See discussions, stats, and author profiles for this publication at: https://www.researchgate.net/publication/273756370
La zanzara tigre in Sardegna: storia di un
quinquennio di caccia
Conference Paper · June 2003
CITATIONS
READS
3
59
2 authors, including:
Roberto A. Pantaleoni
Università degli Studi di Sassari
112 PUBLICATIONS 172 CITATIONS
SEE PROFILE
All content following this page was uploaded by Roberto A. Pantaleoni on 19 March 2015.
The user has requested enhancement of the downloaded file. All in-text references underlined in blue are added to the original document
and are linked to publications on ResearchGate, letting you access and read them immediately.
ASSOCIAZIONE SAS AMORADAS DI DI ROMANA
Le acque
L'Uomo, la Storia, il Territorio
a cura di
Giannetto Serafino Piga
Atti,del convegno
Romana, le acque
16-17 dicembre 2000
LA ZANZARA TIGRE IN SARDEGNA:
STORIA DI UN QUINQUENNIO DI CACCIA
Maria Tiziana Nuvoli, Roberto Antonio Pantaleoni
Istituto per lo Studio degli Ecosistemi,
Sez. Ecologia Applicata e Controllo Biologico, C.N.R .
.
Il nome scientifico della zanzara tigre è Aedes albopictus. Il nome comune deriva
dal colore nero profondo con macchie di un bel bianco brillante (da cui il nome
scientifico albopictus, dipinta di bianco) ed in parte dalla sua aggressività, ma non
dalle dimensioni, come taluni credono. Essa è infatti simile, se non minore, alle zanzare più familiari.
Originaria del Sud-Est asiatico, è propria delle foreste tropicali dove le larve colonizzano piccole cavità interne ai vegetali (alberi o bambù) ripiene d'acqua piovana.
Entrando in contatto con l'uomo e con gli ambienti urbani, ha mostrato una straordinaria versatilità e si è adattata prontamente a nuovi habitat come barattoli e lattine
abbandonate, tombini stradali ed anche pneumatici, nuovi od usati, lasciati alla
pioggia. Ogni recipiente posto in zona ombreggiata e in grado di conservare acqua
può essere colonizzato. Anzi Aedes albopictus ha trovato proprio nell'ambiente urbano le migliori condizioni ecologiche di sviluppo (abbondanza di potenziali biotopi larvali) e trofiche (abbondanza di cibo) (Sabatini et al., 1990; Romi, 1995).
Come in tutte le zanzare del genere Aedes le uova non vengono deposte direttamente nell' acqua ma, in questo caso specifico, sulle pareti verticali dei vari contenitori
naturali od artificiali appena sopra la superficie dell'acqua. Esse schiuderanno, in
adatte condizioni di temperatura e di fotoperiodo, quando, dopo un successivo innalzamento del livello dell'acqua, verranno sommerse. La zanzara ne può deporre
oltre cento dopo un pasto di sangue (Di Luca et al., 2000). La capacità di svernare
nelle regioni temperate è legata allo stadio di uovo ed al fenomeno della diapausa
degli embrioni in esso contenuti indotta da fotoperiodi brevi a basse temperature. Le
femmine all'arrivo dell'autunno depongono infatti le uova diapausanti in grado di
resistere fino a temperature di -5°C (Romi, 1995).
Proprio queste caratteristiche hanno permesso alla zanzara di compiere grandi spostamenti passivi grazie all'azione dell'uomo. In particolare i pneumatici con piccoli
depositi d'acqua sembrano esercitare una forte attrazione su Aedes albopictus. Le
uova della zanzara all'interno di questi possono rimanere vive ma inattive per lungo
tempo ed essere soggette a viaggi intercontinentali. Risulta praticamente certo il
ruolo svolto da questo commercio nella diffusione dell'insetto negli Stati Uniti (la
prima colonia stabile fu individuata nel Texas nel 1985) proveniente dal Giappone,
il maggiore esportatore mondiale di pneumatici (Reiter, 1998). Due anni dopo eccola in Europa, con il primo focolaio in Albania (Adhami & Murati, 1987). La zanzara è arrivata in Italia, segnatamente a Genova, nell'autunno del 1990 (Raineri et al.,
18
1991), e nell'agosto 1991 a Padova. In Veneto i probabili focolai primari di infestazione erano depositi di pneumatici rigenerati importati dall' estero (Zamburlini,
1994). Nel nostro paese è già presente praticamente nell'intera Pianura Padana ed in
alcune regioni centro-meridionali (Di Luca et al., 2000). Nel mondo la zanzara è
passata dal Nord America, oltre che all'Europa, al Sud America ed all' Africa.
