Actions

Work Header

The seduction of detective Mickey Milkovich

Summary:

Ian's evening takes a turn more interesting than usual when he comes face to face with Detective of GIU, a Chicago secret service, Mickey Milkovich. Will the redhead be able to impress the grumpy investigator?
——————————————————
La serata di Ian prende una piega più interessante del solito quando si trova faccia a faccia con il detective Mickey Milkovich della GIU, servizio segreto di Chicago. Riuscirà il rosso a fare colpo sullo scontroso investigatore?

Notes:

(See the end of the work for notes.)

Work Text:

La luci vivaci riflettono in ogni direzione manifestando un meraviglioso gioco di colori, illuminando il se non altro oscuro ambiente. Il ritmo della musica risuona feroce nel locale, tappando quasi totalmente il chiacchiericcio della gente.

La pelle delle persone scivola al contatto con se stessa, brillando di un sottile strato di sudore, causato dalla serata di balli sfrenati sulla grande pista; oppure nel caso di Ian al di sopra di loschi uomini fin troppo eccitati.

L’uomo che sta intrattenendo in questo momento sembra incapace di tenere le sue mani rugose lontane dal bacino roteante del ballerino, il quale ha preso la libertà di dare la schiena al cliente. L’umiliazione e già abbastanza senza dover guardare negli occhi il vecchio viscido.

“E la prima volta che ti vedo qui” la sua voce graffiante potrebbe anche avere una parvenza stuzzicante se non fosse per l’alito, umido sul collo del rosso.

“Probabilmente non hai cercato abbastanza” le risposte gli vengono quasi spontaneamente, il tono pimpante è abbastanza caricaturale, sì, ma in una piccola parta del suo cervello è come se Ian stesse inconsciamente rispondendo con la verità.

Magari non si sta strusciando su dei pantaloni taglio a capri che falliscono nel riportare ai bei vecchi tempi, magari si sta semplicemente appoggiando sulle gambe possenti di un bel giovane. Ciglia lunghe, un sorriso simpatico, capelli arruffati al punto giusto, forse una barbetta sexy?

“Ti assicuro che una faccia cosi non me la dimentico facilmente, figuriamoci insieme a un sedere stretto come il tuo!”

In effetti è solo per il meglio che i clienti lo assistono il più possibile nel mantenere la personalità professionale.

“Senti qua, nella tasca interna del mio cardigan ho ben due caramelline. Cosa ne dici se andiamo nel mio appartamento e ci godiamo la serata?”

La posizione attuale risulta molto utile per sbuffare alle avance imbarazzanti senza ripercussioni immediate, ma purtroppo per questa parte si deve per forza girare dall’altro lato.

Dopo essersi alzato e riseduto velocemente, facendo incontrare le sue mani dietro la nuca del vecchio e avvicinando il suo viso al cliente, Ian propone la sua espressione distintiva, collaudata fino alla quasi certa efficacia.

“Oh, il mio capo dice che non dobbiamo fare la vita con i clienti del locale… se non fosse per quello accetterei, davvero” la vocina candida e tremante ha il suo effetto ma ciò che riesce sempre a chiudere l’affare è il piccolo broncio, in pochi sono in grado di resisterlo.

Con queste ultime parole sembra che all’anziano si illuminino improvvisamente gli occhi scavati dalla vecchiaia. Le mani si spostano non inosservate dalla vita stretta del ragazzo, per avvicinarsi pericolosamente alla zona intima, impacchettata con auto-consapevolezza nell’uniforme fulgida.

“Tu non sei costretto a dire niente al tuo capo” il suo sorriso minaccioso si allarga sempre di più mentre retrae le mani, con il solo intento di frugare nel suo taschino in cerca delle pasticche, ovviamente.

Nell’esatto momento in cui le trova lo sguardo vitreo si rabbuia, e con allenata manualità ne pone attentamente una sul palato del ballerino. Ian mantiene il contatto visivo facendosi imboccare calmamente dallo sconosciuto, preme strettamente le labbra carnose l’una contro l’altra, il cuore non manca di un battito mentre le luci si offuscano per giusto qualche secondo.

Tutto d’un tratto la musica viene fermata e l’agitazione della gente si fa notare sia con il completo cambio di atmosfera che con lo scombussolamento dell’intero club. Tutti quelli che si stavano divertendo intorno alle poltroncine di pelle del prive si alzano per lasciar fare la loro entrata a cinque uomini, armati e in divisa.

Il primo a parlare è un uomo sulla ventina di media statura, con capelli neri come la pece e occhi limpidi ma dall’aria seria. Mentre si avvicina a Ian e l’anziano afferma con tono forte e chiaro: “Questa è l’unità investigativa globale, sei appena stato arrestato per tratta di esseri umani criminalizzata allo scopo di sfruttamento sessuale, e possesso e distribuzione di droghe”

Immediatamente costui tenta di allontanarsi dagli ufficiali, cosa che gli viene alquanto semplice dato che Ian gli e già saltato da sopra le gambe per lasciare spazio all’arresto.

