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UNIVERSITÀ IUAV DI VENEZIA
MASTER UNIVERSITARIO ANNUALE DI PRIMO LIVELLO IN
“ProPART progettazione partecipata e interattiva”
Responsabile Scientifico: Francesca Gelli
Teatri a misura di bambino
Dal Teatro Astra di Vicenza agli altri
luoghi di spettacolo de La Piccionaia, con
un modello replicabile di progettazione
partecipata insieme a bambini e adulti
Tesi di:
Silvia Sette
Matricola n. 296106
Relatore:
Andrea Mariotto
Anno Accademico 2020/2021
7.&9384
L’elaborato intende sviluppare un modello replicabile di un processo partecipativo con bambini e
adulti per ridisegnare i luoghi di spettacolo de La Piccionaia Centro di Produzione Teatrale e far
sì diventino a misura di bambini e famiglie.
“A misura di bambino”, il percorso di co-progettazione con adulti e bambini sviluppatasi al Teatro
Astra di Vicenza durante la stagione teatrale 2021/2022, viene descritto e analizzato in tutte le sue
fasi nel primo capitolo: la conoscenza dei bisogni del pubblico con un questionario online, gli
incontri partecipati, la comunicazione ed il racconto del percorso intrapreso, la realizzazione e la
valutazione degli esiti.
Il secondo capitolo intende indagare le attività ideate appositamente per la partecipazione dei
bambini e utilizzate al Teatro Astra, capaci di far emergere i loro desideri e le loro necessità,
utilizzando gli strumenti del gioco, del teatro, del movimento e della creatività.
In conclusione, si vuole ipotizzare un percorso partecipato per co-creare teatri a misura di famiglie
anche negli altri luoghi di spettacolo de La Piccionaia; prendendo “A misura di bambino” al Teatro
Astra come punto di partenza, osservandone i risultati a posteriori, lo si ridefinisce per disegnare
un nuovo processo capace di raggiungere esiti migliori.
Il Teatro Astra a misura di bambino è il primo progetto di partecipazione attiva che La Piccionaia
sviluppa per ridisegnare gli spazi e la loro fruizione insieme alla comunità di riferimento e in
particolare a bambini e famiglie. La partecipazione al Master di I livello “ProPart Progettazione
Partecipata e Interattiva” dell’Università IUAV di Venezia e lo sviluppo di un project work inerente
al percorso di studi hanno rappresentato il primo impulso al precorrimento di questa nuova strada.
2
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I bambini hanno diritto a luoghi ideati e strutturati per accoglierli nelle loro diverse età.
Articolo 16 della “Carta dei diritti dei bambini all’arte e alla cultura”
promossa da La Baracca – Testoni Ragazzi
La Piccionaia Centro di Produzione Teatrale sviluppa durante la stagione 2021/2022 il primo
progetto partecipato per il coinvolgimento degli spettatori nella ri-progettazione di spazi, di servizi
e dell’esperienza dell’andare a teatro, rivolgendo l’azione in favore delle nuove generazioni.
Il Teatro Astra di Vicenza è la sede che sta ospitando il processo di ridefinizione del luogo perché
diventi a misura di bambini, rappresentando uno dei pochi casi a livello nazionale; un teatro
capace di rispondere ai bisogni di accessibilità e fruizione che hanno bambini, famiglie e
scolaresche.
“A misura di bambino” è il percorso di co-creazione con bambini e adulti che dà agli spazi e ai
servizi fruiti dalle nuove generazioni la stessa attenzione e lo stesso valore che La Piccionaia dà
al prodotto culturale a loro dedicato.
“A misura di bambino” rappresenta un passo in avanti per il Teatro Astra: dall’attenzione rivolta ai
pubblici e dalla ricerca di proposte innovative e diversificate in grado di venire incontro ai vari
target, si passa all’attivazione dei fruitori, posizionando al centro del progetto gli spettatori e i loro
desideri. La volontà è di costruire un teatro che non sia solo casa dell’artista, ma un ambiente
definito da chi lo utilizza e lo riempie di significato1.
“A misura di bambino” dà voce alla comunità di riferimento e dona spazio decisionale e di parola
alla fascia di popolazione che solitamente non ha la possibilità di esprimersi, i bambini, che
attraverso il gioco, il teatro, il movimento, la creatività progettano il loro teatro ideale.
Nelle pagine a seguire viene raccontato il percorso – ancora in divenire nel momento della
scrittura di questo documento – di “A misura di bambino” al Teatro Astra di Vicenza, si analizzano
gli strumenti inediti introdotti per coinvolgere i bambini nella co-progettazione e, infine, si ipotizza
un processo di co-creazione con bambini e adulti per trasformare tutti i luoghi di spettacolo de La
Piccionaia in teatri a misura di bambini e famiglie.
1
G. Paba, A.L. Pecoriello, La città bambina. Esperienze di progettazione partecipata nelle scuole, Firenze, Masso
delle Fate Edizioni, 2006, p. 68
5
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La Piccionaia Centro di Produzione Teatrale è una cooperativa sociale che promuove l’attività
teatrale come strumento per la crescita e la valorizzazione della persona umana, con una
particolare attenzione all’evoluzione del linguaggio artistico, pedagogico ed educativo, alla
diffusione della cultura teatrale ed espressiva.
La Piccionaia ha sede operativa a Vicenza e si occupa di produrre e distribuire spettacoli e format
teatrali con un’attenzione specifica verso le nuove generazioni, programma rassegne per scuole,
famiglie e adulti, sviluppa attività di formazione, educazione e professionalizzazione per diverse
fasce d’età e tipologia, costruisce progettualità in ambito locale ed europeo finalizzate alla
promozione dell’artisticità, dell’inclusione, alla promozione del territorio.
La Piccionaia nasce nel 1975 dal nucleo del Teatro del Mattino, specializzato nel teatro per la
scuola e riunito intorno alla famiglia d’arte dei Carrara. A causa delle trasformazioni sociali e
culturali del dopoguerra, e con la nascita dei tre figli, i Carrara si stabiliscono alla metà degli anni
Sessanta in provincia di Vicenza, a Valdagno, dove collaborano con la scuola di teatro del
dopolavoro aziendale della Marzotto.
Negli anni Ottanta, alle proposte teatrali per la scuola e al teatro popolare, si affianca un’importante
produzione di commedia dell’arte che porta la compagnia in tournée in tutto il mondo.
Nel 1983 viene dato avvio ad uno specifico settore dedicato al teatro ragazzi, che entra in
connessione con il movimento che in quegli anni si stava consolidando. In seguito, la Cooperativa
diventa Centro Teatro Ragazzi con finanziamenti statali, impegnandosi nella sensibilizzazione del
territorio, promuovendo attività formative per genitori e insegnanti.
Nel 1987 ha inizio, in convenzione con l’Amministrazione Comunale, la gestione del Teatro Astra
di Vicenza.
Seguendo le evoluzioni ministeriali e del Fondo Unico dello Spettacolo, La Piccionaia continua ad
essere contribuita dal Ministero della Cultura, prima come Teatro Stabile di Innovazione per
l’Infanzia e la Gioventù e dal 2015 come Centro di Produzione Teatrale.
Gli ultimi vent’anni sono segnati da passaggi di generazione, riforme del settore del teatro ragazzi
in Italia, e nuovi obiettivi come Compagnia e come Cooperativa. Il progressivo allontanamento da
parte dei Carrara verso percorsi artistici indipendenti; lo sviluppo del comparto legato ai progetti
territoriali attraverso la gestione di teatri anche in altre province venete, il Teatro Villa dei Leoni di
Mira (Venezia), il Teatro Comunale di Mirano (Venezia), il Teatro Ferrari di Camposampiero
(Padova), il Ridotto del Teatro Politeama di Marostica (Vicenza); la focalizzazione orientata sempre
di più verso la formazione, la finalità sociale ed inclusiva.
Il rinnovamento della Cooperativa passa attraverso le persone: gli artisti che, stabilmente o per
progetti specifici, collaborano con La Piccionaia e ne determinano la poetica e gli organizzatori
che disegnano nuovi modi di abitare il teatro e il territorio, tessono relazioni, promuovono l’apertura
al mondo e l’ascolto dei bisogni dei più fragili, l’inclusività e l’eticità dell’agire2.
La Compagnia ha viaggiato per molti luoghi e continua a farlo, ma quello che simbolicamente ne
rappresenta la casa è il Teatro Astra di Vicenza ed è in questo spazio che si è scelto di iniziare un
2
La Piccionaia Scs, Bilancio sociale anno 2020, 2021, pp. 9-11,
www.piccionaia.org/wp-content/uploads/2021/10/LA-PICCIONAIA-BILANCIO-SOCIALE-2020-DEF.pdf
7
percorso di dialogo e ascolto di bambini, famiglie e insegnanti per dare loro non solamente delle
proposte artistiche di valore, ma anche un ambiente capace di andare incontro alle loro esigenze.
Per La Piccionaia il pubblico dei bambini è differente e unico: la cura con la quale vengono
selezionate le proposte a loro rivolte fa sì che siano portati in scena lavori che rappresentino
occasioni di confronto, capaci di far emergere curiosità e punti di vista, senza dimenticare
l’artisticità, la bellezza e la magia del teatro.
La stessa attenzione la si è voluta rivolgere anche all’accoglienza di famiglie e scolaresche, allo
spazio che le ospita, a ciò che accade prima e dopo la visione degli spettacoli, ai servizi offerti; si
è però deciso di non farlo limitandosi ad uno studio interno alla struttura, ma di coinvolgere
attivamente i fruitori, bambini e adulti che frequentano e conoscono il Teatro Astra, attraverso una
progettualità sviluppatasi durante l’intera stagione teatrale 2021/2022.
