Comitato scientifico e redazionale
† francesco
adorno
guido bastianini
gábor betegh
antonio carlini
(presidente)
(segretaria)
fernanda decleva caizzi
maria serena funghi
daniela manetti
† manfredo
manfredi
franco montanari
glenn most
valeria piano
(segretaria)
rosa maria piccione
david sedley
accademia toscana di scienze e lettere
«la colombaria»
union acadÉmiQue internationale
unione accademica nazionale
corpus dei papiri
filosofici greci e latini
(cpf)
testi e lessico nei papiri di cultura greca e latina
parte ii.1**
frammenti adespoti
firenze
leo s. olschki editore
mmXXi
Tutti i diritti riservati
casa editrice leo s. olschki
viuzzo del pozzetto, 8
50126 firenze
www.olschki.it
il volume viene pubblicato con il contributo dell’union académique internationale, dell’istituto papirologico «g. vitelli», dell’università degli studi di
firenze, della scuola normale superiore di pisa.
il patrocinio dell’impresa Corpus dei Papiri Filosofici Greci e Latini. Testi e lessico
è stato assunto dall’accademia toscana di scienze e lettere «la colombaria» di firenze in collaborazione con l’union académique internationale e l’unione accademica nazionale. le ricerche confluite in questo volume sono state a suo tempo finanziate con il contributo del ministero per l’istruzione, l’università e la ricerca
per il programma di ricerca di interesse nazionale «Corpus dei papiri filosofici
greci e latini. testi e lessico», cofinanziato dal m.i.u.r. e dagli atenei di milano, firenze e pisa, e dalla scuola normale superiore di pisa.
isbn 978 88 222 6810 5
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indici analitici, si rinvia al sito www.papirifilosofici.it
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fermo restando che il progetto si fonda da sempre sulla stretta collaborazione scientifica tra specialisti di ambiti diversi, si segnala che, nel caso di contributi a doppia firma, ai fini concorsuali sono da attribuirsi come segue le responsabilità scientifiche:
– al curatore della parte papirologica l’introduzione bibliologica e paleografica e l’apparato papirologico;
– al curatore della parte filologica e/o filosofica la parte relativa al contenuto
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– testo e traduzione sono in ogni caso da intendersi come frutto del lavoro
congiunto di entrambi.
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Qualora i nomi di componenti del comitato scientifico compaiano all’interno
dei contributi senza ulteriore specificazione bibliografica, si fa riferimento a suggerimenti offerti nel corso delle revisioni.
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dei due secoli.
sono state utilizzate le sigle papirologiche della Checklist on line. Quelle che
non vi compaiono al momento in cui si licenzia il volume sono state inserite nelle «abbreviazioni bibliografiche». per le sigle degli autori antichi si è fatto riferimento, con alcune eccezioni (e.g. aesch. al posto di a.), al lsJ.
si tenga presente che, nel caso delle collezioni di berlino e di vienna, sono
state usate le sigle inventariali come designazione principale, segnalandone la corrispondenza con i volumi delle rispettive serie.
Questo volume, seguito in particolare da david sedley, ha tratto beneficio dalla consulenza e dalle competenze di numerosi studiosi. si ringraziano in particolare bruno centrone, alessandro linguiti, eleonora rocconi.
la traduzione dal tedesco di psi 1400 (n° 10) è di rosa maria piccione.
la traduzione dall’inglese di p.duke inv. 777 + p.köln inv. 907 + p.gen. inv.
271 (n° 4) e l’impaginazione del libro sono di fernanda decleva caizzi.
— viii —
ABBREVIAZIONI BIBLIOGRAFICHE
ANRW
Aufstieg und Niedergang der Römischen Welt. Geschichte
und Kultur Roms im Spiegel der neueren Forschung,
hrsg. von H. TEmpORINI und W. HAAsE, Berlin-New
York, de Gruyter 1975–.
Aspetti I
m.s. FuNGHI (cur.), Aspetti di letteratura gnomica nel
mondo antico I, Firenze, Olschki 2003.
Aspetti II
m.s. FuNGHI (cur.), Aspetti di letteratura gnomica nel
mondo antico II, Firenze, Olschki 2004.
Bastianini, Precetti
G. BAsTIANINI, Precetti di comportamento in testi dall’Egitto Greco-Romano (MP3 2603 e 2591), in Règles de
vie, 13-21.
Bastianini, Testi gnomici G. BAsTIANINI, Testi gnomici di ambito scolastico, in
Aspetti I, 167-175.
BL
Collection des universités de France, publiée sous le
patronage de l’Association Guillaume Budé, société d’édition «Les Belles Lettres», paris.
Blass - Debrunner
FR. BLAss - A. DEBRuNNER, Grammatica del greco del
Nuovo Testamento, trad. it., Brescia, paideia 1997.
BT
Bibliotheca scriptorum Graecorum et Romanorum Teubneriana, Leipzig (poi anche stuttgart, münchen, Berlin,
New York, Boston).
Cavallo, Calamo
G. CAVALLO, Il calamo e il papiro, Firenze, Gonnelli
2005 (pap.Flor., XXXVI).
CAG
Commentaria in Aristotelem Graeca, preußischen Akademie der Wissenschaften, Berlin, Georg Reimer 1882–
CDLaur
Papiri letterari della Biblioteca Medicea Laurenziana
(CD), università degli studi di Cassino, 2002.
Clarysse, Literary Papyri W. CLARYssE, Literary papyri in documentary «Archives», in E. van’t Dack, p. van Dessel, W. van Gucht
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Orientaliste 1983 («studia Hellenistica», 27), 43-61.
CPF
Corpus dei papiri filosofici greci e latini, Firenze, Olschki, 1989 –.
Vd. www.papirifilosofici.it
— IX —
ABBREVIAZIONI BIBLIOGRAFICHE
CPG
Cribiore, Writing
Cynics
Del Corso,
Scritture formali
Del Corso,
Scritture librarie
Del Corso, Stile severo
Denniston
DK
DPhA
EGP
FDS
FGrHist
FGrHistCont
FPhG
Giannantoni (Giann.)
Gignac
GMAW
Johnson, Bookrolls
Corpus paroemiographorum Graecorum, I-II, edd. E.L.A.
LEuTsCH - F.G. sCHNEIDEWIN, Gottingae, ap. Vandenhoeck & Ruprecht 1839-1851 (Hildesheim, Olms 1958).
R. CRIBIORE, Writing, teachers, and students in Graeco-Roman Egypt, Atlanta, scholars press 1996 (Am.
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R.B. BRANHAm - m.-O. GOuLET-CAZé (cur.), The Cynics. The Cynic movement in Antiquity and its legacy,
Berkeley-Los Angeles, univ. of California press 1996.
L. DEL CORsO, Scritture ‘formali’ e scritture ‘informali’
nei volumina letterari da Al Hibah, Aegyptus 84 (2004),
33-100.
L. DEL CORsO, Scritture ‘librarie’ nei cartonnages di alHibah: notazioni paleografiche, in A. papCongr. XXIV,
I, 233-247.
L. DEL CORsO, Lo ‘stile severo’ nei P.Oxy.: una lista,
Aegyptus 86 (2006), 81-106.
J.D. DENNIsTON, The Greek particles, Oxford, Clarendon
19542.
H. DIELs - W. KRANZ, Die Fragmente der Vorsokratiker, Dublin-Zürich, Weidmann 1951-19522 (rist. più
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paris, éditions du CNRs 1989 –.
A. LAKs - G.W. mOsT (edd.), Early Greek philosophy,
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K. HüLsER, Die Fragmente zur Dialektik der Stoiker.
Neue sammlung der Texte mit deutscher übersetzung
und Kommentaren, stuttgart-Bad Cannstatt, FrommannHolzboog 1987.
F. JACOBY, Die Fragmente der griechischen Historiker,
ed. orig. 1923-1958, Berlin, Weidmann, poi Leiden, Brill.
FGrHist Continued. IV A. Biography and antiquarian
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Toronto-Buffalo-London, univ. of Toronto press 2004.
— X —
ABBREVIAZIONI BIBLIOGRAFICHE
Kannicht (Kn.)
Kassel - Austin (K.-A.)
Kühner - Blass
Kühner - Gerth
LDAB
Loeb
Long - sedley
mayser (- schmoll)
mcNamee, Abbreviations
mcNamee, Annotations
mcNamee, Sigla
mertens, Ostraca
milne
mp
New chapters
Norsa, Scr. lett.
OCT
pappal
vd. TrGF.
Vd. PCG.
R. KüHNER - F. BLAss, Ausführliche Grammatik der
griechischen Sprache, Hannover, Hahnsche Buchhandlung 1890-1904.
