COLLANA DI STUDI GIAPPONESI
RICERCHE
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Direttore
Matilde Mastrangelo
Comitato scientifico
Giorgio Amitrano
Gianluca Coci
Silvana De Maio
Chiara Ghidini
Andrea Maurizi
Maria Teresa Orsi
Ikuko Sagiyama
Virginia Sica
Comitato di redazione
Chiara Ghidini
Luca Milasi
Stefano Romagnoli
COLLANA DI STUDI GIAPPONESI
RICERCHE
La Collana di Studi Giapponesi raccoglie manuali, opere di
saggistica e traduzioni con cui diffondere lo studio e la riflessione su diversi aspetti della cultura giapponese di ogni epoca.
La Collana si articola in quattro Sezioni (Ricerche, Migaku,
Il Ponte, Il Canto). I testi presentati all’interno della Collana
sono sottoposti a una procedura anonima di referaggio.
La Sezione Ricerche raccoglie opere collettanee e monografie
di studiosi italiani e stranieri specialisti di ambiti disciplinari
che coprono la realtà culturale del Giappone antico, moderno e contemporaneo. Il rigore scientifico e la fruibilità delle
ricerche raccolte nella Sezione rendono i volumi presentati
adatti sia per gli specialisti del settore che per un pubblico di
lettori più ampio.
I dieci colori dell’eleganza
Saggi in onore di Maria Teresa Orsi
a cura di
Matilde Mastrangelo e Andrea Maurizi
Copyright © MMXIII
ARACNE editrice S.r.l.
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via Raffaele Garofalo, 133/A–B
00173 Roma
(06) 93781065
isbn 978–88–548–5856–5
No part of this book may be reproduced in any form, by print, photoprint,
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the publisher
Ist edition: september 2013
Teoria e prassi del romanzo storico giapponese
fra Ottocento e Novecento
LUCA MILASI
>@6RQRVWDWRVFRUWHVHDGHQLJUDUHLURPDQ]LLQTXHVWRPRGR6L
può dire che essi registrino tutto ciò che è accaduto nel mondo
a partire dall’era delle divinità. Del resto nel Nihongi e nelle
altre opere del genere si trova solo una parte degli avvenimenti.
È all’interno dei romanzi invece che sono descritti i dettagli e
LIDWWLSUHFLVL>@$QFKHVHQRQGHVFULYRQRFRQHVDWWH]]DFLz
che riguarda una determinata persona, essi nascono quando non
è possibile tenere chiusi nel proprio cuore fatti che si desidera
trasmettere alle generazioni future, avvenimenti di esseri che
vivono in questo mondo, buoni o cattivi che siano, che non ci
si stanca mai di osservare o di ascoltare. Se colui che racconta
desidera parlare bene dei personaggi, allora sceglierà soltanto
cose buone, se vuole rispondere alle attese dei lettori raccoglierà
elementi di rara malvagità, ma tutto ciò, nel bene e nel male, esiste comunque in questo mondo. Per ciò che riguarda altri paesi,
DQFKHLOPRGRGLQDUUDUHqGLYHUVRGDOQRVWURPDSHU¿QRTXLGD
noi, nello Yamato, è naturale che storie del passato siano diverse
da quelle del presente e che esistano differenze di contenuti più
RPHQRSURIRQGLPDDUULYDUHDGH¿QLUHWXWWLLURPDQ]LFRPHXQ
LQVLHPHGLEXJLHVLJQL¿FDIRUVHVRWWRYDOXWDUQHODYHUDQDWXUD,Q
fondo, anche negli insegnamenti che il Buddha nella sua generosità ha voluto lasciarci esistono quelli che chiamiamo “mezzi
di salvezza”, che possono apparire contraddittori e far nascere
dubbi in coloro che ancora non hanno ottenuto il potere della
conoscenza (Orsi, 2012, p. 509).
Con queste parole un Genji conciliante tenta di accattivarsi la
giovane dama soprannominata Tamakazura, il “prezioso ramo”,
389
390
LUCA MILASI
inizialmente indispettita dai rimbrotti ricevuti per la sua costante
dedizione alla lettura dei PRQRJDWDUL.
La teoria implicitamente esposta in +RWDUX è un passaggio obbligato per un’analisi della poetica classica: qui, tramite il suo più
noto personaggio, Murasaki Shikibu stessa esprime un giudizio
sul valore del PRQRJDWDUL, vetta indiscussa della narrativa Heian,
LQUHOD]LRQHDOUXRORGHOODVWRULRJUD¿DWUDGL]LRQDOH/DTXHVWLRQHDWWRUQRFXLUXRWDODVXDULÀHVVLRQHqXQ¶HYLGHQWHQHFHVVLWjGL
riappropriarsi dell’“umanità” del materiale storico, antesignana
della funzione, successivamente assolta dal romanzo, di mettere
in luce aspetti del contesto sociale che la storia o il “fatto”, “così
com’è” (VRQRPDPDDULQRPDPD), non può coprire.
A parte la straordinaria modernità che l’autrice del *HQML moQRJDWDUL rivela ancora una volta in questa occasione, è fuor di
GXEELRFKHOHPRGDOLWjGLUDSSUHVHQWD]LRQHHOH¿QDOLWjGHOODQDUrativa storica assumano un particolare rilievo in ambito giappoQHVHGRYHVLQGDJOLDOERULGHOODOHWWHUDWXUDVLUHJLVWUDO¶LQÀXVVR
di una concezione tipicamente continentale, mediata dagli stati
della penisola coreana, in cui la “letteratura” (EXQ) comprendeYDDQFKHODVWRULRJUD¿D 0LQHU7UDGLW&DVWHOOL
Proprio questa è la culla concettuale che, al di là delle teoriz]D]LRQLHVSOLFLWHFKHDFFRPSDJQDQRHGH¿QLVFRQRLOPRGHUQR
romanzo storico, favorisce nei letterati giapponesi e cinesi una
lunga frequentazione della variegata materia offerta dalla letteratura di ispirazione storica più in generale.1
1HOFRQWHVWRGHOODOHWWHUDWXUDPRGHUQDQRVWURVSHFL¿FRFDPpo di interesse, il fulcro del dibattito è la nuova consapevole moGDOLWjGLJHVWLRQHGHOUDSSRUWRWUDVWRULDH¿Q]LRQHR³¿Q]LRQDOLWj´
(¿FWLRQDOLW\ FRVuFRPHqVWDWDGH¿QLWDODFDUDWWHULVWLFDSUHFLSXD
del romanzo rispetto al fatto cronachistico.2 Come argomenta lo
1HOORVSHFL¿FRGHOO¶DPELWRFLQHVHVLVHJQDODODOXFLGDGLVVHUWD]LRQHGL
+VLDR HVXOUDSSRUWRWUDVWRULRJUD¿DH[LDRVKXRanche Ming (2006, pp.
5-7).
1
2
L’anglicismo è il conio del traduttore italiano di Miner. Cfr. Castelli
(1999, p. 12).
7HRULDHSUDVVLGHOURPDQ]RVWRULFRJLDSSRQHVH
391
VWHVVR7VXERXFKL6Kǀ\ǀ SULPRLPSRUWDQWHWHRULFR
del romanzo moderno, la storia, intesa come memoria, accompagna la civiltà umana sin dai suoi albori: la complessa questione del rapporto con le fonti tipica del romanzo storico moderno
contempla necessariamente il delicato passaggio dall’oralità alla
VDSLHQ]DVFULWWDHVHPSOL¿FDWDGDOODSURGX]LRQHGLPDQRVFULWWLLQ
cui è conservata la SHUIRUPDQFHdelle declamazioni epiche, epopee e drammi storici.3
Proprio l’ingresso nell’età moderna sancisce un ripensamenWRGHJOLDVVXQWLWHRULFLFKHVRWWHQGRQRDOOD¿RUHQWHSURGX]LRQH
di romanzi storici: in ambito giapponese, gli stessi letterati promotori di un vasto movimento di rinnovamento della letteratura
nazionale furono anche teorici e scrittori di narrativa storica. In
questo processo, caratterizzato da profondi mutamenti nell’impiego degli strumenti critici della teoria e prassi letteraria, l’interpretazione delle fonti si intreccia con la delicata questione del
ruolo del romanzo come genere d’eccellenza, con valore autonoPRULVSHWWRDGDOWUHGLVFLSOLQHLYLFRPSUHVDODVWRULRJUD¿D
Il moderno romanzo storico vanta dunque possibili antesignani in seno alla migliore letteratura del periodo classico. Anche la
narrativa del periodo medievale e premoderno contribuisce a una
GH¿QL]LRQHGHOJHQHUH&LUFDXQYHQWHQQLRSULPDGHOO¶DSHUWXUD
dei porti giapponesi, negli anni Quaranta dell’Ottocento, appena quarant’anni prima delle prime proposte di narrativa storica
moderna, moriva uno dei maggiori autori del tardo periodo Edo,
.\RNXWHL%DNLQ SVHXGRQLPRGL7DNL]DZD2NLNXQL
Pur nei limiti di un’ottica improntata a un dichiarato didatticismo, la sua produzione può essere considerata il punto d’inizio
di una narrativa storica propriamente detta, distinta dal dramma
Vari generi di manoscritto, considerati come QLNNL, nell’accezione di reJLVWUD]LRQLGLIDWWLUHDOLDQ]LFKp¿WWL]LHSLWHWRFKHQHOSDQRUDPDGHOOD¿RUHQWH
produzione classica, meritarono, nelle epoche successive, anche opere appartenenti al genere epico come +HLMLPRQRJDWDUL(Storia dei disordini dell’era
Heiji, XIII secolo) e +ǀJHQPRQRJDWDUL 6WRULDGHLGLVRUGLQLGHOO¶HUD+ǀJHQXIII
secolo). Cfr. Watson (2006, p. 2).