“A misura di bambino” è il percorso che ha coinvolto, a partire da settembre 2021, la comunità
che gravita attorno al Teatro Astra e un’equipe di organizzatori e artisti de La Piccionaia nella
progettazione di un teatro a misura di bambini e famiglie.
Un percorso di co-creazione partecipata per capire assieme a bambini, genitori, nonni, insegnanti
educatori e a tutti gli spettatori del teatro quali siano i loro bisogni e desideri, per trovare soluzioni
di modifica dello spazio, dei servizi e dell’esperienza teatrale e raggiungere le migliori condizioni
di accessibilità per bambini, famiglie e scolaresche.
Il Teatro Astra è stato costruito tra il 1934 e il 1936, restaurato nel 1986 e dall’anno successivo è
stato preso in gestione da La Piccionaia. La sala teatrale è composta da un’unica platea con 403
poltrone; alla sala si accede attraverso una scalinata, fuori un piccolo foyer recentemente riarredato, nel quale si trovano la biglietteria, un bar e i servizi igienici. All’esterno sono presenti e di
pertinenza del teatro un piazzale asfaltato, recintato e un giardino chiuso durante le ore serali e
notturne e utilizzato nei mesi estivi come arena.
L’analisi che è stata svolta assieme a piccoli e grandi spettatori attivi ha incluso ogni spazio esterno
ed interno del teatro, per ricercare nuovi e migliori utilizzi dell’intera struttura.
Il pubblico vicentino è per la maggior parte composto da bambine e bambini che frequentano le
scuole dell’infanzia e primarie. Loro e gli adulti che li accompagnano – come genitori, nonni,
insegnanti, educatori – partecipano a spettacoli e attività a loro dedicate: “Famiglie a Teatro”, il
cartellone degli spettacoli in scena la domenica pomeriggio alle ore 17, per bambini dai 3 ai 10
anni e famiglie, composto dai lavori delle migliori compagnie nazionali di teatro ragazzi; la
rassegna di Teatro Scuola, con proposte per le scuole di ogni ordine e grado, dall’infanzia alle
secondarie di secondo grado, che permette agli insegnanti di scegliere tra i titoli in programma
da ottobre a marzo in matinée; gli eventi estivi, svolti prevalentemente nel Giardino del Teatro
Astra; laboratori, centri estivi e altre progettualità continuative o meno pensate per le nuove
generazioni. A queste proposte si aggiungono quelle dedicate specificatamente a giovani e
adulti, la rassegna di teatro contemporaneo “Terrestri”, gli spettacoli estivi, laboratori e progetti di
formazione per attori professionisti e appassionati di teatro.
Nel 2021 – anno durante il quale i teatri sono rimasti chiusi da gennaio ad aprile e hanno subito
una riduzione delle capienze del 50% fino ad ottobre, per contenere le conseguenze
dell’epidemia Covid19 – i minori di 18 anni che hanno partecipato alle attività de La Piccionaia a
loro dedicate a Vicenza sono stati più di 1300, ai quali poi si aggiungono genitori, nonni, insegnanti
e altri adulti che hanno condiviso con loro la visione di spettacoli o la partecipazione a laboratori
teatrali.
8
“A misura di bambino” è stato curato in tutte le sue fasi di progettazione e nella facilitazione degli
incontri da un’equipe composta da un’organizzatrice teatrale e a due artisti de La Piccionaia, con
il monitoraggio della Direzione Programmazione Progetti. Si è voluto unire differenti professionalità
presenti all’interno della struttura, che potessero integrarsi e raggiungere il risultato desiderato;
alle competenze in cura e sviluppo dei pubblici, e agli studi in materia di progettazione partecipata
dell’organizzatrice Silvia Sette, si sono aggiunte le conoscenze da attore e formatore per le nuove
generazioni di Matteo Balbo e le esperienze con i più fragili e il linguaggio della danza di Valentina
Dal Mas.
“A misura di bambino” al Teatro Astra si è composto di quattro azioni, precedute dal lavoro di
progettazione e affiancate dal monitoraggio continuo del progetto, che sono: l’intervista
preliminare, gli incontri di co-progettazione, la comunicazione e il racconto del processo, la
realizzazione.
L’INTERVISTA
Il 15 ottobre 2021 è stato pubblicato online il questionario “Teatro Astra A misura di bambino”.
La compilazione è durata 24 giorni, terminando l’8 novembre 2021, durante i quali sono state
raccolte 61 interviste.
L’intento è stato quello di costruire una prima panoramica sulla percezione di quanto possa
risultare motivante sapere che uno spazio è attento ai bisogni di bambini, scolaresche e famiglie.
Facendo delle differenziazioni tra la fruizione di famiglie e di scolaresche, si è chiesto di valutare
quanto alcuni servizi solitamente presenti negli spazi (in particolare nei musei e in altri luoghi della
cultura) a misura di bambini o già attivati al Teatro Astra possano essere capaci di migliorare
l’esperienza a teatro per i bambini, le famiglie e gli insegnanti.
L’intervista è stata rivolta agli adulti, chiunque poteva rispondere alle sette domande proposte
utilizzando un modulo Google.
Le informazioni raccolte in questa prima fase si sono rivelate utili nella progettazione degli incontri
partecipati, alcuni aspetti inoltre sono stati approfonditi e riproposti ai bambini durante il percorso
di co-progettazione.
Nello specifico, la graduatoria di importanza dei servizi che si è andata a delineare, ha composto
la prima “lista della spesa” per la stesura del progetto finale del Teatro Astra a misura di bambino.
GLI INCONTRI DI CO-PROGETTAZIONE
Gli incontri di co-creazione con adulti e bambini hanno rappresentato il momento centrale del
percorso ed hanno avuto come obiettivo la costruzione di un progetto per ridisegnare gli spazi, i
servizi e le attività del Teatro Astra a misura di bambini e famiglie, condiviso da tutti i partecipanti.
9
Inizialmente sono stati programmati tre incontri, ai quali ne è stato aggiunto un quarto in corso
d’opera per permettere a più partecipanti di concludere l’attività, nonostante gli impedimenti
dovuti all’obbligo di isolamento o quarantena rivolto a loro o ai loro familiari nel periodo pandemico.
Gli incontri si sono tenuti il sabato mattina, dalle 10 alle 12, al Teatro Astra: sabato 13 novembre
2021, sabato 11 dicembre 2021, sabato 15 gennaio 2022 e sabato 5 febbraio 2022.
A partecipare sono state 22 persone, tra queste 12 bambini tra i 5 e gli 11 anni e 10 genitori, tutti
conoscono e prendono parte da diverso tempo alle proposte per le nuove generazioni e le loro
famiglie organizzate al Teatro Astra.
Le attività e modalità applicate durante gli appuntamenti sono state pianificate in totale sinergia
dai tre ideatori e facilitatori; alla base di ogni proposta – sia che fosse rivolta agli adulti, che ai
bambini, che ad entrambi – c’è stata la volontà di utilizzare il gioco e i linguaggi del corpo e del
teatro per un’emersione più creativa delle idee e per portare gli adulti a mettersi nei panni dei
bambini; inoltre, non si sono volute limitare le possibilità, lavorando, in particolare durante i primi
due appuntamenti, pensando a come sarebbe il miglior teatro possibile.
Ogni incontro ha visto adulti e bambini impegnati sia separatamente, che collettivamente e in
momenti introduttivi e conclusivi di racconto delle attività svolte. Ogni esito prodotto da entrambi i
gruppi è stato condiviso ed ha rappresentato uno strumento per la prosecuzione delle riflessioni.
I primi due incontri hanno avuto alcuni temi portanti: l’esplorazione del teatro – distinguendo tra gli
spazi dello spettacolo, quindi la platea e il palcoscenico, e gli spazi del prima e del dopo, i luoghi
dell’attesa, rappresentati da foyer ed esterno – e il tentativo di pensare e desiderare il miglior teatro
possibile.
Durante il terzo incontro i partecipanti sono stati coinvolti nella produzione di un contenuto
narrativo, materico e fruibile da tutti gli spettatori, il primo “Segno a misura di bambino”,
La conclusione del percorso ha voluto portare adulti e bambini, separatamente, alla progettazione
delle modifiche necessarie e possibili al Teatro Astra, per poi confrontare e condividere un’idea
unitaria: il progetto da realizzare per far diventare il teatro a misura di bambini e famiglie.
10
LA COMUNICAZIONE, IL RACCONTO
La comunicazione del progetto si è sviluppata su tre piani: la promozione necessaria per
ingaggiare la cittadinanza a partecipare attivamente, la comunicazione del percorso intrapreso a
istituzioni e finanziatori dell’attività, il racconto rivolto a tutti gli spettatori che durante la stagione
teatrale 2021/2022 hanno frequentato il Teatro Astra.
La promozione del questionario ha lanciato la comunicazione dell’intero progetto “A misura di
bambino” e si è affiancata a quella delle rassegne di teatro ragazzi, per permettere una maggiore
visibilità verso gli spettatori dell’Astra interessati alle proposte per le nuove generazioni. I canali di
comunicazione utilizzati sono stati: il comunicato stampa dedicato alla rassegna “Famiglie a
teatro”, le newsletter contenenti informazioni riguardanti gli spettacoli per famiglie, la
programmazione di teatro scuola e i laboratori teatrali per bambini organizzati a Vicenza, le pagine
social, la somministrazione dell’intervista presso l’Ufficio Teatro Astra agli utenti interessati
all’acquisto di abbonamenti per la rassegna “Famiglie a teatro” o alla partecipazione ai laboratori
dedicati ai bambini da 2 a 10 anni.
Il racconto in itinere del percorso intrapreso da La Piccionaia all’Astra ha affiancato alla
comunicazione digitale i “Segni a misura di bambino”, opere in grado di raccontare al pubblico
la fase di co-progettazione ed il processo, inserendosi nello spazio del teatro in maniera evidente
e permettendo agli spettatori di interagirvi e di integrarle con i propri contributi.
