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Teatri a misura di bambino. Dal Teatro Astra di Vicenza agli altri luoghi di spettacolo de La Piccionaia, con un modello replicabile di progettazione partecipata insieme a bambini e adulti

2022

L’elaborato intende sviluppare un modello replicabile di un processo partecipativo con bambini e adulti per ridisegnare i luoghi di spettacolo de La Piccionaia Centro di Produzione Teatrale e far sì diventino a misura di bambini e famiglie. “A misura di bambino”, il percorso di co-progettazione con adulti e bambini sviluppatasi al Teatro Astra di Vicenza durante la stagione teatrale 2021/2022, viene descritto e analizzato in tutte le sue fasi nel primo capitolo: la conoscenza dei bisogni del pubblico con un questionario online, gli incontri partecipati, la comunicazione ed il racconto del percorso intrapreso, la realizzazione e la valutazione degli esiti. Il secondo capitolo intende indagare le attività ideate appositamente per la partecipazione dei bambini e utilizzate al Teatro Astra, capaci di far emergere i loro desideri e le loro necessità, utilizzando gli strumenti del gioco, del teatro, del movimento e della creatività. In conclusione, si vuole ipotizzare un percorso partecipato per co-creare teatri a misura di famiglie anche negli altri luoghi di spettacolo de La Piccionaia; prendendo “A misura di bambino” al Teatro Astra come punto di partenza, osservandone i risultati a posteriori, lo si ridefinisce per disegnare un nuovo processo capace di raggiungere esiti migliori. Il Teatro Astra a misura di bambino è il primo progetto di partecipazione attiva che La Piccionaia sviluppa per ridisegnare gli spazi e la loro fruizione insieme alla comunità di riferimento e in particolare a bambini e famiglie. La partecipazione al Master di I livello “ProPart Progettazione Partecipata e Interattiva” dell’Università IUAV di Venezia e lo sviluppo di un project work inerente al percorso di studi hanno rappresentato il primo impulso al precorrimento di questa nuova strada.

)&18*&874&87&).:.(*3>&&,1.&187. 194,-.).5*88&(414)*1&5.((.43&.&(43 9324)*1147*51.(&'.1*).574,*88&>.43* 5&78*(.5&8&.3.*2*&'&2'.3.*&)918. 8*&87.&2.97&).'&2'.34 93.:*7.8‡ .9&:).:*3*>.& 2&8*7). 57.241.:*114 5745&78 574,*88&>.43* 5&78*(.5&8& *.38*7&88.:& 7*543&'.1* (.*38.+.(4 +7&3(*(&,*11. 8*.). .1:.&*88* 7*1&847* &3)7*&2&7.4884 &334&((&)*2.(4  UNIVERSITÀ IUAV DI VENEZIA MASTER UNIVERSITARIO ANNUALE DI PRIMO LIVELLO IN “ProPART progettazione partecipata e interattiva” Responsabile Scientifico: Francesca Gelli Teatri a misura di bambino Dal Teatro Astra di Vicenza agli altri luoghi di spettacolo de La Piccionaia, con un modello replicabile di progettazione partecipata insieme a bambini e adulti Tesi di: Silvia Sette Matricola n. 296106 Relatore: Andrea Mariotto Anno Accademico 2020/2021 7.&9384 L’elaborato intende sviluppare un modello replicabile di un processo partecipativo con bambini e adulti per ridisegnare i luoghi di spettacolo de La Piccionaia Centro di Produzione Teatrale e far sì diventino a misura di bambini e famiglie. “A misura di bambino”, il percorso di co-progettazione con adulti e bambini sviluppatasi al Teatro Astra di Vicenza durante la stagione teatrale 2021/2022, viene descritto e analizzato in tutte le sue fasi nel primo capitolo: la conoscenza dei bisogni del pubblico con un questionario online, gli incontri partecipati, la comunicazione ed il racconto del percorso intrapreso, la realizzazione e la valutazione degli esiti. Il secondo capitolo intende indagare le attività ideate appositamente per la partecipazione dei bambini e utilizzate al Teatro Astra, capaci di far emergere i loro desideri e le loro necessità, utilizzando gli strumenti del gioco, del teatro, del movimento e della creatività. In conclusione, si vuole ipotizzare un percorso partecipato per co-creare teatri a misura di famiglie anche negli altri luoghi di spettacolo de La Piccionaia; prendendo “A misura di bambino” al Teatro Astra come punto di partenza, osservandone i risultati a posteriori, lo si ridefinisce per disegnare un nuovo processo capace di raggiungere esiti migliori. Il Teatro Astra a misura di bambino è il primo progetto di partecipazione attiva che La Piccionaia sviluppa per ridisegnare gli spazi e la loro fruizione insieme alla comunità di riferimento e in particolare a bambini e famiglie. La partecipazione al Master di I livello “ProPart Progettazione Partecipata e Interattiva” dell’Università IUAV di Venezia e lo sviluppo di un project work inerente al percorso di studi hanno rappresentato il primo impulso al precorrimento di questa nuova strada. 2 .3874)9>.43*    (&5.8414934 1&5.((.43&.&(*3874).574)9>.43* 8*&87&1**.1574,*884Ƹ&2.97&). '&2'.34ƹ5*7.18*&874&87&). :.(*3>&    (&5.8414)9* (4574,*88&7*(43.'&2'.3. ,1.8792*38.)*11& 5&78*(.5&>.43*    (&5.841487*    .3).(* 8*&87.&2.97&).'&2'.34 .548*.).9324)*114 7*51.(&'.1*.38988..194,-.). 5*88&(414)*1&5.((.43&.&   (43(19.43.   '.'1.4,7&+.& .84,7&+.& .3874)9>.43* I bambini hanno diritto a luoghi ideati e strutturati per accoglierli nelle loro diverse età. Articolo 16 della “Carta dei diritti dei bambini all’arte e alla cultura” promossa da La Baracca – Testoni Ragazzi La Piccionaia Centro di Produzione Teatrale sviluppa durante la stagione 2021/2022 il primo progetto partecipato per il coinvolgimento degli spettatori nella ri-progettazione di spazi, di servizi e dell’esperienza dell’andare a teatro, rivolgendo l’azione in favore delle nuove generazioni. Il Teatro Astra di Vicenza è la sede che sta ospitando il processo di ridefinizione del luogo perché diventi a misura di bambini, rappresentando uno dei pochi casi a livello nazionale; un teatro capace di rispondere ai bisogni di accessibilità e fruizione che hanno bambini, famiglie e scolaresche. “A misura di bambino” è il percorso di co-creazione con bambini e adulti che dà agli spazi e ai servizi fruiti dalle nuove generazioni la stessa attenzione e lo stesso valore che La Piccionaia dà al prodotto culturale a loro dedicato. “A misura di bambino” rappresenta un passo in avanti per il Teatro Astra: dall’attenzione rivolta ai pubblici e dalla ricerca di proposte innovative e diversificate in grado di venire incontro ai vari target, si passa all’attivazione dei fruitori, posizionando al centro del progetto gli spettatori e i loro desideri. La volontà è di costruire un teatro che non sia solo casa dell’artista, ma un ambiente definito da chi lo utilizza e lo riempie di significato1. “A misura di bambino” dà voce alla comunità di riferimento e dona spazio decisionale e di parola alla fascia di popolazione che solitamente non ha la possibilità di esprimersi, i bambini, che attraverso il gioco, il teatro, il movimento, la creatività progettano il loro teatro ideale. Nelle pagine a seguire viene raccontato il percorso – ancora in divenire nel momento della scrittura di questo documento – di “A misura di bambino” al Teatro Astra di Vicenza, si analizzano gli strumenti inediti introdotti per coinvolgere i bambini nella co-progettazione e, infine, si ipotizza un processo di co-creazione con bambini e adulti per trasformare tutti i luoghi di spettacolo de La Piccionaia in teatri a misura di bambini e famiglie. 1 G. Paba, A.L. Pecoriello, La città bambina. Esperienze di progettazione partecipata nelle scuole, Firenze, Masso delle Fate Edizioni, 2006, p. 68 5 (&5.8414934 1&5.((.43&.&(*3874).574)9>.43* 8*&87&1**.1574,*884Ƹ&2.97&). '&2'.34ƹ5*7.18*&874&87&).:.(*3>& La Piccionaia Centro di Produzione Teatrale è una cooperativa sociale che promuove l’attività teatrale come strumento per la crescita e la valorizzazione della persona umana, con una particolare attenzione all’evoluzione del linguaggio artistico, pedagogico ed educativo, alla diffusione della cultura teatrale ed espressiva. La Piccionaia ha sede operativa a Vicenza e si occupa di produrre e distribuire spettacoli e format teatrali con un’attenzione specifica verso le nuove generazioni, programma rassegne per scuole, famiglie e adulti, sviluppa attività di formazione, educazione e professionalizzazione per diverse fasce d’età e tipologia, costruisce progettualità in ambito locale ed europeo finalizzate alla promozione dell’artisticità, dell’inclusione, alla promozione del territorio. La Piccionaia nasce nel 1975 dal nucleo del Teatro del Mattino, specializzato nel teatro per la scuola e riunito intorno alla famiglia d’arte dei Carrara. A causa delle trasformazioni sociali e culturali del dopoguerra, e con la nascita dei tre figli, i Carrara si stabiliscono alla metà degli anni Sessanta in provincia di Vicenza, a Valdagno, dove collaborano con la scuola di teatro del dopolavoro aziendale della Marzotto. Negli anni Ottanta, alle proposte teatrali per la scuola e al teatro popolare, si affianca un’importante produzione di commedia dell’arte che porta la compagnia in tournée in tutto il mondo. Nel 1983 viene dato avvio ad uno specifico settore dedicato al teatro ragazzi, che entra in connessione con il movimento che in quegli anni si stava consolidando. In seguito, la Cooperativa diventa Centro Teatro Ragazzi con finanziamenti statali, impegnandosi nella sensibilizzazione del territorio, promuovendo attività formative per genitori e insegnanti. Nel 1987 ha inizio, in convenzione con l’Amministrazione Comunale, la gestione del Teatro Astra di Vicenza. Seguendo le evoluzioni ministeriali e del Fondo Unico dello Spettacolo, La Piccionaia continua ad essere contribuita dal Ministero della Cultura, prima come Teatro Stabile di Innovazione per l’Infanzia e la Gioventù e dal 2015 come Centro di Produzione Teatrale. Gli ultimi vent’anni sono segnati da passaggi di generazione, riforme del settore del teatro ragazzi in Italia, e nuovi obiettivi come Compagnia e come Cooperativa. Il progressivo allontanamento da parte dei Carrara verso percorsi artistici indipendenti; lo sviluppo del comparto legato ai progetti territoriali attraverso la gestione di teatri anche in altre province venete, il Teatro Villa dei Leoni di Mira (Venezia), il Teatro Comunale di Mirano (Venezia), il Teatro Ferrari di Camposampiero (Padova), il Ridotto del Teatro Politeama di Marostica (Vicenza); la focalizzazione orientata sempre di più verso la formazione, la finalità sociale ed inclusiva. Il rinnovamento della Cooperativa passa attraverso le persone: gli artisti che, stabilmente o per progetti specifici, collaborano con La Piccionaia e ne determinano la poetica e gli organizzatori che disegnano nuovi modi di abitare il teatro e il territorio, tessono relazioni, promuovono l’apertura al mondo e l’ascolto dei bisogni dei più fragili, l’inclusività e l’eticità dell’agire2. La Compagnia ha viaggiato per molti luoghi e continua a farlo, ma quello che simbolicamente ne rappresenta la casa è il Teatro Astra di Vicenza ed è in questo spazio che si è scelto di iniziare un 2 La Piccionaia Scs, Bilancio sociale anno 2020, 2021, pp. 9-11, www.piccionaia.org/wp-content/uploads/2021/10/LA-PICCIONAIA-BILANCIO-SOCIALE-2020-DEF.pdf 7 percorso di dialogo e ascolto di bambini, famiglie e insegnanti per dare loro non solamente delle proposte artistiche di valore, ma anche un ambiente capace di andare incontro alle loro esigenze. Per La Piccionaia il pubblico dei bambini è differente e unico: la cura con la quale vengono selezionate le proposte a loro rivolte fa sì che siano portati in scena lavori che rappresentino occasioni di confronto, capaci di far emergere curiosità e punti di vista, senza dimenticare l’artisticità, la bellezza e la magia del teatro. La stessa attenzione la si è voluta rivolgere anche all’accoglienza di famiglie e scolaresche, allo spazio che le ospita, a ciò che accade prima e dopo la visione degli spettacoli, ai servizi offerti; si è però deciso di non farlo limitandosi ad uno studio interno alla struttura, ma di coinvolgere attivamente i fruitori, bambini e adulti che frequentano e conoscono il Teatro Astra, attraverso una progettualità sviluppatasi durante l’intera stagione teatrale 2021/2022. “A misura di bambino” è il percorso che ha coinvolto, a partire da settembre 2021, la comunità che gravita attorno al Teatro Astra e un’equipe di organizzatori e artisti de La Piccionaia nella progettazione di un teatro a misura di bambini e famiglie. Un percorso di co-creazione partecipata per capire assieme a bambini, genitori, nonni, insegnanti educatori e a tutti gli spettatori del teatro quali siano i loro bisogni e desideri, per trovare soluzioni di modifica dello spazio, dei servizi e dell’esperienza teatrale e raggiungere le migliori condizioni di accessibilità per bambini, famiglie e scolaresche. Il Teatro Astra è stato costruito tra il 1934 e il 1936, restaurato nel 1986 e dall’anno successivo è stato preso in gestione da La Piccionaia. La sala teatrale è composta da un’unica platea con 403 poltrone; alla sala si accede attraverso una scalinata, fuori un piccolo foyer recentemente riarredato, nel quale si trovano la biglietteria, un bar e i servizi igienici. All’esterno sono presenti e di pertinenza del teatro un piazzale asfaltato, recintato e un giardino chiuso durante le ore serali e notturne e utilizzato nei mesi estivi come arena. L’analisi che è stata svolta assieme a piccoli e grandi spettatori attivi ha incluso ogni spazio esterno ed interno del teatro, per ricercare nuovi e migliori utilizzi dell’intera struttura. Il pubblico vicentino è per la maggior parte composto da bambine e bambini che frequentano le scuole dell’infanzia e primarie. Loro e gli adulti che li accompagnano – come genitori, nonni, insegnanti, educatori – partecipano a spettacoli e attività a loro dedicate: “Famiglie a Teatro”, il cartellone degli spettacoli in scena la domenica pomeriggio alle ore 17, per bambini dai 3 ai 10 anni e famiglie, composto dai lavori delle migliori compagnie nazionali di teatro ragazzi; la rassegna di Teatro Scuola, con proposte per le scuole di ogni ordine e grado, dall’infanzia alle secondarie di secondo grado, che permette agli insegnanti di scegliere tra i titoli in programma da ottobre a marzo in matinée; gli eventi estivi, svolti prevalentemente nel Giardino del Teatro Astra; laboratori, centri estivi e altre progettualità continuative o meno pensate per le nuove generazioni. A queste proposte si aggiungono quelle dedicate specificatamente a giovani e adulti, la rassegna di teatro contemporaneo “Terrestri”, gli spettacoli estivi, laboratori e progetti di formazione per attori professionisti e appassionati di teatro. Nel 2021 – anno durante il quale i teatri sono rimasti chiusi da gennaio ad aprile e hanno subito una riduzione delle capienze del 50% fino ad ottobre, per contenere le conseguenze dell’epidemia Covid19 – i minori di 18 anni che hanno partecipato alle attività de La Piccionaia a loro dedicate a Vicenza sono stati più di 1300, ai quali poi si aggiungono genitori, nonni, insegnanti e altri adulti che hanno condiviso con loro la visione di spettacoli o la partecipazione a laboratori teatrali. 8 “A misura di bambino” è stato curato in tutte le sue fasi di progettazione e nella facilitazione degli incontri da un’equipe composta da un’organizzatrice teatrale e a due artisti de La Piccionaia, con il monitoraggio della Direzione Programmazione Progetti. Si è voluto unire differenti professionalità presenti all’interno della struttura, che potessero integrarsi e raggiungere il risultato desiderato; alle competenze in cura e sviluppo dei pubblici, e agli studi in materia di progettazione partecipata dell’organizzatrice Silvia Sette, si sono aggiunte le conoscenze da attore e formatore per le nuove generazioni di Matteo Balbo e le esperienze con i più fragili e il linguaggio della danza di Valentina Dal Mas. “A misura di bambino” al Teatro Astra si è composto di quattro azioni, precedute dal lavoro di progettazione e affiancate dal monitoraggio continuo del progetto, che sono: l’intervista preliminare, gli incontri di co-progettazione, la comunicazione e il racconto del processo, la realizzazione. L’INTERVISTA Il 15 ottobre 2021 è stato pubblicato online il questionario “Teatro Astra A misura di bambino”. La compilazione è durata 24 giorni, terminando l’8 novembre 2021, durante i quali sono state raccolte 61 interviste. L’intento è stato quello di costruire una prima panoramica sulla percezione di quanto possa risultare motivante sapere che uno spazio è attento ai bisogni di bambini, scolaresche e famiglie. Facendo delle differenziazioni tra la fruizione di famiglie e di scolaresche, si è chiesto di valutare quanto alcuni servizi solitamente presenti negli spazi (in particolare nei musei e in altri luoghi della cultura) a misura di bambini o già attivati al Teatro Astra possano essere capaci di migliorare l’esperienza a teatro per i bambini, le famiglie e gli insegnanti. L’intervista è stata rivolta agli adulti, chiunque poteva rispondere alle sette domande proposte utilizzando un modulo Google. Le informazioni raccolte in questa prima fase si sono rivelate utili nella progettazione degli incontri partecipati, alcuni aspetti inoltre sono stati approfonditi e riproposti ai bambini durante il percorso di co-progettazione. Nello specifico, la graduatoria di importanza dei servizi che si è andata a delineare, ha composto la prima “lista della spesa” per la stesura del progetto finale del Teatro Astra a misura di bambino. GLI INCONTRI DI CO-PROGETTAZIONE Gli incontri di co-creazione con adulti e bambini hanno rappresentato il momento centrale del percorso ed hanno avuto come obiettivo la costruzione di un progetto per ridisegnare gli spazi, i servizi e le attività del Teatro Astra a misura di bambini e famiglie, condiviso da tutti i partecipanti. 9 Inizialmente sono stati programmati tre incontri, ai quali ne è stato aggiunto un quarto in corso d’opera per permettere a più partecipanti di concludere l’attività, nonostante gli impedimenti dovuti all’obbligo di isolamento o quarantena rivolto a loro o ai loro familiari nel periodo pandemico. Gli incontri si sono tenuti il sabato mattina, dalle 10 alle 12, al Teatro Astra: sabato 13 novembre 2021, sabato 11 dicembre 2021, sabato 15 gennaio 2022 e sabato 5 febbraio 2022. A partecipare sono state 22 persone, tra queste 12 bambini tra i 5 e gli 11 anni e 10 genitori, tutti conoscono e prendono parte da diverso tempo alle proposte per le nuove generazioni e le loro famiglie organizzate al Teatro Astra. Le attività e modalità applicate durante gli appuntamenti sono state pianificate in totale sinergia dai tre ideatori e facilitatori; alla base di ogni proposta – sia che fosse rivolta agli adulti, che ai bambini, che ad entrambi – c’è stata la volontà di utilizzare il gioco e i linguaggi del corpo e del teatro per un’emersione più creativa delle idee e per portare gli adulti a mettersi nei panni dei bambini; inoltre, non si sono volute limitare le possibilità, lavorando, in particolare durante i primi due appuntamenti, pensando a come sarebbe il miglior teatro possibile. Ogni incontro ha visto adulti e bambini impegnati sia separatamente, che collettivamente e in momenti introduttivi e conclusivi di racconto delle attività svolte. Ogni esito prodotto da entrambi i gruppi è stato condiviso ed ha rappresentato uno strumento per la prosecuzione delle riflessioni. I primi due incontri hanno avuto alcuni temi portanti: l’esplorazione del teatro – distinguendo tra gli spazi dello spettacolo, quindi la platea e il palcoscenico, e gli spazi del prima e del dopo, i luoghi dell’attesa, rappresentati da foyer ed esterno – e il tentativo di pensare e desiderare il miglior teatro possibile. Durante il terzo incontro i partecipanti sono stati coinvolti nella produzione di un contenuto narrativo, materico e fruibile da tutti gli spettatori, il primo “Segno a misura di bambino”, La conclusione del percorso ha voluto portare adulti e bambini, separatamente, alla progettazione delle modifiche necessarie e possibili al Teatro Astra, per poi confrontare e condividere un’idea unitaria: il progetto da realizzare per far diventare il teatro a misura di bambini e famiglie. 