3
392
LUCA MILASI
teatrale per le modalità di fruizione, così come dall’epica e dalla
VWRULRJUD¿DFODVVLFDFKHSXUHDYHYDDYXWRLQ&LQDH*LDSSRQH
XQD¿RUHQWHWUDGL]LRQH6LWUDWWDLQROWUHGLXQPRGHOORQDUUDWLYR
che, pur professando un’aderenza al vero storico, esula dai presupposti del realismo di autori quali Ihara Saikaku (1642-1693).4
Amato in gioventù ancora dalla prima generazione di scrittori Meiji, proprio per il didatticismo autoimposto in un evidente
tentativo di risollevare il genere dello \RPLKRQ dalla limitante
etichetta di letteratura di intrattenimento (JHVDNX), Bakin subisce da essi in qualche modo una sorta di ridimensionamento. La
costante menzione dell’autore nei saggi dedicati, comunque, testimonia quanto la sua opera fosse presente e imprescindibile per
LFRQWHPSRUDQHLULIRUPDWRULGHOODOHWWHUDWXUD0HLML6LJQL¿FDWLYR
è che l’opera che ne ha consegnato ai posteri la fama,1DQVǀ
6DWRPLKDNNHQGHQ(La leggenda degli otto cani dei Satomi di
1DQVǀ XQRGHLSLYROXPLQRVLURPDQ]LGHOODOHWteratura mondiale, sia ambientata dichiaratamente in un periodo
storico antecedente all’autore. L’ancoraggio al contesto storicosociale del XV secolo è tutto sommato tenue anche in questa monumentale narrazione, che racconta, senza grandi aspirazioni al
UHDOLVPRXQ¿WWRLQWUHFFLRGLHSLVRGLOHJJHQGDULVXOODIDOVDULJD
della saga in lingua vernacolare. Il romanzo contiene però già
una descrizione precisa degli eventi storici che hanno caratterizzato il turbolento periodo di guerre intestine da cui prendono le
mosse le complicate vicende dei numerosissimi personaggi di cui
l’opera è popolata.
In linea generale, l’intera produzione di Bakin annovera svariati esempi di reimpiego consapevole delle fonti della classicità
cinese e giapponese come materiale storico di base per sviluppare una storia con caratteristiche di originalità, meccanismo proprio della narrativa storica.
4
Per una comprensione dell’ottica di lettura proposta, ci sembra opportuno
enfatizzare gli elementi di sostanziale continuità tra la narrativa premoderna e
moderna riscontrabili sino agli anni Ottanta dell’Ottocento. Cfr. Orsi, (1979,
pp. 421-424) e Kornicki (1981, pp. 461-482).
7HRULDHSUDVVLGHOURPDQ]RVWRULFRJLDSSRQHVH
393
La prima importante cesura con la concezione di epopea storica propugnata da Bakin stesso è rappresentata proprio dalle
innovazioni teoriche sul romanzo storico, e sul romanzo più in
JHQHUDOHHVSUHVVHDSLULSUHVHGD7VXERXFKL6Kǀ\ǀSULPRLPportante saggista dell’età moderna cui si attribuisce il merito di
aver introdotto le teorie sul romanzo nate in seno alla cultura
europea e continentale. Una sua prima dissertazione che tocca
anche il sottogenere storico è il lungo saggio 6KǀVHWVX VKLQ]XL
(L’essenza del romanzo, 1885-1886):5 pur mantenendosi in una
certa misura nel solco della tradizione precedente, l’autore getta
qui solide basi per un UHYLYDO della letteratura storica intesa come
genere nuovo, alimentando un dibattito sul ruolo del romanzo
VWRULFRHVXOOHPRGDOLWjGLFRPSRVL]LRQHGHOORVWHVVR6Kǀ\ǀKD
dedicato al romanzo storico anche alcuni brevi scritti che toccano
il tema della storia nell’ambito del teatro e delle rappresentazioni
SLWWRULFKH 2UVL,QDJDNLHWDO., 1977, pp. 373-382).
6KǀVHWVXVKLQ]XL è un lavoro abbastanza articolato, diviso
in due parti, ciascuna delle quali consta di più sottosezioni cui
l’autore assegna dei titoletti. A dispetto della modalità di prima
presentazione al pubblico, ossia la pubblicazione a puntate su
ULYLVWDLOVDJJLROHWWRLQWHJUDOPHQWHSUHVHQWDXQDYLVLRQHVXI¿cientemente coerente della materia. In esso si dibatte anche sul
romanzo storico, inteso, secondo la teoria ingenua, come un tipo
di componimento misto di storia e invenzione, orientato prevaOHQWHPHQWHDOSDVVDWRO¶DXWRUHVLSUHPXUHUjFRPXQTXHGLQRWDUH
come grandi romanzi quali il *HQMLPRQRJDWDUL, originariamente
concepito come un affresco della vita di corte di un’epoca precedente di circa un secolo rispetto a quella in cui è vissuta l’autrice,
GDWDODORURTXDOLWjOHWWHUDULDHOD¿QH]]DGHOODFDUDWWHUL]]D]LRQHGL
SHUVRQDJJL¿WWL]LGLYHQJDQRHVVLVWHVVLFRQLOSDVVDUHGHOWHPSR
romanzi VWRULFL, in grado di far rivivere i fasti di società ormai
scomparse. Importante discrimine è pertanto non necessariamente la storicità dei personaggi quanto piuttosto la loro credibilità
rispetto al contesto sociale.
5
Ora in Inagaki HWDO. (1977, pp. 3-157).
394
LUCA MILASI
Nel secondo paragrafo della prima sezione del lavoro, intitolato 6KǀVHWVXQRKHQVHQ (L’evoluzione del romanzo) (Inagaki HW
DO., 1977, p. 21), l’autore amplia quanto più possibile la prospettiva, collegando l’idea della narrativa ai racconti orali di episodi
percepiti come realmente accaduti nelle comunità protostoriche,
HSHUTXHVWRGLYHQXWLOHJJHQGDVHFRQGR6Kǀ\ǀTXHVWRqLOPRtivo per cui tante cronache cinesi e giapponesi, oggi da noi de¿QLWHSVHXGRVWRULHVLDSURQRFRQLUDFFRQWLGHOO¶HSRFDGHJOLGqL
che originano le varie mitologie. Anticamente, conclude l’autore
(Inagaki HWDO., 1977, pp. 21-23), non c’era distinzione tra questi fatti e altri di carattere più verosimile. Di contro il romanzo,
derivazione del “racconto del fantastico e meraviglioso” (NLLWDQ)
scaturito dal patrimonio ancestrale dell’inconscio collettivo, coVWLWXLVFHXQUDFFRQWRGL¿Q]LRQH WVXNXULNDVDNXPRQRJDWDUL) in
cui l’uomo dispiega la sua innata propensione alla fantasia. Nelle
successive evoluzioni il romanzo, che nella sua variante ottocentesca (URPDQFH) recupera le atmosfere del fantastico proprie della
mitologia, assume modalità differenti dal racconto popolarmente
considerato vero DSULRUL, dovendo assolvere al criterio della veURVLPLJOLDQ]D/¶DXWRUHVYLOXSSDXOWHULRUPHQWHTXHVWDULÀHVVLRQH
nel paragrafo quarto, 6KǀVHWVXQRVKXUXL (Tipologie di romanzo)
(Inagaki HWDO., 1977, pp. 54-58) in cui è menzionato come uno
GHLVLVWHPLGLFODVVL¿FD]LRQHSLGLIIXVLSURSULRTXHOORLQEDVH
a cui la narrativa può ricadere nelle due sottocategorie di jidai
VKǀVHWVX (romanzo storico)6 e VHZDVKǀVHWVX (romanzo sociale).7
6
È necessario notare come nell’economia di questo primo scritto critico
GL6Kǀ\ǀFKHDSSOLFDDOWHUPLQHjidai il IXULJDQD“KLVXWRULNDUX[KLVWRULFDO@´
(Inagaki HWDO., 1977, p. 56) non sembri sussistere a livello di terminologia quella distinzione tra romanzo storico (UHNLVKLVKǀVHWVX) e romanzo d’epoca (jidai
VKǀVHWVX) che caratterizzerà quest’ultimo come variante più popolare, meno raf¿QDWDHULJRURVDQHOO¶XVRGHOPDWHULDOHVWRULFRJLjQHOO¶RSHUDGL<DPDGD%LP\ǀ
(1868-1910), che più o meno in contemporanea all’uscita di 6KǀVHWVXVKLQ]XL
muoveva i primi passi come scrittore di opere originali.
