GUI
DO MI
LANESE
Unag
l
o
s
s
ano
ni
a
na
,
La
b
e
r
i
oePl
a
ut
o
i
n
CASTAGNA,
L.
&RI
BOLDI
,
C.
(
e
dd.
)
Ami
c
i
t
i
a
et
e
mpl
as
e
r
e
na
:
s
t
ud
ii
no
no
r
ed
iGi
us
e
ppeAr
i
c
ò
Vi
t
aepe
ns
i
e
r
o
,
Mi
l
a
no2
0
0
8
,
pp.
1
1
1
1
1
1
1
9
GUIDO MILANESE
Una glossa noniana, Laberio e Plauto*
I marginalia al testo rappresentano un elemento importante per la
storia della trasmissione dell’opera di Nonio, perché permettono,
in alcuni casi, di risalire a uno stato prearchetipale della tradizione,
restituendoci «tracce evidenti di interpretazioni che in seguito –
almeno a partire dall’archetipo – sono scomparse»1.
Questi marginalia derivano da una antichissima trascrizione
marginale di buona parte almeno dei lemmi noniani, corredati da
una breve interpretazione tratta (con adattamenti) dal corpo
dell’opera noniana. Si tratta, come osserva ancora il Gatti, di
compendi marginali, più che di vere e proprie glosse, ma in alcuni
casi hanno valore vero e proprio di glossario. Il Gatti osserva che
una di queste 'glosse marginali', trasmessa dai manoscritti GHPE2 è
____________________________________________________
* Ringrazio Ferruccio Bertini e Paolo Gatti per avere letto l’articolo e per gli utili
consigli.
1
P. GATTI, Nonio nei glossari, in F. BERTINI (ed.), Prolegomena Noniana I. Genova
2000, pp. 79–100, qui p. 81. Il Gatti riconosce il merito di avere intuito che i
marginalia ci restituiscono uno sguardo alle condizioni prearchetipali del testo
noniano a G. LOEWE, Glossae nominum, Lipsiae 1884, pp. 238-239. L’articolo ora
citato del Gatti rappresenta uno snodo importante negli studi su Nonio e i glossari;
si può ricordare, dopo il tuttora fondamentale J.H. ONIONS - W.M. LINDASY, The
Nonius Glosses, «HSCPh» 9 (1898), pp. 67-86, P. GATTI, Un nuovo glossario
noniano, «Bollettino dei classici» 9 (1988), pp. 105-109 (sul Paris B.N. 7596A). Di
recente il Gatti ha pubblicato la prima serie delle glosse del ms. Leiden
Rijksuniversiteit Voss. lat 8150: P. GATTI, Glossae Nonii Leidenses. La prima
serie, Trento 2005. In questo volume va anche apprezzata la lucida esposizione
compendiaria (pp. 7-14) della complessiva questione delle glossae Nonii.
2
Secondo i sigla del Lindsay: si tratta di Wolfenbüttel, Herzog–August–Bibliothek,
Gud. Lat. 96 (10); London, British Library, Harley 2719; Paris, Bibliothèque
nationale de France, lat. 7667; El Escorial, Real Biblioteca del Escorial, M.III.14;
1112
GUIDO MILANESE
di particolare interesse. Il lemma noniano è il seguente (p. 129, 2021 L. = 90 M.):
CONLABELLA.
Laberius Anna Peranna:
cónlabélla ósculum3.
L’apparato critico del Lindsay è ridotto al minimo, mentre
Quicherat ricorda che la lezione corrente è Laberius annalium
peranna, corretta dal Gifanius e accolta dal Mercier4, anche se già
l’edizione di Iunius (1565), pur stampando Annalium, suggerisce in
margine Anna [p. 118], mentre nell’Elenchus Auctorum [p. 11]
riporta Annales tra le opere di Laberio (Peranna diventava quindi
un vocativo, come negli incunaboli: cfr. p. 7).
Comunque ciò che si nota subito nel testo di Nonio è la
mancanza dell’interpretazione: evidentemente c’è stato un guasto
(nell’archetipo, prima di esso?) che ha portato alla omissione
dell’interpretazione del lemma: lo schema normale del lemma
noniano è infatti: lemma – interpretazione – citazione o citazioni.
Per esempio si veda il lemma CADUCITER, di lì a poco (p. 129, 1-3
____________________________________________________
datazioni e bibliografia nel mio Censimento dei manoscritti noniani, Genova 2005, nn.
142, 73, 120, 36.
3
Il frammento di Laberio è il n. 2 nell’ed. Ribbeck3 (II p. 339) e il n. 10 in M.
