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Archivi per la storia dello sport

2018, Notiziario dell'Associazione Archivistica Ecclesiastica

L'articolo riassume le problematiche inerenti la mancata salvaguardia dei materiali documentali dello sport in Italia e di come la recente convenzione tra Associazione Archivistica Ecclesiastica e Centro Sportivo Italiano costituisca un importante passo in avanti nel settore degli archivi sportivi.

O NOTIZIARIO DELL’ASSOCIAZIONE ARCHIVISTICA ECCLESIASTICA Direzione e Segreteria Piazza San Calisto n. 16 - 00153 Roma, Italia N. 54 – Dicembre 2018 Sommario: Lettera del Presidente – Convenzione con il Centro Sportivo Italiano per gli archivi dello sport – Angela Teja: Archivi per la storia dello sport – III Conferenza degli archivisti ecclesiastici europei: programma, partecipanti, cronaca – Patrocinio a convegni scientifici – In memoriam: Mario Messina, Antonio Nughes, Umberto Andreoletti – Pubblicazioni ricevute – Quota associativa – Sito internet. LETTERA DEL PRESIDENTE Cari amici, il presente Notiziario vi giunge ad inizio di un nuovo anno. Il rendimento di grazie al Signore per quanto ci ha concesso nel corso del 2018 si accompagna alla certezza che Egli non mancherà di accompagnarci anche nel corso del 2019, affinché possiamo qualificare sempre più il nostro servizio alla Chiesa e alla cultura archivistica. La nostra Associazione è una realtà che manifesta la propria identità presso istituzioni ecclesiali e civili grazie alla dedizione e al competente impegno di ogni socio. È infatti il senso di responsabilità e la dedizione generosa di ciascuno, nell’archivio di cui è responsabile o presso il quale svolge la propria attività professionale, che contribuisce a manifestare anche l’apporto dell’Associazione alla tutela e alla valorizzazione dei documenti. Come pure, a veicolare uno stile ecclesiale nell’accogliere gli studiosi e favorire le loro ricerche. Attraverso il nostro sito internet (www.archivaecclesiae.org) avrete avuto modo di seguire iniziative promosse e che ci sono state segnalate da nostri soci, e attività coordinate dal Consiglio, o per le quali è stato chiesto il patrocinio dell’Associazione. Quanto accade grazie alla promozione di archivi e di documentazione siamo certi che sia di gran lunga, per quantità e qualità, maggiore di quanto ci viene segnalato. Tra tutte, nondimeno, mi sembra doveroso segnalare due eventi di cui trovate in questo Notiziario ampia informazione: l’apertura di un nuovo settore documentario, relativo agli archivi dello sport, che finora non pare abbia ricevuto particolare attenzione; la III Conferenza europea degli archivisti ecclesiastici (Poznan 7-9 novembre 2018). Insieme al testo dell’accordo firmato dalla nostra Associazione con il Centro Sportivo Italiano, viene pubblicato un intervento della prof.ssa Angela Teja, della Società Italiana per la Storia dello Sport, alla quale dobbiamo la sensibilizzazione sull’argomento. Di Poznan in questo numero del Notiziario viene pubblicato il programma, l’elenco dei partecipanti – possiamo essere soddisfatti per l’ampia adesione e partecipazione – e il resoconto preparato dalla consigliera Licia Meloni. La nostra gratitudine all’Arcivescovo di Poznan, al Direttore dell’Archivio Storico Arcidiocesano e al suo primo collaboratore per la calorosa e generosa accoglienza. Nel sito dell’Associazione trovate anche documentazione fotografica. Vorrei, infine, ricordare l’opportunità di comunicare l’eventuale decesso di nostri soci. Credo sia un gesto affettuoso e doveroso per ringraziare il Buon 3 Dio della loro compagnia ed amicizia, oltre che pregare per affidarli alla misericordia divina. Nei prossimi mesi vi saranno inviate le informazioni relative ai lavori del Consiglio, in special modo circa il XXVII Convegno che è in fase di organizzazione tematica e logistica. Cari amici, mi avvalgo di questa circostanza per far giungere a ciascuno di voi il più cordiale augurio per il nuovo anno: la luce che rifulse a Betlemme continui ad illuminare la nostra personale esistenza, affinché tutti vedano le nostre «opere buone e rendano gloria al Padre che è nei cieli» (Mt 5,16). 22 dicembre 2018 Gaetano Zito Presidente 4 CONVENZIONE PER GLI ARCHIVI DELLO SPORT L’ASSOCIAZIONE ARCHIVISTICA ECCLESIASTICA E IL CENTRO SPORTIVO ITALIANO PREMESSE • Il Centro Sportivo Italiano, proseguendo e rinnovando la tradizione della Federazione delle Associazioni Cattoliche Italiane, fondata nel 1906, si costituisce nel 1944 come ente di ispirazione cristiana per la promozione dell’educazione dei giovani attraverso lo sport; • negli anni successivi al 1944, si costituiscono sia i comitati territoriali, su base provinciale e diocesana, sia i comitati regionali, nonché le delegazioni sub territoriali dell’associazione, a cui si affiliano le società sportive, realizzando il proprio servizio nelle diocesi, cooperando all’animazione pastorale e nell’educazione dei giovani; • per tutelare il patrimonio storico del Centro Sportivo Italiano ai vari livelli, l’associazione promuove il progetto Nati per correre. Consegnare al futuro lo memoria del CSI, finalizzato alla valorizzazione, conservazione, condivisione degli archivi, ai vari livelli, del Centro Sportivo Italiano; • l’Associazione Archivista Ecclesiastica contribuisce, ispirandosi alle direttive della S. Sede, alla buona conservazione e allo studio degli Archivi che interessano la storia della Chiesa e promuove ogni mezzo che valga a rendere più proficua l’attività scientifica e tecnica dei soci in rapporto agli Archivi; • l’Associazione Archivistica Ecclesiastica promuove, inoltre, convegni di studio e pubblicazioni e favorisce iniziative di formazione volte alla conservazione, cura e tutela degli archivi diocesani e delle aggregazioni laicali; • l’Associazione Archivistica Ecclesiastica, apprezzando e ritenendo rilevante il progetto Nati per correre. Consegnare al futuro lo memoria del CSI, considera importante favorire occasioni di approfondimento e di sviluppo del medesimo. Il Centro Sportivo Italiano, con sede in via della Conciliazione 1 - 00193 Roma, nella persona del legale rappresentante Vittorio Bosio, nato ad Endine Gaiano il 26 dicembre 1951 e L’Associazione Archivistica Ecclesiastica, con sede in Piazza di San Calisto 16 - 00153 Roma, nella persona del Presidente pro tempore Mons. Gaetano Zito, nato a Troina il 9 marzo 1954 di seguito “le Parti” 5 CONVENGONO 1. Le parti si impegnano per la migliore attuazione del progetto Nati per correre. Consegnare al futuro lo memoria del CSI, per la valorizzazione degli archivi CSI ai vari livelli. 