Aedes albopictus è una zanzara aggressiva, che punge vivacemente all'aperto in
pieno giorno puntando prevalentemente all'altezza delle caviglie. Le punture lasciano ponfi pruriginosi molto fastidiosi. In certi casi produce reazioni allergiche, soprattutto in soggetti non abituati al contatto con le zanzare, spesso vistose e tali da
richiedere cure mediche (Rebora et al., 1993). Tale comportamento non si discosta,
per altro, da quello di altre comuni specie del genere Aedes se non fosse che le molestie all'uomo avvengono per lo più in città.
La zanzara tigre è inoltre un vettore potenziale di alcune viro si (Mitchell, 1995) fortunatamente ancora assenti dal nostro paese. Per questo in Italia l'attuale problema
sanitario è unicamente collegato al disturbo provocato dalle punture. In altre aree
essa può invece trasmettere, tra l'altro, la cosiddetta febbre rompiossa (o dengue) e
la febbre emorragica (che rappresenta una variante della prima), malattie talvolta
mortali, sempre molto pericolose. La "dengue" causa febbri alte e dolori alle articolazioni e ai muscoli; ben più grave (spesso mortale) è la febbre emorragica che causa febbre alta, alterazioni nella coagulazione del sangue, emorragie gengivali e gastriche, difficili da combattere anche con terapie farmacologiche.
In Sardegna la ricerca attiva di focolai di Aedes albopictus, da parte di diversi enti
pubblici, aveva dato risultati concreti nell'ottobre del 1994. A Cagliari la zanzara tigre è stata individuata in un deposito di pneumatici vicino all' aeroporto di Elmas. Il
deposito appartiene ad un' azienda che acquistava pneumatici dalle grandi compagnie del Veneto. Questo focolaio è situato alla latitudine più bassa in cui l'insetto è
stato riscontrato in Italia (circa 38° N). Gli Enti preposti hanno effettuato un tempestivo controllo delle zanzare e sono stati attivamente cercati altri focolai di infestazione in tutto il territorio circostante. I pronti interventi di disinfestazione avevano
circoscritto l'area infestata e solo rari reperti sono stati raccolti nel corso dell'estate
1995 (a giugno e a settembre sono stati rilevati, in un carico di copertoni, pochi
esemplari di adulti e larve). In seguito, non è stata più segnalata la presenza di Aedes albopictus nella nostra regione tanto che Di Luca et al. (2000) la segnalano ormai come eradicata.
Gli studi qui riportati, condotti in parte (anni 1995-98) col contributo dell' Assessorato all' Ambiente dell' Amministrazione Provinciale di Sassari ed in parte (anni
1998-2000) nell'ambito del progetto INTERREG II, rappresentano una lunga stagione di lavoro sull'argomento, cui si sono dedicati l'Istituto di Entomologia agraria dell'Università (ora Sezione di Entomologia del Dipartimento di Protezione delle Piante) e l'Istituto di Ricerca sul Controllo Biologico dell' Ambiente (lRCoBA)
19
dell' Area CNR di Sassari (ora Istituto per lo Studio degli Ecosistemi, Sezione di
Ecologia applicata e Controllo biologico).
Attività di monitoraggio
Ovitrappole
Le ovitrappole sono dei siti artificiali di ovideposizione costituite da vasi scuri in
parte ripieni di acqua, o altro liquido attrattivo,. contenenti particolari supporti su cui
vanno ad ovideporre gli insetti bersaglio (Service, 1993).
Le principali 」セ。エ・イゥウィ@
di tali trappole sono maneggevolezza, facilità nel trasporto e nell'uso, scarso ingombro, facilità di mimetizzazione nel territorio da controllare, ridotta manutenzione. Esse inoltre permettono di individuare zanzare anéhe
a basse densità di popolazione.
Per questi motivi sono state largamente utilizzate in Italia, e anche dall'Istituto Superiore di Sanità, soprattutto nelle aree dove la zanzara non è stata ancora segnalata
o è presente in basse densità. Leovitrappole sono state impiegate anche in aree già
fortemente infestate, come in Lombardia e in Friuli, dove sono servite a determinare le zone di intervento e a quantificarel'entità del problema.