BONARIA (ed.), Romani mimi, Romae 1965 (Bonaria2), cui conviene ricorrere anche
per informazioni sul titolo del mimo laberiano.
4
In effetti il mimo di Laberio è citato da GELL. XVI 7 p. 170 HOSIUS. Sui
commenti di Gellio in merito a Laberio cfr. le note del Bernardi-Perini in AULO
GELLIO, Le notti attiche, a cura di G. BERNARDI-PERINI, Torino 1996, II, pp. 11621165; recentemente A. GARCEA - V. LOMANTO, Gellius and Fronto on Loanwords and
Literary Models: Their Evaluation of Laberius, in L. HOLFORD-STREVENS - A. VARDI
(eds.), The worlds of Aulus Gellius, Oxford 2004, pp. 41-64. Sul mimo Anna Peranna
di Laberio (possibile contenuto e trama, rapporti con Ovidio), cfr. F. GIANCOTTI,
Mimo e gnome: Studio su Decimo Laberio e Publilio Siro, Messina - Firenze 1967, pp.
61-65. L’edizione più completa del frammento è comunque quella di M. CARILLI,
Note ai frammenti di Laberio tramandati da Nonio, in Studi Noniani VII, Genova 1982,
pp. 33-88, qui p. 39, che esamina tutta la documentazione dei mss. noniani;
sempre la Carilli (p. 34) riconduce, sulle orme degli studi precedenti, questa
citazione di Laberio a uno dei glossari adoperati da Nonio, e precisamente al
Glossarium Alphabeticum Verborum: cfr W.M. LINDSAY, Nonius Marcellus’ Dictionary of
Republican Latin, Oxford 1901, p. 41.
UNA GLOSSA NONIANA, LABERIO E PLAUTO
1113
L. = 91 M.):
CADUCITER, praecipitanter. Varro Aethrione
(segue la citazione)
ove ovviamente CADUCITER è il lemma e praecipitanter
l’interpretazione. Nel caso che ci interessa manca appunto
l’interpretazione, perché si passa direttamente dal lemma alla
citazione. Ora, la ‘glossa marginale’ di GHPE (cui va aggiunto F3)5
riporta invece una possibile interpretazione: Collabella adiunge
(adiungere E) labra6. Come nota il Gatti, «il lemma presenta
l’imperativo del verbo collabellare, che è attestato unicamente da
Laberio – e tramandato solo da Nonio – e la cui interpretazione
(adiunge labra) difficilmente si può attribuire all’ingegno di chi
trascrisse l’annotazione sul margine del codice»; il glossatore,
osserva ancora il Gatti, non è un “inventivo”, e «si limita a
testimoniare lo stato del testo di Nonio»7.
La glossa si ritrova anche, identica, nella ‘prima serie’ delle
Glossae Nonii tràdite dal ms. Leiden, Rijksuniversiteit B.P.L. 67F8,
che tramanda vari glossari tra cui le due serie delle cosiddette
Glossae Nonii, la prima delle quali va riferita al II libro dell’opera
noniana e coincide largamente con i marginalia9. La glossa che ci
____________________________________________________
5
Terzo correttore del manoscritto di Firenze, Laurenziana 48. Cfr. la bibliografia
in G. MILANESE, Censimento dei manoscritti noniani, Genova 2005 e di recente G.
MILANESE, Il codex optimus di Nonio e alcuni dati per la riconsiderazione della ‘seconda
famiglia’ noniana, in F. BERTINI (ed.), Prolegomena Noniana V, Genova 2005, pp. 5566 a proposito dei rapporti tra F3 e la seconda famiglia dei mss. noniani (b secondo
i sigla di Lindsay).
6
Edizione di riferimento, dopo ONIONS - LINDSAY, The Nonius Glosses, 75, è oggi
GATTI, Glossae Nonii Leidenses. La prima serie, 52. Nella sua edizione della prima
serie delle Glossae Nonii Gatti riporta infatti anche una edizione ‘comparativa’ dei
marginalia noniani.
7
GATTI, Nonio nei glossari, pp. 81-82.
8
P.C. MOLHUYSEN, Codices Bibliothecae Publicae Latini. Bibliotheek der Rijksuniversiteit,
Leiden, Lugduni Batavorum 1912. Codices manuscripti III, 37; CLA X p. 40: VIIIIX sec.
9
GATTI, Glossae Nonii Leidenses. La prima serie, pp. 10-12.
1114
GUIDO MILANESE
interessa è ovviamente Conlabella: adiunge[re] labra10.
