RIFLESSI DI ROMANITÀ IN GRECIA: LE ABITAZIONI E L'ARTE DEL GIARDINO
PAOLO BONINI
Abstract
While thè Greek house in Classiceli and Hellenistic times refuses thè garden as centrai element and arranges thè domestic space round a paved court, thè Roman house showsfrom its origin a special link with thè green. This different attitude goes onfor centuries, because thè richest residences in thè western empire often plani luxuriant gardens which,
on thè contrary, are very uncommon in thè hellenized provinces. This work purposes to point out thè 18 private gardens discovered in Roman Greece (especially at Patras): they express a Roman taste, probably introduced by thè colonists, as comparisons in Italy, Gaul and Hispania prove. The examples discussed represent a prominent exception in thè
Greek context, where thè garden is afleeting reflection o/Rome which can't take root.
Narra Plinio il giovane che un tempo ad Atene
fu posta in vendita una grande casa a prezzo conveniente, ma nessun compratore si faceva avanti
per acquistarla poiché era infestata da un fantasma
che ogni notte terrorizzava gli inquilini. Fu il filosofo Atenodoro ad approfittare dell'offerta e liberare la dimora dalla spaventosa apparizione: affrontandolo infatti con animo sereno, anziché fuggire,
il filosofo comprese che lo spettro intendeva soltanto reclamare dai vivi una regolare sepoltura,
conducendoli nella corte dove giacevano sotto terra le sue spoglie mortali dimenticate da tutti1.
Poco importa che Plinio volesse porre il suo
racconto fantasioso fuori dal tempo oppure riferirlo al periodo fra II e I secolo a.C, quando vissero i
due Atenodoro filosofi stoici storicamente documentati. È interessante invece che l'episodio centrale della vicenda si svolga nell'area scoperta della casa e che il protagonista, per ricordarsi con
esattezza il punto in cui scavare una volta fatto
giorno, abbia strappato erba e foglie che evidentemente aveva a portata di mano2. La casa sembrerebbe quindi organizzare i suoi spazi attorno a una
corte tenuta a giardino, non diversamente dalle
molte dimore romane scoperte in Italia o nelle province occidentali, che rappresentavano agli occhi
di Plinio uno scenario domestico credibile anche
per Atene.
La tradizione greca e il giardino romano
L'archeologia ha in effetti mostrato che fin dall'età classica il giardino non è sconosciuto alla tradizione costruttiva greca. Il suburbio, in particolare, è un'area naturalmente vocata allo sviluppo del
verde e destinata in primo luogo all'orticoltura,
per la produzione di frutta e verdura necessarie al
sostentamento. A breve distanza dalla città, inoltre,
si trovano spesso grandi aree boschive, ora più ora
meno alterate dalla mano dell'uomo, le quali soprattutto dal IV secolo a.C. assumono un aspetto
sempre più ornamentale e includono piante, aiole,
sentieri per passeggiate e monumenti architettonici: è il caso, ad esempio, dei più antichi ginnasi di
Atene (Accademia, Liceo e Cinosarge), costruiti
nelle immediate adiacenze di antichi luoghi di culto3.
All'interno della cortina muraria, tuttavia, la
città greca è troppo densamente edificata per concedere vasti spazi vuoti: il verde è estremamente
limitato ed appartiene in prevalenza alla sfera
PLIN., epist., VII, 27, 4-11.
PUR, epist., VII, 27, 10: Ibat illa (sdì. effigies) lento gradu, quasi gravis vinculis; postquam deflexit in aream domus repente dilapsa deserti comitem. Desertus herbas et/olia concerpta signum loco ponti. - "(Lo spettro) avanzava a passo lento, come gravato dalle catene; dopo aver svoltato nel cortile della casa abbandona il suo compagno scomparendo all'improvviso. Lasciato solo, egli pone
come segno sul luogo preciso erba e foglie strappate".
3 MARTIN 1974, pp. 248-251; CARROLL-SPILLECKE 1989, pp. 29-31; CARROLL-SPILLECKE 1992b, pp. 161-163; CARROLL 2003, pp. 10-11 e pp.
50-52; ÉTIENNE 2004, pp. 135-138.
1
2
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pubblica, risolvendosi nella forma di un parco che
funge da tessuto connettivo fra gli immobili, come
nell'agorà di Atene4, oppure li abbraccia dall'esterno, come intorno al tempio di Efesto nella stessa Atene5 o in altri santuari di Corinto, Nemea e
Rodi6.
Nonostante qualche sporadica menzione epigrafica o letteraria7, sono ancora assenti chiare evidenze archeologiche di giardini privati urbani.
Nella Grecia propria e in ambito coloniale le case
si organizzano attorno a un'area scoperta di norma
pavimentata8 e anche a Kallipoli, in Etolia, il preteso (e unico) rinvenimento d'impronte lasciate da
apparati radicali nella corte della Casa IV9 è stato
criticato per il contesto stratigrafico poco affidabile10. Allo stato attuale delle conoscenze, il giardino
sembra un elemento sostanzialmente estraneo alla
cultura abitativa greca urbana sia in età classica sia
in età ellenistica.
L'inserimento del verde nel cuore della dimora
è invece espressione di un gusto tipicamente romano, retaggio della mentalità tradizionale e dello
stretto rapporto che fin dall'alta repubblica lega la
domus al retrostante hortus, dal carattere in prevalenza produttivo11. Non desta quindi meraviglia
che fin dal II secolo a.C. l'edilizia abitativa italica,
nell'adottare il peristilio, ne trasformi l'area scoperta in un lussureggiante giardino.
Eppure nel mondo romano il giardino ornamentale privato è in genere percepito come un elemento "alla greca", forse perché i modelli imitati
sono effettivamente greci, sebbene non possano dipendere, come si è detto, dall'architettura residenziale urbana. Non c'è ancora accordo fra gli studiosi in merito a quale suggestione abbia agito in tal
[RdA 30
senso: si contrappongono due differenti teorie, entrambe supportate da valide osservazioni.
Poiché il peristìlio a giardino compare in Italia
nel contesto in cui la "luxuria asiatica" va permeando le residenze signorili, la prima teoria ne ricerca
l'origine nelle regge dinastiche, il cui fasto rappresenta per i ceti dirigenti romani della tarda repubblica un fondamentale paradigma di riferimento.