In Sardegna sono state utilizzate, su scala regionale, in due diversi piani di controll0: Nel 1995 si è focalizzata l'attenzione sul monitoraggio dei'principali scali portuali ed aerei della Sardegna. Dopo una fase sperimentale nella città di Sassari e nei
dintorni - con la quale ci si proponeva di provare i materiali, valutare i costi, definireil numero di operatori necessari ed i siti in cui collocare le ovitrappole - sono stati monitorati, in 」ッャ。「イコゥョセN@
l'Ufficio di Sanità Marittima ed Aerea di Porto
Torres e di Cagliari e con diverse Capitanerie di Porto, 5 porti (Cagliari, Arbatax,
Olbia, Porto Torres e Oristano) ed un aeroporto (Cagliari-Elmas). Nel 1997 sono
state invece controllate, a campione, le possibili vie di entrata in Sardegna attraverso il commercio dei pneumatici. In collaborazione con il servizio ex-CRAAI di Sassari sono stati sottoposti a monitoraggio otto rivendite di copertoni per auto. Contemporaneamente sono stati ripetuti i controlli nel capoluogo e nelle due città portuali della provincia di Sassari (Porto Torres e Olbia), ritenute i siti a maggior rischio di introduzione.
Le ovitrappole erano generalmente posizionate in luoghi ombreggiati ed un po' nascosti, sul terreno, in buchi di vecchi alberi, fra i cespugli, etc., e lasciate in posizione per una settimana, salvo poche eccezioni. I contenitori venivano normalmente ri':'
empiti con 200 ml di acqua di rubinetto decantata da circa una settimana.
Nelle ovitrappole non sono state mai riscontrate uova di Aedes albopictus .. Solo in
una occasione, il 28 giugno 1995 a Platamona, è stata ritrovata un' ovatura (di セゥイ」。@
300 elementi) appartenente alla "zanzara comune" Culex pipiens. In pochissime altre occasioni erano presenti nelle trappole esemplari adulti di Culex pipiens che comunque non avevano ovideposto. Sono invece state trovate molte uova di altre fa-
20
miglie di Ditteri: Ceratopogonidi del genere Dasyhelea, Psicodini, Sirfidi (in particolare la specie Myatropa florea), Tipulidi e Muscidi.
A fronte di tale risultato negativo risulta importante quantificare lo "sforzo di cattura" sostenuto durante l'intero progetto diviso nelle sue diverse fasi considerando tre
parametri: i chilometri percorsi totali per il posizionamento delle trappole (19.160),
il numero di giorni-trappola (10.045) ed il numero di campionamenti eseguiti (241).
Nonostante il cospicuo sforzo di cattura eseguito con le ovitrappole in tutta la Sardegna Aedes albopictus non è mai stata ritrovata, né nelle aree a più intenso traffico
di merci, come porti ed aeroporti, né presso i rivenditori di pneumatici, né nelle città presumibilmente a maggior rischio d'introduzione.
L'efficienza del sistema di monitoraggio, che potrebbe essere messa in dubbio dalla
mancanza di catture, è invece dimostrata dalla presenza nelle stesse ovitrappole di
numerosi ditteri che hanno, come ambienti preferiti di deposizione, microhabitat simili a quelli della zanzara tigre.
D'altronde se si suppone un'introduzione di Aedes albopictus attraverso il trasporto
di pneumatici, risulta chiaro che nelle fasi più precoci di un'invasione si svilupperanno prima larve ed adulti e solo successivamente gli adulti depositeranno le loro
uova. Da ciò possiamo dedurre che il rilevamento dell'eventuale presenza dell'insetto attraverso le ovitrappole risulterebbe ritardato di qualche tempo. Probabilmente le ovitrappole sono maggiormente efficaci per monitorare la densità di popolazioni di zanzara tigre già insediate e non per un monitoraggio preventivo, come nel
nostro caso.
Trappole per adulti tipo CDC
Dal 1993 al 1996 l'Istituto di Entomologia agraria (ora sezione di Entomologia del
Dipartimento di Protezione delle Piante), in collaborazione con 1'Amministrazione
Provinciale di Sassari, ha eseguito un monitoraggio delle zanzare adulte nella Sardegna nord-occidentale. Quel progetto, iniziato con una fase preliminare limitata a
poche stazioni, è stato successivamente ampliato fino a raggiungere dimensioni
consistenti tali da ottenere una sorveglianza territoriale dei Culicidi in grado di indirizzare e guidare la lotta contro di essi (Pantaleoni & Nuvoli, 1997).
Per il rilievo della presenza delle zanzare adulte (le cosiddette "alate") sono state
utilizzate trappole del tipo CDC New Jersey, innescate con anidride carbonica sotto
forma di ghiaccio secco (Pantaleoni, 1996). L'anidride carbonica ha infatti un effetto di attrazione a medio raggio セG。コゥッョ・@
(15-30 m) per la maggior parte delle zanzare e ne stimola 1'orientamento delle stesse verso le vittime. Queste trappole sono
usate nel monitoraggio di routine in programmi di soryeglianza statunitensi, perché
sono poco ingombranti, leggere e di ヲ。」ゥャセ@
manovrabilità. Si tratta comunque di una
metodologia piuttosto costosa che richiede sia personale specializzato che una buona organizzazione di lavoro.