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griechischen Sprache, Zweiter Teil: Satzlehre, Hannover
und Leipzig, Hahn 1898-19043 (rist. an. Darmstadt, Wissenschaftliche Buchgesellschaft 1966).
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(et al.), Harvard university press-Heinemann.
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E. mAYsER, Grammatik der Griechischen Papyri aus der
Ptolemäerzeit. Mit Einschluss der gleichzeitigen Ostraka
und der in Ägypten verfassten Inschriften, I.1. Laut- und
Wortlehre, Berlin, de Gruyter 19702 (cur. H. sCHmOLL);
I.2. Flexionslehre, Berlin-Leipzig, de Gruyter, 19382 (rist.
1970); I.3. Stammbildung, ibid. 19363 (rist. 1970); II.
Satzlehre, ibid. 1926-1934, 3 voll. (rist. 1970).
K. mCNAmEE, Abbreviations in Greek literary papyri
and ostraca, Ann Arbor, scholars press 1981 («BAsp
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K. mCNAmEE, Annotations in Greek and Latin texts
from Egypt, Oxford, Oxbow Books 2007 («Asp», 45).
K. mCNAmEE, Sigla and select marginalia in Greek literary papyri, Bruxelles, Fondation égyptologique Reine
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cipl93.philo.ulg.ac.be/Cedopal/mp3/dbsearch.aspx
J.u. pOWELL - E.A. BARBER, New chapters in the history
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a.C. all’ VIII d.C., Firenze, Ariani 1939.
scriptorum Classicorum Bibliotheca Oxoniensis, Oxford,
Clarendon.
www.pappal.info (repertorio digitale di immagini di papiri documentari datati).
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ABBREVIAZIONI BIBLIOGRAFICHE
PCG
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Berlin-New York, de Gruyter, 1983 –.
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(cur.), Philosophia in der Konkurrenz von Schulen, Wissenschaften und Religionen. Zur Pluralisierung des Philosophiebegriffs in Kaiserzeit und Spätantike, BerlinBoston, De Gruyter 2017, 3-31.
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R. pFEIFFER, History of Classical Scholarship. From the
Beginnings to the End of the Hellenistic Age, Oxford,
Clarendon press (1968) 1976.
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Ch. RIEDWEG, Ch. HORN, D. WYRWA (cur.), Die Philosophie der Antike, 5. Philosophie der Kaiserzeit und der
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powell, CA
J.u. pOWELL, Collectanea Alexandrina, Oxford, Clarendon 1925 (Chicago, Ares 19822).
RAC
Reallexikon für Antike und Christentum. Sachwörterbuch zur Auseinandersetzung des Christentums mit der
antiken Welt, stuttgart, Hiersemann 1950 –.
Règles de vie
p. ODORICO (cur.), L’éducation au gouvernement et à
la vie. La tradition des «règles de vie» de l’Antiquité au
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et 19 mars 2005), paris, De Boccard 2009.
Roberts, GLH
C.H. ROBERTs, Greek literary hands, Oxford, Clarendon
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schubart, Gr. Pal.
W. sCHuBART, Griechische Paläographie, münchen, Beck
1966.
schubart, PGB
W. sCHuBART, Papyri Graecae Berolinenses, Bonn, marcus und Weber 1911.
schwyzer
E. sCHWYZER, Griechische Grammatik auf der Grundlage von Karl Brugmanns Griechischer Grammatik. I,
münchen, Beck 19532; II, vervollständigt und herausgegeben von A. DEBRuNNER, ibid. 1950.
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G. CAVALLO et al. (cur.), Scrivere libri e documenti nel
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seider, Pal. gr. Pap.
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snell (sn.)
vd. TrGF.
— XII —
ABBREVIAZIONI BIBLIOGRAFICHE
sNs 2013
Papiri filosofici adespoti (CPF II.1), Convegno di studi, 18-19 dicembre 2013, scuola Normale superiore,
pisa.
sNs 2014
seminario tra i collaboratori del volume CPF II.1, 28
novembre 2014, scuola Normale superiore, pisa.
SSR
Socratis et Socraticorum Reliquiae collegit, disposuit,
apparatibus notisque instruxit G. GIANNANTONI, Napoli, Bibliopolis 1990, 4 voll.
«studi e testi per il Corpus dei papiri Filosofici», Firenze, Olschki 1985 –. Vd. www.papirifilosofici.it
1: W. CAVINI, m.C. DONNINI mACCIò, m.s. FuNGHI , D. m ANETTI , Studi su papiri greci di logica e medicina, 1985; 2: F. ADORNO, F. DECLEVA CAIZZI, F.
L AssERRE , F. V ENDRusCOLO , Protagora, Antifonte,
Posidonio, Aristotele. saggi su frammenti inediti e nuove testimonianze da papiri, 1986; 3: A. BRANCACCI,
F. DECLEVA CAIZZI, m.s. FuNGHI, A. mERIANI, G.m.
pARássOGLOu, L.E. ROssI, E. spINELLI, K. TsANTsANOGLOu , Aristoxenica, Menandrea, Fragmenta Philosophica, 1988; 4: Un Anonimo Panegirico per l’Imperatore Giuliano (Anon. Paneg. Iul. Imp.), a cura di
A. GuIDA, 1990; 5: F. DECLEVA CAIZZI, m.s. FuNGHI , m. G IGANTE , F. L AssERRE , A. s ANTONI , Varia
papyrologica, 1991; 6: Studi su codici e papiri filosofici. Platone, Aristotele, Ierocle, 1992; 7: W. LApINI,
Il POxy. 664 di Eraclide Pontico e la cronologia dei
Cipselidi, 1996; 8: Papiri Filosofici. Miscellanea di studi I, 1997; 9: Papiri filosofici. Miscellanea di studi II,
1998; 10: Papiri filosofici. Miscellanea di studi III,
2000; 11: Papiri filosofici. Miscellanea di studi IV,
2003; 12: Studi sulla tradizione del testo di Isocrate,
2003; 13: The Derveni Papyrus, edited with Introduction and Commentary by T H . K OuREmENOs G.m. pARássOGLOu - K. TsANTsANOGLOu, 2006; 14:
Papiri Filosofici. Miscellanea di studi V, 2007; 15: C.
pERNIGOTTI, Menandri Sententiae, 2008; 16: Papiri filosofici. Miscellanea di studi VI, 2011; 18: V. pIANO,
Il papiro di Derveni tra religione e filosofia, 2016.
Stoicorum Veterum Fragmenta, coll. J. VON ARNIm,
Leipzig, Teubner 1903-1905 (3 voll.), vol. IV, Indices, conscr. m. ADLER (1924), rist. stuttgart, Teubner
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L. THREATTE, The grammar of Attic inscriptions, I.
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sTCpF
SVF
Threatte
TLG
— XIII —
ABBREVIAZIONI BIBLIOGRAFICHE
Tm
TrGF
Turner, Bookhands
Turner, GMAW
Turner, Papiri greci
Turner, Recto e verso
Turner, Typology
usener, Gloss. Epic.
Trismegistos. An interdisciplinary portal of the ancient
world: www.trismegistos.org/
Tragicorum Graecorum Fragmenta, Göttingen, Vandenhoeck & Ruprecht, I. Didascaliae Tragicae, catalogi tragicorum et tragoediarum, testimonia et fragmenta tragicorum minorum, ed. B. s NELL 1971; editio
correctior et addendis aucta cur. R. KANNICHT , 1986;
II. Fragmenta adespota, testimonia, volumini 1 addenda, indices ad volumina 1 et 2 ed. R. KANNICHT - B.
s NELL , 1981; III. Aeschylus, ed. s. R ADT , 1985; IV.
Sophocles, ed. s. RADT , 1977; V.1-2, Euripides, ed. R.
KANNICHT 2004.
E.G. TuRNER, Ptolemaic bookhands and Lille Stesichorus, s&C 4 (1980), 19-40.
E.G. TuRNER, Greek Manuscripts of the Ancient World.
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E.G. TuRNER, Papiri greci, ediz. it. a cura di m. manfredi, Roma, La Nuova Italia scientifica 2002.
E.G. TuRNER, ‘Recto’ e ‘verso’. Anatomia del rotolo di
papiro, trad. di G. menci e G. messeri savorelli, Firenze, Istituto papirologico «G. Vitelli» 1994.
E.G. TuRNER, The typology of early codex, philadelphia,
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H. usENER, Glossarium Epicureum, m. Gigante - W.
schmid (cur.), Ateneo & Bizzarri, Roma 1977.