Non è possibile tuttavia evocare il paradeisos orientale, tanto celebrato dalle fonti letterarie, poiché
quest'ultimo è un vasto parco alberato che circonda il palazzo e integra diversi padiglioni in un unico complesso, come nella reggia tolemaica di Alessandria12. Il modello che agì sulla casa romana dovrebbe piuttosto corrispondere a un giardino chiuso e circondato da portici, la cui esistenza nei palazzi ellenistici è stata talora negata13 poiché nulla
del genere compare in quelli meglio noti di area
macedone14. Nel Nord della Siria, tuttavia, il palazzo di Jebel Khalid sul fiume Eufrate, recentemente scavato e datato al tardo III secolo a.C., possiede un peristilio lastricato sul cui perimetro corre
un'insolita trincea, colma di terra, interpretabile
come aiolà15: il legame tra il peristilio e la vegetazione non può dunque considerarsi del tutto estraneo all'architettura dinastica, almeno a quella seleucide.
Una seconda teoria, basandosi invece su strette analogie tipologiche e dimensionali, ritiene che
la fonte d'ispirazione per l'inserimento del peristilio a giardino nella dimora romana vada riconosciuta nel ginnasio della polis classica16, come in taluni casi suggeriscono anche l'arredo scultoreo e la
nomenclatura ellenizzante, tanto carica di suggestioni, attribuita alle diverse parti17.
CARROLL-SPILLECKE 1989, pp. 31-33; CARROLL-SPILLECKE 1992a, p. 87; CARROLL 2003, pp. 54-55.
BURR THOMPSON 1937.
6 CARROLL-SPILLECKE 1992a, p. 86; CARROLL-SPILLECKE 1992b, p. 163.
7 Esaustivamente registrata in CARROLL-SPILLECKE 1989, pp. 89-94; si veda anche CARROLL 2003, pp. 29-30.
8 BURR THOMPSON 1951, pp. 41-42; GRIMAL 1969, pp. 204-206; CARROLL-SPILLECKE 1989, pp. 18-23 e pp. 50-52; FARRAR 1998, p. 6; WALTER KARYDI 1998, p. 11.
9 THEMELIS 1979, pp. 260-262.
10 CARROLL-SPILLECKE 1989, pp. 49-51.
11 GRIMAL 1969, pp. 41-61; CARROLL-SPILLECKE 1989, p. 63; GULLINI 1991, p. 518; PURCELL 1996, pp. 121-122; FARRAR 1998, pp. 12-26;
CARROLL 2003, p. 31.
12 SONNE 1996, pp. 139-141; NIELSEN 2001, pp. 165-167.
13 CARROLL-SPILLECKE 1989, pp. 51-54; CARROLL-SPILLECKE 1992, p. 94.
14 Le cui corti sono lastricate: LAUTER 1986, pp. 154-155; SIGANIDOU 1996, pp. 144-147. In favore invece di una soluzione a giardino: SONNE 1996, pp. 141-142; NIELSEN 2001, p. 178. Non si sbilancia FARRAR 1998, pp. 8-9.
15 CLARKE 2001, pp. 217-218; NIELSEN 2001, p. 177.
16 Un'intuizione di P. Grimal (GRIMAL 1969, p. 79) ripresa e documentata da J. A. Dickmann (DICKMANN 1997). Si veda anche
CARROLL 2003, pp. 52-53.
17 GRIMAL 1969, pp. 245-271; CARROLL-SPILLECKE 1989, pp. 63-65; ZANKER 1993, pp. 154-155; FARRAR 1998, pp. 97-129; BOWE 2004, pp. 34-41.
4
5
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Qualunque sia lo spunto iniziale, dalla reggia
dinastica o dal ginnasio della polis, il rapporto probabilmente non è diretto, bensì mediato dalla villa,
ossia la residenza di campagna in cui i progettisti
romani integrano scenograficamente architettura e
natura per offrire alle aristocrazie una cornice lussuosa e adeguata a un ideale di vita serena e libera
dai gravosi impegni cittadini18.
La diffusione della villa d'ozio come paradigma di vita condotta nel lusso rientra in un fenomeno di vasta portata e molteplici significati che investe la società italica tardorepubblicana: la crescente ellenizzazione del ceto dominante, il quale
non si limita a un mero accoglimento d'usi stranieri, ma rielabora e contamina sempre i modelli piegandoli ai propri fini e adeguandoli alla propria
mentalità19. La forte competizione e la relativa mobilità sociale del mondo romano fanno sì che ben
presto lo stile di vita dell'elite divenga un ideale
vagheggiato da strati più ampi della popolazione e
in tal modo anche le case di famiglie benestanti,
ma non di vertice, assumano alcuni elementi in
grado di creare almeno una parvenza di rango privilegiato e suggerire un alto livello culturale: il peristilio tenuto a giardino e decorato da statue svolge un ruolo primario in questo senso20.
Nella società romana il verde interno alla dimora diviene parte integrante dello stile abitativo
delle classi medie e alte, che fanno del consumo di
spazio e degli stimoli associativi offerti all'ospite
tramite il decoro un vero simbolo di status, una
forma di autorappresentazione che si fonda, come
le altre, su una ricchezza largamente ostentata.
/ giardini privati nella Grecia imperiale
Numerosi esempi di case con giardini al centro del peristilio sono stati riportati in luce a Pom-
95
pei21, nelle province europee22 e in Africa23, ma ben
di rado se ne rinvengono nella pars Orientis dove
costituiscono una vera rarità24.
Anche in Grecia l'assoluta maggioranza delle
case di età romana ha come fulcro una corte pavimentata, incline nella diacronia ad assumere un
aspetto sempre più sfarzoso e rappresentativo, ma
fedele alla tradizione precedente nel non rinunciare mai all'utilità pratica dell'area scoperta, manifestata proprio dalla lastricatura. Alla luce di queste
considerazioni vanno certo riconosciuti come significativi i pochi esempi di giardino incontrati
nelle case greche di età romana: su un campione di
198 corti note25, i giardini ragionevolmente documentati sono in totale soltanto 18 e saranno qui discussi, per la prima volta in maniera unitaria, così
da approfondire in parte i contenuti di uno studio
più ampio sul tema dell'abitazione nella Grecia romana26.