21
Nel 1997 è stato organizzato un monitoraggio che utilizzava questo tipo di trappole
nord-occial fine di rilevare 1'eventU:ale presenza gella zanzara tigre nella s。イ、・セーN@
dentale. In base alla precedente esperienza sono state prese in considerazione le 10
stazioni pÌù significative site in quattro aree urbane di interesse turistico: Alghero
(3), Sassari (1), Sorso (3) e Valledoria (3).
TI campiànamento è stato eseguito, con cadenza settimanale, dal 29 gennaio 1997,
per le località di Sorso e Valledoria, e dal 5 febbraio, per Alghero e Sassari fino al 30
settembre dello stesso anno. In totale, per ciascuna stazione sono state eseguite, durante gli 8 mesi di controllo, 35 o 36 notti di catture.
Le trappole sono state collocate all'imbrunire e ritirate la mattina successiva. Le
zanzare, una volta raccolte, sono state uccise con l'ausilio di acetato di etile o congelate.
è stata eseguita con l'ausilio di un binoculare Leitz Wild M3 e di
L' ゥ、・ョエセ」。コッ@
diverse chiavi di determinazione.
Per ciascun campione è stato elaborato, secondo la formula,proposta da Pantaleonì
(1996), un indice di disturbo associato ad una soglia di intervento pari al valore 1,5.
Complessivamente in 356 campionamenti validi (trappola/notte) sono state raccolte
3400 zanzare. Le trappole hanno catturato in media 8 esemplari/trappola/notte a
Sassari, 5 ad Alghero, 6 a Sorso, 18 a Valledoria. TI numero massimo di zanzare raccolte in una trappola per notte è stato di 151 (costituito, per la maggior parte, dal genere Culiseta, staz. Valledoria centro, 23 maggio 1997) .
. I campionamenti che hanno superato la soglia d'intervento nel calcolo dell'indice di
disturbo sono 8, 3 dei quali in due stazioni di Sorso (Lizzos e Platamona) e 5 nelle
tre stazioni di Valledoria. La specie catturata in maggior numero in tutte le località è
Culex pipiens. Ad essa è associata la specie Culiseta longiareolata, pure trovata in
tutte le stazioni.
Le Coquillettidia sono risultate abbondanti solo nelle stazioni di Lizzos e Platamona, cioè le stazioni più vicine allo Stagno di Platamona.
In media le catture delle Anopheles sono risultate estremamente basse.
Sono state catturate, inoltre, quattro specie di Aedes: Aedes caspius, Aedes detritus,
Aedes mariae e Aedes vexans. Le zanzare appartenenti a questo genere sono risultate abbondanti solo localmente.
Anche in questo caso, nonostante il notevolissimo "sforzo di cattura" prodotto per
addirittura un quinquennio, non è stata mai rilevata la presenza di Aedes albopictus.
Nonostante le trappole per adulti non siano uno dei metodi standardizzati periI monitoraggio della zanzara tigre, la rete di monitoraggio installata era di dimensioni tali da rendere estremamente improbabile che una specie antropofila stabilmente insediata nel territorio non fosse catturata in nemmeno un esemplare.
Zanzara tigre in Sardegna: la cronaca
22
Nell'autunno 1994, attraverso alcuni vistosi articoli sulla stampa locale, arrivò la
notizia della presenza della zanzara tigre in Sardegna. Era stata rinvenuta dagli operatori dell'ex-CRAAI di Cagliari in una non meglio precisata località nei pressi di
Elmas.
I responsabili di quella struttura si dimostrarono nell' occasione estremamente disponibili a fornire le "prove" del ritrovamento attraverso l'invio di esemplari a diverse istituzioni scientifiche regionali e nazionali. Presso la Sezione di Entomologia
del Dipartimento di Protezione delle Piante (allora Istituto di Entomologia agraria)
dell'Università di Sassari sono ancora conservati quei campioni.
Da informazioni ottenute verbalmente risulta che studiosi dell'Istituto Superiore di
Sanità di Roma abbiano anche potuto visitare e verificare la presenza del focolaio in
questione. Il Dottor Mantega, dirigente dell' ex-CRAAI di Cagliari, ebbe a confermare e specificare queste notizie durante il 2 0 Convegno su: "Strategie per la sorveglianza ed il controllo di Aedes albopictus in Italia" tenuto si a Roma, presso l'Istituto Superiore di Sanità, il 12 giugno 1997. Dagli appunti di uno dei partecipanti (R.