10 LA COMUNICAZIONE, IL RACCONTO La comunicazione del progetto si è sviluppata su tre piani: la promozione necessaria per ingaggiare la cittadinanza a partecipare attivamente, la comunicazione del percorso intrapreso a istituzioni e finanziatori dell’attività, il racconto rivolto a tutti gli spettatori che durante la stagione teatrale 2021/2022 hanno frequentato il Teatro Astra. La promozione del questionario ha lanciato la comunicazione dell’intero progetto “A misura di bambino” e si è affiancata a quella delle rassegne di teatro ragazzi, per permettere una maggiore visibilità verso gli spettatori dell’Astra interessati alle proposte per le nuove generazioni. I canali di comunicazione utilizzati sono stati: il comunicato stampa dedicato alla rassegna “Famiglie a teatro”, le newsletter contenenti informazioni riguardanti gli spettacoli per famiglie, la programmazione di teatro scuola e i laboratori teatrali per bambini organizzati a Vicenza, le pagine social, la somministrazione dell’intervista presso l’Ufficio Teatro Astra agli utenti interessati all’acquisto di abbonamenti per la rassegna “Famiglie a teatro” o alla partecipazione ai laboratori dedicati ai bambini da 2 a 10 anni. Il racconto in itinere del percorso intrapreso da La Piccionaia all’Astra ha affiancato alla comunicazione digitale i “Segni a misura di bambino”, opere in grado di raccontare al pubblico la fase di co-progettazione ed il processo, inserendosi nello spazio del teatro in maniera evidente e permettendo agli spettatori di interagirvi e di integrarle con i propri contributi. In occasione degli spettacoli della rassegna “Famiglie a teatro” del 2022 sono stati presentati quattro Segni differenti, accompagnati da didascalie capaci di approfondire i significati dell’opera. Primo Segno a misura di bambino Tuttoduntratto 11 I bambini e gli adulti che hanno preso parte al percorso partecipato hanno creato percorsi incollati dall’esterno del teatro alla platea, che potessero accompagnare il pubblico dall’ingresso alla propria poltrona, o viceversa, muovendosi in modo inedito nello spazio. Ci muoviamo da fuori a dentro un luogo percepito da ognuno in maniera differente. Caldo o freddo, morbido o ruvido, che accoglie a braccia aperte o chiuse, che assomiglia ad un trianchio o ad un cergolo, che è variopinto o senza colore. Ci muoviamo da fuori a dentro con passi puntinati, direzioni zan!zan!zan! e ondeggiamenti. Di punto in bianco ci sorprende un lungo silenzio. È in sua compagnia che nasce per ognuno, un gestoteatro. Secondo Segno a misura di bambino TeatroPerTe Le cinque domande3, che hanno rappresentato il punto di partenza per immaginare e coprogettare il miglior teatro possibile, sono state riproposte al pubblico di “Famiglie a Teatro” domenica 30 gennaio 2022 come secondo “Segno a misura di bambino”. All’interno del programma di sala, insieme alle indicazioni, era presente un foglio sul quale scrivere le proprie risposte e da affiggere sulla grande bacheca presente nel foyer del teatro per accogliere i contributi di bambini e adulti. 3 Vedi lo strumento “E se il teatro fosse...” descritto nelle pp. 20-21 12 Terzo Segno a misura di bambino Anatomia scapestrata di un teatro Un teatro è un corpo umano. Un corpo umano è un teatro. Immersi nell’immaginazione tutto è possibile. Un teatro può avere nove cerveli, quattro orechie, un quore, sette boche. I polmoni di un teatro si fanno larghi e stretti per accogliere gli spettatori il suo quore batte veloce sentendoli entrare rallenta e si distende quando si siedono e lo spettacolo inizia gli stomaci di un teatro sono ghiotti di emozioni che scorrono tra palco e platea tra platea e palco tra palco e platea tra platea e palco le boche di un teatro mormorano tutte le parole custodite in anni ed anni di vita le orechie di un teatro sono buone custodi i cerveli di un teatro sanno muoversi su qualsiasi orizzonte orizzontale verticale obliquo così i nostri oci possono guardare scapestrati che un teatro è un corpo umano un corpo umano è un teatro. 13 “Anatomia scapestrata di un teatro” è un’opera che include le sedici “Anatomie di un teatro”4 create da bambine e bambini che hanno partecipato a “A misura di bambino”. Un’opera che vuole essere sintesi del percorso fatto insieme, nel quale le idee, i pensieri, i desideri di ogni partecipante si sono intrecciati e messi in dialogo con quelli degli altri, per giungere ad un progetto unico e condiviso. Quarto Segno a misura di bambino Segno che va, segno che torna… Stagione teatrale che va, stagione teatrale che torna… L’ultimo “Segno a misura di bambino”, presentato in occasione della chiusura della stagione in abbonamento “Famiglie a teatro”, vuole essere un saluto e un ringraziamento al pubblico, ma allo stesso tempo una condivisione con loro dell’esperienza vissuta a teatro. All’interno del foglio di sala, una cartolina bianca da disegnare, scrivere e decorare per la stagione teatrale che va, scritta dai bambini e indirizzata al Teatro Astra. All’uscita, è stata consegnata una seconda cartolina che il Teatro Astra ha scritto ai propri spettatori, per la stagione teatrale che torna; su queste cartoline è stato stampato uno dei disegni che bambine e bambini hanno creato durante gli incontri partecipati, pensando al teatro come a un corpo umano. Il racconto, prevalentemente supportato dai canali di comunicazione digitali, proseguirà fino alla presentazione del Teatro Astra a misura di bambino, sia verso la totalità del pubblico, sia – in maniera più precisa e tecnica – ai partecipanti attivi. Quando tutto si sarà concluso, sarà necessario rendere riconoscibile l’attitudine family and children friendly del Teatro Astra, per far sì che questo aspetto rappresenti una motivazione aggiuntiva capace di portare alla scelta di fruire di attività culturali in questo teatro e non in un altro. 4 Vedi lo strumento “Anatomia di un teatro” descritto a pagina 23 14 LA REALIZZAZIONE E LA VALUTAZIONE DEGLI ESITI Alla conclusione degli incontri di co-progettazione si è avuto tra le mani un progetto, quasi totalmente condiviso sia dagli adulti che dai bambini, di sistemazione del Teatro Astra e di attivazione di servizi, capace di accorpare desideri legati all’arredo e all’organizzazione degli spazi e bisogni intangibili. Il nuovo disegno dello spazio ha la necessità di inglobare al teatro l’esterno, il giardino e il piazzale, che permetterebbero di poter scegliere se passare il tempo dell’attesa all’interno del foyer o all’aria aperta. Il foyer dovrà ospitare un’area gioco, con attività da fare collettivamente, tavoli per il disegno, uno spazio nel quale i bambini possano stare senza scarpe, delimitato da un grande tappeto e ricoperto di cuscini. Nelle librerie si troveranno libri per ragazzi, magari albi illustrati o testi che raccontino le storie che si vedono in scena. Considerando che il foyer non è molto grande e che prima degli spettacoli viene occupato da chi deve acquistare i propri biglietti, è probabile che l’area gioco venga allestita per il dopo spettacolo – momento, come vedremo in seguito, considerato più prezioso – e che il pubblico che non intende fruirne utilizzi l’uscita presente in sala per tornare a casa, senza dover passare obbligatoriamente per l’atrio. Il piazzale antistante l’ingresso del teatro dovrebbe essere più colorato, il grigio del cemento sostituito da percorsi e giochi di strada, utili per ingannare l’attesa o da fare a fine spettacolo, e decorato da aiuole più rigogliose. Il giardino del teatro piace molto ai più piccoli, vorrebbero poterci giocare e, insieme agli adulti, avere la possibilità di trovarvici delle panchine e dei tavoli. Lo vorrebbero poi più verde, con più alberi e fiori. In giardino è presente una pompeiana, che è stata individuata come spazio fondamentale per “ingrandire” il foyer: se fosse coperta potrebbe essere utilizzata per giocare all’aperto anche se piove, o per consumare gli acquisti fatti al bar seduti ai tavolini. I servizi igienici dovranno essere più facilmente utilizzabili dai bambini, per fare ciò si è pensato di dedicare e indicare il bagno disabili come bagno per bambini e disabili, in modo da permettere loro di avere uno spazio maggiore nel quale saranno presenti tutti gli arredi necessari: il fasciatoio (già installato da tempo), il riduttore per il wc, gli scalini per raggiungere i lavandini e uno specchio alla giusta altezza. All’interno della sala, invece, per una fruizione più confortevole degli spettacoli sarà importante avere dei cuscini-rialzi che permettano a tutti i bambini di vedere bene senza la necessità di stare in braccio agli accompagnatori. Basandosi su una sperimentazione fatta durante la stagione 2021/2022, nella quale sono stati messi a disposizione dei cuscini (in numero limitato e poco performanti), i più piccoli hanno inoltre sottolineato che a loro piace molto ritirare e riconsegnare il proprio cuscino in autonomia. La gran parte delle esigenze materiali rispondono a due bisogni effimeri che sono emersi prepotentemente, il primo condiviso da tutti i partecipanti, il secondo richiesto dai bambini e poco considerato dai loro accompagnatori: si tratta di volere un teatro come luogo di socialità, e di avere la necessità di riposarsi dopo uno spettacolo. Potrebbe trattarsi di un desiderio particolarmente caro dopo due anni di pandemia, nei quali i rapporti sociali sono stati molto limitati, ma il fil rouge che ha accompagnato il percorso di 15 progettazione partecipata è stato il tema della socialità. Gli adulti desidererebbero che il Teatro Astra fosse un luogo di incontro, non di fruizione veloce di un prodotto culturale, ma uno spazio capace di incentivare le relazioni esistenti e di farne nascere di nuove, tra genitori che condividono il piacere di passare le domeniche pomeriggio a teatro con la propria famiglia. Ciò può essere incentivato dalla possibilità di fermarsi al termine delle rappresentazioni, per consumare un caffè al bar, mentre i bambini giocano, e scambiare qualche parola con amici, parenti e nuove conoscenze. I bambini invece vorrebbero socializzare con i loro coetanei attraverso il gioco e lo scambio di opinioni