Van minnen, Boorish
p. VAN mINNEN, Boorish or bookish, Literature in
Egyptian Villages in the Fayum in the Graeco-Roman Period, JJp 28 (1998), 99-184.
Wehrli, Schule
F. WEHRLI (ed.), Die Schule des Aristoteles. Texte und
Kommentar, schwabe & Co., Basel-stuttgart.
— XIV —
riviste
AAtC
Atti e Memorie dell’Accademia toscana «La Colombaria».
ABAW
Abhandlungen der Bayerischen Akademie der Wissenschaften.
ABK
Ämtliche Berichte aus den Königlichen Kunstsammlungen.
AC
L’Antiquité classique.
AClass
Acta classica. Proceedings of the Classical Association of south
Africa.
Aegyptus
Aegyptus. rivista italiana di egittologia e di Papirologia.
Aevum(ant)
Aevum Antiquum.
AFLM
Annali della Facoltà di Lettere e Filosofia, Università di Macerata.
AiON(filol.)
AiON. sezione filologico-letteraria.
AncPhil
Ancient Philosophy. A Journal devoted to Ancient Greek and
roman Philosophy and science.
AnPap
Analecta Papyrologica. rivista della Cattedra di Papirologia dell’Università di Messina.
AntPhilos
Antiquorum philosophia. An international Journal.
Apeiron
Apeiron. A Journal for Ancient Philosophy and science.
APF
Archiv für Papyrusforschung und verwandte Gebiete.
Arys
Arys. Antigüedad. religiones y sociedades.
AsNP
Annali della scuola Normale superiore di Pisa.
Athenaeum
Athenaeum. studi di letteratura e storia dell’antichità.
Augustinianum
Augustinianum. institutum Patristicum Augustinianum.
BAsP
Bulletin of the American society of Papyrologists.
BCH
Bulletin de Correspondance Hellénique.
BiCs
Bulletin of the institute of Classical studies (iCs).
BiFAO
Bulletin de l’institut Français d’Archéologie Orientale du Caire.
BMQ
British Museum Quarterly.
— Xv —
riviste
Boll.Class.
Bollettino dei Classici.
BPhW
Berliner Philologische Wochenschrift (vd. PhW).
BsAA
Bulletin de la société Archéologique d’Alexandrie.
ByzZ
Byzantinische Zeitschrift.
CB
the Classical Bulletin.
Ce
Chronique d’Égypte.
Cerc
Cronache ercolanesi. Bollettino del Centro internazionale per lo
studio dei Papiri ercolanesi.
C&M
Classica et mediaevalia. revue danoise de philologie et d’histoire.
CPh
Classical Philology.
CQ
Classical Quarterly.
Cr
Classical review.
CrAi
Comptes rendus des séances de l’année de l’Académie des inscriptions et Belles-lettres.
Dianoia
Dianoia. rivista di filosofia del Dipartimento di Filosofia e Comunicazione dell’Università degli studi di Bologna.
eHum
estudios humanísticos. Filología.
eikasmos
eikasmos. Quaderni bolognesi di filologia classica.
elenchos
elenchos. Dal 2017, n.s.: Journal of studies on Ancient thought.
eos
eos. Organ Polskiego towarzystwa Filologicznego.
ePap
Études de Papyrologie.
GGA
Göttingische gelehrte Anzeigen.
Gnomon
Gnomon. Kritische Zeitschrift für die gesamte klassische Altertumswissenschaft.
GrBs
Greek roman and Byzantine studies.
Hellenica
Ελληνικά. Φιλολογικό, ιστορικό και λαογραφικό περιοδικό
σύγγραμμα.
Helmantica
Helmantica. revista de filología clásica y hebrea.
Hermes
Hermes. Zeitschrift für klassische Philologie.
Historia
Zeitschrift für alte Geschichte.
Hyperboreus
Hyperboreus. Bibliotheca Classica Petropolitana
JAW
Jahresbericht über die Forschritte der klassischen Altertumswissenschaft
Jdi
Jahrbuch des deutschen Archäologischen instituts.
JeA
Journal of egyptian Archaeology.
JHs
Journal of Hellenic studies.
— Xvi —
riviste
JJP
the Journal of Juristic Papyrology.
JÖByz
Jahrbuch der Österreichische Byzantinistik.
Kernos
Kernos. revue internationale et pluridisciplinaire de religion grecque antique.
Klio
Klio. Beiträge zur Alten Geschichte.
Lexicon philos.
Lexicon philosophicum. international Journal for the history of
texts and ideas. (on line)
LF
Listy filologické = Folia philologica.
Maia
Maia. rivista di Letterature classiche.
MCr
Museum Criticum.
MD
Materiali e discussioni per l’analisi dei testi classici.
MeG
Medioevo greco. rivista di storia e filologia bizantina.
Méthexis
Méthexis. revista internacional de filosofía antigua.
MH
Museum Helveticum. revue suisse pour l’Étude de l’Antiquité
Classique.
Musica e storia
Musica e storia.
NAWG
Nachrichten der Akademie der Wissenschaften in Göttingen, Philol.-Hist. Klasse.
OLZ
Orientalistische Literaturzeitung. Zeitschrift fu
̈ r die Wissenschaft
vom ganzen Orient und seinen Beziehungen zu den angrenzenden Kulturkreisen.
OsAPh
Oxford studies in Ancient Philosophy.
P&i
Le Parole e le idee. rivista internazionale di varia cultura e di
informazione.
Paideia
Paideia. rivista letteraria di informazione bibliografica.
PCPhs
Proceedings of the Cambridge Philological society.
Phs
Philologische studiën van de Katholieke Universiteit te Leuven.
Philologus
Philologus. Zeitschrift für klassische Philologie.
PhilosAnt
Philosophie antique. Problèmes, renaissances, usages.
Phronesis
Phronesis. A Journal for Ancient Philosophy.
PhW
Philologische Wochenschrift (vd. BPhW).
PP
La Parola del passato. rivista di studi antichi.
Prometheus
Prometheus. rivista di studi classici.
Qs
Quaderni di storia.
rA
revue Archéologique.
— Xvii —
riviste
rCCM
rivista di Cultura Classica e Medioevale.
rde
revue d’Égyptologie.
reA
revue des Études Anciennes.
rech.Pap.
recherches de Papyrologie.
reG
revue des Études Grecques.
rFiC
rivista di Filologia e di istruzione Classica.
rhizomata
rhizomata. A Journal for Ancient Philosophy and science.
rhM
rheinisches Museum.
rPh
revue de Philologie, de littérature et d’histoire anciennes.
sCO
studi Classici e Orientali.
scriptorium
scriptorium. revue internationale des études relatives aux manuscrits.
semrom
seminari romani di cultura greca.
seP
studi di egittologia e di Papirologia. rivista internazionale.
s&C
scrittura e Civiltà.
scripta
scripta. An international Journal of Codicology and Palaeography.
segno e testo
segno e testo. international Journal of Manuscripts and text
transmission.
sHAW
sitzungsberichte der Heidelberger Akademie der Wissenschaften.
Philos.-hist. Klasse.
siFC
studi italiani di Filologia Classica.
sO
symbolae Osloenses. Norwegian Journal of Greek and Latin
studies.
studClas
studii Clasice.
studPap
studia Papyrologica. revista española de Papirologia.
tAPhA
transactions of the American Philological Association.
topoi
topoi. Orient et Occident.
tyche
tyche. Beiträge zur alten Geschichte, Papyrologie und epigraphie.
vChr
vigiliae Christianae.
WJA
Würzburger Jahrbücher für die Altertumswissenschaft.
WKPh
Wochenschrift für Klassische Philologie.
Ws
Wiener studien.
ZPe
Zeitschrift für Papyrologie und epigraphik.
ZiMG
Zeitschrift der internationalen Musikgesellschaft.
— Xviii —
ABBreviAZiONi
a. (a)
a.a.
a.c.
a.C.
acc.
add.
adesp.
ad loc., locc.
adn.
adscr.
al.
ap.
app.
AA.vv.
ca.
cett.
cf.
cfr.
cit., citt.
cm
cod., codd.
col., coll.
coll.
comm.
coni.
corr.
crit.
cur.
ante
anno accademico
ante correctionem
avanti Cristo
accusativo
accepit, etc.
addidit, etc.
adespoton-a
ad locum, -os
adnotatio
adscripsit, adscriptum
alii, alibi
apud
apparato, apparatus
autori vari
circa
ceteri
confer
confronta
citato, -i
centimetri
codice-i; codex
codices
colonna-e, columna-ae
collato-tis
commento, -tarium
coniecit, ecc.
correxit, correctio,
corrector
critico
curavit, etc.
d.C.
del.
det.