A. Pantaleoni) si ricava la seguente cronologia: ottobre 1994, prima segnalazione
della zanzara tigre in Sardegna; giugno 1995, rinvenimento di adulti; settembre
1995, trovato un carico di pneumatici con larve ed adulti. Tutti i ritrovamenti avvennero nello stesso focolaio alla periferia di Cagliari (Elmas). Venne poi data noti-·
zia di prove di allevamento della specie in laboratorio che sottoposta a condizioni
climatiche "naturali" riuscì a compiere almeno un ciclo completo.
La presenza dell' Aedes albopictus in Sardegna venne ufficializzata a seguito di queste notizie e segnalata ad esempio nella Cheklist delle specie della fauna italiana
(Boorman et al., 1995). Qualche anno dopo, a fronte di una persistente assenza di
segnalazioni e del lavoro qui descritto, la zanzara tigre viene considerata come eradicata (Di Luca et al., 2000).
Collateralmente alle notizie ufficiali il tema "zanzara tigre" appariva ad ondate successive sulla stampa regionale con informazioni a volte precise e rigorose, ma per il
più approssimative e fuorvianti.
Sull'importanza di analizzare la stampa locale per percepire alcune delle implicazioni sociali legate al problema zanzare è intervenuto in un paio di occasioni Pantaleoni (Pantaleoni & Gherardi, 1995; Pantaleoni 1997). Anche in questo caso una tale ricerca è apparsa opportuna ed è stata realizzata utilizzando i due quotidiani locali dell'isola "L'Unione Sarda" e "La Nuova Sardegna". In essi sono stati rintracciati tutti gli articoli che segnalavano infestazioni e allarmi per la presenza di Aedes albopictus e di altre zanzare in Sardegna.
Il periodo analizzato è compreso tra il luglio 1994 ed il maggio 2000. Per "L'Unione Sarda" è stato consultato principalmente l'archivio informatizzato del giornale
presente ・、。」セウゥ「ャ@
via internet, mentre per "La Nuova Sardegna" sono state
consultate le emeroteche presso la Editrice stessa e presso la Biblioteca Comunale
23
di Sassari.
Di ciascun pezzo interessante sono state registrate la data, la pagina di pubblicazione,il titolo principale, le dimensioni e, dove è stato possibile, il "pezzo" è stato acquisito come immagine informatica tramite scanner.
Gli articoli rilevati su "L'Unione Sarda" sono risultati 43, la maggior parte dei quali. è comparsa nei mesi estivi. Solo 9 articoli si occupavano anche della "zanzara tigre". Gli articoli rilevati su "La Nuova Sardegna" sono stati 66. Gli articoli riguardanti in particolare la zanzara tigre sono statiJ4, concentrati negli anni 1994 (5 articoli) e 1997 (8 articoli).
L'arrivo della zanzara tigre in Sardegna, ad analizzare la stampa, pare una sventura
annunciata. Infatti mentre il primo focolaio regionale sarà trovato nell' ottobre del
1994 già nel luglio del medesimo anno "La Nuova" pubblica (3 luglio 1994) un articolo dal titolo " ... Ma attenti anche alla zanzara rompiossa". Non trascorrono neppure due mesi che "l'Unione" pubblica (24 agosto 1994) "Ecco la zanzara-tigre",
dove con evidente preveggenza si dichiara: la zanzara tigre. Forse è arrivata anche
a Cagliari . ... L'allarme è stato lanciato dall'Usl29 di Bologna, che ha avvertito le
autorità sanitarie sarde: un carico di pneumatici da rigerierare proveniente dall'Asia, infestato dalle larve [sic! J di questo insetto, è arrivato nell'Isola ed è stato smistato in diversi centri, tra cui Cagliari. Ed ancora "La Nuova" rilancia con un trafiletto all'interno dell'articolo "Un'estate senza zanzare" (1 settembre 1994) e si legge: Ora c'è da difendersi dalla zanzara killer... non ha fatto ancora la sua comparsa in Sardegna, ma l'arrivo potrebbe essere vicino.
Sembra che l'arrivo di questo insetto sia atteso da un momento all'altro. E la zanzara tigre, che non delude così le aspettative, si fa trovare puntuale alla fine di ottobre
dall'ex-CRAAI di Cagliari. La notizia arriva naturalmente sulla stampa con grande
risalto. TI 16 e il 17 novembre 1994 appaiono 4 articoli su "La Nuova" e il 16 novembre 2 sù "L'Unione Sarda" di dimensioni medio-grandi.
