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SOCIETÀ ROMANA DI STORIA PATRIA MISCELLANEA DELLA SOCIETÀ ROMANA DI STORIA PATRIA LXV MONACI E CASTELLI NELLA VALLE SUBLACENSE a cura di GIORGIA MARIA ANNOSCIA E FRANCESCA ROMANA STASOLLA ROMA PRESSO LA SOCIETÀ ALLA BIBLIOTECA VALLICELLIANA ––––– 2016 IL PRESENTE VOLUME È STATO PUBBLICATO CON IL CONTRIBUTO DELLA REGIONE LAZIO AREA SERVIZI CULTURALI, PROMOZIONE DELLA LETTURA E OSSERVATORIO DELLA CULTURA UFFICIO SOPRINTENDENZA AI BENI LIBRARI L.R. N. 42/1997 - PIANO 2014 Copyright ©2016 Società Romana di Storia Patria Piazza della Chiesa Nuova, 18 00186, Roma www.srsp.it e-mail: segreteria@srsp.it ISBN 978-88-97808-52-7 All Rights Reserved. No part of this publication may be reproduced or transmitted in any form or by any means, electronic or mechanical, including photocopy, recording or any other information storage and retrieval system, without the prior permission of the publisher. La traduzione, l’adattamento totale o parziale, la riproduzione con qualsiasi mezzo (compresi microfilm, film, fotocopie), nonché la memorizzazione elettronica, sono riservati per tutti i Paesi. SOMMARIO GENERALE GIORGIA MARIA ANNOSCIA, FRANCESCA ROMANA STASOLLA Ringraziamenti...........................................................................pag. 1 FRANCESCA ROMANA STASOLLA Le scelte del Progetto “Valle Sublacense”................................. » 3 GIORGIA MARIA ANNOSCIA I luoghi del Progetto “Valle Sublacense”.................................... » 9 FRANCESCA ROMANA STASOLLA Dalla Valle dell’Aniene alla Valle Sublacense.......................... » 19 MARIA CARLA SOMMA I conti dei Marsi: una famiglia comitale in un territorio di confine......................................................... » 45 GIORGIA MARIA ANNOSCIA La guerra nella Valle Sublacense.............................................. » 59 MARIA DI NEZZA, MICHELE DI FILIPPO Inquadramento geo-litologico dell’area sublacense e zone di approvvigionamento dei materiali impiegati per l’edilizia ..... » 85 LORENZO DE LELLIS La piattaforma GIS e le analisi spaziali: un approccio documentario...................................................... » 101 VI Sommario generale GIULIA DORONZO Le tecniche costruttive nella Valle Sublacense ......................... » 117 Approfondimenti PAOLO ROSATI Il monastero di San Giorgio a Riofreddo................................... » 155 PAOLO ROSATI Arsoli......................................................................................... » 171 MARZIA D’ACHILLE Rovianello.................................................................................. » 177 CLAUDIA DEL NEGRO Il monastero di S. Maria dell’Oliva (Roviano)........................... » 221 PAOLO ROSATI Roviano..................................................................................... » 257 MARZIA D’ACHILLE Rocca di Botte........................................................................... » 263 FRANCESCO MOSCHETTO Anticoli Corrado......................................................................... » 279 FRANCESCO MOSCHETTO La Prugna................................................................................. » 291 PAOLO ROSATI Camerata Vecchia..................................................................... » 331 ROBERTO MONTAGNETTI Metodologia della ricerca: dalla raccolta dei dati alla creazione del GIS di Camerata Vecchia.............................. » 359 MARZIA D’ACHILLE Saracinesco............................................................................... » 377 FRANCESCO REFRIGERI Marano......................................................................................... » 385 GIORGIA MARIA ANNOSCIA Cervara di Roma.......................................................................... » 401 Sommario generale VII GUILIA DORONZO Agosta........................................................................................ » 421 CLAUDIA DEL NEGRO Rocca di Mezzo.......................................................................... » 433 CLAUDIA DEL NEGRO Rocca Canterano........................................................................ » 439 CLAUDIA DEL NEGRO Canterano.................................................................................. » 451 Tavole PAOLO ROSATI ARSOLI L’attuale borgo di Arsoli gravita attorno al suo castello nel versante sud dell’omonimo colle. Castello e borgo dominano una fertile vallata laterale dell’Aniene nei pressi della cosiddetta “ansa”. A Nord-Est una forra calcarea è stata intagliata dall’incessante scorrere del Torrente Bagnatore che difende naturalmente Arsoli. Circondato dalle estreme propaggini settentrionali dei Monti Simbruini il castello domina un antico snodo viario tra un diverticolo nord-sud che collegava via Valeria Nova e via Sublacense Neroniana. La posizione strategica e ben difesa determinò la scelta della costruzione del castello. Eliminando dalla presente analisi storica i documenti pseudoepigrafici di Nicolò I e Cesario Console dei Romani, la prima menzione storica di Arsoli è nel general privilegio di Papa Giovanni XII dell’anno 968(1). Arsoli è detto fundum e viene citato assieme ad altre particelle nei dintorni tra le quali, oricula, aprunio, arpello(2). Molto interessante è la menzione di seminarum, fondo spesso elencato tra Arsoli, Roviano, Marano e Anticoli. Seminarium è infatti detto colonia ed è uno dei primi toponimi ad essere menzionati nell’area ad(1) Il Regesto Sublacense del secolo XI, a cura di L. Allodi – G. Levi, Roma 1885, di seguito citato Reg. Subl. (2) Rispettivamente il futuro castello di Oricola, quella che poi sarà la rocca della Prugna e la rocca di Cervara: “Videlicet fundum canterano, et marano seminarum atque oricula et arsula bultinianu Toccanellu Marcatellu Fundum paternu Fundum aprunio Fundum arpellum”. 172 Paolo Rosati dirittura nel 936. Per risalire al significato del termine colonia si possono utilizzare riscontri topografici certi con la limitrofa colonia sancti Valerii di Ciciliano, ove è stata possibile accertare la presenza di strutture e resti archeologici. Il termine colonia indica quindi uno stanziamento stabile di coloni et colonae, contadini e lavoratori facenti parte di fronti di bonifica da boschi o paludi. Seminarium in particolare doveva essere il nome del fronte di bonifica nella pianura alluvionale dell’Aniene controllata al fine dai castelli di Arsoli, Anticoli, Roviano e Marano. Gli stanziamenti coloniali erano composti da case o casali a poca distanza tra di loro collegate da diverticoli alla viabilità principale o secondaria. A differenza della colonia sancti Valerii, a causa dell’abbandono della pianura alluvionale nell’ansa dell’Aniene, non è possibile ad oggi posizionare esattamente il toponimo colonia seminarium citato nei documenti almeno fino al 1051(3). Arsoli viene definito monte nel giudizio in cui Leone, abate del monastero di S. Cosimato (Vicovaro), rinuncia al suo possesso nel 983(4). Come anche per Roviano e Anticoli, ad Arsoli a partire da questa data inizia il processo di incastellamento che culmina nel completamento parziale del 997(5); il paesaggio descritto nel documento, immediatamente precedente al momento della costruzione del castello, è molto variegato e decisamente antropizzato. Anche per Arsoli come per gli altri castelli sopra citati vale l’ultimazione delle strutture difensive o la loro totale costruzione entro l’anno 1000 ad opera di Rainaldo Conte dei Marsi. Nella prima metà del secolo Arsoli rimane nelle mani dell’abbazia sublacense e ciò rimane un fatto consolidato durante il XII secolo. Arsoli è tra i castelli della Valle dell’Aniene ad essere menzionato all’interno del Liber Vitae(6), molto utile perché permette alcune considerazioni demografiche. Sotto il governo dell’abate Giovanni (10691117) è possibile ricondurre la stesura di tale codice a Subiaco: si tratta (3) In ordine cronologico: Reg. Subl. cit. colonia in doc. 18, p. 50; doc. 6, p. 12; fundus in doc. 17, p. 49; doc. 19, p. 53; solo citazione nominale in doc. 20, p. 54; doc. 3, p. 5; doc. 12, p. 28; di nuovo fundus in doc. 14, p. 34; solo citazione nominale in doc. 185, p. 227; doc. 10, p. 21; doc. 15, p. 39; doc. 21, p. 56. (4) Reg. Subl., doc. 185, p. 227. (5) Reg. Subl. doc. 13, p. 31. (6) Codice Vallicelliano B24, cc. 1-99. Datato all’XI e precisamente nell’ultimo venticinquennio del secolo. Arsoli 173 di un ricco messale minato nel quale in vari anni furono inscritti circa 8.000 nomi di persone, 7.000 dei quali di fedeli appartenenti ad ogni ceto sociale, con ogni probabilità uomini e donne abitanti dei possessi del monastero. Questo dato è molto importante in quanto denota una buona densità di popolazione