Michele Angelo Borio: differenze tra le versioni

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==Biografia==
==Biografia==


Nobile del Sacro Romano Impero, nato a Torino intorno al 1645 da una famiglia già di nobiltà "civica" stabilitasi in [[Niella Tanaro]], ramo dell’omonima famiglia di [[Tigliole]], [[Costigliole]] e [[Villanova d’Asti]]. Suo nonno Biaggio [[Borio]], procuratore collegiato presso il Senato di [[Torino]], si trasferì in [[Torino]] agli inizi del Seicento. Suo padre Giovan Pietro fu anch'egli procuratore collegiato e poi avvocato patrimoniale e consigliere del Principe Tommaso di [[Savoia]] [[Carignano]]. Sua sorella Isabella sposò Carlo Girolamo Fecia, primo conte di [[Cossato]]. Per atto di [[Carlo Emanuele I]] del 9 settembre 1623, confermato da [[Vittorio Amedeo I]] il 24 agosto 1633 e da [[Carlo Emanuele II]] il 23 marzo 1663, ai procuratori collegiati del Senato di Torino ed ai loro discendenti spettava anche il titolo di "nobile del Sacro Romano Impero".
Nobile del [[Sacro Romano Impero]], era nato a Torino intorno al 1645 da una famiglia di ''nobiltà civica'' di [[Niella Tanaro]], ramo delle omonime famiglie di [[Tigliole]], di [[Costigliole d'Asti]] e di [[Villanova d'Asti]]. Suo nonno, Biaggio Borio, era stato un procuratore collegiato presso il [[Senato]] di Torino dove si era trasferito agli inizi del [[Seicento]]. Procuratore collegiato era stato pure suo padre Giovan Pietro prima di diventare avvocato patrimoniale e poi consigliere del principe Tommaso di [[Savoia]] [[Carignano]]. Sua sorella Isabella aveva sposato Carlo Girolamo Fecia, primo conte di [[Cossato]]. Con un atto di [[Carlo Emanuele I]] del [[9 settembre]] [[1623]], poi confermato da [[Vittorio Amedeo I]] il [[24 agosto]] [[1633]] e da [[Carlo Emanuele II]] il [[23 marzo]] [[1663]], era stato concesso il titolo di "nobile del Sacro Romano Impero" a tutti i procuratori collegiati del Senato di Torino ed ai loro discendenti.


Per volontà del [[Principe]] Tommaso, per intercessione del Cardinale Mazzarino e tramite il marchese Villa, divenne membro della compagnia dei moschettieri di Monsieur D'Artagnan e venne ammesso alla corte di Re Luigi XIV. Il 17 aprile 1670 prese a prestito dai banchieri Quaglia (suo cognato) e Tonso lire 2126 per equipaggiarsi a seguito del suo reclutamento. Nel novembre 1669 aveva già preso a prestito lire 146 per acquistare un sontuoso abito da lutto per la morte di Enrichetta Maria di Francia, sorella di Madama Cristina e vedova di Carlo I [[Stuard]].
Per volontà del principe Tommaso e per intercessione del [[cardinal Mazzarino]] attraverso il marchese Villa, Michele Angelo Borio divenne un membro della ''Compagnia dei Mousquetaires du Roi'' di D'Artagnan e fu ammesso alla corte del re [[Luigi XIV]]. Dopo essere stato reclutato, il 17 aprile 1670 prese a prestito dai banchieri Tonso e Quaglia (un suo cognato), 2126 lire per equipaggiarsi adeguatamente. Già nel novembre 1669 si era fatto prestare 146 lire per acquistare un sontuoso abito adatto ai funerali di [[Enrichetta Maria di Borbone-Francia]], vedova di [[Carlo I d'Inghilterra]].


