista civica]] |Note = <ref name=interno />}}
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{{ComuniAmminPrecFine}}
{{ComuniAmminPrecFine}}

==Galleria d'immagini==
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File:Chiesa Romanica di San Secondo di Cortazzone.jpg|Chiesa romanica di San Secondo
File:Panorama of Cortazzone.jpg|Cortazzone visto dalla collina di Mongiglietto
File:23 La fecondità.jpg|Capitello S.Secondo di Cortazzone
File:Il confluire delle valli locali forma una figura antropomorfa.jpg|Il confluire delle valli : un incontro di popolazioni
</gallery>


== Note ==
== Note ==
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{{Portale|Piemonte}}
{{Portale|Piemonte}}


[[Categoria:Cortazzone| ]]
[[Categoria:Cortazzone| *]]
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