sugli spettacoli; è stato domandato se preferissero, dopo le messe in scena, dedicarsi al gioco libero o alla partecipazione a dei laboratori e, pur gradendo entrambe le possibilità, la scelta è ricaduta sul gioco libero. Inoltre, il giovane pubblico desidera conoscere gli attori che ha visto in scena, poter fare loro domande, chiedere un autografo. Tutto ciò potrebbe realizzarsi a termine di ogni spettacolo senza grandi esigenze: i bambini potrebbero giocare nell’area dedicata in foyer, o all’esterno, mentre gli adulti ordinano qualcosa al bar. Per chi lo desidera, gli artisti potrebbero destinare qualche minuto alle curiosità dei bambini, seguendoli nel foyer, o attendendo che la sala si liberi da chi vuole uscire velocemente, evitando così che la confusione che si crea appena terminato lo spettacolo disturbi l’incontro. Un esito della ricerca ha messo in luce una divergenza tra i bisogni di adulti e bambini. Le risposte al questionario hanno rilevato come servizio meno utile tra quelli proposti lo spazio di “decompressione” post spettacolo; è facile pensare che gli adulti, una volta terminato lo spettacolo, vogliano frettolosamente lasciare il teatro per tornare a casa, pensare alla cena e all’organizzazione della nuova settimana che sta per iniziare. Quando è stata invece data la possibilità ai bambini di lavorare sulla riprogettazione del foyer, da più voci è emerso il bisogno di riposo, di stare in sala anche a spettacolo terminato, di osservare il teatro vuoto, di distendersi su dei cuscini prima di tornare a casa. Il bambino vive l’esperienza 16 del teatro in maniera più forte rispetto all’adulto, dover rimanere seduto e concentrato per circa un’ora è per lui impegnativo e faticoso, la messa in scena lo rapisce e porta in un’altra dimensione, per questo avrebbe la richiesta di avere un momento per rilassarsi, per uscire gradualmente dalla visione, per riposarsi, per condividere e capire le emozioni che ha provato. Questo contributo ha dato ancora più vigore alla progettualità e alla volontà di realizzarla: dal percorso è emerso un bisogno dei bambini che non appare chiaro agli adulti, al quale è possibile dare attenzione, creando un luogo capace di accoglierlo e ascoltarlo. Se i più piccoli hanno l’opportunità di rimanere in teatro una volta che lo spettacolo si è concluso, per alcuni minuti di gioco o di condivisione, gli adulti che li accompagnano non potranno che assecondare il loro desiderio. Il nostro compito è quello di creare uno spazio che accolga e ascolti questa necessità e, contestualmente, di far comprendere agli adulti l’importanza che ha per i bambini il dopo spettacolo. Il Teatro Astra a misura di bambino intreccia l’obiettivo di offrire uno spazio della cultura a misura di bambini e famiglie alla volontà di rendere evidente il cambio di passo, far percepire che non si tratti di un luogo al quale gli spettatori devono adattarsi, ma di un teatro che si modifica con e per i propri fruitori, che, mettendosi in dialogo, possono essere parte attiva di un processo capace di migliorare l’esperienza teatrale a Vicenza. La Piccionaia sta lavorando nei mesi della primavera 2022 al reperimento di risorse economiche e alla definizione precisa degli interventi da eseguire. Si tratta di pensare a una riorganizzazione dello spazio del teatro, interno ed esterno, con interventi reversibili, con arredi utilizzabili non solo durante gli appuntamenti per famiglie, oppure eliminabili o amovibili ogni qualvolta lo si desideri. I partecipanti al percorso di co-progettazione hanno espresso il desiderio di essere coinvolti anche alla realizzazione dell’opera. Durante l’estate si lavorerà a questo, magari anche con l’aiuto di altri spettatori, di tutte le età, che prendono parte alle attività estive dell’Astra. In autunno, in occasione del primo evento dedicato alle nuove generazioni, verranno presentate le novità introdotte e testate nei mesi successivi. Per rendere ancora più accessibile lo spazio ai bambini, dovrà essere fornita una specifica formazione al personale di sala, per far sì che sia in grado di accogliere nel migliore dei modi gli spettatori più giovani e i loro accompagnatori, di mettersi in relazione con loro e di raccontare e incentivare l’utilizzo del nuovo spazio a loro dedicato. La Piccionaia sta inoltre valutando di proseguire con altre progettualità capaci di coinvolgere attivamente i bambini, che partecipano alla vita del teatro con le proprie famiglie o con la scuola. “A misura di bambino” è il primo percorso di partecipazione attiva delle nuove generazioni nella realizzazione di un progetto legato ai territori nei quali da tempo la Cooperativa è radicata. La possibilità di aprire un dialogo co-progettante non ha l’intenzione di stravolgere il lavoro, ma di aumentare e migliorare l’offerta, con esiti capaci di fondersi con quanto già è stato messo in atto dalla struttura e viene ritenuto efficace. “A misura di bambino” sta dando la possibilità di considerare i processi partecipativi come reali azioni portatrici di valore, capaci di aumentare le possibilità e accrescere la levatura delle proposte. 17 (&5.8414)9* (4574,*88&7*(43.'&2'.3. ,1.8792*38.)*11&5&78*(.5&>.43* Co-progettare con i bambini significa mettersi nei loro panni e capire quali strumenti siano in grado di far emergere con più facilità le loro idee, co-progettare per il teatro significa inserire nel processo partecipativo i linguaggi delle arti. Coinvolgere i bambini vuol dire aggiungere un punto di vista totalmente inedito, che può essere preso in considerazione solamente se si ha la consapevolezza della loro capacità di percepire le cose in maniera totalmente differente rispetto agli adulti. I bambini hanno un modo diverso di vedere, un altro sguardo, una percezione del mondo e della realtà unico, il loro punto di vista è capace di rendere più ricca la vita sociale e più profonda la conoscenza del mondo. L’utilizzo dei luoghi da parte dei bambini si distingue, utilizzano gli spazi adattandoli ai loro bisogni e spesso rifiutano quelli costruiti specificatamente per loro. I bambini hanno sentimenti propri nei confronti dei luoghi, sono diverse le preferenze ambientali ed è diverso l’affetto che provano per le architetture e gli oggetti di cui uno spazio si compone5. «Lo sguardo dei bambini sulla città è uno sguardo corporeo, legato alla terra, concreto; è uno sguardo naturalmente ecologico, orientato al benessere ambientale; è uno sguardo meno viziato da pregiudizi, da interessi mediocri, da aspettative economiche e di profitto; è infine uno sguardo immaginoso, desiderante, aperto al futuro, alla sperimentazione, all’innovazione. È possibile forse dire che un laboratorio di progettazione partecipata senza il contributo determinante dei bambini è un laboratorio difettivo alla radice, monco, incompleto, meno ricco di energia e di speranza»6. Giancarlo Paba elenca le caratteristiche capaci di rendere unici i processi partecipati che coinvolgono bambini e ragazzi nella conoscenza e nella modifica degli spazi urbani: - Il ruolo dei bambini è decisivo nella conoscenza di un tessuto urbano, sono analizzatori e esploratori sensibili. Inoltre, la loro analisi è specialmente qualitativa e sostanziale; - L’immaginazione dei bambini non permette sempre di avere da parte loro richieste e opinioni razionali, ma necessita di ascolto e dialogo continuo, per giungere alla realizzazione di quanto desiderino. Il loro contributo è fondamentale nella realizzazione finale di un progetto; - In alcuni casi l’apporto dei bambini può rivelarsi fondamentale anche nella realizzazione delle opere, attivando un processo di autocostruzione con loro7. La volontà di “A misura di bambino” è di coinvolgere i bambini nelle decisioni e di tener conto dei loro desideri, delle loro richieste e dei loro comportamenti, in un dialogo aperto, creativo e interattivo8 con gli adulti coinvolti. Si è partiti da questi presupposti per costruire strumenti della partecipazione inediti e un’equipe di progettisti e facilitatori capace di intersecare le conoscenze pedagogiche, in materia di progettazione partecipata, teatrali ed artistiche. 5 G. Paba, A.L. Pecoriello, La città bambina. Esperienze di progettazione partecipata nelle scuole, pp. 27-29 G. Paba, Partecipare per costruire la città, in AA.VV., Le bambine e i bambini trasformano le città: progetti e buone pratiche per la sostenibilità ambientale nei comuni italiani, Roma, Ministero dell'ambiente, 2000, p. 104 6 7 Ibidem, pp. 104-105 8 G. Paba, A.L. Pecoriello, La città bambina. Esperienze di progettazione partecipata nelle scuole, p. 36 19 Non si è voluto ideare percorsi che potessero, con piccole modifiche, funzionare sia per gli adulti che per i bambini, ma di pensare a delle proposte differenziate ed eventualmente richiedere agli adulti di svolgere attività insieme ai più piccoli e pensate per loro, ma mai il contrario. Il gioco e il divertimento sono serviti per innescare le loro capacità di espressione creativa, senza voler costruire un tempo eccessivamente strutturato e rigido9. Gli strumenti mutuati dal teatro, dalla danza e dai laboratori creativi permettono ai bambini di sperimentarsi utilizzando parti di loro stessi che solitamente esplorano poco, lavorando con il corpo come strumento espressivo; l’azione di alcune sue parti permette al cervello di ricevere stimoli in grado di modificare la percezione di sé e di conseguenza del mondo e di aprirsi a nuove e inaspettate possibilità. Le metodologie dei laboratori teatrali consentono inoltre di liberare la mente da stilemi e schemi precostituiti, da preconcetti, di lavorare in un ambiente non oppressivo, nel quale far emergere ogni idea senza che questa venga giudicata giusta o sbagliata. Il bambino si trova in uno spazio nel quale può osare, può fare cose che non aveva mai fatto e dire cose che non aveva detto prima, perché convinto di poterlo fare solamente nella sua immaginazione, prendendo consapevolezza di sé e di sé in relazione con gli altri e lo spazio che lo circonda. La tecnica utilizzata prevede un primo momento di decostruzione, di