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Una glossa noniana, Laberio e Plauto

2008, Amicitiae templa serena: studi in onore di Giuseppe Aricò, ed. L. Castagna -- C. Riboldi

A note on a passage of Laberius quoted by Nonius.

GUI DO MI LANESE Unag l o s s ano ni a na , La b e r i oePl a ut o i n CASTAGNA, L. &RI BOLDI , C. ( e dd. ) Ami c i t i a et e mpl as e r e na : s t ud ii no no r ed iGi us e ppeAr i c ò Vi t aepe ns i e r o , Mi l a no2 0 0 8 , pp. 1 1 1 1 1 1 1 9 GUIDO MILANESE Una glossa noniana, Laberio e Plauto* I marginalia al testo rappresentano un elemento importante per la storia della trasmissione dell’opera di Nonio, perché permettono, in alcuni casi, di risalire a uno stato prearchetipale della tradizione, restituendoci «tracce evidenti di interpretazioni che in seguito – almeno a partire dall’archetipo – sono scomparse»1. Questi marginalia derivano da una antichissima trascrizione marginale di buona parte almeno dei lemmi noniani, corredati da una breve interpretazione tratta (con adattamenti) dal corpo dell’opera noniana. Si tratta, come osserva ancora il Gatti, di compendi marginali, più che di vere e proprie glosse, ma in alcuni casi hanno valore vero e proprio di glossario. Il Gatti osserva che una di queste 'glosse marginali', trasmessa dai manoscritti GHPE2 è ____________________________________________________ * Ringrazio Ferruccio Bertini e Paolo Gatti per avere letto l’articolo e per gli utili consigli. 1 P. GATTI, Nonio nei glossari, in F. BERTINI (ed.), Prolegomena Noniana I. Genova 2000, pp. 79–100, qui p. 81. Il Gatti riconosce il merito di avere intuito che i marginalia ci restituiscono uno sguardo alle condizioni prearchetipali del testo noniano a G. LOEWE, Glossae nominum, Lipsiae 1884, pp. 238-239. L’articolo ora citato del Gatti rappresenta uno snodo importante negli studi su Nonio e i glossari; si può ricordare, dopo il tuttora fondamentale J.H. ONIONS - W.M. LINDASY, The Nonius Glosses, «HSCPh» 9 (1898), pp. 67-86, P. GATTI, Un nuovo glossario noniano, «Bollettino dei classici» 9 (1988), pp. 105-109 (sul Paris B.N. 7596A). Di recente il Gatti ha pubblicato la prima serie delle glosse del ms. Leiden Rijksuniversiteit Voss. lat 8150: P. GATTI, Glossae Nonii Leidenses. La prima serie, Trento 2005. In questo volume va anche apprezzata la lucida esposizione compendiaria (pp. 7-14) della complessiva questione delle glossae Nonii. 2 Secondo i sigla del Lindsay: si tratta di Wolfenbüttel, Herzog–August–Bibliothek, Gud. Lat. 96 (10); London, British Library, Harley 2719; Paris, Bibliothèque nationale de France, lat. 7667; El Escorial, Real Biblioteca del Escorial, M.III.14; 1112 GUIDO MILANESE di particolare interesse. Il lemma noniano è il seguente (p. 129, 2021 L. = 90 M.): CONLABELLA. Laberius Anna Peranna: cónlabélla ósculum3. L’apparato critico del Lindsay è ridotto al minimo, mentre Quicherat ricorda che la lezione corrente è Laberius annalium peranna, corretta dal Gifanius e accolta dal Mercier4, anche se già l’edizione di Iunius (1565), pur stampando Annalium, suggerisce in margine Anna [p. 118], mentre nell’Elenchus Auctorum [p. 11] riporta Annales tra le opere di Laberio (Peranna diventava quindi un vocativo, come negli incunaboli: cfr. p. 7). Comunque ciò che si nota subito nel testo di Nonio è la mancanza dell’interpretazione: evidentemente c’è stato un guasto (nell’archetipo, prima di esso?) che ha portato alla omissione dell’interpretazione del lemma: lo schema normale del lemma noniano è infatti: lemma – interpretazione – citazione o citazioni. Per esempio si veda il lemma CADUCITER, di lì a poco (p. 129, 1-3 ____________________________________________________ datazioni e bibliografia nel mio Censimento dei manoscritti noniani, Genova 2005, nn. 142, 73, 120, 36. 3 Il frammento di Laberio è il n. 2 nell’ed. Ribbeck3 (II p. 339) e il n. 10 in M. BONARIA (ed.), Romani mimi, Romae 1965 (Bonaria2), cui conviene ricorrere anche per informazioni sul titolo del mimo laberiano. 