nella seconda metà dell’XI secolo(7). Il codice è diviso in due parti, una prima contenente un messale riccamente miniato e una seconda alla fine della quale vi è la lunga lista dei nomi in 17 carte. Le mani che hanno scritto nel testo sono state molteplici oppure la stessa a diverse riprese. Dal punto di vista paleografico si tratta di una minuscola romana con chiare tracce di uso beneventano, scrittura tipica dello scriptorium sublacense di questo periodo. Nella lista è possibile leggere solamente due toponimi, Ampollonius e Arsoli. Facendo un breve conteggio, associate al toponimo Ampollonium troviamo inscritte con stessa grafia e stessa mano, senza interruzioni 349 nomi di persone, mentre associate ad Arsoli abbiamo 152 persone. Purtroppo mancano altri toponimi degli altri castelli posseduti in questo periodo da Subiaco nel Lazio, quindi non si possono fare considerazioni di distribuzione deterministica, ma è possibile trarre comunque qualche dato statistico. In tutto sono citate circa 8.000 persone, tuttavia eliminando dalla lista i circa 1.000 nomi delle congregazioni esterne a Subiaco è possibile capire in media il numero degli abitanti per ogni singolo toponimo. Il fatto che siano stati citati due luoghi incastellati non vuol dire che la lista sia stata compilata solamente per (7) Sull’uso di tale elenco di nomi e su quello di simili libri Thomas Franck (TH. FRANK, I rapporti tra Farfa e Subiaco nel secolo XI, in Farfa, abbazia imperiale. Atti del convegno internazionale (Farfa - Santa Vittoria in Matenano, 25-29 agosto 2003), a cura di R. DONDARINI, S. Pietro in Cariano 2006. p. 226) sostiene che: “Nel caso di Subiaco la fratellanza tra il convento e i laici dev’essere stata organizzata in moto tale che i monaci svolgevano precise mansioni liturgiche, mentre i laici avevano l’obbilgo di elargire offerte. Un tale aumento delle attività liturgiche per la salvezza dell’anima dei laici deve aver lasciato tracce scritte. Molto del materiale che potremo aspettarci è andato perduto, ma almeno una testimonianza è rimasta, del tutto eccezionale: il cosiddetto Liber Vitae di Subiaco. Infatti il già menzionato sacramentario B24 della Biblioteca Vallicelliana si chiude con 17 carte contenenti circa 8000 nomi di persone.” E continua: “Una tale quantità di nomi, ovviamente, non veniva mai recitata durante le funzioni religiose, nemmeno in parte, ma si credeva che il solo fatto di essere iscritti in un libro che serviva alla liturgia quotidiana avesse il benefico effetto di ricordare a Dio le persone registrate, che al momento dell’inserzione del loro nome nel libro potevano essere in vita o già defunte”. 174 Paolo Rosati castelli. Leggendo infatti il privilegio di Pasquale II coevo a Stefano d’Oddone si rintraccia che i luoghi dotati di un abitato oltre castelli e roccae anche casali, ed ecclesiae rurali, per un totale di 55 nuclei demici controllati da Subiaco, che dovevano avere una media di 130 abitanti ciascuno, benché vada dato un differente peso a centri molto popolati, come ad esempio il castello Ampollonium e sue pertinenze, il quale con le sue 349 persone inscritte doveva essere decisamente importante. Per quanto riguarda Arsoli, il suo castello sembra essere leggermente sopra alla media. Infatti contava 152 persone. Considerando però il fatto che nel territorio di Subiaco vi dovevano essere centri abitati molto simili ad Arsoli, va considerato che la linea di tendenza demografica è comunque bassa. Molti centri erano sicuramente più piccoli di un castellum come Arsoli, si trattava di roccae, ecclesiae rurali e casali, i quali erano comunque abitati da coloni distribuiti in un abitato ancora sparso in tutto il territorio di pertinenza. Le ultime citazioni di Arsoli nel regesto sublacense, in ordine temporale, sono del 1183(8) e del XII secolo(9). Nel primo documento si riporta un giudizio dell’abbazia contro Riccardo d’Arsoli, signore locale in possesso del castello Arsolano e di Roviano. La citazione datata al generico XII secolo invece riporta la conferma di S. Maria di Arsoli, chiesa che doveva sorgere li dove oggi è il cimitero comunale. (8) Reg. Subl. doc. 158, p. 206. (9) Reg. Subl. doc. 183, p. 224. Arsoli 175 Fig. 1. Posizionamento di Arsoli (base piattaforma GIS). Fig. 2. Arsoli (Roma, Archivio di Stato, Presidenza Generale del Censo, Catasto Gregoriano, Comarca 188).