Al lemma giapponese VHZD l’autore accosta, mediante due distinti IXULJDQD, il sinonimo ima (odierno) e il NDWDNDQD per l’inglese VRFLDO. Cfr. Inagaki
HWDO. (1977, p. 56).
7
7HRULDHSUDVVLGHOURPDQ]RVWRULFRJLDSSRQHVH
395
Questa sezione è famosa anche perché vi è una prima discussione sul cosiddetto romanzo “didattico”, che l’autore svilupperà
ulteriormente nel corso del lavoro in una critica aperta della proGX]LRQHGL%DNLQ/DSULPDULÀHVVLRQHVXOURPDQ]RVWRULFRGL
6Kǀ\ǀVLDYYDOHLQROWUHGLDPSLHFLWD]LRQLGDOODOHWWHUDWXUDLQLQglese, prima su tutte dello scozzese Sir Walter Scott (1771-1832),
più volte menzionato. Essa è conchiusa nelle ultime battute della
prima sezione del saggio, dove a corollario della dissertazione
JHQHUDOH6Kǀ\ǀGDXQODWRULEDGLVFHLOYDORUHGHOURPDQ]RFRPH
HVSUHVVLRQHDUWLVWLFDDXWRQRPDVFHYUDTXLQGLDQFKHGD¿QDOLWj
didattiche e di altro genere, dall’altro elenca una serie di “apporti
positivi” (hieki) (Inagaki HWDO., 1977, pp. 58-76) che derivano
al lettore dalla frequentazione di questo genere letterario, di cui
quello maggiormente di interesse in questa sede è la capacità atWULEXLWDDOODQDUUDWLYDGL³LPSOHPHQWDUHOHVWRULHXI¿FLDOL´ VHLVKL
QRKRLWRQDUXNRWR) (Inagaki HWDO., 1977, pp. 69-70):
Che cosa intendo con “implementare”? Che il romanzo fornisce
XQFRPSOHPHQWRDOOHRPLVVLRQLGHOODVWRULDXI¿FLDOHFUHDQGRXQ
¿QHULWUDWWRGLTXHLFRVWXPLHXVDQ]HORFDOLSHFXOLDULFKHQRQ
KDQQRWURYDWRSRVWRVXI¿FLHQWHWUDOHULJKHGLTXHVW¶XOWLPDLQ
altre parole si tratta di una sorta di storia popolare (Inj]RNXVKL)
vivida, come una scena testimoniata direttamente, o un dipinto.
4XHVWRqXQEHQH¿FLRDSSRUWDWRHVFOXVLYDPHQWHGDOJHQHUHGHO
romanzo storico (“romanzo del passato”, NDNRVKǀVHWVX): nelle
altre tipologie di romanzo, detto vantaggio non è riscontrabile.
(SXUWXWWDYLDDQFKHFLzFKHGH¿QLDPRURPDQ]RGHOODFRQWHPporaneità (VHZDVKǀVHWVX), se osservato dalla prospettiva delle
generazioni successive, diviene inevitabilmente anch’esso un
romanzo del passato: è indiscusso che esso pure giunga a possedere questo vantaggio. Ad esempio, la 6WRULDGL*HQML creata
da Murasaki Shikibu rientrerebbe essenzialmente nella categoria del romanzo contemporaneo, e purtuttavia gli uomini della
generazione successive hanno potuto, attraverso quest’ultimo,
apprendere usanze e costumi del tempo che fu, rintracciandone
in molti casi l’origine. Pertanto il romanziere, il cui interesse
precipuo è pure scandagliare il sentimento umano, deve mantenere un occhio ai costumi sociali. È d’uopo dunque abbandonare
396
LUCA MILASI
ormai la descrizione di fantasticherie improbabili, che non hanno adeguato radicamento nel contesto dei tempi!
/HWHRULHVXOURPDQ]RVWRULFRGL6Kǀ\ǀQRQLQFRQWUDQRVXELWR
l’attenzione della critica e del pubblico ma iniziano a circolare tra
gli scrittori, incoraggiando futuri sviluppi del genere. Per quanto
riguarda la prassi narrativa, modalità assimilabili al modello di
QDUUDWLYDVWRULFDFRPPHQWDWRGD6Kǀ\ǀVRQRJLjSUHVHQWLTXDVL
in contemporanea con l’uscita in volume del suo primo saggio
critico, avvenuta nel 1887.
Tra i primi moderni a proporne la sua personale visione è
<DPDGD%LP\ǀ (VSRQHQWHDVVLHPHD2]DNL.ǀ\ǀ
(1868-1903), il cui interesse per il passato così come espresso
GDOOHIRQWLOHWWHUDULHHUDSXUHPDUFDWRGHOJUXSSR.HQ¶\njVKD8
l’autore è oggi considerato un minore, noto prevalentemente per
il suo sperimentalismo linguistico e la sua strenua difesa della
lingua moderna come stile letterario d’elezione. La narrativa stoULFDGL%LP\ǀFRQWDGLYHUVLHVHPSODULGDOO¶HVRUGLRGHOUDFFRQWR
0XVDVKLQR (La piana di Musashi),9XQRGHLODYRULFRQÀXLWLQHOOD
più nota raccolta 1DWVXNRGDFKL (Radura in estate, 1888), contenente anche .RFKǀ (Farfalla, 1889), sino all’opera che chiude
prematuramente la carriera dell’autore, la lunga ¿FWLRQ storica, marcatamente romanzata, intitolata 6KLJDLVKLGHQ7DLUDQR
.L\RPRUL 6WRULDXI¿FLRVDGL7DLUDQR.L\RPRUL 3URSULR
in relazione all’epiteto VKLJDLVKLGHQ, coniato a corollario del suo
XOWLPRURPDQ]RVX7DLUDQR.L\RPRUL%LP\ǀHVSRQHODVXDWHRria sul valore del romanzo storico:
&LzFKHVFULYRqSLXWWRVWRLOURYHVFLRGHOODVWRULDXI¿FLDOHTXHO
¿ORFKHFRQGRWWRGDXQDJRPDOFHUWRFRQO¶LQWHQWRGLFXFLUHDVsieme il diritto e rovescio della storia stessa, nel suo andirivieni
8
“Associazione degli amici del calamaio”, primo raggruppamento letterario dell’epoca, gravitante attorno alla rivista *DUDNXWD EXQNR.
Pubblicato in tre parti come supplemento allo <RPLXULVKLQEXQ tra il novembre e il dicembre del 1887. Cfr. Fukuda (1971, p. 399).
9
7HRULDHSUDVVLGHOURPDQ]RVWRULFRJLDSSRQHVH
397
su e giù penetra occasionalmente nella storia propriamente detta.
Quest’ultima è una verità (MLMLWVX) che, per quanto fattivamente
romanzata, si presenta solennemente rivestita di un carattere di
VHPSUHPDJJLRUHXI¿FLDOLWjPDQPDQRFKHVLULVDOHLQGLHWURQHO
WHPSRGDL7RNXJDZDDOO¶HSRFDGHJOL6WDWLFRPEDWWHQWLSRLDQFRUDDOSHULRGR1DQERNXFKǀVLQRDOOHJXHUUH*HPSHLHSSXUHHVVD
possiede un rovescio denudato da ogni abito formale – in altre
parole, la verità nei suoi panni quotidiani. Ad esempio, com’era
la vita di tutti i giorni, l’architettura, l’assetto delle stanze, come
si comportavano i grandi, medi e piccoli commercianti con i loro
FRPPHUFLFRPHYHQLYDQRDPPLQLVWUDWHOHFDVHSDGURQDOLVH
avendo ordinato un’armatura nuova al mastro armaiolo, non si
ULXVFLYDDVSDUWLUVLXQERWWLQRDGHJXDWRLQFRQWUDQGRGLI¿FROWj
nel ripagare il debito. Queste, e molte altre verità che saranno
LQJUDQSDUWHVIXJJLWHDOODWUDPDXI¿FLDOHTXHVWHYHULWjLQDELWL
ordinari che da centinaia di anni, per quanto è concesso al tempo
presente, sono mostrate soltanto, come una sorta di stravaganza,
QHOOHUDSSUHVHQWD]LRQLSLWWRULFKH>@ )XNXGDSS
404).