Sono solo tre i giardini scavati per intero. Il
più antico risale alla prima età romana e si trova
ad Atene nella casa sul pendio Nord-Ovest dell'Areopago27 (fig. 1). Dall'esterno dell'edificio una soglia conduce direttamente nella corte 1, dove un
giro di otto colonne cinge l'area scoperta parzialmente tenuta a verde e adorna, proprio al centro,
di una vasca rettangolare con lati brevi piegati ad
abside. In questa forma la vasca ha larga diffusione in tutto l'impero dal I secolo d.C.28 e il suo valore decorativo si accresce quando è realizzata su
scala monumentale e inserita in uno spazio più vasto, come accade nella prima fase della biblioteca
di Adriano, per non citare che un esempio nella
medesima città29. In mancanza di dati più precisi e
considerando anche i pochi metri quadrati disponibili intorno alla vasca (l'area scoperta occupa in
totale meno di 40 mq), si può solo ipotizzare che il
giardino fosse piantato ad arbusti o basse siepi,
magari disposte in file regolari. Sebbene si indulga
GULLINI 1991, p. 518; ZANKER 1993, pp. 149-157; LANDGREN 1996; PURCELL 1996, pp. 135-149; GROS 2001, pp. 289-292.
WALLACE HADRILL 1998.
20 ZANKER 1993, pp. 147-221.
21 JASHEMSKI 1979; JASHEMSKI 1992; JASHEMSKI 1993.
22 FARRAR 1996.
23 JASHEMSKI 1995; BLANCHARD LEMÉE 1998; NOVELLO 2003, pp. 48-49.
24 FARRAR 1998, p. 20.
25 Ubicate in 149 abitazioni comprese fra il I e il VI secolo d.C.
26 Basato su un censimento sistematico intrapreso come Dottorato di Ricerca in Scienze Archeologiche (XVIII ciclo) presso l'Università di Padova: cfr. DOMINI 2006.
27 SHEAR 1940, pp. 272-273; THOMPSON, WYCHERLEY 1972, pp. 184-185.
28 FARRAR 1998, pp. 75-76.
29 ÉTIENNE 2004, pp. 197-198.
18
19
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[RdA 30
fig. 1 - Atene, Casa sul pendio Nord Ovest dell'Areopago (rielaborata da
THOMPSON, WYCHERLEY 1972). Intorno alla vasca A l'area scoperta della corte 1
era tenuta a giardino.
in parte a una ricerca estetica, non si rinuncia comunque'alla funzionalità della corte, manifestata
dal profondo pozzo scavato nella roccia la cui vera
si trova a ridosso del portico Nord-Ovest. Altrove
si è già avuto modo di sottolineare il relativo isolamento di questa soluzione nel panorama dell'architettura domestica ateniese e si è quindi ipotizzata la stretta dipendenza del progetto dalla volontà dello sconosciuto proprietario che allestì, non è
dato sapere quanto consapevolmente, una corte
"alla moda" dall'aspetto occidentale30.
Verso la metà del I secolo d.C. si costruisce ad
Olimpia il cosiddetto Palazzo di Nerone (fig. 2), un
edificio che, al di là dell'effettiva appartenenza all'ultimo imperatore della dinastia giulio-claudia,
mostra caratteristiche spiccatamente occidentali
ben evidenziate fin dallo scavo31. Nonostante il radicale rimaneggiamento cui la struttura andò incontro in età severiana per consentire l'impianto di
30
31
32
BONINI 2003, p. 205.
DORPFELD 1892, pp. 73-76; MALLWITZ 1972, pp. 206-208.
LAURENZJ 1936-37, pp. 138-140; MORRICONE 1950, p. 330.
un edificio termale, è piuttosto chiara l'articolazione del giardino allestito nel peristilio 5: l'area scoperta è circondata sul perimetro da un canale artificiale largo 1 m circa, interrotto a metà di ciascun
lato da un ponticello in muratura per consentire il
passaggio verso il centro. Contemporaneamente il
modello compare anche a Patrasso dove ricorre,
con piccole varianti, in diversi esempi solo parzialmente scavati.
n terzo giardino indagato per intero occupa il
peristilio 24 della Casa Romana a Coo (fig. 3), tradizionalmente attribuita, ma senza prove documentarie, ai discendenti di Gaio Stertinio Senofonte, medico personale dell'imperatore Claudio.
L'impianto dell'abitazione, nella forma ancora oggi
visibile, va verosimilmente collocato verso la metà
del II secolo d.C.32: la planimetria complessiva e i
percorsi di transito fra i nuclei di ambienti, centrati
su tre diverse corti, inducono a credere che il peri-
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fig. 2 - Olimpia, Palazzo di Nerone (rielaborata da MALLWITZ 1972). Il canale ornamentale B
corre sul perimetro del peristilio 5 ed è scavalcato da quattro piccoli ponti che permettono
di raggiungere il giardino al centro.
stillo maggiore costituisse il centro di un settore riservato, rivolto quindi alla frequentazione quotidiana del ricco proprietario, certo un personaggio
di spicco nella società dell'isola, oltre che all'occasionale ricevimento di ospiti molto selezionati. La
scelta di mantenere a giardino l'ampia area scoperta disponibile, oltre 150 mq, è stravagante se raffrontata alle altre case di Coo, ma senz'altro in grado di migliorare la qualità della vita e procurare
ombra e frescura nelle torride estati dell'Egeo. In
assenza di dati di scavo nemmeno qui si può delineare con certezza il tipo di giardino che gli allestimenti moderni hanno tentato di evocare (tav.