Con occhi spalancati e sopracciglia al livello dell’attaccatura dei capelli si muove erratico tra gli agenti, cercando inutilmente di non farsi agguantare da nessuno.

“Io non ho fatto nulla di male! Ci volevamo solo divertire, non è vero Curtis?” con tono disperato cerca di giustificare le proprie azioni davanti alla calca che si è ormai formata intorno a loro.

Quando cerca l’approvazione del ballerino ha lo sconcerto di scoprire che “Curtis” si è messo da parte e sta rovistando, accovacciato, in uno dei borsoni degli ufficiali, con pacata indifferenza.

Nel frattempo altri due uomini in delle tenute da poliziotti, differenti rispetto al primo che ha soltanto un gilet protettivo blu, accerchiano il criminale.

Quello più alto lo immobilizza tenendogli le braccia ferme dietro alla schiena mentre l’altro lo ammanetta dicendo impassibilmente:

“Hai il diritto di rimanere in silenzio. Tutto ciò che dici può e sarà usato contro di te in tribunale. Hai diritto a un avvocato. Se non puoi permetterti un avvocato, ne verrà fornito uno per te. Capisci i diritti che ti ho appena letto?”

Dopo aver perso l’abilità di usare gli arti superiori sembra che al vecchio sia anche svanita la combattività, appare anzi rassegnato all’idea di passare la notte in maniera molto diversa da come l’aveva originariamente pianificata.

“Ma insomma a che serve mentire! Okay, va bene, mi sono portato qualche regalino da casa! Ma da quando in qua non si può neanche usufruire di un servizio offerto da un giovane allettante e modesto? PAGANDO, voglio sottolineare!”

I suoi sbraiti isterici non sembrano turbare minimamente gli uomini in divisa, i quali continuano indaffarati scrivendo su blocchetti di carta o parlando attraverso i loro ricetrasmittenti.

“Non so te nonno, ma io di solito ai primi appuntamenti preferisco evitare i sedativi. Magari la prossima volta puoi optare per una cenetta da Lou’s, sai, con qualcuno che non potrebbe essere il tuo fottutissimo pronipote?”

Il primo agente, quello con i capelli scuri ha smesso di prendere appunti sul caso per confrontare l’anziano, con occhi sbarrati e la bocca corrugata in un espressione inorridita.

L’agente viene interrotto prima di poter insultare ulteriormente il criminale dal suo collega, il quale con una pacca sulla spalla richiama l’attenzione del gruppo a se’ per annunciare:

“Perfetto, la procedura è finita ragazzi, buon lavoro. Tony, ci pensano i tuoi a portarlo in questura, giusto?”

Il poliziotto in questione si gira verso di lui e con un sorriso bonario ma abbastanza sciocco risponde tranquillamente “Risposta affermativa Martinez, tu e Mickey andate a riposarvi, sono certo che ne avete davvero bisogno”

“Parla per te Markovich, noi lavoriamo anche senza imbottirci la faccia di ciambelle farcite ogni quarto d’ora” l’ufficiale Mickey ribatte rapidamente, noncurante del proprio tono scurrile.

La conversazione tra agenti viene subito fermata da Ian, il quale si è avvicinato al gruppo silenziosamente, senza degnare neanche di uno sguardo il criminale escortato di forza proprio davanti a lui.

Pare quasi che non l’abbia mai visto in vita sua. L’attenzione degli agenti viene rapita dal giovane ragazzo, la cui figura sembra riflettere di luce propria per quanto è pallida. Con grandi iridi verdi cerca il riconoscimento dei due superiori, prima di dire:

“Vi ho imbustato la pasticca, credo che sia del Rohypnol” sul suo volto lentigginoso sembra non sia presente alcuna emozione, mentre consegna la busta trasparente all’agente Martinez, che la ripone con professionalità nel kit parafernalico.

L’agente Mickey comincia a considerare l’opzione che il ragazzo sia semplicemente un qualche tipo di robot, addetto è specializzato nella seduzione di luridi pedofili.

Nonostante anche lui sia stupito dalla sua freddezza, Martinez dice “Grazie mille Ian, lo riporteremo tempestivamente al laboratorio. Ah e lavoro eccellente oggi, mi assicurerò di farlo notare al tuo capo!”

Un accenno di sorriso viene strappato dal volto di ghiaccio, accompagnato da uno scintillio dei suoi occhi, che si fanno piccoli contro le tenere guance. Il che da l’impressione di essere più adeguato alla poca serietà che sprigiona la sua parvenza. E’ ancora “vestito” da danzatore esotico, il che lo fa però sembrare piuttosto fuori luogo tra gli ufficiali. Pare però che il rosso sia completamente a suo agio, nonostante la pelle chiara sia coperta da un misero paio di pantaloncini inguinali, decisamente due taglie troppo piccoli.

