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Arti performative e sfide sociali, ed. by Roberto Ciancarelli, Fabiola Camuti, Aldo Roma, special issue of “Biblioteca Teatrale”, n. 133, gennaio-giugno 2020

2020, Biblioteca Teatrale

Essays: Roberto Ciancarelli, “Nota di presentazione”; Raimondo Guarino, “Opera delle convulsioni, patologia, ‘enrichment’: dal surrealismo alla cura delle pratiche”; Nicola Shaughnessy, “Acting in a World of Difference: Drama, Autism and Gender”; Aleksandra Jovićević, “Per sempre disobbedienti al patriarcato, alla guerra, al nazionalismo e al militarismo: le performance delle Donne in nero della Serbia”; Helen Nicholson, “For the Love of It: Theatre, Participation and Partnership”; Sruti Bala; “Theatre and the Risk of Fire”; Sergio Lo Gatto, “Il teatro contemporaneo come strumento culturale. Il caso di Spettatori Migranti”; Valentina Esposito, “Il teatro dentro e fuori gli spazi della reclusione”; Martina Storani, “Il Teatro Carcere come teatro: compagnie, repertori, drammaturgie”; Fabiola Camuti, “‘Affect’ vs ‘Effect’? Riflessioni sulla valutazione dell’impatto del teatro sociale”; Andrea Porcheddu, “L’ambiente che arricchisce: il teatro sociale come orizzonte di rinnovamento del tessuto sociale e umano”; Antonio Audino, “Oltre il teatro sociale: una nuova visione del corpo nelle arti e nella società”; Cecilia Bartoli, “Un teatro femminile e straniero a Torpignattara”; Emanuele Burrafato, “Contaminazioni, segni di innovazione, occasioni perdute nelle storie artistiche di Elisabetta Terabust, Amedeo Amodio, Luciana Savignano”; Nicola Usula, “«Tanto che gl’ascoltanti possino vedere»: azione e gestualità nei libretti profani di Antonio Draghi”; Isabella Molinari, “La raccolta manoscritta Intermezzi diversi della Biblioteca nazionale centrale di Roma. Tracce inedite per la ricostruzione del Carnevale al Collegio Romano”; Marco Solari, Alessandra Vanzi, “Da Venezia a Venezia”, intervista a cura di Roberto Ciancarelli e Andrea Scappa

BT 133 2020 BIBLIOTECA TEATRALE Rivista semestrale di studi e ricerche sullo spettacolo NUOVA SERIE BIBLIOTECA TEATRALE IT ISSN 0045-1959 € 22,00 BULZONI BULZONI EDITORE Via dei Liburni 14 - 00185 Roma ARTI PERFORMATIVE E SFIDE SOCIALI Roberto Ciancarelli / Nota di presentazione q Raimondo Guarino / Opera delle convulsioni, patologia, enrichment: dal surrealismo alla cura delle pratiche q Nicola Shaughnessy / Acting in a World of Difference: Drama, Autism and Gender q Aleksandra Jovićević / Per sempre disobbedienti al patriarcato, alla guerra, al nazionalismo e al militarismo: le performance delle Donne in nero della Serbia q Helen Nicholson / For the Love of It: Theatre, Participation and Partnership q Sruti Bala / Theatre and the Risk of Fire q Sergio Lo Gatto / Il teatro contemporaneo come strumento culturale. Il caso di Spettatori Migranti q Valentina Esposito / Il teatro dentro e fuori gli spazi della reclusione q Martina Storani / Il Teatro Carcere come teatro: compagnie, repertori, drammaturgie q Fabiola Camuti / Affect vs Effect? Riflessioni sulla valutazione dell’impatto del teatro sociale q Andrea Porcheddu / L’ambiente che arricchisce: il teatro sociale come orizzonte di rinnovamento del tessuto sociale e umano q COMUNICAZIONI / Antonio Audino / Oltre il teatro sociale: una nuova visione del corpo nelle arti e nella società q Cecilia Bartoli / Un teatro femminile e straniero a Torpignattara q MISCELLANEA DI STUDI / Emanuele Burrafato / Contaminazioni, segni di innovazione, occasioni perdute nelle storie artistiche di Elisabetta Terabust, Amedeo Amodio, Luciana Savignano q Nicola Usula / «Tanto che gl’ascoltanti possino vedere»: azione e gestualità nei libretti profani di Antonio Draghi q MATERIALI / Isabella Molinari / La raccolta manoscritta Intermezzi diversi della Biblioteca nazionale centrale di Roma q Marco Solari, Alessandra Vanzi / Da Venezia a Venezia BT 133, gennaio-giugno 2020 BULZONI EDITORE BT 133 (gennaio-giugno 2020) Biblioteca Teatrale n. 133 (gennaio-giugno 2020) Rivista semestrale di studi e ricerche sullo spettacolo fondata da Ferruccio Marotti e Cesare Molinari Arti performative e sfide sociali Direttore: Ferruccio Marotti (prof. emerito, Sapienza Università di Roma) Comitato scientifico: Christopher B. Balme (Institut für Theaterwissenschaft, LMU Munich), Josette Féral (Université du Québec à Montréal – UQAM), Evelyne Grossman (Paris Diderot – Paris 7), Stefan Hulfeld (Universität Wien), Hans-Thies Lehmann (Goethe-Universität Frankfurt am Main), David J. Levin (University of Chicago), Richard Schechner (New York University), Cristina Zoniou (University of Peloponnese), Maria Grazia Bonanno (Università di Roma “Tor Vergata”, prof. emerito), Cesare Molinari (Università di Firenze, prof. emerito), Roberto Ciancarelli (Sapienza Università di Roma), Vito Di Bernardi (Sapienza Università di Roma), Guido Di Palma (Sapienza Università di Roma), Aleksandra Jovićević (Sapienza Università di Roma), Stefano Locatelli (Sapienza Università di Roma), Emanuele Senici (Sapienza Università di Roma), Fabrizio Deriu (Università di Teramo), Renzo Guardenti (Università di Firenze), Raissa Raskina (Università di Cassino), Gabriele Sofia (Université Grenoble Alpes), Daniele Vianello (Università della Calabria), Silvia Carandini (Sapienza Università di Roma, in quiescenza), Delia Gambelli (Sapienza Università di Roma, in q.), Luciano Mariti (Sapienza Università di Roma, in q.), Paola Quarenghi (Sapienza Università di Roma, in q.), Luisa Tinti (Sapienza Università di Roma, in q.) Redattore capo: Irene Scaturro Redazione: Annamaria Corea, Aldo Roma, Desirée Sabatini Direttore responsabile: Lorenzo Guglielmi Curatori del fascicolo: Roberto Ciancarelli, Fabiola Camuti, Aldo Roma Redazione del fascicolo: Aldo Roma Traduzioni: Fabiola Camuti Fotocomposizione e impaginazione: Aldo Roma Questo volume è pubblicato con il contributo del progetto di ricerca multidisciplinare della Sapienza Università di Roma: Counteracting mental aging: the enriched environment to prevent psychological and