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Teoria e prassi del romanzo storico giapponese fra Ottocento e Novecento

2013, I dieci colori dell'eleganza - Saggi in onore di Maria Teresa Orsi, edited by M. Mastrangelo and A. Maurizi

[For an abstract in English, please see below] Dopo una breve disamina che individua alcune linee concettuali considerate come l'origine della narrativa storica giapponese in epoca classica, l'articolo prende in esame la produzione storica di autori giapponesi noti negli ambienti letterari fra la fine dell'Ottocento e l'inizio del Novecento, alcuni dei quali considerati importanti teorici del romanzo moderno, o autori di fiction storica, quali Mori Ogai (1862-1922), Tsubouchi Shoyo (1859-1935), Yamada Bimyo (1868-1910). The article offers a brief overview of the conceptual stances behind the conscious act of writing fiction based on historical materials in premodern Japan, before discussing to a fai rextent the theories and original pièces authored by important modern Japanese writers such as Mori Ogai, Tsubouchi Shoyo and Yaada Bimyo around the turn of the XIX century.

COLLANA DI STUDI GIAPPONESI RICERCHE 2 Direttore Matilde Mastrangelo Comitato scientifico Giorgio Amitrano Gianluca Coci Silvana De Maio Chiara Ghidini Andrea Maurizi Maria Teresa Orsi Ikuko Sagiyama Virginia Sica Comitato di redazione Chiara Ghidini Luca Milasi Stefano Romagnoli COLLANA DI STUDI GIAPPONESI RICERCHE La Collana di Studi Giapponesi raccoglie manuali, opere di saggistica e traduzioni con cui diffondere lo studio e la riflessione su diversi aspetti della cultura giapponese di ogni epoca. La Collana si articola in quattro Sezioni (Ricerche, Migaku, Il Ponte, Il Canto). I testi presentati all’interno della Collana sono sottoposti a una procedura anonima di referaggio. La Sezione Ricerche raccoglie opere collettanee e monografie di studiosi italiani e stranieri specialisti di ambiti disciplinari che coprono la realtà culturale del Giappone antico, moderno e contemporaneo. Il rigore scientifico e la fruibilità delle ricerche raccolte nella Sezione rendono i volumi presentati adatti sia per gli specialisti del settore che per un pubblico di lettori più ampio. I dieci colori dell’eleganza Saggi in onore di Maria Teresa Orsi a cura di Matilde Mastrangelo e Andrea Maurizi Copyright © MMXIII ARACNE editrice S.r.l. www.aracneeditrice.it info@aracneeditrice.it via Raffaele Garofalo, 133/A–B 00173 Roma (06) 93781065 isbn 978–88–548–5856–5 No part of this book may be reproduced in any form, by print, photoprint, microfilm, microfiche, or any other means, without written permission from the publisher Ist edition: september 2013 Teoria e prassi del romanzo storico giapponese fra Ottocento e Novecento LUCA MILASI >@6RQRVWDWRVFRUWHVHDGHQLJUDUHLURPDQ]LLQTXHVWRPRGR6L può dire che essi registrino tutto ciò che è accaduto nel mondo a partire dall’era delle divinità. Del resto nel Nihongi e nelle altre opere del genere si trova solo una parte degli avvenimenti. È all’interno dei romanzi invece che sono descritti i dettagli e LIDWWLSUHFLVL>@$QFKHVHQRQGHVFULYRQRFRQHVDWWH]]DFLz che riguarda una determinata persona, essi nascono quando non è possibile tenere chiusi nel proprio cuore fatti che si desidera trasmettere alle generazioni future, avvenimenti di esseri che vivono in questo mondo, buoni o cattivi che siano, che non ci si stanca mai di osservare o di ascoltare. Se colui che racconta desidera parlare bene dei personaggi, allora sceglierà soltanto cose buone, se vuole rispondere alle attese dei lettori raccoglierà elementi di rara malvagità, ma tutto ciò, nel bene e nel male, esiste comunque in questo mondo. Per ciò che riguarda altri paesi, DQFKHLOPRGRGLQDUUDUHqGLYHUVRGDOQRVWURPDSHU¿QRTXLGD noi, nello Yamato, è naturale che storie del passato siano diverse da quelle del presente e che esistano differenze di contenuti più RPHQRSURIRQGLPDDUULYDUHDGH¿QLUHWXWWLLURPDQ]LFRPHXQ LQVLHPHGLEXJLHVLJQL¿FDIRUVHVRWWRYDOXWDUQHODYHUDQDWXUD,Q fondo, anche negli insegnamenti che il Buddha nella sua generosità ha voluto lasciarci esistono quelli che chiamiamo “mezzi di salvezza”, che possono apparire contraddittori e far nascere dubbi in coloro che ancora non hanno ottenuto il potere della conoscenza (Orsi, 2012, p. 509). Con queste parole un Genji conciliante tenta di accattivarsi la giovane dama soprannominata Tamakazura, il “prezioso ramo”, 389 390 LUCA MILASI inizialmente indispettita dai rimbrotti ricevuti per la sua costante dedizione alla lettura dei PRQRJDWDUL. La teoria implicitamente esposta in +RWDUX è un passaggio obbligato per un’analisi della poetica classica: qui, tramite il suo più noto personaggio, Murasaki Shikibu stessa esprime un giudizio sul valore del PRQRJDWDUL, vetta indiscussa della narrativa Heian, LQUHOD]LRQHDOUXRORGHOODVWRULRJUD¿DWUDGL]LRQDOH/DTXHVWLRQHDWWRUQRFXLUXRWDODVXDULÀHVVLRQHqXQ¶HYLGHQWHQHFHVVLWjGL riappropriarsi dell’“umanità” del materiale storico, antesignana della funzione, successivamente assolta dal romanzo, di mettere in luce aspetti del contesto sociale che la storia o il “fatto”, “così com’è” (VRQRPDPDDULQRPDPD), non può coprire. A parte la straordinaria modernità che l’autrice del *HQML moQRJDWDUL rivela ancora una volta in questa occasione, è fuor di GXEELRFKHOHPRGDOLWjGLUDSSUHVHQWD]LRQHHOH¿QDOLWjGHOODQDUrativa storica assumano un particolare rilievo in ambito giappoQHVHGRYHVLQGDJOLDOERULGHOODOHWWHUDWXUDVLUHJLVWUDO¶LQÀXVVR di una concezione tipicamente continentale, mediata dagli stati della penisola coreana, in cui la “letteratura” (EXQ) comprendeYDDQFKHODVWRULRJUD¿D 0LQHU7UDGLW&DVWHOOL  Proprio questa è la culla concettuale che, al di là delle teoriz]D]LRQLHVSOLFLWHFKHDFFRPSDJQDQRHGH¿QLVFRQRLOPRGHUQR romanzo storico, favorisce nei letterati giapponesi e cinesi una lunga frequentazione della variegata materia offerta dalla letteratura di ispirazione storica più in generale.1 1HOFRQWHVWRGHOODOHWWHUDWXUDPRGHUQDQRVWURVSHFL¿FRFDPpo di interesse, il fulcro del dibattito è la nuova consapevole moGDOLWjGLJHVWLRQHGHOUDSSRUWRWUDVWRULDH¿Q]LRQHR³¿Q]LRQDOLWj´ (¿FWLRQDOLW\ FRVuFRPHqVWDWDGH¿QLWDODFDUDWWHULVWLFDSUHFLSXD del romanzo rispetto al fatto cronachistico.2 Come argomenta lo 1HOORVSHFL¿FRGHOO¶DPELWRFLQHVHVLVHJQDODODOXFLGDGLVVHUWD]LRQHGL +VLDR  HVXOUDSSRUWRWUDVWRULRJUD¿DH[LDRVKXRanche Ming (2006, pp. 5-7). 1 2 L’anglicismo è il conio del traduttore italiano di Miner. Cfr. Castelli (1999, p. 12). 7HRULDHSUDVVLGHOURPDQ]RVWRULFRJLDSSRQHVH 391 VWHVVR7VXERXFKL6Kǀ\ǀ  SULPRLPSRUWDQWHWHRULFR del romanzo moderno, la storia, intesa come memoria, accompagna la civiltà umana sin dai suoi albori: la complessa questione del rapporto con le fonti tipica del romanzo storico moderno contempla necessariamente il delicato passaggio dall’oralità alla VDSLHQ]DVFULWWDHVHPSOL¿FDWDGDOODSURGX]LRQHGLPDQRVFULWWLLQ cui è conservata la SHUIRUPDQFHdelle declamazioni epiche, epopee e drammi storici.3 Proprio l’ingresso nell’età moderna sancisce un ripensamenWRGHJOLDVVXQWLWHRULFLFKHVRWWHQGRQRDOOD¿RUHQWHSURGX]LRQH di romanzi storici: in ambito giapponese, gli stessi letterati promotori di un vasto movimento di rinnovamento della letteratura nazionale furono anche teorici e scrittori di narrativa storica. In questo processo, caratterizzato da profondi mutamenti nell’impiego degli strumenti critici della teoria e prassi letteraria, l’interpretazione delle fonti si intreccia con la delicata questione del ruolo del romanzo come genere d’eccellenza, con valore autonoPRULVSHWWRDGDOWUHGLVFLSOLQHLYLFRPSUHVDODVWRULRJUD¿D Il moderno romanzo storico vanta dunque possibili antesignani in seno alla migliore letteratura del periodo classico. Anche la narrativa del periodo medievale e premoderno contribuisce a una GH¿QL]LRQHGHOJHQHUH&LUFDXQYHQWHQQLRSULPDGHOO¶DSHUWXUD dei porti giapponesi, negli anni Quaranta dell’Ottocento, appena quarant’anni prima delle prime proposte di narrativa storica moderna, moriva uno dei maggiori autori del tardo periodo Edo, .