Diss.
dub.
ecc., etc.
ed(d).
ed.pr.
e.g.
em.
es.
ex.
f.
fin.
fort.
F., fr., frr.
ibid.
i.e.
i.m.
in.
inc.
ined.
inf.
ins.
interp.
inv.
i.t.
l., ll.
— XiX —
dopo Cristo
delevit, deletum
deterior-es
dissertazione
dubitanter
eccetera, et cetera
edizione-i; editio-nes;
editore-i; editor-es;
edidit, ediderunt
editio princeps
exempli gratia
emendavit, etc.
esempio
exeunte
foglio
finis, in fine
fortasse
frammento-i;
fragmentum-a
ibidem
id est
in margine
ineunte, in initio
incerto, incertus
inedito
inferiore, inferior
inseruit, etc.
interpunxit, etc.
inventario
in textu
linea-ae
ABBreviAZiONi
leg.
litt.
l.l. (l.c.)
loc.
m.
mg.
ms., mss.
n., nn.
n°, n.ri
n.s.
om.
op. cit.
or.
p., (p)
p., pp.
pal.
pap.
part.
partic.
p.c.
p. es.
prec.
prob.
prop.
prov.
q. vd.
r
r., rr.
ras.
rec.
recent.
rest.
legit, etc.
littera-ae
loco laudato (citato)
locus
manus
margo
manoscritto-i
nota-e
numero-i
nuova serie
omisit, etc.
opera citata
originale
post
pagina-e
paleografia
papiro, papyrus
(il papiro oggetto
dell’edizione)
parte, in parte
particolarmente
post correctionem
per esempio
precedente
probavit, etc.
proposuit, etc.
provenienza
quem (et sim.) vide
recto
rigo-ghi
rasura
recensione
recepit, etc.
recentior-es
restituit, etc.
rif.
rist.
rist. an.
saec.
sch.
scil.
scr. pl.
sec.
secl.
sg., sgg.
sim.
s.l.
s., ss.
sp. rat.
spec.
suppl.
suppl.
suspic.
s.v., s.vv.
tab.
tav., tavv.
t, test.
tip.
tit.
transp.
v
v., vv.
vac.
vd.
vid.
v.l.
vol.
— XX —
riferimento
ristampa
rist. anastatica
saeculum
scholium-a
scilicet
scriptio plena
secolo
seclusit, etc.
seguente-i
simile, -ia
supra lineam
sequens, -ntes
spatii ratione
specialmente
supplement(um) -o
supplevit, supplendum
suspicatus est
sub voce, -ibus,
supra versum
tabula
tavola-e
testimonium,-ia
tipografia
titolo
transposuit, etc.
verso
verso-i, versus-us
vacat
vide, vedi
videtur
varia lectio
volume
seGNi CritiCi
....
litterarum vestigia quae legi non possunt
α̣β̣γ̣
litterae incertae
†...†
locus nondum sanatus
[. . . . ]
lacuna quattuor litterarum
[± 4]
lacuna quattuor fere litterarum
[4/5]
lacuna quattuor vel quinque litterarum
⸌αβγ⸍
litterae supra lineam additae
[αβγ]
litterae in papyro restitutae e codicibus vel
e coniectura
⟦αβγ⟧
litterae a librario deletae
⌞αβγ⌟
litterae ex alio testimonio restitutae
{αβγ}
litterae in papyro delendae
〈αβγ〉
litterae a scriba omissae, coniectura additae
(
voces additae elucidandi sensus gratia vel
notae compendiariae in textu solutae
)
→ ↓
ductus fibrarum
— XXi —
COLLABOrAtOri DeL PreseNte vOLUMe
AGiA
Angelo Giavatto
CC
Carlotta Capuccino
DNs
David sedley
eF
eva Falaschi
FAMA
Francesca Maltomini
FP
Francesco Pelosi
GB
Guido Bastianini
Gi
Giulio iovine
MHA
Myrto Hatzimichali
MP
Matthias Perkams
MsF
Maria serena Funghi
rMP
rosa Maria Piccione
vP
valeria Piano
r
redazione
— XXii —
revisOri Dei PAPiri
1
O.Berol. inv. 12318
MsF/GB
or./foto
2
P.Berol. inv. 9809
MsF
or.
3
P.Berol. inv. 21213
vP
or.
4
P.Duke inv. 777+P.Köln inv. 907+P.Gen. inv. 271
GB
foto
5
P.Fay. 337
vP
foto
6
P.Hib. 13
FAMA
foto
7
P.Mil.vogl. 1241r
MsF
or.
8
P.Oxy. 3655
Gi
foto
9
Psi 152
vP
or.
MsF/MP
or./foto
10 Psi 1400
— XXiii —
— XXiv —
CPF ii.1
PiANO DeL vOLUMe
i papiri contrassegnati con un asterisco sono stati pubblicati nel 2019;
due asterischi contrassegnano quelli editi in questo tomo. La publicazione
dei testi indeterminabili o respinti, qui non elencati, è riservata all’ultimo
tomo della parte ii.1.
*P.Aberd. 122
*P.Ai Khanum
*P.Amh. 15
**P.Berol. inv. 9809
*P.Berol. inv. 9814
P.Berol. inv. 9869 + P.rein. i 5
*P.Berol. inv. 10536
**O.Berol. inv. 12318
*P.Berol. inv. 16545
**P.Berol. inv. 21213
t.Br.Libr. Add. Ms. 37533
*P.Brux. inv. e 7191v
*P.Daris inv. 134
P.Duke inv. 730
P.Duke inv. 755
**P.Duke inv. 777 + P.Köln 907 + P.Gen. inv. 271
P.Duke inv. 774 + P.Köln 903
*P.Fay. 311
**P.Fay. 337
P.Flor. 113
P.Flor. inv. 120r
P.Gen. inv. 203
P.Genova inv. 2873
P.Hal. 4
— XXv —
CPF ii.1 - PiANO DeL vOLUMe
P.Hamb. 128
*P.Heid. 193
P.Heid. inv. 1108
P.Heid. inv. 1109
P.Heid. inv. 1716v
*P.Heid. inv. 1740
**P.Hib. 13
*P.Hib. 28
P.Hib. 184
*P.Hib. 188
*P.Hib. 189
P.Hib. 229
*P.Jena inv. 660
P.Köln 205
P.Leeds Mus. 1
*P.Lond.Lit. 161
P.Louvre inv. 7733
P.Mich. inv. 2906
P.Mil.vogl. 125
**P.Mil.vogl. inv. 1241r
P.Münch. ii 26
*P.Oslo inv. 1039
P.Oxy. 414
*P.Oxy. 438
P.Oxy. 439
P.Oxy. 684
P.Oxy. 869
P.Oxy. 871
*P.Oxy. 3007
*P.Oxy. 3008
P.Oxy. 3219
*P.Oxy. 3320
**P.Oxy. 3655
P.Oxy. 3656
P.Oxy. 3657
*P.Oxy. 3658
P.Oxy. 3659
— XXvi —
CPF ii.1 - PiANO DeL vOLUMe
P.Oxy. 3699
*P.Oxy. 4941
P.Oxy. inv. 39 5B.117/e (3-4)
P.Paris 2
P.Petr. ii 49e r
P.Petr. ii 49e v
P.PisaLit. 15
P.Praga inv. iii 524
P.schub. 35
P.schub. 37
P.schub. 38
P.schub. 39
**Psi 152
*Psi 851b
*Psi 852
*Psi 1095
*Psi 1215
**Psi 1400
*Psi 1489
*Psi 1508
*Psi 1612
*Psi inv. 3192
P.tebt. 269
P.vat. gr. 8
P.vind. G 19797
P.vind. G 26008 a, b, c
P.vind. G 26008 d + 29329
P.vind. G 29798 = P.PisaLit. 15
*P.vind. 29800
— XXvii —
8
Sec. II/III
Fig. 8
P.Oxy. 3655
Dialogo filosofico (?)
Prov.: Oxyrhynchus.
Cons.: Oxford, Sackler Library, Papyrology Rooms.
Edd.: D. SeDLey, Philosophical Anecdote, P.Oxy. LII (1984), 44-46; ID., Aneddoto filosofico, CPF I.1*** [1999], 780-782; C. CaPuCCInO - G. IOvIne,
1137. Anonymous, On Stilpon (P.Oxy. LII 3655), FGrHistCont, 429-446
(versione online del 2018).
Tavv.: P.Oxy. LII, Iv; CPF Iv.2, fig. 208; POxy online: http://www.papy
rology.ox.ac.uk/POxy/
Comm.: LDaB 5106; MP 2592.2; TM 63892
a. BRanCaCCI, Il contributo dei papiri alla gnomica di tradizione cinica, in Aspetti II, 221-249; DeL
CORSO, Stile severo, 89, n° 130.