cognitive disorders in older adults (2015) Principal investigator: Prof. Sergio Fucile (Dipartimento di Fisiologia e Farmacologia “Vittorio Erspamer”) Second Investigator: Prof. Roberto Ciancarelli (Dipartimento di Storia Antropologia Religioni Arte Spettacolo) Pubblicazione sostenuta da: Dipartimento di Storia Antropologia Religioni Arte Spettacolo Facoltà di Lettere e Filosofia Sapienza Università di Roma Sito internet della rivista: https://saras.uniroma1.it/ricerca/pubblicazioni/riviste/biblioteca-teatrale Sito internet dell’editore: http://www.bulzoni.it/it/riviste/biblioteca-teatrale-1 I saggi pubblicati nella rivista sono sottoposti alla procedura di double blind peer review. L’elenco dei revisori di «Biblioteca Teatrale» è pubblicato sulla pagina web della rivista all’indirizzo https://saras.uniroma1.it/biblioteca-teatrale-rivista-di-studi-e-ricerche-sullospettacolo/elenco-dei-revisori Amministrazione: Bulzoni Editore, via dei Liburni 14, 00185 Roma, tel. 06/4455207 / Fax 4450355 Abbonamento annuo Italia, € 40,00 Estero, € 65,00 Un fascicolo € 22,00 Per i versamenti in conto corrente postale servirsi del n. 31054000 intestato a Bulzoni Editore, via dei Liburni 14, 00185 Roma. © 2020 by Bulzoni Editore Le opinioni espresse negli scritti qui pubblicati impegnano solo la responsabilità dei singoli autori. I testi devono pervenire alla Redazione completi del sommario e conformi alle norme tipografiche della rivista. I testi contenuti in questo fascicolo non potranno essere riprodotti in tutto o in parte, nella lingua originale o in traduzione, senza l’autorizzazione scritta della direzione. Registrazione presso il Tribunale di Roma, Reg. Stampa, n. 378/86 del 23/6/1986 Stampa: Tipografia Domograf - Roma BIBLIOTECA TEATRALE Rivista semestrale di studi e ricerche sullo spettacolo NUOVA SERIE ARTI PERFORMATIVE E SFIDE SOCIALI a cura di Roberto Ciancarelli, Fabiola Camuti, Aldo Roma BULZONI EDITORE Indice TUTTI I DIRITTI RISERVATI È vietata la traduzione, la memorizzazione elettronica, la riproduzione totale o parziale, con qualsiasi mezzo, compresa la fotocopia, anche ad uso interno o didattico. L’illecito sarà penalmente perseguibile a norma dell’art. 171 della Legge n. 633 del 22/04/1941 Sommari ............................................................................... p. 7 Roberto Ciancarelli, Nota di presentazione ........................ » 25 Raimondo Guarino, Opera delle convulsioni, patologia, enrichment: dal surrealismo alla cura delle pratiche .......... » 29 Nicola Shaughnessy, Acting in a World of Difference: Drama, Autism and Gender ........................................................ » 41 $OHNVDQGUD-RYLþHYLþPer sempre disobbedienti al patriarcato, alla guerra, al nazionalismo e al militarismo: le performance delle Donne in nero della Serbia contro i criminali e crimini di guerra jugoslavi tra 1991 e 1999 ................... » 63 Helen Nicholson, For the Love of It: Theatre, Participation and Partnership .............................................................. » 83 Sruti Bala, Theatre and the Risk of Fire .............................. » 99 Sergio Lo Gatto, Il teatro contemporaneo come strumento culturale. Il caso di Spettatori Migranti: un progetto di “spettatorialità aumentata” a Roma..................................... » 113 Valentina Esposito, Il teatro dentro e fuori gli spazi della reclusione: discontinuità e prospettive .................................. » 133 Martina Storani, Il Teatro Carcere come teatro: compagnie, repertori, drammaturgie ....................................................... » 151 ISSN 0045-1959 © 2020 by Bulzoni Editore S.r.l. 00185 Roma, via dei Liburni, 14 http://www.bulzoni.it e-mail: bulzoni@bulzoni.it 6 Fabiola Camuti, Affect vs Effect? Riflessioni sulla valutazione dell’impatto del teatro sociale ..................................... p. 171 Andrea Porcheddu, L’ambiente che arricchisce: il teatro sociale come orizzonte di rinnovamento del tessuto sociale e umano ................................................................................... » 187 Sommari Raimondo GuaRino Opera delle convulsioni, patologia, enrichment: dal surrealismo alla cura delle pratiche ComuniCazioni Antonio Audino, Oltre il teatro sociale: una nuova visione del corpo nelle arti e nella società ......................................... » 207 Cecilia Bartoli, Un teatro femminile e straniero a Torpignattara ................................................................................. » 217 misCellanea di studi Emanuele Burrafato, Contaminazioni, segni di innovazione, occasioni perdute nelle storie artistiche di Elisabetta Terabust, Amedeo Amodio, Luciana Savignano. Ipotesi e prospettive di indagine critica ............................................... Nicola Usula, «Tanto che gl’ascoltanti possino vedere»: azione e gestualità nei libretti profani di Antonio Draghi ... » 233 » 259 materiali Isabella Molinari, La raccolta manoscritta Intermezzi diversi della Biblioteca nazionale centrale di Roma. Tracce inedite per la ricostruzione del Carnevale al Collegio Romano .......................................................................................... » 291 Marco Solari, Alessandra Vanzi, Da Venezia a Venezia, intervista a cura di Roberto Ciancarelli e Andrea Scappa » 333 Dopo aver ripercorso la celebrazione surrealista delle convulsioni gianseniste e dell’isteria come reviviscenze dell’entusiasmo religioso nella cultura europea moderna, il saggio affronta il nodo di cura, guarigione e patologia nell’antropologia del Novecento. Seguendo la suggestione di Carl Gustav Jung sul valore culturale dei disturbi psichici contemporanei, si discutono alcune valutazioni su magia, patologia, efficacia simbolica (Ruth Benedict, Claude Lévi-Strauss). Commentando alcune riflessioni di Jerzy Grotowski, l’esperienza condivisa di comportamenti e identità nel teatro è valorizzata come il terreno concreto di un’apertura interpersonale. L’autore conclude con un invito a pensare e approfondire la nozione di enriched environment