Con queste asserzioni, espresse nello stile eclettico che lo caUDWWHUL]]D%LP\ǀPRVWUDGLDYHUVRVWDQ]LDOPHQWHIDWWRSURSULDD
OLYHOORIRUPDOHODWHRULDVXOURPDQ]RVWRULFRHVSRVWDGD6Kǀ\ǀ
sul piano contenutistico, tuttavia, egli sembra nel complesso
piuttosto ancorato a una concezione ancora marcatamente ¿FWLRQDO della narrativa storica: occasionali concessioni a un gusto
per il JRUHe per scene di un erotismo soffuso, da sempre consone alle inclinazioni del pubblico, erano state già ampiamente
GLVPHVVHGD6Kǀ\ǀGHFLVRDGDYYHUVDUHODUDSSUHVHQWD]LRQHGHOOD
licenziosità in letteratura. Le posizioni molto critiche dimostrate
GD6Kǀ\ǀULVSHWWRDOODVHWHGLVXFFHVVRFRPPHUFLDOHGHJOLXOWLPL
prosatori di QLQMǀERQ7RNXJDZDORDYHYDQRSRVWRLQWHOOHWWXDOPHQWHVXXQSLDQRVXSHULRUHULVSHWWRD%LP\ǀ
7XWWDYLDQHOSDQRUDPDFRQWHPSRUDQHRO¶RSHUDGL%LP\ǀq
sicuramente una pagina molto innovativa nello stile. I primi lavori soprattutto sottolineano la rilevanza della questione linguistica,
tipica del romanzo storico giapponese, ma non solo: in un perio-
398
LUCA MILASI
do in cui il delicato processo di rinnovamento della lingua scritta,
sostenuto dal movimento JHQEXQLWFKL, muoveva ancora i primi
passi, soltanto un altro romanzo, nelle prime pagine redatto in
uno stile vicino a quello classico, aveva poi adottato largamente
il linguaggio moderno: si tratta di Ukigumo 1XYROHÀXWWXDQWL
1887-1889), primo esempio ispirato al modello narrativo d’inWURVSH]LRQHSVLFRORJLFDSURSXJQDWRGD6Kǀ\ǀ'DWDODQRYLWjFKH
nel panorama letterario del tempo poteva rappresentare il ricorso
alla caratterizzazione psicologica dei personaggi e l’attenzione al
loro mondo interiore, il romanzo, dovuto alla mano di Futabatei
Shimei (1864-1909) stava riscontrando, ancorché praticamente
incompiuto, un notevole successo di pubblico. Il primo racconto
VWRULFRGL%LP\ǀFRQWHQGHFRQO¶RSHUDGL6KLPHLLOSULPDWRGL
rappresentare un primo esempio di impiego della moderna lingua
OHWWHUDULDPRGHOODWDVXOGLDOHWWRGL7ǀN\ǀ/¶LQWHQWRGLPRVWUDUH
quanto la lingua moderna fosse capace di dare vita a una prosa
di valore letterario era tra gli obiettivi dichiarati dell’autore di La
SLDQDGL0XVDVKL. In questo caso, per garantire l’aderenza storica, l’autore compie un’eccezione per i dialoghi, a proposito dei
quali in calce al manoscritto commenta:
Poiché questo mio lavoro, 0XVDVKLQR, è un racconto d’epoca
(MLGDLPRQRJDWDUL) non conta altri esempi simili, e tuttavia ho
RSWDWRSHUXQRVWLOHVSHFL¿FRSHUODWUDVSRVL]LRQHGHLGLDORJKLGHL
personaggi. Questo è uno stile che mescola il dialetto dell’era
.HLFKǀ>@DTXHOORGHOSHULRGR$VKLNDJDVSHFXORSHUtanto che si tratti di una ricostruzione grossolana di una lingua
appropriata per l’epoca (Fukuda, 1971, p. 3).
Sia lo stile di Ukigumo sia quello di 0XVDVKLQR avevano coPXQTXHULEDOWDWRLOVXJJHULPHQWRDYDQ]DWRGD6Kǀ\ǀGLLPSLHJDre la lingua classica per i passaggi descrittivi e il parlato moderno
per i dialoghi.
È necessario enfatizzare che in questi primi esempi di narrativa, comparsi in un momento in cui il dibattito sulla nuova
OLQJXDOHWWHUDULDXQL¿FDWDHUDDQFRUDLQSLHQRIHUYRUHOD³VWRUL-
7HRULDHSUDVVLGHOURPDQ]RVWRULFRJLDSSRQHVH
399
cità” della materia non è da intendersi solo come storicità degli
avvenimenti, bensì anche come ricorso a modalità stilistiche e
linguistiche tipiche della produzione precedente. In questo panorama, anche un racconto con un radicamento nel contesto contemporaneo come Somechigae (Colori distinti),10GL0RULƿJDL
(1862-1922) può rientrare nella sottogenere del racconto d’epoca
per l’impiego di uno stile legato a un tipo di produzione letteraria
che rappresenta, a suo modo, un caposaldo del passato culturale
del paese. Il titolo, che indica una tecnica di colorazione degli
\XNDWD estivi in cui tre o più colori sono impiegati senza sovrapSRVL]LRQLHVHPSOL¿FDODSDUDERODGHOODSURWDJRQLVWD.DQHNLFKL
YHQWLVHWWHQQHJHLVKDGHOTXDUWLHUHGL<DQDJLEDVKLD7ǀN\ǀFKH
WHQWDLQYDQRGLFRPELQDUHXQFRQQXELRFRQ6HLMLUǀ¿JOLRFDGHWto di noti commercianti di stoffe per kimono. Pur consapevole
della sua relazione con la più giovane Kohana, Kanekichi arriva
con una scusa e con la complicità del fratello maggiore di lui, ad
DWWLUDUHO¶XRPRLQXQDVWDQ]DGRYHVLVWHQGRQRYLFLQR6HLMLUǀ
spossato dall’afa del quinto mese, le chiede di procurargli una
bibita, creando un momento di interruzione dell’intimità che determina nella donna un ripensamento. Le altre geisha hanno però
visto Kanekichi scendere al bar in abiti discinti per procurarsi la
gassosa e la cosa giunge ben presto all’orecchio di Kohana, costringendo la donna più anziana a chiarire la situazione con un’amara confessione in forma di lettera indirizzata all’amica, pagina
che chiude la narrazione con una nota di desolata rassegnazione.
Il racconto, non particolarmente amato dall’autore stesso, è
un XQLFXP nella sua produzione, una sorta di esperimento che si
pone come raccordo tra i primi racconti originali e il lungo iato
creativo degli anni tra il 1894 e il 1909, terminato con la pubblicazione di alcuni lavori di ambientazione contemporanea, cui
IDUjVHJXLWROD¿RUHQWHSURGX]LRQHGLQDUUDWLYDVWRULFD,VSLUDWR
forse, a dispetto dell’inconsistenza della sua protagonista, ai roPDQ]LGL+LJXFKL,FKL\ǀ OHFXLHURLQHVRQRFDODWHLQ
10
Originariamente comparso sul numero del 5 agosto 1897 della rivista
6KLQVKǀVHWVX. Cfr. Kinoshita (1971, pp. 35-43).
400
LUCA MILASI
ruoli ben più determinanti, il racconto dispiega, nella sua velata
critica sociale, una ricostruzione ancora tanto vicina sia cronologicamente sia come consuetudine di lettura al suo autore da
meritare l’inclusione in una “narrativa storica della contemporaneità”. A livello contenutistico, l’innovazione è rappresentata
dal sottile meccanismo interiore che spinge una donna promiscua
FRPH.DQHNLFKLDUL¿XWDUHXQDOLDLVRQ apparentemente identica
alle precedenti, avendo intuito in qualche modo il valore dell’eVFOXVLYLWjGHOUDSSRUWRWUD6HLMLUǀH.RKDQDVLPEROHJJLDWRGDOOH
“tinte distinte” nel kimono del titolo (Yoshida, 1971, p. 368).
Particolarmente accurata è la ricostruzione degli ambienti,
arredi, suppellettili, e lo stile ricalcato sulla prosa degli ultimi
QLQMǀERQ, con elementi di dialetto locale nei dialoghi. In questo
racconto, la proposta, da parte di uno dei maggiori prosatori in
OLQJXDPRGHUQDGLXQRVWLOHRUPDLDQDFURQLVWLFRULÀHWWHXQDSHculiarità del romanzo storico giapponese: anche dopo l’ingresso
nel Novecento, in questa tipologia narrativa è riscontrabile un
occasionale ricorso a stili sperimentali o addirittura classicheggianti, percepiti ormai dal pubblico come un anacronismo per
il lessico inusuale e le locuzioni arcaiche e desuete mutuate dai
documenti precedenti. Ciò è maggiormente evidente nell’opera
GLDOFXQLFRQWHPSRUDQHLGLƿJDLFRPH2]DNL.ǀ\ǀ
H.ǀGD5RKDQ VFULWWRUHLQELOLFRWUDJOLDPELHQWL
dei classicisti alla “vecchia maniera” e gli intellettuali più progressisti.