In occasione degli spettacoli della rassegna “Famiglie a teatro” del 2022 sono stati presentati
quattro Segni differenti, accompagnati da didascalie capaci di approfondire i significati dell’opera.
Primo Segno a misura di bambino
Tuttoduntratto
11
I bambini e gli adulti che hanno preso parte al percorso partecipato hanno creato percorsi incollati
dall’esterno del teatro alla platea, che potessero accompagnare il pubblico dall’ingresso alla
propria poltrona, o viceversa, muovendosi in modo inedito nello spazio.
Ci muoviamo da fuori a dentro un luogo percepito da ognuno in maniera differente.
Caldo o freddo, morbido o ruvido, che accoglie a braccia aperte o chiuse, che assomiglia ad
un trianchio o ad un cergolo, che è variopinto o senza colore.
Ci muoviamo da fuori a dentro con passi puntinati, direzioni zan!zan!zan! e ondeggiamenti.
Di punto in bianco ci sorprende un lungo silenzio. È in sua compagnia che nasce per ognuno,
un gestoteatro.
Secondo Segno a misura di bambino
TeatroPerTe
Le cinque domande3, che hanno rappresentato il punto di partenza per immaginare e coprogettare il miglior teatro possibile, sono state riproposte al pubblico di “Famiglie a Teatro”
domenica 30 gennaio 2022 come secondo “Segno a misura di bambino”. All’interno del
programma di sala, insieme alle indicazioni, era presente un foglio sul quale scrivere le proprie
risposte e da affiggere sulla grande bacheca presente nel foyer del teatro per accogliere i
contributi di bambini e adulti.
3
Vedi lo strumento “E se il teatro fosse...” descritto nelle pp. 20-21
12
Terzo Segno a misura di bambino
Anatomia scapestrata di un teatro
Un teatro è un corpo umano.
Un corpo umano è un teatro.
Immersi nell’immaginazione
tutto è possibile.
Un teatro può avere nove cerveli, quattro orechie, un quore, sette boche.
I polmoni di un teatro si fanno larghi e stretti per accogliere gli spettatori
il suo quore batte veloce sentendoli entrare
rallenta e si distende quando si siedono e lo spettacolo inizia
gli stomaci di un teatro sono ghiotti di emozioni
che scorrono
tra palco e platea tra platea e palco tra palco e platea tra platea e palco
le boche di un teatro mormorano
tutte le parole custodite in anni ed anni di vita
le orechie di un teatro sono buone custodi
i cerveli di un teatro sanno muoversi
su qualsiasi orizzonte orizzontale verticale obliquo
così i nostri oci possono guardare scapestrati che
un teatro è un corpo umano
un corpo umano è un teatro.
13
“Anatomia scapestrata di un teatro” è un’opera che include le sedici “Anatomie di un teatro”4
create da bambine e bambini che hanno partecipato a “A misura di bambino”. Un’opera che
vuole essere sintesi del percorso fatto insieme, nel quale le idee, i pensieri, i desideri di ogni
partecipante si sono intrecciati e messi in dialogo con quelli degli altri, per giungere ad un progetto
unico e condiviso.
Quarto Segno a misura di bambino
Segno che va, segno che torna…
Stagione teatrale che va, stagione teatrale che torna…
L’ultimo “Segno a misura di bambino”, presentato in occasione della chiusura della stagione in
abbonamento “Famiglie a teatro”, vuole essere un saluto e un ringraziamento al pubblico, ma allo
stesso tempo una condivisione con loro dell’esperienza vissuta a teatro.
All’interno del foglio di sala, una cartolina bianca da disegnare, scrivere e decorare per la stagione
teatrale che va, scritta dai bambini e indirizzata al Teatro Astra. All’uscita, è stata consegnata una
seconda cartolina che il Teatro Astra ha scritto ai propri spettatori, per la stagione teatrale che
torna; su queste cartoline è stato stampato uno dei disegni che bambine e bambini hanno creato
durante gli incontri partecipati, pensando al teatro come a un corpo umano.
Il racconto, prevalentemente supportato dai canali di comunicazione digitali, proseguirà fino alla
presentazione del Teatro Astra a misura di bambino, sia verso la totalità del pubblico, sia – in
maniera più precisa e tecnica – ai partecipanti attivi.
Quando tutto si sarà concluso, sarà necessario rendere riconoscibile l’attitudine family and
children friendly del Teatro Astra, per far sì che questo aspetto rappresenti una motivazione
aggiuntiva capace di portare alla scelta di fruire di attività culturali in questo teatro e non in un
altro.
4
Vedi lo strumento “Anatomia di un teatro” descritto a pagina 23
14
LA REALIZZAZIONE E LA VALUTAZIONE DEGLI ESITI
Alla conclusione degli incontri di co-progettazione si è avuto tra le mani un progetto, quasi
totalmente condiviso sia dagli adulti che dai bambini, di sistemazione del Teatro Astra e di
attivazione di servizi, capace di accorpare desideri legati all’arredo e all’organizzazione degli
spazi e bisogni intangibili.
Il nuovo disegno dello spazio ha la necessità di inglobare al teatro l’esterno, il giardino e il piazzale,
che permetterebbero di poter scegliere se passare il tempo dell’attesa all’interno del foyer o all’aria
aperta.
Il foyer dovrà ospitare un’area gioco, con attività da fare collettivamente, tavoli per il disegno, uno
spazio nel quale i bambini possano stare senza scarpe, delimitato da un grande tappeto e
ricoperto di cuscini. Nelle librerie si troveranno libri per ragazzi, magari albi illustrati o testi che
raccontino le storie che si vedono in scena.
Considerando che il foyer non è molto grande e che prima degli spettacoli viene occupato da chi
deve acquistare i propri biglietti, è probabile che l’area gioco venga allestita per il dopo spettacolo
– momento, come vedremo in seguito, considerato più prezioso – e che il pubblico che non
intende fruirne utilizzi l’uscita presente in sala per tornare a casa, senza dover passare
obbligatoriamente per l’atrio.
Il piazzale antistante l’ingresso del teatro dovrebbe essere più colorato, il grigio del cemento
sostituito da percorsi e giochi di strada, utili per ingannare l’attesa o da fare a fine spettacolo, e
decorato da aiuole più rigogliose.
Il giardino del teatro piace molto ai più piccoli, vorrebbero poterci giocare e, insieme agli adulti,
avere la possibilità di trovarvici delle panchine e dei tavoli. Lo vorrebbero poi più verde, con più
alberi e fiori.
In giardino è presente una pompeiana, che è stata individuata come spazio fondamentale per
“ingrandire” il foyer: se fosse coperta potrebbe essere utilizzata per giocare all’aperto anche se
piove, o per consumare gli acquisti fatti al bar seduti ai tavolini.
I servizi igienici dovranno essere più facilmente utilizzabili dai bambini, per fare ciò si è pensato
di dedicare e indicare il bagno disabili come bagno per bambini e disabili, in modo da permettere
loro di avere uno spazio maggiore nel quale saranno presenti tutti gli arredi necessari: il fasciatoio
(già installato da tempo), il riduttore per il wc, gli scalini per raggiungere i lavandini e uno specchio
alla giusta altezza.
All’interno della sala, invece, per una fruizione più confortevole degli spettacoli sarà importante
avere dei cuscini-rialzi che permettano a tutti i bambini di vedere bene senza la necessità di stare
in braccio agli accompagnatori. Basandosi su una sperimentazione fatta durante la stagione
2021/2022, nella quale sono stati messi a disposizione dei cuscini (in numero limitato e poco
performanti), i più piccoli hanno inoltre sottolineato che a loro piace molto ritirare e riconsegnare il
proprio cuscino in autonomia.
La gran parte delle esigenze materiali rispondono a due bisogni effimeri che sono emersi
prepotentemente, il primo condiviso da tutti i partecipanti, il secondo richiesto dai bambini e poco
considerato dai loro accompagnatori: si tratta di volere un teatro come luogo di socialità, e di avere
la necessità di riposarsi dopo uno spettacolo.
Potrebbe trattarsi di un desiderio particolarmente caro dopo due anni di pandemia, nei quali i
rapporti sociali sono stati molto limitati, ma il fil rouge che ha accompagnato il percorso di
15
progettazione partecipata è stato il tema della socialità. Gli adulti desidererebbero che il Teatro
Astra fosse un luogo di incontro, non di fruizione veloce di un prodotto culturale, ma uno spazio
capace di incentivare le relazioni esistenti e di farne nascere di nuove, tra genitori che condividono
il piacere di passare le domeniche pomeriggio a teatro con la propria famiglia. Ciò può essere
incentivato dalla possibilità di fermarsi al termine delle rappresentazioni, per consumare un caffè
al bar, mentre i bambini giocano, e scambiare qualche parola con amici, parenti e nuove
conoscenze.
I bambini invece vorrebbero socializzare con i loro coetanei attraverso il gioco e lo scambio di
opinioni sugli spettacoli; è stato domandato se preferissero, dopo le messe in scena, dedicarsi al
gioco libero o alla partecipazione a dei laboratori e, pur gradendo entrambe le possibilità, la scelta
è ricaduta sul gioco libero. Inoltre, il giovane pubblico desidera conoscere gli attori che ha visto
in scena, poter fare loro domande, chiedere un autografo.
Tutto ciò potrebbe realizzarsi a termine di ogni spettacolo senza grandi esigenze: i bambini
potrebbero giocare nell’area dedicata in foyer, o all’esterno, mentre gli adulti ordinano qualcosa
al bar. Per chi lo desidera, gli artisti potrebbero destinare qualche minuto alle curiosità dei bambini,
seguendoli nel foyer, o attendendo che la sala si liberi da chi vuole uscire velocemente, evitando
così che la confusione che si crea appena terminato lo spettacolo disturbi l’incontro.