come un tema cruciale delle scienze umane e delle arti performative, piuttosto che come un adattamento delle abilità teatrali a funzioni terapeutiche. Convulsions, Pathology, Enrichment: From Surrealism to the Cure of the Practices After retrieving the Surrealists’ celebration of convulsions in Jansenism and hysteria as historical phenomena re-enacting religious enthusiasm in Western modern culture, the paper tackles the interplay of cure, healing and pathology in 20th-century anthropology. Some assessments about magic, pathology and symbolic efficacy (Ruth Benedict, Claude Lévi-Strauss) are briefly discussed, following the suggestion of Carl Gustav Jung about the cultural value of contemporary diseases. Commenting on some statements by Jerzy Grotowski, the shared experience of behaviours and identities in theatre is appraised as a concrete ground of interpersonal openness. The author concludes with an invitation to think and deepen the notion of “enriched environment” as a crucial theme concerning the basic questions of human 8 Sommari sciences and performing arts, rather than use it as an adaptation of theatrical skills to therapeutic functions. nicola ShauGhneSSy Acting in a World of Difference: Drama, Autism and Gender In her essay, the author examines how theatre has worked as an enriched environment for enhancing understanding of autism. She makes reference to two projects, both funded by the UK Arts and Humanities Research Council: Imagining Autism (2011-2014) and Playing A/Part (2018-2021): investigating the experiences of autistic girls through drama, interactive media and participatory arts. By casting new light on autistic identities and experiences, participatory arts have enriched other disciplines. The discussion presented in the paper positions this research in debates between medical and social. Recitare in un mondo di differenza: teatro, autismo e questioni di genere Nel suo saggio l’autrice prende in esame come il teatro abbia svolto la funzione di ambiente arricchito nel fornire maggiore accesso alla comprensione dell’autismo. Vengono dunque esaminati due progetti, entrambi finanziati dallo UK Arts and Humanities Research Council: Imagining Autism (2011-2014) e Playing A/Part (2018-2021), quest’ultimo in particolare volto allo studio delle esperienze di ragazze autistiche attraverso il teatro, i media interattivi e le arti partecipative. Facendo nuova luce su esperienze e identità legate all’autismo, le arti partecipative hanno arricchito altre discipline. Le riflessioni proposte nel contributo posizionano questa ricerca all’interno di quei dibattiti che vanno dall’ambito medico a quello sociale. Sommari 9 $/(.6$1'5$-29,ý(9,ý Per sempre disobbedienti al patriarcato, alla guerra, al nazionalismo e al militarismo: le performance delle Donne in nero della Serbia contro i criminali e crimini di guerra jugoslavi tra 1991 e 1999 Nel suo contributo l’autrice analizza le performance delle Donne in QHURGL6HUELD æHQHXFUQRP ²RUJDQL]]D]LRQHQRQJRYHUQDWLYDHSDcifista, e ramo dell’associazione femminista internazionale e anti-miOLWDUH:RPHQLQ%ODFN²FKHRJQLDQQRULFRUGDQRO·HVHFX]LRQHGHJOL 8372 civili musulmani del luglio 1995 nella città bosniaca di Srebrenica. La riflessione prende spunto dall’argomentazione di Paul Connerton secondo cui l’atto di ricordare non dipenda solo da un sistema stabile dei luoghi, ma potrebbe anche essere legato ai corpi. E se l’arte della memoria è implicitamente legata al corpo, allora questa potrebbe diventare anche una memoria performativa, una performance corporea come modo di ricordare un evento terribile. Più lo Stato serbo è impegnato nel processo dell’oblio attivo (Nietzsche) più le Donne in nero diventano la memoria involontaria (Bergson) della società. Attraverso la memoria delle vittime della Storia, specialmente di coloro che hanno sofferto, che sono stati umiliati e uccisi, ma anche dimenticati, le Donne in nero rappresentano questioni politiche ed etiche rimosse, così come una richiesta di giustizia. Le loro performance le trasformano in una sorta di Antigoni contemporanee, o in anomali storici al femminile. Always Disobedient to Patriarchy, War, Nationalism and Militarism: The Performances of Serbian Women in Black Against the Criminals and Crimes of Yugoslav Wars between 1991 and 1999 The paper analyses the performances of the æHQHXFUQRP²6HUbian branch of the international feminist and anti-militarist non-govHUQPHQWDORUJDQL]DWLRQ:RPHQLQEODFN²ZKRUHPHPEHUVDQGFRPmemorates every year the execution of 8,372 Muslim civilians, in the Bosnian town Srebrenica that took place on July 1995. Following Paul Connerton’s theories, the reflection considers the act of remembering as not always dependant on a stable system of places, but as something can also depend on the bodies. Hence, to concentrate on bodily (or incorporated) practices means to question the dominant idea according 10 Sommari to which only written words or tangible monuments may be taken as a metaphor for remembering. The more the Serbian state authorities work on a process of active forgetting (Nietzsche), the more the Women in black represent the involuntary memory of the society (Bergson). Through the act of remembrance of the victims of History, especially those who suffered, who were humiliated and killed, but also forgotten, the Women in black represent suppressed political and ethical concerns as well as a demand for justice. Their performances turn them into a kind of contemporary Antigones, or anomalous female historians. helen nicholSon For the Love of It: Theatre, Participation and Partnership This paper addresses the question of participation, and questions how far communities are connected by the shared experience of performance. It argues that the 21st century is witnessing a new moment in theatre-making in which non-professionals are drawn into the public sphere, and where amateurs have new visibility. The paper reflects on two research projects, both of which engaged with non-professional or amateur performers. It analyses the role of