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Giornali prigionieri. La stampa di prigionia durante la Grande guerra, Donzelli

2024, Giornali prigionieri. La stampa di prigionia durante la Grande guerra, Donzelli

Durante la prima guerra mondiale circa seicentomila soldati italiani furono destinati ai campi di prigionia dell’Impero austro-ungarico e tedesco. Per mitigare la durezza delle condizioni di vita e per spezzare la monotonia di una quotidianità fatta di appelli, pasti in comune e rare uscite nei villaggi limitrofi, i prigionieri si dedicarono a iniziative che potessero ricreare nei campi le attività proprie della vita libera: dallo sport ai giochi da tavolo, dall’artigianato alla musica e al teatro, fino lo studio delle lingue, alla lettura e al giornalismo. Proprio i giornali di prigionia costituiscono uno strumento privilegiato per indagare dall’interno la vita dei prigionieri italiani, facendone affiorare gli aspetti storici, culturali, sociali, psicologici e intimamente umani. A differenza dei giornali di trincea, che raccontavano il conflitto seguendo gli schemi della propaganda bellica e della mobilitazione patriottica, quelli redatti nei campi di prigionia narrano in presa diretta le conseguenze della guerra e le sue atrocità, facendosi portavoce del desiderio di pace dei soldati, della nostalgia per le famiglie e per la patria lontana, delle afflizioni derivanti prima dalla vita al fronte e poi nei campi dei nemici. Compilati a mano, illustrati, poligrafati, ciclostilati o stampati, questi fogli rappresentano un originalissimo laboratorio umano e culturale, che in questo libro viene analizzato nel dettaglio anche grazie a un inedito apparato iconografico. I «giornali prigionieri» finirono per diventare una sorprendente via di fuga psicologica per i soldati italiani caduti in mano nemica, un modo per sopravvivere all’inferno e al tedio dei campi di prigionia.

Ferraro cop.qxp_Layout 1 03/07/24 17:05 Pagina 1 Tamás Krausz Lenin. Una biografia intellettuale (1870-1924) Massimo Oldoni I due Ladroni e i quattro Re. Storie oltre il Medioevo Hard Times. Le nuove guerre e la difesa europea a cura di Alberto Pagani Paolo Perri Nazioni in cerca di Stato. Indipendentismi, autonomismi e conflitti sociali in Europa occidentale Claudio Rabaglino Umberto Terracini. Un comunista solitario Charles F. Sabel e David G. Victor Governare il clima. Strategie per un mondo incerto Massimo L. Salvadori Da un secolo all’altro. Profilo storico del mondo contemporaneo, 1980-2022 Peter Schäfer Storia dell’antisemitismo. Dall’antichità a oggi SAGGI DONZELLI Storia e scienze sociali (ultimi volumi pubblicati) L’economia, la politica, i luoghi. Scritti per Fabrizio Barca a cura di Filippo Barbera e Patrizia Luongo Carole Beebe Tarantelli Sotto un sole metallico. La mia vita raccontata a Alessandro Portelli Giovanni Tamburino Dietro tutte le trame. Gianfranco Alliata e le origini della strategia della tensione Lombroso e il Sud a cura di F. P. de Ceglia, E. De Cristofaro, S. Montaldo Le rievocazioni storiche. Feste civiche e cultura popolare in Toscana a cura di Caterina Di Pasquale e Fabio Dei Simone Duranti Dis-union Jack. Immigrazione, minoranze etniche e razzismo in Inghilterra (1945-90) GIORNALI PRIGIONIERI La stampa di prigionia durante la Grande guerra Giuseppe Ferraro è dottore di ricerca presso l’Università di San Marino. Dirige l’Istituto per la storia del Risorgimento italiano – Comitato provinciale di Cosenza, è dirigente dell’Istituto calabrese per la storia dell’antifascismo e dell’Italia contemporanea e deputato di storia patria per la Calabria. Collabora con l’Università del Salento. Tra le sue pubblicazioni ricordiamo Il prefetto e i briganti (Le Monnier, 2016) che ha ricevuto numerosi premi e riconoscimenti. ISBN 978-88-5522-617-2 www.donzelli.it 25,00 Luca Falsini Nelle braccia del duce. Breve storia d’Italia dalla Grande guerra al fascismo (1917-1923) Francesco Farina Il merito tradito. Perché la mobilità sociale è scomparsa Carlo Fumian Pane quotidiano. L’invisibile mercato mondiale del grano tra XIX e XX secolo Giuseppe Ferraro L’altra scuola. L’educazione popolare tra apprendimento e riscatto sociale a cura di Elena Zizioli, Lisa Stillo, Giulia Franchi Norberto Bobbio Mutamento politico e rivoluzione. Lezioni di filosofia politica a cura di Laura Coragliotto, Luigina Merlo Pich, Edoardo Bellando Giuseppe Ferraro Vito Teti Il senso dei luoghi. Memoria e storia dei paesi abbandonati Heinrich August Winkler I tedeschi e la rivoluzione. Una storia dal 1848 al 1989 Enrico Berlinguer La pace al primo posto. Scritti e discorsi di politica internazionale (1972-1984) GIORNALI PRIGIONIERI Alessandro Portelli Dal rosso al nero. La svolta a destra di una città operaia Durante la prima guerra mondiale circa seicentomila soldati italiani furono destinati ai campi di prigionia dell’Impero austro-ungarico e tedesco. Per mitigare la durezza delle condizioni di vita e per spezzare la monotonia di una quotidianità fatta di appelli, pasti in comune e rare uscite nei villaggi limitrofi, i prigionieri si dedicarono a iniziative che potessero ricreare nei campi le attività proprie della vita libera: dallo sport ai giochi da tavolo, dall’artigianato alla musica e al teatro, fino lo studio delle lingue, alla lettura e al giornalismo. Proprio i giornali di prigionia costituiscono uno strumento privilegiato per indagare dall’interno la vita dei prigionieri italiani, facendone affiorare gli aspetti storici, culturali, sociali, psicologici e intimamente umani. A differenza dei giornali di trincea, che raccontavano il conflitto seguendo gli schemi della propaganda bellica e della mobilitazione patriottica, quelli redatti nei campi di prigionia narrano in presa diretta le conseguenze della guerra e le sue atrocità, facendosi portavoce del desiderio di pace dei soldati, della nostalgia per le famiglie e per la patria lontana, delle afflizioni derivanti prima dalla vita al fronte e poi nei campi dei nemici. Compilati a mano, illustrati, poligrafati, ciclostilati o stampati, questi fogli rappresentano un originalissimo laboratorio umano e culturale, che in questo libro viene analizzato nel dettaglio anche grazie a un inedito apparato iconografico. I «giornali prigionieri» finirono per diventare una sorprendente via di fuga psicologica per i soldati italiani caduti in mano nemica, un modo per sopravvivere all’inferno e al tedio dei campi di prigionia. Francesco Giordano Destinazione euro. Politica e finanza in Italia dal «miracolo» a Maastricht, 1957-1992 (segue) DONZELLI EDITORE