XXXIII, a). Va forse immaginato coperto da un tappeto erboso e con qualche albero da frutto piantato
senza un ordine preciso; oppure adorno di basse
siepi e arbusti sempreverdi che modellano una
gradevole cornice in ogni stagione dell'anno, forse
ordinati in disegni geometrici e separati da sentie-
ri, una sorta di anticipazione dei celebri "giardini
all'italiana" del mondo moderno33. Quale elemento
accessorio, l'acqua non può mancare: al centro è
ubicata una vasca rettangolare, ma suddivisa all'interno in tre bacini tramite muriccioli ad andamento semicircolare. Ne deriva un profilo interno
mistilineo che ben s'inserisce nelle tendenze del
gusto medioimperiale, caratterizzato da vasche e
giochi d'acqua sempre più elaborati34. Sei piccole
statue ornano la corte: un'Afrodite armata, un
Eros, un'erma di Èrcole, una testa di Alessandro
Magno, una Tyche e un rilievo raffigurante un banchetto funebre alla presenza di Cibele35.
Un aspetto simile si può presumere avesse anche il giardino ubicato nel peristilio della Casa di
Antonino a Nicopoli, costruita nel II secolo d.C. ma
complessivamente ristrutturata verso la fine del III
secolo d.C. I lavori di scavo, editi in maniera preliminare, sono ancora in corso; solo in futuro si po-
La scarsa importanza dei fiori nel giardino romano è del resto un fatto più volte evidenziato: GRIMAL 1969, pp. 273-299; JASHEMSKI 1979, pp. 51-54; JASHEMSKI 1981, pp. 46-47; JASHEMSKI 1994, pp. 242-243; FARRAR 1998, pp. 135-155.
34 FARRAR 1998, pp. 79-84.
35 ALBERT-OCCHI 1997.
33
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98
[RdA 30
fig. 3 - Coo, Casa Romana (rielaborata da ALBERTOCCHI 1996). Il giardino occupa il peristilio 24.1 retini indicano i pavimenti conservati: lastre di marmo nei vani 3, 11, 20, 29, 34, 37, 39, 40, 41, 46; tessellato geometrico nei vani 30 e 33; tessellato geometrico-figurato nel vani 6, 13.
tra valutare con precisione aspetto e significato del
giardino in questa lussuosa dimora36.
Molto più modesto e forse a carattere produttivo poteva essere, verso la metà del II secolo d.C,
il giardino che a detta degli scavatori occupava l'a-
ZACHOS, KYRKOU 1998, pp. 508-511.
rea 16 retrostante la Casa dei mosaici a Eleusi (fig.
4): uno spazio rettangolare abbastanza ampio (circa
100 mq), privo di portici e circondato da un muro.
Questo settore dell'edificio, costruito in posizione
di declivio, sorgeva su un possente terrazzamento
2006]
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fig. 4 - Eleusi, Casa dei mosaici (rielaborata da TRAVLOS 1988). Il giardino occupava, probabilmente, l'area 16.
il cui rovinoso crollo impedisce, purtroppo, di procedere a ulteriori verifiche37. Una posizione analoga ricorre nella Casa del terreno Panayia a Corinto38, dove gli scavatori interpretano come giardino
l'area 16 perché lo scavo non vi ha riconosciuto
muri o pavimenti significativi; la presenza di una
vasta cisterna proprio al centro potrebbe però suggerire una destinazione utilitaria anziché ornamentale. Nella stessa dimora inoltre il peristilio 10 reca
sul perimetro un canale ornamentale simile a quello di Olimpia, ma non è dato sapere se circondasse
uno spazio verde.
Del tutto particolare è invece la corte, proba-
37
38
39
bilmente riservata, della casa scavata a Patrasso in
via Karatzà39 perché, pur essendo colonnata forse
su un solo lato, è attrezzata con due pregevoli
strutture accessorie: una vasca quadrata rivestita
in lastre di marmo e una piattaforma che gli scavatori interpretano come basamento di un pergolato.
Quest'ultimo (tav. XXXIII, b) è racchiuso da un recinto quadrangolare in muratura (alto 0,5 m) sporgente solo in parte dal riporto di terra che costituiva il suolo; agli angoli e al centro di ciascun lato
basi quadrilatere sostenevano gli elementi verticali
della copertura, probabilmente lignea. Il piano di
calpestio consiste in un pavimento disseminato di
KOUROUNIOTIS 1936, pp. 34-40; TRAVLOS 1988, p. 97.
BURKHALTER, PfflLippA ToucHAis 2003, pp. 740-744.
Genericamente datata all'età romana: PAPAPOSTOLOU 1977b, pp. 74-76.
100
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frammenti laterizi, lacerti musivi e pietre di piccole dimensioni: su di esso allineamenti diagonali
in laterizio ritagliano i quattro angoli, componendo così con il recinto una figura ottagonale al centro della quale un basso muricciolo (0,28 m) disegna un ottagono minore rivestito di scaglie marmoree.
Proprio la città di Patrasso offre il quadro più
interessante perché gli esempi sono numerosi e si
prestano a qualche considerazione supplementare,
poiché fra primo e medio impero adottano uno
stesso modello tipologico che si ritrova, adeguatamente proporzionato e con alcune varianti di dettaglio, in corti comprese fra 25 e 95 mq circa, tali
però che la forma rettangolare garantisca sempre la
maggiore estensione dell'area scoperta rispetto alla
superficie perticata. Come nel giardino del Palazzo
di Nerone, a Patrasso l'acqua riveste un ruolo da
protagonista, incanalata in vasche e rivoli artificiali
che la sfruttano a fini estetici come complemento
alla vegetazione40: il cospicuo consumo idrico diviene un fattore essenziale nel decoro della casa e
rappresenta un segno tangibile della prosperità
materiale raggiunta dalle città greche nei primi
due secoli dell'impero. Il notevole accrescimento
delle risorse idriche cittadine deriva infatti dalle
condizioni di stabile sicurezza imposte dal dominio romano e dalla possibilità di costruire acquedotti a lunga percorrenza, un tempo impensabili
per ragioni strategiche nella frammentazione politica della'Grecia classica41.