leading cultural organisations in the UK (the Royal Shakespeare Company and the National Theatre) engaged with different communities as part of their programmes. The RSC’s Open Stages engaged amateur performers in Shakespeare, and the National Theatre’s 2018 initiative Public Acts brings together people from different communities to share the Olivier Stage with professionals in a production of Pericles. It raises questions about what it means to be an amateur, and reflects on how and why the long tradition of amateur performance has been ignored by professional theatre companies, and what this means in terms of access and inclusivity. It argues that the amateur turn in 21st century marks a new cultural moment, generating new ways to conceptualise the dynamic between labour and time. Sommari 11 Per il piacere stesso di farlo: teatro, partecipazione e collaborazione Il contributo affronta la questione della partecipazione e si interroga su quanto diverse comunità possano connettersi tra loro mediante l’esperienza condivisa della performance. L’autrice sostiene che il XXI secolo sia protagonista di un momento nuovo nella produzione teatrale, in cui i non professionisti diventano sempre più parte della sfera pubblica, e in cui i dilettanti acquisiscono nuova visibilità. Il saggio prende in esame due progetti di ricerca, svolti entrambi con interpreti non professionisti o dilettanti e analizza il ruolo delle principali organizzazioni culturali nel Regno Unito (la Royal Shakespeare Company e il National Theatre), in cui l’impegno diretto con diverse comunità è parte integrante della programmazione. Gli Open Stage della Royal Shakespeare Company hanno infatti coinvolto attori amatoriali nelle rappresentazioni shakespeariane e l’iniziativa Public Acts del National Theatre del 2018 ha riunito partecipanti provenienti da diverse comunità per condividere l’Olivier Stage con attori professionisti in una produzione del Pericle. Il contributo inoltre s’interroga sul significato stesso dell’essere un dilettante e riflette su come e perché la lunga tradizione dei dilettanti sia stata ignorata dalle compagnie teatrali professionali, e cosa questo comporti in termini di accessibilità e inclusione. L’autrice infine sostiene che la svolta amatoriale nel XXI secolo possa essere considerata come un nuovo momento culturale, capace di generare nuove modalità di concettualizzazione riguardo la dinamica tra lavoro e tempo. SRuti Bala Theatre and the Risk of Fire The article reflects on a 2018 lecture-performance by Belgian artist Chokri Ben Chikha, wherein he proposed to set himself on fire, as a means of linking theatre practice to political action. The article asks what makes such theatrical acts political, using the work of Louis Althusser as a theoretical framework. Fire, even the theatrical signalling of the possibility of fire, is suggestive of riot, unrest, and uncontrolled outcomes, a weapon of the disenchanted that threatens to raze the ideological apparatus of the theatre. The fire in Ben Chikha’s lecture performance is staged as literal, but it is simultaneously interrupted 12 Sommari and deliteralized. The threat that the fire represents can be interpreted in many ways: the self-inflicted destabilization and decentering of the theatre in terms of its place and relevance in the world, a kind of institutional self-critique; the devastating self-recognition of the audience in being interpellated as critical but nonetheless bourgeois-liberal art enthusiasts and thus as paralyzed political subjects. Through this risky and pleasurable play with fire, the theatre becomes an enriched environment for a moment of collective introspection. Il teatro e il rischio del fuoco Il contributo riflette intorno a una conferenza-performance del 2018 di Chokri Ben Chikha, durante la quale l’artista belga ha proposto di darsi fuoco al fine di mettere in relazione la pratica teatrale con l’azione politica. Il saggio si interroga su cosa renda politici questi atti teatrali impiegando come quadro teorico il lavoro di Louis Althusser. Il fuoco, e persino l’immagine teatrale di una sua possibile presenza, è indicativo di rivolte, disordini e risultati inaspettati, un’arma del disincantato che minaccia di radere al suolo l’apparato ideologico del teatro. Il fuoco, nella conferenza-performance di Ben Chikha, è letteralmente messo in scena, ma è simultaneamente interrotto e privato del suo senso letterale. La minaccia che esso rappresenta può essere interpretata in molti modi: la destabilizzazione autoinflitta e il decentramento del teatro in termini di posizione e rilevanza nel mondo, una sorta di autocritica istituzionale; il devastante auto-riconoscimento del pubblico nel suo essere interpellato in qualità di sguardo critico sull’accaduto, ma allo stesso tempo in qualità di soggetto politico paralizzato perché fruitore e amante di un’arte liberal-borghese. Attraverso questo rischioso e piacevole gioco con il fuoco, il teatro diventa un ambiente arricchito per un momento di introspezione collettiva. SeRGio lo Gatto Il teatro contemporaneo come strumento culturale. Il caso di Spettatori Migranti: un progetto di “spettatorialità aumentata” a Roma Nell’ambito del teatro sociale la figura del migrante e del rifugiato ha acquisito una rilevanza decisiva, cresciuta di pari passo con l’ag- Sommari 13 gravarsi della relativa crisi internazionale. Da un’analisi sul contesto internazionale emerge tuttavia la quasi totale assenza di realtà che guardino al migrante e al rifugiato come a membri della comunità degli spettatori. L’attività spettatoriale non viene vista come esperienza di per sé portatrice di integrazione, di crescita civica o di conoscenza della cultura ospitante. L’articolo intende evidenziare e motivare l’urgenza di queste pratiche, concentrandosi su un esempio italiano come caso di studio: il progetto Spettatori Migranti/Attori Sociali, nato in seno al Centro di Accoglienza Straordinaria Casilina di Roma, entrato in contatto con altri enti e associazioni e tuttora in espansione sul piano