Un esito della ricerca ha messo in luce una divergenza tra i bisogni di adulti e bambini. Le risposte
al questionario hanno rilevato come servizio meno utile tra quelli proposti lo spazio di “decompressione” post spettacolo; è facile pensare che gli adulti, una volta terminato lo spettacolo,
vogliano frettolosamente lasciare il teatro per tornare a casa, pensare alla cena e
all’organizzazione della nuova settimana che sta per iniziare.
Quando è stata invece data la possibilità ai bambini di lavorare sulla riprogettazione del foyer, da
più voci è emerso il bisogno di riposo, di stare in sala anche a spettacolo terminato, di osservare
il teatro vuoto, di distendersi su dei cuscini prima di tornare a casa. Il bambino vive l’esperienza
16
del teatro in maniera più forte rispetto all’adulto, dover rimanere seduto e concentrato per circa
un’ora è per lui impegnativo e faticoso, la messa in scena lo rapisce e porta in un’altra dimensione,
per questo avrebbe la richiesta di avere un momento per rilassarsi, per uscire gradualmente dalla
visione, per riposarsi, per condividere e capire le emozioni che ha provato.
Questo contributo ha dato ancora più vigore alla progettualità e alla volontà di realizzarla: dal
percorso è emerso un bisogno dei bambini che non appare chiaro agli adulti, al quale è possibile
dare attenzione, creando un luogo capace di accoglierlo e ascoltarlo. Se i più piccoli hanno
l’opportunità di rimanere in teatro una volta che lo spettacolo si è concluso, per alcuni minuti di
gioco o di condivisione, gli adulti che li accompagnano non potranno che assecondare il loro
desiderio. Il nostro compito è quello di creare uno spazio che accolga e ascolti questa necessità
e, contestualmente, di far comprendere agli adulti l’importanza che ha per i bambini il dopo
spettacolo.
Il Teatro Astra a misura di bambino intreccia l’obiettivo di offrire uno spazio della cultura a misura
di bambini e famiglie alla volontà di rendere evidente il cambio di passo, far percepire che non si
tratti di un luogo al quale gli spettatori devono adattarsi, ma di un teatro che si modifica con e per
i propri fruitori, che, mettendosi in dialogo, possono essere parte attiva di un processo capace di
migliorare l’esperienza teatrale a Vicenza.
La Piccionaia sta lavorando nei mesi della primavera 2022 al reperimento di risorse economiche
e alla definizione precisa degli interventi da eseguire. Si tratta di pensare a una riorganizzazione
dello spazio del teatro, interno ed esterno, con interventi reversibili, con arredi utilizzabili non solo
durante gli appuntamenti per famiglie, oppure eliminabili o amovibili ogni qualvolta lo si desideri.
I partecipanti al percorso di co-progettazione hanno espresso il desiderio di essere coinvolti
anche alla realizzazione dell’opera. Durante l’estate si lavorerà a questo, magari anche con l’aiuto
di altri spettatori, di tutte le età, che prendono parte alle attività estive dell’Astra.
In autunno, in occasione del primo evento dedicato alle nuove generazioni, verranno presentate
le novità introdotte e testate nei mesi successivi.
Per rendere ancora più accessibile lo spazio ai bambini, dovrà essere fornita una specifica
formazione al personale di sala, per far sì che sia in grado di accogliere nel migliore dei modi gli
spettatori più giovani e i loro accompagnatori, di mettersi in relazione con loro e di raccontare e
incentivare l’utilizzo del nuovo spazio a loro dedicato.
La Piccionaia sta inoltre valutando di proseguire con altre progettualità capaci di coinvolgere
attivamente i bambini, che partecipano alla vita del teatro con le proprie famiglie o con la scuola.
“A misura di bambino” è il primo percorso di partecipazione attiva delle nuove generazioni nella
realizzazione di un progetto legato ai territori nei quali da tempo la Cooperativa è radicata. La
possibilità di aprire un dialogo co-progettante non ha l’intenzione di stravolgere il lavoro, ma di
aumentare e migliorare l’offerta, con esiti capaci di fondersi con quanto già è stato messo in atto
dalla struttura e viene ritenuto efficace. “A misura di bambino” sta dando la possibilità di
considerare i processi partecipativi come reali azioni portatrici di valore, capaci di aumentare le
possibilità e accrescere la levatura delle proposte.
17
(&5.8414)9*
(4574,*88&7*(43.'&2'.3.
,1.8792*38.)*11&5&78*(.5&>.43*
Co-progettare con i bambini significa mettersi nei loro panni e capire quali strumenti siano in grado
di far emergere con più facilità le loro idee, co-progettare per il teatro significa inserire nel processo
partecipativo i linguaggi delle arti.
Coinvolgere i bambini vuol dire aggiungere un punto di vista totalmente inedito, che può essere
preso in considerazione solamente se si ha la consapevolezza della loro capacità di percepire le
cose in maniera totalmente differente rispetto agli adulti. I bambini hanno un modo diverso di
vedere, un altro sguardo, una percezione del mondo e della realtà unico, il loro punto di vista è
capace di rendere più ricca la vita sociale e più profonda la conoscenza del mondo. L’utilizzo dei
luoghi da parte dei bambini si distingue, utilizzano gli spazi adattandoli ai loro bisogni e spesso
rifiutano quelli costruiti specificatamente per loro. I bambini hanno sentimenti propri nei confronti
dei luoghi, sono diverse le preferenze ambientali ed è diverso l’affetto che provano per le
architetture e gli oggetti di cui uno spazio si compone5.
«Lo sguardo dei bambini sulla città è uno sguardo corporeo, legato alla terra, concreto; è uno
sguardo naturalmente ecologico, orientato al benessere ambientale; è uno sguardo meno viziato
da pregiudizi, da interessi mediocri, da aspettative economiche e di profitto; è infine uno sguardo
immaginoso, desiderante, aperto al futuro, alla sperimentazione, all’innovazione. È possibile forse
dire che un laboratorio di progettazione partecipata senza il contributo determinante dei bambini
è un laboratorio difettivo alla radice, monco, incompleto, meno ricco di energia e di speranza»6.
Giancarlo Paba elenca le caratteristiche capaci di rendere unici i processi partecipati che
coinvolgono bambini e ragazzi nella conoscenza e nella modifica degli spazi urbani:
-
Il ruolo dei bambini è decisivo nella conoscenza di un tessuto urbano, sono analizzatori e
esploratori sensibili. Inoltre, la loro analisi è specialmente qualitativa e sostanziale;
-
L’immaginazione dei bambini non permette sempre di avere da parte loro richieste e opinioni
razionali, ma necessita di ascolto e dialogo continuo, per giungere alla realizzazione di
quanto desiderino. Il loro contributo è fondamentale nella realizzazione finale di un progetto;
-
In alcuni casi l’apporto dei bambini può rivelarsi fondamentale anche nella realizzazione delle
opere, attivando un processo di autocostruzione con loro7.
La volontà di “A misura di bambino” è di coinvolgere i bambini nelle decisioni e di tener conto dei
loro desideri, delle loro richieste e dei loro comportamenti, in un dialogo aperto, creativo e
interattivo8 con gli adulti coinvolti.
Si è partiti da questi presupposti per costruire strumenti della partecipazione inediti e un’equipe
di progettisti e facilitatori capace di intersecare le conoscenze pedagogiche, in materia di
progettazione partecipata, teatrali ed artistiche.
5
G. Paba, A.L. Pecoriello, La città bambina. Esperienze di progettazione partecipata nelle scuole, pp. 27-29
G. Paba, Partecipare per costruire la città, in AA.VV., Le bambine e i bambini trasformano le città: progetti e
buone pratiche per la sostenibilità ambientale nei comuni italiani, Roma, Ministero dell'ambiente, 2000, p. 104
6
7
Ibidem, pp. 104-105
8
G. Paba, A.L. Pecoriello, La città bambina. Esperienze di progettazione partecipata nelle scuole, p. 36
19
Non si è voluto ideare percorsi che potessero, con piccole modifiche, funzionare sia per gli adulti
che per i bambini, ma di pensare a delle proposte differenziate ed eventualmente richiedere agli
adulti di svolgere attività insieme ai più piccoli e pensate per loro, ma mai il contrario.
Il gioco e il divertimento sono serviti per innescare le loro capacità di espressione creativa, senza
voler costruire un tempo eccessivamente strutturato e rigido9.
Gli strumenti mutuati dal teatro, dalla danza e dai laboratori creativi permettono ai bambini di
sperimentarsi utilizzando parti di loro stessi che solitamente esplorano poco, lavorando con il
corpo come strumento espressivo; l’azione di alcune sue parti permette al cervello di ricevere
stimoli in grado di modificare la percezione di sé e di conseguenza del mondo e di aprirsi a nuove
e inaspettate possibilità.
Le metodologie dei laboratori teatrali consentono inoltre di liberare la mente da stilemi e schemi
precostituiti, da preconcetti, di lavorare in un ambiente non oppressivo, nel quale far emergere
ogni idea senza che questa venga giudicata giusta o sbagliata. Il bambino si trova in uno spazio
nel quale può osare, può fare cose che non aveva mai fatto e dire cose che non aveva detto
prima, perché convinto di poterlo fare solamente nella sua immaginazione, prendendo
consapevolezza di sé e di sé in relazione con gli altri e lo spazio che lo circonda. La tecnica
utilizzata prevede un primo momento di decostruzione, di sperimentazione nell’utilizzo di corpo,
voce, spazio e idee in modo inedito, che dona la percezione di essere liberi di esprimersi e di
sperimentare, per poi procedere ad una ristrutturazione che dona consapevolezza, coraggio e
ordine nella creazione di novità.