\RNXWHL%DNLQ SVHXGRQLPRGL7DNL]DZD2NLNXQL  Pur nei limiti di un’ottica improntata a un dichiarato didatticismo, la sua produzione può essere considerata il punto d’inizio di una narrativa storica propriamente detta, distinta dal dramma Vari generi di manoscritto, considerati come QLNNL, nell’accezione di reJLVWUD]LRQLGLIDWWLUHDOLDQ]LFKp¿WWL]LHSLWHWRFKHQHOSDQRUDPDGHOOD¿RUHQWH produzione classica, meritarono, nelle epoche successive, anche opere appartenenti al genere epico come +HLMLPRQRJDWDUL(Storia dei disordini dell’era Heiji, XIII secolo) e +ǀJHQPRQRJDWDUL 6WRULDGHLGLVRUGLQLGHOO¶HUD+ǀJHQXIII secolo). Cfr. Watson (2006, p. 2). 3 392 LUCA MILASI teatrale per le modalità di fruizione, così come dall’epica e dalla VWRULRJUD¿DFODVVLFDFKHSXUHDYHYDDYXWRLQ&LQDH*LDSSRQH XQD¿RUHQWHWUDGL]LRQH6LWUDWWDLQROWUHGLXQPRGHOORQDUUDWLYR che, pur professando un’aderenza al vero storico, esula dai presupposti del realismo di autori quali Ihara Saikaku (1642-1693).4 Amato in gioventù ancora dalla prima generazione di scrittori Meiji, proprio per il didatticismo autoimposto in un evidente tentativo di risollevare il genere dello \RPLKRQ dalla limitante etichetta di letteratura di intrattenimento (JHVDNX), Bakin subisce da essi in qualche modo una sorta di ridimensionamento. La costante menzione dell’autore nei saggi dedicati, comunque, testimonia quanto la sua opera fosse presente e imprescindibile per LFRQWHPSRUDQHLULIRUPDWRULGHOODOHWWHUDWXUD0HLML6LJQL¿FDWLYR è che l’opera che ne ha consegnato ai posteri la fama,1DQVǀ 6DWRPLKDNNHQGHQ(La leggenda degli otto cani dei Satomi di 1DQVǀ XQRGHLSLYROXPLQRVLURPDQ]LGHOODOHWteratura mondiale, sia ambientata dichiaratamente in un periodo storico antecedente all’autore. L’ancoraggio al contesto storicosociale del XV secolo è tutto sommato tenue anche in questa monumentale narrazione, che racconta, senza grandi aspirazioni al UHDOLVPRXQ¿WWRLQWUHFFLRGLHSLVRGLOHJJHQGDULVXOODIDOVDULJD della saga in lingua vernacolare. Il romanzo contiene però già una descrizione precisa degli eventi storici che hanno caratterizzato il turbolento periodo di guerre intestine da cui prendono le mosse le complicate vicende dei numerosissimi personaggi di cui l’opera è popolata. In linea generale, l’intera produzione di Bakin annovera svariati esempi di reimpiego consapevole delle fonti della classicità cinese e giapponese come materiale storico di base per sviluppare una storia con caratteristiche di originalità, meccanismo proprio della narrativa storica. 4 Per una comprensione dell’ottica di lettura proposta, ci sembra opportuno enfatizzare gli elementi di sostanziale continuità tra la narrativa premoderna e moderna riscontrabili sino agli anni Ottanta dell’Ottocento. Cfr. Orsi, (1979, pp. 421-424) e Kornicki (1981, pp. 461-482). 7HRULDHSUDVVLGHOURPDQ]RVWRULFRJLDSSRQHVH 393 La prima importante cesura con la concezione di epopea storica propugnata da Bakin stesso è rappresentata proprio dalle innovazioni teoriche sul romanzo storico, e sul romanzo più in JHQHUDOHHVSUHVVHDSLULSUHVHGD7VXERXFKL6Kǀ\ǀSULPRLPportante saggista dell’età moderna cui si attribuisce il merito di aver introdotto le teorie sul romanzo nate in seno alla cultura europea e continentale. Una sua prima dissertazione che tocca anche il sottogenere storico è il lungo saggio 6KǀVHWVX VKLQ]XL (L’essenza del romanzo, 1885-1886):5 pur mantenendosi in una certa misura nel solco della tradizione precedente, l’autore getta qui solide basi per un UHYLYDO della letteratura storica intesa come genere nuovo, alimentando un dibattito sul ruolo del romanzo VWRULFRHVXOOHPRGDOLWjGLFRPSRVL]LRQHGHOORVWHVVR6Kǀ\ǀKD dedicato al romanzo storico anche alcuni brevi scritti che toccano il tema della storia nell’ambito del teatro e delle rappresentazioni SLWWRULFKH 2UVL,QDJDNLHWDO., 1977, pp. 373-382). 6KǀVHWVXVKLQ]XL è un lavoro abbastanza articolato, diviso in due parti, ciascuna delle quali consta di più sottosezioni cui l’autore assegna dei titoletti. A dispetto della modalità di prima presentazione al pubblico, ossia la pubblicazione a puntate su ULYLVWDLOVDJJLROHWWRLQWHJUDOPHQWHSUHVHQWDXQDYLVLRQHVXI¿cientemente coerente della materia. In esso si dibatte anche sul romanzo storico, inteso, secondo la teoria ingenua, come un tipo di componimento misto di storia e invenzione, orientato prevaOHQWHPHQWHDOSDVVDWRO¶DXWRUHVLSUHPXUHUjFRPXQTXHGLQRWDUH come grandi romanzi quali il *HQMLPRQRJDWDUL, originariamente concepito come un affresco della vita di corte di un’epoca precedente di circa un secolo rispetto a quella in cui è vissuta l’autrice, GDWDODORURTXDOLWjOHWWHUDULDHOD¿QH]]DGHOODFDUDWWHUL]]D]LRQHGL SHUVRQDJJL¿WWL]LGLYHQJDQRHVVLVWHVVLFRQLOSDVVDUHGHOWHPSR romanzi VWRULFL, in grado di far rivivere i fasti di società ormai scomparse. Importante discrimine è pertanto non necessariamente la storicità dei personaggi quanto piuttosto la loro credibilità rispetto al contesto sociale. 5 Ora in Inagaki HWDO. (1977, pp. 3-157). 394 LUCA MILASI Nel secondo paragrafo della prima sezione del lavoro, intitolato 6KǀVHWVXQRKHQVHQ (L’evoluzione del romanzo) (Inagaki HW DO., 1977, p. 21), l’autore amplia quanto più possibile la prospettiva, collegando l’idea della narrativa ai racconti orali di episodi percepiti come realmente accaduti nelle comunità protostoriche, HSHUTXHVWRGLYHQXWLOHJJHQGDVHFRQGR6Kǀ\ǀTXHVWRqLOPRtivo per cui tante cronache cinesi e giapponesi, oggi da noi de¿QLWHSVHXGRVWRULHVLDSURQRFRQLUDFFRQWLGHOO¶HSRFDGHJOLGqL che originano le varie mitologie. Anticamente, conclude l’autore (Inagaki HWDO., 1977, pp. 21-23), non c’era distinzione tra questi fatti e altri di carattere più verosimile. Di contro il romanzo, derivazione del “racconto del fantastico e meraviglioso” (NLLWDQ) scaturito dal patrimonio ancestrale dell’inconscio collettivo, coVWLWXLVFHXQUDFFRQWRGL¿Q]LRQH WVXNXULNDVDNXPRQRJDWDUL) in cui l’uomo dispiega la sua innata propensione alla fantasia. Nelle successive evoluzioni il romanzo, che nella sua variante ottocentesca (URPDQFH) recupera le atmosfere del fantastico proprie della mitologia, assume modalità differenti dal racconto popolarmente considerato vero DSULRUL, dovendo assolvere al criterio della veURVLPLJOLDQ]D/¶DXWRUHVYLOXSSDXOWHULRUPHQWHTXHVWDULÀHVVLRQH nel paragrafo quarto, 6KǀVHWVXQRVKXUXL (Tipologie di romanzo) (Inagaki HWDO., 1977, pp. 54-58) in cui è menzionato come uno GHLVLVWHPLGLFODVVL¿FD]LRQHSLGLIIXVLSURSULRTXHOORLQEDVH a cui la narrativa può ricadere nelle due sottocategorie di jidai VKǀVHWVX (romanzo storico)6 e VHZDVKǀVHWVX (romanzo sociale).7 6 È necessario notare come nell’economia di questo primo scritto critico GL6Kǀ\ǀFKHDSSOLFDDOWHUPLQHjidai il IXULJDQD“KLVXWRULNDUX[KLVWRULFDO@´ (Inagaki HWDO., 1977, p. 56) non sembri sussistere a livello di terminologia quella distinzione tra romanzo storico (UHNLVKLVKǀVHWVX) e romanzo d’epoca (jidai VKǀVHWVX) che caratterizzerà quest’ultimo come variante più popolare, meno raf¿QDWDHULJRURVDQHOO¶XVRGHOPDWHULDOHVWRULFRJLjQHOO¶RSHUDGL<DPDGD%LP\ǀ (1868-1910), che più o meno in contemporanea all’uscita di 6KǀVHWVXVKLQ]XL muoveva i primi passi come scrittore di opere originali. Al lemma giapponese VHZD l’autore accosta, mediante due distinti IXULJDQD, il sinonimo ima (odierno) e il NDWDNDQD per l’inglese VRFLDO. Cfr. Inagaki HWDO. (1977, p. 56). 