nazionale. Il progetto organizza gruppi di visione teatrale come strumento culturale portatore di un senso formativo e di comunità e appartenenza, attraverso la cura di formatori specializzati che introducono gli spettacoli e conducono poi un lavoro di restituzione multimediale dell’esperienza. Contemporary Theatre as a Cultural Toolkit. Spettatori Migranti: a project of “augmented spectatorship” in Rome In the context of applied theatre, refugees have been lately taken under high consideration, with a continuous growing interest parallel to the aggravation of the related international crisis. However, analysing the social theatre international context, it is possible to identify an almost inexistent presence of projects that look at migrants and refugees as members of a community of spectators. As a matter of fact, spectatorship has not been so far considered as an experience able to promote integration, civic development, or insight into the hosting cultural paradigms. The paper aims at highlighting and explaining the importance of these practices by focusing on the Spettatori Migranti / Attori Sociali project as chosen case study. This project was launched in the context of the Centro di Accoglienza Straordinaria (first-line reception facility for refugees) Casilina in Rome, and has so far established several connections with local and national associations and institutions. Fostering the idea that theatre-going in itself can provide a cultural toolkit, this independent organization is committed to gathering groups of refugees and migrants, guiding them through a spectatorship experience and post-show discussions to then move onto a collective process of experience-sharing and analysis in 14 Sommari various forms of deliveries (radio broadcasts, video interviews, drawings or multimedia feeds). Valentina eSpoSito Il teatro dentro e fuori gli spazi della reclusione: discontinuità e prospettive Il contributo prende in esame elementi di continuità e fattori di discontinuità tra il teatro praticato fuori dalle carceri con attori ex detenuti e detenuti in misura alternativa e il lavoro svolto all’interno dell’istituzione penitenziaria. Il saggio mette in evidenza come l’attività teatrale che “esce” dai penitenziari, oltre a essere luogo di proseguimento del percorso di formazione e reinserimento sociale e professionale dei cittadini reclusi, sia anche esperienza di trincea che reinventa la propria prassi in relazione alle problematiche del “nuovo mondo” al di là della porta blindata. Si è infatti di fronte a un teatro che si libera del carcere come spazio protetto di valutazione dei risultati artistici dal punto di vista del giudizio critico e dello spettatore. È un lavoro che si confronta con necessità organizzative diverse legate al limbo della misura alternativa, alla ricerca di nuovi punti di riferimento là dove “teatro” e “carcere” non sono più spazi definiti e riconoscibili. Un teatro che da pratica di liberazione si fa pratica di resistenza al richiamo dei contesti di provenienza e al rischio di recidiva, ambiente arricchito in grado di rafforzare quotidianamente gli attori nell’adesione al progetto. Sommari 15 to the critics’ and the spectators’ evaluation of artistic results. The analysed theatrical activity is moreover confronted with different organizational needs, linked to the limbo of the probational state. It is in search of new reference points where “theatre” and “prison” are no longer defined and recognizable spaces. It is a theatre that goes from being a practice of liberation to becoming a practice of resistance to the appeal of the contexts of origin and the risk of recidivism; it is an enriched environment capable of strengthening the actors’ engagement in the process on a daily base. maRtina StoRani Il Teatro Carcere come teatro: compagnie, repertori, drammaturgie Il saggio mira all’individuazione delle caratteristiche che mettono il Teatro Carcere in relazione al teatro tout court. Metodologicamente si traduce nello studio della composizione delle compagnie e del lavoro degli attori, della specificità della relazione con gli spettatori, nell’analisi dei repertori a partire dall’individuazione delle scelte e delle ricorrenze relative ad autori, testi e tematiche di riferimento. Ciò richiede l’osservazione di intrecci e interferenze che riguardano le VFULWWXUHGUDPPDWXUJLFKHVSHVVRLQIDWWLDFFDQWRDWHVWLFODVVLFL²EDVWL pensare tra gli altri alla fortuna in carcere di autori quali Shakespeare, *HQHWH'H)LOLSSR²SUROLIHUDQRDXWRGUDPPDWXUJLHULHODERUD]LRQL e riscritture. Theatre Inside and Outside the Spaces of Reclusion: Discontinuities and Perspectives Prison Theatre as Theatre: Companies, Repertoires, Dramaturgies The contribution examines elements of continuity and discontinuity between the theatre practiced outside prisons with formerly detained people on probation and the work done within the prison institution. The essay highlights how the theatrical activity that “exits” the penitentiaries, besides continuing working on the path of social and professional reintegration of imprisoned citizens, is also a trench experience that reinvents itself in relation to the problems of the “new world” beyond the armoured door. The author looks at a theatre that gets rid of prison considered as a kind of protected space with respect The essay aims at identifying the characteristics that put prison theatre in relation to theatre tout court. Methodologically, this issue will be addressed by studying the companies’ arrangement and the work of the actors. Moreover, it looks at the specificity of the relationship with the spectators and the analysis of the repertoires starting from the identification of the choices and recurrences in relation to specific authors, texts and reference themes. Thereby, particular attention will be dedicated to the interweaving and interferences concerning dramaturgical writings. Hence, it will be shown how alongside classical 16 Sommari WH[WV²VXFKDVWKHZLGHVSUHDGXVRIDXWKRUVOLNH6KDNHVSHDUH*HQHW DQG 'H )LOLSSR LQ SULVRQ WKHDWUH