Nei due anni successivi la stampa riporta solo notizie isolate e poste all'interno di
articoli che trattano genericamente di zanzare. In particolare "l'Unione" pubblicà
più articoli che riportano anche ulteriori particolari sull'insediamento dell'insetto e
le operazioni effettuate da diversi Enti della Provincia di Cagliari. Ad esempio, interessante è l'articolo del lO maggio 1995 in cui in un intervista il Dr. G., Mereu, responsabile del settore profilassi della USL n° 20 di Cagliari dice: Quanto alla zanzara tigre, sbarcata lo scorso luglio (?) in Sardegna con una partita di copertoni
proven.ientedal sud-est asiatico ... Un primo controllo seguito alla segnalazione
、・セャ。@
USL di Bologna, presso le aziende acquirenti della ditta importatrice delle
gomme impestate, ha dato risultati negativi. Ma successivamente i tecnici del
CRAAI hanno individuato la zanzara tigre a Elmas ... Dobbiamo comunque evitare
che in futurò possa succedere, per questo abbiamo coinvolto la Regione e le altre
USL, vogliàmo controllare'l'intero territorio della Sardegna. In "Fermeremo le
24
zanzare" (11 luglio 1995) informa sulla presenza di un gruppo di ricerca cagliaritano costituito appositamente per studiare sia Culex pipiens che Aedes albopictus e,
ad un anno di distanza, in "Ecco la città degli insetti" (24 agosto 1996) fornisce
poche ma precise notizie: ... la "zanzara tigre", che è stata "isolata" vicino all'aeroporto per la prima volta nel 1994. Unfocolaio è stato trovato anche l'anno scorso e gli esperti non escludono che ce ne siano anche altri.
Nel 1997 riappare sulla stampa, come per incanto, la psicosi della zanzara tigre.
Non si può definire altrimenti la sequela di articoli pubblicati per lanciare allarmi su
di un problema inesistente o, per lo meno, mai verificato. In particolare alcuni di
questi sono accompagnati da foto di presunte Aedes albopictus che altro non sono
che ditteri del genere Vermileo, specie dalla interessante biologia ma tutt' altro che
ematofaghe. A titolo di esempio della qualità di tali informazioni non si può evitare
di riportare integralmente qui lo spassoso articolo "Zanzara tigre a Sassari" apparso in seconda pagina sulla "Nuova" del 29 giugno 1997:
La zanzara tigre (chiamata così per la sua particolare colorazione a strisce) continua a far parlare di sé. Una zanzara tigre è stata ritrovata nel salone di parrucchiere "Profilo Uomo" in via Marras a Sassari. Il proprietario stava passando la
scopa quando sul pavimento ha notato quella che sembrava una macchia strana,
ma un attimo dopo si è accorto di aver trovato, morta [sic! J probabilmente a causa
del freddo, proprio un esemplare di zanzara tigre. Un altro ritrovamento è stato fatto in piazza Sacro Cuore. La zanzara di Alghero era invece ben viva ed è entrata
nell' auto di due coniugi nella zona di Valverde alla periferia della città. La donna
spaventata l'ha schiacciata con un colpo di giornale.!
Nel 1998 e nel 1999 non è stata data alcuna notizia su infestazioni dovute alla zanzara tigre e quest'ultima è stata citata solo come pericolo potenziale. Anzi si inizia
finalmente a denunciarne la scomparsa dall'Isola. Così "l'Unione" in "A spasso con
tigri e killer alati" (21 agosto 1999): In Italia ha trovato casa-anche la zanzara-tigre, «ma a Cagliari», spiega il dermatologo [sic! J Patrizio Mulas, «è inesistente».
Si può rilevare quindi che il problema zanzara tigre è stato affrontato principalmente in due periodi: nel 1994, quando è presumibilmente comparsa la zanzara, e nel
1997, quando sono stati segnalati numerosi falsi allarmi. Tra questi due periodi- e
successivamente sembrerebbe che il problema zanzara tigre sia stato accantonato o
che almeno la "pubblica opinione" non ne abbia avuto sentore. Quindi anche l'analisi dei giornali ha messo in rilievo che in Sardegna un problema zanzara tigre non è
mai realmente esistito o per lo meno non è mai stato percepito dalla popolazione.
l
Ciò che il giornalista ha stranamente dimenticato di scrivere è che per uccidere l'esemplare di Alghero la donna
aveva utilizzato proprio lo stesso quotidiano che ha poi pubblicato l'interessante resoconto dimostrandone cosÌ l'utilità nella lotta alle zanzare.
25
Divulgazione
La zanzara tigre è un insetto etnatofago molesto, aggressivo, tendenzialmente urbano e diUl1lo che causa gravi disagi agli abitanti delle zòne infestate. È pure una zanzara legata a microhabihit larvali estremamente dispersi nel territorio, spesso numerosi, difficilmente individuabili e controllabili.
Le caratteristiche succitate sono tipiche di organismi nocivi per i quali è indispensabile attivare metodologie di lotta che si basino anche sul coinvolgimento delle popolazioni umane (Bellini, 1995; Nasci, 1995) che vanno informate, motivate ed
istruite su quali compo!,!amenti, individuali o sociali, possono favorire l'attenuarsi
dei fenomeni di disagio.