2. L’Associazione Archivistica Ecclesiastica condividerà presso i propri soci la natura del progetto e la condivisa volontà di cooperazione. 3. L’Associazione Archivistica Ecclesiastica favorirà la possibilità di accogliere, da parte degli archivi diocesani, gli archivi delle strutture territoriali CSI, così da favorirne la conservazione e la fruizione, secondo accordi e modalità che saranno definite a livello diocesano. 4. Le parti concorderanno: A. approfondimenti formativi per la migliore realizzazione del progetto, anche a partire dai limiti e dalle opportunità che pongono le nuove tecnologie e le forme di comunicazione digitale; B. iniziative culturali che possano evidenziare la ricchezza del patrimonio archivistico delle strutture CSI, al servizio delle proprie diocesi di riferimento; C. la formazione di operatori CSI che, nel tempo, si occupino di conservare e organizzare gli archivi CSI in maniera efficace, efficiente e soprattutto fruibile per quanti interessati, sia presso le sedi associative, sia presso gli archivi diocesani che abbiano offerto disponibilità all’integrazione degli archivi CSI. Il presente accordo non ha oneri per le parti e la sua durata è stabilita in anni 3 (tre) dalla data di sottoscrizione. Allo scadere dei tre anni l’accordo si rinnova tacitamente salvo disdetta di una delle Parti da comunicarsi entro 3 (tre) mesi dalla scadenza, mediante lettera raccomandata con avviso di ricevimento. 6 luglio 2018, Roma Vittorio Bosio Presidente nazionale Centro Sportivo Italiano Gaetano Zito Presidente Associazione Archivistica Ecclesiastica 6 ARCHIVI PER LA STORIA DELLO SPORT di anGela teja, Società Italiana di Storia dello sport e CSI Roma Lo sport in un Notiziario di archivisti? Perché no, se lo sport è visto come un bene culturale al pari di arte, musica, letteratura, architettura e archivi? La Società Italiana di Storia dello sport, con il prezioso aiuto del Centro studi “Sports Records Archivi e Memoria dello sport” presieduto dal prof. Donato Tamblé, già Soprintendente archivistico del Lazio da sempre sensibile al mondo sportivo, dal 2016 ha dato vita a un Dipartimento dei Beni Culturali Sportivi attraverso il quale sta cercando di trovare uno sbocco positivo al suo progetto “Lo sport negli archivi”. La Siss raggruppa i principali storici dello sport italiani, e alcuni anche europei, allo scopo di promuovere la ricerca storica riguardo al fenomeno sportivo, specchio della società ma anche strumento importante per la formazione delle giovani generazioni. Il suo progetto sugli archivi, tuttavia, che data ormai dalla sua nascita nel 2004, risulta ancora inascoltato da chi di sport si occupa a livello istituzionale. Lo sport è un fenomeno sociale complesso e variegato, dai numerosi significati, certamente più ampi del fenomeno calcistico domenicale, con cui invece l’opinione pubblica normalmente lo confonde. Questo malinteso ha causato un progressivo e purtroppo costante distacco dai suoi studi di ampi settori della ricerca, che pertanto risulta ancora lontana da questo importante mezzo interpretativo della nostra società. Gli intellettuali cioè hanno preso le distanze da quanto afferisce alla corporeità considerandola non degna di un approccio scientifico, vista anche la difficoltà nell’individuare una epistemologia delle cosiddette “Scienze motorie”, impartite in corsi universitari da venti anni e che hanno sostituito gli Isef, gli Istituti superiori di educazione fisica che dal secondo dopoguerra fino a venti anni fa hanno formato il corpo docente di questa materia1 . Così lo sport, più che di un approccio scientifico e biomedico (che peraltro è l’unico a resistere in ambito universitario, essendo quella dei medici la professione da sempre vista più vicina al mondo sportivo), risente della mancanza di una riflessione di tipo umanistico che riesca a generare una reale cultura sportiva o, come direbbe Ortega y Gasset, un esprit du sport che possa prendere piede anche in Italia. E mancando uno “spirito”, cioè un’espressione dell’intimo sentire della gente che sia vicina allo sport e alle sue caratteristiche di scienza plurima e complessa, non resta che la materialità 1 Problema annoso questo. Fra tutti quelli che lo hanno trattato si veda Silvia Lolli, SensoAzioni Ginnastica fra Arte e Scienza, Inedit, Castel San Pietro Terme (Bo) 2013. 7 dell’agonismo domenicale, spesso vero e proprio scontro, più o meno metaforico, tra fazioni. Il calcio della domenica appunto, fenomeno controverso e comunque reietto in contesti accademici. La Siss si prodiga da anni per la divulgazione innanzitutto tra i giovani, ma anche in ogni ceto e classe di età, dei principi e dei contenuti della cultura sportiva, in particolar modo attraverso la storia dello sport. È questa una formidabile chiave interpretativa del mondo sportivo, proprio come la storia in senso generale lo è della società nei suoi vari aspetti. Senza storia, senza il ricordo del passato, sappiamo bene che è difficile vivere il presente e costruire un futuro idoneo e consequenziale all’esperienza già avvenuta. Se poi consideriamo l’attualità come il risultato vichiano di quanto già accaduto nel passato, annuncio essa stessa del futuro, ben ci rendiamo conto di come anche lo sport, tra i protagonisti riconosciuti della nostra società, non ne possa fare a meno. Anzi, non c’è nessun altro settore come lo sport che abbia bisogno di stratificarsi su di una tradizione. Pensiamo ad esempio alle tecniche di allenamento, agli stili di esecuzione o all’evoluzione dei materiali e degli attrezzi, agli attuali sviluppi tecnologici che pervadono anche il campo sportivo e che non sarebbero potuti avvenire se non si fosse conosciuta la storia dei singoli passi fatti dall’homo ludens. La storia aiuta dunque a leggere in maniera efficace il sistema culturale “sport”, ma la storia necessita delle sue fonti, che in questo campo non sono solo documentali ma anche cartacee, audio-visive, materiali, fatte di oggetti, disegni, poster, arte, costumi, attrezzi, medaglie etc. La specificità dello sport risiede anche in esse e va conosciuta senza però cadere nella trappola dell’isolamento dal resto della società e della cultura. Per quanto da qualche anno, in realtà da più di un ventennio, si produca in Italia una consistente saggistica storico-sportiva, molto resta ancora da scrivere (si pensi per esempio alle origini dello sport nel Sud Italia ancora in gran parte poco conosciute) e senza fonti primarie è ovvio che sarà difficile farlo. A parte che lo stesso mestiere dello storico, come scrive Martin Johnes, della Swansea University2, si apprende in archivio imparando a utilizzarne i documenti. Cristina Bianchi, archivista del Museo Olimpico di Losanna, nel 1999 ha scritto: “Senza archivi, non c’è storia. Archivi parziali creano una storia parziale”3 . Gli archivi dunque, per il nostro interesse di storici, vanno 2 Martin Johnes, Archives and Historians of Sport, in “International Journal of the History of Sport”, Volume 32, 2015, pp. 1784-1798. 