SURGXFWLRQV ² VHOIGUDPDWL]DWLRQ new elaborations and rewriting proliferate. FaBiola camuti Affect vs Effect? Riflessioni sulla valutazione dell’impatto del teatro sociale Il contributo prende in esame le pratiche di valutazione dell’impatto del teatro sociale a partire dalla messa in discussione della nozione stessa di “impact”. Il saggio guarda al critico e ambiguo ruolo che le attuali procedure di valutazione delle pratiche artistiche svolgono nel creare un rischio sempre più concreto di perdita da parte delle pratiche artistiche stesse del loro processo creativo a vantaggio di una logica economica e neolibelista. Nonostante il proliferare di studi nel campo del teatro sociale, studiosi di teatro e di performance non hanno a oggi dedicato abbastanza attenzione critica ai modelli valutativi. Allo stesso tempo la discussione intorno a valutazioni e pratiche basate sulla richiesta di effetti e risultati “concreti” si fa sempre più presente e necessita di essere presa in esame anche dal punto di vista della ricerca teatrale. Affect vs Effect? Some Reflections on the Impact Evaluation of Social Theatre This paper sets out to discuss practices of evaluation of the impact of social theatre starting from the very notion of “impact assessment”. It underlines the critical and ambivalent role of such way of assessing artistic practices in shaping the danger of the arts of losing sight of their own creative process and value by yielding to a neoliberal logic. The paper highlights how, despite the extensive contributions, theatre and performance scholars have paid scant attention to the critical appraisal of the models of assessment of the social impact of social theatre practices. At the same time, the discourse around evaluation and evidence-based analysis is becoming a pressuring one, also in need of being properly addressed by scholars in the theatre field. Sommari 17 andRea poRcheddu L’ambiente che arricchisce: il teatro sociale come orizzonte di rinnovamento del tessuto sociale e umano In questo saggio si intende riflettere sul concetto di “ambiente” in relazione ad alcune modalità creative e tendenze sceniche in atto, che possono essere vere e proprie fonti di “arricchimento” individuale e collettivo. Partendo da una veloce analisi storico-critica, legata all’idea di spazio come elemento drammaturgico, il saggio prende in oggetto il cosiddetto “teatro sociale”, ovvero quelle forme di creazione teatrale che nascono in contesti di disagio personale, sociale, ambientale e culturale. In questa ottica, il teatro sociale si rivela un attivatore di effettivo arricchimento d’ambiente, in una dialettica continua di reciproca influenza tra “testo” e “contesto”. Assumendo come caso indicativo le prime regie di Armando Punzo e lo straordinario lavoro della Compagnia della Fortezza di Volterra, si riflette, anche attraverso la lettura di recensioni, su quanto e come, nell’arco di trent’anni, sia mutata l’idea di accessibilità dell’istituto di detenzione, rendendolo un “ambiente arricchito”. Una simile prospettiva, inoltre, tocca anche la relazione tra teatro e periferie delle città: seguendo Richard Sennett, si afferma che le arti performative e gli spazi teatrali possono aiutare le città ad aprirsi, a promuovere accoglienza e coinvolgimento di modelli socio-culturali diversi e innovativi. The Enriching Environment: Social Theatre as Horizon of Renewal of the Social and Human Fabric This essay aims at reflecting on the concept of “environment” in connection to current creative methodologies and performative tendencies, considering these as real sources of individual and collective “enrichment”. Starting from a brief historical and critical analysis of the concept of space as dramaturgical element, the essay takes into account the so-called “social theatre”, considering with this definition all those forms of theatrical creation that emerge in contexts of personal, social, environmental and cultural hardship. In this perspective, social theatre works as an activator of real environmental enrichment, in a continuous dialectic of mutual influences between “text” and “context”. Starting from the first performances by Armando Pun- 18 Sommari zo at the end of the 80s and the extraordinary work of the Compagnia della Fortezza of Volterra, the essay reflects on the changes that have occurred in the last thirty years in relation to the idea of the detention institution and its accessibility. By also closely examining the reviews of that time, the paper shows how this has been transformed in an actual “enriched environment”. It furthermore highlights how this kind of perspective affects also the relationship between theatre and city suburbs: following Richard Sennett, performing arts and theatrical spaces are taken into account as phenomena that can help cities to open up, to promote hospitality and involvement of different and innovative social-cultural models. comunicazioni antonio audino Oltre il teatro sociale: una nuova visione del corpo nelle arti e nella società Il teatro che si è sviluppato in questi ultimi vent’anni ha subito una doppia spinta, da punti opposti ma nella stessa direzione: da una parte artisti di grande levatura sono andati a cercare nei territori del disagio sociale nuova linfa per dar vita a creazioni che fossero più aderenti alla realtà, dall’altra i gruppi operanti in quegli ambiti, dalla disabilità alle carceri e all’immigrazione, hanno raggiunto una nuova consapevolezza espressiva. Segno che la questione non riguarda più soltanto l’area delle attività terapeutiche e di sostegno in certi contesti, ma si estende a una riflessione più allargata sul corpo nella società e nelle arti contemporanee, sulla dimensione del limite, della fragilità o del coraggio nel nostro vivere comune, interrogativi che, in vario modo, ci riguardano tutti. Nella manifestazione che da due anni si tiene a Brescia, intitolata Fuorinorma, stiamo tentando di allargare lo spettro visivo, mescolando persone con disabilità e acrobati, incontri sulla Body Art e performance nate