3URSULRD0RULƿJDLODQDUUDWLYDVWRULFD0HLMLGHYHLQROWUH
un’ultima sintesi teorica, apparentemente aneddotica, rappresentata dal breve saggio 5HNLVKLVRQRPDPDWRUHNLVKLEDQDUH(La storia così com’è e l’allontanamento dalla storia, 1915)
(Mastrangelo, 1988). Lo scrittore è infatti nel complesso la personalità che maggiormente ha contribuito a dare un carattere distinto e peculiare al romanzo storico del tempo, soprattutto nella
sua produzione matura, già ampiamente presentata (Mastrangelo,
1990 e 1994). La sua narrativa storica è anticipata da due esperimenti che l’autore stesso giudica non soddisfacenti, il succitato
Somechigae, e soprattutto il dramma parzialmente ispirato agli
7HRULDHSUDVVLGHOURPDQ]RVWRULFRJLDSSRQHVH
401
DXWRJUD¿GHOPRQDFREXGGKLVWD1LFKLUHQ LQWLWRlato 1LFKLUHQ6KǀQLQW]XML]HSSǀ(La predicazione del maestro
1LFKLUHQ 11 dopo una cesura di alcuni anni tra Otto e Novecento,
O¶DXWRUHULSUHQGHLO¿ORQHVWRULFRQHJOLXOWLPLDQQLGHOODVXDDWWLvità letteraria, abbandonando la narrativa di ambientazione contemporanea. 5HNLVKLVRQRPDPDWRUHNLVKLEDQDUH, nato come
sintesi generale della produzione storica matura, è una sapiente
ULÀHVVLRQHLQFXLFRQXQRVWLOHOLHYHHDWUDWWLLURQLFRYROWRDVWHPperare il pesante clima di dibattito degli anni precedenti, l’autore
YHLFRODLPSRUWDQWLULÀHVVLRQLVXOUXRORHVXOYDORUHGHOORVFULYHUH
un “romanzo storico”. Se agli albori della rinnovamento della
letteratura giapponese il romanzo storico aveva sofferto di un
HFFHVVLYRVSHULPHQWDOLVPRFKHQHDYHYDVWHPSHUDWROH¿QDOLWj
HFRQIXVROHPRGDOLWjHVSUHVVLYHO¶DSSURFFLRGLƿJDLQHJOLDQQL
della maturità artistica lo rende in grado di rifondare il genere su
basi nuove, condensandone una magistrale versione.
L’autore offre anche un’ultima retrospettiva sulla narrativa
storica di Bakin che aveva conosciuto un revival d’interesse nel
primo Novecento. Particolarmente interessanti in quest’ottica
sono la sua breve ,QWURGX]LRQHD +DNNHQGHQ del 1911 (Kinoshita,
1971, p. 241), nonché un breve saggio a commento della pubbliFD]LRQHSRVWXPDGHLGLDULGL%DNLQFKHVLDSUHFRQTXHVWHULÀHVsioni:
ÊDFFDGXWRQHOGLFHPEUHGHOTXDUDQWDWUHHVLPRDQQR0HLML>@
che, a distanza di una sola settimana, io abbia ricevuto ben due
ULFKLHVWHGLVFULYHUHTXDOFRVDDSURSRVLWRGL7DNL]DZD%DNLQOD
prima era una commissione di una prefazione al suo +DNNHQGHQ,
la seconda, una richiesta di fornire un giudizio complessivo sulla
pubblicazione di questi suoi diari.
-LGDLPRQRd’avanguardia pubblicato, con una certa risonanza di pubblico e critiche variabili, sul numero del 31 marzo 1904 della rivista .DEXNL,
e rappresentato l’anno successivo. Ora riprodotto in Kinoshita (1971, pp. 269278). In 5HNLVKLVRQRPDPDWRUHNLVKLEDQDUHƿJDLVWHVVRSDUDJRQDQGRORDOOD
sua narrativa storica matura, ne aveva criticato gli assunti per l’impiego di fonti
posteriori alla predicazione di Kamakura. Cfr. Mastrangelo (1988, p. 131).
11
402
LUCA MILASI
Sono passati ormai vent’anni da quando ho iniziato a occuparmi
GLEHOOHOHWWHUHHSSXUH¿QRDTXHVWRPRPHQWRQRQPLHUDPDL
capitato di ricevere alcuna richiesta riguardante Bakin stesso.
Tuttavia ciò non è avvenuto per caso.
Dopo la morte, Bakin è stato metaforicamente inumato una seconda volta trent’anni fa, ed ultimamente è stato resuscitato. La
mia stessa vita letteraria passata si è dipanata nell’interstizio lasciato da questa sua momentanea inumazione. Tsubouchi-kun mi
ha rivelato la vergogna che ora prova nell’aver scritto 6KǀVHWVX
VKLQ]XL, l’opera responsabile del seppellimento intellettuale di
%DNLQ,RSHUzSHQVRFKH6Kǀ\ǀQRQDEELDGLFKHYHUJRJQDUVHQH
si tratta di un libro che in quegli anni doveva necessariamente
venire alla luce.
I romanzi di Bakin hanno avuto questo strano destino di dover
subire una inumazione. Quello stile, ampio e grossolano, doveva essere necessariamente mitigato almeno una volta: nessuna
nascita di uno stile nuovo, sottile e profondo, sarebbe mai stata
DOWULPHQWLSRVVLELOH3HUWDQWRVH6Kǀ\ǀQRQDYHVVHVHSSHOOLWR
Bakin, il compito sarebbe probabilmente toccato a qualcun altro.
E tuttavia quello di Bakin non è un tipo di romanzo che, pur se
seppellito, possa giacere dimenticato per sempre. I suoi romanzi
continueranno ad essere letti sempre, tanto quanto in Europa lo
sono quelli di autori come Scott.
Credo fermamente che i romanzi di Bakin posseggano inerentemente una natura imperitura (Kinoshita, 1971, p. 241).
Lo scritto prosegue, con uno stile a metà tra il serio e il faceto, lamentando la moda passeggera che fa tornare in auge solo
momentaneamente grandi classici come gli scritti confuciani e
O¶RSHUDGHLSURVDWRULSUHPRGHUQLHFRQXQDLODUHEDWWXWD¿QDOH
in cui l’autore si rivolge direttamente a Bakin, confermandogli,
a dispetto delle abiezioni della modernità, duratura fama presso
i posteri.
Riassumendo, il romanzo storico in Giappone tra Otto e
Novecento raccoglie tutte le suggestioni scaturite dal vivo dibattito di rinnovamento letterario intercorso a partire dagli anni
Ottanta dell’Ottocento. La presentazione in Giappone delle teoULHGHOURPDQ]RHXURSHRHGHOO¶RSHUDGL¿JXUHTXDOL:DOWHU6FRWW
7HRULDHSUDVVLGHOURPDQ]RVWRULFRJLDSSRQHVH
403
la fondazione di una moderna lingua scritta nazionale e la riscoperta di autori come Bakin sono tutti elementi che contribuiscono
DGH¿QLUHOHGLUHWWLYHGLTXHVWRSURFHVVR,QXQSULPRPRPHQWRLO
romanzo storico è un calco di vecchi modelli, incentrato, secondo
XQDWHRULDJLjHQXQFLDWDGD6Kǀ\ǀVXOODSXQWXDOHULFRVWUX]LRQHGL
storia sociale, che però fa da sfondo alle vicende di personaggi
SUHYDOHQWHPHQWH¿WWL]L. La narrativa storica giapponese però assume con l’ingresso in pieno Novecento, e nell’opera di contemSRUDQHLFRPH.ǀGD5RKDQH0RULƿJDLODGRSSLDOH]LRQHGHOOD
costruzione di una trama realistica tipica del romanzo europeo
e dell’impiego rigoroso delle fonti storiche cinesi e giapponesi
nonché, almeno parzialmente, dei registri linguistici appartenenti
ai diversi generi che nei secoli avevano costituito del romanzo
storico stesso una sorta di precursore.
0RULƿJDLqIRUVHLOSULPRVFULWWRUHJLDSSRQHVHPRGHUQRD
offrire, nel suo alternare il ricorso alla storia con l’allontanamenWRGDOODVWHVVDXQDSRHWLFDQHWWDHGH¿QLWDLPSLDQWDWDVSHVVRVX
un uso rigoroso del materiale storico, la sua versione del genere
si mantiene asciutta, senza alcuna concessione a facili psicoloJLVPLFKHODVXSSRVWDIHGHOWjGHOODYLFHQGDDXQRVSHFL¿FRFRQtesto storico-sociale potrebbe rimarcare come un fuori contesto.
Gli ultimissimi anni sono dedicati a un genere ancora diverso,
quello dello VKLGHQRVVLDELRJUD¿DVWRULFDGRYHƿJDLVFRQ¿QD
nel campo della saggistica pura, con contenuti che conferiscono alla vicenda un taglio decisamente documentaristico. Lo stile
GHOOHELRJUD¿HVWRULFKHHPLQHQWHPHQWHPRGHUQRQHOODVLQWDVVL
fa comunque uso di molte espressioni tradotte letteralmente dal
FLQHVHGHOODSURVDVWRULFDH¿ORVR¿FD )XMLNDZD DWHVWLmonianza dell’ammirazione implicitamente espressa dall’autore
per la tradizione dell’Asia Orientale che aveva storicamente dedicato maggiore spazio alla raccolta e conservazione della memoria storica. I tre corposi VKLGHQ che chiudono la produzione di
ƿJDLFRQVHJQDQGRDOODSRVWHULWjODSXQWXDOHULFRVWUX]LRQHGHOOH
vicende di vita di personaggi sino ad allora semisconosciuti e
altrimenti destinati all’oblio, portano agli estremi la teoria della
ricostruzione di storiche personalità e del romanzo non ritiene
404
LUCA MILASI
che il dialogo, implicito, con il pubblico dei fruitori (Marcus,
:DWDQDEH
In conclusione, il romanzo storico del Giappone a cavallo
tra Otto e Novecento può essere considerato un genere letterario “contenitore”, una sintesi operata a partire da più ambiti, che
vanta precursori illustri in varie tipologie letterarie tradizionali.