4 In effetti il mimo di Laberio è citato da GELL. XVI 7 p. 170 HOSIUS. Sui commenti di Gellio in merito a Laberio cfr. le note del Bernardi-Perini in AULO GELLIO, Le notti attiche, a cura di G. BERNARDI-PERINI, Torino 1996, II, pp. 11621165; recentemente A. GARCEA - V. LOMANTO, Gellius and Fronto on Loanwords and Literary Models: Their Evaluation of Laberius, in L. HOLFORD-STREVENS - A. VARDI (eds.), The worlds of Aulus Gellius, Oxford 2004, pp. 41-64. Sul mimo Anna Peranna di Laberio (possibile contenuto e trama, rapporti con Ovidio), cfr. F. GIANCOTTI, Mimo e gnome: Studio su Decimo Laberio e Publilio Siro, Messina - Firenze 1967, pp. 61-65. L’edizione più completa del frammento è comunque quella di M. CARILLI, Note ai frammenti di Laberio tramandati da Nonio, in Studi Noniani VII, Genova 1982, pp. 33-88, qui p. 39, che esamina tutta la documentazione dei mss. noniani; sempre la Carilli (p. 34) riconduce, sulle orme degli studi precedenti, questa citazione di Laberio a uno dei glossari adoperati da Nonio, e precisamente al Glossarium Alphabeticum Verborum: cfr W.M. LINDSAY, Nonius Marcellus’ Dictionary of Republican Latin, Oxford 1901, p. 41. UNA GLOSSA NONIANA, LABERIO E PLAUTO 1113 L. = 91 M.): CADUCITER, praecipitanter. Varro Aethrione (segue la citazione) ove ovviamente CADUCITER è il lemma e praecipitanter l’interpretazione. Nel caso che ci interessa manca appunto l’interpretazione, perché si passa direttamente dal lemma alla citazione. Ora, la ‘glossa marginale’ di GHPE (cui va aggiunto F3)5 riporta invece una possibile interpretazione: Collabella adiunge (adiungere E) labra6. Come nota il Gatti, «il lemma presenta l’imperativo del verbo collabellare, che è attestato unicamente da Laberio – e tramandato solo da Nonio – e la cui interpretazione (adiunge labra) difficilmente si può attribuire all’ingegno di chi trascrisse l’annotazione sul margine del codice»; il glossatore, osserva ancora il Gatti, non è un “inventivo”, e «si limita a testimoniare lo stato del testo di Nonio»7. La glossa si ritrova anche, identica, nella ‘prima serie’ delle Glossae Nonii tràdite dal ms. Leiden, Rijksuniversiteit B.P.L. 67F8, che tramanda vari glossari tra cui le due serie delle cosiddette Glossae Nonii, la prima delle quali va riferita al II libro dell’opera noniana e coincide largamente con i marginalia9. La glossa che ci ____________________________________________________ 5 Terzo correttore del manoscritto di Firenze, Laurenziana 48. Cfr. la bibliografia in G. MILANESE, Censimento dei manoscritti noniani, Genova 2005 e di recente G. MILANESE, Il codex optimus di Nonio e alcuni dati per la riconsiderazione della ‘seconda famiglia’ noniana, in F. BERTINI (ed.), Prolegomena Noniana V, Genova 2005, pp. 5566 a proposito dei rapporti tra F3 e la seconda famiglia dei mss. noniani (b secondo i sigla di Lindsay). 6 Edizione di riferimento, dopo ONIONS - LINDSAY, The Nonius Glosses, 75, è oggi GATTI, Glossae Nonii Leidenses. La prima serie, 52. Nella sua edizione della prima serie delle Glossae Nonii Gatti riporta infatti anche una edizione ‘comparativa’ dei marginalia noniani. 7 GATTI, Nonio nei glossari, pp. 81-82. 8 P.C. MOLHUYSEN, Codices Bibliothecae Publicae Latini. Bibliotheek der Rijksuniversiteit, Leiden, Lugduni Batavorum 1912. Codices manuscripti III, 37; CLA X p. 40: VIIIIX sec. 9 GATTI, Glossae Nonii Leidenses. La prima serie, pp. 10-12. 