Le tre parole chiave del percorso partecipativo, che rappresentano il punto di partenza e sono
sintesi di quanto realizzato, sono: immagina, gioca, progetta. Immagina il miglior teatro possibile,
gioca per conoscere, progetta il tuo teatro a misura di bambini.
Il percorso vede, in momento diversi, i bambini lavorare da soli, o condividere l’attività con gli
adulti; ogni risultato prodotto, sia da grandi che da piccoli, viene condiviso con tutti i partecipanti.
Di seguito vengono analizzati quattro strumenti ideati e utilizzati efficacemente al Teatro Astra e
che potrebbero essere riproposti in altri contesti: “E se il teatro fosse…” e “L’esplorazione” per far
lavorare assieme adulti e bambini, “Anatomia di un teatro” e “Un foyer di post-it” rivolti ai soli
bambini.
E SE IL TEATRO FOSSE…
In occasione del percorso al Teatro Astra, “E se il teatro fosse…” è stato il primo esercizio proposto
a adulti e bambini, per incominciare a mettersi in ascolto del luogo e di loro stessi, attivando
l’immaginazione. La durata è stata di 30 minuti.
I partecipanti vengono invitati a stendersi per terra (se il pavimento è freddo, è bene attrezzarsi
con tappetini o coperte, per mettere tutti a proprio agio), a chiudere gli occhi e ad accogliere
alcune domande, come ad esempio:
-
Il teatro per te è un luogo caldo o freddo?
-
È morbido come la panna o ruvido e appuntito come una pietra?
9
Ibidem, p. 66
20
-
Ti accoglie a braccia aperte o a braccia chiuse?
-
Di che forma è per te il teatro?
-
Se potessi dipingere le pareti esterne del teatro quale o quali colori useresti? E quelle interne
sono dello stesso colore o sono diverse?
Una volta trovate le risposte – e riaperti gli occhi – vengono scritte su un foglio da posare a terra.
A scelta, alcune delle caratteristiche scritte, vengono trasformate da ognuno nel proprio gestoteatro e mostrate al resto del gruppo.
L’esercizio ha alla base l’utilizzo dell’immaginazione e ciò che prevede il Metodo ideato da Moshé
Feldenkrais (1904-1984) – fisico, ingegnere e judoka sovietico –, ovvero l’utilizzo del movimento
per raggiungere una completa consapevolezza di sé. Per Feldenkrais è fondamentale
l’immaginazione, infatti spesso nelle sue lezioni viene indicato di chiudere gli occhi e vedere con
gli occhi della mente i movimenti che si dovranno andare a fare successivamente con il proprio
corpo. La mente concede di essere in grado di fare un’azione corporea, che magari il corpo non
riconosce come una propria possibilità10.
L’immaginazione non prescinde dalla realtà e da ciò che il corpo percepisce, ma dà l’occasione
di trovare idee più legate al sentire, che non a qualcosa che conosciamo già ed è concreto:
immaginando, ad occhi chiusi, se il teatro possa essere caldo o freddo, si riportano alla mente le
sensazioni che il fisico prova pensandosi in quel luogo, o in quella situazione, senza legarle
necessariamente al Teatro Astra (o ad un altro teatro specifico), ma all’idea che ognuno possiede
del luogo teatro.
Si tratta di un’attività introduttiva, utile al gruppo per fare conoscenza, senza presentarsi, ma
raccontando ciò che in quel momento si sta provando e traducendolo in gesto. Le domande
semplici permettono a bambini di ogni età di trovare le proprie risposte, che sono in grado di
offrire una prima fotografia della loro relazione con lo spazio teatro.
10
Associazione Italiana Insegnanti Metodo Feldenkrais, www.feldenkrais.it
21
L’ESPLORAZIONE
Lo strumento al quale si ispira è la camminata di quartiere, ridefinita e limitata allo spazio del teatro
e dei luoghi all’aperto annessi, un’attività fruibile da tutti i partecipanti, bambini e adulti.
Si tratta di uno dei primi strumenti da mettere in campo per introdurre il processo partecipativo,
come la camminata di quartiere, ma che – invece di coinvolgere gli abitanti della zona – si limita
alla narrazione condotta da uno o più professionisti che lavorano in quel luogo, capaci di
rispondere alle curiosità che emergono durante il giro, alla condivisione delle proprie esperienze
e conoscenze e ad accogliere i racconti degli spettatori presenti11.
Il percorso prevede di visitare l’intero teatro, anche le parti solitamente inagibili agli spettatori, dai
locali di servizio al palcoscenico. L’esplorazione viene accompagnata da notizie riguardanti la
storia del luogo, aneddoti artistici, la destinazione d’uso di ogni spazio. Contestualmente è
possibile, inoltre, insegnare ai bambini i nomi e l’utilizzo delle singole parti, anche tecniche, che
compongono un teatro. La possibilità poi di salire sul palcoscenico e vedere la platea da lì,
contrariamente a quanto gli spettatori sono abituati a fare guardando il palco dalla sala, regala un
momento magico ad ogni persona.
All’eccezionalità dell’esplorazione dei luoghi nascosti, si aggiunge l’esame degli spazi per il
pubblico, quelli che sono oggetto della co-progettazione, che possono essere ri-arredati o
utilizzati con finalità differenti.
L’esplorazione è organizzata come un gioco, i bambini fanno strada al gruppo, illuminando con
le torce i luoghi più bui.
Al Teatro Astra si è saliti sul palcoscenico dai camerini – come fanno gli artisti che vanno in scena
–, il sipario si è aperto su una platea illuminata, mentre i partecipanti sono stati invitati a proporre
un gesto capace di rappresentare la sensazione di quel momento.
Durante il percorso, oltre alla vista, si lavora con i sensi dell’udito e dell’olfatto, per scoprire odori
ed echi dei luoghi. Su foyer, sala, spazi dedicati agli spettatori vengono fornite informazioni
storiche, di utilizzo e anche relative alla sicurezza e ai limiti presenti, così da consegnare tutti gli
strumenti per progettare modifiche realizzabili.
La durata dell’esplorazione varia in base alla grandezza del teatro, è possibile dedicarvici dai 30
ai 45 minuti.
11
M. Sclavi, et al., Avventure Urbane. Progettare la città con gli abitanti, Milano, Elèuthera, 2005, pp. 205-208
22
ANATOMIA DI UN TEATRO
Attraverso il disegno, ai bambini viene proposto di rappresentare un teatro, non uno nello
specifico, ma ciò che per loro è un teatro, sia internamente che esternamente. Per farlo è
sufficiente mettere a disposizione cartelloni, pastelli, pennarelli e colori a tempera.
E se il teatro fosse un essere vivente? Se avesse occhi, bocche, cuori, cervelli, polmoni? E se
potesse vedere, parlare, ascoltare, respirare, pensare?
Grazie a questi stimoli, i disegni di teatri si riempiono di parti del corpo, dando vita ad una “mappa
anatomica del fuori” e ad una “mappa anatomica del dentro” di un teatro.
Il lavoro dà la possibilità di mutare e approfondire la propria visione di un luogo: ragionare su dove
si potrebbe trovare il cuore di un teatro ha lo scopo di individuare qual è lo spazio capace di
vitalizzare l’intera struttura; conoscere le differenti parti di cui è composto uno spazio – proprio
come un corpo umano – dà la possibilità di comprendere come in realtà siano tutte collegate tra
loro e come ognuna debba funzionare al meglio perché l’intero “corpo” adempia alla propria
funzione. Poter trasferire ai luoghi la perfezione della “macchina corporea”, la sua condizione
fisiologica, dà la possibilità di capire cosa sia necessario mutare per renderli vivi e vivibili.
Trasferire l'anatomia del corpo umano agli spazi che attraversiamo e viviamo quotidianamente
può darci un punto di vista nuovo, una consapevolezza diversa, la capacità di comprendere
maggiormente come debbano essere strutturati per accogliere chi li abita.
Pensare al teatro come ad un essere vivente, capace come noi di percepire attraverso i sensi e
di provare emozioni, significa rendere vivo un luogo che può apparire altrimenti immobile; ma il
teatro non è un edificio come un altro, viene riempito di arte e di ciò che l’arte fa risuonare negli
artisti e negli spettatori, è abitato da molte storie e osservandolo può restituirne. Si vuole far
percepire questa unicità e allo stesso tempo vicinanza del luogo teatro, chiedendo ai bambini di
raffigurarlo attraverso l’immaginazione; gli esiti restituiscono il loro rapporto con lo spazio, le
emozioni che provano quando si trovano in questo luogo.
La proposta al Teatro Astra ha impegnato i bambini per un’ora e mezza, si è però capito che è
necessario più tempo, almeno un’ora in più e, volendo, è possibile dedicare due momenti
differenti al lavoro sul dentro e sul fuori.
23
UN FOYER DI POST-IT
I sensi sono spesso considerati gli strumenti capaci di mettere in relazione ed educare i bambini
alla scoperta e alla confidenza con l’arte contemporanea e con ciò che risulta essere complesso
e respingente. Su questo tema, nel 1954, lo studio di architettura BBPR presentava così il
“Labirinto dei ragazzi” (inizialmente denominato “Musei dei bambini”), progettato per il giardino
della X Triennale di Milano:
«Il problema più attuale nell’arte contemporanea è quello di stabilire un contatto fra essa ed il
pubblico. Noi crediamo che questo sia essenzialmente un problema di educazione e pertanto
riteniamo che debba essere affrontato fin dai primi anni, sì che l’arte non diventi un problema
astratto ed intellettualistico ma un diretto rapporto tra l’uomo e gli oggetti creati da lui.