3 Christina Bianchi, Sports History? Sports Archives!, in “Journal of Olympic History”, 7, no. 1 (1999), 28-9, cit. in Ibid. 8 salvaguardati con il maggiore rigore (e ordine) possibile, evitando parzialità e impostazioni di tipo politico. Il problema delle fonti per la storia dello sport Il problema delle fonti, così importante per lo storico, si pone in maniera ancora più evidente per quello dello sport proprio per la carenza di archivi specifici che ne condizionano fortemente la ricerca, anche se forse alcune esperienze europee ci insegnano (alludo in particolare a quella dei colleghi francesi 4) che potremmo iniziare a sperare in qualche cambiamento proprio per l’input dell’UE. Nello scorso anno il Cesh, l’European Committee for sports History di cui la Siss è sezione nazionale, unitamente all’Ica-spo, sezione sport dell’International Council Archives, ha proposto e si è vista accettare dall’Europa una petizione per la salvaguardia degli archivi sportivi 5. Vedremo il riscontro che avrà, certo è che si sta cercando di muovere le acque a volte stagnanti della scienza archivistica applicata allo sport, specie in paesi come l’Italia dove questo è affidato al Coni, unico ente dalle molteplici finalità che richiederebbero competenze plurime. Il Coni, lo dice il suo nome di “Comitato Olimpico”, dovrebbe avere il compito precipuo di preparare le rappresentative nazionali per i grandi incontri internazionali, quali i Giochi olimpici e i Campionati mondiali ed europei, curandone pertanto la preparazione e lo spettacolo successivo, ma in realtà gli si affida una molteplicità di funzioni, tra cui quelle per l’educazione dei giovani e per la formazione dei docenti a essa deputati, per il mantenimento della salute psico-fisica, per l’efficienza lavorativa e poi della terza età, per il sano svolgimento del tempo libero, per il potenziamento dello sport urbano e via discorrendo, con un vero e proprio monopolio del settore sportivo. Mentre in altre nazioni si ha consapevolezza della complessità dello sport e ne si affida la gestione a più figure politiche 4 Tra tutti i progetti francesi vorrei ricordare quello di Memos, concluso con una convenzione tra Accademia olimpica francese, Ministero della gioventù e quello della salute e il Comitato olimpico francese. Anche interessante la nascita di un Centro archivi sportivi presso l’Archive du travail di Roubaix, a lungo condotto da Françoise Bosman. 5 https://petiport.secure.europarl.europa.eu/petitions/en/petition/content/0527%252F2017/html/CALL%2BFOR%2BTHE%2BSAFEGUARDING%2BOF%2BSPORTS%2BARCHIVES 9 e istituzionali, in Italia, forse per una sorta di sua sottovalutazione (dovuta a tante cause tra cui una damnatio memoriae per motivi storici, per la strumentalizzazione che il fascismo ne aveva fatto rendendolo uno dei componenti più popolari della sua politica totalitaria) lo si affida alla sola cura del Coni che, oberato dai troppi compiti, mal ne amministra la cultura, uno dei punti più delicati da cui è ancora distante. Come scrive Donato Tamblè nella “Presentazione” del primo testo che in Italia si sia occupato di archivi sportivi e che nel 2010 ho avuto l’onore di curare con la compianta Nora Santarelli, tra le archiviste più esperte del settore sport: “Si tratta di un settore fino a poco tempo fa poco considerato in termini documentari e perciò trascurato e soggetto a dispersioni, obliterazioni e distruzioni, che deve stimolare gli archivisti – e non solo gli archivisti – alla ricerca della memoria perduta o in via di scomparsa per recuperarla e tutelarla prima che sia troppo tardi”6 . Al contrario che all’estero, dove già esistono veri e propri Centri di raccolta documentale per lo sport, efficienti e consultati (si pensi a quello del Cio, al Centro archivi sportivi finlandese, all’archivio dello sport francese ospitato nel Centro archivi del lavoro di Roubaix, ma anche al Centro di studi olimpici di Barcelona e all’Athletic Association National Collegiate per fare solo qualche esempio 7), gli archivi propriamente di sport in Italia sono pochi, anche se sarebbero ottime occasioni di didattica per avvicinare i giovani a una visione corretta e consapevole dello sport. Un punto di vista importante questo, per avere archivi efficienti e utili, non solo autoreferenziali, la cui rilevanza a questo punto sarebbe proporzionale alla loro fruibilità. Tuttavia nel caso degli archivi sportivi, le problematicità si raddoppiano per “[la] capillare articolazione del movimento sportivo nel suo complesso e la frammentazione dei diversi sistemi di fonti che ne scaturiscono”, come ci ricorda Federico Valacchi 8. La situazione del loro reperimento è in realtà ben più complessa. Egli infatti aggiunge che, se anche dall’epoca fascista in poi è 6 Nora Santarelli e Angela Teja, Lo sport negli archivi in Italia, Società Stampa Sportiva, Roma 2010, p.7. 7 Un utile elenco di archivi dedicati allo sport è in corso di uscita graduale a cura di un gruppo di lavoro che fa capo a H-net, rete online internazionale di storici dello sport. 8 Federico Valacchi, “Gli archivi dello sport. Elementi per uno sguardo d’insieme”, in Archivi privati. Studi in onore di Giorgetta Bonfiglio-Dosio, a cura di R.Guarasci e E. Pasceri, Collana Documentalia, 1, CNR, Roma 2011, p. 474. 10 il Coni a essere parte dirigente nel mondo sportivo, unico assegnatario della sua responsabilità, non è tuttavia l’unico depositario della documentazione storica riguardante lo sport, perché esiste: “una forte complessità della produzione documentaria. Gli stessi archivi di alcune importanti società sportive, e in particolare di quelle professionistiche, pongono inoltre problemi descrittivi e gestionali assolutamente non banali, soprattutto se si prende atto della scarsa attenzione che sostanzialmente questi soggetti dedicano ad una conservazione organica della loro memoria. I rischi di dispersione delle fonti crescono poi in maniera esponenziale mano a mano che ci si avvicina all’età contemporanea, perché, se verso le carte antiche, intese soprattutto come “cimeli”, si registra una quasi inconsapevole forma di rispetto, nei confronti di quelle di recente produzione la sensibilità è davvero molto contenuta”9. In particolare ci rendiamo conto che lo studioso ha ragione nel parlare