P.Oxy. 3655 (cm 8×12) conserva i resti di 17 righi di un testo greco in prosa. Il verso è bianco. L’unico margine sopravvissuto, quello
superiore, misura 3,5 cm; non sembra possibile stabilire l’altezza originaria della colonna. Il frammento è lacerato al suo interno e la parte
inferiore destra è dislocata verso il basso tanto che dal r. 7 la continuità
dei righi è compromessa. Dal r. 8 nella parte sinistra e dal r. 11 nella
parte destra dei righi si vedono tracce di colore rosso, forse dovute al
contatto ravvicinato con pigmento rosso. Il testo è stato vergato nel cosiddetto ‘stile severo’, il che suggerisce di datarlo tra II e III sec. d.C.
L’asse di scrittura è leggermente inclinato a destra; my e ny sono piuttosto larghi, mentre omega è di modulo quadrato con fondo piatto. Il
tratto centrale di theta si estende al di là dell’ovale in entrambe le direzioni (si veda al r. 5 αναιϲθητοι). Paralleli per questa mano, dai tratti angolosi e povera di ornamentazione, si trovano in P.Oxy. vII 1012,
LvI 3822, LXIX 4723. Quanto ai segni di lettura, si possono notare almeno tre dicola (rr. 4, 6, 11, 12) di prima mano e un trema al r. 4. La
quantità di lettere per rigo nel testo superstite oscilla tra le 23 (r. 12) e
le 26 (r. 3).
— 184 —
P.OXy. 3655
Il frammento tratta del filosofo megarico Stilpone, vissuto verosimilmente fra il 360 e il 280 a.C. circa, di alcuni suoi allievi e, con buona probabilità, di Metrocle cinico. La forma è quella di un dialogo narrato il cui narratore rimane per noi anonimo; nel dialogo intervengono
almeno tre interlocutori. La perdita (tranne che al r. 1) della parte iniziale in tutti i righi (lacerati in prossimità di una kollesis), non consente di accertare se, come spesso accade, il cambio di interlocutore venisse segnalato con una paragraphos.
I primi due interlocutori sono certi: il primo è Stilpone di Megara,
nominato al r. 2 e con buona probabilità da integrare ai rr. 3-4; la terza occorrenza del suo nome (rr. 6-7), quella che di fatto gli attribuisce
la battuta dei rr. 5-6, è interamente congetturale, ma rinforzata da
παιδεύειν del r. 8 e da τοὺς μαθητάς del r. 10 (che a sua volta richiama μαθητῶν del r. 1, riferito esplicitamente a Stilpone), e dunque da
accogliere: si tratta evidentemente della figura di uno scolarca. Il secondo interlocutore è sicuramente l’allievo di Stilpone Àlcimo (rr. 3 e
14), giovane retore menzionato da Diogene Laerzio (II 114) come (futuro) «principe di tutti gli oratori della Grecia d’allora», che prenderà
la parola al r. 15. nel papiro si distingue già dagli altri allievi di Stilpone (καί, r. 2), dai quali è considerato degno d’onore, se accogliamo
l’integrazione di David Sedley al r. 6 (τι|μᾶ]τε, con la sua spiegazione
in comm. rr. 2-3), e ‘qualcuno d’importante’ (ὄντα τινά, r. 6). un terzo interlocutore si candida a essere il vero protagonista del frammento, almeno da un punto di vista dialogico: riveste infatti il ruolo principale di interrogante, cioè assume il turno a, o turno di apertura della
coppia di battute, sia nello scambio con Stilpone sia in quello con Àlcimo, introducendo in entrambi i casi la battuta tematica. La sua identità è segnalata al r. 7 dalle quattro lettere iniziali del nome (Μητρ). I
candidati possibili sono due: Metrodoro ὁ θεωρηματικός, allievo che
Stilpone sottrasse a Teofrasto (cfr. D.L. II 113), e Metrocle cinico (prima allievo di Teofrasto, poi di Cratete, vI 94), secondo alcune testimonianze (per es. Plu. Tranq. an. 6, 467e-468a = SSR II O 17) il suo
principale avversario filosofico. L’atteggiamento critico e di rivalità che
emerge dal frammento (a partire dall’ ἀναίσθητοι del r. 5, una forma di
parresia cinica) suggerisce che si tratti proprio di quest’ultimo.
Il papiro riporta dunque in apparenza un aneddoto su Stilpone ma,
come osserva Sedley già nell’editio princeps, la lunghezza dello scambio dialogico è anomala per la tradizione aneddotica, paragonabile solo a quella di uno scambio di battute affine per tematiche e stile, sempre tra Stilpone e Metrocle, testimoniato dal passo di Plutarco sopra
menzionato (cfr. Sedley, 1984, 44 e 1999, 781). L’ipotesi avanzata da
Sedley è che i due frammenti appartengano entrambi al dialogo Metro— 185 —
P.OXy. 3655
cle, che Diogene Laerzio attribuisce a Stilpone insieme ad altri otto di
cui elenca i titoli (cfr. D.L. II 120), mentre la Suda (σ 1114, s.v. Στίλπων)
– con minore precisione e probabilmente eccedendo – gliene attribuisce almeno una ventina (cfr. SSR II O 1). non è invece contraddittoria l’attribuzione di agrafia di D.L. I 16 perché è «secondo alcuni» che
Stilpone – come Socrate, tra gli altri – non scrisse nulla: Diogene registra ma evidentemente non sottoscrive questa tesi. a favore dell’appartenenza del frammento al perduto Metrocle gioca anche il ruolo preponderante che Metrocle vi assume: il titolo del dialogo sarebbe dunque
a ragione ἀπὸ τοῦ ὀνόματος, adottando lo stesso criterio di titolatura
che Trasillo applica ai dialoghi di Platone (cfr. D.L. III 58.1), ma valido solo per la maggior parte di essi. Se l’ipotesi è corretta, ci troveremmo però di fronte a un dialogo il cui autore figura come personaggio sulla scena e che dunque non segue il modello platonico bensì quello
aristotelico, adottato anche da Diogene cinico (cfr. SSR Iv nota 9, p.
101, e Brancacci, 234).
Secondo Theodor Gomperz, una testimonianza indipendente della
presenza di Stilpone come interlocutore di almeno alcuni dei suoi dialoghi, tra i quali proprio il Metrocle, è la citazione del Lexicon Patmense s.v. ἐνεβρίμει: … Στίλπων Μητροκλεῖ· “ἐνεβρίμει τῷ Στίλπωνι
Μητροκλῆς” (Th. GOMPeRz, Marginalien, RhM 32, 1877, 477-478; cfr.
Brancacci, 234). Il testo tràdito presenta la lezione Μητροκλῆς invece
di Μητροκλεῖ, inutilmente ripetitiva e quindi emendata dal primo editore Sakkelion; Gomperz accetta e giustifica l’emendamento (cfr. Brancacci, 234, e K. DöRInG, Sokrates, die Sokratiker und die von ihnen begründeten Traditionen, in h. Flashar, cur., Grundriss der Geschichte
der Philosophie. […] Die Philosophie der Antike 2/1, Basel, Schwabe &
Co. aG 1998, 230 sgg.). La battuta non può essere attribuita a Stilpone interlocutore: se così fosse, nei suoi dialoghi egli parlerebbe di se
stesso in terza persona, come avverrebbe anche nel papiro (ἔφη, rr. 7 e
11), e questo sarebbe quanto meno inusuale. La citazione del Lexicon
Patmense, tuttavia, lascia aperta la possibilità che l’asserzione «Metrocle si adirava contro Stilpone» sia attribuita a Stilpone in quanto autore del Metrocle e pronunciata dallo stesso narratore anonimo del nostro frammento. Pronunciando queste parole, il narratore suggerisce in
ogni caso la presenza sia di Stilpone sia di Metrocle tra gli interlocutori del dialogo. Brancacci aggiunge ai due frammenti, attribuendolo a
Metrocle, anche il τις che apostrofa Stilpone in D.L. II 114, per affinità con il passo plutarcheo (Brancacci, 235): ‘qualcuno’, cioè il cinico,
avrebbe detto a Stilpone che la figlia, a causa della sua vita dissoluta,
era per lui un disonore. Infine, Olof Gigon fa risalire a quest’opera ciò
che Diogene riporta in vI 95 a proposito di Metrocle (O. G IGOn, Antike Erzä̈hlungen über die Berufung zur Philosophie, Mh 3, 1946, 1,
— 186 —
P.OXy. 3655
16; cfr. Capuccino - Iovine, 435 n. 13). un altro tratto che distingue i
dialoghi di Stilpone da quelli platonici è il loro carattere ‘freddo’ (διάλογοι
ἐννέα ψυχροί, D.L. II 120), come l’anonimo commentatore medioplatonico del Teeteto giudicava ‘dallo stile un po’ freddo’ (ὑπόψυχρον) un
proemio del dialogo che circolava ai suoi tempi, alternativo a quello divenuto poi ufficiale (P.Berol. inv. 9782, anon. in Tht. III 30). Così facendo, l’anonimo suggerisce una distinzione tra i dialoghi platonici autentici e altri tipi di dialoghi (tra i quali possiamo includere quelli di
Stilpone) sulla base della loro mise en scène: questi ultimi erano opere
scialbe, senza vita dal punto di vista scenico, a differenza delle colorate ambientazioni e caratterizzazioni dei dialoghi platonici. un’altra indicazione dialogica può essere ricavata infine da ὑπολειπομένους del r.