1114 GUIDO MILANESE interessa è ovviamente Conlabella: adiunge[re] labra10. Credo che si possa dimostrare che il glossatore non inventava, ma dipendeva da una tradizione antica. Il sintagma adiungere labra non è, infatti, invenzione di un glossatore, ma riecheggia un’espressione plautina (Pseudolus, vv. 1259 ss.): Nam ubi amans complexust amantem, ubi ad labra labella adiungit, ubi altera alterum bilingui manufesto inter se prehendunt, ubi mammia mammicula opprimitur aut si lubet corpora condu -plicant, manu candida cantharum dulciferum † propinare † amicissumam amicitiam. Il passo, piuttosto tormentato dal punto di vista testuale11, è interessante per il nostro lemma noniano perché mostra che è altamente probabile che il glossatore avesse in mente il passo plautino nel momento in cui formulava l’interpretatio del lemma illustrato dalla citazione di Laberio. Del resto, si tratta di una espressione che poteva certamente interessare i grammatici, considerata l’esistenza di un qualche dibattito in merito all’uso corretto delle parole di questa area semantica: così, se Carisio affermava che labra et labia indistincte dicuntur, et deminutio labella, non labiae, ut quidam volunt (p. 131, 5), sempre Carisio ci informa che Verrio Flacco (fr. 26 F.) tendeva a distinguere tra labra e labia. La distinzione di Verrio Flacco era di carattere diremmo morale12, mentre dal Servius auctus sappiamo anche di una polemica puramente grammaticale in merito alla coppia labra – labia: ____________________________________________________ 10 GATTI, Glossae Nonii Leidenses. La prima serie, p. 52. L’ed. di Goetz (CGL V p. 639, 47), stampa Collabello adiungere labra, ma la lettura del Gatti è confermata dal confronto con la splendida fotografia dell’originale (f. 142v) pubblicata nel volume citato. La correzione -[re] è giustificata dallo stato del testo dei marginalia noniani. 11 Utilizzo qui l’ed. del Lindsay: per quanto riguarda l’espressione che ci interessa, va notata la variante labra ad / ad labra, sostanzialmente ininfluente per il problema che ci interessa. Cfr. anche G. LODGE, Lexicon Plautinum, Leipzig 1924-1933, I 48B. 12 Verrius autem Flaccus (fr. 26 F.) sic distinxit, modica esse labra, labia [autem] inmodica, et inde labiones dici. UNA GLOSSA NONIANA, LABERIO E PLAUTO 1115 LABELLVM] inanissimam quidam temptant facere discretionem, ut virorum labra, mulierum labia dicantur (ad buc. II 34), dottrina attestata anche da Isidoro (XI i, 49-50)13. I giochi di variazione lessicale sull’area di labra / labia / labellum sono ben presenti a chiunque pratichi la poesia erotica latina. Basterà pensare a Mazio (fr. 12 MOREL = 11 COURTNEY) columbulatim labra conserens labris, non a caso proveniente da Gellio (XX 9) che, come nota Courtney, «liked the neologisms appearing in his Mimiambi»14, e che ci restituisce qui un hapax (columbulatim) simile al collabella che interessa questa ricerca15. D’altra parte lo stesso Lucilio, anche qui tramandato da Nonio (p. 260 M.), gioca su labra labellis (VIII 303); ma per la posterità sicuramente il modello restava Plauto: oltre allo Pseudolus già citato vedi Miles v. 1335 (labra ab labellis), Asinaria v. 666 (prehende auriculis, compara labella cum labellis), che interessa Nonio (367, 33 L.). La quantità non indifferente di testimonianze a favore di un interesse dell’erudizione di età imperiale nei confronti di questo tipo di lessico, e dei giuochi verbali a esso legati, fanno dunque pensare che il marginale noniano sia traccia di una glossa le cui radici vanno ricercate nello stesso tipo di ambiente ‘professorale’ di Servio, di Carisio, infine di Gellio. D’altra parte, il Jocelyn notò, a proposito di Gellio XX 6-9, ove si cita un altro passo dello Pseudolus, che il dialogo tra Gellio e Sulpicio Apollinare è traccia di una antica polemica grammaticale, e che la fonte della citazione di Pseudolus 3-6 è da ricercarsi nella tradizione indiretta più che in una conoscenza diretta (lo stesso passo è utilizzato anche da Nonio, p. 804, 12-14 L. ma per ragioni diverse)16. Forse la radice di questa ____________________________________________________ 13 La coppia labrum–labellum compare anche in elenchi grammaticali quali quello di Prisciano I, GLK II, p. 27, 15. 14 E. COURTNEY, The fragmentary Latin poets, Oxford 1993, p. 99. 15 Sugli hapax di Laberio cfr. M. CARILLI, Artificiosità ed espressività negli hapax di Laberio, «SRIL» 3 (1980), pp. 19–33. 