Credo che si possa dimostrare che il glossatore non inventava,
ma dipendeva da una tradizione antica. Il sintagma adiungere labra
non è, infatti, invenzione di un glossatore, ma riecheggia
un’espressione plautina (Pseudolus, vv. 1259 ss.):
Nam ubi amans complexust amantem, ubi ad labra labella
adiungit, ubi
altera alterum bilingui manufesto inter se prehendunt,
ubi mammia mammicula opprimitur aut si lubet corpora condu
-plicant,
manu candida cantharum dulciferum † propinare † amicissumam
amicitiam.
Il passo, piuttosto tormentato dal punto di vista testuale11, è
interessante per il nostro lemma noniano perché mostra che è
altamente probabile che il glossatore avesse in mente il passo
plautino nel momento in cui formulava l’interpretatio del lemma
illustrato dalla citazione di Laberio. Del resto, si tratta di una
espressione che poteva certamente interessare i grammatici,
considerata l’esistenza di un qualche dibattito in merito all’uso
corretto delle parole di questa area semantica: così, se Carisio
affermava che labra et labia indistincte dicuntur, et deminutio labella,
non labiae, ut quidam volunt (p. 131, 5), sempre Carisio ci informa
che Verrio Flacco (fr. 26 F.) tendeva a distinguere tra labra e labia.
La distinzione di Verrio Flacco era di carattere diremmo morale12,
mentre dal Servius auctus sappiamo anche di una polemica
puramente grammaticale in merito alla coppia labra – labia:
____________________________________________________
10
GATTI, Glossae Nonii Leidenses. La prima serie, p. 52. L’ed. di Goetz (CGL V p. 639,
47), stampa Collabello adiungere labra, ma la lettura del Gatti è confermata dal
confronto con la splendida fotografia dell’originale (f. 142v) pubblicata nel volume
citato. La correzione -[re] è giustificata dallo stato del testo dei marginalia noniani.
11
Utilizzo qui l’ed. del Lindsay: per quanto riguarda l’espressione che ci interessa,
va notata la variante labra ad / ad labra, sostanzialmente ininfluente per il problema
che ci interessa. Cfr. anche G. LODGE, Lexicon Plautinum, Leipzig 1924-1933, I 48B.
12
Verrius autem Flaccus (fr. 26 F.) sic distinxit, modica esse labra, labia [autem] inmodica,
et inde labiones dici.
UNA GLOSSA NONIANA, LABERIO E PLAUTO
1115
LABELLVM] inanissimam quidam temptant facere discretionem, ut
virorum labra, mulierum labia dicantur (ad buc. II 34), dottrina
attestata anche da Isidoro (XI i, 49-50)13.
I giochi di variazione lessicale sull’area di labra / labia / labellum
sono ben presenti a chiunque pratichi la poesia erotica latina.
Basterà pensare a Mazio (fr. 12 MOREL = 11 COURTNEY)
columbulatim labra conserens labris, non a caso proveniente da Gellio
(XX 9) che, come nota Courtney, «liked the neologisms appearing
in his Mimiambi»14, e che ci restituisce qui un hapax (columbulatim)
simile al collabella che interessa questa ricerca15. D’altra parte lo
stesso Lucilio, anche qui tramandato da Nonio (p. 260 M.), gioca su
labra labellis (VIII 303); ma per la posterità sicuramente il modello
restava Plauto: oltre allo Pseudolus già citato vedi Miles v. 1335
(labra ab labellis), Asinaria v. 666 (prehende auriculis, compara labella
cum labellis), che interessa Nonio (367, 33 L.).
La quantità non indifferente di testimonianze a favore di un
interesse dell’erudizione di età imperiale nei confronti di questo
tipo di lessico, e dei giuochi verbali a esso legati, fanno dunque
pensare che il marginale noniano sia traccia di una glossa le cui
radici vanno ricercate nello stesso tipo di ambiente ‘professorale’ di
Servio, di Carisio, infine di Gellio. D’altra parte, il Jocelyn notò, a
proposito di Gellio XX 6-9, ove si cita un altro passo dello
Pseudolus, che il dialogo tra Gellio e Sulpicio Apollinare è traccia di
una antica polemica grammaticale, e che la fonte della citazione di
Pseudolus 3-6 è da ricercarsi nella tradizione indiretta più che in
una conoscenza diretta (lo stesso passo è utilizzato anche da Nonio,
p. 804, 12-14 L. ma per ragioni diverse)16. Forse la radice di questa
____________________________________________________
13
La coppia labrum–labellum compare anche in elenchi grammaticali quali quello di
Prisciano I, GLK II, p. 27, 15.