Il museo dei bambini che proponiamo ha essenzialmente tale scopo: fare intendere traverso
l’immediatezza dei sensi i diversi valori dell’espressione artistica, onde ogni individuo – diventato
adulto – abbia assimilato, per afflato diretto, l’esperienza delle diverse forme d’arte.
I veicoli di questa esperienza sono i sensi, i quali sono gli strumenti necessari sia per compiere
l’analisi, che per cogliere la sintesi degli elementi costitutivi delle diverse manifestazioni»12.
In “Un foyer di post-it” i sensi vengono messi al centro dell’attenzione insieme a ciò che svelano.
Per facilitare la progettazione da parte dei bambini, lavorare concretamente nello spazio è
sicuramente utile, perché permette loro di osservarlo, misurarlo e valutare più precisamente la
fattibilità di ogni idea.
In questa attività i bambini possono muoversi liberamente negli spazi protagonisti della
riprogettazione, prima in una fase di analisi guidata, poi di realizzazione e infine di condivisione
con il resto del gruppo.
Nell’ispezione l’analisi sensoriale richiede la risposta ad alcune domande, come:
-
Cosa vedo e cosa potrei vedere che mi farebbe stare bene?
-
Cosa mi piacerebbe ascoltare e non ascoltare mentre mi accingo allo spettacolo e dopo
averlo vissuto?
-
Cosa mi piacerebbe toccare quando arrivo e sto in questo luogo?
Partendo da queste e altre suggestioni, i bambini sono invitati a creare ed appendere dei cartelli
con ciò che vorrebbero vedere, ascoltare, annusare nel foyer e negli altri spazi del teatro. A loro
disposizione, oltre a post-it, fogli e colori, sono presenti dei rotoli di nastro adesivo di carta, per
inserire ciò che manca e “aggiustare” lo spazio attraverso la riprogettazione.
Durante l’attività emergono grandi sogni utopici, ma anche i reali desideri dei bambini, legati a
quel luogo e al suo utilizzo.
In conclusione, tutti i bambini hanno la possibilità di mostrare agli altri cosa desidererebbero
vedere realizzato in teatro. L’esercizio può compiersi in 45, 60 minuti.
Una volta terminato il lavoro è necessaria un’interpretazione delle emersioni da parte dei
facilitatori, per comprendere se alcune richieste apparentemente impossibili, non possano
rappresentare bisogni più semplici, che i più piccoli esprimono differentemente da quanto
12
BBPR, Museo dei bambini, Archivio Storico – La Triennale di Milano, X Triennale di Milano, 16 aprile 1954
24
farebbe un adulto. Capire ciò che davvero i bambini chiedono, può richiedere diversi tentativi13,
per questo potrebbe essere utile provare ad esaminare quanto scritto e sistemato nello spazio
insieme ai partecipanti.
13 G. Paba, A.L. Pecoriello, La città bambina. Esperienze di progettazione partecipata nelle
scuole, p. 37
25
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Il processo messo in atto al Teatro Astra di Vicenza può rappresentare il primo esperimento di un
progetto che La Piccionaia può realizzare negli altri teatri direttamente gestiti o nei quali vengono
programmati spettacoli per bambini, famiglie e scuole: nello specifico Teatro Villa dei Leoni di Mira
(Venezia), Teatro Ferrari di Camposampiero (Padova), Teatro di Mirano (Venezia) e Teatrino
Groggia di Venezia.
Si potrebbe prevedere un percorso capace di dedicare ad ogni singolo spazio l’attenzione
necessaria, tenendo in considerazione il contesto locale e la relazione già esistente con il pubblico
delle famiglie e delle scuole, le diverse tipologie di sala e soprattutto le differenti necessità che gli
spettatori possono avere.
Dalle brevi descrizioni che seguono, si potrà notare che si tratta di spazi molto differenti tra di loro,
sia architettonicamente, sia per la collocazione geografica, che per le attività organizzatevi
all’interno; ad accomunarli sono invece due aspetti: la presenza in tutti i teatri di rassegne e attività
rivolte alle famiglie e alle scuole e che sono luoghi nei quali vengono programmate anche stagioni
di prosa e di teatro serale, pertanto ogni modifica degli arredi e dell’organizzazione dello spazio –
come accaduto per il Teatro Astra – deve tenere conto dei diversi usi.
In queste pagine si proverà a tracciare un percorso di co-progettazione con bambini e adulti per
un teatro a misura di bambini che possa essere avviato in qualunque spazio teatrale, utilizzando
come base quanto pensato per il Teatro Astra, con una valutazione delle utili migliorie da
apportare perché l’attività possa giungere ad un esito ancora migliore.
I CONTESTI
Teatro Villa dei Leoni
Il Teatro Villa dei Leoni è un teatro di proprietà del Comune di Mira e può ospitare fino a 300
spettatori in uno spazio suddiviso tra platea (156 posti) e gradinata (144 posti). Si trova in provincia
di Venezia, in un comune di circa 37.000 abitanti.
L'edificio originariamente ricopriva la funzione di barchessa di Villa Contarini dei Leoni (XVI
secolo), restaurata tra il 1984 e il 1988, è stata adibita alla nuova funzione a partire dal 1988.
Il corpo centrale di Villa dei Leoni, dopo varie destinazioni d’uso, è stato restaurato e inaugurato
nel 2008 come spazio eventi e spazio espositivo. Da allora alcune delle sale sono state utilizzate
da La Piccionaia come spazio foyer e biglietteria del teatro e, occasionalmente, come punto
ristoro. Questa soluzione è stata utile per sopperire alle dimensioni ridotte dell’ingresso al teatro
che non riesce ad accogliere più di trenta persone per volta.
La sala teatrale si trova all’interno del parco della villa che è accessibile e fruibile dalla cittadinanza
come area verde pubblica gestito dal Comune di Mira. Gli spettatori degli appuntamenti dedicati
alle famiglie hanno sempre usufruito del parco prima, ma soprattutto dopo gli spettacoli, le scuole
che vanno a teatro lo utilizzano spesso per la merenda prima o dopo le rappresentazioni.
La Piccionaia gestisce il Teatro Villa dei Leoni dal 2000 e attualmente si occupa di programmare
una rassegna per famiglie, dedicata ai bambini dai 3 anni e agli adulti che li accompagnano, e
27
una rassegna di teatro scuola per le scuole dell’infanzia, primarie e secondarie di primo grado,
nonché laboratori teatrali, per lo più per le nuove generazioni.
Teatro Ferrari
La Piccionaia gestisce il Teatro Ferrari dal 2015, si tratta di un edificio molto recente, inaugurato
nel 2011, con una sala con 428 poltrone, con ottima visibilità e acustica, un grande palcoscenico
e spazi dedicati all’accoglienza del pubblico: tra questi una sala utilizzabile per laboratori e un
ampio foyer spesso utilizzato per piccole esposizioni.
Davanti al teatro è presente un parcheggio, non c’è invece all’interno un servizio bar.
Il teatro si trova a Camposampiero, un comune in provincia di Padova con più di 11.000 abitanti.
La Piccionaia organizza al Ferrari una rassegna serale, un calendario di appuntamenti domenicali
per famiglie (per bambini dai 3 anni), una rassegna di teatro per le scuole e un laboratorio teatrale
pomeridiano per bambini della scuola primaria.
Teatro di Mirano
Il Cinema Teatro di Mirano, di proprietà del Comune, è stato inaugurato nel settembre
2006. All’interno si trovano una sala da 404 posti, utilizzata sia come sala teatrale che
cinematografica, e due sale cinema da 100 posti ciascuna. La sala teatrale ha un piccolo foyer
dedicato e un ballatoio che lo sovrasta inutilizzato.
La Piccionaia cura per l’Amministrazione Comunale le rassegne teatrali “Domeniche a teatro” per
le famiglie e “La scuola va a teatro” per gli studenti degli istituti scolastici di ogni ordine e grado
dal 2014. Raramente gli spettacoli teatrali e le proiezioni cinematografiche avvengono in
contemporanea.
La cittadina di Mirano si trova in provincia di Venezia ed ha 27.000 abitanti. Il Cinema Teatro è
situato in corrispondenza di uno degli accessi al centro abitato ed ha l'ingresso rivolto verso una
strada trafficata, dalla quale è diviso da un'ampia zona pedonale non delimitata.
Teatrino Groggia
La Piccionaia cura la sua prima programmazione per il Teatrino Groggia di Venezia nella stagione
2021/2022 con sei mesi di appuntamenti divisi in quattro sezioni: “Domeniche da favola” dedicata
ai bambini a partire dai 3 anni, “Prime esperienze teatrali” dai 9 mesi ai 5 anni, “Prime pratiche
teatrali” ovvero brevi laboratori differenziati per fasce d’età e “Avventure a teatro” tre appuntamenti
serali adatti ad un pubblico a partire dai 16 anni e agli adulti.
Il Teatrino Groggia è collocato nel centro storico di Venezia, ai margini settentrionali del Sestiere
di Cannaregio, non distante dalla zona del Ghetto, all'interno del parco omonimo ed ha a
disposizione una piccola sala teatrale che può ospitare 99 spettatori. L’attuale forma del teatro
risale al 1913, precedentemente era un edificio a uso magazzino in una zona di orti.
Un’interessante caratteristica del teatro è il riscaldamento a pavimento che consente di lavorare
con i bambini in situazione di confort sfruttando l’ampio spazio della sala; il palcoscenico invece
è di dimensioni estremamente ridotte.
Il parco è molto frequentato dai bambini come spazio verde e accoglie numerosi servizi per la
cittadinanza: una ludoteca, una piscina, due società remiere, un corso d’italiano per stranieri, una
sede dei servizi sociali del Comune. La zona in cui si trova è ancora spiccatamente residenziale
28
con numerose scuole nei dintorni, questo rende il Teatrino Groggia un’opportunità preziosa per
una città dove i servizi culturali sono sempre più indirizzati al turismo che non ai residenti.