Inoltre la narrativa storica giapponese sembra condividere con
la sua controparte europea, al di là dei tenui collegamenti diretti,
alcuni impliciti orientamenti teorici: il ricorso a una revisione
della storia per mezzo della letteratura, e per estensione del concetto di letteratura stessa, chiarisce bene come quest’ultima sia
costantemente attraversata da interrogativi universali e propri di
ogni tempo.
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3UR¿OLGHJOLDXWRUL
GIORGIO AMITRANO
Insegna lingua e letteratura giapponese presso l’Università degli Studi di Napoli “L’Orientale”. Fra le sue pubblicazioni una
PRQRJUD¿DVX.DZDEDWD<DVXQDUL<DPDQRRWRNRZDUH\XNX
ND]RNX 0LVX]X VKREǀ 'L .DZDEDWD KD DQFKH FXUDWR
un Meridiano contenente un’ampia scelta dell’opera narrativa:
5RPDQ]LHUDFFRQWL (Mondadori, 2003). Ha tradotto in italiano
QXPHURVLVFULWWRULJLDSSRQHVLROWUHD.DZDEDWD,QRXH<DVXVKL
0XUDNDPL+DUXNL1DNDMLPD$WVXVKL0L\D]DZD.HQML.DMLL
0RWRMLUǀ<RVKLPRWR%DQDQD)UDLSULQFLSDOLULFRQRVFLPHQWLRWWHQXWLLOWK1RPD$ZDUG SHUODWUDGX]LRQHGL0L\D]DZD
Kenji, 8QDQRWWHVXOWUHQRGHOOD9LD/DWWHD, Marsilio, 1994) e il
Premio Grinzane-Cavour 2008 per l’insieme della sua opera di
traduzione dal giapponese.
CRISTINA BANELLA
Ha insegnato lingua italiana alla Tokyo University of Foreign
Studies dal 2007 al 2011. Ha preso il titolo di dottore di ricerca alla ‘Sapienza’ Università di Roma con una tesi dal titolo
+DLMLQ%XVRQO¶LQWHUSUHWD]LRQHGL%XVRQH%DVKǀQHOODFULWLFD
GL0DVDRND6KLNL. Si occupa di haiku e WDQNDsui quali ha pubblicato diversi articoli per le riviste $VLD2ULHQWDOH, ,O*LDSSRQH,
5LYLVWDGHJOL6WXGL2ULHQWDOL e $UHDDQG&XOWXUH6WXGLHV (Tokyo
University of Foreign Studies).
LUISA BIENATI
Insegna letteratura giapponese all’Università Ca’ Foscari di
Venezia. Si occupa in particolare del Novecento e ha tradotto testi di vari autori: tra questi Ibuse Masuji, /DSLRJJLDQHUD
0DUVLOLR 7DQL]DNL-XQ¶LFKLUǀ/DPRUWHG¶RUR (Marsilio,
645
646
I DIECI COLORI DELL’ELEGANZA
1DJDL.DInj$OJLDUGLQRGHOOHSHRQLH (Marsilio, 1999),
6WRULHGL<RNRKDPD7UHUDFFRQWL (Cafoscarina, 2011). Ha inoltre
curato i volumi:/HWWHUDWXUDJLDSSRQHVH'DOOD¿QHGHOO¶2WWRFHQWRDOO¶LQL]LRGHOWHU]RPLOOHQQLR (Einaudi, 2005), 7KH*UDQG2OG
0DQDQGWKH*UHDW7UDGLWLRQ(VVD\VRQ7DQL]DNL-XQ¶LFKLURLQ
+RQRURI$GULDQD%RVFDUR (con B. Ruperti, The University of
Michigan, 2009), /DQDUUDWLYDJLDSSRQHVHPRGHUQDHFRQWHPSRUDQHD (con P. Scrolavezza, Marsilio, 2009), /DQDUUDWLYDJLDSSRQHVHFODVVLFD (con A. Boscaro, Marsilio, 2010).
GIOVANNI BORRIELLO
Ha preso il titolo di dottore di ricerca alla ‘Sapienza’ Università
di Roma. È docente di storia dell’Asia Orientale all’Università
degli Studi di Firenze e di Storia e Istituzioni dell’Asia presso
l’Università degli Studi di Roma Tre.
ADRIANA BOSCARO
Già ordinario di letteratura giapponese all’Università Ca’ Foscari di Venezia, ha al suo attivo numerose pubblicazioni e traduzioni di autori moderni e contemporanei, in particolare Tanizaki
-XQ¶LFKLUǀ6LLQWHUHVVDLQROWUHGHOODVWRULDFXOWXUDOHGHO*LDSSRQH
dei secoli XVI-XIX. Dirige “Mille gru”, collana di letteratura giapponese di Marsilio Editori (Venezia, 33 voll.).
CLAUDIO CANIGLIA
È visiting scholar al Centre for the Study of Japanese Religions
della School of Oriental and African Studies di Londra. Ha preso
il titolo di dottore di ricerca alla ‘Sapienza’ Università di Roma
nel 2008 con una tesi sulla storia della dottrina e dei rituali delOR 6KXJHQGǀ 0HPEUR GHOO¶$VVRFLD]LRQH *LDSSRQHVH SHU OR
Studio della Religione delle Montagne (Sangaku shugen gakkai)
e dell’Aistugia (Associazione Italiana Studi Giapponesi), si occupa del culto della montagna in Giappone con una particolare attenzione alla storia dei rituali e della loro trasformazione.
$I¿DQFDDOORVWXGLRVXOOHIRQWLGRFXPHQWDULHLOODYRURGLULFHUFD
sul campo.
3UR¿OLGHJOLDXWRUL
647
ROSA CAROLI
Insegna storia del Giappone all’Università Ca’ Foscari di
Venezia. Tra i suoi ambiti di ricerca, le politiche identitarie del
moderno stato nazionale, con particolare riferimento al rapporto tra centro e periferie, e la storia moderna e contemporanea
GL 2NLQDZD Ê YLVLWLQJ UHVHDUFKHU SUHVVR il Waseda Daigaku
5\njN\nj2NLQDZD.HQN\njVKR 7KH,QVWLWXWHIRU5\XN\XDQDQG
2NLQDZDQ6WXGLHVLQ:DVHGD8QLYHUVLW\ LO.RNXVDL1LKRQJDNX
.HQN\njVKR ,QVWLWXWH RI WKH ,QWHUQDWLRQDO -DSDQ6WXGLHV H
O¶2NLQDZD%XQND.HQN\njVKR ,QVWLWXWHRI2NLQDZDQ6WXGLHV
GHOO¶8QLYHUVLWj+ǀVHL
GIANLUCA COCI
Insegna lingua e letteratura giapponese presso l’Università di
7RULQR7UDOHVXHSXEEOLFD]LRQLODPRQRJUD¿D$EH.ǀEǀVXWDMLR
WRǀEHLQRMLNNHQHQJHNL 6DLU\njVKD HODFXUDWHODGHLYROXmi 6FULYHUHSHU)XNXVKLPD±UDFFRQWLHVDJJLDVRVWHJQRGHLVRSUDYYLVVXWLGHOWHUUHPRWR (Atmosphere Libri, 2013) e -DSDQ323
SDUROHLPPDJLQLVXRQLGDO*LDSSRQHFRQWHPSRUDQHR (Aracne,
+DWUDGRWWRQXPHURVLDXWRULWUDFXLƿH.HQ]DEXUǀ$EH
.ǀEǀ.LULQR1DWVXR6HWRXFKL+DUXPL7DNDKDVKL*HQ¶LFKLUǀ
)XUXNDZD +LGHR 2JDZD ,WR H 7DJXFKL 5DQG\ H KD YLQWR LO
Premio biennale Guglielmo e Mario Scalise per la Traduzione
letteraria dal giapponese.
GUIDOTTO COLLEONI
Ha insegnato lingua e letteratura giapponese alla ‘Sapienza’
Università di Roma. Si interessa di letteratura giapponese moGHUQD VRSUDWWXWWR$NXWDJDZD5\njQRVXNHH1DWVXPH6ǀVHNL H
di letteratura giapponese in cinese. Principali pubblicazioni: “La
SHUVRQDOLWjPRUDOHHSRHWLFDGL$NXWDJDZD5\njQRVXNHQHLVXRL
ultimi racconti” (,O*LDSSRQH ³,O*LDSSRQHFRPHµVYHQturata nazione’ oppressa da tenebre senza speranza di nuova luce
– La società giapponese come ‘realtà frammentata’: Natsume
6ǀVHNLJXDUGDLOµPRQGRSROYHURVR¶DWWUDYHUVRXQVXRSHUVRQDJgio” ($WWL XXII&RQYHJQR$LVWXJLD ³'DOO¶µDQVLDGHOVLP-
648
I DIECI COLORI DELL’ELEGANZA
posio’ al ‘canto della nuvola bianca’ – Una lettura delle poesie
FLQHVLGHOO¶XOWLPR6ǀVHNL´ $WWLXXIV&RQYHJQR$LVWXJLD, 2000).
SIMONE DALLA CHIESA
Insegna lingua giapponese all’Università degli Studi di Milano.
Si occupa di linguistica giapponese e in particolare di semantica
lessicale e di realizzazione degli argomenti.