L'Istituto di Entomologia agraria (ora sezione di Entomologia del Dipartimento di
Protezionè delle Piante), in collaborazione con l'Amministrazione Provinciale di
Sassari, ha realizzato alcune attività di divulgazione rivolte ai responsabili regionali e provinciali dei programmi di disinfestazione, alle scuole, alla "gente comune".
Addetti ai lavori
TI canale tradizionale di trasferimento delle informazioni tra istituti di ricerca ed enti pubblici che si occupano di lotta agli organismi dannosi è rappresentato dagli incontri tecnico-scientifici (Convegni, Incontri, Giornate di Studio, etc.) organizzati a
livello locale.
L'Il aprile 1997, presso la Sala Conferenze della Camera di Commercio di Sassari,
con la partecipazione di esperti di importanza nazionale, è stata tenuta la "Giornata
sulle strategie bio-ecologiche di lotta contro gli organismi nocivi". La manifestazione era organizzata dall'Istituto di Ricerca sul Controllo Biologico dell' Ambiente
(IRCoBA) dell' Area CNR, dall'Istituto di Entomologia agraria dell'Università e
dalI'Assessorato all' Ambiente dell' Amministrazione Provinciale di Sassari. Gli Atti, una pubblicazione di 212 pagine stampata dalla Tipografia TAS di Sassari, furono curati da Romolo Prota e Roberto A. Pantaleoni. Gli argomenti trattati spaziarono in tutti i campi della lotta agli organismi nocivi con particolare riguardo agli
aspetti di entomologia urbana.
Scuole
Verso il termine dell' anno scolastico 1996-97, l'Amministrazione Provinciale di
Sassari ha curato la distribuzione nelle scuole primarie del suo territorio di alcune
migliaia di copie di un opuscolo scritto da Roberto A. Pantaleoni dal nome di "Zanzare", costituito da 36 pagine a colori (più la copertina) delle dimensioni 15x21 cm.
Grande pubblico
Per giungere a diffondere corrette notizie su Aedes albopictus presso quello che potrebbe essere definito "grande pubblico" è stato predisposto un inserto, dal titolo
26
"Zanzara-tigre", costituito da una pagina dalle dimensioni di 32x22 cm, distribuito
insieme al quotidiano "La Nuova Sardegna" in tutta la provincia di Sassari il giorno
14 maggio 1998. In esso erano contenute informazioni sulle caratteristiche di Aedes
albopictus utili per la sua identificazione, l'ecologia, la diffusione in Italia ed i mezzi di dispersione normalmente utilizzati per colonizzare nuovi territori, il disturbo e
l'importanza sanitaria, i consigli su come comportarsi in presenza della stessa.
Conclusioni
Dopo anni di intensa attività di monitoraggio sulla presenza di Aedes albopictus in
Sardegna, di analisi di tutte le informazioni disponibili, di collaborazione e confronto con i colleghi della Corsica e della Penisola, si può affermare, con ragionevole sicurezza, che la presenza della zanzara sull'Isola ha rappresentato un episodio isolato e fortuito.
Un episodio, verificato si a cavallo tra il 1994 ed il 1995, prontamente stroncato da
un servizio di disinfestazione che ha operato, nello specifico, con una competenza
ed una efficienza encomiabili individuando un piccolo focolaio in una rivendita di
pneumatici dispersa nella periferia di Cagliari con spirito di quasi preveggenza.
A testimonianza che la zanzara tigre non ha invaso, per il momento, la Sardegna rimane, più che lo sforzo compiuto dalla nostra struttura scientifica, la mancanza di
ogni seria segnalazione di disagio da parte della popolazione. Ed Aedes albopictus
non è zanzara che, una volta insediatasi, non si faccia notare. I disagi che la sua presenza comporta non possono né passare inavvertiti né essere confusi con quelli di
altri Culicidi.
Rimane aperta la possibilità che la zanzara tigre giunga in futuro nella nostra regione. Questo è un pericolo reale e difficilmente affrontabile preventivamente. In teoria si potrebbero attuare tutta una serie di misure di controllo e monitoraggio di buona efficacia, d'altro canto la loro costituzione e, soprattutto, il loro mantenimento in
funzione risulterebbero estremamente dispendiosi.
Al momento il problema di un'eventuale seconda (?!?) introduzione di Aedes albopictus in Sardegna andrebbe affrontata contando su servizi pubblici di disinfestazione competenti, attenti ed efficienti. Sperando naturalmente che nella nostra regione
esistano servizi di questo livello di qualità.