16 H.D. JOCELYN, Studies in the indirect tradition of Plautus’ Pseudolus: III: The «archaising movement», Republican comedy and Aulus Gellius’ Noctes Atticae, in N. HORSFALL (ed.), Vir bonus discendi peritus: studies in celebration of Otto Skutsch’s eightieth 1116 GUIDO MILANESE glossa è da identificarsi nell’esegesi plautina? Possibile, se teniamo conto del fatto che, almeno in un caso, Nonio mostra un’evidente vicinanza a tradizioni esegetiche17. *** Possiamo dunque concludere ritenendo confermata l’affermazione del Gatti: almeno in questo caso l’interpretazione offerta dal marginale non può essere ricondotta a un’invenzione sporadica. Questa interpretazione, fortemente radicata nel testo plautino, forse remotamente riconducibile all’esegesi dei testi di Plauto, costituisce un frammento grammaticale di sicura antichità. Il sospetto che l’autore di questo frammento fosse proprio Nonio è tutt’altro che peregrino: e se l’accordo tra la ‘seconda famiglia’ noniana e le lezioni di F3 ha realmente l’importanza tradizionale che ritengo si debba riconoscere18, anche ai marginalia noniani, che a questo accordo ancora una volta vanno ricondotti, dovrà essere riconosciuta la possibilità di riportarci più vicini all’archetipo noniano certo, ma forse anche a frammenti del testo di Nonio accidentalmente spariti dal corpo dell’opera, ma conservati dall’antichissimo lavoro di adattamento della complessa opera noniana a una più agevole consultazione19. Appendice: gli Annali di Laberio e altri fantasmi Che l’interpretazione del marginale, (proto)noniana o no, sia ____________________________________________________ birthday, London, University of London, Institute of Classical Studies 1988, pp. 5772. 17 G. MILANESE, La campagna, la vita semplice. Esplorazioni tra filosofia, poesia elegiaca, lessicografia, in L. BELLONI - G. MILANESE - A. PORRO (edd.), Scripta classica Iohanni Tarditi oblata, Milano 1995, pp. 1101-1122, qui pp. 1112-1113. 18 19 MILANESE, Il codex optimus di Nonio, passim. Aggiungo ora che la lezione corretta è certamente adiunge (ricordo che il cod E e il glossario leidense leggono adiungere): ovviamente collabella è un imperativo, e adiunge lo glossa perfettamente, adattando il testo di Plauto al passo da interpretare. UNA GLOSSA NONIANA, LABERIO E PLAUTO 1117 comunque corretta e di rispettabile antichità, pare dunque difficilmente confutabile. E non a caso l’interpretazione in questione entrò nel testo, grazie alla diffusione delle lezioni della ‘seconda famiglia’ noniana, e ci restò confortevolmente. Non si trattava di una diffusione ubiquitaria. Il Cambridge Corpus Christi College 229, f. 13v, non ha questa ‘intrusione’20; mentre la presentano mss. umanistici quali il bresciano Queriniano A IV 5, dell’anno 143721, alla fine del secolo XV il ms. Holkham Hall 407, un prodotto di Bruges22, ma non per esempio, il Parigino 7579 (XV secolo)23. Le edizioni precedenti a quella del Mercier presentano nel testo la lezione glossata, anche se la forma che ho riscontrato in diversi incunaboli è ortograficamente diversa da quella dei mss.: Colabella adiunge labra. Laberius annalium. Paranna colabella osculum. Oltre alle due particolrià ortografiche si noterà la scansione del testo, che fa di Paranna (Peranna) un vocativo24. Anche l’edizione di Iunius mantiene la glossa (p. 118: Collabella adiunge labra). Non Mercier, che inoltre, nel commento (p. 117) dà ormai per risolta la questione del titolo laberiano, rinviando a Gellio, anche se lascia poi nel testo la lezione errata annalium. L’edizione di Gerlach–Roth (del 1842) stampa ancora (p. 63) ____________________________________________________ 20 Si tratta di un importante ms. del sec. XII, appartenente sostanzialmente alla II famiglia: P. GATTI, Note sulla tradizione medievale di Nonio Marcello (libri I-III): il ms. Cambridge, Corpus Christi College, 229, in S. KRÄMER - M. BERNHARD (eds.), Scire litteras. Forschungen zum mittelalterlichen Geistesleben, München 1988, pp. 183–185. Bibliografia e descrizione: MILANESE, Censimento, num. 14. 