SILVANA DE MAIO
Insegna lingua e cultura del Giappone all’Università degli Studi
di Napoli “L’Orientale”. Si occupa di didattica della lingua giapponese ed è Segretario Generale dell’AIDLG (Associazione
Italiana Didattica della Lingua Giapponese). Ha insegnato anche presso l’Istituto Italiano per l’Africa e l’Oriente (IsIAO) di
Roma e presso l’Università degli Studi di Lecce (ora Università
del Salento). È autrice di numerosi saggi sui rapporti tra Europa
e Giappone nel XIX secolo e sull’architettura giapponese contemporanea.
DANIELA DE PALMA
È stata docente a contratto sostitutivo di storia del Giappone
contemporaneo alla ‘Sapienza’ Università di Roma dal 1995 al
2008, anno in cui ha vinto il concorso per ricercatore presso la
stessa Università. Ha pubblicato: 6WRULDGHO*LDSSRQHFRQWHPSRUDQHR %XO]RQL ,OVLVWHPDHGXFDWLYRJLDSSRQHVH $UDFQH ,O*LDSSRQHFRQWHPSRUDQHR
3ROLWLFDHVRFLHWj (Carocci, 2008).
GIANLUCA DI FRATTA
Ha preso il titolo di dottore di ricerca alla ‘Sapienza’ Università
GL5RPDVLRFFXSDGLVWRULDHFXOWXUDGHOIXPHWWRHFLQHPDGL
animazione giapponese su cui ha scritto saggi e articoli in riviste
VFLHQWL¿FKHHLQYROXPLDFFDGHPLFLÊDXWRUHGHLOLEUL,OIXPHWWRLQ*LDSSRQH'DJOLDQQL6HWWDQWDDO (L’Aperia, 2005) e
5RERW)HQRPHQRORJLDGHLJLJDQWLGLIHUURJLDSSRQHVL (L’Aperia,
2007). Nel 2008 ha fondato la rivista 0DQJD$FDGHPLFD5LYLVWD
3UR¿OLGHJOLDXWRUL
649
GLVWXGLVXOIXPHWWRHVXOFLQHPDGLDQLPD]LRQHJLDSSRQHVH (La
Torre) ed è curatore di 7HFD0DQJD, il GDWDEDVH degli studi accademici sul fumetto e sul cinema di animazione giapponese.
MARISA DI RUSSO
Si interessa delle prime relazioni tra l’Italia e il Giappone. Ha insegnato per molti anni alla Tokyo University of Foreign Studies.
DONATELLA FAILLA
È direttore del Museo d’Arte Orientale “Edoardo Chiossone” di
Genova e docente di storia dell’arte dell’Asia Orientale all’Università di Genova. Ha conseguito il Perfezionamento in Studi
Orientali presso la Scuola Orientale della ‘Sapienza’ Università
di Roma (1980). Ha ideato e realizzato oltre venti mostre dedicate all’arte giapponese e cinese in Italia e in Giappone, sia in
WHPDGLDUWL¿JXUDWLYHDSSOLFDWHHGHFRUDWLYHVLDLQWHPDG¶LFRnologia e storia della cultura. È autrice di oltre 170 pubblicazioni in cinque lingue. Presso il Museo Chiossone ha progettato e
realizzato il rinnovo dell’esposizione permanente (1998), degli
impianti espositivi per mostre temporanee (2001) e la ristrutturazione e climatizzazione attiva dei depositi (2003-2005). Ha
SLDQL¿FDWRHGLUHWWRLOUHVWDXURGLROWUHGLSLQWLJLDSSRQHVLHOD
conservazione di circa 685 opere (tessuti, bronzi, lacche, stampe,
HKRQ). È titolare dal 2010 del programma di rilevamento digitale
HFDWDORJUD¿FRVYROWRGDOO¶$UW5HVHDUFK&HQWHU $5& GHOO¶8QLYHUVLWj5LWVXPHLNDQGL.\ǀWRDGRFXPHQWD]LRQHGHOOHFROOH]LRQL
&KLRVVRQH+DULFHYXWRQXPHURVHDI¿OLD]LRQLVFLHQWL¿FKHHGLULcerca, la più recente conferitale da Japan Foundation (12 mesi,
2012-2013). È socia di ASEMUS, EAJS, EAJRS, ENJAC, IAJS.
FRANCESCO FERRAIOLI
È laureato in lingue e letterature straniere presso l’Università degli studi di Napoli “L’Orientale”. Ha svolto ricerche sull’incontro
della yamatologia occidentale con quella giapponese.
650
I DIECI COLORI DELL’ELEGANZA
FRANCESCA FRACCARO
,QVHJQD¿ORORJLDJLDSSRQHVHDOO¶8QLYHUVLWjGL)LUHQ]H6LLQWHUHVsa di letteratura classica, con particolare riferimento alla produzione del periodo Heian. Ha al suo attivo diverse pubblicazioni,
tra cui la traduzione commentata di 5LFRUGLGLXQHUHPR di Kamo
QR&KǀPHL 0DUVLOLR
AILEEN GATTEN
È Adjunct Research Scientist presso il Center for Japanese
Studies, University of Michigan, U.S.A. Ha tradotto i tre volumi di Konishi Jin’ichi, 1LKRQEXQJHLVKL ($+LVWRU\RI-DSDQHVH
/LWHUDWXUH, Princeton University Press, 1984-91) e ha pubblicato molti saggi sulla storia sociale e sulla letteratura del periodo
Heian.
MATILDE MASTRANGELO
Insegna lingua e letteratura giapponese alla ‘Sapienza’ Università
di Roma. Si occupa del teatro di narrazione giapponese, di autori
PRGHUQLFRPH0RULƿJDLHGLGLGDWWLFDGHOODOLQJXD7UDOHSXEblicazioni: *UDPPDWLFDJLDSSRQHVH FRQ12]DZDH06DLWǀ
(Hoepli, 2006), /DFDVDGL.\ǀNR di Mishima Yukio (Mondadori,
0RULƿJDL,OURPDQWLFLVPRHO¶HI¿PHUR (Gobook, 2008),
6DQ¶\njWHL(QFKǀ/DODQWHUQDGHOOHSHRQLH6WRULDGLIDQWDVPL
(Marsilio, 2012)
ANDREA MAURIZI
Insegna lingua e letteratura giapponese all’Università degli
Studi di Milano-Bicocca. Si occupa principalmente di storia
della letteratura dei periodi Nara e Heian. Ha scritto numerosi
saggi e tradotto in italiano diverse opere di letteratura classica e
moderna, tra cui 6WRULDGL2FKLNXER (Marsilio, 1992), 5DFFROWD
LQRQRUHGLDQWLFKLSRHWL (5LYLVWDGHJOL6WXGL2ULHQWDOL, 2002),
&RQIHVVLRQLGLXQDPDVFKHUD e 1HYHGLSULPDYHUD di Mishima
Yukio (Mondadori, 2004 e 2006) e 6RJQRGLXQDQRWWHGLSULPDYHUD6WRULDGHO6HFRQGR&RQVLJOLHUHGL+DPDPDWVX (Gobook,
2008).
3UR¿OLGHJOLDXWRUL
651
MARIA CHIARA MIGLIORE
Insegna lingua e letteratura giapponese all’Università del Salento
HGqULFHUFDWULFHSUHVVRLO7ǀ\ǀNHQN\njMR 8QLYHUVLWj'DLWǀEXQND7ǀN\ǀ 6YROJHDWWLYLWjGLULFHUFDQHOFDPSRGHOODOHWWHUDWXUD
FODVVLFDHGHOOD¿ORORJLDJLDSSRQHVHQRQFKpGHOODSURGX]LRQH
letteraria giapponese in lingua cinese dei periodi antico e classico, in particolare sul processo di adozione e adattamento in
Giappone di elementi della cultura e della letteratura cinese antica e classica. È autrice di numerose pubblicazioni in italiano e
in lingue straniere.
LUCA MILASI
IQVHJQD¿ORORJLDJLDSSRQHVHDOODµ6DSLHQ]D¶8QLYHUVLWjGL5RPD.
Si occupa di letteratura giapponese moderna, in particolare della
QDUUDWLYDVWRULFDHGHJOLLQÀXVVLGHOODOHWWHUDWXUDFLQHVHVXJOLDXWRULJLDSSRQHVLGL¿QH2WWRFHQWRÈ autore di *OLVFULWWRUL0HLMLHOD
&LQD /LEUHULDXQLYHUVLWDULDLWHGL]LRQL ³5HNLVKLVKǀVHWVX
o lettura di genere? La condizione femminile in due racconti stoULFLGL0RULƿJDL´ 5LYLVWDGHJOL6WXGL2ULHQWDOL ³$0HLML
:ULWHU¶V2XWORRNRQ&KLQHVH/LWHUDWXUH7KH&DVHRI0RULƿJDL´
(3KRHQL[LQ'RPR)RVFDUL, 2009).
CAROLINA NEGRI
Insegna lingua e letteratura giapponese all’Università Ca’ Foscari
di Venezia. Si occupa di letteratura femminile del periodo Heian
(794-1185). Tra le sue pubblicazioni: “Marriage in the Heian
3HULRG 7KH,PSRUWDQFHRI&RPSDULVRQZLWK/LWHUDU\
Texts” ($QQDOLGHOO¶,VWLWXWR8QLYHUVLWDULR2ULHQWDOH Le
PHPRULHGHOODGDPDGL6DUDVKLQD 0DUVLOLR 'LDULRGL
,]XPL6KLNLEX(Marsilio, 2008).