Divenne poi Luogotenente della Guardia Reale del Duca di Savoia. Nel 1712 risulta ancora Luogotenente comandante della Guardia della Porta di Sua Maestà. Sposa Angela Vittoria Berghesio. Muore intorno al 1728.
Divenne poi luogotenente della Guardia Reale del [[Duca di Savoia]]. Nel 1712 risulta ancora luogotenente comandante della ''Guardia della Porta di Sua Maestà''. Sposa Angela Vittoria Berghesio. Muore intorno al 1728.


==Fonti Archivistiche==
==Fonti archivistiche==
* Archivio di Stato di Torino, Insinuazioni Torino, 1670, reg. VII, f. 529 ed altri atti sino all’anno 1728 (Testamento L. 3/1728/carta 665 retro).
* Archivio di Stato di Torino, Insinuazioni Torino, 1670, reg. VII, f. 529 ed altri atti sino all’anno 1728 (Testamento L. 3/1728/carta 665 retro).


==Bibliografia==
==Bibliografia==
* Storia di Torino, vol. IV, Uomini e poteri nella Torino barocca (1630-1675), pp. 96-98, a cura di G. Ricuperati, Einaudi, Torino 2002
* ''Storia di Torino'', vol. IV, Uomini e poteri nella Torino barocca (1630-1675), pp. 96-98, a cura di G. Ricuperati, Einaudi, Torino (2002)


* I consegnamenti d'arme piemontesi, VIVANT Torino 2000
* ''I consegnamenti d'arme piemontesi'', Vivant, Torino (2000)

Versione delle 19:39, 3 dic 2010

Michele Angelo Borio (Torino, 16451728) è stato uno dei pochi militari piemontesi a far parte dei Mousquetaires du Roi comandati da D’Artagnan.

Biografia

Nobile del Sacro Romano Impero, era nato a Torino intorno al 1645 da una famiglia di nobiltà civica di Niella Tanaro, ramo delle omonime famiglie di Tigliole, di Costigliole d'Asti e di Villanova d'Asti. Suo nonno, Biaggio Borio, era stato un procuratore collegiato presso il Senato di Torino dove si era trasferito agli inizi del Seicento. Procuratore collegiato era stato pure suo padre Giovan Pietro prima di diventare avvocato patrimoniale e poi consigliere del principe Tommaso di Savoia Carignano. Sua sorella Isabella aveva sposato Carlo Girolamo Fecia, primo conte di Cossato. Con un atto di Carlo Emanuele I del 9 settembre 1623, poi confermato da Vittorio Amedeo I il 24 agosto 1633 e da Carlo Emanuele II il 23 marzo 1663, era stato concesso il titolo di "nobile del Sacro Romano Impero" a tutti i procuratori collegiati del Senato di Torino ed ai loro discendenti.

Per volontà del principe Tommaso e per intercessione del cardinal Mazzarino attraverso il marchese Villa, Michele Angelo Borio divenne un membro della Compagnia dei Mousquetaires du Roi di D'Artagnan e fu ammesso alla corte del re Luigi XIV. Dopo essere stato reclutato, il 17 aprile 1670 prese a prestito dai banchieri Tonso e Quaglia (un suo cognato), 2126 lire per equipaggiarsi adeguatamente. Già nel novembre 1669 si era fatto prestare 146 lire per acquistare un sontuoso abito adatto ai funerali di Enrichetta Maria di Borbone-Francia, vedova di Carlo I d'Inghilterra.

Divenne poi luogotenente della Guardia Reale del Duca di Savoia. Nel 1712 risulta ancora luogotenente comandante della Guardia della Porta di Sua Maestà. Sposa Angela Vittoria Berghesio. Muore intorno al 1728.

Fonti archivistiche

  • Archivio di Stato di Torino, Insinuazioni Torino, 1670, reg. VII, f. 529 ed altri atti sino all’anno 1728 (Testamento L. 3/1728/carta 665 retro).

Bibliografia

  • Storia di Torino, vol. IV, Uomini e poteri nella Torino barocca (1630-1675), pp. 96-98, a cura di G. Ricuperati, Einaudi, Torino (2002)
  • I consegnamenti d'arme piemontesi, Vivant, Torino (2000)