Il ddl Sicurezza, dopo un inizio d'anno ricco di proposte per la tutela delle forze dell'ordine, sembra essere stato dimenticato dalla politica italiana. Il governo Meloni è impegnato a portare a compimento alcune delle grandi riforme promesse nel 2022 e il centrodestra dovrà cercare di lavorare anche in vista delle prossime elezioni regionali.
Ribattezzato "decreto Ungheria" dall'opposizione, il ddl Sicurezza è un pacchetto di leggi ancora in attesa di essere approvato dal Senato. Il passaggio per Palazzo Madama è stato rallentato a causa delle revisioni del testo; a settembre 2024, il testo era arrivato alla Camera dei deputati incassando 162 voti favorevoli e 91 contrari.
Negli scorsi mesi, diverse forze politiche hanno spinto affinché il testo del ddl Sicurezza venisse approvato anche dal Senato ed entrasse in vigore senza ulteriori modifiche. In prima linea c'è la Lega di Matteo Salvini e il partito di governo, Fratelli d'Italia. Entro il 20 marzo 2025, il ddl potrebbe ricevere l'ok del Senato, ma nel corso della votazione non si escludono ulteriori proteste.
Approvato alla Camera dei deputati lo scorso 18 settembre, il pacchetto di leggi promosso dal governo Meloni ha avuto un iter molto complicato ed è ancora in attesa dell'ok del Senato. Nel frattempo, il ddl Sicurezza è all'esame della commissione Affari e Giustizia di Palazzo Madama. Ancora tanti i dubbi in merito ad alcune norme previste all'interno del ddl 1236, tra tutte il divieto di vendita di SIM telefoniche agli immigrati senza permesso di soggiorno e la questione relativa agli emendamenti sull'articolo 31.
I dubbi sul ddl Sicurezza erano stati già avanzati dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella che, dopo l'approvazione della Camera dei deputati lo scorso settembre, aveva fatto cinque rilievi.
Non si esclude che il ddl 1236 approdi in Senato nel breve periodo. Lo scorso gennaio, dopo un'assemblea da parte della Rete contraria al pacchetto di misure voluto dal governo Meloni, è emerso che il ddl Sicurezza potrebbe essere votato da Palazzo Madama nel mese di marzo. Ad oggi però non esiste una data sul possibile voto ma solo ipotesi.
Una delle più accreditate è stata avanzata nella giornata di ieri da parte dell'agenzia di stampa PublicPolicy, secondo cui il ddl potrebbe essere votato intorno al prossimo 20 marzo. Se dovesse essere confermata questa voce, passerebbero esattamente sei mesi tra la data di approvazione alla Camera e quella di voto al Senato: un iter molto lungo per un disegno di legge che presenta non poche criticità.
Non sono mancate proteste da parte dei cittadini, dell'opposizione e delle realtà sociali e sindacali contro il ddl Sicurezza. Lo scorso novembre si è costituita una rete di associazioni contraria alle misure proposte dal governo Meloni e il 14 dicembre 2024 c'è stata un'imponente manifestazione per esprimere il dissenso contro il ddl 1236.
Dopo il corteo capitolino di dicembre, la questione relativa al decreto Ungheria è passata in secondo ordine. A febbraio, si sono tenuti - dopo l'intervento al Parlamento europeo della Rete No Ddl Sicurezza - diverse manifestazioni in tutta Italia. Il tema del ddl 1236 è stato riproposto anche nel corso del corteo di Non Una di Meno di Roma dello scorso 8 marzo.
Cosa viene contestato al disegno di legge? Le misure troppo stringenti sulla libertà di manifestare il proprio dissenso bloccando le stazioni, quelle sull'occupazione abusiva di immobili - questione riemersa dopo il maxi blitz al Quarticciolo, a Roma, della scorsa settimana - e il trattamento riservato agli immigrati senza permesso di soggiorno e a chi viene coinvolto in rivolte carcerarie.