A Mickey invece da alquanto fastidio, non perche il suo sguardo continua a cascare involontariamente sul torso florido di Ian, muscoloso ma allo stesso tempo snello. La ragione è che starà sicuramente fingendo di non rabbrividire, come fa a star bene, praticamente mezzo nudo?

Mickey è un gentiluomo dopo tutto, nonostante molti ignorino il fatto. Per questo motivo si toglie la giacca pesante e imbottita e la pone con delicatezza sulle spalle scoperte dell’altro. “Tieni amico”

Il viso dell’altro si dipinge finalmente di qualche emozione, osserva dunque l’agente dopo un attimo di sorpresa per il gesto gentile, e risponde raggiante.

“La ringrazio, agente…?” chiede con un sorrisino cercando il responso negli occhi azzurri del collega e inclinando la testa rossa da un lato. È pur sempre la sua espressione distintiva, perché non usufruirne a suo piacimento?

Mickey non si scompone e prende la palla al balzo per guardare bene l’altro ufficiale con interesse e curiosità. “Detective Mickey Milkovich, distretto MDT, mentre lei sarebbe?” “Wow, un detective eh?” il sorriso si trasforma in un vero e proprio ghigno di approvazione, accompagnato da un chiaro mutamente della voce, adesso civettuola.

Sembra che l’alto grado di Mickey lo stia rendendo ancora più espansivo. “Piacere, agente base Ian Gallagher, anche se dal mio travestimento al momento ci si potrebbe fare un’altra idea”

Lo sguardo seducente puntato sul collega, il quale lo ricambia con altrettanta audacia, non sfuggono per niente all’imbarazzato investigatore Martinez, che si trova per sua sfortuna al centro di un bel po’ di tensione repressa.

“Bhe, direi che io e Mickey siamo pronti per tornare in GIU ora che la missione è bella che completata, non è vero Mickey?”

L’ufficiale lo squadra severamente, tentando di sviarlo dalla distrazione fatta a persona, e magari fargli sbattere qualche volta le ciglia, se possibile.

Mickey non è per niente entusiasta all’idea di concludere la serata, ma per sua felicità Ian non sembra ancora soddisfatto pienamente della sua prestazione.

“È ora anche per me di andare, signori. È stato un piacere collaborare con voi” afferma compiaciuto guardando i detective, per poi riservare un occhiolino solamente a Mickey, a cui da poi in mano la giacca prestata.

Prima che gli altri due possano aprire bocca si gira scenicamente e comincia a camminare nel lato opposto, verso i camerini del locale notturno.

Non si trattiene dall’ancheggiare spudoratamente, mettendo in mostra il lungo e elegante dorso, il fondoschiena pieno e provocante. Dalle spalle larghe fino alle gambe allenate, il fisico slanciato e il taglio di capelli curato ma che fa venire voglia di scompigliarlo e tirarlo: Ian Gallagher è irresistibile.

Così Mickey, dopo aver dato un occhiatina o due -non è mica un imbecille cristo santo!- si gira lentamente verso l’amico collega con un espressione non impressionata e un sopracciglio alzato.

“Eccoti presentato Ian Gallagher” L’investigatore Martinez è già sul punto di scoppiare a ridere quando riconosce le emozioni contrastanti di Mickey, il quale non è sicuro se possa o no pensare all’agente base in quella maniera.

“È arrivato qui in GIU appena tre mesi fa, diciamo che è ancora in quella fase in cui accetterebbe anche la missione ‘infiltrazione in un camion della spazzatura’ se gli venisse assegnata”

Mickey lo osserva per qualche secondo, cercando di capire appieno le parole dell’amico riguardo l’agente nuovo di zecca, nonché bomba sexy a tutti gli effetti, Ian Gallagher.

“È consapevole di aver appena messo dietro le sbarre un cazzo di cristiano?” decide infine di domandare all’altro.

Martinez ci ragiona su per un pochino, arrivando in conclusione alla risposta: “Non ci conterei al 100%”

Notes:

È la prima volta che pubblico su ao3, quindi mi scuso se fa schifo. Inoltre non ho un beta reader quindi spero non ci siano errori, in caso sono apertissima a consigli e dritte generali.
Ho letto tantissime storie sulla Gallavich ma non ho mai contribuito perché non avevo idee interessanti. Ho pensato a questa storia perché ho notato che praticamente nessuno ha esplorato “l’universo di agenti segreti”, quindi mi sentivo in dovere di contribuire in qualche modo.
Ho lasciato il finale abbastanza aperto in caso qualcuno sia interessato ad andare avanti con questa fantasia, ma personalmente non credo che io lo farò.
Credo che lascerò questa storia come un breve one-shot sperimentativo, può darsi che io la traduca in inglese ma pensavo fosse giusto dare il primo assaggio ai fan italiani di shameless, ce lo meritiamo.