14
E. COURTNEY, The fragmentary Latin poets, Oxford 1993, p. 99.
15
Sugli hapax di Laberio cfr. M. CARILLI, Artificiosità ed espressività negli hapax di
Laberio, «SRIL» 3 (1980), pp. 19–33.
16
H.D. JOCELYN, Studies in the indirect tradition of Plautus’ Pseudolus: III: The
«archaising movement», Republican comedy and Aulus Gellius’ Noctes Atticae, in N.
HORSFALL (ed.), Vir bonus discendi peritus: studies in celebration of Otto Skutsch’s eightieth
1116
GUIDO MILANESE
glossa è da identificarsi nell’esegesi plautina? Possibile, se teniamo
conto del fatto che, almeno in un caso, Nonio mostra un’evidente
vicinanza a tradizioni esegetiche17.
***
Possiamo dunque concludere ritenendo confermata l’affermazione
del Gatti: almeno in questo caso l’interpretazione offerta dal
marginale non può essere ricondotta a un’invenzione sporadica.
Questa interpretazione, fortemente radicata nel testo plautino,
forse remotamente riconducibile all’esegesi dei testi di Plauto,
costituisce un frammento grammaticale di sicura antichità. Il
sospetto che l’autore di questo frammento fosse proprio Nonio è
tutt’altro che peregrino: e se l’accordo tra la ‘seconda famiglia’
noniana e le lezioni di F3 ha realmente l’importanza tradizionale
che ritengo si debba riconoscere18, anche ai marginalia noniani, che
a questo accordo ancora una volta vanno ricondotti, dovrà essere
riconosciuta la possibilità di riportarci più vicini all’archetipo
noniano certo, ma forse anche a frammenti del testo di Nonio
accidentalmente spariti dal corpo dell’opera, ma conservati
dall’antichissimo lavoro di adattamento della complessa opera
noniana a una più agevole consultazione19.
Appendice: gli Annali di Laberio e altri fantasmi
Che l’interpretazione del marginale, (proto)noniana o no, sia
____________________________________________________
birthday, London, University of London, Institute of Classical Studies 1988, pp. 5772.
17
G. MILANESE, La campagna, la vita semplice. Esplorazioni tra filosofia, poesia elegiaca,
lessicografia, in L. BELLONI - G. MILANESE - A. PORRO (edd.), Scripta classica Iohanni
Tarditi oblata, Milano 1995, pp. 1101-1122, qui pp. 1112-1113.
18
19
MILANESE, Il codex optimus di Nonio, passim.
Aggiungo ora che la lezione corretta è certamente adiunge (ricordo che il cod E e
il glossario leidense leggono adiungere): ovviamente collabella è un imperativo, e
adiunge lo glossa perfettamente, adattando il testo di Plauto al passo da
interpretare.
UNA GLOSSA NONIANA, LABERIO E PLAUTO
1117
comunque corretta e di rispettabile antichità, pare dunque
difficilmente confutabile. E non a caso l’interpretazione in
questione entrò nel testo, grazie alla diffusione delle lezioni della
‘seconda famiglia’ noniana, e ci restò confortevolmente. Non si
trattava di una diffusione ubiquitaria. Il Cambridge Corpus Christi
College 229, f. 13v, non ha questa ‘intrusione’20; mentre la
presentano mss. umanistici quali il bresciano Queriniano A IV 5,
dell’anno 143721, alla fine del secolo XV il ms. Holkham Hall 407,
un prodotto di Bruges22, ma non per esempio, il Parigino 7579 (XV
secolo)23.
Le edizioni precedenti a quella del Mercier presentano nel
testo la lezione glossata, anche se la forma che ho riscontrato in
diversi incunaboli è ortograficamente diversa da quella dei mss.:
Colabella adiunge labra. Laberius annalium. Paranna colabella osculum.
Oltre alle due particolrià ortografiche si noterà la scansione del
testo, che fa di Paranna (Peranna) un vocativo24.
Anche l’edizione di Iunius mantiene la glossa (p. 118: Collabella
adiunge labra). Non Mercier, che inoltre, nel commento (p. 117) dà
ormai per risolta la questione del titolo laberiano, rinviando a
Gellio, anche se lascia poi nel testo la lezione errata annalium.
L’edizione di Gerlach–Roth (del 1842) stampa ancora (p. 63)
____________________________________________________
20
Si tratta di un importante ms. del sec. XII, appartenente sostanzialmente alla II
famiglia: P. GATTI, Note sulla tradizione medievale di Nonio Marcello (libri I-III): il ms.
Cambridge, Corpus Christi College, 229, in S. KRÄMER - M. BERNHARD (eds.), Scire
litteras. Forschungen zum mittelalterlichen Geistesleben, München 1988, pp. 183–185.