Ringraziamenti
Numerose sono state le persone e gli Enti che hanno collaborato alla realizzazione
di questo lavoro: l'Ufficio della Sanità Marittima ed Aerea di Porto Torres e di Cagliari, in particolare il dotto Virgilio Costanzo; le Capitanerie di Porto di Oristano,
27
Porto Torres, Olbia e Arbatax. Ringraziamo tutti per la loro disponibilità e cortesia
nel metterei a disposizione una parte del loro prezioso tempo.
Ringraziamo la redazione de "La Nuova Sardegna" che ci ha gentilmente concesso
di consultare l'archivio del quotidiano.
Siamo grati a tutte le persone che hanno lavorato attivamente alla realizzazione di
questo progetto: Michele Loi, Mariangela Mannoni, Patrizia Pisano, Paola Sanna,
Marta Tilocca e Francesco Corona.
Un pensiero speciale va a Prof. Romolo Prota, perché grazie alla sua lungimiranza e
attenta supervisione è stato possibile realizzare questo progetto.
6 zampe: Insetto
2 ali: Dittero
lunga "proboscide": Culicide (zanzare)
Addome acuminato: genere Aedes
fascia bianca sul torace: specie Aedes albopicfus
La "Vera" zanzara tigre
28
Bibliografia
Adhami 1. & Murati N. (1987) Prani e MushkonjesAedes albopictus ne Shqiperi. [Présence du moustique Aedes albopictus en Albanie]. Revista Mjekesore 1, 13-16.
Bellini R. (1995) Aedes albopictus alla conquista dell'Italia. Disinfestazione e igiene ambientale. 12,
11-12.
Boorman l., Coluzzi M., Contini C., Ferrarese u., Rivosecchi L., Rossaro B., Sabatini A & Wagner
R. (1995),65, pp. 32. Diptera Culicomorpha. In: Check1ist delle specie della fauna italiana, (eds) Minelli A, Ruffo S. & La Posta S., Ed. Calderini, Bologna.
Di Luca M., Severini E, Torna L. & Romi R. (2000) Guida per la sorveglianza della zanzara "tigre"
Aedes albopictus. Comune di Roma X Dipartimento, Istituto Superiore di Sanità - Laboratorio di
Parassitologia, pp. 19.
Mitchell C. l. (1995) The role of Aedes albopictus as an arbovirus vector. Parassitologia 37, 109-113.
Nasci R. S. (1995) Control of Aedes albopictus from the perspective of North America. Parassitologia 37, 123-127.
Pantaleoni R. A (1996) Proposta di un indice di disturbo e di una soglia d'intervento per trattamenti
adulticidi nella lotta alle zanzare. Disinfestazione e igiene ambientale. 13 (2),27-32.
Pantaleoni R. A (1997) TI fattore umano nei programmi di lotta alle zanzare. Atti della Giornata sulle strategie bio-ecologiche di lotta contro gli organismi nocivi, Il aprile, Sassari, 91-102.
Pantaleoni R. A & Gherardi E. (1994) Zanzare in prima pagina. Analisi della stampa locale come
elemento di valutazione indiretta dei risultati di un programma di lotta alle zanzare in un comprensorio turistico. Disinfestazione. Igiene ambientale. Bimestrale di tecnica e legislazione 11 (4),31-34.
Pantaleoni R. A & Nuvoli M. T. (1997) Monitoraggio delle "alate" nella Sardegna Nord-Occidentale. Atti della Giornata sulle strategie bio-ecologiche di lotta contro gli organismi nocivi, Il aprile,
Sassari,103-114.
Raineri V, Trovato G., Sabatini A & Coluzzi M. (1991) Ulteriori dati sulla diffusione a Genova di
Aedes albopictus. Parassitologia 33, 183-185.
Rebora A, Rongioletti E & Raineri V (1993) Aedes albopictus a new challenge for dermatologist.
Dermatology 187,6-8.
Reiter P. (1998) Aedes albopictus and the world trade in used tires, 1988-1995: the shape of things to
come? loumal oftheAmerican Mosquito ControlAssociation 14 (1),83-94.
Romi R. (1995) History and updating onthe spread of Aedes albopictus in Italy. Parassitologia 37,
99-103.
Sabatini A, Raineri V, Trovato G. & Coluzzi M. (1990) Aedes albopictus in Italia e possibile diffusione della specie nell'area mediterranea. Parassitologia 32,301-304.
Service M. W. (1993) Mosquito ecology: field sampling methods. Eisevier Applied Science, London
and New York, II edizione, pp. 988.
Zamburlini R. (1994) Presenza di Aedes albopictus (Skuse) nel Veneto Orientale. Parassitologia 36
(Suppl. 1), 153
29
View publication stats