7 7HRULDHSUDVVLGHOURPDQ]RVWRULFRJLDSSRQHVH 395 Questa sezione è famosa anche perché vi è una prima discussione sul cosiddetto romanzo “didattico”, che l’autore svilupperà ulteriormente nel corso del lavoro in una critica aperta della proGX]LRQHGL%DNLQ/DSULPDULÀHVVLRQHVXOURPDQ]RVWRULFRGL 6Kǀ\ǀVLDYYDOHLQROWUHGLDPSLHFLWD]LRQLGDOODOHWWHUDWXUDLQLQglese, prima su tutte dello scozzese Sir Walter Scott (1771-1832), più volte menzionato. Essa è conchiusa nelle ultime battute della prima sezione del saggio, dove a corollario della dissertazione JHQHUDOH6Kǀ\ǀGDXQODWRULEDGLVFHLOYDORUHGHOURPDQ]RFRPH HVSUHVVLRQHDUWLVWLFDDXWRQRPDVFHYUDTXLQGLDQFKHGD¿QDOLWj didattiche e di altro genere, dall’altro elenca una serie di “apporti positivi” (hieki) (Inagaki HWDO., 1977, pp. 58-76) che derivano al lettore dalla frequentazione di questo genere letterario, di cui quello maggiormente di interesse in questa sede è la capacità atWULEXLWDDOODQDUUDWLYDGL³LPSOHPHQWDUHOHVWRULHXI¿FLDOL´ VHLVKL QRKRLWRQDUXNRWR) (Inagaki HWDO., 1977, pp. 69-70): Che cosa intendo con “implementare”? Che il romanzo fornisce XQFRPSOHPHQWRDOOHRPLVVLRQLGHOODVWRULDXI¿FLDOHFUHDQGRXQ ¿QHULWUDWWRGLTXHLFRVWXPLHXVDQ]HORFDOLSHFXOLDULFKHQRQ KDQQRWURYDWRSRVWRVXI¿FLHQWHWUDOHULJKHGLTXHVW¶XOWLPDLQ altre parole si tratta di una sorta di storia popolare (Inj]RNXVKL) vivida, come una scena testimoniata direttamente, o un dipinto. 4XHVWRqXQEHQH¿FLRDSSRUWDWRHVFOXVLYDPHQWHGDOJHQHUHGHO romanzo storico (“romanzo del passato”, NDNRVKǀVHWVX): nelle altre tipologie di romanzo, detto vantaggio non è riscontrabile. (SXUWXWWDYLDDQFKHFLzFKHGH¿QLDPRURPDQ]RGHOODFRQWHPporaneità (VHZDVKǀVHWVX), se osservato dalla prospettiva delle generazioni successive, diviene inevitabilmente anch’esso un romanzo del passato: è indiscusso che esso pure giunga a possedere questo vantaggio. Ad esempio, la 6WRULDGL*HQML creata da Murasaki Shikibu rientrerebbe essenzialmente nella categoria del romanzo contemporaneo, e purtuttavia gli uomini della generazione successive hanno potuto, attraverso quest’ultimo, apprendere usanze e costumi del tempo che fu, rintracciandone in molti casi l’origine. Pertanto il romanziere, il cui interesse precipuo è pure scandagliare il sentimento umano, deve mantenere un occhio ai costumi sociali. È d’uopo dunque abbandonare 396 LUCA MILASI ormai la descrizione di fantasticherie improbabili, che non hanno adeguato radicamento nel contesto dei tempi! /HWHRULHVXOURPDQ]RVWRULFRGL6Kǀ\ǀQRQLQFRQWUDQRVXELWR l’attenzione della critica e del pubblico ma iniziano a circolare tra gli scrittori, incoraggiando futuri sviluppi del genere. Per quanto riguarda la prassi narrativa, modalità assimilabili al modello di QDUUDWLYDVWRULFDFRPPHQWDWRGD6Kǀ\ǀVRQRJLjSUHVHQWLTXDVL in contemporanea con l’uscita in volume del suo primo saggio critico, avvenuta nel 1887. Tra i primi moderni a proporne la sua personale visione è <DPDGD%LP\ǀ  (VSRQHQWHDVVLHPHD2]DNL.ǀ\ǀ (1868-1903), il cui interesse per il passato così come espresso GDOOHIRQWLOHWWHUDULHHUDSXUHPDUFDWRGHOJUXSSR.HQ¶\njVKD8 l’autore è oggi considerato un minore, noto prevalentemente per il suo sperimentalismo linguistico e la sua strenua difesa della lingua moderna come stile letterario d’elezione. La narrativa stoULFDGL%LP\ǀFRQWDGLYHUVLHVHPSODULGDOO¶HVRUGLRGHOUDFFRQWR 0XVDVKLQR (La piana di Musashi),9XQRGHLODYRULFRQÀXLWLQHOOD più nota raccolta 1DWVXNRGDFKL (Radura in estate, 1888), contenente anche .RFKǀ (Farfalla, 1889), sino all’opera che chiude prematuramente la carriera dell’autore, la lunga ¿FWLRQ storica, marcatamente romanzata, intitolata 6KLJDLVKLGHQ7DLUDQR .L\RPRUL 6WRULDXI¿FLRVDGL7DLUDQR.L\RPRUL 3URSULR in relazione all’epiteto VKLJDLVKLGHQ, coniato a corollario del suo XOWLPRURPDQ]RVX7DLUDQR.L\RPRUL%LP\ǀHVSRQHODVXDWHRria sul valore del romanzo storico: &LzFKHVFULYRqSLXWWRVWRLOURYHVFLRGHOODVWRULDXI¿FLDOHTXHO ¿ORFKHFRQGRWWRGDXQDJRPDOFHUWRFRQO¶LQWHQWRGLFXFLUHDVsieme il diritto e rovescio della storia stessa, nel suo andirivieni 8 “Associazione degli amici del calamaio”, primo raggruppamento letterario dell’epoca, gravitante attorno alla rivista *DUDNXWD EXQNR. Pubblicato in tre parti come supplemento allo <RPLXULVKLQEXQ tra il novembre e il dicembre del 1887. Cfr. Fukuda (1971, p. 399). 9 7HRULDHSUDVVLGHOURPDQ]RVWRULFRJLDSSRQHVH 397 su e giù penetra occasionalmente nella storia propriamente detta. Quest’ultima è una verità (MLMLWVX) che, per quanto fattivamente romanzata, si presenta solennemente rivestita di un carattere di VHPSUHPDJJLRUHXI¿FLDOLWjPDQPDQRFKHVLULVDOHLQGLHWURQHO WHPSRGDL7RNXJDZDDOO¶HSRFDGHJOL6WDWLFRPEDWWHQWLSRLDQFRUDDOSHULRGR1DQERNXFKǀVLQRDOOHJXHUUH*HPSHLHSSXUHHVVD possiede un rovescio denudato da ogni abito formale – in altre parole, la verità nei suoi panni quotidiani. Ad esempio, com’era la vita di tutti i giorni, l’architettura, l’assetto delle stanze, come si comportavano i grandi, medi e piccoli commercianti con i loro FRPPHUFLFRPHYHQLYDQRDPPLQLVWUDWHOHFDVHSDGURQDOLVH avendo ordinato un’armatura nuova al mastro armaiolo, non si ULXVFLYDDVSDUWLUVLXQERWWLQRDGHJXDWRLQFRQWUDQGRGLI¿FROWj nel ripagare il debito. Queste, e molte altre verità che saranno LQJUDQSDUWHVIXJJLWHDOODWUDPDXI¿FLDOHTXHVWHYHULWjLQDELWL ordinari che da centinaia di anni, per quanto è concesso al tempo presente, sono mostrate soltanto, come una sorta di stravaganza, QHOOHUDSSUHVHQWD]LRQLSLWWRULFKH>@ )XNXGDSS 404). Con queste asserzioni, espresse nello stile eclettico che lo caUDWWHUL]]D%LP\ǀPRVWUDGLDYHUVRVWDQ]LDOPHQWHIDWWRSURSULDD OLYHOORIRUPDOHODWHRULDVXOURPDQ]RVWRULFRHVSRVWDGD6Kǀ\ǀ sul piano contenutistico, tuttavia, egli sembra nel complesso piuttosto ancorato a una concezione ancora marcatamente ¿FWLRQDO della narrativa storica: occasionali concessioni a un gusto per il JRUHe per scene di un erotismo soffuso, da sempre consone alle inclinazioni del pubblico, erano state già ampiamente GLVPHVVHGD6Kǀ\ǀGHFLVRDGDYYHUVDUHODUDSSUHVHQWD]LRQHGHOOD licenziosità in letteratura. Le posizioni molto critiche dimostrate GD6Kǀ\ǀULVSHWWRDOODVHWHGLVXFFHVVRFRPPHUFLDOHGHJOLXOWLPL prosatori di QLQMǀERQ7RNXJDZDORDYHYDQRSRVWRLQWHOOHWWXDOPHQWHVXXQSLDQRVXSHULRUHULVSHWWRD%LP\ǀ 7XWWDYLDQHOSDQRUDPDFRQWHPSRUDQHRO¶RSHUDGL%LP\ǀq sicuramente una pagina molto innovativa nello stile. I primi lavori soprattutto sottolineano la rilevanza della questione linguistica, tipica del romanzo storico giapponese, ma non solo: in un perio- 398 LUCA MILASI do in cui il delicato processo di rinnovamento della lingua scritta, sostenuto dal movimento JHQEXQLWFKL, muoveva ancora i primi passi, soltanto un altro romanzo, nelle prime pagine redatto in uno stile vicino a quello classico, aveva poi adottato largamente il linguaggio moderno: si tratta di Ukigumo 1XYROHÀXWWXDQWL 1887-1889), primo esempio ispirato al modello narrativo d’inWURVSH]LRQHSVLFRORJLFDSURSXJQDWRGD6Kǀ\ǀ'DWDODQRYLWjFKH nel panorama letterario del tempo poteva rappresentare il ricorso alla caratterizzazione psicologica dei personaggi e l’attenzione al loro mondo interiore, il romanzo, dovuto alla mano di Futabatei Shimei (1864-1909) stava riscontrando, ancorché praticamente incompiuto, un notevole successo di pubblico. Il primo racconto VWRULFRGL%LP\ǀFRQWHQGHFRQO¶RSHUDGL6KLPHLLOSULPDWRGL rappresentare un primo esempio di impiego della moderna lingua OHWWHUDULDPRGHOODWDVXOGLDOHWWRGL7ǀN\ǀ/¶LQWHQWRGLPRVWUDUH quanto la lingua moderna fosse capace di dare vita a una prosa di valore letterario era tra gli obiettivi dichiarati dell’autore di La SLDQDGL0XVDVKL. In questo caso, per garantire l’aderenza storica, l’autore compie un’eccezione per i dialoghi, a proposito dei quali in calce al manoscritto commenta: Poiché questo mio lavoro, 0XVDVKLQR, è un racconto d’epoca (MLGDLPRQRJDWDUL) non conta altri esempi simili, e tuttavia ho RSWDWRSHUXQRVWLOHVSHFL¿FRSHUODWUDVSRVL]LRQHGHLGLDORJKLGHL personaggi. Questo è uno stile che mescola il dialetto dell’era .HLFKǀ>@DTXHOORGHOSHULRGR$VKLNDJDVSHFXORSHUtanto che si tratti di una ricostruzione grossolana di una lingua appropriata per l’epoca (Fukuda, 1971, p. 3). Sia lo stile di Ukigumo sia quello di 