in particolari situazioni di marginalità. Beyond Social Theatre: A New Vision of the Body in Arts and Society The theatre of the last twenty years experienced a sort of “double push” coming from opposite sides but pointing towards the same di- Sommari 19 rection. On the one hand, artists of great stature started looking for new perspectives in the area of social hardship in order to create forms of art more adherent to reality. On the other hand, groups already operating in those contexts, such as disability, prisons, and immigration, reached a new expressive awareness. This demonstrating that the issue regarding social theatre no longer concerns only the area of therapeutic activities and support in certain contexts, but it is extended to a broader reflection on the body in society and in contemporary arts. Furthermore, it involves thoughts on the dimension of limits, fragility or courage of our common living. It refers to questions that, in various ways, affect us all. In the event Fuorinorma, that has been held in Brescia in the last two years, we are trying to widen the visual spectrum, mixing people with disability and acrobats, including meetings on Body Art and performances created in particular situations of marginality. cecilia BaRtoli Un teatro femminile e straniero a Torpignattara Il contributo presenta l’esperienza di Narramondi, un laboratorio teatrale per un gruppo misto di italiane e straniere, gestito a Roma, nel quartiere di Torpignattara, dal Centro interculturale Miguelim di Asinitas onluS. Costantemente aperto a nuovi ingressi, il laboratorio teatrale rappresenta, insieme alla scuola d’italiano, il fulcro e l’enzima della costruzione comunitaria. Narramondi esce nel quartiere sussurrando fiabe in tutte le lingue durante le feste e poi cresce in veri e propri percorsi di ricerca artistica di laboratorio teatrale, di narrazione, di teatro di figura, d’ombre, che si mischiano con il canto e con la danza, costruendo messe in scena in loco o nei teatri romani. Non ha una conduzione fissa, si avvale di volta in volta di vari maestri. Oggi il gruppo è impegnato con Emanuela Ponzano alla regia in un lavoro sulle fiabe femminili di individuazione (concorso MigrArti). Il contributo sottolinea inoltre riflessioni riguardanti il valore aggiunto che la pratica teatrale rappresenta nei processi di costruzione comunitaria, il potere evocativo delle fiabe e il ruolo del teatro quale pratica d’eccellenza per la costruzione di un immaginario multiculturale ed espressione di comunità meticce. 20 Sommari A Foreigner and Female Theatre in Torpignattara The contribution introduces the experience of Narramondi, a theatre workshop for a mixed group of Italian and foreigner women, managed in Rome, in Torpignattara neighbourhood, by the Miguelim Intercultural Center of Asinitas onluS. Constantly open to new participants, the theatre laboratory represents, together with the Italian language school, the fulcrum and enzyme of community construction. Narramondi goes out in the neighbourhood whispering fairy tales in all languages during holidays and then grows into the real artistic research paths of a theatrical laboratory, that includes storytelling, puppet theatre, shadows, mixed up with singing and dance, thus building performances on site or in Roman theatres. The programme does not have a fixed facilitator, and rather makes use of various practitioners joining the project from time to time. At the moment, the group is working with Emanuela Ponzano on a performance about female fairy tales (MigrArti competition). The contribution also highlights reflections regarding the added value that the theatrical practice represents in the processes of community construction, the evocative power of fairy tales and the role of theatre as excellent practice for the construction of the imaginary and expression of multicultural communities. miScellanea di Studi emanuele BuRRaFato Contaminazioni, segni di innovazione, occasioni perdute nelle storie artistiche di Elisabetta Terabust, Amedeo Amodio, Luciana Savignano. Ipotesi e prospettive di indagine critica Attraverso i casi di studio offerti da artisti di fama internazionale quali Elisabetta Terabust, Amedeo Amodio e Luciana Savignano, l’articolo suggerisce spunti di riflessione e di indagine per verificare le modalità di rinnovamento e sperimentazione, spesso complesse, della coreutica italiana (tanto sotto il profilo tecnico e stilistico, quanto sotto quello del repertorio, nonché delle riforme funzionali) all’interno delle strutture istituzionali della danza o di spazi autonomi come la compagnia Aterballetto. Sommari 21 Contaminations, Innovations and Lost Opportunities in the Artistic Histories of Elisabetta Terabust, Amedeo Amodio, and Luciana Savignano. Hypothesis and Perspectives for a Critical Inquiry Through the analysis of renowned case studies, such as Elisabetta Terabust, Amedeo Amodio, and Luciana Savignano, the essay suggests some reflections and points of inquiry to verify the often complex methods of renewal and experimentation of Italian dance within institutional structures or independent spaces such as the Aterballetto company. It does so by taking the phenomena into account both from a technical and stylistic point of view, as well as from that of the repertoire and functional reforms. nicola uSula «Tanto che gl’ascoltanti possino vedere»: azione e gestualità nei libretti profani di Antonio Draghi Il testo drammatico per musica del Seicento è spesso l’unico elemento superstite di quella fitta rete di professioni, materiali, spazi e relazioni che costituivano lo spettacolo d’opera. Solitamente oggetto di analisi di natura linguistica, metrica, drammaturgica e, più in genere, formale, quello che oggi volgarmente chiamiamo “libretto” raramente viene preso in considerazione per lo studio del complesso di movimenti e gesti che gli attori-cantanti mettevano in atto sul palcoscenico per dar vita al dramma. Con tale obiettivo, l’articolo si concentra sui libretti profani che Antonio Draghi, cantante, poeta e compositore riminese, diede alle stampe tra il 1661 e il 1669 alla corte imperiale di Vienna, e li analizza a partire dalle informazioni che sull’azione scenica questi presentano tanto nelle didascalie quanto nei dialoghi stessi. L’autore offre numerosi esempi attraverso cui analizza la pregnanza del movimento scenico legato all’interazione fisica tra i personaggi. Al centro del suo lavoro, tuttavia, emerge anche l’attenzione per la relazione di natura spaziale e gestuale tra gli attori-cantanti e gli attrezzi di scena, le comparse mute, i ballerini, ma anche i suoni extramusicali e le macchine sceniche. 22 Sommari «Tanto che gl’ascoltanti possino vedere»: Actions and Gesturality in Antonio Draghi’s Secular Librettos Librettos are often the only surviving elements of the network of materials, professions, spaces and relationships that constituted 17th-century opera performance. Scholars tend to subject the extant dramatic texts to linguistic, metric, dramaturgical and, more generally, formal analysis, but they rarely take them into consideration when studying the movements and gestures that the actor-singers on stage deployed to give life to the drama. With this aim, the article focuses on the secular texts for music by the singer, poet and composer Antonio Draghi, printed between 1661 and 1669 at the imperial court of Vienna. The librettos are analysed for the first time from the point of view of their performative elements, starting from the information retrievable in the stage directions and in the dialogues. To outline the strong visual and scenic impact of these operas, Usula’s work shows several examples of the physical interaction between different characters; between the singers and the mute characters, the extra-musical sounds and the stage machinery. mateRiali iSaBella molinaRi La raccolta manoscritta Intermezzi diversi della Biblioteca nazionale centrale di Roma. Tracce inedite per la ricostruzione del Carnevale al Collegio Romano La raccolta manoscritta Intermezzi diversi della Biblioteca nazionale centrale di Roma (ms. Gesuitico 222) comprende una miscellanea di 32 testi (31 dei quali inediti, 16 adespoti) collocabili tra il XVII secolo e gli inizi del XVIII. Di questa raccolta vengono ora trascritti e pubblicati integralmente tre testi, contraddistinti dalla presenza di maschere e personaggi buffi. Tra gli autori della raccolta vanno annoverati Giovanni Andrea Lorenzani, Girolamo Gigli, Francesco Maria De Luco Sereni, Loreto Mattei, Domenico Giovanni Buonmattei Pioli e Giuseppe Berneri. Tutti i testi della miscellanea sono riferibili alle iniziative teatrali del Carnevale al Collegio Romano. Il gesuita Sommari 23 Girolamo Nappi negli Annali del Seminario Romano testimonia la consuetudine di allestire ogni anno spettacoli che scolari, chierici e convittori dovevano imparare, provare e recitare davanti al pubblico. Gli spettacoli prevedevano anche commedie in volgare e scenette introduttive o d’accompagnamento a premiazioni di studenti meritevoli, composte in vari dialetti, con maschere, personaggi comici e musica: a queste ultime potrebbero riferirsi gli Intermezzi del ms. Gesuitico 222. Della raccolta si riporta l’indice completo con relative attribuzioni e, come indicato, la trascrizione integrale di tre testi. The Manuscript Collection Intermezzi diversi of the Central National Library of Rome. Unpublished Tracks for the Reconstruction of the Carnival at the Roman College The handwritten collection Intermezzi diversi of the National Central Library of Rome includes a miscellany of 32 texts (of these, 31 are unpublished and 16 are anonymous), all dating between the 17th and early-18th centuries. Three texts from this collection are now transcribed and published in full. They are characterized by the presence of masks and comic characters. Among the authors stand out: Giovanni Andrea Lorenzani, Girolamo Gigli, Francesco Maria De Luco Sereni, Loreto Mattei, Domenico Giovanni Buonmattei Pioli and Giuseppe Berneri. All the texts refer to the theatrical activities practiced by students and clerics at the Roman College, mostly inspired by the Carnival. In the Annali del Seminario Romano (Annals of the Roman Seminary), the Jesuit Girolamo Nappi refers the custom of setting up shows every year, that students, clerics and boarders had to learn, rehearse, and perform in front of the public. The shows also included vernacular comedies and short scenes introducing or accompanying awards for meritorious students, composed in various dialects, with masks, comic characters and music: the Intermezzi of ms. Gesuitico 222 could refer to the latter. The contribution includes the complete index with related attributions and, as indicated, the complete transcription of three texts. 24 Sommari maRco SolaRi, aleSSandRa Vanzi Da Venezia a Venezia, intervista a cura di Roberto Ciancarelli e Andrea Scappa L’intervista documenta il percorso di avvicinamento al teatro di Marco Solari e Alessandra Vanzi che culmina con il viaggio a Venezia alla Biennale di Luca Ronconi del 1975. Il contributo dà conto di quella esperienza e in particolare del lavoro con Grotowski all’isola di San Giacomo in Palude, che rappresenta uno snodo cruciale nella loro formazione e un riferimento duraturo della loro storia artistica, attraverso ricordi e testimonianze che restituiscono aspetti significativi e vicende inedite e sconosciute. From Venice to Venice, an interview conducted by Roberto Ciancarelli and Andrea Scappa The interview documents the journey towards the theatre practice of Marco Solari and Alessandra Vanzi, leading up to the trip to Venice for Luca Ronconi’s Biennale of 1975. The contribution offers a precious account of that experience and in particular of the work conducted with Grotowski on the island of San Giacomo in Palude, as representative of a crucial turning point in Solari and Vanzi’s novitiate and lasting reference of their artistic history. It does so by highlighting memories and testimonies that shed a light on significant aspects and unknown events.