sperimentazione nell’utilizzo di corpo, voce, spazio e idee in modo inedito, che dona la percezione di essere liberi di esprimersi e di sperimentare, per poi procedere ad una ristrutturazione che dona consapevolezza, coraggio e ordine nella creazione di novità. Le tre parole chiave del percorso partecipativo, che rappresentano il punto di partenza e sono sintesi di quanto realizzato, sono: immagina, gioca, progetta. Immagina il miglior teatro possibile, gioca per conoscere, progetta il tuo teatro a misura di bambini. Il percorso vede, in momento diversi, i bambini lavorare da soli, o condividere l’attività con gli adulti; ogni risultato prodotto, sia da grandi che da piccoli, viene condiviso con tutti i partecipanti. Di seguito vengono analizzati quattro strumenti ideati e utilizzati efficacemente al Teatro Astra e che potrebbero essere riproposti in altri contesti: “E se il teatro fosse…” e “L’esplorazione” per far lavorare assieme adulti e bambini, “Anatomia di un teatro” e “Un foyer di post-it” rivolti ai soli bambini. E SE IL TEATRO FOSSE… In occasione del percorso al Teatro Astra, “E se il teatro fosse…” è stato il primo esercizio proposto a adulti e bambini, per incominciare a mettersi in ascolto del luogo e di loro stessi, attivando l’immaginazione. La durata è stata di 30 minuti. I partecipanti vengono invitati a stendersi per terra (se il pavimento è freddo, è bene attrezzarsi con tappetini o coperte, per mettere tutti a proprio agio), a chiudere gli occhi e ad accogliere alcune domande, come ad esempio: - Il teatro per te è un luogo caldo o freddo? - È morbido come la panna o ruvido e appuntito come una pietra? 9 Ibidem, p. 66 20 - Ti accoglie a braccia aperte o a braccia chiuse? - Di che forma è per te il teatro? - Se potessi dipingere le pareti esterne del teatro quale o quali colori useresti? E quelle interne sono dello stesso colore o sono diverse? Una volta trovate le risposte – e riaperti gli occhi – vengono scritte su un foglio da posare a terra. A scelta, alcune delle caratteristiche scritte, vengono trasformate da ognuno nel proprio gestoteatro e mostrate al resto del gruppo. L’esercizio ha alla base l’utilizzo dell’immaginazione e ciò che prevede il Metodo ideato da Moshé Feldenkrais (1904-1984) – fisico, ingegnere e judoka sovietico –, ovvero l’utilizzo del movimento per raggiungere una completa consapevolezza di sé. Per Feldenkrais è fondamentale l’immaginazione, infatti spesso nelle sue lezioni viene indicato di chiudere gli occhi e vedere con gli occhi della mente i movimenti che si dovranno andare a fare successivamente con il proprio corpo. La mente concede di essere in grado di fare un’azione corporea, che magari il corpo non riconosce come una propria possibilità10. L’immaginazione non prescinde dalla realtà e da ciò che il corpo percepisce, ma dà l’occasione di trovare idee più legate al sentire, che non a qualcosa che conosciamo già ed è concreto: immaginando, ad occhi chiusi, se il teatro possa essere caldo o freddo, si riportano alla mente le sensazioni che il fisico prova pensandosi in quel luogo, o in quella situazione, senza legarle necessariamente al Teatro Astra (o ad un altro teatro specifico), ma all’idea che ognuno possiede del luogo teatro. Si tratta di un’attività introduttiva, utile al gruppo per fare conoscenza, senza presentarsi, ma raccontando ciò che in quel momento si sta provando e traducendolo in gesto. Le domande semplici permettono a bambini di ogni età di trovare le proprie risposte, che sono in grado di offrire una prima fotografia della loro relazione con lo spazio teatro. 10 Associazione Italiana Insegnanti Metodo Feldenkrais, www.feldenkrais.it 21 L’ESPLORAZIONE Lo strumento al quale si ispira è la camminata di quartiere, ridefinita e limitata allo spazio del teatro e dei luoghi all’aperto annessi, un’attività fruibile da tutti i partecipanti, bambini e adulti. Si tratta di uno dei primi strumenti da mettere in campo per introdurre il processo partecipativo, come la camminata di quartiere, ma che – invece di coinvolgere gli abitanti della zona – si limita alla narrazione condotta da uno o più professionisti che lavorano in quel luogo, capaci di rispondere alle curiosità che emergono durante il giro, alla condivisione delle proprie esperienze e conoscenze e ad accogliere i racconti degli spettatori presenti11. Il percorso prevede di visitare l’intero teatro, anche le parti solitamente inagibili agli spettatori, dai locali di servizio al palcoscenico. L’esplorazione viene accompagnata da notizie riguardanti la storia del luogo, aneddoti artistici, la destinazione d’uso di ogni spazio. Contestualmente è possibile, inoltre, insegnare ai bambini i nomi e l’utilizzo delle singole parti, anche tecniche, che compongono un teatro. La possibilità poi di salire sul palcoscenico e vedere la platea da lì, contrariamente a quanto gli spettatori sono abituati a fare guardando il palco dalla sala, regala un momento magico ad ogni persona. All’eccezionalità dell’esplorazione dei luoghi nascosti, si aggiunge l’esame degli spazi per il pubblico, quelli che sono oggetto della co-progettazione, che possono essere ri-arredati o utilizzati con finalità differenti. L’esplorazione è organizzata come un gioco, i bambini fanno strada al gruppo, illuminando con le torce i luoghi più bui. Al Teatro Astra si è saliti sul palcoscenico dai camerini – come fanno gli artisti che vanno in scena –, il sipario si è aperto su una platea illuminata, mentre i partecipanti sono stati invitati a proporre un gesto capace di rappresentare la sensazione di quel momento. Durante il percorso, oltre alla vista, si lavora con i sensi dell’udito e dell’olfatto, per scoprire odori ed echi dei luoghi. Su foyer, sala, spazi dedicati agli spettatori vengono fornite informazioni storiche, di utilizzo e anche relative alla sicurezza e ai limiti presenti, così da consegnare tutti gli strumenti per progettare modifiche realizzabili. La durata dell’esplorazione varia in base alla grandezza del teatro, è possibile dedicarvici dai 30 ai 45 minuti. 11 M. Sclavi, et al., Avventure Urbane. Progettare la città con gli abitanti, Milano, Elèuthera, 2005, pp. 205-208 22 ANATOMIA DI UN TEATRO Attraverso il disegno, ai bambini viene proposto di rappresentare un teatro, non uno nello specifico, ma ciò che per loro è un teatro, sia internamente che esternamente. Per farlo è sufficiente mettere a disposizione cartelloni, pastelli, pennarelli e colori a tempera. E se il teatro fosse un essere vivente? Se avesse occhi, bocche, cuori, cervelli, polmoni? E se potesse vedere, parlare, ascoltare, respirare, pensare? Grazie a questi stimoli, i disegni di teatri si riempiono di parti del corpo, dando vita ad una “mappa anatomica del fuori” e ad una “mappa anatomica del dentro” di un teatro. Il lavoro dà la possibilità di mutare e approfondire la propria visione di un luogo: ragionare su dove si potrebbe trovare il cuore di un teatro ha lo scopo di individuare qual è lo spazio capace di vitalizzare l’intera struttura; conoscere le differenti parti di cui è composto uno spazio – proprio come un corpo umano – dà la possibilità di comprendere come in realtà siano tutte collegate tra loro e come ognuna debba funzionare al meglio perché l’intero “corpo” adempia alla propria funzione. Poter trasferire ai luoghi la perfezione della “macchina corporea”, la sua condizione fisiologica, dà la possibilità di capire cosa sia necessario mutare per renderli vivi e vivibili. Trasferire l'anatomia del corpo umano agli spazi che attraversiamo e viviamo quotidianamente può darci un punto di vista nuovo, una consapevolezza diversa, la capacità di comprendere maggiormente come debbano essere strutturati per accogliere chi li abita. Pensare al teatro come ad un essere vivente, capace come noi di percepire attraverso i sensi e di provare emozioni, significa rendere vivo un luogo che può apparire altrimenti immobile; ma il teatro non è un edificio come un altro, viene riempito di arte e di ciò che l’arte fa risuonare negli artisti e negli spettatori, è abitato da molte storie e osservandolo può restituirne. Si vuole far percepire questa unicità e allo stesso tempo vicinanza del luogo teatro, chiedendo ai bambini di raffigurarlo attraverso l’immaginazione; gli esiti restituiscono il loro rapporto con lo spazio, le emozioni che provano quando si trovano in questo luogo. La proposta al Teatro Astra ha impegnato i bambini per un’ora e mezza, si è però capito che è necessario più tempo, almeno un’ora in più e, volendo, è possibile dedicare due momenti differenti al lavoro sul dentro e sul fuori. 