1 (vd. infra).
Per quanto riguarda l’opera di appartenenza del testo, Sedley individua un’alternativa al Metrocle di Stilpone nelle Chreiai, opera aneddotica di Metrocle (a differenza del passo plutarcheo, qui sarebbe Metrocle a prevalere). Qualora si tratti di una derivazione indiretta, l’ipotesi
è plausibile; se invece volessimo considerare il frammento una citazione diretta del testo, saremmo costretti a concedere che Metrocle si riferisca a se stesso in terza persona (cfr. ἔφη, r. 5), ma – come nel caso
del Lexicon Patmense a proposito di Stilpone – ciò è piuttosto improbabile (Sedley, 1984, 45; cfr. anche Capuccino - Iovine, 436-437). Se assumiamo per vera l’ipotesi che il testo appartenga al perduto Metrocle,
confermiamo che si tratti del frammento di un dialogo filosofico. In tal
caso, non apparterrebbe dunque né a un’opera aneddotica né a una vera e propria biografia.
5
10
τοὺς ὑπολειπο[μ̣̣]ένους τῶν το̣̣[ῦ]
[Στ]ίλπωνος μαθητῶν ἐν οἷς κα̣[ὶ]
[ὁ ῥή]τωρ Ἄλ̣κ̣ιμος ἦν, ἤδη παρὰ̣ [Στίλ-]
[πω]νι διατρίβων. “του[τον]ι[..”, ἔ-]
[φη], “ὦ̣ ἀναίσθητοι, τὸν [παῖδα
[ . . ]τε ὡς ὄντα τινά;” κα[ὶ ὁ Στίλ-]
[πω]ν̣ “ἐμοὶ”, ἔ̣φ̣η, “ὦ Μη̣̣τ̣ρ̣[όκλεις,
[ .. ] παιδε̣ύ̣ε̣ι̣ν̣ ἀ̣νθ̣ρωπ̣[ο
[ .. ].λη πό̣̣τ̣ερα̣ [πα]ῖ̣δας ἐ[
[. .] εἰϲ τοὺς μαθητὰς ἢ [ἄνδρας;]
[“πα]ῖδα ἔγ̣̣ωγε̣”, ἔ̣φη. “Ἆρ̣’ ο̣ὖ̣[ν …
[ἀγ]α̣ θ ὰ καὶ τὰ κα‹κὰ› ἢ̣ [ο]ὐ̣;” φή̣[σ]α̣̣[ντος]
[αὐ]τοῦ “π̣ά̣ν̣[υ]”, “τ̣ί οὖν κακόν ἐσ[τι
[. .]α̣ δια̣ί̣ρ̣[ει]”. καὶ ὁ Ἄλκιμ̣ο̣ς̣ .[
— 187 —
P.OXy. 3655
15
[. . ]τ.[. . . .] καὶ τὸ μοιχ[εύειν
[. . .]κ̣[. . .] δ̣ιδά̣σκεις το[
[
±9
]ε̣ι̣[. . .]..[
— — —
4 διατρίβων:
του[. . .]ϊ nella parte superiore del rigo si scorge il segno di
dieresi, che viene posto in genere su ι oppure υ iniziali
6 τινα:
9 ]. traccia incerta, forse il tratto mediano di ε
11 εφη:
12 [ο]υ̣:
15 .[ tratto
verticale
17 tracce della parte superiore di due tratti verticali
1-4 suppl. Sedley
4 του[τον]ϊ̣[ Capuccino et Iovine
4-6 “του[τον]ῒ̣ [τί”
ἔφη] “ὦ̣ ἀναίσθητοι τὸν [παῖδα τι|μᾶ]τε ὡς ὄντα τινά̣” Sedley, τοῦ[τον] ἰ[δὼν et
[παῖδα Parsons ap. Sedley
7-8 ἀρ|κεῖ] π̣αιδεύειν̣ ἄ̣ν̣θρωπο̣[ν Sedley
8 ἄ̣ν̣θ̣ρωπ̣[ον
vel ἀ̣ν̣θ̣ρώπ̣[ους
8-9 ὁ δέ· “τί | βού]λῃ; Parsons ap. Sedley, τί | μ]έ̣λη̣‹ι› possis
9-10 π[ό]τερα . . . ἐ[γγρά|ψαι] κτλ. Sedley (ἐ[γγρά|ψαι] habicht ap. Sedley)
1114 “ἆρ̣’ ο̣ὖ̣[ν οἶδε τὰ | ἀγ]αθὰ καὶ τὰ κα‹κὰ› ἢ̣ [ο]ὐ;” φή̣[σαντος δὲ αὐ]τοῦ “π̣ά̣ν̣[υ]”,
“τί οὖν κακόν ἐσ[τι, νεα|νί]α̣, δια̣ί̣ρ̣[ει] Sedley
12 φή̣[σαντος Sedley, . [ . ].[ Capuccino et Iovine
14-15 suppl. Sedley
16 ]. . .[. . . ] δ̣ιδά̣σκεις το[ Sedley
17 ]ει[ Sedley
[…] coloro che rimanevano degli allievi di Stilpone, tra i quali c’era anche il retore Àlcimo, che all’epoca già frequentava la scuola di Stilpone.
‘(Onorate?) […]’ disse, ‘sciocchi, (questo giovane qui ?) come se fosse qualcuno d’importante?’ ‘Per me, Metrocle’, rispose Stilpone, ‘educare un essere umano (?) […]’ ‘[…] come tuoi allievi giovani o uomini adulti?’ ‘un
giovane, senza dubbio’, disse. ‘Dunque […] (sa?) […] quali cose sono beni e quali mali, o no?’ e poiché quello rispose ‘Certamente’, [gli chiese:]
‘Distingui dunque […] che cosa è male’. e Àlcimo: ‘[…] e commettere adulterio […]’ ‘[…] insegni […]’
1-3 non è dato sapere chi fossero i ‘restanti’ allievi, in presenza dei
quali avvengono gli scambi dialogici narrati nel papiro, ad eccezione di
Àlcimo, che il narratore distingue dal resto del gruppo (il καί del r. 2
significa ‘in particolare’) perché evidentemente noto ai lettori. Malgrado la testimonianza di Diogene Laerzio sulle promettenti capacità di
Àlcimo, la trasmissione medievale tace sul suo conto, quindi Diogene
(II 114) rimane la nostra unica altra fonte su questa figura. Il narratore aggiunge che a quell’epoca Àlcimo aveva ‘già’ (ἤδη) fatto il suo ingresso nella scuola. L’ ἤδη del r. 3 è una spia importante per stabilire
che al tempo del dialogo drammatico Àlcimo era un giovane allievo,
mentre al tempo della narrazione – e di conseguenza anche al tempo
della composizione del dialogo – doveva essere già noto al pubblico per
le sue abilità retoriche. Sarà lui il protagonista del secondo scambio dialogico con Metrocle, dove il papiro si interrompe. Il frammento sem— 188 —
P.OXy. 3655
bra dunque confermare il tipo di reputazione implicita nelle parole di
Diogene ed è la testimonianza che altre fonti relative alla sua fama erano già in circolazione, presentandolo in particolare come ‘qualcuno
d’importante’ (ὄντα τινά, r. 6) e forse degno d’onore, se accogliamo
l’integrazione suggerita da Sedley ai rr. 5-6 (τι|μᾶ]τε).