di complessità, perché il Coni non solo è stato “girovago” nel cambiar sede, ma anche perché su di lui hanno vigilato, nella sua storia democratica, Istituti statali diversi, dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri al Ministero del Turismo e dello spettacolo e al Ministero per i Beni e le attività culturali, con altre varie assegnazioni che solo nel 2017 lo hanno portato sotto la giurisdizione di un Ministero dello sport. La complessità dello sport Gli archivi sportivi, quando esistono, sono spesso l’effetto di una sorta di “ibridazione” tra pubblico e privato, talvolta dovuta alla responsabilità di presidenti di Federazione o di società sportive o direttori di servizi che hanno conservato nelle loro abitazioni private la documentazione prodotta dall’ente di appartenenza. Inoltre non esistono archivi documentali in cui possa sedimentarsi la storia, piuttosto si trovano collezioni di oggetti, manifesti, attrezzi, medaglie, trofei ecc., tutti elementi importanti ma che non soddisfano lo storico quanto il documento scritto o le immagini 10. Così spesso si tende a con- 9 Valacchi, “Gli archivi dello sport” cit. , pp.469-500. 10 Valacchi ibid. Cfr. anche D.Tamblè e A. Teja, “Archivi di eroi sportivi, un sogno irrealizzabile?”, in Atti del V Convegno annuale della Siss, Bologna 11-12 novembre 2016, in corso di stampa. In questa occasione si è fatto riferimento alla confusione che spesso si fa tra archivi e collezioni e archivi e musei, confusione dovuta alla “ignoranza del concetto d’archivio e del valore dell’archivio, come complesso unitario e interrelato di documentazione”. 11 servare tabelle di risultati e records, che naturalmente non soddisfano a pieno le esigenze della ricerca storica. Nella maggioranza dei casi non c’è alcuna conoscenza delle serie archivistiche da curare, parliamo di società sportive in cui non ci sia un archivista di professione, piuttosto si privilegia l’iconografia e il dato eccezionale o emozionalmente importante in quel contesto. Si tende cioè a organizzare la memoria secondo criteri museali, a unire il documento al monumento, con risultati spesso rimarchevoli ma non sempre scientifici 11. Vorrei citare un vero e proprio grido di dolore sull’assenza di archivi documentali sullo sport - ma a quanto pare rimasto senza risposte - espresso da Felice Fabrizio, tra gli storici dello sport più illustri in Italia, in un Quaderno della Siss del 2012 interamente dedicato all’archivistica sportiva. Eccone un brano che è sintesi della desolante situazione degli archivi sportivi ancora ai nostri giorni: “Le informazioni sono sparse in ogni angolo del territorio. Negli Archivi di Stato retti da ferrei regolamenti e presso i quali l’individuazione e il reperimento dei documenti da utilizzare hanno molti tratti in comune con la caccia al tesoro. Nelle biblioteche e nelle emeroteche pubbliche, in molti casi prossime al collasso per carenze finanziarie e strutturali. Nelle sedi delle associazioni sportive tuttora esistenti. Ed è qui che le avventure dello storico diventano altrettante tappe di un’odissea: materiali svaniti nel nulla, dispersi in mille rivoli, accatastati alla rinfusa in condizioni deplorevoli, conservati ma non consultabili o accessibili in orari assurdi per gentile concessione di arcigni custodi delle memorie societarie o di oscuri e benemeriti personaggi disposti a sacrificare tempo e risorse alla missione di conservare la tradizione. Spostamenti tragicomici, nebulose prospettive di pubblicazione, tempi biblici: è una fatica titanica alla portata di giovani temerari o di irriducibili veterani. Eppure, anche senza rincorrere il proposito di concentrare tutti i dati informativi in un unico spazio fisico di carattere archivistico, museale e didattico, reso utopistico dalla desolante situazione politica e culturale della regione, esisterebbero sin d’ora i presupposti per agevolare lungo l’intero percorso di ricerca il compito dello storico dello sport. I cataloghi cartacei e informatici delle biblioteche, dai quali andreb- 11 Valacchi, ibid. 12 bero enucleati per schedarli i saggi e le testate utili alla ricostruzione delle linee generali e degli aspetti specifici dei temi da affrontare. La trama fittissima degli storici e delle riviste che si occupano di storia locale, autentiche miniere di ragguagli. Le flebili energie ancora presenti nei dipartimenti universitari di ricerca. I siti istituzionali delle amministrazioni comunali. Le non sempre affidabili indicazioni fornite da Wikipedia. I siti delle Federazioni, degli Enti di promozione, delle società sportive, tanto eterogenei per impostazione e per ricchezza di contenuti quanto parchi di notizie sui fondi documentari disponibili.12” Come si vede, parole severe di denuncia di abbandono e degrado cui ancora non si è messo riparo, e che si sono aggravati dopo la chiusura dei Comitati provinciali del Coni (2010) e la conseguente dispersione di materiali d’archivio. Recenti convegni per il centenario del Coni (2014) e poi per i 50 anni della SdS (2016), con ampi squarci di storia su figure mitiche, come quella di Giulio Onesti e di Bruno Zauli, oppure ancor prima per il ricordo dei GO di Roma (2010), hanno evidenziato il ricorso piuttosto disordinato ai dati di archivio, con un’incidenza maggiore di resoconti giornalistici, e alla memoria orale, fatta di interviste e ricordi personali, oltre che alle fotografie e alla cinematografia d’epoca. E’ stato anche evidente che la dirigenza sportiva è tornata a parlare di sport solo in occasione di giubilei e ricorrenze dei Giochi olimpici e non con progetti sistematici e di lunga durata che avrebbero potuto dare risultati nel tempo. Questa tendenza abbinata al disinteresse delle Istituzioni in generale e a quella del mondo ufficiale della cultura, in particolare delle università, ha prodotto l’aggravarsi della situazione delle fonti per la storia dello sport. La proposta, allora, in tanto disordine, è quella di tentare di dare vita a un “Angolo dello sport” all’interno degli archivi diocesani, notoriamente bene organizzati e dotati di personale specializzato. Non solo per lo stretto legame 12 Felice Fabrizio, “L’archivio c’è ma non si vede. Traversie e sogni di un ricercatore sull’orlo di una crisi di nervi”, in AngelaTeja, Ipotesi per un’impresa culturale. L’organizzazione di un Centro Archivi del Coni, QdS n.3, Siss, Roma 2012, pp. 94-95. 