23 UN FOYER DI POST-IT I sensi sono spesso considerati gli strumenti capaci di mettere in relazione ed educare i bambini alla scoperta e alla confidenza con l’arte contemporanea e con ciò che risulta essere complesso e respingente. Su questo tema, nel 1954, lo studio di architettura BBPR presentava così il “Labirinto dei ragazzi” (inizialmente denominato “Musei dei bambini”), progettato per il giardino della X Triennale di Milano: «Il problema più attuale nell’arte contemporanea è quello di stabilire un contatto fra essa ed il pubblico. Noi crediamo che questo sia essenzialmente un problema di educazione e pertanto riteniamo che debba essere affrontato fin dai primi anni, sì che l’arte non diventi un problema astratto ed intellettualistico ma un diretto rapporto tra l’uomo e gli oggetti creati da lui. Il museo dei bambini che proponiamo ha essenzialmente tale scopo: fare intendere traverso l’immediatezza dei sensi i diversi valori dell’espressione artistica, onde ogni individuo – diventato adulto – abbia assimilato, per afflato diretto, l’esperienza delle diverse forme d’arte. I veicoli di questa esperienza sono i sensi, i quali sono gli strumenti necessari sia per compiere l’analisi, che per cogliere la sintesi degli elementi costitutivi delle diverse manifestazioni»12. In “Un foyer di post-it” i sensi vengono messi al centro dell’attenzione insieme a ciò che svelano. Per facilitare la progettazione da parte dei bambini, lavorare concretamente nello spazio è sicuramente utile, perché permette loro di osservarlo, misurarlo e valutare più precisamente la fattibilità di ogni idea. In questa attività i bambini possono muoversi liberamente negli spazi protagonisti della riprogettazione, prima in una fase di analisi guidata, poi di realizzazione e infine di condivisione con il resto del gruppo. Nell’ispezione l’analisi sensoriale richiede la risposta ad alcune domande, come: - Cosa vedo e cosa potrei vedere che mi farebbe stare bene? - Cosa mi piacerebbe ascoltare e non ascoltare mentre mi accingo allo spettacolo e dopo averlo vissuto? - Cosa mi piacerebbe toccare quando arrivo e sto in questo luogo? Partendo da queste e altre suggestioni, i bambini sono invitati a creare ed appendere dei cartelli con ciò che vorrebbero vedere, ascoltare, annusare nel foyer e negli altri spazi del teatro. A loro disposizione, oltre a post-it, fogli e colori, sono presenti dei rotoli di nastro adesivo di carta, per inserire ciò che manca e “aggiustare” lo spazio attraverso la riprogettazione. Durante l’attività emergono grandi sogni utopici, ma anche i reali desideri dei bambini, legati a quel luogo e al suo utilizzo. In conclusione, tutti i bambini hanno la possibilità di mostrare agli altri cosa desidererebbero vedere realizzato in teatro. L’esercizio può compiersi in 45, 60 minuti. Una volta terminato il lavoro è necessaria un’interpretazione delle emersioni da parte dei facilitatori, per comprendere se alcune richieste apparentemente impossibili, non possano rappresentare bisogni più semplici, che i più piccoli esprimono differentemente da quanto 12 BBPR, Museo dei bambini, Archivio Storico – La Triennale di Milano, X Triennale di Milano, 16 aprile 1954 24 farebbe un adulto. Capire ciò che davvero i bambini chiedono, può richiedere diversi tentativi13, per questo potrebbe essere utile provare ad esaminare quanto scritto e sistemato nello spazio insieme ai partecipanti. 13 G. Paba, A.L. Pecoriello, La città bambina. Esperienze di progettazione partecipata nelle scuole, p. 37 25 (&5.841487* 8*&87.&2.97&).'&2'.34 .548*.).9324)*1147*51.(&'.1*.38988. .194,-.).5*88&(414)*1&5.((.43&.& Il processo messo in atto al Teatro Astra di Vicenza può rappresentare il primo esperimento di un progetto che La Piccionaia può realizzare negli altri teatri direttamente gestiti o nei quali vengono programmati spettacoli per bambini, famiglie e scuole: nello specifico Teatro Villa dei Leoni di Mira (Venezia), Teatro Ferrari di Camposampiero (Padova), Teatro di Mirano (Venezia) e Teatrino Groggia di Venezia. Si potrebbe prevedere un percorso capace di dedicare ad ogni singolo spazio l’attenzione necessaria, tenendo in considerazione il contesto locale e la relazione già esistente con il pubblico delle famiglie e delle scuole, le diverse tipologie di sala e soprattutto le differenti necessità che gli spettatori possono avere. Dalle brevi descrizioni che seguono, si potrà notare che si tratta di spazi molto differenti tra di loro, sia architettonicamente, sia per la collocazione geografica, che per le attività organizzatevi all’interno; ad accomunarli sono invece due aspetti: la presenza in tutti i teatri di rassegne e attività rivolte alle famiglie e alle scuole e che sono luoghi nei quali vengono programmate anche stagioni di prosa e di teatro serale, pertanto ogni modifica degli arredi e dell’organizzazione dello spazio – come accaduto per il Teatro Astra – deve tenere conto dei diversi usi. In queste pagine si proverà a tracciare un percorso di co-progettazione con bambini e adulti per un teatro a misura di bambini che possa essere avviato in qualunque spazio teatrale, utilizzando come base quanto pensato per il Teatro Astra, con una valutazione delle utili migliorie da apportare perché l’attività possa giungere ad un esito ancora migliore. I CONTESTI Teatro Villa dei Leoni Il Teatro Villa dei Leoni è un teatro di proprietà del Comune di Mira e può ospitare fino a 300 spettatori in uno spazio suddiviso tra platea (156 posti) e gradinata (144 posti). Si trova in provincia di Venezia, in un comune di circa 37.000 abitanti. L'edificio originariamente ricopriva la funzione di barchessa di Villa Contarini dei Leoni (XVI secolo), restaurata tra il 1984 e il 1988, è stata adibita alla nuova funzione a partire dal 1988. Il corpo centrale di Villa dei Leoni, dopo varie destinazioni d’uso, è stato restaurato e inaugurato nel 2008 come spazio eventi e spazio espositivo. Da allora alcune delle sale sono state utilizzate da La Piccionaia come spazio foyer e biglietteria del teatro e, occasionalmente, come punto ristoro. Questa soluzione è stata utile per sopperire alle dimensioni ridotte dell’ingresso al teatro che non riesce ad accogliere più di trenta persone per volta. La sala teatrale si trova all’interno del parco della villa che è accessibile e fruibile dalla cittadinanza come area verde pubblica gestito dal Comune di Mira. Gli spettatori degli appuntamenti dedicati alle famiglie hanno sempre usufruito del parco prima, ma soprattutto dopo gli spettacoli, le scuole che vanno a teatro lo utilizzano spesso per la merenda prima o dopo le rappresentazioni. La Piccionaia gestisce il Teatro Villa dei Leoni dal 2000 e attualmente si occupa di programmare una rassegna per famiglie, dedicata ai bambini dai 3 anni e agli adulti che li accompagnano, e 27 una rassegna di teatro scuola per le scuole dell’infanzia, primarie e secondarie di primo grado, nonché laboratori teatrali, per lo più per le nuove generazioni. Teatro Ferrari La Piccionaia gestisce il Teatro Ferrari dal 2015, si tratta di un edificio molto recente, inaugurato nel 2011, con una sala con 428 poltrone, con ottima visibilità e acustica, un grande palcoscenico e spazi dedicati all’accoglienza del pubblico: tra questi una sala utilizzabile per laboratori e un ampio foyer spesso utilizzato per piccole esposizioni. Davanti al teatro è presente un parcheggio, non c’è invece all’interno un servizio bar. Il teatro si trova a Camposampiero, un comune in provincia di Padova con più di 11.000 abitanti. La Piccionaia organizza al Ferrari una rassegna serale, un calendario di appuntamenti domenicali per famiglie (per bambini dai 3 anni), una rassegna di teatro per le scuole e un laboratorio teatrale pomeridiano per bambini della scuola primaria. Teatro di Mirano Il Cinema Teatro di Mirano, di proprietà del Comune, è stato inaugurato nel settembre 2006. All’interno si trovano una sala da 404 posti, utilizzata sia come sala teatrale che cinematografica, e due sale cinema da 100 posti ciascuna. La sala teatrale ha un piccolo foyer dedicato e un ballatoio che lo sovrasta inutilizzato. La Piccionaia cura per l’Amministrazione Comunale le rassegne teatrali “Domeniche a teatro” per le famiglie e “La scuola va a teatro” per gli studenti degli istituti scolastici di ogni ordine e grado dal 2014. Raramente gli spettacoli teatrali e le proiezioni cinematografiche avvengono in contemporanea. La cittadina di Mirano si trova in provincia di Venezia ed ha 27.000 abitanti. Il Cinema Teatro è situato in corrispondenza di uno degli accessi al centro abitato ed ha l'ingresso rivolto verso una strada trafficata, dalla quale è diviso da un'ampia zona pedonale non delimitata. Teatrino Groggia La Piccionaia cura la sua prima programmazione per il Teatrino Groggia di Venezia nella stagione 2021/2022 con sei mesi di appuntamenti divisi in quattro sezioni: “Domeniche da favola” dedicata ai bambini a partire dai 3 anni, “Prime esperienze teatrali” dai 9 mesi ai 5 anni, “Prime pratiche teatrali” ovvero brevi laboratori differenziati per fasce d’età e “Avventure a teatro” tre appuntamenti serali adatti ad un pubblico a partire dai 16 anni e agli adulti. Il Teatrino Groggia è collocato nel centro storico di Venezia, ai margini settentrionali del Sestiere di Cannaregio, non distante dalla zona del Ghetto, all'interno del parco omonimo ed ha a disposizione una piccola sala teatrale che può ospitare 99 spettatori. L’attuale forma del teatro risale al 1913, precedentemente era un edificio a uso magazzino in una zona di orti. Un’interessante caratteristica del teatro è il riscaldamento a pavimento che consente di lavorare con i bambini in situazione di confort sfruttando l’ampio spazio della sala; il palcoscenico invece è di dimensioni estremamente ridotte. Il parco è molto frequentato dai bambini come spazio verde e accoglie numerosi servizi per la cittadinanza: una ludoteca, una piscina, due società remiere, un corso d’italiano per stranieri, una sede dei servizi sociali del Comune. La zona in cui si trova è ancora spiccatamente residenziale 28 con numerose scuole nei dintorni, questo rende il Teatrino Groggia un’opportunità preziosa per una città dove i servizi culturali sono sempre più indirizzati al turismo che non ai residenti. I TEMPI “A misura di bambino” al Teatro Astra ha preso avvio precedentemente rispetto all’apertura della stagione teatrale e alla partenza dei laboratori, non permettendo quindi di promuovere l’indagine preliminare e il percorso di co-progettazione agli spettatori, agli insegnanti e ai corsisti in occasione di spettacoli ed eventi. Inoltre, a causa dell’epidemia Covid-19 e alle misure di contenimento messe in atto a partire da febbraio 2020, le rassegne sono ripartite a novembre 2021, dopo un anno e mezzo di stop, con dei timori da parte degli spettatori e un’abitudine alla frequentazione delle attività culturali da ricostruire. Ai pubblici dell’Astra, il progetto è stato presentato, utilizzando i canali digitali e i pieghevoli della rassegna “Famiglie a teatro”, il 15 ottobre 2021, con la pubblicazione del questionario online, che è rimasto compilabile fino all’8 novembre 2021. Gli incontri di co-progettazione sono stati programmati dal 13 novembre 2021 al 5 febbraio 2022. Il primo appuntamento della rassegna “Famiglie a teatro” – eventi nei quali è presente il bacino più numeroso di persone potenzialmente interessate a partecipare ad un percorso di cocreazione per un teatro a misura di bambini – è stato il 14 novembre, ovvero successivamente alla somministrazione dell’intervista e all’avvio degli incontri, pertanto la possibilità di entrare in contatto diretto con il pubblico delle famiglie si è limitata alle occasioni di acquisto degli abbonamenti e dei biglietti in prevendita. Gli insegnanti, che precedentemente al Covid-19 venivano contattati nei mesi di settembre e ottobre per invitarli a partecipare ad incontri e corsi a loro dedicati e per promuovere le proposte di teatro scuola, non sono stati in grado di programmare uscite a teatro fino al mese di novembre 2021, pertanto anche la relazione con loro è ricominciata successivamente all’inizio del percorso. Augurandosi di non dover più tenere in considerazione restrizioni alla fruizione teatrale dovute alla pandemia, per raggiungere un maggior numero di genitori, insegnanti e adulti interessati ad essere coinvolti nella progettazione di un teatro a misura di bambini, è importante far coincidere l’avvio delle rassegne, in particolare quelle per famiglie, con la partenza di tutte le azioni del percorso. 