Tale contesto favorisce la comparsa, già nel I
secolo d.C, di uno schema di giardino piuttosto
elaborato come si evince, nonostante lo scavo parziale, da una casa rinvenuta a Patrasso in piazza
Psilalonia42 (fig. 5). A ridosso del lato breve settentrionale del peristilio 8 si trova una vasca rettangolare da cui prende avvio una sorta di canale rivestito da tegole, largo circa 0,40 m, che corre sul perimetro dell'area scoperta e si allarga al centro del
lato breve Sud in una vasca semicircolare lastricata
di marmo (tav. XXXIV, a). L'acqua piovana, che dal
tetto dei portici può direttamente cadere nel canale
perimetrale, non è certo in grado di garantirne una
fig. 5 - Patrasso, Casa di Piazza Psilalonia (rielaborata da
PAPAPOSTOLOU 1977a). Il canale ornamentale F, che corre
sul perimetro del giardino 8, è rivestito da tegole, mentre nella vasca A il fondo è lastricato in marmo; nel vano
9 rimane un pavimento in tessellato geometrico.
costante alimentazione, cui si provvede artificialmente tramite appositi tubi in terracotta: in tal modo non vengono mai meno il gradevole effetto della frescura che scaturisce dall'acqua e quello dei riflessi che la luce vi proietta nelle diverse ore del
giorno.
La sistemazione si ripete identica in una casa
fra via S. Demetrio e via Votsari43 (fig. 6), ma altrove non si esita a personalizzare i dettagli aumentando il numero e modificando la posizione delle
vasche. In via Nikita queste ultime sono ubicate
agli angoli del peristilio 2 e assumono forma a
quarto di cerchio o quadrangolare44 (fig. 7), mentre
in via Ilias sono quasi miniaturizzate e distribuite
Sul valore dell'acqua nel giardino: GRIMAL 1969, pp. 293-299; SALZA PRINA RICOTTI 1987. Per una rassegna dei principali apprestamenti: BOWE 2004, pp. 28-34.
41 Solo sporadica attenzione è stata finora rivolta agli acquedotti in Grecia: cfr. ALCOCK 1993, pp. 124-128; LOLOS 1997.
42 PAPAPOSTOLOU 1977a, pp. 80-82.
43 Scavata in maniera ancor più parziale e genericamente datata all'età romana: STAVROPOULOU GATSI 1987b, p. 139.
44 Genericamente datata all'età imperiale: PAPAPOSTOLOU 1978, pp. 84-86.
40
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2006]
N
A
s
5m
fig. 6 - Patrasso, Casa fra via S. Demetrio e via Votsari
(rielaborata da STAVROPOULOU GATSI 1987b). Intorno al giardino 1 corre il canale ornamentale A rivestito di tegole.
a intervalli regolari su tutti i lati della corte 145 (fig.
8). Un'altra casa, riportata in luce all'incrocio fra le
vie Karatzà e Nikita, limita a un lato soltanto il canale, che è però più ampio del solito (circa 0,60 m)
e termina alle estremità in due bacini semicircolari
sporgenti verso il giardino46 (tav. XXXIII, e).
Nonostante la parzialità di questi esempi, noti
attraverso scavi d'emergenza in contesto urbano, il
raffronto fra le evidenze conservate consente di
comporre l'immagine di un modello base che, trascurando le variazioni di dettaglio, è formato da
un canale perimetrale e almeno una vasca a semicerchio.
Tale modello non è una creazione originale degli abitanti di Patrasso, bensì gode di un'ampia
diffusione fra I e II secolo d.C. soprattutto in ambito occidentale, mentre l'unico altro esempio noto
nel mondo greco si trova a Eleutherna di Creta, in
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101
una casa databile nel suo impianto al I secolo
d.C.47 (tav. XXXIV,b). Nella Gallia Narbonensis canali del genere ricorrono a Saint-Romain-en-Gal
nella Maison aux pierres dorées (fase compresa fra
20 e 60 d.C. circa) e nelle dimore che in seguito ne
prendono il posto, la Maison au vestibule a colonnes (fase di 60-70 d.C. e fase di fine I secolo d.C.) e
la Maison des dieux Océan (fase di metà II secolo
d.C.)48 (tav. XXXIV, e). In Aquitania si può citare la
domus de la Visitation a Périgueux (I secolo d.C.)49,
mentre nella penisola iberica sono ben note la Casa
del Mitreo (I-II secolo d.C.) e la Casa dell'Anfiteatro (II-III secolo d.C.) a Merida50, oltre alla Casa degli scheletri a Conimbriga (II secolo d.C.)51 (tav.
XXXV, a). Nella stessa Conimbriga, inoltre, lo schema si presta a numerose varianti che, proprio come
a Patrasso, ne modificano l'aspetto rendendolo più
lussuoso pur senza alterarne lo schema generale,
come si nota nella Casa dei getti d'acqua (fine del
II secolo d.C.) (tav. XXXV, e) e nella Casa delle svastiche (III secolo d.C.)52. Pur con qualche incertezza, legata allo stato di conservazione dei resti, sembrerebbe aderire a questo modello di giardino anche la cosiddetta Fullonica di Nora che, sebbene interpretata come conceria al momento della scoperta, è con ogni probabilità una casa di cronologia
controversa53.
Per tipo, superficie occupata e ricchezza profusa le dimore menzionate sono riferibili a personaggi facoltosi ma certamente non a importanti famiglie di rango senatorio: è verosimile, ad esempio,
che le dimore di Saint-Romain-en-Gal appartenessero a un'aristocrazia locale la cui prosperità si
fondava sul commercio54. Il gusto per i peristili a
giardino decorati da canali perimetrali sembra appartenere a un profilo sociale benestante ma non di
vertice assoluto, quindi non dissimile da quello dei
coloni che andarono in Grecia a costituire una nuova élite, ma nelle città d'origine non godevano certo di una condizione sociale di primissimo piano.
È difficile pensare, in effetti, che solo per una
casualità dei rinvenimenti si registri proprio a Pa-
In una casa costruita nel I secolo d.C.: PAPAPOSTOLOU 1973-74, p. 360.
Genericamente datata all'età romana: PAPAKOSTA 1980, p. 191.
THEMELIS 2004, pp. 58-62.
DESBAT et alii 1994, pp. 199-200.
BALMELLE 1992, p. 345.
CASILLAS MORENO 1998, pp. 314-317 (Casa dell'Anfiteatro) e pp. 321-323 (Casa del Mitreo); GROS 2001, pp. 184-185.
DE ALARcào, ETIENNE 1981, p. 74.
BAiRRào OLEIRO 1992, pp. 14-29 (Casa dos Repuxos); DE ALARONO, ETIENNE 1981, p. 73 (Casa delle svastiche).