0XVDVKLQR avevano coPXQTXHULEDOWDWRLOVXJJHULPHQWRDYDQ]DWRGD6Kǀ\ǀGLLPSLHJDre la lingua classica per i passaggi descrittivi e il parlato moderno per i dialoghi. È necessario enfatizzare che in questi primi esempi di narrativa, comparsi in un momento in cui il dibattito sulla nuova OLQJXDOHWWHUDULDXQL¿FDWDHUDDQFRUDLQSLHQRIHUYRUHOD³VWRUL- 7HRULDHSUDVVLGHOURPDQ]RVWRULFRJLDSSRQHVH 399 cità” della materia non è da intendersi solo come storicità degli avvenimenti, bensì anche come ricorso a modalità stilistiche e linguistiche tipiche della produzione precedente. In questo panorama, anche un racconto con un radicamento nel contesto contemporaneo come Somechigae (Colori distinti),10GL0RULƿJDL (1862-1922) può rientrare nella sottogenere del racconto d’epoca per l’impiego di uno stile legato a un tipo di produzione letteraria che rappresenta, a suo modo, un caposaldo del passato culturale del paese. Il titolo, che indica una tecnica di colorazione degli \XNDWD estivi in cui tre o più colori sono impiegati senza sovrapSRVL]LRQLHVHPSOL¿FDODSDUDERODGHOODSURWDJRQLVWD.DQHNLFKL YHQWLVHWWHQQHJHLVKDGHOTXDUWLHUHGL<DQDJLEDVKLD7ǀN\ǀFKH WHQWDLQYDQRGLFRPELQDUHXQFRQQXELRFRQ6HLMLUǀ¿JOLRFDGHWto di noti commercianti di stoffe per kimono. Pur consapevole della sua relazione con la più giovane Kohana, Kanekichi arriva con una scusa e con la complicità del fratello maggiore di lui, ad DWWLUDUHO¶XRPRLQXQDVWDQ]DGRYHVLVWHQGRQRYLFLQR6HLMLUǀ spossato dall’afa del quinto mese, le chiede di procurargli una bibita, creando un momento di interruzione dell’intimità che determina nella donna un ripensamento. Le altre geisha hanno però visto Kanekichi scendere al bar in abiti discinti per procurarsi la gassosa e la cosa giunge ben presto all’orecchio di Kohana, costringendo la donna più anziana a chiarire la situazione con un’amara confessione in forma di lettera indirizzata all’amica, pagina che chiude la narrazione con una nota di desolata rassegnazione. Il racconto, non particolarmente amato dall’autore stesso, è un XQLFXP nella sua produzione, una sorta di esperimento che si pone come raccordo tra i primi racconti originali e il lungo iato creativo degli anni tra il 1894 e il 1909, terminato con la pubblicazione di alcuni lavori di ambientazione contemporanea, cui IDUjVHJXLWROD¿RUHQWHSURGX]LRQHGLQDUUDWLYDVWRULFD,VSLUDWR forse, a dispetto dell’inconsistenza della sua protagonista, ai roPDQ]LGL+LJXFKL,FKL\ǀ  OHFXLHURLQHVRQRFDODWHLQ 10 Originariamente comparso sul numero del 5 agosto 1897 della rivista 6KLQVKǀVHWVX. Cfr. Kinoshita (1971, pp. 35-43). 400 LUCA MILASI ruoli ben più determinanti, il racconto dispiega, nella sua velata critica sociale, una ricostruzione ancora tanto vicina sia cronologicamente sia come consuetudine di lettura al suo autore da meritare l’inclusione in una “narrativa storica della contemporaneità”. A livello contenutistico, l’innovazione è rappresentata dal sottile meccanismo interiore che spinge una donna promiscua FRPH.DQHNLFKLDUL¿XWDUHXQDOLDLVRQ apparentemente identica alle precedenti, avendo intuito in qualche modo il valore dell’eVFOXVLYLWjGHOUDSSRUWRWUD6HLMLUǀH.RKDQDVLPEROHJJLDWRGDOOH “tinte distinte” nel kimono del titolo (Yoshida, 1971, p. 368). Particolarmente accurata è la ricostruzione degli ambienti, arredi, suppellettili, e lo stile ricalcato sulla prosa degli ultimi QLQMǀERQ, con elementi di dialetto locale nei dialoghi. In questo racconto, la proposta, da parte di uno dei maggiori prosatori in OLQJXDPRGHUQDGLXQRVWLOHRUPDLDQDFURQLVWLFRULÀHWWHXQDSHculiarità del romanzo storico giapponese: anche dopo l’ingresso nel Novecento, in questa tipologia narrativa è riscontrabile un occasionale ricorso a stili sperimentali o addirittura classicheggianti, percepiti ormai dal pubblico come un anacronismo per il lessico inusuale e le locuzioni arcaiche e desuete mutuate dai documenti precedenti. Ciò è maggiormente evidente nell’opera GLDOFXQLFRQWHPSRUDQHLGLƿJDLFRPH2]DNL.ǀ\ǀ   H.ǀGD5RKDQ  VFULWWRUHLQELOLFRWUDJOLDPELHQWL dei classicisti alla “vecchia maniera” e gli intellettuali più progressisti. 3URSULRD0RULƿJDLODQDUUDWLYDVWRULFD0HLMLGHYHLQROWUH un’ultima sintesi teorica, apparentemente aneddotica, rappresentata dal breve saggio 5HNLVKLVRQRPDPDWRUHNLVKLEDQDUH(La storia così com’è e l’allontanamento dalla storia, 1915) (Mastrangelo, 1988). Lo scrittore è infatti nel complesso la personalità che maggiormente ha contribuito a dare un carattere distinto e peculiare al romanzo storico del tempo, soprattutto nella sua produzione matura, già ampiamente presentata (Mastrangelo, 1990 e 1994). La sua narrativa storica è anticipata da due esperimenti che l’autore stesso giudica non soddisfacenti, il succitato Somechigae, e soprattutto il dramma parzialmente ispirato agli 7HRULDHSUDVVLGHOURPDQ]RVWRULFRJLDSSRQHVH 401 DXWRJUD¿GHOPRQDFREXGGKLVWD1LFKLUHQ  LQWLWRlato 1LFKLUHQ6KǀQLQW]XML]HSSǀ(La predicazione del maestro 1LFKLUHQ 11 dopo una cesura di alcuni anni tra Otto e Novecento, O¶DXWRUHULSUHQGHLO¿ORQHVWRULFRQHJOLXOWLPLDQQLGHOODVXDDWWLvità letteraria, abbandonando la narrativa di ambientazione contemporanea. 5HNLVKLVRQRPDPDWRUHNLVKLEDQDUH, nato come sintesi generale della produzione storica matura, è una sapiente ULÀHVVLRQHLQFXLFRQXQRVWLOHOLHYHHDWUDWWLLURQLFRYROWRDVWHPperare il pesante clima di dibattito degli anni precedenti, l’autore YHLFRODLPSRUWDQWLULÀHVVLRQLVXOUXRORHVXOYDORUHGHOORVFULYHUH un “romanzo storico”. Se agli albori della rinnovamento della letteratura giapponese il romanzo storico aveva sofferto di un HFFHVVLYRVSHULPHQWDOLVPRFKHQHDYHYDVWHPSHUDWROH¿QDOLWj HFRQIXVROHPRGDOLWjHVSUHVVLYHO¶DSSURFFLRGLƿJDLQHJOLDQQL della maturità artistica lo rende in grado di rifondare il genere su basi nuove, condensandone una magistrale versione. L’autore offre anche un’ultima retrospettiva sulla narrativa storica di Bakin che aveva conosciuto un revival d’interesse nel primo Novecento. Particolarmente interessanti in quest’ottica sono la sua breve ,QWURGX]LRQHD +DNNHQGHQ del 1911 (Kinoshita, 1971, p. 241), nonché un breve saggio a commento della pubbliFD]LRQHSRVWXPDGHLGLDULGL%DNLQFKHVLDSUHFRQTXHVWHULÀHVsioni: ÊDFFDGXWRQHOGLFHPEUHGHOTXDUDQWDWUHHVLPRDQQR0HLML>@ che, a distanza di una sola settimana, io abbia ricevuto ben due ULFKLHVWHGLVFULYHUHTXDOFRVDDSURSRVLWRGL7DNL]DZD%DNLQOD prima era una commissione di una prefazione al suo +DNNHQGHQ, la seconda, una richiesta di fornire un giudizio complessivo sulla pubblicazione di questi suoi diari. -LGDLPRQRd’avanguardia pubblicato, con una certa risonanza di pubblico e critiche variabili, sul numero del 31 marzo 1904 della rivista .DEXNL, e rappresentato l’anno successivo. Ora riprodotto in Kinoshita (1971, pp. 269278). In 5HNLVKLVRQRPDPDWRUHNLVKLEDQDUHƿJDLVWHVVRSDUDJRQDQGRORDOOD sua narrativa storica matura, ne aveva criticato gli assunti per l’impiego di fonti posteriori alla predicazione di Kamakura. Cfr. Mastrangelo (1988, p. 131). 