I TEMPI
“A misura di bambino” al Teatro Astra ha preso avvio precedentemente rispetto all’apertura della
stagione teatrale e alla partenza dei laboratori, non permettendo quindi di promuovere l’indagine
preliminare e il percorso di co-progettazione agli spettatori, agli insegnanti e ai corsisti in
occasione di spettacoli ed eventi. Inoltre, a causa dell’epidemia Covid-19 e alle misure di
contenimento messe in atto a partire da febbraio 2020, le rassegne sono ripartite a novembre
2021, dopo un anno e mezzo di stop, con dei timori da parte degli spettatori e un’abitudine alla
frequentazione delle attività culturali da ricostruire.
Ai pubblici dell’Astra, il progetto è stato presentato, utilizzando i canali digitali e i pieghevoli della
rassegna “Famiglie a teatro”, il 15 ottobre 2021, con la pubblicazione del questionario online, che
è rimasto compilabile fino all’8 novembre 2021. Gli incontri di co-progettazione sono stati
programmati dal 13 novembre 2021 al 5 febbraio 2022.
Il primo appuntamento della rassegna “Famiglie a teatro” – eventi nei quali è presente il bacino
più numeroso di persone potenzialmente interessate a partecipare ad un percorso di cocreazione per un teatro a misura di bambini – è stato il 14 novembre, ovvero successivamente
alla somministrazione dell’intervista e all’avvio degli incontri, pertanto la possibilità di entrare in
contatto diretto con il pubblico delle famiglie si è limitata alle occasioni di acquisto degli
abbonamenti e dei biglietti in prevendita.
Gli insegnanti, che precedentemente al Covid-19 venivano contattati nei mesi di settembre e
ottobre per invitarli a partecipare ad incontri e corsi a loro dedicati e per promuovere le proposte
di teatro scuola, non sono stati in grado di programmare uscite a teatro fino al mese di novembre
2021, pertanto anche la relazione con loro è ricominciata successivamente all’inizio del percorso.
Augurandosi di non dover più tenere in considerazione restrizioni alla fruizione teatrale dovute alla
pandemia, per raggiungere un maggior numero di genitori, insegnanti e adulti interessati ad
essere coinvolti nella progettazione di un teatro a misura di bambini, è importante far coincidere
l’avvio delle rassegne, in particolare quelle per famiglie, con la partenza di tutte le azioni del
percorso.
29
Come è stato fatto per il Teatro Astra, è in ogni caso utile inoltre seguire le tempistiche della
stagione teatrale, organizzando le attività che richiedono un coinvolgimento degli spettatori nei
mesi nei quali sono calendarizzati gli spettacoli delle rassegne e utilizzando il periodo tra aprile e
settembre per attuare quanto progettato con il pubblico per presentarlo, iniziare a testarlo e
utilizzarlo con l’apertura della stagione teatrale successiva.
LA COMUNICAZIONE
A Vicenza la comunicazione ha accompagnato ogni fase di “A misura di bambino”, nel tentativo
di costruire un racconto che fosse in grado di coinvolgere il maggior numero di spettatori possibile
e di condividere con loro il percorso che La Piccionaia sta compiendo per ospitare il pubblico in
un teatro family and children friendly.
Come detto in precedenza – differentemente da quanto attuato al Teatro Astra – è importante far
coincidere le tempistiche delle stagioni con quelle del percorso, per raggiungere tutte le persone
potenzialmente interessate.
Nei mesi nei quali sono calendarizzati gli spettacoli delle rassegne per famiglie e scuole, gli adulti
che accompagnano i più piccoli a teatro nel fine settimana e gli insegnanti che organizzano
un’uscita didattica sono più legati al teatro e quindi più permeabili con altre proposte. Durante gli
altri periodi dell’anno l’abitudine alla fruizione teatrale non c’è e pertanto viene prestata meno
attenzione anche alle comunicazioni fatte e a nuove progettualità che vengono attivate.
“A misura di bambino” e l’obiettivo di costruire un teatro a misura di bambini e famiglie necessitano
inoltre di essere raccontati e conosciuti da tutti i pubblici dei teatri, anche a chi non è stato
coinvolto attivamente nel percorso. La comunicazione potrebbe quindi suddividersi in tre azioni:
-
Lancio del progetto: comunicare l’avvio delle attività per intercettare spettatori interessati a
partecipare attivamente al percorso, sia rispondendo all’indagine preliminare, sia prendendo
parte al percorso di co-creazione.
I materiali delle rassegne, la comunicazione online e la stampa rappresentano la base della
promozione, che dovrà essere rinforzata raccontando il progetto e ingaggiando insegnanti e
adulti durante l’organizzazione del teatro scuola, la campagna abbonamenti e i primi
appuntamenti della rassegna per famiglie.
Il coinvolgimento personale aumenta la percezione del valore che la propria partecipazione
ha e rende maggiormente disposti a investire il proprio tempo per lavorare su un tema ritenuto
importante.
-
Racconto: fondamentale è condividere i risultati degli incontri di co-progettazione, ma non
sempre è possibile costruire un racconto che possa essere chiaro e avvincente per un
fruitore. A Vicenza si è scelto di accompagnare gli spettacoli della seconda parte di stagione
(da gennaio a marzo 2022) con i “Segni a misura di bambino”, presenti e differenziati durante
tutti gli appuntamenti per famiglie e in altri momenti di apertura del teatro. I “Segni a misura
di bambino” sono delle opere realizzate insieme ai protagonisti del percorso o partendo da
loro creazioni, che, in maniera ludica e creativa, portano attenzione e danno rilevanza al
percorso che è stato avviato, occupando e modificando temporaneamente ma visibilmente
lo spazio del teatro. I Segni rappresentano uno strumento per informare gli adulti, ma in grado
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di coinvolgere anche i bambini che possono interagire con le opere e modificarle. Questa
azione va mantenuta, personalizzando i Segni al teatro dove si sta agendo, basandosi su
quanto emerso durante il percorso partecipativo e dando (almeno in alcuni momenti) la
possibilità di giocare e interagire con le opere, per aumentare la curiosità che possono
suscitare negli spettatori.
Il sito internet del teatro e i social network inoltre devono costituire il diario permanente del
percorso, nel quale raccogliere la narrazione e gli esiti di ogni fase.
Anche una volta concluso il percorso di progettazione partecipata, andranno comunicati i
passi fatti: alle persone che hanno co-creato, per non far svanire la loro affezione verso il
progetto, tenerli aggiornati sugli sviluppi e coinvolgerli nuovamente nella realizzazione e nel
testare l’esito; all’intero pubblico del teatro, per renderlo consapevole del percorso avviato e
prepararlo alle novità che verranno attuate; ai finanziatori del progetto, che potrebbero essere
interessati ad investire altre risorse, o a potenziali nuovi sponsor.
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Un teatro a misura di bambini: una volta conclusi i lavori si avrà un teatro con un valore
aggiunto, ovvero l’attenzione alle necessità di bambini e famiglie, aspetto che andrà reso
evidente in ogni occasione; ciò permetterà di aumentare la consapevolezza degli spettatori
che già conoscono e vivono lo spazio e di far conoscere a nuovi pubblici l’unicità
dell’esperienza teatrale in quel luogo rispetto che in altri, sottolineare l’importanza che le
nuove generazioni e il loro benessere rappresentano per La Piccionaia.
LA CONOSCENZA DEL PUBBLICO
La prima fase di lavoro per il Teatro Astra a misura di bambino è stata rappresentata da
un’intervista rivolta a tutti gli spettatori, un questionario online con l’intento di costruire una
panoramica sulla percezione di quanto possa risultare motivante sapere che uno spazio è attento
ai bisogni di bambini, scolaresche e famiglie.
All’Astra ci si è concentrati in particolare su spazi e arredi, ma le domande possono riguardare
anche aspetti legati all’esperienza e ai servizi immateriali. In ogni caso le proposte o richieste
avanzate è bene che si focalizzino su modifiche possibili, altrimenti il rischio è di ricevere critiche
e suggerimenti che rimarrebbero inascoltati. Per fare ciò, è sufficiente proporre prevalentemente
domande chiuse e non lasciare troppo spazio ai consigli liberi.
Il questionario può essere somministrato, come per Vicenza, precedentemente al percorso di coprogettazione, oppure essere un’occasione di conoscenza dei pubblici durante l’intera stagione.
Nel primo caso le emersioni possono essere riportate ai partecipanti durante il percorso di cocreazione come ulteriori questioni da considerare e sulle quali lavorare, ma ciò significa che la
raccolta di pareri sarà limitata nel tempo e accoglierà le impressioni degli spettatori più reattivi. Se
invece il questionario rimanesse compilabile per più mesi e presente in teatro nei giorni di
spettacolo, permetterebbe di raccogliere dati più precisi e condivisi da un campione più
numeroso; quanto emerso verrà integrato in un secondo momento con l’esito degli incontri
partecipati.
La scelta dei tempi di somministrazione si basa anche sulla conoscenza pregressa dei pubblici:
se un teatro possiede già informazioni aggiornate riguardanti i propri spettatori può optare per
un’intervista focalizzata solamente su “A misura di bambino” e compilabile per un breve periodo;
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al contrario, se si reputa necessario indagare pareri e abitudini di un pubblico che non si conosce,
le domande riguardanti l’utilità di uno spazio accessibile per i bambini, possono essere inserite in
un questionario più ampio, utile a raccogliere diverse tipologie di informazioni e durante un’intera
stagione teatrale.