29 Come è stato fatto per il Teatro Astra, è in ogni caso utile inoltre seguire le tempistiche della stagione teatrale, organizzando le attività che richiedono un coinvolgimento degli spettatori nei mesi nei quali sono calendarizzati gli spettacoli delle rassegne e utilizzando il periodo tra aprile e settembre per attuare quanto progettato con il pubblico per presentarlo, iniziare a testarlo e utilizzarlo con l’apertura della stagione teatrale successiva. LA COMUNICAZIONE A Vicenza la comunicazione ha accompagnato ogni fase di “A misura di bambino”, nel tentativo di costruire un racconto che fosse in grado di coinvolgere il maggior numero di spettatori possibile e di condividere con loro il percorso che La Piccionaia sta compiendo per ospitare il pubblico in un teatro family and children friendly. Come detto in precedenza – differentemente da quanto attuato al Teatro Astra – è importante far coincidere le tempistiche delle stagioni con quelle del percorso, per raggiungere tutte le persone potenzialmente interessate. Nei mesi nei quali sono calendarizzati gli spettacoli delle rassegne per famiglie e scuole, gli adulti che accompagnano i più piccoli a teatro nel fine settimana e gli insegnanti che organizzano un’uscita didattica sono più legati al teatro e quindi più permeabili con altre proposte. Durante gli altri periodi dell’anno l’abitudine alla fruizione teatrale non c’è e pertanto viene prestata meno attenzione anche alle comunicazioni fatte e a nuove progettualità che vengono attivate. “A misura di bambino” e l’obiettivo di costruire un teatro a misura di bambini e famiglie necessitano inoltre di essere raccontati e conosciuti da tutti i pubblici dei teatri, anche a chi non è stato coinvolto attivamente nel percorso. La comunicazione potrebbe quindi suddividersi in tre azioni: - Lancio del progetto: comunicare l’avvio delle attività per intercettare spettatori interessati a partecipare attivamente al percorso, sia rispondendo all’indagine preliminare, sia prendendo parte al percorso di co-creazione. I materiali delle rassegne, la comunicazione online e la stampa rappresentano la base della promozione, che dovrà essere rinforzata raccontando il progetto e ingaggiando insegnanti e adulti durante l’organizzazione del teatro scuola, la campagna abbonamenti e i primi appuntamenti della rassegna per famiglie. Il coinvolgimento personale aumenta la percezione del valore che la propria partecipazione ha e rende maggiormente disposti a investire il proprio tempo per lavorare su un tema ritenuto importante. - Racconto: fondamentale è condividere i risultati degli incontri di co-progettazione, ma non sempre è possibile costruire un racconto che possa essere chiaro e avvincente per un fruitore. A Vicenza si è scelto di accompagnare gli spettacoli della seconda parte di stagione (da gennaio a marzo 2022) con i “Segni a misura di bambino”, presenti e differenziati durante tutti gli appuntamenti per famiglie e in altri momenti di apertura del teatro. I “Segni a misura di bambino” sono delle opere realizzate insieme ai protagonisti del percorso o partendo da loro creazioni, che, in maniera ludica e creativa, portano attenzione e danno rilevanza al percorso che è stato avviato, occupando e modificando temporaneamente ma visibilmente lo spazio del teatro. I Segni rappresentano uno strumento per informare gli adulti, ma in grado 30 di coinvolgere anche i bambini che possono interagire con le opere e modificarle. Questa azione va mantenuta, personalizzando i Segni al teatro dove si sta agendo, basandosi su quanto emerso durante il percorso partecipativo e dando (almeno in alcuni momenti) la possibilità di giocare e interagire con le opere, per aumentare la curiosità che possono suscitare negli spettatori. Il sito internet del teatro e i social network inoltre devono costituire il diario permanente del percorso, nel quale raccogliere la narrazione e gli esiti di ogni fase. Anche una volta concluso il percorso di progettazione partecipata, andranno comunicati i passi fatti: alle persone che hanno co-creato, per non far svanire la loro affezione verso il progetto, tenerli aggiornati sugli sviluppi e coinvolgerli nuovamente nella realizzazione e nel testare l’esito; all’intero pubblico del teatro, per renderlo consapevole del percorso avviato e prepararlo alle novità che verranno attuate; ai finanziatori del progetto, che potrebbero essere interessati ad investire altre risorse, o a potenziali nuovi sponsor. - Un teatro a misura di bambini: una volta conclusi i lavori si avrà un teatro con un valore aggiunto, ovvero l’attenzione alle necessità di bambini e famiglie, aspetto che andrà reso evidente in ogni occasione; ciò permetterà di aumentare la consapevolezza degli spettatori che già conoscono e vivono lo spazio e di far conoscere a nuovi pubblici l’unicità dell’esperienza teatrale in quel luogo rispetto che in altri, sottolineare l’importanza che le nuove generazioni e il loro benessere rappresentano per La Piccionaia. LA CONOSCENZA DEL PUBBLICO La prima fase di lavoro per il Teatro Astra a misura di bambino è stata rappresentata da un’intervista rivolta a tutti gli spettatori, un questionario online con l’intento di costruire una panoramica sulla percezione di quanto possa risultare motivante sapere che uno spazio è attento ai bisogni di bambini, scolaresche e famiglie. All’Astra ci si è concentrati in particolare su spazi e arredi, ma le domande possono riguardare anche aspetti legati all’esperienza e ai servizi immateriali. In ogni caso le proposte o richieste avanzate è bene che si focalizzino su modifiche possibili, altrimenti il rischio è di ricevere critiche e suggerimenti che rimarrebbero inascoltati. Per fare ciò, è sufficiente proporre prevalentemente domande chiuse e non lasciare troppo spazio ai consigli liberi. Il questionario può essere somministrato, come per Vicenza, precedentemente al percorso di coprogettazione, oppure essere un’occasione di conoscenza dei pubblici durante l’intera stagione. Nel primo caso le emersioni possono essere riportate ai partecipanti durante il percorso di cocreazione come ulteriori questioni da considerare e sulle quali lavorare, ma ciò significa che la raccolta di pareri sarà limitata nel tempo e accoglierà le impressioni degli spettatori più reattivi. Se invece il questionario rimanesse compilabile per più mesi e presente in teatro nei giorni di spettacolo, permetterebbe di raccogliere dati più precisi e condivisi da un campione più numeroso; quanto emerso verrà integrato in un secondo momento con l’esito degli incontri partecipati. La scelta dei tempi di somministrazione si basa anche sulla conoscenza pregressa dei pubblici: se un teatro possiede già informazioni aggiornate riguardanti i propri spettatori può optare per un’intervista focalizzata solamente su “A misura di bambino” e compilabile per un breve periodo; 31 al contrario, se si reputa necessario indagare pareri e abitudini di un pubblico che non si conosce, le domande riguardanti l’utilità di uno spazio accessibile per i bambini, possono essere inserite in un questionario più ampio, utile a raccogliere diverse tipologie di informazioni e durante un’intera stagione teatrale. IL PERCORSO PARTECIPATO Per “A misura di bambino” al Teatro Astra è stato necessario ideare un percorso partecipato nuovo, con strumenti della partecipazione inediti, in un contesto nel quale il coinvolgimento attivo di bambini e adulti non era mai avvenuto prima. Quest’esperienza ha però permesso di costruire un’attività, testarla, analizzarne l’efficacia in seguito e dalla quale è possibile partire per ridefinire un processo partecipato ottimizzato da poter presentare nella stessa forma in tutti gli altri teatri gestiti da La Piccionaia. Quattro incontri, di due ore ciascuno, indirizzati ad un gruppo composto da bambini dai 5 anni e adulti, durante i quali si alternano attività condivise e attività specifiche per piccoli e grandi. Gli incontri si dovranno svolgere nel periodo tra dicembre e marzo, tra un appuntamento e l’altro non dovrebbero trascorrere più di quattro settimane, per non far perdere memoria di quanto costruito in precedenza. Il primo incontro è un momento di conoscenza reciproca tra gli spettatori e con i facilitatori, e di indagine sullo spazio del teatro. Le attività coinvolgono adulti e bambini insieme per l’intera durata e sono “E se il teatro fosse…” e “L’esplorazione”. La prima proposta consente di iniziare a relazionarsi attraverso l’immaginazione e i gesti con il gruppo, di creare un’atmosfera collaborativa e togliere barriere e timori creati dal nuovo contesto nel quale ci si trova; “L’esplorazione” invece dà la possibilità di visitare e raccogliere informazioni sul teatro per scoprirne i luoghi più nascosti e inaccessibili, ma anche per iniziare a prendere possesso dello spazio da riprogettare. Dal primo al secondo appuntamento si traghetta una maggiore consapevolezza dell’obiettivo del percorso e la percezione di dover procedere come gruppo unito fino alla conclusione del