Bibliografia e descrizione: MILANESE, Censimento, num. 14.
21
MILANESE, Censimento, num. 13.
22
MILANESE, Censimento, num. 59.
23
MILANESE, Censimento, num. 116.
24
Controllo effettuato sulle edd. Parma 1480 [f. XXVv], Venezia 1483 [f. XVIIIr],
Venezia 1492 [f. Xr]. Sugli incunaboli di Nonio va visto l’esame offerto da A.
LUNELLI, L’“editio princeps” del capitolo III di Nonio, «Res publica litterarum» 9
(1986), pp. 193–202, che supera l’ormai datato H. NETTLESHIP, The Printed Editions
of Nonius Marcellus, «Journal of Philology» 21 (1893), p. 211.
1118
GUIDO MILANESE
Laberius Annalium Peranna: ecc.25. Trent’anni dopo, nel 1872, l’ed.
di Quicherat (p. 92) fa rispuntare adjunge labra, con una un po’
reticente nota in apparato (quod omittunt ceteri). La lezione 'glossata'
era del resto ben viva, come mostra l’abbastanza incredibile voce
collabellare nel Glossarium eroticum linguae Latinae del Pierrugues
(1826)26:
COLLABELLARE.
- Labra vicissim osculis commiscere.
«Collabella, adjunge labra.»
LABER. Annal.
«Peranna, collabella osculum.»
NON. MARC de Honest. dictis.
Nam compositione latina col conjungit.
Dunque agli ipotetici Annales di Laberio si attribuiscono il
lemma seguito dal marginale noniano; a Nonio, invece, si attribuisce
il testo da Peranna in poi; Peranna diventa vocativo come già nel
Quattrocento e nell’edizione di Iunius (cfr. qui sopra a p. 7 e p. 2).
Nel 1888 Müller informa in apparato sulla questione, e il testo
– dopo la parentesi di Quicherat – ritorna quello ipotizzato da
Iunius e Mercier, con gli Annali di Laberio, tuttavia, espulsi anche
dal testo noniano e dalla lunga permamenza nel catalogo dei
desiderata della storiografia latina. Onions, nel 1895, si limita a
riportare F3 mg. come fonte della glossa adiunge labra, come farà
Lindsay pochi anni dopo, omettendo di menzionare la presenza del
marginale nella II famiglia, e riconosce che annalium peranna è
lezione d’archetipo. La glossa marginale di F3/b, espulsa dal testo di
____________________________________________________
25
L’edizione di F.D. Gerlach (1793-1876) e di K.L. Roth (1790-1868) è
notoriamente fragile, anche se ovviamente fu utilizzata per parecchi decenni, prima
delle edizioni di Quicherat e di Müller. Gerlach fu anche editore di Sallustio (1843)
e di Lucilio (1846).
26
P. PIERRUGUES, Glossarium eroticum linguae Latinae: sive Theogoniae, legum et morum
nuptialium apud Romanos explanatio nova: ex interpretatione propria et impropria et
differentiis in significatu fere duorum millium sermonum, ad intelligentiam poetarum et
ethologorum tam antiquae quam integrae infimaeque Latinitatis, Paris 1826, p. 131. Non
sembra interessato a collabella J.N. ADAMS, The Latin Sexual Vocabulary, London
1982.
UNA GLOSSA NONIANA, LABERIO E PLAUTO
1119
Nonio, terminò la sua non ingloriosa carriera in modo dignitoso,
nelle pagine dei glossari moderni: così Forcellini spiega collabella
come «giungere labbra a labbra, labra labris adjungo»; il Georges
«zusammenlippen = durch Zusammenziehung der Lippen möglich
machen, osculum». Infine il Thesaurus conferma l’interpretazione
ma preferisce coniungere ad adiungere27. Quicherat, nel suo
Thesaurus28, interpreta donner avec les lèvres.
Poi, con la vistosa eccezione dell’edizione noniana del
Quicherat, si restituì il testo dei manoscritti contro gli ‘intrusori’. O,
forse, alla fine, avevano ragione loro, e senza sapere di farlo
stavano riportando il testo di Nonio al suo stato prearchetipale?
____________________________________________________
27
Edizione del Forcellini consultata: Padova 18273; del Georges: 1913; Thesaurus:
vol. III col. 1572.
28
L. QUICHERAT, Thesaurus Poeticus Linguae Latinae, Paris 18863, p. 219. La prima
edizione dell’opera è del 1836, rivista poi dallo stesso autore nel 1875 e da
Chatelein nel 1886, e ristampata nel corso del Novecento.