13 che è sempre esistito tra le origini dello sport e lo sport cattolico, per intendersi quello praticato dal Csi- Centro sportivo italiano e da altre associazioni di ispirazione cattolica come attestano numerose ricerche13, ma perché lo sport può essere considerato come un elemento educativo dalla forte valenza spirituale, in quanto strumento di crescita integrale della persona. E allora perché non considerarlo tra le componenti della vita, e dunque anche di quella spirituale, di ognuno? Il “sistema Sport” non ci pare che possa dunque prescindere dalla conoscenza e dalla salvaguardia dei suoi archivi, e questo progetto, in cui la storia occupa un posto di rilievo a fianco della sociologia e delle altre scienze umanistiche, per la definizione della tradizione sportiva nel nostro Paese, può rivelarsi molto importante in un periodo (come quello nostro) di confusione intellettuale e pedagogica. L’archivio può allora divenire realmente uno strumento di conoscenza per dare energia e voglia di fare a chi si impegna in questo settore, diventando esso stesso mezzo contemporaneo di trasmissione culturale, punto fermo, repertorio da cui partire14 . 13 Felice Fabrizio, Storia dello sport in Italia. Dalle società ginnastiche all’associazionismo di massa, Guaraldi ed., Firenze 1977 e Alle origini del movimento sportivo cattolico in Italia, Sedizioni, Milano 2009; Stefano Pivato, Sia lodato Bartali. Ideologia, cultura e miti dello sport cattolico 1936-1948, ed. Lavoro, Roma 1996; L.Martini, Dai Santi educativi all’associazionismo, in Sport e società, AVE, Roma 1976; Alessio Ponzio, Corpo e anima: sport e modello virile nella formazione dei giovani fascisti e dei giovani cattolici nell’Italia degli anni trenta, in “Mondo contemporaneo”, 3-2005, pp.51-104; Angela Teja, Le sport et les catholiques en Italie à la fin du XIXe siècle et au début du XXe siècle, in L.Munoz- Jan Tolleneer (ed.s), L’église, le sport et l’Europe. La Fédération internationale catholique d’éducation physique (FICEP) à l’epreuve du temps (1911-2011), L’Harmattan, Paris 2011, pp. 45-57 e Ginnasti ‘in difesa e per il trionfo della giustizia’. Il movimento sportivo cattolico e la Grande Guerra, in Lo sport alla Grande Guerra, Atti del Convegno, Firenze Istituto Geografico Militare Italiano 9-10 maggio 2014, a cura di Angela Teja- Virgilio IlariGregory Alegi- Eleonora Belloni- Felice Fabrizio- Sergio Giuntini-Donato Tamblè, QdS n.4, Nuova Immagine, Siena 2015, pp. 325-342. 14 I. Zanni Rosiello, Gli archivi nella società contemporanea, il Mulino, Bologna 2009; L. Giuva, S.Vitali, I. Zanni Rosiello, Il potere degli archivi. Usi del passato e difesa dei diritti nella società contemporanea, Mondadori, Milano 2007; Donato Tamblé, La teoria archivistica italiana contemporanea. Profilo storico critico (19501990), Carocci, Roma 1993. 14 Arcidiocesi di PoznAń associanZione aRchivistica ecclesiastica in collaborazione con il pontificio consiGlio peR la cultuRa III CONFERENZA DEGLI ARCHIVISTI ECCLESIASTICI EUROPEI Poznań, 7-9 novembre 2018 ARCHIVI DELLA CHIESA E ARCHIVI DELLO STATO: LUOGO DI DIALOGO CULTURALE PROGRAMMA DELLA CONFERENZA Martedì 7 novembre 2018 7:00 Santa Messa (SChr - La Società di Cristo per gli Emigrati della Polonia) 8:00 Colazione (SChr - La Società di Cristo per gli Emigrati della Polonia) 9:30 Apertura dei lavori (AAPoz - Archivio Arcidiocesano di Poznan) Saluti Mons. Gaetano Zito, Presidente dell’ Associazione Archivistica Ecclesiastica S. E. Mons. jan Kopiec, Delegato per gli Archivi Ecclesiastici della Conferenza Episcopale Polacca Mons. Roman DwoRacKi, Direttore dell’ Archivio Arcidiocesano di Poznań Rappresentante dell’ Alta Direzione degli Archivi Statali in Polonia 15 Prolusione S. E. Mons. caRlos aZeveDo, Delegato per i Beni culturali del Pontifico Consiglio per la cultura Pausa caffè Interventi delle Delegazioni nazionali (in ordine alfabetico) 13:00 Pranzo (SChr) 15:00 Visita guidata dell’Ostròw Tumski ► il Genius loci ► la Porta Posnaniae ► la Cattedrale 19:00 Incontro e cena con S. E. Mons. stAnislAw Gądecki, Arcivescovo Metropolita di Poznań e Presidente della Conferenza Episcopale Polacca (Ostrów Tumski 3) Giovedì 8 novembre 2018 7:00 Santa Messa (SChr) 8:00 Colazione (SChr) 9:30 Interventi delle Delegazioni nazionali (in ordine alfabetico - AAPoz) Pausa caffè Interventi delle Delegazioni nazionali (in ordine alfabetico) 13:00 Pranzo (SChr) 15:00 Visita guidata della città di Poznań (il percorso con il vecchio tram) 16:00 Visita dell’Archivio di Stato di Poznań 18:30 Cena (SChr) Venerdì 9 novembre 2018 7:00 Santa Messa (SChr) 8:00 Colazione (SChr) 16 9:30 Interventi delle Delegazioni nazionali (in ordine alfabetico - AAPoz) Pausa caffè Interventi delle Delegazioni nazionali (in ordine alfabetico) e Conclusione Conferenza 13:00 Pranzo (SChr) ***** Note logistiche: ► Alloggio e vitto: a carico dell’ Arcidiocesi di Poznań. ► Accoglienza e permanenza: da pomeriggio 6 novembre a pomeriggio 9 novembre. Lingue per gli interventi: inglese e italiano; è prevista la traduzione simultanea. La nostra gratitudine a Archivio ArcidiocesAno di PoznAń 17 LUOGHI per l’alloggio dei partecipanti: La Casa della Società di Cristo (SChr) ul. Panny Marii 4, 61-108 Poznań per la Conferenza: Archiwum Archidiecezjalne w Poznaniu (AAPoz) ul. ks. Ignacego Posadzego 2 18 PARTECIPANTI 1. Albania Sokol Çunga – aderisce ma non può partecipare Ermal Nurja Andi Rembeci 2. Austria Matthias Perstling 3. Croazia Goran Crnković Marina Grgičević Ante Gverić Vlatka Lemić – aderisce ma non può partecipare 4. Francia Serge Sollogoub 5. Germania Thomas Scharf-Wrede 6. Gran Bretagna Stewart Foster Jonathan Bush 7. Italia Gaetano Zito, presidente AAE Salvatore Palese, presidente emerito AAE Licia Meloni, Consigliere dell’AAE 8. Malta Joseph Bezzina 19 9. Polonia Roman Dworacki Don Rafał Rybacki 10. Portogallo Ricardo Aniceto Alexandra Xisto 11. Romania Claudiu Tutu 12. Santa Sede, Pontificio Consiglio per la Cultura S. E. Mons. Carlos Alberto de Pinho Moreira Azevedo 13. Slovenia Luka Tul 14. Spagna Francisco Juan Martínez Rojas Anabella Barroso María del Carmen Fuentes Nogales 15. Svizzera Peter Erhart – aderisce ma non può partecipare 16. Ungheria Tamás Tóth – aderisce ma non può partecipare 20 CRONACA DELLA III CONFERENZA DEGLI ARCHIVISTI ECCLESIASTICI EUROPEI Poznań, dal 7 al 9 novembre 2018 I rappresentanti degli archivisti ecclesiastici di Albania, Austria, Croazia, Francia, Germania, Inghilterra, Italia, Malta, Polonia, Portogallo, Romania, Santa Sede, Slovenia, Spagna, Svizzera ed Ungheria (i rappresentanti di queste due ultime nazioni hanno aderito ma non hanno potuto partecipare) si sono confrontati sul tema: “Archivi della Chiesa e Archivi dello Stato: luogo di dialogo culturale”. Promossa dall’Associazione Archivistica Ecclesiastica, con il patrocinio del Pontificio Consiglio della cultura, L’iniziativa