In mancanza di un contesto che sciolga l’ambiguità, sul gruppo dei
‘restanti allievi’ si possono avanzare tre ipotesi. (1) Che si tratti degli
allievi rimasti nella scuola (presupponendo che altri l’abbiano abbandonata). Questa possibilità è verosimile se teniamo conto delle testimonianze di Diogene Laerzio sui frequenti movimenti degli allievi che
frequentavano le scuole socratiche da un maestro all’altro (cfr. per es.
D.L. II 125-126 e vII 24). una di queste testimonianze suggerisce la
seconda ipotesi, e cioè (2) che a circoscrivere il gruppo sia proprio la
precedente educazione filosofica ricevuta dagli allievi e, in particolare,
l’identità del maestro che hanno lasciato allo scopo di seguire Stilpone.
Per esempio, sembra che Stilpone ne abbia sottratti alcuni a Teofrasto,
altri ad aristotele cirenaico, altri ancora ai dialettici (cfr. D.L. II 113),
rappresentando di fatto un interessante punto d’incontro fra diverse
correnti filosofiche (cfr. SSR Iv nota 9, p. 93). anche in questa classificazione degli allievi, Àlcimo merita una menzione a parte (D.L. II
114), suggerendo che la seconda sia l’ipotesi più probabile e che nella
parte di papiro precedente al nostro frammento fosse in gioco una distinzione simile. Infine la terza ipotesi: (3) ὑπολειπομένους potrebbe
fungere da indicatore dialogico e riferirsi agli allievi rimasti in quel momento sulla scena (cfr. Sedley, 1984, 46 n. 1).
5 aldo Brancacci rileva come ἀναίσθητοι, qualora pronunciato da
Metrocle, assuma un tono ironico, alludendo a un famoso motto di Stilpone che celebra l’ ἄνθρωπος ἀναίσθητος come l’uomo più forte di una
statua. apostrofando Stilpone con il termine ἀναίσθητος, Metrocle ovviamente giocherebbe sul doppio senso della parola, che nella lingua comune suonerebbe come un insulto (‘stupido’, ‘ottuso’), mentre nell’uso
filosofico di Stilpone è termine elogiativo e significa ‘insensibile’, cioè
‘imperturbabile’ (cfr. Stob. III 4, 88 = SSR II O 22, e Brancacci, 237).
7-10 Da un punto di vista filosofico, nel papiro si discutono in particolare due tesi etiche: se volessimo affiancare al titolo ἀπὸ τοῦ ὀνόματος
un secondo titolo che fissi il genere, nello stile di Trasillo (cfr. D.L. III
57 sgg.), si tratterebbe dunque di un dialogo ἠθικός. In primo luogo,
Metrocle sembra criticare una tesi di Stilpone, quella secondo cui non
è solo possibile ma preferibile educare alla virtù i giovani (παῖδα, r. 5,
παῖδας, r. 9, παῖδα, r. 11) piuttosto che gli uomini adulti (ἄ́νδρας, r.
10), contrariamente a quanto sembra credere il cinico. Secondo Stilpone, è sufficiente disporre di un essere umano (giovane o adulto che sia)
per poter ottenere, attraverso l’educazione nella sua scuola, qualcuno
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degno di stima. egli stesso sarebbe un esempio vivente della validità di
questa tesi, secondo la testimonianza di Cicerone: grazie alla filosofia
da lui praticata è infatti riuscito a dominare la propria vitiosa natura
(Fat. vI 10). In questo modo dimostra di avere ereditato la lezione socratica di colmare quella che era stata la lacuna educativa della Grecia
del v sec. a.C. al tempo di Socrate non esisteva un insegnamento morale e i valori di scelta erano affidati al buon senso piuttosto che alla
riflessione e all’apprendimento da un maestro: la ‘scuola’ megarica, come l’accademia platonica, se ne assume l’impegno.
In che modo da questa tesi generale che riguarda l’essere umano derivi la tesi particolare secondo cui è preferibile il παῖς all’ ἀνήρ come
oggetto delle cure paideutiche rimane oscuro. In ogni caso lo scambio
di battute dei rr. 9-11 sembra presentare l’etica di Stilpone come un’etica socratica della giovinezza, la stessa adottata da Platone nell’accademia. ad essa si contrappone l’etica della maturità formulata da aristotele nel I libro dell’Etica Nicomachea e che il cinico Metrocle sembra
qui in qualche misura condividere, allontanandosi con ciò dall’insegnamento socratico. Per aristotele il giovane non è adatto ad ascoltare insegnamenti etici e politici (di politica si occupava anche Stilpone secondo D.L. II 114) perché questi vertono su qualcosa di cui è inesperto,
cioè le azioni morali volontarie (πράξεις) della vita umana, e di cui dunque non può essere un buon giudice. Inoltre, i giovani sono noti per
farsi guidare dalle passioni, quindi per loro sarà vano ascoltare tali insegnamenti, dato che essi hanno uno scopo pratico. a questo punto
aristotele estende la sua tesi da chi è giovane d’età a chi è immaturo di
carattere, con un’operazione simmetrica e contraria a quella compiuta
da Stilpone nel suo passaggio dall’ ἄνθρωπος al παῖς: per chiunque non
sappia dominarsi la conoscenza etica è inutile perché ininfluente sulle
azioni che compirà, mentre è utilissima per chi desidera e agisce secondo ragione (EN I 1, 1095a1-11; cfr. Iv 15, 1128b16-18; vI 9, 1142a11
sgg.; X 10, 1181a9-12).
anche nel passo plutarcheo affine al nostro papiro è discussa una
tesi etica che trova un qualche riscontro nell’Etica Nicomachea di aristotele. Questa volta il testo ci mostra la risposta di Stilpone a una critica di Metrocle, ribaltando la prospettiva rispetto a quanto leggiamo
nel papiro, dove sembrerebbe che siano le accuse del cinico ad avere
maggior peso. Se letti insieme, dunque, i due testi ci forniscono un
esempio del probabile stile dialettico del Metrocle. Il rovesciamento di
prospettiva porta Brancacci a ipotizzare che il passo del De tranquillitate
animi si trovasse nella parte conclusiva del dialogo, mentre il testo del
papiro in quella iniziale (Brancacci, 236-237). Secondo la testimonianza di Plutarco (Tranq. an. 6, 467e-468a = SSR II O 17), Metrocle rinfacciava a Stilpone di aver condotto «la vita più lieta tra tutti i filoso— 190 —
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fi del suo tempo» malgrado la dissolutezza della figlia, sostenendo la
tesi secondo cui le colpe dei figli determinerebbero la sfortuna dei genitori (ἐκείνης μὲν ἁμάρτημα σὸν δ’ ἀτύχημα), tesi che Stilpone confuta «con un argomento pacato e filosofico» (πράῳ καὶ φιλοσόφῳ) dando esempio del tipo di dialettica che praticava. Partendo dalla concessione
dell’interlocutore che la colpa della dissolutezza sia della figlia, Stilpone procede ottenendo il suo consenso all’identificazione delle colpe
(ἁμαρτήματα) con gli errori (διαπτώματα), degli errori con gli insuccessi (ἀποτεύγματα) e di questi con le sfortune (ἀτυχήματα) di colui o
colei a cui capitano (e non dei genitori o di altri). Identificando la colpa con l’errore, l’argomento megarico sembra contenere un riferimento alla tesi socratica che nessuno commette il male volontariamente
(Brancacci, 236). La tesi cinica secondo cui le colpe dei figli influiscono sulla sfortuna dei genitori – cioè la contraddittoria della tesi megarica che possiamo ricavare dalla confutazione di Stilpone – è contenuta nella tesi aristotelica più generale secondo cui onore e disonore,
successi e sconfitte dei figli (e persino dei discendenti dopo la propria
morte) sono altrettanti beni e mali per l’essere umano, che favoriscono
o inficiano il raggiungimento della sua felicità (εὐδαιμονία), contribuendo a determinarne la buona o cattiva sorte (cfr. in particolare EN
I 11, 1100a18 sgg.). essendo la buona sorte uno degli ingredienti necessari dell’εὐδαιμονία secondo aristotele, la sua mancanza può impedire a un uomo di essere felice.