IL PERCORSO PARTECIPATO
Per “A misura di bambino” al Teatro Astra è stato necessario ideare un percorso partecipato
nuovo, con strumenti della partecipazione inediti, in un contesto nel quale il coinvolgimento attivo
di bambini e adulti non era mai avvenuto prima. Quest’esperienza ha però permesso di costruire
un’attività, testarla, analizzarne l’efficacia in seguito e dalla quale è possibile partire per ridefinire
un processo partecipato ottimizzato da poter presentare nella stessa forma in tutti gli altri teatri
gestiti da La Piccionaia.
Quattro incontri, di due ore ciascuno, indirizzati ad un gruppo composto da bambini dai 5 anni e
adulti, durante i quali si alternano attività condivise e attività specifiche per piccoli e grandi. Gli
incontri si dovranno svolgere nel periodo tra dicembre e marzo, tra un appuntamento e l’altro non
dovrebbero trascorrere più di quattro settimane, per non far perdere memoria di quanto costruito
in precedenza.
Il primo incontro è un momento di conoscenza reciproca tra gli spettatori e con i facilitatori, e di
indagine sullo spazio del teatro. Le attività coinvolgono adulti e bambini insieme per l’intera durata
e sono “E se il teatro fosse…” e “L’esplorazione”. La prima proposta consente di iniziare a
relazionarsi attraverso l’immaginazione e i gesti con il gruppo, di creare un’atmosfera collaborativa
e togliere barriere e timori creati dal nuovo contesto nel quale ci si trova; “L’esplorazione” invece
dà la possibilità di visitare e raccogliere informazioni sul teatro per scoprirne i luoghi più nascosti
e inaccessibili, ma anche per iniziare a prendere possesso dello spazio da riprogettare.
Dal primo al secondo appuntamento si traghetta una maggiore consapevolezza dell’obiettivo del
percorso e la percezione di dover procedere come gruppo unito fino alla conclusione del
percorso.
Il nuovo incontro dà spazio a creatività e immaginazione, facendo operare in gruppi distinti adulti
e bambini. I più piccoli iniziano a lavorare all’”Anatomia di un teatro”, prima portando a
conclusione il lavoro su com’è fatto esternamente un teatro, individuando dove potrebbero trovarsi
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i suoi occhi, nasi, bocche, orecchie se fosse un essere umano e poi, iniziando, a definire la mappa
anatomica dell’interno del teatro, che verrà conclusa nell’occasione successiva.
Intanto gli adulti dedicano ancora spazio alla conoscenza reciproca e, anche loro attraverso lo
strumento del disegno, raccontano il primo ricordo di teatro: un esercizio per ritornare bambini e
provare a progettare vedendo le cose da una prospettiva differente; successivamente la
riflessione si concentra sullo spazio della platea – luogo limitatamente modificabile in qualsiasi
teatro, ma centrale – e su come sappia accogliere gli spettatori durante la visione degli spettacoli.
Il terzo incontro aiuta a trasferire quanto immaginato dai bambini come teatro ideale, in un’idea
progettuale realistica per il luogo dove ci si trova; si incomincia terminando l’“Anatomia di un
teatro” dell’interno, individuando il punto nel quale si troverebbero i cuori, i cervelli, i polmoni, gli
stomaci nella propria mappa anatomica di un teatro, per poi dedicarsi alla progettazione degli
spazi che accolgono gli spettatori prima e dopo gli spettacoli, osservandoli, analizzandoli
attraverso i sensi e apportando le modifiche desiderate con lo strumento “Un foyer di post-it”.
Gli adulti, nel terzo giorno di lavori, incominciano a progettare il teatro a misura di bambini e
famiglie: ad un primo momento utile a riassumere le informazioni necessarie, segue
un’esercitazione a coppie o gruppi di tre che restituisce più progetti, che poi vengono raccontati
agli altri partecipanti e discussi.
L’incontro si conclude con la visione da parte dei grandi delle “Anatomie di un teatro” e dei cartelli
affissi nell’atrio, accompagnati dal racconto dei bambini.
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L’appuntamento conclusivo ha l’obiettivo di definire il progetto condiviso da tutti i partecipanti. Per
fare ciò, i due gruppi lavorano in una prima fase separati, per concordare una proposta da
esporre. L’incontro prosegue con il racconto e il confronto su quanto ideato da adulti e bambini,
e la valutazione delle modifiche eventualmente da apportare per assecondare i bisogni emersi
solamente dagli adulti, o esclusivamente dai bambini. Concretamente, i progetti vengono mostrati
con il supporto di grandi planimetrie.
Non si esclude che al termine bambini e adulti non riescano a trovare un accordo su ogni singolo
aspetto, sarà quindi compito dei progettisti fare sintesi e motivare la direzione presa.
LA VALUTAZIONE DEGLI ESITI
La valutazione degli esiti comporta un’osservazione continua negli anni successivi al processo.
Una volta concluso il percorso partecipato, La Piccionaia si prende carico di realizzare quanto
richiesto e di renderlo utilizzabile a partire dalla stagione teatrale successiva. Da quel momento è
fondamentale mantenere fissa l’attenzione su due aspetti: lo spazio a misura di bambini e famiglie
e la comunità attiva che si è creata attorno al teatro.
Gli arredi, i servizi e le esperienze accessibili ai bambini possono richiedere l’apporto di modifiche
rispetto al progetto iniziale, per andare incontro ad esigenze che potrebbero emergere
utilizzandole; ci vorranno diversi eventi, per differenti tipologie di pubblico, per comprendere se
ogni cosa funziona al meglio, o se siano necessari alcuni cambi. L’osservazione è il primo e
imprescindibile strumento per valutare ciò, ma a questo va aggiunta la raccolta di pareri sia di
adulti che di bambini.
Non è pensabile che il monitoraggio del progetto avvenga solamente durante la prima stagione,
ma è necessario sia costante nel tempo: il pubblico delle nuove generazioni ha un ricambio molto
veloce, quando i bambini crescono, insieme alle loro famiglie, smettono di frequentare le attività
rivolte all’infanzia, per questo bisogna essere consapevoli che i loro bisogni dopo qualche anno
possano mutare.
La richiesta di partecipare attivamente alla riprogettazione di un luogo caro agli spettatori può
innescare la volontà di continuare ad esprimere la propria opinione e di essere inclusi in altri
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momenti decisionali legati al teatro. Questa voglia non può essere ignorata o fatta svanire senza
prestarle attenzione, va mantenuta una relazione capace di mettere il pubblico al centro delle
progettualità. Una comunità attenta e affezionata ad uno spazio culturale, non può che
rappresentare una ricchezza unica e aggiuntiva per quel territorio, che i curatori e le
amministrazioni locali non possono ignorare e hanno il dovere di mantenere viva, continuando ad
impegnarsi ad offrire ascolto e spazi di confronto con chi condivide la fruizione di un luogo.
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(43(19.43.
Al momento della stesura di questo elaborato, il Teatro Astra a misura di bambini e famiglie è
ancora in fase di realizzazione, è pertanto difficile darne una visione realmente conclusiva.
Il processo di co-progettazione ha fatto emergere dei bisogni, che richiedono dedizione per
essere ascoltati e per apportare dei cambiamenti ad uno spazio e a delle abitudini consolidate.
La Piccionaia sta lavorando con impegno perché ciò avvenga, per non vanificare lo sforzo fatto,
l’affetto e l’interesse che gli spettatori hanno dimostrato nei confronti del Teatro Astra di Vicenza.
Allo stesso modo la volontà che si sta consolidando è di non abbandonare la strada della
progettazione partecipata, dopo questo esperimento, e di continuare a creare spazi di ascolto e
confronto con i pubblici e le comunità che abitano i teatri in gestione, con la consapevolezza che
ciò doni maggiore valore ad ogni proposta culturale.
“A misura di bambino” ha dato modo di sperimentare gli strumenti del teatro, della danza e delle
arti in ambito partecipativo, consegnando esiti di grande espressività e creatività, in particolare
da parte dei bambini. Vanno necessariamente considerate le potenzialità aggiuntive che le
metodologie utilizzate nei laboratori artistici siano in grado di dare alla partecipazione, creando
percorsi nuovi, originali e nei quali, grazie all’immaginazione e alla libertà espressiva, è possibile
concedersi di aspirare a creare il miglior mondo possibile.
La Piccionaia, nella realizzazione degli spettacoli dedicati alle nuove generazioni, presta da
sempre attenzione ai desideri dei bambini. A questo, ora, si aggiunge la volontà di approcciarsi
allo stesso modo anche per migliorare lo stare a teatro, attraverso il loro coinvolgimento diretto e
attivo, strumento indispensabile per conoscerne veramente i bisogni, ciò che hanno da dire e nel
sostenerli per «reinventare l’infanzia e i luoghi che la sostengono»14.
«Vorrei un Teatro come una Piazza», ha detto una partecipante agli incontri di co-creazione al
Teatro Astra, donandoci una visione preziosa sul futuro prossimo: costruiamo dunque un teatro
che non sia solamente un luogo di spettacolo, ma uno spazio vivo, capace di creare incontri,
legami, che sia ambiente di confronto, nel quale tutti – bambini, giovani e adulti – possano sentirsi
a loro agio, accolti, ascoltati e parte di una comunità.
14 G. Paba, A.L. Pecoriello, La città bambina. Esperienze di progettazione partecipata nelle
scuole, p. 38
37
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UNIVERSITÀ IUAV DI VENEZIA
DICHIARAZIONE DI CONSULTABILITÀ O NON CONSULTABILITÀ DELLA TESI
La sottoscritta Silvia Sette, matr. n. 296106
diplomanda in sessione unica dell’a.a. 2020/2021
DICHIARA
che la sua tesi dal titolo:
Teatri a misura di bambino. Dal Teatro Astra di Vicenza agli altri luoghi di spettacolo de
La Piccionaia, con un modello replicabile di progettazione partecipata insieme a bambini
e adulti.
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è consultabile da subito
potrà essere consultata a partire dal giorno
non è consultabile
data 19/04/2022
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