costituisce ormai un appuntamento di respiro internazionale. Un momento di carattere culturale di formazione di particolare livello rilievo teso a incoraggiare la valorizzazione del patrimonio documentario della Chiesa. La conferenza era finalizzata a confrontarsi sul ruolo fondamentale per la memoria della Chiesa e della società svolto dagli archivi i quali, restituendo un continuo intreccio di conoscenze che attengono alla storia istituzionale, culturale, sociale e religiosa, costituiscono luoghi privilegiati di dialogo culturale. A tal fine, il presidente dell’Associazione Archivistica Ecclesiastica, Mons. Gaetano Zito, nel saluto di apertura, ha dichiarato quanto sia indispensabile un lavoro di sinergia fra archivi della Chiesa e archivi dello Stato teso ad aprire percorsi di valorizzazione comuni. Di rilievo il ruolo dell’Associazione che da anni svolge un servizio ecclesiale qualificato, volto a sollecitare le comunità a saper raccogliere i semina Verbi sparsi nella propria storia e registrati nei documenti d’archivio, per dare contenuti alla pastorale e sostenere la nuova evangelizzazione. Gli archivi quali «tabernacoli della memoria», sono luoghi che favoriscono lo sviluppo di una cultura archivistica capace di promuovere oggi anche il dialogo interculturale. Sul ruolo degli archivi ecclesiastici, quali esempi di espressione dell’unità dei cristiani nella loro attività di collaborazione con le diverse realtà statali, si è soffermato il delegato per gli archivi ecclesiastici della Conferenza Episco- 21 pale Polacca, S. E. Mons. Jan Kopiec. Nel suo intervento ha, infatti, ampiamente sottolineato come la loro importanza non risiede unicamente nella loro funzione pastorale ma anche nel loro valore culturale poiché essi si configurano come luoghi della memoria storica tanto per la comunità dei fedeli quanto per l’intera collettività civile. Dopo il saluto di benvenuto del direttore dell’Archivio Arcidiocesano di Poznań, Mons. Roman Dworacki, è intervenuto S. E. Mons. Carlos Azevedo, Delegato per i Beni culturali della Chiesa del Pontificio Consiglio per la cultura, offrendo alcuni spunti di riflessione. Primo fra tutti la necessità di riflettere sui nuovi criteri di gestione e valorizzazione dettati dalle nuove tecnologie informatiche e dalla digitalizzazione. Ancora, con la digitalizzazione dei flussi documentali negli archivi correnti si pone il problema della loro gestione che rende quanto mai necessaria una partecipazione attiva degli archivisti nella progettazione di sistemi di conservazione, tutela e valorizzazione degli stessi. Infine, la indispensabile interoperabilità fra istituti ecclesiastici, musei biblioteche e archivi, al fine di elaborare proposte e azioni che pongano gli operatori professionali dei beni culturali nella condizione di sviluppare comuni esperienze di collaborazione, di confrontarsi sulle criticità dei singoli ambiti disciplinari e di promuovere soluzioni organizzative, normative, tecnico-scientifiche per gli istituti culturali e per il patrimonio culturale in genere Ha portato il suo saluto il rappresentante dell’Alta Direzione degli Archivi Statali in Polonia, dottor Henyk Niestrój, che ha offerto ai presenti il prezioso esempio della collaborazione fra gli archivi ecclesiastici e gli archivi statali polacchi. Una collaborazione sorta solo all’indomani della caduta del regime comunista. Oggi archivi della Chiesa e archivi dello Stato testimoniano in Polonia forme di collaborazione che vantano numerose attività realizzate in sinergia (mostre, conferenze e regole di gestione, custodia e valorizzazione). Gli archivi ecclesiastici in Polonia, riconosciuti parte imprescindibile del patrimonio statale, sono entrati nel sistema digitale degli archivi di Stato; un sistema nel quale gli archivi ecclesiastici – individuati da codici identificativi – non solo entrano al pari di quelli dello Stato nelle attività di inventariazione, digitalizzazione e restauro ma ne condividono le strategie e le linee di intervento. Sono seguiti gi interventi dei diversi rappresentanti degli istituti archivistici europei. Si è trattato di uno scambio di esperienze vissute da archivi 22 ecclesiastici di diverse nazioni e da archivi di Stato depositari di fondi ecclesiastici che ci ha restituito un panorama europeo diversificato, fortemente condizionato dalle vicende politiche. Da un lato testimonianze di istituti ecclesiastici che in seguito alla confisca del patrimonio documentario da parte dei regimi totalitari hanno ancora oggi l’accesso negato alle fonti che testimoniano l’attività della Chiesa cattolica nel loro paese. Caso emblematico quello della Romania dove il regime Comunista salito al potere nel 1944 colpì la Chiesa Greco-Cattolica da decreti che la dichiararono “fuori legge”; i beni della Chiesa Cattolica di Rito Bizantino furono confiscati e affidati allo Stato Comunista e alla Chiesa Ortodossa Romena. Fra i beni confiscati anche gli archivi greco-cattolici che a tutt’oggi si trovano sparsi e, soprattutto, non consultabili, per le diverse istituzioni statali ed ecclesiastiche ortodosse rumene. Diametralmente opposte le testimonianze dei rappresentanti di archivi ecclesiastici che vivono forme di cooperazione con lo Stato finalizzate, non solo alla custodia e valorizzazione del patrimonio documentario della Chiesa locale, ma volte alla promozione di iniziative di riflessione, di incontro, alla condivisione di momenti di formazione su temi comuni, all’integrazione di linguaggi di descrizione ed indicizzazione. Esemplificativa in tal senso la situazione austriaca illustrata da Matthias Perstling, Direttore dell’Archivio diocesano di Graz-Seckau dove la cooperazione ha avuto luogo grazie ai contatti e alle conoscenze personali degli addetti agli archivi, siano essi appartenenti alla Chiesa che allo Stato. Una cooperazione istituzionalizzata che ha dato vita alla Federazione degli Archivisti Austriaci che, organizzata in 3 sezioni, comprende gli archivi delle chiese e delle comunità religiose riconosciute, gli archivi universitari e gli archivi dei comuni. In questo contesto gli archivi ecclesiastici godono di numerose forme di collaborazione e, soprattutto, della partecipazione a diversi gruppi di lavoro sugli standard, sulle forme di valutazione e sui records management. L’incontro è stato davvero significativo: un ricco scambio di esperienze, un reale confronto con le ricchezze esistenti negli archivi e un sostegno reciproco per risolvere le diverse problematiche. La cordiale e generosa accoglienza riservataci dall’Arcidiocesi di Poznań ha determinato condizioni ideali per rinsaldare relazioni