MARIA ROBERTA NOVIELLI
Insegna storia del cinema giapponese all’Università Ca’ Foscari
di Venezia. Oltre che autrice di volumi e saggi sul cinema nipponico, cura il sito AsiaMedia e la collana “Schermi Orientali” per
l’editrice veneziana Cafoscarina. Ha collaborato con vari festival
652
I DIECI COLORI DELL’ELEGANZA
FLQHPDWRJUD¿FLSHUFXLKDFRRUGLQDWRUDVVHJQHGHGLFDWHDFLQHDsti giapponesi. Tra le principali pubblicazioni, 6WRULDGHOFLQHPD
JLDSSRQHVH(Marsilio, 2001) e la curatela del volume .DZDVH
1DRPL±,¿OPLOFLQHPD (Effatà Editrice, 2002).
JUNICHI OUE
,QVHJQDOLQJXDHOHWWHUDWXUDJLDSSRQHVHH¿ORORJLDJLDSSRQHVH
all’Università degli Studi di Napoli “L’Orientale”. Ha insegnato
presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia. Si occupa di linguistica. È autore di numerosi saggi sulla linguistica contrastiva e sulla
sua applicazione nella didattica della lingua giapponese.
BONAVENTURA RUPERTI
Insegna lingua e letteratura giapponese e teatro giapponese
all’Università Ca’ Foscari di Venezia. Ha soggiornato più volte
in Giappone, con ricerche presso il Museo del Teatro dell’Università Waseda e l’Istituto Nazionale di Letteratura Giapponese
GL7ǀN\ǀ6LRFFXSDGLWHDWURJLDSSRQHVHGDOODWUDGL]LRQHDOOD
contemporaneità, e di letteratura premoderna e moderna. Tra le
VXHWUDGX]LRQL,]XPL.\ǀND,OPRQDFRGHOPRQWH.ǀ\DHDOWUL
UDFFRQWL (Marsilio, 1991).
IKUKO SAGIYAMA
Insegna lingua e letteratura giapponese all’Università degli Studi
di Firenze. Le sue ricerche vertono principalmente sulla letteratua classica, con particolare riferimento alla poesia.
PAOLA SCROLAVEZZA
Insegna lingua e letteratura giapponese presso l’Alma Mater
Studiorum Università di Bologna. Si occupa di letteratura femminile moderna e contemporanea e di scritture di genere, QRLU
e SF. Ha tradotto dal giapponese /DPSL di Hayashi Fumiko
(Marsilio, 2011) ed è autore, con Luisa Bienati, di /DQDUUDWLYD
JLDSSRQHVHPRGHUQDHFRQWHPSRUDQHD (Marsilio, 2009) e, con
Maria Roberta Novielli, di /RVFKHUPRVFULWWR/HWWHUDWXUDHFLQHPDLQ*LDSSRQH (Cafoscarina, 2012).
3UR¿OLGHJOLDXWRUL
653
VIRGINIA SICA
Insegna storia e letteratura giapponese all’Università degli
Studi di Milano. Per alcuni anni ha insegnato presso la Facoltà
GL/HWWHUHGHOO¶8QLYHUVLWjGHO7ǀKRNX 6HQGDL ÊPHPEURGHO
CARC (Contemporary Asia Research Center) e socio Aistugia
(Associazione Italiana per gli Studi Giapponesi). I suoi ambiti
di ricerca principali sono il periodo Kamakura-Ashikaga (11851568), in un’ottica storico-politica quanto letteraria, e la materia
artistica dello scrittore Mishima Yukio, intesa nella sua globalità
e affrancata da una strumentalizzazione ideologica.
MARCO SIMEONE
Ha preso il titolo di dottore di ricerca presso ‘Sapienza’ Università
di Roma nel 2010. Si occupa di letteratura popolare, in particolare dei MLGDLVKǀVHWVX prodotti tra gli anni Venti e il periodo a
ULGRVVRGHOOD6HFRQGD*XHUUD0RQGLDOH/DYRUDSUHVVRO¶XI¿FLR
culturale dell’Ambasciata Giapponese in Italia.
ROBERTA STRIPPOLI
È Assistant Professor di letteratura giapponese alla Binghamton
8QLYHUVLW\ 6WDWH8QLYHUVLW\RI1HZ<RUN 6LRFFXSDGLQDUUDtiva medievale, in particolare +HLNHPRQRJDWDUL e RWRJL]ǀVKL e
dell’interazione tra letteratura e teatro tradizionale. Ha pubblicato vari articoli in riviste accademiche e un libro: /DPRQDFD
WXWWRIDUHODGRQQDVHUSHQWHLOGHPRQHEHRQH5DFFRQWLGDOPHGLRHYRJLDSSRQHVH (Marsilio, 2001).
ADOLFO TAMBURELLO
Già direttore della Biblioteca dell’Istituto Italiano per il Medio
ed Estremo Oriente e libero docente di Storia e Civiltà dell’Estremo Oriente alla ‘Sapienza’ Università di Roma, ordinario
della stessa disciplina presso l’Università degli studi di Napoli
“L’Orientale”, direttore della serie editoriale ,O*LDSSRQH, edita
dall’Istituto Italiano per l’Africa e l’Oriente (IsIAO) di Roma in
collaborazione con “L’Orientale” di Napoli.
654
I DIECI COLORI DELL’ELEGANZA
ALDO TOLLINI
Insegna lingua giapponese classica all’Università Ca’ Foscari di
Venezia. Si occupa di linguistica giapponese, di buddhismo giapponese e di relazioni culturali tra Italia e Giappone.
PAOLO VILLANI
Insegna lingua giapponese all’Università di Catania. Si è dedicato principalmente allo studio comparato della mitologia giapponese, alle origini documentarie dello shintoismo, all’ideologia
della sovranità sacra nel Giappone antico e del suo riutilizzo nella
fondazione dello stato giapponese moderno. Fra le sue pubblica]LRQL¿JXUDODWUDGX]LRQHGHOODSULPDRSHUDGHOODOHWWHUDWXUDJLDSponese: .RMLNL8QUDFFRQWRGLDQWLFKLHYHQWL (Marsilio, 2006).
WADA TADAHIKO
,QVHJQDOHWWHUDWXUDLWDOLDQDSUHVVROD7ǀN\ǀ8QLYHUVLW\RI)RUHLJQ
Studies. Ha tradotto in giapponese numerose opere, concentrandosi principalmente sull’opera di Umberto Eco: 2SHUDDSHUWD
(1985), 'LDULRPLQLPR(1992), 6HLSDVVHJJLDWHQHLERVFKLQDUUDWLYL(1996), &LQTXHVFULWWLPRUDOL(1998), .DQWHO¶RUQLWRULQFR
(2003), 6XOODOHWWHUDWXUD GL,WDOR&DOYLQR/DVSHFXOD]LRQHHGLOL]LD (1985), 3DORPDU (1988), 5DFFRQWLVFHOWL (1991, $PRUL
GLI¿FLOL (1991), /DVWUDGDGL6DQ*LRYDQQL (1999), 8QDSLHWUD
VRSUD GL$QWRQLR7DEXFFKL6RJQLGLVRJQL (1994), *OL
XOWLPLWUHJLRUQLGL)HUQDQGR3HVVRD (1997). In occasione della scomparsa di quest’ultimo scrittore, ha curato molte rubriche
e numeri speciali di riviste specialistiche. Nel 2011 ha vinto il
Premio Nazionale per la traduzione del Ministero per i Beni e le
Attività Culturali italiano.
Pubblicazioni di Maria Teresa Orsi
/LEUL
Orsi, Maria Teresa (1979). /DQDUUDWLYDJLDSSRQHVHGDOOD
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Venezia: Marsilio.
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FLOLHJLLQ¿RUH. Venezia: Marsilio.
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I DIECI COLORI DELL’ELEGANZA
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WHUUHPRWR. Roma: Atmosphere Libri, pp. 41-46.
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)XNXVKLPD5DFFRQWLHVDJJLDVRVWHJQRGHLVRSUDYYLVVXWLGHO
WHUUHPRWR. Roma: Atmosphere Libri, pp. 47-53.
COLLANA DI STUDI GIAPPONESI
RICERCHE
1.
Gianluca Coci (a cura di)
Japan Pop. Parole, immagini, suoni dal Giappone contemporaneo
isbn 978-88-548-6002-5, formato 14x21, 716 pagine, 27 euro
2.
Matilde Mastrangelo, Andrea Maurizi (a cura di)
I dieci colori dell’eleganza
isbn 978-88-548-5856-5, formato 14x21, 575 pagine, 25 euro
IL PONTE
1.
Anonimo
Storia del Secondo Consigliere di Hamamatsu
Andrea Maurizi (a cura di)
isbn 978-88-548-6159-5, formato 14x21, 288 pagine, 17 euro
Printed in September 2013
by « ERMES. Servizi Editoriali Integrati S.r.l. »
00040 Ariccia (RM) – via Quarto Negroni, 15
for « Aracne editrice S.r.l. » di Roma