L'impianto sarebbe di I secolo a.C.-I secolo d.C. (NERVI 2003, p. 64) oppure non prima del n secolo d.C. (TRONCHETTI 1984, p. 26).
LE GLAY 1981, p. 59.
102
PAOLO BONINI
[RdA 30
fig. 7 - Patrasso, Casa di via Nikita (rielaborata da PAPAPOSTOLOU 1978).
Sul perimetro del giardino 2 corre il canale ornamentale, rivestito di
tegole, con vasche agli angoli. Nel vano 4 il retino indica un tessellato
geometrico-figurato.
trasse la maggiore concentrazione in Grecia di
giardini domestici, per di più caratterizzati, come
si evince dai confronti, da un gusto marcatamente
occidentale. Patrasso è infatti una colonia romana
che accolse un'effettiva deduzione probabilmente
nel 14 a.G.55 e il cui patrimonio epigrafico testimonia come i veterani delle legioni abbiano occupato
la posizione chiave nella società più a lungo di
quanto si verificò nelle altre colonie fondate su
suolo greco56. Il gusto per la corte a giardino potrebbe appartenere, di conseguenza, proprio agli
immigrati che mantennero alcuni elementi fondamentali della propria tradizione abitativa quale
espressione di appartenenza sociale e autocoscienza culturale57. Sarà stato infatti molto importante
per i coloni, in modo particolare nelle generazioni
immediatamente successive allo stanziamento,
mantenere ben vive le radici cui era legata la propria identità di ceto dominante: l'ambito ellenico è
infatti fortemente restio all'assimilazione e, al contrario di quanto si verifica in altre province, sul
lungo periodo risulta perdente proprio la controparte latina.
La forma dei giardini di Patrasso, così elaborati sul piano architettonico e dispendiosi nella manutenzione, anche solo in termini di approvvigionamento idrico, richiedono il pieno coinvolgimento del proprietario e testimoniano come la scelta
non sia superficiale e dettata da semplici ragioni di
moda, bensì rappresenti la precisa adesione a un
modello di vita, quello dell'alta aristocrazia romana, che si ha l'illusione di condividere imitandone
almeno l'idea di una natura manipolata e assorbita
nella sfera domestica.
Ben rappresenta questo atteggiamento la "fioriera" rinvenuta in via Chamaretou a Sparta, in
una piccola corte privata databile al III secolo d.C.
Per compensare una certa carenza di spazio (la corte è infatti inferiore a 10 mq), il proprietario ricorre
a un allestimento ricercato nella concezione e lussuoso nelle finiture (tav. XXXVI, a). Al centro del
vano una bassa struttura ottagonale, costruita in
RIZAKIS 1998, pp. 24-25.
RIZAKIS 1998, pp. 49-52; RIZAKIS 2001, p. 48; RIZAKIS, ZOUMBAKI 2001, pp. 51-108.
57 Due concetti elaborati da P. Zanker nello studio della villa aristocratica come modello per il gusto abitativo urbano di livello
medio nella prima età imperiale (ZANKER 1993, pp. 24-29), che paiono utili strumenti interpretativi per comprendere anche la situazione dei coloni romani in Grecia. Una riflessione sull'edilizia privata di Patrasso in BONINI c.s.
55
56
2006]
RIFLESSI DI ROMANITÀ IN GRECIA: LE ABITAZIONI E L'ARTE DEL GIARDINO
fig. 8 - Patrasso, Casa di via Ilias (rielaborata da PAPAPOSTOLOU 1973-74). Intorno al giardino 1 il canale rivestito
di tegole si allarga in vasche semicircolari sporgenti verso il centro. Nel vano 2 il retino indica un tessellato geometrico.
mattoni, è rivestita nella parte superiore da un mosaico con delfini, mostri marini e cornici geometriche concentriche; tutt'intorno corre una sorta di canale delimitato da un muricciolo, anch'esso rivestito da mosaici geometrici, a forma di ottagono irregolare con quattro angoli concavi, in corrispondenza dei quali si trovano teste di Medusa. Sebbene
questo particolare allestimento possa richiamare
una fontana a zampillo sia nella forma sia nella decorazione, non sembrano esservi tracce di condutture per l'adduzione idrica: gli scavatori hanno
dunque probabilmente ragione nel ritenere che il
canale fosse riempito di terra e svolgesse la funzione di aiolà58, senza che si possa escludere del tutto
l'ipotesi che la struttura volesse imitare proprio una
fontana pur senza allacciamento idrico, come avviene in alcune coeve dimore della Tunisia romana59.
I giardini privati nella Grecia tardoantica
Nel tardoantico diminuisce ancor più il numero dei giardini che è possibile osservare, chiaro in-
58
59
60
61
62
103
dizio che in Grecia il gusto per il verde non riesce
ad affermarsi all'interno della dimora.
A Patrasso un solo esempio, vasto e di forma
rettangolare, testimonia la sopravvivenza della tradizione precedente, resa però più lussuosa: nella
casa indagata in via Aktis Dymeon si ritiene che
un gruppo scultoreo fosse esposto sul basamento
in muratura al centro dell'area scoperta ed è probabile che da tale punto le statue sembrassero interagire con la vegetazione60.
L'esempio più elegante ed elaborato si trova
sulle pendici settentrionali dell'Areopago di Atene,
dove i lavori americani hanno portato in luce una
piccola corte (3,20x3,90 m) che rappresenta l'unica
porzione indagata di una ricca dimora costruita
nella prima metà del IV secolo d.C.61 (tav. XXXVI,
b). L'area scoperta è pavimentata in lastre marmoree bianche e blu, ma sui quattro lati corre una fascia ampia circa 0,50 m che serviva da aiolà e s'interrompe soltanto nell'angolo Nord, in corrispondenza dell'accesso alla parte centrale. Attorno all'aiolà corre, riprendendone la forma, un bacino
scavato nel terreno, con fondo marmoreo e pareti
intonacate: zampillando da una fontana al centro
del lato Sud-Est l'acqua riempiva il bacino e scorreva poi nell'aiolà tramite brevi tubi di piombo sistemati al centro di ciascun lato; un condotto in
terracotta assicurava, invece, lo scolo. È probabile
che anche qui la superficie lastricata fosse coperta
da un pergolato, retto da appositi sostegni angolari.