di amicizia fra i partecipanti e lavorare in un cima 23 di serenità e di reciproca stima. Questa III Conferenza europea è stata da tutti ritenuta un giro di boa nel processo avviatosi nel 2002 a Trento e consolidato nel 2013 a Roma-Sassone. Ci si augura che possa costituire pure l’occasione per un collegamento stabile almeno tra gli archivisti dei Paesi europei presenti. Il desiderio e l’esigenza di continuare questo processo di confronto e reciproco profitto è ormai tempo che venga assunto dal Pontificio Consiglio della cultura. Pertanto, sia il Presidente dell’Associazione Archivistica Ecclesiastica sia alcuni archivisti europei hanno espresso la disponibilità a S. E. Mons. Azevedo a supportarlo per l’organizzazione delle prossime Conferenze. Da parte sua Mons. Azevedo ha indicato una possibile data per la prossima Conferenza: valorizzare il 25° anniversario della lettera circolare della Pontificia Commissione Beni culturali della Chiesa, La funzione pastorale degli archivi ecclesiastici, che per tutti resta un punto di riferimento imprescindibile, pur se ormai in taluni passaggi chiede aggiornamenti e integrazioni. licia meloni 24 PATROCINIO E CO-ORGANIZZAZIONE PER IL CONVEGNO DEL CENTRO PER IL GLAGOLITISMO CROATO Pisino, 4-6 ottobre 2018 ZNANSTVENI CENTAR IZVRSNOSTI ZAHRVATSKO GLAGOLJASTVO ASSOCIAZIONE ARCHIVISTICA ECCLESIASTICA Piazza di San Cali sto 16, 00153 Roma, Italia Pregiatissimo signor Presidente Prof. mons. Dott.Ric. Gaetano Zito, Ci rivolgiamo a Lei a nome del Centro scientifico di eccellenza per il Glagolitismo Croato con la richista che l’Associazione archivistica ecclesiastica a cui Lei presiede diventi coorganizzatore del Convegno scientifico internazionale Breviari romani dal XI/l secolo al Tridentino. Il Centro scientifico di eccellenza per il Glagolitismo Croato che opera presso l’Istituto di Paleoslavistica di Zagabria (https://zci.stin.hr/hr/category/ centar/4) vuole stabilire e sviluppare una cornice teorica interdisciplinare e un modello per fare ricerche relative ai centri scrittori glagolitici. Il Centro ha scelto come oggetto di ricerca i manoscritti provenienti da Vermo (Beram), un paese i striano, per il quale esistono seri indizi provanti l’esistenza di uno scriptorium glagolitico alla fine del XIV e nel XV secolo. Questi manoscritti verranno esaminati dal punto di vista linguistico, testuale, teorico-letterario, paleografico, liturgico e storico artistico (illuminazone) e verranno raccolti tutti i dati storici relativi ai manoscritti e a Vermo di quell’epoca. In questo modo sarebbe possibile creare un modello di ricerca che successivamente potrebbe essere applicato anche sugli altri centri scrittori glagolitici e sui manoscritti per cui non è stato stabilito da quale scriptorium provengano. Il risultato principale del progetto nei primi cinque anni sarà l’edizione e l’elaborazione e la descrizione accurata del 2 o Breviario di Vermo risalente al XV secolo. Nell’ambito del programma di lavoro per l’anno 2018 l’intenzione del Centro è, inoltre, organizzare il citato convegno scientifico con l’obiettivo di esaminare, in modo scientifico e versatile, i breviari prodotti sotto l’egida della Chiesa Romana in latino ed in altre lingue durante il periodo del tardo medioevo. STAROSLAVENSKI INSTITUT, DEMETROVA 11, 10000 ZAGRE9 · web: zci.stin.hr · 019: 15291942541 25 Si tratta, dunque, di un modello con l’approccio multidisciplinare che aiuterebbe a chiarire lo sviluppo dei breviari, il loro uso, la lingua e la scrittura, l’analisi delle illustrazioni e dei messaggi sui margini che stanno a testimoniare la vita quotidiana dell’epoca. Riteniamo che sia particolarmente importante fare riferimento ai breviari che non sono ancora noti ad una più ampia cerchia di scienziati. Ed è molto importante proprio in questo ambito la nostra collaborazione con gli archivisti e in primo luogo con gli archivisti ecclesiastici che la vostra associazione rappresenta. Auspichiamo pertanto che la vostra associazione, come possibile co-organizzatore, possa informare i colleghi archivisti interessati ad intervenire al convegno. Inoltre, saremmo onorati di avere Lei, come presidente di un’Associazione cosi pregiata, a intervenire con una relazione introduttiva sul tema relativo ai breviari romani come fonte archivistica. Il Convegno avrà luogo presso l’Archivio di Stato di Pisino tra il 4 e il 6 ottobre del 2018. Le porgiamo cordiali saluti nell’attesa di una Sua gentile risposta, Prof. Dott. Ric. Milan Mihaljević Dirigente del Centro scientifico di eccellenza per il Glagolismo Croato 26 Chiarissimo Professore Dott. Ric. MilAn MihAljević Direttore del Centro scientifico di eccellenza per il Glagolitismo Croato Staroslavenski Institut, Demetrova 11 10000 ZAGREB In merito alla richiesta da Lei cortesemente inviata, sono molto lieto di poterLe comunicare l’accettazione dell’Associazione Archivistica Ecclesiastica del ruolo di co-organizzatore del Convegno scientifico internazionale Breviari romani dal XIII secolo al Tridentino. È meritevole di molta attenzione, e va quindi doverosamente sostenuta, la decisione del Centro per il Glagolitismo Croato di affrontare tale argomento e sviluppare un modello di approccio multidisciplinare ai Breviari di quei secoli. Se essi, infatti, erano destinati alla preghiera e alla devozione di chierici e laici, è pur vero che la loro composizione formale, la lingua in cui sono stati redatti, le illustrazioni miniate di cui in genere sono corredati, talora pure particolarmente pregevoli, e le eventuali annotazioni personali a margine del testo, possono offrire rilevanti spunti di conoscenza di un contesto culturalmente vivace e significativo anche dal punto vista della liturgia e della spiritualità. Le sono, poi, particolarmente grato per l’invito a partecipare al Convegno e per avermi offerto di tenere la relazione introduttiva sui Breviari romani come fonte archivistica. Accolgo l’invito e spero di poter contribuire come Lei si attende e come un’iniziativa scientifica di tale livello merita. Qualora, infine, voglia inserire il logo dell’Associazione nel materiale divulgativo del Convegno, glielo trasmetto con altro file. Con l’augurio che l’istituzione scientifica da Lei diretta possa conseguire ottimi risultati, mi è gradito porgerLe cordiali saluti. Catania, 30 gennaio 2018 27 PATROCINIO PER IL CONVEGNO DEL 50° DELL’ASSOCIAZIONE ITALIANA PROFESSORI STORIA DELLA CHIESA E-mail al Presidente dell’Associazione, p. Filippo Lovison, 8 giugno 2018 Carissimo p. Filippo, puoi contare anche sul patrocinio dell’Associazione Archivistica Ecclesiastica per il convegno del 50° dell’Associazione