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Carmina (Catullo)/16

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Indice del libro


(LA)
« 

Pedicabo ego vos et irrumabo,
Aureli pathice[1]et cinaede[2]Furi,
Qui me ex versiculis meis putastis,
Quod sunt molliculi, parum pudicum [3].
Nam castum esse decet pium poetam
Ipsum, uersiculos nihil necesse est,
Qui tum denique habent salem ac leporem [4],
Si sunt molliculi ac parum pudici
Et quod pruriat incitare possunt,
Non dico pueris, sed his pilosis,
Qui duros nequeunt mouere lumbos.
Vos quod milia multa basiorum
Legistis, male me marem putatis?
Pedicabo ego vos et irrumabo.

 »
(IT)
« 

Ve lo metterò nel culo e in bocca,
Aurelio il frocio e Furio il pederasta,
Che dai miei versetti avete desunto,
Per il fatto che sono languiducci, che io sia poco casto.
La verità è che occorre sia casto il pio poeta
Personalmente, ma non è necessario per niente che lo siano i versetti,
Che allora, in definitiva, hanno arguzia e grazia,
Seppur siano languidetti e poco casti,
E possano stimolare i pruriti,
Non dico ai ragazzini, ma a questi villosi
Che non ce la fanno a muovere i lombi anchilosati.
Voi, per il solo fatto che avete letto
Di molte migliaia di baci, avete reputato che io non sia maschio come si deve?
Ve lo metterò in culo e in bocca.

 »
(Fonte: → Wikisource )

Note al testo

  1. pathicus: chi in un rapporto sessuale è passivo
  2. chinaedus: significa ballerino, danzatore. Usato in senso spregiativo per riferirsi a una persona omosessuale
  3. pudicitia: insieme di decoro e di decenza; è la virtù di chi si sa addattare al contesto e al proprio status
  4. il sal (estro, arguzia) e il lepus (gusto) sono caratteristiche fondamentali per la poesia neoterica

Analisi stilistica

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Questo Carme è tra i più famosi scritti da Catullo, soprattutto per il concentrato di oscenità. La poesia ha struttura circolare inizia e termina con una feroce minaccia nei confronti di Furio e Aurelio. È scritta in modo classico ma allo stesso tempo il ritmo, che è irregolare, dà dinamicità all'opera. Catullo usa la metafora degli attributi nel suo linguaggio duro e forte, in modo tale da far capire ai due avversari che possiede le capacità di sapersela cavare da uomo duro, anche se nei suoi testi lui è sentimentale, e non come ribadiscono Furio e Aurelio, che lo deridono per i suoi versi descrivendoli "languiducci" e non degni di un uomo. Per difendersi, Catullo a sua volta tratta i suoi avversari come flebili femminucce attaccandoli verbalmente. Adotta dunque modi schietti e pungenti, che fanno trasparire la rabbia vendicativa; il linguaggio e le espressioni usate mirano a colpire l'orgoglio dei due nemici (sentimento altamente rispettato al tempo dei romani), in questo modo Catullo distrugge dapprima la loro anima e, successivamente, la loro virilità, colpendo così la parte più intoccabile degli stessi.

Sintesi della poesia

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Qui il poeta esprime tutta la sua rabbia contro Aurelio e Furio colpevoli di averlo criticato di essere stato poco virile per aver scritto poesie in cui si parla di “innumerevoli baci”. A parte la volgarità del lessico in questo Carme, Catullo evidenzia come la concezione dell’omosessualità passiva da parte dei latini, vissuta come un oltraggio e una perdita di virilità, infatti nei versi vi sono chiare minacce rivolte ai suoi avversari per annientarli moralmente, privandoli della virilità.

La poesia si apre e si chiude con lo stesso verso ed inoltre il poeta difende il suo modo di scrivere e il suo stile affermando che la sua poesia esprime grazia e raffinatezza

Il messaggio

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La poesia ha lo scopo di arrivare a Aurelio e Furio, che lo accusarono di mollezza e poca virilità solo per aver letto una sua poesia, per fargli capire che ha l'intenzione di distruggerli. La poesia ha anche lo scopo di difendere il suo modo di scrivere, giustificandosi dicendo che le sue poesie hanno grazia e raffinatezza.