La Casa Omnia Tibi /elida di Dougga62 mostra una sistemazione tipologicamente affine (tav.
XXXVI, e), ma data la scarsità dei confronti è poco
plausibile pensare a una moda diffusasi da una
sponda all'altra del Mediterraneo. È più probabile
ci si trovi di fronte a un caso di convergenza, cui
approdano due autonome ricerche volte a soddisfare un gusto particolare del committente attraverso una raffinata sistemazione architettonica.
Fra IV e V secolo d.C. si accresce il divario
economico e sociale fra le classi medio-basse e i
ricchi notabili la cui dimora assume, in alcuni settori, una valenza ancor più ufficiale rispetto al passato e per questo accoglie decorazioni e arredi particolarmente sontuosi. Proprio il gusto ricercato
che, in chiave autorappresentativa, le aristocrazie
RAFTOPOULOU 1994, p. 176; RAFTOPOULOU 1998, pp. 132-133.
GHIOTTO 2003, p. 241.
La casa è genericamente datata al tardoantico: STAVROPOULOU GATSI 1987a, p. 139.
THOMPSON 1948, pp. 162-163; FRANTZ 1988, pp. 36-37.
Purtroppo non databile: Amplissimae 2003, Thugga 5.
PAOLO BONINI
104
tardoantiche perseguono in maniera sempre più
insistente spinge un ignoto signore di Salonicco,
verso la fine del IV secolo d.C, a predisporre uno
spazio verde nell'area 19, dietro l'abside della sala
d'apparato che è plausibile vi si affacciasse con
ampie finestre63 (fig. 9).
A breve distanza di tempo, fra il terzo e il
quarto decennio del V secolo d.C., il Palazzo del
Triconco a Butrinto adotta lo stesso modello e ricava una corte a giardino priva di portici nello spazio irregolare 27, adiacente alla sala trilobata (fig.
10). Le finestre dell'abside meridionale, che danno
luce all'interno, trovano così un gradevole affaccio
[RdA 30
sulla zona verde e lasciano spaziare in lontananza
la vista sul paesaggio incantevole del canale di Vivari64. Ancora una volta la scelta non è un'invenzione greca, ma appartiene a un gusto che ricorre
altrove in residenze d'altissimo livello, come indica
il viridarìum retrostante la trichora nella celebre villa di Desenzano, sul lago di Carda65 (tav. XXXV, b).
In questi esempi il giardino è sfruttato come
gradevole sfondo per l'ambiente di maggiore importanza gerarchica, ma il verde è ben lungi dall'essere accolto nel cuore della dimora e funge soltanto da scenario esterno all'edificio, in grado forse
di suggerire in maniera illusoria un sereno conte-
fig. 9 - Salonicco, Casa di via loulianou (rielaborata da BALDINI LIPPOLIS 2001). Il giardino occupava l'area 19 retrostante l'abside della
sala di rappresentanza. I retini indicano i pavimenti conservati: lastre di marmo nei vani 10, 16, 17, 22; tessellato geometrico nei vani
14, 15.
63
L'abitazione è stata scavata a più riprese, ma non completamente, in via loulianou: BALDINI LIPPOLB 2001, p. 286 con bibliografia.
64
HODGES, BOWDEN, GlLKES, LARO 2000.
65
SCAGLIARINI CORLÀITA 1994,
pp. 51-52.
2006]
RIFLESSI DI ROMANITÀ IN GRECIA: LE ABITAZIONI E L'ARTE DEL GIARDINO
105
fig.. 10 - Butrinto, Palazzo del triconco (rielaborata da HODGES, BOWDEN, GILKES, LARO 2000). Il giardino occupava l'area 27, adiacente alla sala trilobata.
sto rurale dilatato nello spazio, ma che in realtà è
ricavato in una zona del tutto marginale del complesso, in genere risultante dai vincoli dettati dall'urbanistica cittadina.
Nei primi decenni del V secolo d.C. l'ideale residenza dell'altissima aristocrazia è perfettamente
esemplificata dal Palazzo dei Giganti di Atene, un
immenso edificio che occupa gran parte dell'antica
Agorà e appartenne probabilmente alla famiglia di
Athenais, la giovane andata in sposa nel 421 d.C.
all'imperatore Teodosio II dopo essersi fatta cristia-
66
67
68
PAGANO 1988-89; SIRONEN 1990.
THOMPSON 1988.
KAWADIAS 1918, p. 191; BALDINI LIPPOLIS 2001, pp. 198-199.
na e aver assunto il nome di Eudocia66. Qui un alto
muro di cinta delimita l'immenso parco alberato
(oltre 8000 mq) che circonda il palazzo ma che non
ha alcun rapporto diretto con gli ambienti residenziali, distribuiti intorno ad ampi peristili pavimentati" (fig. 11).
Risale, infine, alla metà del V secolo d.C. una
casa nel santuario di Asclepio a Epidauro, particolarmente innovativa perché fra le prime a rinunciare alla corte come elemento organizzatore della
planimetria68. Qui il giardino, riconosciuto nel va-
106
PAOLO BONINI
[RdA 30
fig. 11 - Atene, Palazzo dei giganti (da FRANTZ 1988). L'assonometria ricostruttìva mostra come l'edificio
fosse immerso in un vasto parco alberato.
no 18 al momento dello scavo, si contrae in un fazzoletto di soli 20 mq, privo di portici proprio per le
dimensioni ridottissime; pur essendo interno al perimetro dell'edificio, il giardino è confinato sul retro e spogliato persine di quell'unico valore che
possedeva a Salonicco e Butrinto, lo scorcio naturale offerto ai vani di rappresentanza (fig. 12).
I tempi sono ormai maturi per lo sviluppo di
case prive di corte e per le quali l'area scoperta
non è altro che un annesso esterno all'edificio.
Espulso dal cuore della casa e collocato di preferenza ad abbracciarne dall'esterno il corpo architettonico, il giardino è destinato ad evolversi ben presto in altra forma nell'imminente medioevo bizantino69.