Italiana dei Professori di Storia della Chiesa, che si terrà nei giorni 10-12 gennaio 2019. Per i legami che da sempre hanno segnato la storia di entrambe le Associazioni, come persone in primo luogo e come promozione culturale, il patrocinio può considerarsi abbastanza naturale. In allegato alla presente ti invio il logo dell’AAE. Auguri di ogni bene. Cordiali saluti. Gaetano Zito 28 IN MEMORIAM Uniti nella preghiera e nel suffragio, ricordiamo con affetto e ringraziamento per quanto hanno operato anche per gli archi-vi ecclesiastici e in seno alla nostra Associazione i soci scomparsi, di cui abbiamo avuto notizia dopo l’uscita dell’ultimo Notiziario (n. 52, dicembre 2017). Mons. MARIO MESSINA, Direttore dell’Archivio Storico Diocesano di Caltagirone. All’età di 88 anni, il 4 aprile 2018, il Signore ha chiamato a sé, per celebrare l’eterna liturgia del cielo, Mons. Mario Messina. Presbitero esemplare ha servito con zelo e generosità questa Chiesa diocesana, che amava profondamente, ricoprendo una mol-teplicità di servizi e mansioni a cui è stato chiamato nella sua lunga e laboriosa esistenza, e che ha espletato sempre con la di-screzione che gli era propria. Nato a Caltagirone il 24 settembre 1929, fu ordinato presbitero da Mons. Pietro Capizzi il 29 giugno del 1952. Cappellano dell’Ospedale civico dall’1 ottobre 1954, dedicò attenzioni particolarissime alla Pastorale Sanitaria, di cui animava tutte le espressioni e manifestazioni. Canonico del Capitolo Cattedrale, ha attivamente preso parte alla vita diocesana come membro degli organismi di partecipazione presbiterale e pastorale. Dal 1961 Vice Cancelliere e poi Cancelliere della Curia Vescovile, accanto ai Vescovi Mons. Pietro Capizzi, Mons. Francesco Fasola e Mons. Carmelo Canzonieri, fu pro-Vicario e poi Vicario Generale di Mons. Vittorio Mondello. Il suo servizio si è prolungato anche con Mons. Vincenzo Manzella e Mons. Calogero Peri, finché le sofferenze sopravvenute hanno reso progres-sivamente sempre più faticoso il suo impegno e la sua presenza. Delegato per le Feste Religiose e responsabile delle Confra-ternite, ha profuso sempre nei luoghi del suo servizio ecclesiale una dedizione puntigliosa e garbata, esercitata con equilibrata e prudente saggezza. Ha anche curato a lungo il servizio spirituale come Cappellano alle Suore di Gesù Redentore (Protettorato S. Giuseppe), officiando la Chiesetta degli Angeli Custodi. Ha curato anche il Movimento Apostolico Ciechi e la FUCI e ha partecipato attivamente alle attività dell’Associazione “Amici di Mons. Fasola”. Il 2 maggio del 1979 è stato annoverato tra i Cappellani di S. Santità. Negli ultimi tempi, affetto da totale cecità, è stato accolto a casa della sorella e dei familiari, cui va il sentimento della solida-rietà e gratitudine, lasciando in eredità la testimonianza commovente della serena offerta della vita al Signore, nella preghiera assidua e nell’abbandono pieno alla volontà di Dio. 29 «In molti hanno conosciuto e sperimentato i tratti umani e sacerdotali di Mons. Mario – dice Calogero Peri, vescovo di Cal-tagirone - la personalità discreta e riservata di un uomo di fede, che sapeva coniugare l’obbedienza con la competenza punti-gliosa. La sua figura minuta, all’occorrenza energica e scrupolosa, era segno e testimonianza della sua integra fedeltà al suo sacerdozio e alla sincera passione per il Vangelo, che sapeva trasmettere nella semplicità dei modi e delle parole, anche in tempi di cambiamento come quelli vivaci legati alla stagione conciliare. Il Signore che lo scelse tra gli operai solerti della sua vigna, lo accoglie oggi tra i suoi servi fedeli per cantare in eterno la sua gloria». (Francesco Failla) Siamo venuti a conoscenza del decesso di don Umberto Andreoletti, Direttore dell’Archivio Storico Diocesano di Alessan-dria (22 maggio 2016), e di don Antonio Nughes, Direttore dell’Archivio Storico Diocesano di Alghero-Bosa (4 maggio 2018). 30 NUOVI SOCI Nella riunione del Consiglio dell’11 ottobre 2017 a) b) c) d) Cullurà Giulia, di Roma Festa Letterio, di Oppido Mamertino-Palmi Perstling Matthias, di Gratz-Seckau Santolaria de Puey José-Apeles, di Ferrara-Comacchio Nella riunione del Consiglio del 7 marzo 2018: e) Alfarano Mario, Archivio Generale dei Carmelitani, successore di Boaga e Grosso f) Di Martino Crescenzo Paolo, Archivio Diocesano di Amalfi g) Taraborrelli Ugo, Archivio Penitenzieria Apostolica 31 PUBBLICAZIONI RICEVUTE aGostino Di lustRo – Un perduto museo di famiglia – La Cappella Regine a Forio, eDiZioni GutenbeRG, dicembre 2017; Il prof di Lustro è direttore dell’Archivio Diocesano di Ischia, nonché diacono permanente. aGostino Di lustRo – eRnesta maZZella – Le Madonne dell Misericordia dell’isola d’Ischia – storia arte religiosità popolare, eDiZioni GutenbeRG, settembre 2016 bollettino peR la stoRia Del movimento sociale cattolico in italia Anno I – Gennaio-aprile 2015 - eDiZione univeRsità cattolica Del s. cuoRe aRchivio stoRico pRatese – Anno 2015 – Prato associaZione cultuRale aRcheocasaRano “oRiGini Del futuRo” – Casaranello e il suo Mosaico - Per Aspera ad Astra, autore: fRancesco Danieli - eDiZioni espeRiDi - Lecce 2018 Studio monografico sulla chiesa di S. Maria della Croce in Casarano 32 AVVISI * La QUOTA ASSOCIATIVA è di € 40,00: può essere versata con conto corrente postale, oppure con bonifico. a) ccp n. 36768000 intestato a Associazione Archivistica Ecclesiastica b) codice IBAN IT34 N076 0103 2000 0003 6768 000 intestato come sopra Ricordarsi di porre la clausola: «Per quota sociale anno …» indicando l’anno solare a cui si riferisce. Sollecitiamo i Soci a mettersi in regola con il versamento della quota dei singoli anni. * La sede della nostra Associazione: Piazza San Calisto n. 16, 00153 Roma. Non ha telefono né ore fisse di apertura. * Per chi desidera conferire con il Presidente: Mons. Gaetano Zito Archivio Storico Diocesano, via Vittorio Emanuele, 159 - 95131 Catania Via Vittorio Emanuele, 159 - 95131 Catania tel.: 095-2504388 (ore ufficio) - fax: 095-2504356 e-mail: info@archivaecclesiae.org personale: gaetano_zito@virgilio.it * La corrispondenza d’ufficio sia mandata alla Sede dell’Associazione: Piazza San Calisto n. 16, 00153 Roma. * I Soci che desiderano far conoscere iniziative di attività e cultura archivistica attraverso il sito dell’Associazione, possono inviare la notizia a info@archivaecclesiae.org. * Sito Internet: http://www.archivaecclesiae.org 33 Stampato a cura della Presidenza dell’AAE Spedito nel mese di gennaio 2019 Impaginazione e stampa “La Provvidenza” Catania Via F. Confalonieri, 19 - Tel. 095 363029 email: laprovvidenza@tiscali.it