21 MILANESE, Censimento, num. 13. 22 MILANESE, Censimento, num. 59. 23 MILANESE, Censimento, num. 116. 24 Controllo effettuato sulle edd. Parma 1480 [f. XXVv], Venezia 1483 [f. XVIIIr], Venezia 1492 [f. Xr]. Sugli incunaboli di Nonio va visto l’esame offerto da A. LUNELLI, L’“editio princeps” del capitolo III di Nonio, «Res publica litterarum» 9 (1986), pp. 193–202, che supera l’ormai datato H. NETTLESHIP, The Printed Editions of Nonius Marcellus, «Journal of Philology» 21 (1893), p. 211. 1118 GUIDO MILANESE Laberius Annalium Peranna: ecc.25. Trent’anni dopo, nel 1872, l’ed. di Quicherat (p. 92) fa rispuntare adjunge labra, con una un po’ reticente nota in apparato (quod omittunt ceteri). La lezione 'glossata' era del resto ben viva, come mostra l’abbastanza incredibile voce collabellare nel Glossarium eroticum linguae Latinae del Pierrugues (1826)26: COLLABELLARE. - Labra vicissim osculis commiscere. «Collabella, adjunge labra.» LABER. Annal. «Peranna, collabella osculum.» NON. MARC de Honest. dictis. Nam compositione latina col conjungit. Dunque agli ipotetici Annales di Laberio si attribuiscono il lemma seguito dal marginale noniano; a Nonio, invece, si attribuisce il testo da Peranna in poi; Peranna diventa vocativo come già nel Quattrocento e nell’edizione di Iunius (cfr. qui sopra a p. 7 e p. 2). Nel 1888 Müller informa in apparato sulla questione, e il testo – dopo la parentesi di Quicherat – ritorna quello ipotizzato da Iunius e Mercier, con gli Annali di Laberio, tuttavia, espulsi anche dal testo noniano e dalla lunga permamenza nel catalogo dei desiderata della storiografia latina. Onions, nel 1895, si limita a riportare F3 mg. come fonte della glossa adiunge labra, come farà Lindsay pochi anni dopo, omettendo di menzionare la presenza del marginale nella II famiglia, e riconosce che annalium peranna è lezione d’archetipo. La glossa marginale di F3/b, espulsa dal testo di ____________________________________________________ 25 L’edizione di F.D. Gerlach (1793-1876) e di K.L. Roth (1790-1868) è notoriamente fragile, anche se ovviamente fu utilizzata per parecchi decenni, prima delle edizioni di Quicherat e di Müller. Gerlach fu anche editore di Sallustio (1843) e di Lucilio (1846). 26 P. PIERRUGUES, Glossarium eroticum linguae Latinae: sive Theogoniae, legum et morum nuptialium apud Romanos explanatio nova: ex interpretatione propria et impropria et differentiis in significatu fere duorum millium sermonum, ad intelligentiam poetarum et ethologorum tam antiquae quam integrae infimaeque Latinitatis, Paris 1826, p. 131. Non sembra interessato a collabella J.N. ADAMS, The Latin Sexual Vocabulary, London 1982. UNA GLOSSA NONIANA, LABERIO E PLAUTO 1119 Nonio, terminò la sua non ingloriosa carriera in modo dignitoso, nelle pagine dei glossari moderni: così Forcellini spiega collabella come «giungere labbra a labbra, labra labris adjungo»; il Georges «zusammenlippen = durch Zusammenziehung der Lippen möglich machen, osculum». Infine il Thesaurus conferma l’interpretazione ma preferisce coniungere ad adiungere27. Quicherat, nel suo Thesaurus28, interpreta donner avec les lèvres. Poi, con la vistosa eccezione dell’edizione noniana del Quicherat, si restituì il testo dei manoscritti contro gli ‘intrusori’. O, forse, alla fine, avevano ragione loro, e senza sapere di farlo stavano riportando il testo di Nonio al suo stato prearchetipale? ____________________________________________________ 27 Edizione del Forcellini consultata: Padova 18273; del Georges: 1913; Thesaurus: vol. III col. 1572. 28 L. QUICHERAT, Thesaurus Poeticus Linguae Latinae, Paris 18863, p. 219. La prima edizione dell’opera è del 1836, rivista poi dallo stesso autore nel 1875 e da Chatelein nel 1886, e ristampata nel corso del Novecento.