11 402 LUCA MILASI Sono passati ormai vent’anni da quando ho iniziato a occuparmi GLEHOOHOHWWHUHHSSXUH¿QRDTXHVWRPRPHQWRQRQPLHUDPDL capitato di ricevere alcuna richiesta riguardante Bakin stesso. Tuttavia ciò non è avvenuto per caso. Dopo la morte, Bakin è stato metaforicamente inumato una seconda volta trent’anni fa, ed ultimamente è stato resuscitato. La mia stessa vita letteraria passata si è dipanata nell’interstizio lasciato da questa sua momentanea inumazione. Tsubouchi-kun mi ha rivelato la vergogna che ora prova nell’aver scritto 6KǀVHWVX VKLQ]XL, l’opera responsabile del seppellimento intellettuale di %DNLQ,RSHUzSHQVRFKH6Kǀ\ǀQRQDEELDGLFKHYHUJRJQDUVHQH si tratta di un libro che in quegli anni doveva necessariamente venire alla luce. I romanzi di Bakin hanno avuto questo strano destino di dover subire una inumazione. Quello stile, ampio e grossolano, doveva essere necessariamente mitigato almeno una volta: nessuna nascita di uno stile nuovo, sottile e profondo, sarebbe mai stata DOWULPHQWLSRVVLELOH3HUWDQWRVH6Kǀ\ǀQRQDYHVVHVHSSHOOLWR Bakin, il compito sarebbe probabilmente toccato a qualcun altro. E tuttavia quello di Bakin non è un tipo di romanzo che, pur se seppellito, possa giacere dimenticato per sempre. I suoi romanzi continueranno ad essere letti sempre, tanto quanto in Europa lo sono quelli di autori come Scott. Credo fermamente che i romanzi di Bakin posseggano inerentemente una natura imperitura (Kinoshita, 1971, p. 241). Lo scritto prosegue, con uno stile a metà tra il serio e il faceto, lamentando la moda passeggera che fa tornare in auge solo momentaneamente grandi classici come gli scritti confuciani e O¶RSHUDGHLSURVDWRULSUHPRGHUQLHFRQXQDLODUHEDWWXWD¿QDOH in cui l’autore si rivolge direttamente a Bakin, confermandogli, a dispetto delle abiezioni della modernità, duratura fama presso i posteri. Riassumendo, il romanzo storico in Giappone tra Otto e Novecento raccoglie tutte le suggestioni scaturite dal vivo dibattito di rinnovamento letterario intercorso a partire dagli anni Ottanta dell’Ottocento. La presentazione in Giappone delle teoULHGHOURPDQ]RHXURSHRHGHOO¶RSHUDGL¿JXUHTXDOL:DOWHU6FRWW 7HRULDHSUDVVLGHOURPDQ]RVWRULFRJLDSSRQHVH 403 la fondazione di una moderna lingua scritta nazionale e la riscoperta di autori come Bakin sono tutti elementi che contribuiscono DGH¿QLUHOHGLUHWWLYHGLTXHVWRSURFHVVR,QXQSULPRPRPHQWRLO romanzo storico è un calco di vecchi modelli, incentrato, secondo XQDWHRULDJLjHQXQFLDWDGD6Kǀ\ǀVXOODSXQWXDOHULFRVWUX]LRQHGL storia sociale, che però fa da sfondo alle vicende di personaggi SUHYDOHQWHPHQWH¿WWL]L. La narrativa storica giapponese però assume con l’ingresso in pieno Novecento, e nell’opera di contemSRUDQHLFRPH.ǀGD5RKDQH0RULƿJDLODGRSSLDOH]LRQHGHOOD costruzione di una trama realistica tipica del romanzo europeo e dell’impiego rigoroso delle fonti storiche cinesi e giapponesi nonché, almeno parzialmente, dei registri linguistici appartenenti ai diversi generi che nei secoli avevano costituito del romanzo storico stesso una sorta di precursore. 0RULƿJDLqIRUVHLOSULPRVFULWWRUHJLDSSRQHVHPRGHUQRD offrire, nel suo alternare il ricorso alla storia con l’allontanamenWRGDOODVWHVVDXQDSRHWLFDQHWWDHGH¿QLWDLPSLDQWDWDVSHVVRVX un uso rigoroso del materiale storico, la sua versione del genere si mantiene asciutta, senza alcuna concessione a facili psicoloJLVPLFKHODVXSSRVWDIHGHOWjGHOODYLFHQGDDXQRVSHFL¿FRFRQtesto storico-sociale potrebbe rimarcare come un fuori contesto. Gli ultimissimi anni sono dedicati a un genere ancora diverso, quello dello VKLGHQRVVLDELRJUD¿DVWRULFDGRYHƿJDLVFRQ¿QD nel campo della saggistica pura, con contenuti che conferiscono alla vicenda un taglio decisamente documentaristico. Lo stile GHOOHELRJUD¿HVWRULFKHHPLQHQWHPHQWHPRGHUQRQHOODVLQWDVVL fa comunque uso di molte espressioni tradotte letteralmente dal FLQHVHGHOODSURVDVWRULFDH¿ORVR¿FD )XMLNDZD DWHVWLmonianza dell’ammirazione implicitamente espressa dall’autore per la tradizione dell’Asia Orientale che aveva storicamente dedicato maggiore spazio alla raccolta e conservazione della memoria storica. I tre corposi VKLGHQ che chiudono la produzione di ƿJDLFRQVHJQDQGRDOODSRVWHULWjODSXQWXDOHULFRVWUX]LRQHGHOOH vicende di vita di personaggi sino ad allora semisconosciuti e altrimenti destinati all’oblio, portano agli estremi la teoria della ricostruzione di storiche personalità e del romanzo non ritiene 404 LUCA MILASI che il dialogo, implicito, con il pubblico dei fruitori (Marcus, :DWDQDEH  In conclusione, il romanzo storico del Giappone a cavallo tra Otto e Novecento può essere considerato un genere letterario “contenitore”, una sintesi operata a partire da più ambiti, che vanta precursori illustri in varie tipologie letterarie tradizionali. Inoltre la narrativa storica giapponese sembra condividere con la sua controparte europea, al di là dei tenui collegamenti diretti, alcuni impliciti orientamenti teorici: il ricorso a una revisione della storia per mezzo della letteratura, e per estensione del concetto di letteratura stessa, chiarisce bene come quest’ultima sia costantemente attraversata da interrogativi universali e propri di ogni tempo. 5LIHULPHQWLELEOLRJUD¿FL Castelli, Gian Paolo (1999). 3RHWLFKHGHOODFUHDWLYLWj±8QVDJJLR LQWHUFXOWXUDOHVXOOHWHRULHGHOODOHWWHUDWXUD. Roma: Armando editore. )XMLNDZD0DVDND]X  ³ƿJDLQRNDQJDNXWHNLVǀ\ǀ´,Q +LUDNDZD6XNHKLUR+LUDRND7RVKLR7DNHPRUL7HQ¶\X D cura di). .ǀ]D0RULƿJDL, 3. ƿJDLQRFKLWHNLNnjNDQ7ǀN\ǀ 6KnjHLVKDSS Fukuda, Kiyoto (1971). “Kaisetsu”. Id. (a cura di), Yamada %LP\ǀ,VKLEDVKL1LQJHWVX7DNDGD%XQ¶HQVKnj. 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Honolulu: University RI+DZDLL3UHVV Mastrangelo, Matilde (1988). “La produzione storica di Mori ƿJDL± I parte – Una sintesi in campo teorico: 5HNLVKLVRQR PDPDWRUHNLVKLEDQDUH (La storia così com’è e l’allontanamento dalla storia)”. ,O*LDSSRQH, 28, pp. 122-134. ——— (1990). “La produzione storica di Mori Ogai – II parte – L’esordio narrativo: Okitsu Yagoemon no isho”. ,O*LDSSRQH, 30, pp. 81-107. ——— (1994). “Ritratti femminili e vendetta nei racconti storici GL0RULƿJDL±*RMLQJDKDUDQRNDWDNLXFKL: la creatività che necessita di un punto di partenza”. ,O*LDSSRQH, 32, pp. 87128. Miner, Earl Roy (1990). &RPSDUDWLYH SRHWLFV. Princeton: Princeton University Press. Ming, Dong Gu (2006). &KLQHVH7KHRULHVRI)LFWLRQ. Albany: 6WDWH8QLYHUVLW\RI1HZ<RUN3UHVV Orsi, Maria Teresa (1979). “La narrativa giapponese negli anni di WUDQVL]LRQH7RNXJDZD0HLML´$QQDOLGHOO¶,VWLWXWR 8QLYHUVLWDULR2ULHQWDOHGL1DSROL, 39, pp. 421-424. ——— (1984). “Il romanzo storico nel Giappone moderno: 1) il SUREOHPDWHRULFRLQ7VXERXFKL6Kǀ\ǀ´,O*LDSSRQH, 24, pp. 5-22. ——— (2012) (a cura di). /DVWRULDGL*HQML. Torino: Einaudi. <RVKLGD6HLLFKL  ³.DLVHWVX´,Q.LQRVKLWD0RNXWDUǀHW DO. (a cura di). ƿJDL]HQVKnj7ǀN\ǀ,ZDQDPLVKRWHQ Watanabe, Tetsuo (1996). ƿJDL VKLGHQ QR JRQJHQ 7ǀN\ǀ Nishida shoten. Watson, Burton (2006) (Ed.). 7KH7DOHVRI+HLNH1HZ<RUN Columbia University Press. 3UR¿OLGHJOLDXWRUL GIORGIO AMITRANO Insegna lingua e letteratura giapponese presso l’Università degli Studi di Napoli “L’Orientale”. Fra le sue pubblicazioni una PRQRJUD¿DVX.DZDEDWD<DVXQDUL<DPDQRRWRNRZDUH\XNX ND]RNX 0LVX]X VKREǀ   'L .DZDEDWD KD DQFKH FXUDWR un Meridiano contenente un’ampia scelta dell’opera narrativa: 5RPDQ]LHUDFFRQWL (Mondadori, 2003). Ha tradotto in italiano QXPHURVLVFULWWRULJLDSSRQHVLROWUHD.DZDEDWD,QRXH<DVXVKL 0XUDNDPL+DUXNL1DNDMLPD$WVXVKL0L\D]DZD.HQML.DMLL 0RWRMLUǀ<RVKLPRWR%DQDQD)UDLSULQFLSDOLULFRQRVFLPHQWLRWWHQXWLLOWK1RPD$ZDUG SHUODWUDGX]LRQHGL0L\D]DZD Kenji, 8QDQRWWHVXOWUHQRGHOOD9LD/DWWHD, Marsilio, 1994) e il Premio Grinzane-Cavour 2008 per l’insieme della sua opera di traduzione dal giapponese. CRISTINA BANELLA Ha insegnato lingua italiana alla Tokyo University of Foreign Studies dal 2007 al 2011. Ha preso il titolo di dottore di ricerca alla ‘Sapienza’ Università di Roma con una tesi dal titolo +DLMLQ%XVRQO¶LQWHUSUHWD]LRQHGL%XVRQH%DVKǀQHOODFULWLFD GL0DVDRND6KLNL. Si occupa di haiku e WDQNDsui quali ha pubblicato diversi articoli per le riviste $VLD2ULHQWDOH, ,O*LDSSRQH, 5LYLVWDGHJOL6WXGL2ULHQWDOL e $UHDDQG&XOWXUH6WXGLHV (Tokyo University of Foreign Studies). LUISA BIENATI Insegna letteratura giapponese all’Università Ca’ Foscari di Venezia. Si occupa in particolare del Novecento e ha tradotto testi di vari autori: tra questi Ibuse Masuji, /DSLRJJLDQHUD 0DUVLOLR 7DQL]DNL-XQ¶LFKLUǀ/DPRUWHG¶RUR (Marsilio, 645 646 I DIECI COLORI DELL’ELEGANZA  1DJDL.DInj$OJLDUGLQRGHOOHSHRQLH (Marsilio, 1999), 6WRULHGL<RNRKDPD7UHUDFFRQWL (Cafoscarina, 2011). Ha inoltre curato i volumi:/HWWHUDWXUDJLDSSRQHVH'DOOD¿QHGHOO¶2WWRFHQWRDOO¶LQL]LRGHOWHU]RPLOOHQQLR (Einaudi, 2005), 7KH*UDQG2OG 0DQDQGWKH*UHDW7UDGLWLRQ(VVD\VRQ7DQL]DNL-XQ¶LFKLURLQ +RQRURI$GULDQD%RVFDUR (con B. Ruperti, The University of Michigan, 2009), /DQDUUDWLYDJLDSSRQHVHPRGHUQDHFRQWHPSRUDQHD (con P. Scrolavezza, Marsilio, 2009), /DQDUUDWLYDJLDSSRQHVHFODVVLFD (con A. Boscaro, Marsilio, 2010). GIOVANNI BORRIELLO Ha preso il titolo di dottore di ricerca alla ‘Sapienza’ Università di Roma. È docente di storia dell’Asia Orientale all’Università degli Studi di Firenze e di Storia e Istituzioni dell’Asia presso l’Università degli Studi di Roma Tre. ADRIANA BOSCARO Già ordinario di letteratura giapponese all’Università Ca’ Foscari di Venezia, ha al suo attivo numerose pubblicazioni e traduzioni di autori moderni e contemporanei, in particolare Tanizaki -XQ¶LFKLUǀ6LLQWHUHVVDLQROWUHGHOODVWRULDFXOWXUDOHGHO*LDSSRQH dei secoli XVI-XIX. Dirige “Mille gru”, collana di letteratura giapponese di Marsilio Editori (Venezia, 33 voll.). CLAUDIO CANIGLIA È visiting scholar al Centre for the Study of Japanese Religions della School of Oriental and African Studies di Londra. Ha preso il titolo di dottore di ricerca alla ‘Sapienza’ Università di Roma nel 2008 con una tesi sulla storia della dottrina e dei rituali delOR 6KXJHQGǀ 0HPEUR GHOO¶$VVRFLD]LRQH *LDSSRQHVH SHU OR Studio della Religione delle Montagne (Sangaku shugen gakkai) e dell’Aistugia (Associazione Italiana Studi Giapponesi), si occupa del culto della montagna in Giappone con una particolare attenzione alla storia dei rituali e della loro trasformazione. $I¿DQFDDOORVWXGLRVXOOHIRQWLGRFXPHQWDULHLOODYRURGLULFHUFD sul campo. 3UR¿OLGHJOLDXWRUL 647 ROSA CAROLI Insegna storia del Giappone all’Università Ca’ Foscari di Venezia. Tra i suoi ambiti di ricerca, le politiche identitarie del moderno stato nazionale, con particolare riferimento al rapporto tra centro e periferie, e la storia moderna e contemporanea GL 2NLQDZD Ê YLVLWLQJ UHVHDUFKHU SUHVVR il Waseda Daigaku 5\njN\nj2NLQDZD.HQN\njVKR 7KH,QVWLWXWHIRU5\XN\XDQDQG 2NLQDZDQ6WXGLHVLQ:DVHGD8QLYHUVLW\ LO.RNXVDL1LKRQJDNX .HQN\njVKR ,QVWLWXWH RI WKH ,QWHUQDWLRQDO -DSDQ6WXGLHV  H O¶2NLQDZD%XQND.HQN\njVKR ,QVWLWXWHRI2NLQDZDQ6WXGLHV  GHOO¶8QLYHUVLWj+ǀVHL GIANLUCA COCI Insegna lingua e letteratura giapponese presso l’Università di 7RULQR7UDOHVXHSXEEOLFD]LRQLODPRQRJUD¿D$EH.ǀEǀVXWDMLR WRǀEHLQRMLNNHQHQJHNL 6DLU\njVKD HODFXUDWHODGHLYROXmi 6FULYHUHSHU)XNXVKLPD±UDFFRQWLHVDJJLDVRVWHJQRGHLVRSUDYYLVVXWLGHOWHUUHPRWR (Atmosphere Libri, 2013) e -DSDQ323 SDUROHLPPDJLQLVXRQLGDO*LDSSRQHFRQWHPSRUDQHR (Aracne,  +DWUDGRWWRQXPHURVLDXWRULWUDFXLƿH.HQ]DEXUǀ$EH .ǀEǀ.LULQR1DWVXR6HWRXFKL+DUXPL7DNDKDVKL*HQ¶LFKLUǀ )XUXNDZD +LGHR 2JDZD ,WR H 7DJXFKL 5DQG\ H KD YLQWR LO Premio biennale Guglielmo e Mario Scalise per la Traduzione letteraria dal giapponese. GUIDOTTO COLLEONI Ha insegnato lingua e letteratura giapponese alla ‘Sapienza’ Università di Roma. Si interessa di letteratura giapponese moGHUQD VRSUDWWXWWR$NXWDJDZD5\njQRVXNHH1DWVXPH6ǀVHNL H di letteratura giapponese in cinese. Principali pubblicazioni: “La SHUVRQDOLWjPRUDOHHSRHWLFDGL$NXWDJDZD5\njQRVXNHQHLVXRL ultimi racconti” (,O*LDSSRQH ³,O*LDSSRQHFRPHµVYHQturata nazione’ oppressa da tenebre senza speranza di nuova luce – La società giapponese come ‘realtà frammentata’: Natsume 6ǀVHNLJXDUGDLOµPRQGRSROYHURVR¶DWWUDYHUVRXQVXRSHUVRQDJgio” ($WWL XXII&RQYHJQR$LVWXJLD ³'DOO¶µDQVLDGHOVLP- 648 I DIECI COLORI DELL’ELEGANZA posio’ al ‘canto della nuvola bianca’ – Una lettura delle poesie FLQHVLGHOO¶XOWLPR6ǀVHNL´ $WWLXXIV&RQYHJQR$LVWXJLD, 2000). SIMONE DALLA CHIESA Insegna lingua giapponese all’Università degli Studi di Milano. Si occupa di linguistica giapponese e in particolare di semantica lessicale e di realizzazione degli argomenti. SILVANA DE MAIO Insegna lingua e cultura del Giappone all’Università degli Studi di Napoli “L’Orientale”. Si occupa di didattica della lingua giapponese ed è Segretario Generale dell’AIDLG (Associazione Italiana Didattica della Lingua Giapponese). Ha insegnato anche presso l’Istituto Italiano per l’Africa e l’Oriente (IsIAO) di Roma e presso l’Università degli Studi di Lecce (ora Università del Salento). È autrice di numerosi saggi sui rapporti tra Europa e Giappone nel XIX secolo e sull’architettura giapponese contemporanea. DANIELA DE PALMA È stata docente a contratto sostitutivo di storia del Giappone contemporaneo alla ‘Sapienza’ Università di Roma dal 1995 al 2008, anno in cui ha vinto il concorso per ricercatore presso la stessa Università. Ha pubblicato: 6WRULDGHO*LDSSRQHFRQWHPSRUDQHR %XO]RQL ,OVLVWHPDHGXFDWLYRJLDSSRQHVH $UDFQH ,O*LDSSRQHFRQWHPSRUDQHR 3ROLWLFDHVRFLHWj (Carocci, 2008). GIANLUCA DI FRATTA Ha preso il titolo di dottore di ricerca alla ‘Sapienza’ Università GL5RPDVLRFFXSDGLVWRULDHFXOWXUDGHOIXPHWWRHFLQHPDGL animazione giapponese su cui ha scritto saggi e articoli in riviste VFLHQWL¿FKHHLQYROXPLDFFDGHPLFLÊDXWRUHGHLOLEUL,OIXPHWWRLQ*LDSSRQH'DJOLDQQL6HWWDQWDDO (L’Aperia, 2005) e 5RERW)HQRPHQRORJLDGHLJLJDQWLGLIHUURJLDSSRQHVL (L’Aperia, 2007). Nel 2008 ha fondato la rivista 0DQJD$FDGHPLFD5LYLVWD 3UR¿OLGHJOLDXWRUL 649 GLVWXGLVXOIXPHWWRHVXOFLQHPDGLDQLPD]LRQHJLDSSRQHVH (La Torre) ed è curatore di 7HFD0DQJD, il GDWDEDVH degli studi accademici sul fumetto e sul cinema di animazione giapponese. MARISA DI RUSSO Si interessa delle prime relazioni tra l’Italia e il Giappone. Ha insegnato per molti anni alla Tokyo University of Foreign Studies. DONATELLA FAILLA È direttore del Museo d’Arte Orientale “Edoardo Chiossone” di Genova e docente di storia dell’arte dell’Asia Orientale all’Università di Genova. Ha conseguito il Perfezionamento in Studi Orientali presso la Scuola Orientale della ‘Sapienza’ Università di Roma (1980). Ha ideato e realizzato oltre venti mostre dedicate all’arte giapponese e cinese in Italia e in Giappone, sia in WHPDGLDUWL¿JXUDWLYHDSSOLFDWHHGHFRUDWLYHVLDLQWHPDG¶LFRnologia e storia della cultura. È autrice di oltre 170 pubblicazioni in cinque lingue. Presso il Museo Chiossone ha progettato e realizzato il rinnovo dell’esposizione permanente (1998), degli impianti espositivi per mostre temporanee (2001) e la ristrutturazione e climatizzazione attiva dei depositi (2003-2005). Ha SLDQL¿FDWRHGLUHWWRLOUHVWDXURGLROWUHGLSLQWLJLDSSRQHVLHOD conservazione di circa 685 opere (tessuti, bronzi, lacche, stampe, HKRQ). È titolare dal 2010 del programma di rilevamento digitale HFDWDORJUD¿FRVYROWRGDOO¶$UW5HVHDUFK&HQWHU $5& GHOO¶8QLYHUVLWj5LWVXPHLNDQGL.\ǀWRDGRFXPHQWD]LRQHGHOOHFROOH]LRQL &KLRVVRQH+DULFHYXWRQXPHURVHDI¿OLD]LRQLVFLHQWL¿FKHHGLULcerca, la più recente conferitale da Japan Foundation (12 mesi, 2012-2013). È socia di ASEMUS, EAJS, EAJRS, ENJAC, IAJS. FRANCESCO FERRAIOLI È laureato in lingue e letterature straniere presso l’Università degli studi di Napoli “L’Orientale”. Ha svolto ricerche sull’incontro della yamatologia occidentale con quella giapponese. 650 I DIECI COLORI DELL’ELEGANZA FRANCESCA FRACCARO ,QVHJQD¿ORORJLDJLDSSRQHVHDOO¶8QLYHUVLWjGL)LUHQ]H6LLQWHUHVsa di letteratura classica, con particolare riferimento alla produzione del periodo Heian. Ha al suo attivo diverse pubblicazioni, tra cui la traduzione commentata di 5LFRUGLGLXQHUHPR di Kamo QR&KǀPHL 0DUVLOLR  AILEEN GATTEN È Adjunct Research Scientist presso il Center for Japanese Studies, University of Michigan, U.S.A. Ha tradotto i tre volumi di Konishi Jin’ichi, 1LKRQEXQJHLVKL ($+LVWRU\RI-DSDQHVH /LWHUDWXUH, Princeton University Press, 1984-91) e ha pubblicato molti saggi sulla storia sociale e sulla letteratura del periodo Heian. MATILDE MASTRANGELO Insegna lingua e letteratura giapponese alla ‘Sapienza’ Università di Roma. Si occupa del teatro di narrazione giapponese, di autori PRGHUQLFRPH0RULƿJDLHGLGLGDWWLFDGHOODOLQJXD7UDOHSXEblicazioni: *UDPPDWLFDJLDSSRQHVH FRQ12]DZDH06DLWǀ  (Hoepli, 2006), /DFDVDGL.