11-14 La seconda tesi etica, verosimilmente oggetto d’esame nella
parte successiva per noi perduta, viene anticipata dalle due domande
che Metrocle rivolge nell’ordine a Stilpone e ad Àlcimo. al primo domanda se Àlcimo conosca ciò che è bene e ciò che è male (la risposta
è senza dubbio affermativa: πάνυ). al giovane allievo chiede, di conseguenza, di διαιρεῖν che cosa è male, cioè di distinguere le cose che sono mali (sottinteso: dalle cose che sono beni). Segue la risposta di Àlcimo, per noi lacunosa, ma il r. 15 del papiro è sufficiente per ipotizzare
che si trattasse di una enumerazione di mali (cfr. il καί), tra i quali
‘commettere adulterio’. non sappiamo se, al modo di Socrate, Metrocle si sia limitato a confutare la risposta dell’allievo per dimostrare l’inefficacia dell’insegnamento del suo maestro Stilpone, e confutarne di
conseguenza la tesi sull’educazione dei giovani (a questo sembrerebbe
alludere il r. 16); o se, al termine della confutazione, abbia formulato a
sua volta una tesi su che cosa è male, fornendo al rivale l’occasione di
confutarlo a sua volta (ipotesi plausibile se si tratta dell’opera di Stilpone).
non sembra, invece, che il testo consenta di leggere la domanda di
Metrocle “τί οὖν κακόν ἐστι, νεανία διαίρει” (così ricostruita da Sedley) come una riformulazione cinica della domanda socratica del τί ἐστι:
l’imperativo διαίρει, nel contesto, verosimilmente significa ‘distingui’
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(cfr. Pl. Plt. 258e4-5, dove le ἐπιστῆμαι sono distinte in pratiche e cognitive: ΞΕ. ταύτῃ τοίνυν συμπάσας ἐπιστήμας διαίρει, τὴν μὲν πρακτικὴν
προσειπών, τὴν δὲ μόνον γνωστικήν) e introduce la διαίρεσις etica fondamentale del Cinismo, quella appunto tra beni e mali, come suggerisce Brancacci (237). In ogni caso, se è vero che διαίρει può significare
anche ‘definisci’ (ma in questo caso lo si deve probabilmente intendere lato sensu come ‘determina’ e non stricto sensu come ‘dai una definizione’), la mancanza dell’articolo τὸ̀ davanti a κακόν non consente di
tradurre la locuzione con ‘definisci che cos’è il male’, giudicando quella di Àlcimo una replica incongrua alla domanda, al modo di molti degli interlocutori di Socrate nei dialoghi platonici. La distinzione tra le
due domande è posta chiaramente nell’Ippia Maggiore platonico: ἐρωτᾷ
γάρ σε οὐ τί ἐστι καλόν, ἀλλ’ ὅτι ἐστὶ τὸ καλόν (287d-e; per la risposta a una possibile obiezione, cfr. Capuccino - Iovine, 441-442 n. 39).
Sappiamo che Stilpone negava l’esistenza delle idee (cfr. D.L. II 119),
ricorrendo a uno dei suoi noti ἐριστικὰ σοφίσματα: «chi adopera un
termine universale non indica nessuna realtà particolare e quindi non
indica nulla» (SSR, Iv nοta 9, p. 105; cfr. Suid. μ 388, s.v. μεγαρίσαι);
di conseguenza la risposta dell’allievo è conforme ai suoi insegnamenti. Sembrerebbe dunque che l’obiettivo di Metrocle fosse confutare i
contenuti e non la forma della risposta di Àlcimo (per una diversa interpretazione, cfr. Sedley, 1999, 782). In particolare, abbiamo a che fare qui con una procedura tipica della critica letteraria secondo la quale l’interrogante vuole dimostrare che qualcuno non è capace di distinguere
ciò che è male (da ciò che è bene), al fine di provare che non sa che
cosa è bene e che cosa è male, cioè che non sa né quali cose sono beni né quali cose sono mali. L’argomento sottostante è il seguente:
Se a sa che cosa è bene e che cosa è male, allora a è capace di distinguere ciò che è male (si preferisce sempre il caso negativo) <da ciò
che è bene> (prima premessa condizionale);
ma a non è capace di distinguere ciò che è male <da ciò che è bene> (seconda premessa, derivata da una confutazione);
dunque a non sa che cosa è bene e che cosa è male (conclusione, per
Modus Tollendo Tollens).
un chiaro esempio di questa procedura si trova in un passo del Protagora di Platone (338e6-339a5; cfr. Ion 531e-532b) nel quale Protagora
dice che continuerà a discutere dello stesso argomento, cioè della virtù,
ma in riferimento all’ambito della poesia, e che questa è la sola differenza. egli afferma che un uomo esperto di poesia è in grado di capire, tra le opere dei poeti, quali sono fatte bene e quali male, di distinguerle (διελεῖν) <le une dalle altre> e, come conseguenza, di darne
ragione (λόγον διδόναι) se interrogato. esattamente le stesse tre abilità
richieste da Metrocle ai suoi avversari megarici.
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In conclusione, possiamo avanzare l’ipotesi che il nostro frammento
contribuisca alla ricostruzione del clima filosofico di fine Iv sec. a.C. a
un estremo abbiamo la memoria viva degli insegnamenti che Socrate ha
lasciato attraverso l’esempio del suo βίος filosofico. all’altro estremo, il
Liceo di aristotele, la prima scuola filosofica non socratica. nel mezzo,
la grande accademia platonica e quegli indirizzi filosofici a cavallo tra
l’insegnamento scolastico e la condotta di vita, che raggruppavano gli allievi degli altri allievi di Socrate (quelli passati alla storia come ‘i Socratici minori’), Cinici e Megarici in primis. C’è un dibattito che li coinvolge tutti (cfr. Capuccino - Iovine, 443 n. 37), forse suggerito proprio
dall’unico che socratico non era. Fin dall’esordio dell’Etica Nicomachea,
aristotele coniuga una teoria dell’azione umana con una teoria del bene
umano, facendo del sommo bene dell’uomo (cioè la felicità) il fine ultimo delle sue azioni. È sulla base della sua etica eudaimonistica che i filosofi di età imperiale (cfr. Cynics, Introduction, 14), l’età a cui il nostro papiro appartiene, sembrano ricostruire le filosofie socratiche a lui
contemporanee. Così Giuliano l’apostata: «L’obiettivo e il fine proposto dalla filosofia cinica, come del resto da tutta la filosofia, è la felicità; ora, questa felicità consiste nel vivere in conformità con la natura, non secondo le opinioni della folla» (Jul. Or. vI 193d3-6). Qualunque
cosa significhi ‘vivere in conformità con la natura’ (presumibilmente
non ciò che significava per aristotele), i Socratici consideravano ancora la virtù condizione sufficiente per la felicità e qualcosa di insegnabile. Ciò che li distingue gli uni dagli altri è quale forma questo insegnamento debba assumere. Secondo i Cinici, la virtù «è una questione
di fatti e non ha bisogno di moltissime parole e insegnamenti» (cfr.
arist. EN I 1, 1095a5-6: ἐπειδὴ τὸ τέλος ἐστὶν οὐ γνῶσις ἀλλὰ πράξις):
«non richiede nient’altro che la forza di un Socrate» (D.L. vI 11). Forse in modo simile Metrocle, nel nostro papiro, rimproverava a Stilpone l’insegnamento scolastico, la sottigliezza degli argomenti e la sua etica rivolta ai giovani.
GI/CC
— 193 —
IndIce analItIco
Prefazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . p.
V
Avvertenze . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . »
VIII
Abbreviazioni bibliografiche . . . . . . . . . . . . . . . . . »
IX
Riviste . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . »
XV
Abbreviazioni. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . »
XIX
Segni critici . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . »
XXI
Collaboratori del presente volume . . . . . . . . . . . . . . »
XXII
Revisori dei papiri. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . »
XXIII
Piano del volume . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . »
XXV
1.
o.Berol. inv. 12318: composizione su temi morali
. . . . »
1
2.
P.Berol. 9809: trattato su Platone . . . . . . . . . . . . »
7
3.
P.Berol. inv. 21213: Su Socrate . . . . . . . . . . . . . . »
9
4.
P.duke inv. 777+P. Köln inv. 907+P.Gen. inv. 271:
Raccolta di testi filosofici di ambito cinico . . . . . . . . »
16
5.
P.Fay. 337: Sugli dei, sui sacrifici e sul fato . . . . . . . . » 123
6.
P.Hib. 13: discorso sulla musica . . . . . . . . . . . . . » 141
7.
P.Mil.Vogliano inv. 1241r: testo stoico sul progresso morale » 171
8.
P.oxy. 3655: dialogo filosofico (?) . . . . . . . . . . . . » 184
9.
PSI 152: argomentazioni sull’affidabilità delle technai . . . » 194
10.
PSI 1400: discussione di filosofia naturale tardo-neoplatonica » 202
taVole
Riconoscimenti
Ringraziamenti
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 229
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 230
IndIce analItIco
Avvertenze . . . . . . . . . . . . . . . .
Collezioni papirologiche e sedi di conservazione
Istituzioni depositarie dei papiri . . . . . . .
Città di conservazione dei papiri . . . . . .
Ordine cronologico
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