percorso. Il nuovo incontro dà spazio a creatività e immaginazione, facendo operare in gruppi distinti adulti e bambini. I più piccoli iniziano a lavorare all’”Anatomia di un teatro”, prima portando a conclusione il lavoro su com’è fatto esternamente un teatro, individuando dove potrebbero trovarsi 32 i suoi occhi, nasi, bocche, orecchie se fosse un essere umano e poi, iniziando, a definire la mappa anatomica dell’interno del teatro, che verrà conclusa nell’occasione successiva. Intanto gli adulti dedicano ancora spazio alla conoscenza reciproca e, anche loro attraverso lo strumento del disegno, raccontano il primo ricordo di teatro: un esercizio per ritornare bambini e provare a progettare vedendo le cose da una prospettiva differente; successivamente la riflessione si concentra sullo spazio della platea – luogo limitatamente modificabile in qualsiasi teatro, ma centrale – e su come sappia accogliere gli spettatori durante la visione degli spettacoli. Il terzo incontro aiuta a trasferire quanto immaginato dai bambini come teatro ideale, in un’idea progettuale realistica per il luogo dove ci si trova; si incomincia terminando l’“Anatomia di un teatro” dell’interno, individuando il punto nel quale si troverebbero i cuori, i cervelli, i polmoni, gli stomaci nella propria mappa anatomica di un teatro, per poi dedicarsi alla progettazione degli spazi che accolgono gli spettatori prima e dopo gli spettacoli, osservandoli, analizzandoli attraverso i sensi e apportando le modifiche desiderate con lo strumento “Un foyer di post-it”. Gli adulti, nel terzo giorno di lavori, incominciano a progettare il teatro a misura di bambini e famiglie: ad un primo momento utile a riassumere le informazioni necessarie, segue un’esercitazione a coppie o gruppi di tre che restituisce più progetti, che poi vengono raccontati agli altri partecipanti e discussi. L’incontro si conclude con la visione da parte dei grandi delle “Anatomie di un teatro” e dei cartelli affissi nell’atrio, accompagnati dal racconto dei bambini. 33 L’appuntamento conclusivo ha l’obiettivo di definire il progetto condiviso da tutti i partecipanti. Per fare ciò, i due gruppi lavorano in una prima fase separati, per concordare una proposta da esporre. L’incontro prosegue con il racconto e il confronto su quanto ideato da adulti e bambini, e la valutazione delle modifiche eventualmente da apportare per assecondare i bisogni emersi solamente dagli adulti, o esclusivamente dai bambini. Concretamente, i progetti vengono mostrati con il supporto di grandi planimetrie. Non si esclude che al termine bambini e adulti non riescano a trovare un accordo su ogni singolo aspetto, sarà quindi compito dei progettisti fare sintesi e motivare la direzione presa. LA VALUTAZIONE DEGLI ESITI La valutazione degli esiti comporta un’osservazione continua negli anni successivi al processo. Una volta concluso il percorso partecipato, La Piccionaia si prende carico di realizzare quanto richiesto e di renderlo utilizzabile a partire dalla stagione teatrale successiva. Da quel momento è fondamentale mantenere fissa l’attenzione su due aspetti: lo spazio a misura di bambini e famiglie e la comunità attiva che si è creata attorno al teatro. Gli arredi, i servizi e le esperienze accessibili ai bambini possono richiedere l’apporto di modifiche rispetto al progetto iniziale, per andare incontro ad esigenze che potrebbero emergere utilizzandole; ci vorranno diversi eventi, per differenti tipologie di pubblico, per comprendere se ogni cosa funziona al meglio, o se siano necessari alcuni cambi. L’osservazione è il primo e imprescindibile strumento per valutare ciò, ma a questo va aggiunta la raccolta di pareri sia di adulti che di bambini. Non è pensabile che il monitoraggio del progetto avvenga solamente durante la prima stagione, ma è necessario sia costante nel tempo: il pubblico delle nuove generazioni ha un ricambio molto veloce, quando i bambini crescono, insieme alle loro famiglie, smettono di frequentare le attività rivolte all’infanzia, per questo bisogna essere consapevoli che i loro bisogni dopo qualche anno possano mutare. La richiesta di partecipare attivamente alla riprogettazione di un luogo caro agli spettatori può innescare la volontà di continuare ad esprimere la propria opinione e di essere inclusi in altri 34 momenti decisionali legati al teatro. Questa voglia non può essere ignorata o fatta svanire senza prestarle attenzione, va mantenuta una relazione capace di mettere il pubblico al centro delle progettualità. Una comunità attenta e affezionata ad uno spazio culturale, non può che rappresentare una ricchezza unica e aggiuntiva per quel territorio, che i curatori e le amministrazioni locali non possono ignorare e hanno il dovere di mantenere viva, continuando ad impegnarsi ad offrire ascolto e spazi di confronto con chi condivide la fruizione di un luogo. 35 (43(19.43. Al momento della stesura di questo elaborato, il Teatro Astra a misura di bambini e famiglie è ancora in fase di realizzazione, è pertanto difficile darne una visione realmente conclusiva. Il processo di co-progettazione ha fatto emergere dei bisogni, che richiedono dedizione per essere ascoltati e per apportare dei cambiamenti ad uno spazio e a delle abitudini consolidate. La Piccionaia sta lavorando con impegno perché ciò avvenga, per non vanificare lo sforzo fatto, l’affetto e l’interesse che gli spettatori hanno dimostrato nei confronti del Teatro Astra di Vicenza. Allo stesso modo la volontà che si sta consolidando è di non abbandonare la strada della progettazione partecipata, dopo questo esperimento, e di continuare a creare spazi di ascolto e confronto con i pubblici e le comunità che abitano i teatri in gestione, con la consapevolezza che ciò doni maggiore valore ad ogni proposta culturale. “A misura di bambino” ha dato modo di sperimentare gli strumenti del teatro, della danza e delle arti in ambito partecipativo, consegnando esiti di grande espressività e creatività, in particolare da parte dei bambini. Vanno necessariamente considerate le potenzialità aggiuntive che le metodologie utilizzate nei laboratori artistici siano in grado di dare alla partecipazione, creando percorsi nuovi, originali e nei quali, grazie all’immaginazione e alla libertà espressiva, è possibile concedersi di aspirare a creare il miglior mondo possibile. La Piccionaia, nella realizzazione degli spettacoli dedicati alle nuove generazioni, presta da sempre attenzione ai desideri dei bambini. A questo, ora, si aggiunge la volontà di approcciarsi allo stesso modo anche per migliorare lo stare a teatro, attraverso il loro coinvolgimento diretto e attivo, strumento indispensabile per conoscerne veramente i bisogni, ciò che hanno da dire e nel sostenerli per «reinventare l’infanzia e i luoghi che la sostengono»14. «Vorrei un Teatro come una Piazza», ha detto una partecipante agli incontri di co-creazione al Teatro Astra, donandoci una visione preziosa sul futuro prossimo: costruiamo dunque un teatro che non sia solamente un luogo di spettacolo, ma uno spazio vivo, capace di creare incontri, legami, che sia ambiente di confronto, nel quale tutti – bambini, giovani e adulti – possano sentirsi a loro agio, accolti, ascoltati e parte di una comunità. 14 G. Paba, A.L. Pecoriello, La città bambina. Esperienze di progettazione partecipata nelle scuole, p. 38 37 '.'1.4,7&+.& .84,7&+.& AA.VV., Le bambine e i bambini trasformano le città: progetti e buone pratiche per la sostenibilità ambientale nei comuni italiani, Roma, Ministero dell'ambiente, 2000 AA. VV., Dossier Anci. La partecipazione dei giovani: diritto, scelta, opportunità, Cittalia Fondazione ANCI Ricerche, 2016 Giovan Francesco Lanzara, Capacità negativa. Competenza progettuale e modelli di intervento nelle organizzazioni, Bologna, Il Mulino, 1993 Raffaella Mulato, Come ci sto io qui? Abitare la scuola e la città, in Architettare 05 - Educare, Reggio Emilia, Maggioli Editore, 2009 Giancarlo Paba, Anna Lisa Pecoriello, La città bambina. Esperienze di progettazione partecipata nelle scuole, Firenze, Masso delle Fate Edizioni, 2006 Daniela Renzi, Francesco Tonucci, Raccontare la progettazione dei bambini, in “Paesaggio Urbano. Rivista di architettura, urbanistica e ambiente”, n. 1, 2007 Marianella Sclavi, Arte di ascoltare e mondi possibili. Come si esce dalle cornici di cui siamo parte, Milano, Bruno Mondadori, 2003 Marianella Sclavi, et al., Avventure Urbane. Progettare la città con gli abitanti, Milano, Elèuthera, 2005 Francesco Tonucci, La città dei bambini. Un nuovo modo di pensare la città, Bergamo, Zeroseiup, 2015 39 Associazione Italiana Insegnanti Metodo Feldenkrais, www.feldenkrais.it Centre Pompidou, www.centrepompidou.fr/fr/visite/enfants-et-familles Comune di Venezia, Teatrino Groggia, www.comune.venezia.it/it/content/teatrino-groggia La Baracca Testoni Ragazzi, Carta dei diritti dei bambini all’arte e alla cultura, www.testoniragazzi.it La Piccionaia Centro di Produzione Teatrale, www.piccionaia.org Lilliput Musei, www.lilliputmusei.it Mooving School 21, www.movingschool21.it Nati con la Cultura, www.naticonlacultura.it Teatro Astra, Vicenza, www.teatroastra.it Teatro Ferrari, Camposampiero, www.teatroferrari.it Teatro dei Piccoli, Napoli, www.teatrodeipiccoli.it Teatro di Mirano, www.miranoteatro.it Teatro Villa dei Leoni, Mira, www.teatrovilladeileonimira.it UNICEF, Città amiche dei bambini, www.unicef.it/italia-amica-dei-bambini/citta-amiche/ UNICEF, Musei e biblioteche amici, www.unicef.it/italia-amica-dei-bambini/biblioteche-amiche/ 40 UNIVERSITÀ IUAV DI VENEZIA DICHIARAZIONE DI CONSULTABILITÀ O NON CONSULTABILITÀ DELLA TESI La sottoscritta Silvia Sette, matr. n. 296106 diplomanda in sessione unica dell’a.a. 2020/2021 DICHIARA che la sua tesi dal titolo: Teatri a misura di bambino. Dal Teatro Astra di Vicenza agli altri luoghi di spettacolo de La Piccionaia, con un modello replicabile di progettazione partecipata insieme a bambini e adulti. . è consultabile da subito potrà essere consultata a partire dal giorno non è consultabile data 19/04/2022 firma