69
Conclusioni
La breve rassegna appena conclusa limita la
discussione ai soli esempi accertati, o almeno molto probabili, e include un totale di 18 giardini privati: 17 interni al muro perimetrale della casa di
cui sono pertinenza e il vasto parco che circonda il
Palazzo dei Giganti ad Atene. È probabile che il
novero non sia completo e altri spazi verdi allietassero il soggiorno in ricche dimore non ancora scoperte, oppure riportate in luce in condizioni tanto
rovinate da non consentirne il riconoscimento.
Nonostante queste cautele, tuttavia, non è possibile sminuire la scarsa incidenza che l'arte del
giardino sembra avere nell'architettura domestica
Per cui cfr. LITTLEWOOD 1992; BRUBACKER, LnTLEwooo 1992; Byzantine Garden 2002.
2006]
RIFLESSI DI ROMANITÀ IN GRECIA: LE ABITAZIONI E L'ARTE DEL GIARDINO
fìg. 12 - Epidauro, Casa nel santuario di Asclepio (rielaborata da KAWADIAS 1918). Il giardino, dalle dimensioni molto ridotte, è confinato sul retro dell'edificio, nel vano 18.
greca anche in età romana, per la quale sono ormai
note centinaia di attestazioni, sebbene in maggioranza scavate solo in parte70.
La concentrazione più significativa di giardini,
quasi la metà sul totale censito, si riscontra a Pa-
70
71
72
Cfr. BONINI 2006.
LE GLAY 1981, p. 65.
BALDINI LIPPOLIS 2001, pp. 47-94.
107
trasso che ne vanta 7 esempi. In questa città, come
nel Palazzo di Nerone a Olimpia, gli spazi verdi
tradiscono un gusto spiccatamente occidentale nella preminenza assicurata all'acqua come elemento
decorativo: vasche e canali ne scandiscono la superficie e si adeguano, nella forma e nelle dimensioni, a un modello diffuso nelle province europee
fra I e II secolo d.C. Proprio tale stretta corrispondenza suggerisce di riferire l'arte del giardino a un
gusto importato dai coloni che in età augustea si
stanziarono a Patrasso, la città che mantenne più a
lungo una fisionomia latina in territorio greco. Gli
altri esempi descritti per l'epoca imperiale rimangono, invece, isolati e solo conoscendo l'identità
dei proprietari sarebbe forse possibile comprenderne a pieno le ragioni e i modelli.
Anche in Grecia l'introduzione del verde all'interno della casa risponde a necessità propriamente romane, in maniera non diversa da quanto è
stato osservato, ad esempio, nella Narbonenis di
precoce romanizzazione71. A differenza, tuttavia, di
quanto avviene altrove, in Grecia questo particolare portato dei nuovi dominatori incide ben poco
sulle mode architettoniche assunte nella sfera privata dai notabili locali, niente affatto solleciti nell'adeguarsi a questo stimolo proveniente da Roma.
Sebbene in seguito, fra IV e V secolo d.C., si
verifichi in tutto l'impero una rapida e significativa convergenza quanto a stile di vita e modelli residenziali della nobiltà72, sempre più ristretta e lontana dalle masse degli humiliores, in Grecia prosegue ed anzi si rafforza la tendenza al rifiuto della
corte a giardino: all'acqua e alla vegetazione introdotte in casa a scopo ornamentale si continua a
preferire l'utilità pratica della corte come fulcro di
tutti i percorsi e spazio destinato alle attività domestiche quotidiane, spesso concretizzate da pozzi
e cisterne. Nella casa greca, anche di livello più
elevato, il giardino è dunque un effimero riflesso
di Roma che non riesce a mettere radici.
108
PAOLO BONINI
[RdA 30
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BONINI - RIFLESSI DI ROMANITÀ IN GRECIA ..
[RdA 30,2006] TAV. XXXIII
a) Coo, Casa Romana. Il giardino 24 piantato con alberi da fusto (da ALBERTOCCHI 1997); b) Patrasso,
Casa di via Karatza. Il basamento del pergolato nel giardino (da PAPAPOSTOLOU 1977 b); e) Patrasso,
Casa fra via Karatza e via Nikita. Veduta dello scavo; in evidenza il canale con vasche semicircolari
che occupa un lato del peristilio a giardino (da PAPAKOSTA 1980).
TAV. XXXIV
[RdA 30, 2006]
BONINI - RIFLESSI ui ROMANITÀ TN GRECIA
a) Patrasso, Casa di Piazza Psilalonia. Veduta dello scavo: in basso il giardino 8 con il canale perimetrale (da PAPAPOSTOLOU 1977a); b) Eleutherna, Casa 1. Sul perimetro del peristilio è ben visibile
il canale ornamentale comunicante con la vasca semicircolare ubicata sul lato breve Sud (da THEMELIS 2004); e) Saint-Romain-en-Gal, Maison des dieux Océan. Il peristilio a giardino con il canale
ornamentale durante lo scavo (da LE GLAY 1981, fig. 26).
BONINI - RIFLESSI DI ROMANITÀ IN GRECIA ..
[RdA 30, 20061 TAV. XXXV
a) Conimbriga, Casa degli scheletri. Il peristilio a giardino con il canale perimetrale e la vasca semicircolare (da DE ALARCÀO, ETIENNE 1981, fig. 21); b) Desenzano del Carda. Il viridarium della
villa, ubicato sul retro della sala trilobata (da SCAGLIARIM CORLÀITA 1994); e) Conimbriga, Casa dei
getti d'acqua. Un angolo del peristilio con il canale ornamentale (da BOWE 2004).
TAV. XXXVI
[RdA 30, 2006]
BONINI - RIFLESSI DI ROMANITÀ IN GRECIA
rt) Sparta, Casa di via Chamaretou. È probabile che il canale ricavato intorno alla bassa struttura
ottagonale fosse colmo di terra e utilizzato come aiolà (da RAFTOPOULOU 1998); b) Atene, Casa alle
pendici Nord dell'Areopago. Sul perimetro della corte, accanto a un canale colmo d'acqua, corre
un secondo canale riempito di terra che fungeva da aiolà (da FRANTZ 1988); e) Thugga. Casa Omnia
libi/elida. Sul perimetro della corte corre una stretta aiolà (da FARRAR 1998).