\ǀNR di Mishima Yukio (Mondadori,  0RULƿJDL,OURPDQWLFLVPRHO¶HI¿PHUR (Gobook, 2008), 6DQ¶\njWHL(QFKǀ/DODQWHUQDGHOOHSHRQLH6WRULDGLIDQWDVPL (Marsilio, 2012) ANDREA MAURIZI Insegna lingua e letteratura giapponese all’Università degli Studi di Milano-Bicocca. Si occupa principalmente di storia della letteratura dei periodi Nara e Heian. Ha scritto numerosi saggi e tradotto in italiano diverse opere di letteratura classica e moderna, tra cui 6WRULDGL2FKLNXER (Marsilio, 1992), 5DFFROWD LQRQRUHGLDQWLFKLSRHWL (5LYLVWDGHJOL6WXGL2ULHQWDOL, 2002), &RQIHVVLRQLGLXQDPDVFKHUD e 1HYHGLSULPDYHUD di Mishima Yukio (Mondadori, 2004 e 2006) e 6RJQRGLXQDQRWWHGLSULPDYHUD6WRULDGHO6HFRQGR&RQVLJOLHUHGL+DPDPDWVX (Gobook, 2008). 3UR¿OLGHJOLDXWRUL 651 MARIA CHIARA MIGLIORE Insegna lingua e letteratura giapponese all’Università del Salento HGqULFHUFDWULFHSUHVVRLO7ǀ\ǀNHQN\njMR 8QLYHUVLWj'DLWǀEXQND7ǀN\ǀ 6YROJHDWWLYLWjGLULFHUFDQHOFDPSRGHOODOHWWHUDWXUD FODVVLFDHGHOOD¿ORORJLDJLDSSRQHVHQRQFKpGHOODSURGX]LRQH letteraria giapponese in lingua cinese dei periodi antico e classico, in particolare sul processo di adozione e adattamento in Giappone di elementi della cultura e della letteratura cinese antica e classica. È autrice di numerose pubblicazioni in italiano e in lingue straniere. LUCA MILASI IQVHJQD¿ORORJLDJLDSSRQHVHDOODµ6DSLHQ]D¶8QLYHUVLWjGL5RPD. Si occupa di letteratura giapponese moderna, in particolare della QDUUDWLYDVWRULFDHGHJOLLQÀXVVLGHOODOHWWHUDWXUDFLQHVHVXJOLDXWRULJLDSSRQHVLGL¿QH2WWRFHQWRÈ autore di *OLVFULWWRUL0HLMLHOD &LQD /LEUHULDXQLYHUVLWDULDLWHGL]LRQL ³5HNLVKLVKǀVHWVX o lettura di genere? La condizione femminile in due racconti stoULFLGL0RULƿJDL´ 5LYLVWDGHJOL6WXGL2ULHQWDOL ³$0HLML :ULWHU¶V2XWORRNRQ&KLQHVH/LWHUDWXUH7KH&DVHRI0RULƿJDL´ (3KRHQL[LQ'RPR)RVFDUL, 2009). CAROLINA NEGRI Insegna lingua e letteratura giapponese all’Università Ca’ Foscari di Venezia. Si occupa di letteratura femminile del periodo Heian (794-1185). Tra le sue pubblicazioni: “Marriage in the Heian 3HULRG  7KH,PSRUWDQFHRI&RPSDULVRQZLWK/LWHUDU\ Texts” ($QQDOLGHOO¶,VWLWXWR8QLYHUVLWDULR2ULHQWDOH Le PHPRULHGHOODGDPDGL6DUDVKLQD 0DUVLOLR 'LDULRGL ,]XPL6KLNLEX(Marsilio, 2008). MARIA ROBERTA NOVIELLI Insegna storia del cinema giapponese all’Università Ca’ Foscari di Venezia. Oltre che autrice di volumi e saggi sul cinema nipponico, cura il sito AsiaMedia e la collana “Schermi Orientali” per l’editrice veneziana Cafoscarina. Ha collaborato con vari festival 652 I DIECI COLORI DELL’ELEGANZA FLQHPDWRJUD¿FLSHUFXLKDFRRUGLQDWRUDVVHJQHGHGLFDWHDFLQHDsti giapponesi. Tra le principali pubblicazioni, 6WRULDGHOFLQHPD JLDSSRQHVH(Marsilio, 2001) e la curatela del volume .DZDVH 1DRPL±,¿OPLOFLQHPD (Effatà Editrice, 2002). JUNICHI OUE ,QVHJQDOLQJXDHOHWWHUDWXUDJLDSSRQHVHH¿ORORJLDJLDSSRQHVH all’Università degli Studi di Napoli “L’Orientale”. Ha insegnato presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia. Si occupa di linguistica. È autore di numerosi saggi sulla linguistica contrastiva e sulla sua applicazione nella didattica della lingua giapponese. BONAVENTURA RUPERTI Insegna lingua e letteratura giapponese e teatro giapponese all’Università Ca’ Foscari di Venezia. Ha soggiornato più volte in Giappone, con ricerche presso il Museo del Teatro dell’Università Waseda e l’Istituto Nazionale di Letteratura Giapponese GL7ǀN\ǀ6LRFFXSDGLWHDWURJLDSSRQHVHGDOODWUDGL]LRQHDOOD contemporaneità, e di letteratura premoderna e moderna. Tra le VXHWUDGX]LRQL,]XPL.\ǀND,OPRQDFRGHOPRQWH.ǀ\DHDOWUL UDFFRQWL (Marsilio, 1991). IKUKO SAGIYAMA Insegna lingua e letteratura giapponese all’Università degli Studi di Firenze. Le sue ricerche vertono principalmente sulla letteratua classica, con particolare riferimento alla poesia. PAOLA SCROLAVEZZA Insegna lingua e letteratura giapponese presso l’Alma Mater Studiorum Università di Bologna. Si occupa di letteratura femminile moderna e contemporanea e di scritture di genere, QRLU e SF. Ha tradotto dal giapponese /DPSL di Hayashi Fumiko (Marsilio, 2011) ed è autore, con Luisa Bienati, di /DQDUUDWLYD JLDSSRQHVHPRGHUQDHFRQWHPSRUDQHD (Marsilio, 2009) e, con Maria Roberta Novielli, di /RVFKHUPRVFULWWR/HWWHUDWXUDHFLQHPDLQ*LDSSRQH (Cafoscarina, 2012). 3UR¿OLGHJOLDXWRUL 653 VIRGINIA SICA Insegna storia e letteratura giapponese all’Università degli Studi di Milano. Per alcuni anni ha insegnato presso la Facoltà GL/HWWHUHGHOO¶8QLYHUVLWjGHO7ǀKRNX 6HQGDL ÊPHPEURGHO CARC (Contemporary Asia Research Center) e socio Aistugia (Associazione Italiana per gli Studi Giapponesi). I suoi ambiti di ricerca principali sono il periodo Kamakura-Ashikaga (11851568), in un’ottica storico-politica quanto letteraria, e la materia artistica dello scrittore Mishima Yukio, intesa nella sua globalità e affrancata da una strumentalizzazione ideologica. MARCO SIMEONE Ha preso il titolo di dottore di ricerca presso ‘Sapienza’ Università di Roma nel 2010. Si occupa di letteratura popolare, in particolare dei MLGDLVKǀVHWVX prodotti tra gli anni Venti e il periodo a ULGRVVRGHOOD6HFRQGD*XHUUD0RQGLDOH/DYRUDSUHVVRO¶XI¿FLR culturale dell’Ambasciata Giapponese in Italia. ROBERTA STRIPPOLI È Assistant Professor di letteratura giapponese alla Binghamton 8QLYHUVLW\ 6WDWH8QLYHUVLW\RI1HZ<RUN 6LRFFXSDGLQDUUDtiva medievale, in particolare +HLNHPRQRJDWDUL e RWRJL]ǀVKL e dell’interazione tra letteratura e teatro tradizionale. Ha pubblicato vari articoli in riviste accademiche e un libro: /DPRQDFD WXWWRIDUHODGRQQDVHUSHQWHLOGHPRQHEHRQH5DFFRQWLGDOPHGLRHYRJLDSSRQHVH (Marsilio, 2001). ADOLFO TAMBURELLO Già direttore della Biblioteca dell’Istituto Italiano per il Medio ed Estremo Oriente e libero docente di Storia e Civiltà dell’Estremo Oriente alla ‘Sapienza’ Università di Roma, ordinario della stessa disciplina presso l’Università degli studi di Napoli “L’Orientale”, direttore della serie editoriale ,O*LDSSRQH, edita dall’Istituto Italiano per l’Africa e l’Oriente (IsIAO) di Roma in collaborazione con “L’Orientale” di Napoli. 654 I DIECI COLORI DELL’ELEGANZA ALDO TOLLINI Insegna lingua giapponese classica all’Università Ca’ Foscari di Venezia. Si occupa di linguistica giapponese, di buddhismo giapponese e di relazioni culturali tra Italia e Giappone. PAOLO VILLANI Insegna lingua giapponese all’Università di Catania. Si è dedicato principalmente allo studio comparato della mitologia giapponese, alle origini documentarie dello shintoismo, all’ideologia della sovranità sacra nel Giappone antico e del suo riutilizzo nella fondazione dello stato giapponese moderno. Fra le sue pubblica]LRQL¿JXUDODWUDGX]LRQHGHOODSULPDRSHUDGHOODOHWWHUDWXUDJLDSponese: .RMLNL8QUDFFRQWRGLDQWLFKLHYHQWL (Marsilio, 2006). WADA TADAHIKO ,QVHJQDOHWWHUDWXUDLWDOLDQDSUHVVROD7ǀN\ǀ8QLYHUVLW\RI)RUHLJQ Studies. Ha tradotto in giapponese numerose opere, concentrandosi principalmente sull’opera di Umberto Eco: 2SHUDDSHUWD (1985), 'LDULRPLQLPR(1992), 6HLSDVVHJJLDWHQHLERVFKLQDUUDWLYL(1996), &LQTXHVFULWWLPRUDOL(1998), .DQWHO¶RUQLWRULQFR (2003), 6XOODOHWWHUDWXUD  GL,WDOR&DOYLQR/DVSHFXOD]LRQHHGLOL]LD (1985), 3DORPDU (1988), 5DFFRQWLVFHOWL (1991, $PRUL GLI¿FLOL (1991), /DVWUDGDGL6DQ*LRYDQQL (1999), 8QDSLHWUD VRSUD  GL$QWRQLR7DEXFFKL6RJQLGLVRJQL (1994), *OL XOWLPLWUHJLRUQLGL)HUQDQGR3HVVRD (1997). In occasione della scomparsa di quest’ultimo scrittore, ha curato molte rubriche e numeri speciali di riviste specialistiche. Nel 2011 ha vinto il Premio Nazionale per la traduzione del Ministero per i Beni e le Attività Culturali italiano. Pubblicazioni di Maria Teresa Orsi /LEUL Orsi, Maria Teresa (1979). /DQDUUDWLYDJLDSSRQHVHGDOOD PHWjGHOO¶2WWRFHQWRDLJLRUQLQRVWUL. Napoli: IUO. ——— (1988) (a cura di). Ueda Akinari, 5DFFRQWLGLSLRJJLD HGLOXQD. Venezia: Marsilio. ²²²   D FXUD GL  1DWVXPH 6ǀVHNL 6DQVKLUǀ. Venezia: Marsilio. ²²²   DFXUDGL 7VXVKLPD<njNR,O¿JOLRGHOODIRUWXQD. Firenze: Giunti. ——— (1992) (a cura di). Ueda Akinari, 5DFFRQWLGHOODSLRJJLDGLSULPDYHUD. Venezia: Marsilio. ——— (1993) (a cura di). Sakaguchi Ango, 6RWWRODIRUHVWDGL FLOLHJLLQ¿RUH. Venezia: Marsilio. ²²²   DFXUDGL ,VKLNDZD-XQ,GHPRQLJXHUULHUL. Venezia: Marsilio. ——— (1998) (a cura di). )LDEHJLDSSRQHVL. Torino, Einaudi. ——— (2004) (a cura di). Mishima Yukio, 5RPDQ]LHUDFFRQWL, volume I (1949-1961). Milano: Mondadori. ——— (2006) (a cura di). Mishima Yukio, 5RPDQ]LHUDFFRQWL, volume II (1962-1970). Milano: Mondadori. ——— (2012) (a cura di). Murasaki Shikibu, /DVWRULDGL *HQML. Torino: Einaudi. $UWLFROLHFDSLWROLGLOLEUL Orsi, Maria Teresa (1971). “Il -ǀUXUL MnjQLGDQ]ǀVKL”. ,O *LDSSRQH, XI, pp. 99-156. 655 656 I DIECI COLORI DELL’ELEGANZA ——— (1972). “Yokomitsu Riichi, 1LFKLULQ”. ,O*LDSSRQH, pp. 41-112. ——— (1974). “/H2WWRYHGXWHGL7RN\RGL'D]DL2VDPX”. $QQDOLGHOO¶,VWLWXWR8QLYHUVLWDULR2ULHQWDOHGL1DSROL, 34, pp. 247-275. ——— (1974). “Il5DQJDNXNRWRKDMLPHdi Kikuchi Kan”. ,O *LDSSRQH, XIV, pp. 73-102. ——— (1975). “2URFKL ,O GUDJR  GL .RPDWVX 6DN\ǀ´ ,O *LDSSRQH, XV, pp. 77-100. ——— (1976). “Gli antecedenti del racconto poliziesco in Giappone e l’innesto del mystery occidentale”. ,O*LDSSRQH, XVI, pp. 65-83. ——— (1977). “Recitativi e narrativa nel Giappone degli DQQL7RNXJDZD0HLML´,O*LDSSRQH, XVII, pp. 53-70. ——— (1978). “Il fumetto in Giappone: 1) L’evoluzione del PDQJDGDOO¶HUD0HLMLDOODJXHUUDGHO3DFL¿FR´,O*LDSSRQH, XVIII, pp.131-181. ——— (1979). “La narrativa giapponese negli anni di tranVL]LRQH 7RNXJDZD0HLML  ´ $QQDOL GHOO¶,VWLWXWR 8QLYHUVLWDULR2ULHQWDOHGL1DSROL, 39, pp. 421-456. ——— (1979). “6XVDQRR QR PLNRWR GL $NXWDJDZD 5\njQRVXNH´,O*LDSSRQH, XIX, pp. 41-93. ——— (1980). “Il fumetto in Giappone: 2) Dal dopoguerra al trionfo del gekiga”. ,O*LDSSRQH, XX, pp. 103-158. ——— (1981). “Il fumetto in Giappone: 3) L’evoluzione degli anni Sessanta e le ultime proposte”. ,O*LDSSRQH, XXI, pp. 93151. ——— (1982). “.XQLVDGD &KXML di Kikuchi Kan”. ,O *LDSSRQH, XXII, pp. 97-114. ——— (1983). “Cronaca e letteratura: dal ‘caso Genta’ a 0DVXUDR di Enchi Fumiko”. ,O*LDSSRQH, XXXIII, pp.187-205. ——— (1984). “Il romanzo storico nel Giappone moderno:  ,OSUREOHPDWHRULFRLQ7VXERXFKL6Kǀ\ǀ´,O*LDSSRQH, XXIV, pp. 5-22. XII, 3XEEOLFD]LRQLGL0DULD7HUHVD2UVL 657 ——— (1985). “Il ‘romanzo più lungo del mondo’: Dai %RVDWVXWǀJH di Nakazato Kaizan”. ,O*LDSSRQH, XXV, pp. 149174. ²²²   WUDGX]LRQHGL 7VXVKLPD<njNR/¶LVRODGHOOD felicità (<RURNRELQRVKLPD). /LQHDG¶RPEUD, 14. ——— (1988) (traduzione di). Dazai Osamu, Il suono del martello (7RNDWRQWRQ). /LQHDG¶RPEUD, 23, pp. 39-44. ——— (1992). “Introduzione”, in Mastrangelo, Matilde (a FXUDGL 0RULƿJDL/¶LQWHQGHQWH6DQVKǀ. Milano: Linea d’ombra edizioni, pp. 6-9. ——— (1992). “Introduzione”, in Canova Tura, Graziana. D FXUD GL  (GRJDZD 5DQSR /D EHOYD QHOO¶RPEUD. Venezia: Marsilio, pp. 9-33. ²²²   WUDGX]LRQHGL 7VXVKLPD<njNR,OGRPLQLR della luce (+LNDULQRU\ǀEXQ). /LQHDG¶RPEUD, 69, pp. 55-59. ——— (1994). “Il confronto con l’occidente: il caso di 1DWVXPH6ǀVHNL´LQ,VWLWXWR*LDSSRQHVHGL&XOWXUD DFXUDGL ,O *LDSSRQHPRGHUQRDOODULFHUFDGHOO¶RFFLGHQWH. Roma: “L’erma” di Bretschneider, pp. 43-53. ——— (1994). “Giappone: Letteratura”, in 3LFFROD7UHFFDQL, vol. V5RPD0DUFKHVL*UD¿FKH(GLWRULDOLSS ——— (1994) (traduzione di). Nosaka Akiyuki, La tomba delle lucciole (+RWDUXQRKDND), /LQHDG¶RPEUD, 97, pp. 26-37. ——— (1995). “La letteratura giapponese”, in Istituto Giapponese di Cultura (a cura di). 1RWL]LDULR. Roma, pp. 5-10. ——— (1995). “Il sole del 6 agosto. Il romanzo giapponese tra oblio e memoria”. /LQHDG¶RPEUD, pp. 31-35. ——— (1995). “Haiku to sono kaishaku”. $RL, pp. 54-59. ²²²  ³%XQJDNXQRNLQǀWRWRVKLWHQRLUR1LKRQ gendai bungaku no baai”. +LNDNXEXQJDNXQHQVKL (Annales de Litteérature Comparée), XXXII, pp. 147-161. ——— (1997). “In’ei no iro”, in Boscaro, Adriana (a cura di). 7DQL]DNL-XQ¶LFKLUǀNRNXVDLVKLQSRMLXPX (7DQL]DNL-XQ¶LFKLUǀ $Q,QWHUQDWLRQDO6\PSRVLXP 7ǀN\ǀ&KnjǀNǀURQVKDSS ——— (1998). “Introduzione”, in Id. (a cura di). )LDEHJLDSSRQHVL. Torino: Einaudi, pp. VII-XXXVII. 658 I DIECI COLORI DELL’ELEGANZA ²²²  ³7KH&RORUVRI6KDGRZV´LQ%RVFDUR$GULDQD Chambers, A.H. (Eds.). $ 7DQL]DNL )HDVW 7KH ,QWHUQDWLRQDO 6\PSRVLXPLQ9HQLFH. Ann Arbor: Center for Japanese Studies, pp. 1-14. ——— (1998). “Giappone: Letteratura”, in /HVVLFR 8QLYHUVDOH,WDOLDQR, II Supplemento, vol. I, pp. 505-506. ——— (1999). “All’ombra del *HQMLPRQRJDWDUL”, in Canova Tura, Graziana. (a cura di). Enchi Fumiko, 0DVFKHUHGLGRQQD. Venezia: Marsilio, pp. 11-23. ——— (1999). “Il romanzo come pittura: il modello di 1DWVXPH6ǀVHNL´$VLDWLFDYHQHWLDQD, 4, pp. 185-204. ——— (2001). “Leggere il *HQMLPRQRJDWDUL”, in Ciapparoni La Rocca, Teresa (a cura di). ,QWURGX]LRQHDOODFXOWXUDOHWWHUDULD 4XDGHUQLJLDSSRQHVL±. Roma: Bulzoni, pp. 65-80. ——— (2001). “Les couleurs de l’ombre”, (XURSH QRY déc., pp. 83-90. ——— (2001). “La standardizzazione del linguaggio: il caso giapponese”, in Moretti, Franco (a cura di).,OURPDQ]Rvol. I, La FXOWXUDGHO URPDQ]R. Torino: Einaudi, pp. 347-376. ²²²   WUDGX]LRQHGL .DZDEDWD<DVXQDUL/LULFD, in Amitrano, Giorgio (a cura di). .DZDEDWD<DVXQDUL. Milano: Mondadori, pp. 1109-1113. ²²²   WUDGX]LRQHGL .DZDEDWD<DVXQDUL*OLRFFKL QHJOLXOWLPLLVWDQWL, in Amitrano, Giorgio (a cura di). .DZDEDWD <DVXQDUL. Milano: Mondadori, pp. 1209-1224. ²²²   WUDGX]LRQHGL .DZDEDWD<DVXQDULLa voce GHOOD SXUH]]D, in Amitrano, Giorgio (a cura di). .DZDEDWD <DVXQDUL. Milano: Mondadori, pp. 1226-1233. ²²²   WUDGX]LRQHGL .DZDEDWD<DVXQDUL/DEHOOH]]DGHO*LDSSRQHHLR, in Amitrano, Giorgio (a cura di). .DZDEDWD <DVXQDUL. Milano: Mondadori, pp. 1237-1253. ——— (2003). “*HQMLPRQRJDWDUL”, in Moretti, Franco (a cura di). ,OURPDQ]R, vol. V, /H]LRQL. Torino: Einaudi, pp. 17-28. ——— (2003). “La letteratura classica: il cammino dei moQRJDWDUL”, in Tamburello, Adolfo (a cura di). ,WDOLD*LDSSRQH DQQL, vol. II. Napoli: Il Torcoliere, pp. 559-562. 3XEEOLFD]LRQLGL0DULD7HUHVD2UVL 659 ²²²  ³5L.DLVHL´LQ$PRLD$.QDSS% (GV  0XOWLFXOWXUDO :ULWHUV VLQFH . Westport–London: GreenZRRG3UHVVSS ——— (2004). “La neve e il sangue”, in Id. (a cura di). 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LXXVIII, pp. 93-103. ²²²  ³1DWVXPH6ǀVHNLO¶2FFLGHQWHFRPHVRJQRH fantasia”, in Caroli, Rosa (a cura di). ±,WDOLDH*LDSSRQH ,QWUHFFLFXOWXUDOL Venezia: Cafoscarina, pp. 129-142. ——— (2010). “Lo VKǀMR PDQJD: andante con brio”, in 0D]]HL)UDQFR&DULRWL3DWUL]LD DFXUDGL 2ULHQWH2FFLGHQWHH GLQWRUQL«, 6FULWWLLQRQRUHGL$GROIR7DPEXUHOOR, vol. IV. Napoli: Il Torcoliere, pp. 1849-1859. ——— (2012). “Il *HQML PRQRJDWDUL: oltre il millennio”, LQ0DXUL]L$QGUHD&LDSSDURQL/D5RFFD7HUHVD DFXUDGL  /D ¿JOLD RFFLGHQWDOH GL (GR 6FULWWL LQ PHPRULD GL *LXOLDQD 6WUDPLJLROL. Milano: FrancoAngeli, pp. 115-122. ——— (2012). “Il *HQMLPRQRJDWDUL”, in Maurizi, Andrea (a cura di). 6SLULWXDOLWjHGHWLFDQHOODOHWWHUDWXUDGHO*LDSSRQHSUHPRGHUQR. Novara: Utet, pp. 45-63. ——— (2013) (traduzione di). Matsuda Aoko, ,O JLDUGLQRGL0DUJKHULWD, in Coci, Gianluca (a cura di). 6FULYHUHSHU 660 I DIECI COLORI DELL’ELEGANZA )XNXVKLPD5DFFRQWLHVDJJLDVRVWHJQRGHLVRSUDYYLVVXWLGHO WHUUHPRWR. Roma: Atmosphere Libri, pp. 41-46. ——— (2013) (traduzione di). Murata Sayaka, *OL LQQDPRUDWL GHO YHQWR, in Coci, Gianluca (a cura di). 6FULYHUH SHU )XNXVKLPD5DFFRQWLHVDJJLDVRVWHJQRGHLVRSUDYYLVVXWLGHO WHUUHPRWR. Roma: Atmosphere Libri, pp. 47-53. COLLANA DI STUDI GIAPPONESI RICERCHE 1. Gianluca Coci (a cura di) Japan Pop. Parole, immagini, suoni dal Giappone contemporaneo isbn 978-88-548-6002-5, formato 14x21, 716 pagine, 27 euro 2. Matilde Mastrangelo, Andrea Maurizi (a cura di) I dieci colori dell’eleganza isbn 978-88-548-5856-5, formato 14x21, 575 pagine, 25 euro IL PONTE 1. Anonimo Storia del Secondo Consigliere di Hamamatsu Andrea Maurizi (a cura di) isbn 978-88-548-6159-5, formato 14x21, 288 pagine, 17 euro Printed in September 2013 by « ERMES. Servizi Editoriali Integrati S.r.l. » 00040 Ariccia (RM) – via Quarto Negroni, 15 for « Aracne editrice S.r.l. » di Roma